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Questo ricordo è un'isola
«Questa volta la raccolta della sua silloge ha scelto la memoria, le sue radici mediterranee, l'atmosfera di casa, il ricordo della madre e del mondo magico della lava incandescente che riga il Mongibello o del sole languido che oltre l'estate carezza i monti Pellegrino e Grifone. Atmosfere siciliane che alternano l'aspra salsedine degli scogli di Aci Trezza agli aromi che si spandono dai Festini dedicati a Santa Rosalia.» (Dalla prefazione di Pietro Caruso). Postfazione di Valerio Ragazzini. -
Solchi
Raccolta di poesie. -
Vora
«Vora è una voce dialettale pugliese che significa 'voragine, inghiottitoio'. Etimologicamente risale al latino vorare 'inghiottire', benché Rohlfs ipotizzasse addirittura, alla base del termine, la radice prelatina *vora. Tale voce forma curiose coppie minime con altri dialettismi: con la vura, ad esempio, parola con cui si indica in Puglia il misterioso folletto che conduce all'incubo; o con la vara, carro su cui vengono poste le statue o le immagini dei santi nel corso delle processioni. Sembra di entrare, anche solo articolando questi suoni, in una dimensione altra, un luogo nascosto alla vista dei più o, al contrario, ostenso, sciorinato; entro un sogno popolato dai mostri e dalle violente gioie dell'infanzia, e dal sangue dei santi. Mara Venuto dà ascolto, in questo libro, a quelle voci in grado di crepare il suolo, di farci letteralmente mancare la terra sotto i piedi, insegnandoci che è nell'ascolto — ancor prima che nella scrittura — il vero mestiere del poeta» (dalla prefazione di Giovanni Laera). -
Titoli omessi o rimossi di un perplesso
Raccolta di poesie. -
Il cammino di Viola
Andrea è un ragazzo di trent'anni che fa l'aiuto fotografo presso un importante studio fotografico di Milano e nello stesso tempo scrive. Un giorno incontra nello studio fotografico una modella, Ludovica, e ne è fortemente attratto. Con la scusa di recapitarle il book fotografico, si fa dare il suo indirizzo e comincia a seguirla. Scopre così che si frequenta con un uomo più anziano che ha molto in comune con Guido, il personaggio del suo libro. Là scatta qualcosa. Capisce che dentro la storia dei due potrebbe esserci il romanzo che sta scrivendo. Il cammino di Viola è la storia di un uomo che passa le sue giornate a cercare di capire cosa resta di sé, e il romanzo, forse, potrebbe essergli d'aiuto per svoltare. La Milano da bere, il mantra neo-liberai che il successo (o il fallimento) sia sempre una scelta, gli amici, una modella tanto idealizzata da trasformarla nella protagonista della sua storia, lo accompagnano. Confuso tra realtà e finzione, incapace di liberarsi dalle sue storie, pur riuscendo a pubblicare il romanzo, Andrea cade dentro un buco oscuro. Poi, un improvviso slancio lo porterà a vivere una vera esperienza che, anche attraverso il cammino di Compostela, gli farà trovare la propria identità. -
Salmo rubro
«e fu apertura di catrami / e linfe ribollenti / e sassi sgomenti nel frantume / e acqua superati i cieli / e fiamme devote alla smisuratezza / e rossi sgominatori di ricordanze / e guaine cancellatrici di doloranze / e neri di ossidante rarità / e rossi di ninfale virilità / e neri in parentesi di attività / e rossi ricostitutivi di filiale sacertà.» -
L'erranza
«L'erranza di Anita Piscazzi costringe al raccoglimento e a una sorta di superamento delle rassicurazioni del realismo narrativo. E una poesia che si spinge o che ritorna nella sua parte più immateriale, impalpabile, metafisica, miste-rica. L'io che qui si manifesta, ""seppure esule"""", è certamente unitario — e quindi il principio di realtà è in qualche misura riconoscibile —, ma il canto delicato di queste poesie spinge il sentire, i sentimenti e le percezioni in luoghi indefinibili e affascinanti, perché """"l'occhio mio non vede che l'eterno"""". Il cammino di questa poetessa avviene ai confini più estremi del silenzio (""""nel silenzio esondo, resto, affondo""""), del superamento delle concezioni più consuete dello Spazio e del Tempo, della visione di universi lontani e di abissi interiori — laddove, cioè, s'ode """"l'eco della non esistenza"""". È un misticismo sorvegliato, sobrio, umile, e tuttavia sapiente, di fattura raffinata; un rigoroso e ostinato """"trasumanare senza fine"""", perché per Anita Piscazzi la poesia non è sentimento immediato e sfogo confessionale, ma calibrato ed elegante cammino — quasi un'estatica danza crepuscolare — nei segni dei misteriosi varchi e passaggi metafisici della vita, da guardare con occhi diversi per acciuffare ogni volta, in questo dire teso e docile, """"lo spirito immateriale"""" (""""sono tesa agli influssi dello spirito"""")...» (dalla prefazione di Andrea Di Consoli)"" -
