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Specchietto introvisore
"Specchietto introvisore"""" è la storia di Chiara, una ragazza come tante, tra tante. Con una vita normale, tranquilla, apparentemente appagante ed economicamente agiata. Chiara sente però che qualcosa, in fondo al suo animo, in un recondito ed ancora inaccessibile angolo del suo io, le manca. Nonostante si sforzi, non riesce a metterlo a fuoco. A dargli voce, vita, consistenza e corpo. Un giorno, come tanti, in un anno come tanti, Chiara si reca al lavoro, come tutte le mattine della sua vita. Ma lungo il solito percorso accade qualcosa. Le sue certezze, convinzioni, i fondamenti della sua vita, verranno messi a dura prova. Il tragitto di andata e ritorno dall'ufficio diventa un viaggio introspettivo di straordinario valore e di incredibile importanza. Gli imprevisti, le scelte giuste o sbagliate, l'assaporare sensazioni mai provate prima, come il bruciante senso di colpa, piuttosto che l'ammirazione incondizionata, la faranno da padrona in questa storia che si legge da sola, ti travolge, ti appassiona, ti cambia." -
Gustavo Modena e l'arte sua
Figura carismatica del teatro italiano di pieno Ottocento, grande attore e maestro di attori, patriota repubblicano, Gustavo Modena (1803-1861) è una delle personalità artistiche e politiche di maggiore rilievo, tra quelle che hanno costellato la storia dell'unità d'Italia, apprezzato per le sue interpretazioni, tra cui Saul di Alfieri, e non meno celebre per le sue letture dantesche. Luigi Bonazzi (1811-1879), attore erudito, autore della monumentale Storia di Perugia, recitò con lui e, come tutti coloro che ebbero la ventura di conoscerlo, ne rimase profondamente segnato. Il suo saggio biografico ""Gustavo Modena e l'arte sua"""" è una testimonianza appassionata della stima e dell'amicizia, che lo legavano al grande maestro, e, al tempo stesso, è il tentativo di analizzare in profondità il segreto della sua arte, condotto con lo scrupolo dello storico e con lo sguardo penetrante dell'attore."" -
Il linguaggio e la realtà. La narrativa modernista di Virginia Woolf e James Joyce
L'attenzione alla questione fondamentale della forma, del linguaggio e dell'autoriflessività del testo narrativo accomuna i protagonisti della scena letteraria di inizio Novecento e in particolar modo le figure di Virginia Woolf e James Joyce, per cui la centralità della rappresentazione è tale che le loro opere possono essere viste come modelli conoscitivi e rappresentativi del reale, come strutture mimetiche che testualizzano il processo compositivo da cui scaturiscono riproducendone i passaggi attraverso particolari artifici formali, i quali costituiscono al tempo stesso peculiarità stilistiche del soggetto creante e la risposta al tentativo di considerare il romanzo come strumento di indagine sul mondo esterno. Per entrambi gli autori la scrittura narrativa diviene una costruzione linguistica che manifesta la visione del mondo - e del prodotto artistico che di esso costituisce un riflesso - propria di ciascuno, essendo la loro peculiare percezione della realtà componente imprescindibile della narrazione. -
Prospetto della nuova Inghilterra
Non appena il Prospetto della Nuova Inghilterra apparve sul mercato editoriale inglese suscitò immediatamente l'interesse del pubblico. La prosa disinvolta, gradevole e arguta del suo autore, William Wood, ed il suo contenuto esauriente e credibile riguardo le risorse e gli abitanti della regione, corrispondente all'odierno Massachusetts, resero questo resoconto la prima vera guida per chiunque nutrisse interesse per le colonie inglesi d'oltreoceano. Grazie a un ideale filo diretto, l'autore conduce il lettore lungo i sentieri di un paese da poco venuto a contatto con i bianchi, trasmettendogli il fascino ancora intatto delle sue caratteristiche. L'opera fu concepita per smentire le false relazioni diffamatorie sulle colonie che circolavano agli inizi del Seicento, e non è difficile percepire nella cura delle descrizioni il profondo sentimento di ammirazione per il mondo ""nuovo"""" che si apre agli occhi del viaggiatore, un mondo pieno di possibilità e di promesse, ideale come la Utopia di Thomas More, dove è ancora possibile per tutti godere pienamente dei prodotti della terra e istaurare un dialogo con le culture dei nativi."" -
La casa della meridiana. Una storia familiare sulla collina di Prepo
