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Il mondo nel 2017 in 200 mappe. Atlante di geopolitica
Un nuovo lavoro della qualificata équipe francese di studiosi di geopolitica propone gli scenari e le questioni più rilevanti per il mondo di domani, partendo dall'analisi di quanto accaduto nel 2016. Mappe tematiche e infografiche accompagnano gli approfondimenti realizzati da geografi, politologi, demografi e sociologi. È difficile essere ottimisti circa ciò che ci attende nel 2017, un anno che si preannuncia scuro come II fondale nero della bandiera dei terroristi jihadisti. L'onda d'urto del conflitto nel Vicino Oriente, partita dalla guerra civile siriana e poi dall'insediamento del gruppo terrorista dello Stato islamico (o ISIS), promette di essere duratura. Oltre al Medio Oriente, di particolare gravità si è dimostrata la crisi dell'Unione Europea, incapace di fronteggiare il fenomeno migratorio e l'ondata di eurofobia che ha attraversato numerosi Stati membri, giungendo alla dirompente Brexit. L'atlante si articola in quattro grandi sezioni: la prima descrive le grandi poste in gioco geopolitiche, sottolineando i nuovi rapporti di forza che si delineano e le tensioni che si accentuano e mettono a rischio la stabilità del mondo. Viene poi una panoramica sulle guerre e i conflitti, oltre che sulle minacce che stanno prendendo piede, sia che si tratti della proliferazione nucleare, del terrorismo o del ciberattacchi. Aprendosi su un bilancio della COP21, la terza parte cerca di dare un senso al concetto di sviluppo sostenibile, valutando l'adeguamento delle risorse disponibili del pianeta per soddisfare i bisogni di una popolazione mondiale che, alla fine del secolo, dovrebbe raggiungere i 9 miliardi. Infine, si getta uno sguardo sul mondo nell'epoca della globalizzazione, sottolineando le Ineguaglianze, i centri del potere, come le sfide che essa genera per l'economia, in termini d'indebitamento, flussi illeciti e traffici di ogni tipo. L'anno 2017 vedrà anche salire al potere un nuovo presidente della prima potenza economica mondiale. Questo importante avvenimento per il mondo conduce alla quinta parte, per trarre un bilancio degli otto anni dell'amministrazione Obama e a interrogarsi su ciò che sta alla base della potenza americana: la forza militare? O quella economia? La cultura? O l'innovazione? Partendo da queste domande, sarà importante capire quali vie imboccherà il nuovo presidente americano sullo scenario internazionale, quello del multilateralismo o del ripiegamento su se stesso. -
L' arte del crimine in 100 mappe. Truffe, furti e colpi di genio
Un po' di talento, sfacciataggine e nemmeno una goccia di sangue sparsa: i geni del crimine sono spesso dei solitari, ma sempre pieni di fantasia. Per vari decenni a George C. Parker riesce l'impresa di vendere ad alcuni ricchi (ma ingenui) uomini d'affari la statua della Libertà, il Metropolitan Museum of Art, il Madison Square Garden e il ponte di Brooklyn. Da parte sua, lo svaligiatore Vrejan Tomic sottrae cinque capolavori dal Musée d'Art Moderne di Parigi: qualcuno aveva forse lasciato la finestra aperta? Albert Spaggiari inanella a ritmo sfrenato una serie di rapine, evasioni, vendite di armi... Una leggenda che appartiene solo a lui. Latitanze incredibili, ruberie strabilianti, evasioni spettacolari... Questo libro passa in rassegna i furti più stupefacenti dei secoli XX e XXI, dalle periferie di Tokyo a Nizza, da Baghdad a Oslo. Un viaggio a spron battuto in compagnia degli imbroglioni più geniali del mondo. -
Il cristianesimo in 100 mappe
