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Louisa May Alcott
Di Louisa May Alcott si sa quel poco che le alette dei suoi romanzi ci concedono: che è l'autrice di Piccole donne e dei suoi seguiti, e che ha conosciuto in vita un successo destinato a durare come autrice di libri per ragazzi, anzi, per ragazze. Ma come è arrivata a scrivere la storia di una famiglia che assomiglia tanto alla sua? E da quale vena narrativa sgorgano le altre sue opere, decine e decine di racconti gotici ""di sangue e tuono"""", romanzi audaci e romanzi commerciali, qualcuno firmato, altri pubblicati anonimi o sotto pseudonimo? Ripercorrere la sua vita è viaggiare in un mondo complicato, ricco di opportunità per le giovani donne ma sempre pronto a richiamarle all'ordine, per scoprire una ragazza fuori moda che sognava di essere se stessa ed è diventata """"una sorta di tata letteraria che produce pappetta morale per i piccoli"""". Una ragazza forte per forza, cresciuta in una casa povera di oggetti e ricca di ideali, diventata una donna lavoratrice per pagare conti e debiti altrui. In questo la storia di Alcott assomiglia a quella di tante altre scrittrici celebri, sempre in bilico tra necessità e libertà, e qualche volta si intreccia con la loro."" -
A Roma. Da Pasolini a Rossellini
"La sera, al tramonto, / sembra una battaglia lontana la città"""", scrive in una poesia Beppe Salvia. A Roma la poesia è di casa. Lo è da sempre, ma come forestiera o esule che giunga in città e, per ascendenza o destino, decida di fermarsi. Così i suoi poeti, romani più per adozione che per nascita: Penna perugino, Caproni livornese, Pasolini bolognese, Bertolucci parmense, Insana messinese, Zeichen fiumano... Dalle storiche periferie ai quartieri del centro, attraversando il fiume che divide il cuore della capitale in due parti (da un lato Trastevere, dall'altro Campo de' Fiori), """"La Roma dei poeti"""" è un viaggio tra le parole e le vite di chi ha intrecciato i suoi passi - e i suoi versi - alla storia della più vorticosa, imprendibile e commovente delle città. Sono ancora tutti qui, a spasso tra queste pagine, i poeti di Roma, vivi fintanto che ci sarà una strada, un rione, un quartiere a raccoglierne le voci: Dario Bellezza ancora bisticcia con Amelia Rosselli all'ombra della Piramide; Jolanda Insana esce da un portoncino in via dei Greci, tra la musica del Conservatorio; Giovanna Sicari compra frutta al mercato di Monteverde vecchio mentre San Lorenzo si anima delle poesie di Vito Riviello, Antonio Veneziani e Renzo Paris, mentre giovani poverissimi poeti in erba iscritti a qualche facoltà si riuniscono in stanze affittate per leggere poesie. Il ritratto di una città che ha ispirato e talvolta schiacciato i suoi poeti, in un itinerario sentimentale da Garbatella al Trullo, da San Giovanni a Monti, fino alle spiagge di Focene." -
Affari di libri
Dieci scrittori si raccontano tra professione e vita privata, strumenti del mestiere e ossessioni. Dieci conversazioni pungolate da Mariagloria Fontana in onda e fuori onda per rispondere alla più insondabile delle questioni: che cos'è la scrittura e chi è uno scrittore? Cinque autrici, Nadia Terranova, Lisa Ginzburg, Viola Di Grado, Chiara Gamberale, Teresa Ciabatti, e cinque autori della letteratura italiana, Roberto Cotroneo, Andrea Pomella, Emanuele Trevi, Luca Ricci, Marco Missiroli, fra i più amati e rappresentativi degli ultimi anni svelano segreti e debolezze di un mondo che ancora oggi risplende di fascino e incanto. -
In Messico con Bolaño