Fernweh
«""Fernweh"""" è l'opera prima di Eugenio Griffoni, se si esclude la precedente raccolta autopubblicata a fine 2020 dall'emblematico titolo Fuori dalla tana in cui """"improvviso e mutevole"""" con coraggio e determinazione si consegnava al mondo. Un'opera, questa, densa e corposa in cui emerge nitido e lampante il sacro fuoco che, prescindendo da ogni disanima, pervade l'autore» (dalla prefazione di Giorgia Monti)."" -
Arcani sentieri
Inusuale abbinare nello stesso libro prosa e poesia, quanto non molto usuale è abbinare due autori. Ma a queste poche e preziose pagine il doppio miracolo riesce: le poesie di Enrica Loggi e le prose di Antonella Roncarolo sembrano darsi il braccio come amiche in passeggiata, curiose e un po' sognanti, confidandosi, parlottando, raccontandosi (e raccontandoci) di boschi vivi e magici, di natura, alberi, animali, sguardi e stagioni, leggende e fantasie. Della vita, che tutto permea di sé. E, va da sé, degli uomini, che questa vita ora amano e assecondano, ora maledicono e infangano. -
Il tocco dell'ignoto
«La raccolta ""Il tocco dell'ignoto"""" è segno della maturità poetica di Stefano Iori. La sua poesia incontra le cose e gli esseri del mondo ordinario in maniera più immediata e piena di quanto non permetta l'esercizio del pensiero concettuale. La fantasia dell'autore può correre così verso l'aurora della parola, fino alla trascendenza che affiora in ogni singolo componimento con vigore sottile. Il flusso poetico segue una linea salmodica e procede per coppie di parole-concetti: silenzio/voce, vuoto/pieno, dentro/fuori, corpo/pensiero. La dualità innesca il crescendo di domande e risposte che porta Iori a volare oltre i confini della ragione comune per dialogare con l'ignoto, dimostrando che la realtà è diminutio della realtà poetica. Il testo è animato da un moto alternato: ai versi si intrecciano brevi prose nutrite dalla sapienza ebraica e opportunamente innervate da citazioni filosofico-letterarie. Tale formula fa sì che poesia e saggistica vengano a combinarsi in una narrazione di seducente vitalità.» (Flavio Ermini)"" -
Filottete ovvero i vuoti ancora da sfamare
Il poemetto narra, a partire dalla vicenda dello sfortunato eroe greco, tutte le storie in cui l'essere umano rivela la sua tragica solitudine; ma non si arrende e, seppur a fatica, sprigiona forza e coraggio. Protagonista come in un romanzo sono anche i personaggi mitici come Priamo, Palamede, Ifigenia, Calipso, portatori di sentimenti eterni e universali, che vivono il tempo disperante dell'abbandono e del dolore, prima del momento fatale della morte. -
Cronache dalle rovine
«ha piovuto il sentiero è sparito / spariti gli uomini il bosco / tornato più prossimo a Dio / se muoio qui di introspezione / verranno a prendermi i cinghiali / eccoli in branco ingrugnire / sotto cieli rovinati dai caccia americani / sotto cieli disumani / sono a un passo / oltre le eriche ritorte / affamate / li ho chiamati / se muoio qui di silenzio o di senso / verranno a prendermi gli uccelli a brevi voli / un canto funebre per echi e lontananze / omelia di foglie accese dai venti / c'è più pace fra i selvaggi / più speranza di pietà / in mezzo ai monti.» -
Primavera. Ediz. illustrata
Catalogo pubblicato in occasione della mostra Primavera di Michele Ambroni, galleria Bluklein, Cesena, 25 marzo-29 aprile 2023. -
Scuola di scrittura (confinamenti)
«In questa poesia non succederà niente perché è già successo tutto altrove. / E anche se c'è la cosiddetta urgenza di dire in effetti qui non succederà niente perché è già successo tutto altrove. / E anche quello (quella) che si para di fronte e fissa qualcosa (qualcuno) e forse vorrebbe dire (gridare bisbigliare) poi non dirà griderà bisbiglierà niente perché è già successo tutto altrove.» -
Fioriture
«È tempo / piegati alla parola / che custodisce / l'arcano del tuo esilio / e — come un marinaio — / spiega la vela / e librati sul mare.» -
Tutto compreso
