Sfoglia il Catalogo feltrinelli019
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 6241-6260 di 10000 Articoli:
-
Nell'altrove della Svizzera. Pagine di arte, di letteratura
Vengono raccolti testi, dedicati alla Svizzera, apparsi in varie occasioni lungo gli anni. In una visione d'insieme, la Svizzera, da una parte, appare segnata da un codice della razionalità, di una vita sociale che sembra ritualizzarsi nelle forme rassicuranti. Dall'altra parte, nelle espressioni creative, quasi in una sorta di dialettica, ci si rivela una Svizzera interna, segreta: una Svizzera, dimenticata dalla storia, che sa liberare la carica più dilemmatica del reale. Una dimensione, nelle sue acute testimonianze, come in un nitore desolato. Proprio in questa eccentricità, l'arte e la letteratura, in modo emozionante, arrivano al primordio, al battito della vita, alla frase senza fine. Ricordiamo l'alfabeto di Klee, la figura che cammina in Giacometti, la lingua in Varlin dove tutto è ""ritratto"""". Nell'orizzonte letterario, in Walser, Frisch, Durrenmatt, conta anche il bianco inafferrabile tra le parole."" -
L' ABC del fortepiano. Una collezione che suona
Il fortepiano, nome con il quale si usa convenzionalmente chiamare il pianoforte nei suoi primi 150 anni di vita, ideato e costruito a Firenze attorno al 1700 da Bartolomeo Cristoforo geniale artigiano padovano al servizio del Principe Ferdinando de' Medici, fu lo strumento prediletto da Haydn, Mozart, Beethoven, Schubert, Schumann, Chopin... Costruito interamente in legno, senza rinforzi metallici nella struttura, con martelletti ricoperti di pelle, il fortepiano ha caratteristiche timbriche e sonore assai diverse dai moderni pianoforti, che lo sostituirono a partire dal 1830 circa, in rapporto alle mutate esigenze sia musicali che concertistiche dell'epoca. Il suo suono, di contenuta capacità dinamica, è molto ricco di sfumature, rotondo e corposo, dolce e cantabile, esile e delicato. -
Fiorentinacci. Affresco di un popolo e della sua indole
Caro lettore, questo questo breve volume vuole abbracciare non la storia fiorentina, altrimenti ben nota, ma tracciare i capisaldi dell'indole del popolo fiorentini negli oltre mille anni della sua storia. Popolo fatto di nobili, di piccola borghesia, di plebe; civiltà senza il peso e il vanto industriale, ma piuttosto con l'eterno dialogo fra tanta arte e le mani di milioni di artigiani che qui fecero e fanno. Molte le cose omesse, ma sufficienti crediamo quelle raccontate per definire un ritratto di un popolo non migliore né peggiore degli altri ma certamente diverso. -
Introduzione alla storia d'Italia
Il testo che qui si pubblica, apparso nel 1849 e mai più inserito dal suo autore nelle numerose raccolte che ha dato alle stampe durante il corso della sua lunga e operosa attività di storico, è una pagina importante della cultura filosofica e storiografica italiana del XIX secolo, nel corso di quel lento e inesorabile processo di traghettamento dell'hegelismo verso indirizzi teorici di matrice realistico-positiva, che si realizza compiutamente negli studi storici. La vicenda culturale di Pasquale Villari - che attesta, infatti, più di altre questo percorso - permette di saggiare il suo profondo radicamento nel dibattito filosofico napoletano del Risorgimento, a partire da un reticolo teorico che, sulla scia di esperienze che affondano le radici nello storicismo vichiano, rappresenta il profilo intellettuale e civile della nuova Italia in una inedita e proficua riconversione della storiografia nella filosofia, e nel recupero dell'età comunale come centro nevralgico della civiltà italiana. Il testo - preceduto da una introduzione della curatrice, che ricostruisce la vicenda storiografica e metodologica di Villari, anche attraverso documenti inediti - merita di essere riletto, in quanto rappresenta un importante snodo dello storicismo italiano dell'Ottocento, nonché uno dei primi lavori di ricostruzione della Storia d'Italia nel decennio che ha preceduto l'Unità. -
Intercomprensione orale. Ricerca e pratiche didattiche