Perugia, anni Cinquanta. La famiglia G. risiede dalla metà degli anni Trenta sulla collina di Prepo; è contornata da altri piccoli nuclei familiari che, insieme ad essa, affrontano le mille difficoltà della vita quotidiana in un'epoca che sta lentamente cambiando. La guerra si è conclusa da pochi anni, lasciando dolorose ferite nei sopravvissuti. Marinella e Gabriella, due cugine legate da profondo affetto e molteplici affinità, appartengono invece alla nuova generazione della famiglia, che ha vissuto questo dramma soltanto attraverso i ricordi dei grandi, ma sperimentano in prima persona le trasformazioni sociali in atto in quegli anni. Entrambe adulte, oggi, ripercorrono con la memoria, la vita sulla collina, nella ""casa della meridiana"""" che le ha viste nascere e crescere e che ha rappresentato la matrice comune della loro formazione spirituale. Attraverso il loro appassionato racconto riprendono vita i luoghi, le persone e gli eventi fondamentali della loro infanzia e giovinezza: l'amatissima nonna Ester, i genitori, gli zii, i vicini di casa e tutto il mondo scomparso della Costa di Prepo, in uno spaccato non solo di vita familiare, ma anche di storia perugina di ieri."" -
Di una patria e del mondo. L'idea cosmopolitica fra utopia e realtà
Il volume indaga l'idea cosmopolitica che si affaccia con il messianismo ebraico e la riflessione ellenica, ricostruendo i luoghi e i modi del formarsi di una tradizione teorica, che attraversa la storia del pensiero e giunge fino a noi. Di quell'idea antica coglie le stratificazioni di senso, la persistente ambiguità, l'evoluzione moderna e contemporanea. Si confronta con la convergenza di etica stoica e principi universalistici di eguaglianza e fraternità enunciati dal Cristianesimo. Privilegiando il terreno etico-filosofico esplora lo sviluppo dell'idea cosmopolitica attraverso le scoperte geografiche, l'avanzamento del sapere scientifico, antropologico, etnologico, la fioritura di utopie pacifiste e di una filosofia della storia progressuale; ne mostra a un tempo la commistione profonda con lo spirito espansionistico, con la volontà di appropriazione, con l'architettura delle giustificazioni intellettuali, ben sintetizzata dal concetto di ""missione civilizzatrice""""."" -
Il cappello a ciondoli. Fatti e misfatti della goliardia perugina
La ""Festa delle matricole"""" è una sorta di rito iniziatico che viene celebrato ogni anno dagli studenti universitari dell'ateneo perugino. Il libro di Franco Venanti e di Giancarlo Scoccia, ormai esaurito nel mercato librario da molto tempo, costituisce una fondamentale testimonianza di come questo rito sia stato vissuto e interpretato, nell'arco temporale compreso tra gli anni dieci e gli anni sessanta del secolo scorso, dalle allora """"giovani generazioni studentesche"""". Non solo per l'importanza storica di questo documento abbiamo deciso di ristamparlo in una edizione anastatica, ma anche per far capire ai giovani di oggi quello che era lo spirito di una grande festa che dalle aule universitarie giungeva a coinvolgere tutta la città di Perugia."" -
Fiabe umbre
Oggi si chiama Umbria quello che nel passato fu punto di scambi culturali e lotte di conquista tra due popoli dalle diverse culture: gli Umbri veri e propri e gli Etruschi. Poi arrivarono i Romani e dopo la caduta dell'impero, i Bizantini e i Longobardi marcarono ancora nuovi confini. Il Tevere, rimasto pressappoco nel suo alveo, fu spettatore di guerre, di passaggi di popoli, di tradizioni diverse. Quando nacquero i primi nuclei narrativi delle fiabe, in Umbria si cantavano le laude e si metteva in scena la passione di Cristo. Racconti e profacole non ebbero grande fortuna. Così quando nel 1956 Calvino pubblicò la sua raccolta di fiabe italiane, escluse l'Umbria che, a suo dire, non forniva alcuna tradizione. Le fiabe qui raccolte tentano di colmare questa mancanza. -
Donne in viaggio sulla via della scrittura
La francese Anne-Marie du Bocage, l'inglese Hester Lynch Piozzi, la tedesca Sophie von La Roche: tre donne del Settecento, viaggiatrici e scrittrici che conquistano la loro indipendenza viaggiando e che viaggiando diventano scrittrici di fama. Tre donne che non si conoscono, eppure si sentono affini, collegate da una stessa genealogia, tanto che due di esse scelgono la più affermata e anziana, la francese, come modello di emancipazione e di scrittura. Tre donne che viaggiano in modo diverso rispetto al classico Grand Tour riservato al genere maschile. Tre donne che guardano in modo diverso luoghi, persone, cose. Tre donne che con la penna creano un mondo dove la diversità è un vanto, in cui vivono donne diverse che non corrispondo al cliché sul 'bel sesso', donne libere nel movimento, libere nel modo di pensare. Chiunque legga l'analisi che Claudia Schlicht compie dei loro rendiconti di viaggio non può non imbarcarsi, a sua volta, in questa loro avventura che è prima di tutto un'esperienza di libertà. -