Oltre 120 mappe illustrano il panorama di una religione che conta 2,2 miliardi di fedeli, distribuiti su cinque continenti. Una sintesi straordinaria che consente di capire, nella storia e nel tempo attuale, la complessità delle identità cristiane. Come tutte le altre religioni, il cristianesimo ha dovuto di continuo adattarsi alle società nelle quali si è inserito; questo libro cerca proprio di analizzare le condizioni di tale inserimento, per meglio svelarne le tradizioni molteplici e far risaltare le condizioni alla base della diversificazione delle Chiese cristiane nel corso dei secoli. La riflessione si sviluppa in grandi sezioni tematiche, in seno alle quali sono prese in considerazione tutte le aree geografiche e confessioni. La prima sezione parte dai fondamenti della religione cristiana e si dedica alia dinamica missionaria propria del cristianesimo, per mostrarne le logiche e le tappe chiave. La seconda sezione è centrata sulla diversità delle principali Chiese cristiane partendo dall'antichità e analizza le molteplici scissioni che le hanno smembrate e le smembrano ancora. La terza sezione si occupa di alcune pratiche emblematiche, come il monachesimo, il culto dei santi o i pellegrinaggi, che, ciascuna alla sua maniera, hanno contribuito a radicare il cristianesimo. La quarta sezione riguarda i rapporti che le Chiese cristiane intrattengono con le altre religioni monoteiste. L'ultima sezione si occupa di alcune delle sfide alle quali le Chiese sono chiamate a far fronte. -
Pavia 1525. Al culmine delle Guerre d'Italia
Gli Stati dell'Italia rinascimentale erano già da tempo politicamente in difficoltà quando, dopo Carlo VIII, Luigi XII e la Guerra delia Lega di Cambrai, la Francia di Francesco I mirò ancora una volta alla conquista del ducato di Milano, trovando alleati o oppositori nei singoli Stati italiani o nelle loro coalizioni. Tutte le parti in causa ricorsero al servizio di mercenari svizzeri, tedeschi o italiani. I più fieri avversari di Parigi in queste campagne furono gli spagnoli, e l'unione dei troni di Spagna e Austria, avvenuta nel 1519, ebbe profonde ripercussioni sulle Guerre d'Italia. Una narrazione completa e particolareggiata dello scontro titanico che ebbe luogo a Pavia il 24 febbraio 1525, quando l'esercito francese fu distrutto da quello del Sacro Romano Impero, il re Francesco I catturato e la crema della nobiltà transalpina massacrata sul campo di battaglia. -
Tolmino (1915-1916)
Per tutto il 1915 le brigate italiane combatterono davanti all'Isonzo per conquistare la testa di ponte di Tolmino, l'unica zona a nord di Gorizia dove poter manovrare grandi unità di fanteria. Le due basse colline di Santa Lucia e di Santa Maria furono teatro di infiniti assalti, sempre più sanguinosi per il rafforzarsi delle difese austriache. Con l'inverno gli italiani restarono sui ripidi pendii delle alture, scavando nel fango improvvisate trincee. La mancanza di ricoveri e di viveri adeguati e le carenti condizioni igieniche causarono la diffusione del colera e il moltiplicarsi dei casi di congelamento; migliaia di malati si aggiunsero così alle migliaia di morti e feriti in combattimento. La vita delle truppe era tanto terribile che nei primi mesi del 1916 fu lo stesso Comando Supremo a ordinare il ritiro su linee più arretrate. Il fallimento delle operazioni lasciò in mano agli imperiali la piana di Tolmino, da dove il 24 ottobre 1917 partì l'offensiva austro-tedesca verso Caporetto che respinse gli italiani fino al Piave e fu sul punto di cambiare l'esito della guerra. Questo libro è il frutto di una ricerca d'archivio e sul campo di uno storico eccentrico e originale che ha saputo coniugare la storia sociale con quella militare per ricostruire una pagina dimenticata della Grande Guerra sul fronte italiano. -
I pirati contro Roma