Città del Messico è una città dai tanti nomi, dalle tante dimensioni, attraversata ogni giorno da milioni di veicoli, animali, persone. Un'immensa megalopoli sorta sulle spoglie di un lago meraviglioso nel cuore dell'America, dove orientarsi è pressoché impossibile. Questo libro è il racconto delle tante mappe che potete usare per perdervi in questo mostro che è labirinto assieme, un labirinto imprescindibile per il viaggiatore accorto. Perché perdersi nella capitale messicana è un'esperienza unica: un'esperienza culinaria, erotica, paradisiaca e vertiginosa, a volte tossica, sempre appagante. Il racconto che qui troverete, non prescindendo dalla storia della città più remota e dalle sue vicende contemporanee, vi porterà per mano in lunghe camminate nelle sue strade più emblematiche, nelle librerie dell'usato, nelle università pubbliche, ad ammirare parchi rigogliosi, rovine azteche, gallerie e musei, ma soprattutto tra le facce che hanno affascinato Roberto Bolaño, il quale l'ha raccontata senza sosta nei suoi capolavori. Lo scrittore cileno, assieme ad altre donne e uomini, saranno i personaggi di finzione o reali evocati ad ogni angolo di questo libro, che è anche una sorta di poema in prosa dedicato, dalla lontananza, alla nostalgia di una città impossibile. -
Il valzer del pappagallo
Esiste davvero un modo per sopravvivere alla morte? Ebbene sì, ma Idahira non lo ricorda più. Lo ha dimenticato nell'incidente, assieme agli ultimi otto anni della sua esistenza. È il 2 febbraio 2013 quando si risveglia in un letto del San Giovanni Addolorata di Roma e scopre di essere diventata madre di una bambina di appena un mese e moglie di un uomo che non conosce ma che in realtà le ha cambiato la vita. Una vita, quella della trentaduenne biologa venezuelana, trascorsa a sfuggire ai traumi che il suo paese natìo e il Caracazo le hanno marchiato addosso in maniera indelebile. Una firma, impressa sul polpaccio destro: la cicatrice di una pallottola dell'esercito di Carlos Andrés Perez. A ridare colore alla sua visione misantropica della realtà ci pensa Luca, guardia giurata con la passione per la pallacanestro, che la conquista dentro a una salumeria per come sa addentare le salsicce e per i suoi occhi sinceri. La loro storia però sembra dover finire quando a Luca viene diagnosticato un tumore al cervello, in grado di fargli perdere la memoria e poi la vita. Idahira resta sola e incinta di quattro mesi e tutto crolla, tutto sembra impossibile. -
Scritture selvagge
Affermatasi “dal basso” nel corso degli anni Settanta, la letteratura selvaggia comprende una vasta produzione a carattere autobiografico, opera di autori posti ai margini della società ed estranei alle istituzioni letterarie, in cui trovano espressione le spinte antagoniste che in quegli anni animano i movimenti di contestazione. Operai, contadini, carcerati, fuorilegge, eroinomani, omosessuali, giovani emarginati intendono infatti il racconto del proprio vissuto come un atto d’accusa nei confronti dei valori invalsi nella società neocapitalistica e come forma di denuncia delle ingiustizie sociali subite, dando avvio a una diffusa tendenza in cui si manifestano appieno, assieme alle istanze politiche, la crisi che interessa lo statuto della Letteratura e la contestazione dell’establishment culturale del Sessantotto. Attraverso l’analisi di un corpus rappresentativo di testi e soffermandosi sugli autori di maggior rilievo, questo volume ricostruisce le caratteristiche del fenomeno in rapporto al contesto storico e culturale, ridiscutendo la definizione stessa di “selvaggi” e mettendo in luce le dinamiche editoriali che ne hanno reso possibile lo sviluppo, con particolare riferimento al ruolo cardinale di Nanni Balestrini, che diede origine alla nuova tendenza con l’ideazione della collana Franchi narratori di Feltrinelli. -
La vera gloria
La Vera Gloria si divide in cinque sezioni organiche tra loro e funzionali all'insieme. La prima propone una riflessione amara sulla rovina della guerra a partire dalle imprese napoleoniche e dalle loro nefaste conseguenze. La seconda sezione, intitolata Montaperti, riprende anch'essa la tematica bellica spostandola nella campagna toscana e proponendo in questo caso un andirivieni disincantato tra la nota battaglia medievale di dantesca memoria e le disfide di un presente più minimale e prosaico, quelle del Palio di Siena. La terza parte, attraverso la figura dello scrittore rinascimentale Juan de Valdés, sposta il tema del conflitto sul fronte della lotta delle idee: ne nasce una serie di quadri in cui l'avventura e il pensiero di questo curioso intellettuale spagnolo divengono essenza di un'alternativa fresca e aperta dinanzi alla rigidità e alle ansie di un'intera epoca. La quarta sezione s'intitola Canzoniere di guerra e di naufragio e modella il discorso guerresco in senso metaforico all'interno di una relazione amorosa e della sua casistica, delle sue turbolenze e dei suoi esiti. L'ultima parte dell'opera, L'ospedale della riva, come appare evidente dal sottotitolo, recupera in parte le suggestioni che Lefèvre aveva già evocato, in merito alla tragedia dell'immigrazione clandestina, nella sua raccolta precedente. Prefazione di Giorgio Nisini. -