Con Clio oltre Clio. Riflessioni inattuali sul concetto di storia
Il presente lavoro raccoglie una serie di saggi appartenenti a periodi diversi, ma unificati da una koinè teleologica costituita dal riferimento alla storia sospesa tra enigma e mistero. Non siamo quindi di fronte ad un lavoro inerente alla conoscenza o alla determinazione dell'area semantica, da attribuire specificamente al concetto di storia ma, in una certa misura, la comprensione si estende a quell'ordine nascosto degli eventi umani che spesso assume il nome di destino o quello di provvidenza, in rapporto alle prospettive ideali alla luce delle quali formuliamo l'ermeneutica degli eventi. -
L' alternativa del diavolo e altri racconti
Ognuno ha delle convinzioni assolute e intorno a queste erige uno steccato di protezione che, con il trascorrere del tempo, diventa ogni giorno più rigido. L'assurdo, che arriva all'improvviso e penetra al di qua dello steccato, stravolge la realtà dei vari personaggi protagonisti dei racconti. A contatto con l'elemento imprevedibile, qualcuno cresce, altri ne restano annientati. -
Una storia di stra-ordinaria follia
In questa sorta di romanzo-testimonianza, l'autrice raccoglie e riscrive in forma narrativa alcune esperienze, realmente accadute, alla giovane protagonista Viviana. Una vita, questa di Viviana, segnata da profonde disavventure psico-fisiche, che la portano ad affrontare esperienze che qualsiasi persona avrebbe voluto evitare: dalla scoperta della ""bestia"""" che sta dentro di lei e annienta qualsiasi sua capacità di compiere delle scelte lucide e razionali, fino alla """"compagna"""", la malattia del sangue, che la costringe a fare i conti anche con i problemi del corpo. Eppure insieme ai tanti, troppi, dolori ci sono anche le gioie che arrivano improvvise, ma fortemente desiderate, a rischiarare la sua vita: le amicizie, la fede, gli amori, le nascite."" -
Decameron in Umbria
Con il suo Decameron ambientato nella provincia umbra, l'autore con leggerezza e ironia fa raccontare a un'allegra brigata di giovani, riuniti in un vecchio convento, dieci deliziose storielle di paese. L'ambiente è quello campagnolo dove ci si conosce tutti per nome e anche per soprannome, ma soprattutto dove si conoscono i fatti pubblici e privati di ciascun individuo. Si mettono a nudo vizi e virtù, burle e intrighi della gente del posto dove le giravolte amorose, con un pizzico di trasgressione, sono l'ingrediente di base. Dieci storielle verosimili nelle quali chi vive in provincia può in parte riconoscersi o almeno immaginarne i protagonisti. -
Il destino sui trifogli
Dodici storie che raccontano la violenza del destino che entra nelle vite e le annienta, le illumina, le consegna a un tempo irrecuperabile. Dodici storie di geni, di pazzi e innamorati, di figure travolte da un'ossessione o dal silenzio del proprio fallimento. Perché in tutte queste storie la rivolta segue la caduta - e i personaggi rivelano la loro unica verità, quella per la quale decidono di vivere o di morire. -
Lezioni di armonia
"Non vuole essere un trattato ma semplici lezioni di armonia"""". Così si è espresso l'autore al termine di un'intensa esperienza che ha visto la passione per l'armonia e la composizione al servizio della curiosità degli allievi. Un significativo percorso di insegnamento-apprendimento che il Maestro Roberto Improta ha raccolto in queste pagine per estenderlo a coloro che avvertono il bisogno di conoscere le complesse e affascinanti strutture del linguaggio musicale. Per l'autore il fine didattico è il punto di riferimento costante che lo porta ad una esposizione semplice e progressiva. Ogni argomento è supportato, infatti, da numerosi esempi chiarificatori della norma non tralasciando di rilevare, con altri esempi, le """"brutture"""" nelle concatenazioni fatte al di fuori della norma stessa." -
La famiglia. Una cultura delle relazioni
Lo scenario sociale e culturale in cui è nato il nuovo millennio interroga la famiglia circa la propria identità. Dal punto di vista delle dinamiche familiari assistiamo ad una pluralizzazione dei sistemi esistenti sotto molteplici aspetti: quello socio-demografico, quello della relazione familiare e quello della tipologia dei matrimoni. Accanto alla famiglia ""normocostituita"""" si aprono un varco le """"nuove famiglie"""" che, richiedendo un riconoscimento giuridico oltre che sociale, ci interrogano sui grandi temi etici e morali che fondano la nostra civiltà e aprono nuovi spazi di riflessione pedagogica."" -