Nel nostro tempo sentiamo parlare dei pirati che infestano alcune coste dell'Oceano Indiano e la nostra memoria si rivolge facilmente alla pirateria classica in età moderna. Questo libro risale ben più indietro nella storia e racconta la prima lotta documentata tra uno Stato e i banditi del mare: i pirati contro Roma. La fine della Repubblica coincise per Roma con un incremento dello sforzo per il controllo delle coste del Mediterraneo. Si trattava non solo di confrontarsi con una perenne e storica piccola interferenza di navi di poco conto, ma di domare un nuovo e virulento fenomeno: sulle coste desolate dell'Anatolia, in Cilicia, nasce una pirateria fatta non di individui ma di popoli interi, con città, porti e arsenali. Questa insidia si combinò alle altre difficoltà dello Stato romano, per diventare nel I secolo avanti Cristo un fattore determinante nelle carriere di uomini come Pompeo e Cesare, che si misurarono contro i predoni del mare senza esclusione di colpi, con cinismo e con grande attenzione alla comunicazione nei confronti dell'opinione pubblica in patria. A partire da una rigorosa disamina storiografica, l'opera racconta i viaggi, le navi e i tesori dei pirati del Mediterraneo, accompagnando a quest'analisi il racconto degli sforzi del Senato romano per eliminare gli irriducibili predoni della Cilicia. -
Meglio non vivere senza libri. Ediz. a colori
Immagina un mondo senza libri. Non sapresti niente del mondo, solo ciò che potresti imparare dai viaggiatori. Non conosceresti il passato, solo ciò che i cantastorie ricordano. Il libro è uno straordinario mezzo di archiviazione di dati e nonostante ciò molti di noi lo danno per scontato. Scopri come si è sviluppato nei secoli e come è stato recentemente reinventato. Età di lettura: da 8 anni. -
Meglio non vivere senza WC! Ediz. a colori
Come faresti se non esistesse il WC? Dove andresti a fare i bisogni? Come potresti curare l'igiene personale e tenere la casa pulita? Questo libro racconta l'affascinante storia di uno strumento moderno che la maggior parte di noi dà per scontato. Scopri perché il WC è così importante, come il suo funzionamento è migliorato negli anni e in che modo potrebbe evolversi in futuro. Età di lettura: da 8 anni. -
Aleppo. Ascesa e caduta della città commerciale siriana
Le città possiedono una dinamica propria. La geografia, l'economia e la cultura le aiutano a sfidare delle nazionalità e delle religioni. I legami della vita quotidiana possono risultare più potenti dei dettami delle sette e degli Stati. Gli abitanti hanno bisogno gli uni degli altri, altrimenti non vivrebbero nella stessa città. Per molti città rappresenta la loro identità primaria. Aleppo, in particolare, era una città con un ritmo tutto suo, che sfidava le categorizzazioni e le generalizzazioni. Città arabofona a maggioranza musulmana, sotto il dominio ottomano Aleppo divenne anche un centro di cultura francese e di missioni cattoliche. al pari di molti altri luoghi della regione, mescolava Oriente e Occidente, islam e cristianesimo. fino al 2012 Aleppo si distingueva per il suo carattere pacifico. Per 500 anni, indipendentemente della loro origine, i suoi abitanti avevano convissuto in un'armonia relativa. Le ragioni di questa antica armonia e dell'attuale cataclisma sono il soggetto di questo libro. Le pagine di Philip Mansel rendono palpabile il fascino di una città unica al mondo, fondendo in un insieme vivace storia politica e religioni, gastronomia e moda, letteratura ed economia. Dopo una prima parte dedicata alla storia delle città, l'autore cede la parola ai viaggiatori degli ultimi secoli, in una panoramica narrativa che è un invito a non dimenticare Aleppo anche in questo difficile e ingiusto, a tenersi pronti per ritrovare il senso della civiltà contro cui si accanisce la barbarie di oggi. -
I partigiani di Tito 1941-1945
Le forze partigiane al comando di Josip Broz Tito furono una costante spina nel fianco delle divisioni della Wehrmacht nei Balcani, spingendo queste ultime a condurre molte operazioni antiguerriglia. Utilizzando materiale originale di primaria importanza, straordinarie foto d'epoca e resoconti personali, il libro esamina un argomento noto ma su cui poco si è scritto, facendo conoscere al lettore lo sviluppo, l'addestramento, le armi, la tattica e le esperienze di combattimento della formidabile forza partigiana di Tito e gli eventi di questo sanguinoso teatro di operazioni della Seconda guerra mondiale. -
Meglio non vivere senza verdure!