I nomi propri
Chi è Belaundia Fu? È la migliore amica di Marta a sette anni: l'amica immaginaria che, quando le cose non vanno come previsto e nemmeno la nonna riesce a confortarla, si siede con lei e aspetta che si senta meglio. Belaundia Fu è la voce ragionevole, ideale e infallibile che, quando Marta ha sedici anni e preferisce non ascoltare, le dice la verità in faccia: per esempio, che quel ragazzo, Charlie, non va bene per lei. Ma quando Marta ha ormai compiuto ventidue anni, quando si è laureata, quando comincia a prendere decisioni che segneranno il resto della sua vita, cosa ci fa Belaundia Fu ancora lì? È ancora lì perché è lei che ha sempre raccontato a Marta la sua storia. ""Chi è Belaundia Fu?"""", ci chiediamo; eppure la domanda che conta davvero è: chi è Marta?"" -
Stromboli
Una banda di motociclisti molesta una coppia in giro per gli Stati Uniti, un uomo è costretto a mangiare una tarantola viva in televisione per risolvere i problemi finanziari della sua famiglia, due cercatori d'oro dilettanti subiscono un terribile incidente in montagna che mette alla prova la loro amicizia, la morte di due senzatetto e la scoperta di alcune misteriose rovine disturbano le celebrazioni nuziali, un uomo sposato e il suo amante viaggiano verso l'isola di Stromboli per aiutare qualcuno di importante per entrambi. Le otto storie che compongono questo volume sollevano interrogativi come: ""Dove sono i limiti dell'obbligo familiare?"""", """"Quanto lontano siamo disposti ad andare per realizzare ciò che vogliamo?"""", """"In che misura i sacrifici fatti cambiano questi obiettivi?"""", """"Poteva quella che sembra essere la fine di una relazione tra due persone in realtà esserne l'inizio di una nuova relazione più potente ma completamente diversa?""""."" -
A Marsiglia con Jean-Claude Izzo
C'è un altro modo di arrivare a Marsiglia, e non serve andarci fisicamente. Attraverso le parole di Jean-Claude Izzo, Marsiglia diventa una città così reale che si riesce a toccarla, ad annusarla, da assaggiarla. E allo stesso tempo diventa anche un luogo ideale (e ideologizzato) con dei simulacri, degli altari, legati a un preciso arco temporale di fine Novecento che è quasi svilente andare a visitare. Dopo aver letto la Trilogia di Fabio Montale, con Marsiglia si entra in un rapporto elettrico. Ci sono persone che la sfiorano, prendono la scossa e ci restano secche. Oppure scappano via fra imprecazioni e bestemmie. Ce ne sono altre che entrano in un grande campo magnetico e si ritrovano attratte da una calamita e da lì non riescono a staccarsi più. Diventano vittime della tela del regno, adepti della setta, imparentati con un patto di sangue. Non saranno mai più neutrali nei confronti di quella città perché ""Marsiglia non è una città per turisti. Non c'è niente da vedere. La sua bellezza non si fotografa. Si condivide. Qui, bisogna schierarsi. Appassionarsi. Essere per, essere contro. Essere, violentemente. Solo allora, ciò che c'è da vedere si lascia vedere""""."" -
A Salerno
Salerno ha un'ansia da prestazione che la logora. Vive costantemente in bilico tra l'ambizione di diventare una metropoli e il desiderio di mantenere i privilegi di provincia. Per troppo tempo, è stata la città di scorta. Poi si è ribellata, si è rifatta il trucco e adesso si concede ma con parsimonia. Proprio come il suo patrono, San Matteo, Salerno è una città a due facce. Dietro le Luci d'Artista, nasconde i carichi di droga che arrivano nel porto. É la città dello struscio al Corso, delle giornate al sole a Lungomare e delle puttane sulla Litoranea. Chi è emigrato qui, ha mantenuto l'identità della provincia. Pubblicamente sbandiera la sua salernitanità, ma quando torna a casa mangia il cibo che ha portato dal Cilento, parla il dialetto lucano dei suoi nonni. Salerno non sa ancora se vuol essere la più settentrionale delle città del Sud o la più meridionale delle città del Nord. Ha una storia antica di cui è rimasta poca traccia e un'architettura moderna di cui ha ancora poca consapevolezza. Salerno ha una psicologia complessa: è il posto che a vent'anni si cerca a tutti i costi di lasciare e a quaranta non si vede l'ora di riavere. -