L'intercomprensione può essere definita come il fenomeno che si realizza spontaneamente quando un parlante riesce a comprendere le lingue senza parlarle (e.g. la comunicazione fra italiani, spagnoli, portoghesi). La didattica dell'intercomprensione rappresenta oggi un interessante approccio che, sottolineando l'importanza della parzialità delle competenze, si colloca fra i principi che ispirano il Quadro Comune di Riferimento Europeo e una prassi didattica per lo sviluppo del plurilinguismo. In questa cornice, il presente lavoro propone un contributo in due campi di grande importanza per l'apprendimento delle lingue: la comprensione orale e la formazione metacognitiva. Il primo, spesso trascurato sia dalla pratica didattica che dalla ricerca e il secondo, di grande attualità in quanto è da tutti condivisa l'idea che la riflessione sul processo di comprensione renda gli apprendenti consapevoli, responsabili del proprio apprendimento e quindi autonomi. Infine, a sostegno di alcune ipotesi sugli aspetti che in letteratura sono ritenuti attualmente di primaria importanza nella formazione all'intercomprensione orale, si riporta l'analisi di dati raccolti attraverso apposite sperimentazioni. -
Appesi a un filo. La comunicazione in bilico tra comprensione e fraintendimento
Attraverso il linguaggio, gli esseri umani costruiscono percorsi e spazi d'azione condivisi. Eppure, le parole sono anche fonte di malinteso, strumento di scontro oltre che di incontro. È sul piano del dialogo, in cui punti di vista spesso opposti si confrontano, che si dispiega in maniera peculiare questa doppia natura del linguaggio. Come fanno, dunque, gli umani a districarsi nel groviglio di fraintendimenti a cui è costantemente esposta la conversazione? Cosa accade nella nostra mente mentre siamo impegnati a costruire un fragile fil rouge con il nostro interlocutore? Sullo sfondo degli studi attuali interni alle scienze cognitive, questo libro tenta di rispondere alla domanda indagando le abilità psicologiche alla base delle forme di equilibrio messe in atto per mantenere il filo della conversazione. Tale indagine rivela che i confini tra comprensione e fraintendimento sono più labili di quanto siamo portati a credere. -
Mal d'America. Scrittrici italiane dell'emigrazione
Il saggio di Paola Culicelli affronta il tema del rapporto tra emigrazione e scrittura nella letteratura italiana e, in particolare, nell'immaginario delle scrittrici. Si tratta il viaggio dalla prospettiva di colei che resta. La donna viaggia da ferma, di qua dall'oceano, e il suo racconto è la tela di Penelope, che inganna l'attesa, mentre l'uomo, novello Ulisse, è homo viator. Si offre una pagina della nostra storia a lungo rimossa dalla cultura ufficiale, poiché la grande emigrazione ha rappresentato un'emorragia demografica proprio all'indomani dell'unità nazionale. Si passano in rassegna tre scrittrici italiane del primo Novecento: Maria Messina, Lina Pietravalle e Paola Drigo. Nelle loro pagine il racconto dell'emigrazione consegna un ritratto inedito dell'Italia e delle donne italiane nel secolo scorso. Al di là dell'interesse storico e antropologico che possono destare, romanzi e racconti possiedono un valore letterario intrinseco, per cui la loro trattazione critica risulta necessaria, se non urgente. In appendice la ricerca su esodo e scrittura si estende al versante americano, a chi il viaggio l'ha realmente compiuto, considerando la produzione di alcune autrici italoamericane quali Sister Blandina Segale ed Helen Barolini. -
La gallina secca
C'è una gallina che vive in una piana toscana, il bosco che la circonda non è né magico né fatato e lei è piccola e secca e non possiede nessun talismano. È una gallina secca ma a dispetto di chi la crede anche sciocca è pronta e astutaEtà di lettura: da 5 anni. -
Il piccolo orso bianco
Cosa ricorda, cosa sogna un orsacchiotto che guarda il mondo dalla grande vetrina di un negozio di giocattoli? E cosa immagina la bambina che lo incontra mentre passeggia in cerca di regali con la mamma? Età di lettura: da 4 anni. -