Letteratura e politiche culturali. Note critiche sul Novecento italiano
Il vero collante che tiene insieme i quindici saggi è l'idea di fondo che li muove: ossia la convinzione che il testo letterario non sia mai un organismo autonomo e separato da ciò che lo circonda, da cui nasce e a cui è destinato, ossia la società civile, il pubblico di lettori, la storia micro e macro. Storia, pubblico e società con i quali l'opera entra in contatto attraverso una serie di mediazioni messe in piedi da specifici apparati culturali, quali riviste, case editrici, attività critico-ermeneutica. Si tratta di una serie di strumenti volti a promuovere specifiche politiche culturali, che inevitabilmente collaborano alla costruzione del singolo testo letterario. Proprio il rapporto tra testo-apparato culturale-società (che a sua volta può essere declinato in società-apparato culturale-testo) è il centro di riflessione di questo libro. Una riflessione che ci sembra giusto rilanciare proprio in momento in cui le chimere di una letteratura puramente ludica e giocosa si sono definitivamente spente, e la cultura (anche quella letteraria), sia pur timidamente, sembra recuperare un suo ruolo sociale e civile. -
Tra La Mecca e Bruxelles. Politica e religione in Turchia
La Turchia è oggi uno dei paesi più interessanti del panorama mondiale per quanto riguarda il rapporto tra religione e politica. Questo sia sul piano interno, con la realizzazione di un difficile equilibrio fra le istituzioni laiche e il partito islamico di governo, l'AKP; sia sul piano internazionale, dove il paese potrebbe rappresentare un modello per la democratizzazione del Medio Oriente, ed essere il primo paese a maggioranza islamica membro dell'UE. Caratteristiche che fanno del caso turco uno snodo essenziale per l'intera area del Mediterraneo e per le relazioni tra Occidente e Islam. Il testo propone un'attenta ricostruzione degli avvenimenti degli ultimi decenni, in particolare per quanto riguarda l'evoluzione del movimento islamista in Turchia e delle sue posizioni, fino alla creazione dell'AKP e alle politiche interne ed estere dell'attuale governo. Fatti che sono tuttavia interpretati in un'ottica più generale, cercando di mostrare come il caso turco si inserisca nelle categorie proposte dagli studiosi per il rapporto religione-politica nel mondo contemporaneo. -
La stanchezza di Marte. Variazioni sul tema della guerra
"In guerra si tratta di uccidere"""": queste parole apparentemente ovvie di Elias Canetti sono forse le più oneste e risolutive mai dette sull'argomento. Di questo tema - nel senso musicale del termine - il libro presenta una serie di variazioni, senza aggiungervi nulla e senza illudersi di poterne dare uno sviluppo conclusivo. Si è voluto fermamente evitare la banalizzazione moralistica: siamo cattivi, violenti, portatori di """"aggressività"""", siamo manipolati e ingannati dal potere. Così non riusciamo più a vedere quello che c'è di follemente e assurdamente grande nella guerra. La guerra è l'enorme illusione di poter vincere la morte, di poterla uccidere. E quest'illusione rende forse più di ogni altra la misura tragica e abissale della condizione umana." -
«... O forse il tempo siamo noi». Storia di un percorso di pensiero: un gruppo di bambini e la loro maestra si raccontano
"Sai maestra, mi sono accorta che quando facciamo le conversazioni è come se non è importante che il tempo passa o non passa, quando pensiamo il tempo è con noi...o forse il tempo siamo noi"""". Mi fermo a riflettere su questa _scoperta' di Tea: il tempo, questo nostro tempo, esiste in relazione al senso che noi diamo al nostro esistere... E l'importanza della scoperta è suggellata da quell'apertura al dubbio che ne fa sublime materia di ulteriore dibattito: """"Forse il tempo siamo noi"""". """"Forse"""", cioè a dire: che ne pensate? Così mi sorprendo a paragonare il pensiero degli adulti-filosofi a quello dei miei alunni-filosofi, e a trovarli non solo affini, ma contigui, il pensiero di Tea mi sembra incredibilmente andare ancora più in profondità, proporre un ulteriore punto di vista nell'esprimere la genuina emozione del sentire il tempo come dimensione di senso che si crea all'interno del pensare insieme. """"Il tempo siamo noi"""" perché quando pensiamo non è importante se esso scorre o non scorre. Forse, semplicemente, si dilata."