Sprazzi di esistenze in tempi e luoghi diversi animano questi racconti di Germana Duca, lascito — anche linguistico — di piccoli o grandi eventi legati alla sua biografia. Per come sono scritti e per la loro esemplarità, essi arrivano dritti al cuore. Chi legge si può riconoscere in ciascuna vicenda e nell'insieme dell'opera - simile per natura, un giro di giostra fra ""nomi scagliati ra, verso l'infinito"""" e continui mutamenti. A renderli accettabili la fiducia nella bellezza della vita. Quell'onda che, come ogni amore e ogni narrazione, non si sa da dove venga, ma sempre dona speranza. Il realismo magico di molte pagine, popolate di alberi, animali, persone, contribuisce a connettere fatti e fantasia, visibile e invisibile, sogno e coscienza."" -
In principio era la paura
«Che l'emergenza non finisca / Che i cinema siano vuoti / Che le strade non siano attraversate / Se l'amore vuoi rendere all'amore / E stanotte il tuo piacere al mio piacere / Unire, confondere e brunire / L'anello d'oro del tuo regno. / Scambiato, versato / Di giorno al giorno in queste notti, / Contagiati, dispersi, costretti Dal fianco al fianco / A sommarci, aderirci, divorarci.» -
Della nostalgia
Protagonista di questo poemetto in cinque canti è il sentimento umano certamente più avversato dalla modernità. Figlio di Razionalismo e di Scientismo, il mondo moderno non può che opporsi all'atteggiamento di chi ""ha gli occhi rivolti all'indietro"""" (alla storia del proprio io o a quella delle umane civiltà) con un misto di rimpianto ed urgenza di riappropriazione. Il dolore per non esser più ciò che si è stati —tema caro alla letteratura universale dall'Odissea in poi — sembra dover sempre esser depurato dai dubbi sulle """"magnifiche sorti e progressive"""" che tanto occupano l'uomo contemporaneo. Come se il tipo nostalgico dovesse preliminarmente scusarsi per non riuscire a pensare tutto il bene possibile del presente e (a maggior ragione) degli eventuali futuri in agguato. Tanto che frasi fatte come """"vive di nostalgie"""" o """"guarda solo al passato"""" si applicano, oggi, agli infelici o agli incapaci di costruirsi un destino di speranza. Campo di lotta di Nostalgia è qui il corpo-mente di un umano che — dalla fanciullezza alla vecchiaia — avverte, patisce, vive e muore occupato da questo prepotente, pericoloso ed impudico sentire. Dal nòstos dell'infante (che potrebbe esser solo, follemente, il suo riassorbimento nell'utero materno) a quello dell'adolescente che già avverte la propria infanzia come perduta età dell'oro, dal sentimento del giovane che non può più esser tutto e il contrario-di-tutto alla tristezza dell'uomo maturo per cui i giochi della vita sono ormai definiti sino alla follia dell'anziano che ravvisa in nostalgia le ultime occasioni di opporsi al destino imminente, il libretto di Gorret esalta il """"furor"""" nostalgico e insieme celebra la tragicità di ogni esistenza."" -
La guerra e la pace. Israele-Palestina. Cronache 1956-2003
Questo libro è la raccolta di articoli che Jean Daniel ha scritto a caldo, sull'onda dell'emozione, durante quasi cinquant'anni di conflitto israeliano-palestinese (1956-2003). Molti scritti riguardano la delicata ricerca di un equilibrio in un'area del mondo, il Medio Oriente, che è come una polveriera pronta a esplodere, un equilibrio che in molti vorrebbero poter chiamare pace. Ma questo libro è anche la cronaca implacabile di un uomo attento e sensibile alla storia che osserva il mondo e chi lo governa con una potente lente di ingrandimento e nulla gli sfugge, nemmeno le ragioni dell'altro. E mentre la storia segue il suo corso, Daniel elargisce saggezza e cita i grandi il cui pensiero ancora oggi potrebbe rappresentare un faro verso il quale un'umanità frastornata dagli eventi possa guardare come a un porto sicuro, uno fra tutti Mendès France. -
Zuleika Dobson. Una storia d'amore a Oxford
Unico romanzo di Max Beerbohm, è ambientato nell'Inghilterra di fine Ottocento. Zuleika, l'omonima protagonista, in visita al nonno che è direttore dell'Università di Judas a Oxford, viene ammessa per un breve soggiorno nel college maschile portando scompiglio tra i giovani aristocratici. Autentica femme fatale e prestigiatrice di professione, si ritrova coinvolta infatti in una serie di avventure amorose, finché, consapevole di potersi innamorare soltanto di un uomo sordo al suo fascino, mette gli occhi sul Duca di Dorset, vero e proprio dandy, l'unico che sembra non mostrare interesse nei suoi confronti. Il finale è sconcertante: quando il Duca, ormai perdutamente innamorato si vede rifiutato, le comunica la sua decisione di suicidarsi. Zuleika, niente affatto preoccupata, non lo fermerà, mentre gli studenti, smaniosi di imitare il suo bel gesto, lo seguiranno annegando durante la regata.