Il bambino e la soffitta
In una città che sembra grigia e sempre uguale, la luce che esce da un portone può essere un invito a scoprire qualcosa di magico e inaspettato. In una città che sembra grigia e sempre uguale la coda di un gatto scuro che scappa dentro un portone è un invito irresistibile da seguire per un'bambino. C'è una casa vuota e misteriosa, da esplorare. C'è una scala ripida e attorcigliata che conduce in soffitta e lassù c'è una sorpresa tutta nuova da scoprire. Età di lettura: da 4 anni. -
Umanesimo. Storia, critica e attualità
Il volume intende rispondere a tre domande: cosa è stato, cosa è, cosa potrebbe essere l'umanesimo come movimento ispirato all'idea di humanitas. Si tratta evidentemente di un lavoro preliminare che viene incontro alla crescente esigenza di fare il bilancio di un movimento che ha contribuito alla formazione della civiltà contemporanea attraverso il plesso semantico uomo-umanità. Originariamente circoscritto agli studi letterari della prima età moderna, l'umanesimo ha poi acquisito una valenza più ampia per indicare la centralità epistemologica, etica e politica della condizione umana, che oggi trova enfatica espressione nei diritti universali dell'uomo. Anche per le sue conseguenze pratiche, la forza polarizzante del termine trova conferma nelle accese discussioni che ha suscitato sino a oggi con varie forme di anti o post-umanesimo. Riunendo competenze diverse, i contributi del volume provano a orientarci in questa intricata vicenda storica e concettuale. -
Il segreto
"Di me non resta più niente, il Nirvanao la morte, volerò oppure starò fermo è la fine compiuta, l'estinzione non avrò più un antido segreto dove passare le estati, immobile dietro la porta, i pochi amici se ne saranno andati e dietro la portami rifugerò dai pochi passanti ignoti nulla mi ricorderà il presente sarò per sempre andato.""""" -
Come una cometa. Saggio su Carlo Michelstaedter
Pensatore del tutto inattuale rispetto alla temperie culturale nella quale visse, Carlo Mìchelstaedter ritrova oggi una feconda e sorprendente attualità. La sua lotta contro quella che egli definiva la ""rettorica"""" - ossia quel """"modo"""" teso a costruire catene storiche o concettuali eterodirette, dentro le quali vincolare la vita - costituisce per la riflessione contemporanea una fonte non esaurita a cui riattingere. Proprio per quella inesausta attenzione alla """"vita"""", che dall'inizio alla fine marca la vicenda speculativa, breve ma folgorante, del filosofo goriziano. Al centro del presente saggio è """"la potenza avventurata"""" che Michelstaedter dispiega in tutta la sua radicalità, precisamente per riconsegnare all'azione umana lo slancio iperbolico, il """"volo"""", che le consenta di riconnettersi allo """"stato originario"""" dell'esistenza. Ne emerge la figura di un pensatore dallo sguardo acuto e affilato, che seppe affrontare le grandi interrogazioni sulla vita e la morte con una forza tale da apparire come uno dei protagonisti della scena filosofica del Novecento."" -
Sulle tracce del Fiore
Affrontare la lettera del testo del ""Fiore"""", la sua interpretazione e la sua collocazione culturale senza muovere necessariamente dal quesito solo in apparenza ineludibile se Dante ne sia l'autore. È stato questo l'impegno e la sfida che hanno guidato gli studi racconti su un poema che vanta le prerogative per richiamare l'attenzione degli studiosi. Che sono state qui rivolte alla sua veste testuale, metrica e linguistica; alle dottrine filosofiche ed economiche che convoglia; alla sua collocazione cronologica; ai suoi rapporti con la fonte francese e con la sua lingua così come con la poesia comica del Duecento italiano. Non mancano peraltro ipotesi e indagini sulla sua paternità."" -
La società degli altri. Ripensare l'ospitalità