Adeu
Eloi sapeva che prima o poi la lettera sarebbe dovuta arrivare; ciò che non sapeva, era che realizzare quanto c'era scritto sarebbe stato così difficile. Certo, ci siamo passati tutti, qui a Cadossene: così vogliono gli Dèi e così vuole la República. Il fatto è che tutta questa faccenda è per Eloi molto più difficile di quanto non lo sia per gli altri giovani dell'isola, visto che suo padre Nevio l'ha cresciuto tutto solo dopo la morte della madre, ed oltretutto è stato un buon padre, generoso e gran lavoratore, che si è spaccato la schiena per il figlio e non gli ha fatto mancare niente, per quanto possibile. Eloi lo sa ed è anche per questo che, a quasi trent'anni, vive ancora con lui. Per questo e per tanti altri motivi che hanno a che fare con la paura di crescere.Per questo quando arriva la lettera Eloi maledice gli Dèi: perché da adesso in poi non potrà più tirarsi indietro. Così, Eloi e Nevio si mettono in viaggio: un viaggio che li porta da Algàr, la loro cittadina, a Belvì, sinistro villaggio spopolato dove ancora si ostina a vivere la zia Smeralda, e poi fino alle pendici e fin su in cima al Monte. Perché questo è il compito di Eloi e di tutti i figli di Cadossene: armati di randel, uccidere i propri vecchi e le proprie vecchie e gettarne i corpi nel baratro del Monte. Perché i vecchi non gravino sulla società. Perché così vogliono gli Dèi. -
Amatissime
Cinque scrittrici: Morante, Masino, Ginzburg, Bonanni, De Stefani. Cinque donne, cinque bambine, cinque amanti, cinque sguardi sul mondo. Dall'infanzia di Elsa nella Roma dei rioni agli abiti che Paola indossava per andare a teatro con Massimo Bontempelli; dagli incarichi editoriali di Natalia in Einaudi passando per l'ultimo sconosciuto romanzo di Laudomia, fino all'eredità di Livia, donna bellissima e sicura. Tutte passano per la Città eterna, chi per viverci, chi per soffrire, chi per dimenticare, chi per fallire. Giulia Caminito si racconta dall'infanzia fino al mestiere della scrittura attraverso le vite di cinque donne eccezionali del Novecento italiano, intrecciando il romanzo della propria vita alle sue scrittrici più amate. -
Il giorno del giudizio
Quando diversi bambini dello stesso villaggio iniziano a soccombere a una misteriosa malattia, la ricerca per scoprirne la causa ha conseguenze devastanti e straordinarie. È fine giugno a Ballylack. Hannah Adger prevede otto lunghe settimane di tregua da scuola, ma quando il suo compagno di classe Ross soccombe a una malattia violenta e misteriosa, segna l'inizio di un'estate come nessun'altra. Quando gli altri si ammalano, le domande su cosa - o chi - è responsabile gettano il villaggio in un conflitto e in uno spaventoso disordine. Hannah è perseguitata dal senso di colpa mentre rimane in salute, mentre i suoi amici vengono colpiti. Isolata e spaventata, chiede aiuto. Altrove nel villaggio, gli animi ribollono, il panico aumenta e i segreti sepolti da tempo minacciano di emergere. -
Leonora Carrington. Dea della metamorfosi
Pittrice, scrittrice, scultrice, icona e corpo del surrealismo, Leonora Carrington sfugge in realtà a ogni etichetta. La sua vita stessa - iniziata il 6 aprile 1917 nella contea inglese del Lancashire - è un romanzo, tra l'infanzia ricca nella villa gotica e le espulsioni dai collegi, le fughe e l'amore con Max Ernst, i soggiorni a Parigi e New York, il manicomio e la seconda vita in Messico, lunga sessant'anni. Quando morirà nel 2011, novantenne e ancora geniale, nell'adorata Città del Messico, non si spegnerà con lei un'esistenza, ma un'era, l'ultima, dove arte e vita sono rischiosamente unificate e sacre, contro ogni moda, mercificazione, industria e pubblicità. Questo libro vuole dar voce, attraverso le vicende e l'opera, a una donna libera e visionaria, femminista e anticonformista, ironica, eclettica e iconoclasta. E al suo sguardo, al suo tocco, unici. E oggi più che mai vitali. -