Se credi di poter fare a meno delle verdure, ti sbagli di grosso! Le verdure ci forniscono le vitamine e i sali minerali essenziali che ci mantengono in salute e permettono di prevenire le malattie. Scopri come vengono coltivate e in che modo patate e carote vengono usate in modi del tutto originali.rnrnÈ possibile coltivare le verdure nello spazio! La patata è il primo vegetale coltivato fuori dal pianeta Terra. Per rimuovere una scheggia si possono sfruttare le proprietà antinfiammatorie della cipolla. Lo scorbuto, una malattia causata dalla carenza di vitamina C, in passato colpiva i viaggiatori durante le lunghe traversate via mare. Allenati a coltivare le verdure, è un buon esercizio e ti permetterò di risparmiare. -
Il terrorismo islamico in 100 mappe. Da Al-Qaida allo Stato Islamico
"A partire dalla caduta del comunismo, il nuovo scontro che oppone islamismo e liberalismo imperversa in tutti i continenti e attraversa tutti gli strati sociali. All'inizio tale scontro si è espresso sotto l'etichetta controversa di """"scontro delle civiltà"""", prima di assumere la forma di una """"guerra globale al terrorismo"""", condotta con un gran numero di soldati e di armamenti sofisticati. È paradossale constatare che il dibattito delle idee è rimasto relativamente vago in ragione del carattere indefinito del nemico, carattere che riflette la coesistenza di gruppi e organizzazioni dai contorni incerti, ma la cui affiliazione islamica esprime, di riflesso, un ritorno prepotente della componente religiosa nel campo politico e geopolitico. Per questo motivo l'attualità del terrorismo ha dato luogo a dispute mediatiche sull'islam, la cui eco risuona tuttora, sulla sua compatibilità con la modernità e la democrazia, sulla condizione della donna nell'islam, sulla sua iconoclastia e sulla sua proibizione delle raffigurazioni, sulla violenza nel Corano e quindi, per estensione, sull'immigrazione e l'integrazione dei musulmani, sull'antisemitismo o ancora sull'islamofobia. Al di là degli aspetti tecnici e della relativa espressione mediatica, tali controversie permettono di elaborare una storia del terrorismo ormai ricca di numerosi episodi rilevanti. A partire dagli anni Ottanta, infatti, l'islamismo in tutte le sue forme ha occupato in maniera progressiva la scena internazionale, focalizzando l'attenzione dell'opinione pubblica sia negli eventi esterni sia in quelli interni al mondo occidentale. La quasi totalità delle crisi e dei conflitti del dopo guerra fredda hanno visto il coinvolgimento di combattenti musulmani dall'Algeria all'Afghanistan, passando per la Somalia, il Sudan, lo Yemen, la Cecenia, i Balcani e il Sahel. Gli interventi militari occidentali, finalizzati a stroncare il fenomeno, sinora non hanno fatto altro che spostare o aggravare le difficoltà delle società prese di mira. Tuttavia, l'interconnessione degli interessi e la globalizzazione dell'informazione fanno sì che le fragilità degli uni rimandano alle problematiche degli altri, conferendo un'impressione di vicinanza psicologica che rende le frontiere nazionali labili agli occhi di giovani disorientati. La sovraesposizione mediatica degli eventi locali offre altresì una cassa di risonanza internazionale alle azioni e alle organizzazioni terroristiche, le quali acquisiscono così ulteriore notorietà e attirano sempre più membri fin nel cuore delle democrazie occidentali. Che si tratti di una minaccia reale o percepita, il terrorismo islamista è stato ed è un tema centrale nelle politiche nazionali e nelle relazioni internazionali. Malgrado il cambiamento fondamentale di ordine geopolitico del 2011, non c'è alcun dubbio che questo fenomeno continuerà a occupare la scena politica e mediatica anche nei prossimi decenni."""" (dall'Introduzione al volume)" -