Vedere attraverso l'altro vuoi dire vedere in se stessi e vedersi in quanto stranieri. E ciò perché l'estraneità, paradossalmente, è la condizione della nostra appartenenza, della nostra cultura, il focolare della nostra dimora. Nell'epoca della globalizzazione dci capitali e delle società multietniche, siamo diventati noi stessi altri tra altri e dunque immancabilmente stranieri. Per questo è importante parlare oggi di un diritto ospitale, perché l'ospitalità esiste proprio finché rimaniamo estranei gli uni agli altri. In linea con la tradizione umanistica e con gli strumenti offerti dalla riflessione sociologica, questo breve lavoro cerca di ripercorrere problematicamente il tema dell'ospitalità, in tutte le sue ambivalenze e contraddizioni e propone uno sguardo teso alla comprensione dell'altro (lo straniero, il migrante, l'estraneo), nel suo stesso apparire all'orizzonte fenomenologico dell'intersoggettività. -
Ricordi e affetti
Benedetto Gentile è nato a Palermo il 10 luglio 1908, quinto dei sei figli del filosofo Giovanni e il suo nome viene scelto in omaggio a Benedetto Croce. Entra in carriera diplomatica nel 1935 e nel 1936 viene destinato ad Alessandria in Egitto come Vice Console. Dal 1937 è a Londra dove rimane fino al 1942 quando viene trasferito a Basilea come Console aggiunto. Nel 1943 rientra a Roma e dal 1945 al 1947 è al Ministero. Lascia la carriera diplomatica nel 1949 per occuparsi, col fratello Federico, della casa editrice Sansoni di cui è presidente fino al 1976. Dal 1946 in poi si è anche dedicato alla Fondazione intitolata al padre, dotata della sua biblioteca e dell'archivio, che nel 1954 viene donata all'Università ""La Sapienza"""" di Roma. In questo libro ha voluto dare una testimonianza della sua vita e delle sue esperienze nel campo editoriale e diplomatico. Dalle pagine dei 'Ricordi' emerge in particolare la figura del padre, come in questo ricordo di bambino: «Non so se egli avesse allora una predilezione per me. Così si diceva in casa, anche perché sembra io fossi l'unico che si azzardasse ad andare a bussare alla porta del suo studio mentre lavorava. Riconosciutomi mi lasciava entrare ed io mi sedevo in un angolo, su una sediola, a sfogliare una grande edizione illustrata della Storia della Rivoluzione Francese del Thiers. Sul rapporto Gentile-Croce scrive che: «deve essere indagato anzi tutto sotto il profilo psicologico. È sotto questo segno che vanno ricercate le origini del comportamento dell'uno e dell'altro, a parer mio specialmente di Croce. Qual è stata insomma la vera radice di un distacco che è giunto ad esprimersi in forme e toni tanto violenti? [...] I temperamenti dei due uomini non potevano essere più dissimili, così come la loro estrazione e le condizioni in cui le loro vite, rispettivamente, si sono svolte». In conclusione, come lui stesso scrive: «[...] questi miei ricordi, anziché seguire una strada dritta, vanno svicolando a destra e a manca, un ricordo richiamandone un altro e mutando perciò sfondo e momento»."" -
Il ragazzo. Testo francese a fronte
Un mostro strano, triste, sonnolento, canterino, scrive Marina Cvetaeva (1892-1941) a Boris Pasternak nel 1926 per raffigurargli il suo poemetto Molodec (Il Prode), una sanguigna e insieme lunare storia vampiresca che, tre anni dopo, a Parigi, Cvetaeva tradusse in un francese stralunato e pervaso da un ritmo folle: così nacque Le Gars. Una sua amica, la pittrice Natal'ia Goncarova, eseguì i disegni per una edizione che tuttavia, finché Cvetaeva fu in vita, non vide mai la luce: Le Gars, infatti, fu pubblicato solo nel 1992, cinquant'anni dopo la sua morte. Il poemetto, di cui si presenta qui la prima traduzione italiana con il corredo di alcuni disegni della Goncarova, è ispirato liberamente alla favola di Alexandr Afanas'ev Il vampiro. È la storia, pulsante come una vena, della passione di Marusja per un ragazzo che dietro splendide fattezze cela la sua natura di vampiro. La verità non allontana Marusja che amerà il suo ragazzo fino a morirne e a trasformarsi dapprima in fiore e poi, di nuovo, in donna ben maritata e ancora lo amerà fino alla scelta finale, il vero lieto fine, il ricongiungimento con la sua passione: l'anima calda russa soffia contro il gelido mito di Orfeo. La voce poetica di Marina Cvetaeva fu apprezzata da poeti quali Rainer Maria Rilke e Boris Pasternak, che la definì una donna dall'anima mascolina, risoluta, guerriera, indomabile; eppure per alcuni decenni, in Occidente, a quella voce insieme struggente e tumultuosa non si è più prestato ascolto. -