Lettere agli amanti
Le ventiquattro lettere che seguono, in forma di racconto, sono indirizzate agli amanti. Se siete stati amati da qualcuno o da qualcosa, se avete amato qualcuno o qualcosa, spero che troviate qui alcuni piccoli strumenti per comprendere con maggior chiarezza cosa realmente è accaduto, cosa sta accadendo o cosa accadrà. -
A Parigi con Marcel Proust
Dalle siepi lussureggianti del giardino del Lussemburgo o del Parc Monceau dove, bambino, Marcel muove i primi passi stupiti, ai salotti fastosi del Faubourg Saint-Germain o alle notti mondane dell'Hôtel Ritz, la biografia di Proust è inestricabilmente legata alla città di Parigi e alle sue molteplici seduzioni. -
L' antropocene inconscio. La cultura del disastro climatico
L'arte e la letteratura del nostro tempo sono pregne di catastrofe, di clima e acqua, di natura selvaggia e di stranezza. L'Antropocene - il termine dato a questa epoca geologica in cui gli esseri umani, anthropos, stanno devastando la terra - ribolle ovunque nella produzione culturale contemporanea. L'Antropocene, sostiene Mark Bould, costituisce l'inconscio dell'""arte e della letteratura del nostro tempo"""". Tracciando i contorni dell'inconscio dell'Antropocene in una gamma di film, serie tv e letteratura questo volume tira fuori alcune delle cose che sono represse e trascurate dalla definizione di Antropocene, comprendente capitale, classe, imperialismo, disuguaglianza, alienazione, violenza, mercificazione, patriarcato e formazioni razziali."" -
Notte, giorno, notte
Maggio, 1946. Nell’immediato dopoguerra viene istituita la Regione a Statuto Autonomo e mentre decine di famiglie si trasferiscono per un impiego regionale ricevuto su chiamata diretta, in fretta e furia si lavora alla costruzione di una città in cemento armato che le accolga. Fuori dal centro storico distrutto dai bombardamenti, vivono due giovanissime Matilde e Carla, vicine di casa con le loro famiglie; la loro quotidianità è scandita dall’’influenza di mafiosi che determinano la vita di tutti, e di Carla in particolare.rnLuglio, 1993. La città di cemento è abitata ora dai figli di chi l’ha vista nascere. Durante una notte insonne Matilde esce in terrazza, cerca riposo nella sua sedia a dondolo e, quasi per caso, si ritrova ad ascoltare una vicenda che ha qualcosa di sinistro e familiare. Dall’altra parte della terrazza, dietro la veranda, ci sono Carla e suo marito Roberto che, di sera in sera si raccontano una storia fatta di intrighi, imbrogli, violenza, omicidi. Particolare dopo particolare, il racconto assume sempre più i contorni del giallo, fino a restituire a Matilde la certezza di esserne parte. -
A Verona con Romeo e Giulietta
Dentro le mura della città di Verona, sulle orme di Romeo Montecchi e Giulietta Capuleti, le strade sono attraversate da istinto e passione. Gli edifici con merlature a coda di rondine raccontano una storia che si intreccia con la leggenda, il teatro, la storia e dà vita a quel turismo letterario che da sempre si rinnova nelle attività promosse da chi vive quei luoghi. È qui che i mattoncini rossi della casa dei Montecchi sporgono a testimonianza di un passato che irrompe con forza. I vicoli della città e quelli dell’Italia, attraversati da una geografia shakespeariana ideale, si diramano tra simmetrie di piazze, ponti e corsi che hanno ancora il sapore di un passato medievale non troppo lontano. Alla versione della Verona di Shakespeare si fonde quella tratteggiata da Matteo Bandello, Arthur Brooke e altri antichi novellieri: ne risulta quindi una città dai contorni arcadici, da Piazza dei Signori alle Arche Scaligere fino a Palazzo Maffei, e al contempo, provando ad ampliare lo sguardo, un paesaggio che dalle proprie fratture sembra proiettarsi nel futuro.