Il laboratorio del Rinascimento. Studi di storia e cultura per Riccardo Fubini
La Firenze del Quattrocento, i Medici, la prima grande stagione della cultura umanistica, sono da cinquant'anni i temi al centro della storiografia di Riccardo Fubini. Fondamentale in questa esperienza di studi è stato fin dall'inizio l'intento, raramente perseguito con tanta coerenza nella storiografia italiana, di seguire insieme le trasformazioni del quadro politico nell'Italia del XIV e XV secolo negli stati territoriali come nelle gerarchie ecclesiastiche e l'emersione dei nuovi valori etici e politici dell'umanesimo. Statuti di Firenze e cancellieri umanisti, lettere diplomatiche e scrittura della storia, modelli costituzionali e controversie filosofiche sono così testimonianze intrecciate di una stagione drammatica e fecondissima tra il Grande Scisma e le Guerre d'Italia, o tra Petrarca e Guicciardini: un vero e proprio laboratorio storico per l'Europa moderna. I saggi qui raccolti, frutto degli studi di allievi e colleghi, intendono seguire le tante vie di ricerca aperte e tracciate dal dedicatario del volume: indagini d'archivio, studi filologici e discussioni storiografiche intorno a momenti e figure di un Rinascimento sempre al cuore dei grandi temi della cultura europea. -
Presenti a se stessi. La centralità della coscienza in Locke
La monografia su Locke di Chiara Giuntini, ultimo imponente lavoro della studiosa fiorentina prematuramente scomparsa, pubblicato postumo a cura di Brunello Lotti e di Lia Mannarino, costituisce un'analisi innovativa e originale su un autore che è oggetto di sempre rinnovato interesse da parte della storiografia filosofica sull'età moderna. Mossa dall'esigenza di rivedere molti luoghi comuni delle interpretazioni correnti e di mettere alla prova le più recenti letture lockiane, Chiara Giuntini ha portato a compimento ricerche che aveva già sviluppato nel corso degli anni in saggi particolari, mirando in questa sintesi conclusiva a trovare una convergenza fra le diverse prospettive nelle quali Locke ha affrontato i problemi della condizione umana, delle sue possibilità nel campo della conoscenza, della vita morale e civile, e dell'esperienza religiosa. L'impronta unitaria del pensiero di Locke è stata ravvisata nel ruolo centrale assegnato alla coscienza, vero fulcro delle sue riflessioni di natura epistemologica, morale e teologica. Lo scopo di Chiara Giuntini non è stato però quello di ricostruire la ""teoria della coscienza"""" elaborata da Locke, bensì di cogliere il carattere pervasivo del riferimento alla coscienza come orizzonte imprescindibile tanto per l'attività intellettuale quanto per la vita emotiva e morale: un riferimento che agisce, spesso in modo implicito e non dichiarato, nei più vari campi e interessi ai quali si è rivolta l'indagine di Locke."" -
I cedri del Sertão. Scritture della memoria libanese in Brasile
Alle tre Arabiae del mondo classico questo libro affianca e sovrappone un'Arabia brasilica. Da fine Ottocento migliaia di emigranti libanesi hanno percorso le coste brasiliane stabilendosi nei luoghi più reconditi di quell'immenso paese. La società brasiliana ha quindi acquisito, oltre ai vari sostrati europei, africani e indios, anche l'Oriente mediterraneo, il che ha da subito permesso di assistere alla nascita di una florida produzione letteraria. Sono relativamente numerosi gli scrittori appartenenti a questa comunità che ha raggiunto con i discendenti il numero considerevole di circa sei milioni di individui. A corollario e completamento di un'attenta analisi storica, sociologica e letteraria, Sismondini propone in Italia un florilegio antologico di testi brevi e peculiari dei più rappresentativi degli autori trattati: Milton Hatoum, Salim Miguel, Raduan Nassar, Michel Sleiman, Carlos Nejar, Waly Salomao.