Fanteria all'attacco a Caporetto. Ottobre 1917
Erwin Rommel, la ""Volpe del Deserto"""" della Seconda guerra mondiale, comincia la sua ascesa ai vertici militari tedeschi già durante la Grande Guerra. In queste pagine, egli stesso ripercorre la sua partecipazione alla battaglia di Caporetto come tenente: """"In questo libro non si spiega la catastrofe di Caporetto: innanzi tutto perché, per chi lo ha scritto, non si è trattato di una catastrofe, bensì di un successo, e poi perché a Rommel non interessavano le spiegazioni strategiche né la filosofia della guerra, come a uno storico o a un polemologo. Quel che, evidentemente, spinse Rommel a scrivere questo libro fu 11 desiderio di mantenere vivo il ricordo di una grande impresa: cristallizzarlo e, soprattutto, renderlo esemplare, farne uno strumento di emulazione e di apprendimento. Non bisogna mai dimenticare che, nel 1937, anno in cui vide la luce la prima edizione di """"Fanteria all'attacco"""", Rommel insegnava alla scuola di guerra di Potsdam: la cattedrale del prussianesimo. Egli era una sorta di leggenda per i giovani ufficiali: a sua volta il più giovane premiato 'Pour le Mèrite' della fanteria tedesca nella Grande Guerra. Va da sé che il suo libro fosse visto come una sorta di vangelo laico per i futuri eroi della Germania. In più Rommel non scrisse """"Fanteria all'attacco"""" da reduce, visto che la sua carriera militare era tutt'altro che conclusa e, anzi, stava per decollare clamorosamente: il libro non si colloca nella memorialistica reducistica, guanto piuttosto nella letteratura didattico-storica. È una sorta di Baedeker per le nuove generazioni di ufficiali: una specie di guida pratica alla conduzione di un reparto di fanteria""""."" -
Ponte Milvio 312 d.C. La battaglia di Costantino per l'impero e la fede
L'Impero romano all'inizio del quarto secolo dopo Cristo è stato appena salvato dalle energiche riforme di Diocleziano, che con le sue decise azioni mise fine all'anarchia militare protrattasi per lunghi decenni. Tuttavia, il sistema della tetrarchia, ideato per rinnovare l'architettura istituzionale dell'Impero, si rivela da subito fragile: è in questo contesto che si colloca l'ardua ascesa al potere di Costantino, figlio dell'augusto Costanzo. In uno scenario tortuoso e ricco di colpi di scena, numerosi rivali incrociano le loro ambizioni in alleanze e contrasti repentini: oltre a Costantino, Galerio, Massimino Daia, Licinio, Massimiano e Massenzio. Questo libro è incentrato proprio sul contrasto tra Costantino e Massenzio, che signoreggiava sull'Italia e l'Africa. La posta in gioco per i due rivali era la più significativa per l'Occidente e per tutto l'Impero: Roma, l'antica capitale, dove Massenzio si era asserragliato dopo aver rinnovato e ampliato le fortificazioni cittadine. In una veloce campagna, Costantino passò dalla Gallia al Nord Italia: presi i maggiori centri urbani da Torino ad Aquileia, discese verso l'Urbe; alle sue porte, presso il Ponte Milvio, si sarebbe svolta la battaglia determinante per le sorti imperiali. Non si trattava solo di politica: anche la religione giocò un ruolo determinante. Si trattasse di fede o di propaganda, Costantino si dichiarò destinatario di un messaggio di Cristo, che gli ordinò di adottare come vessillo il suo monogramma. Con la successiva vittoria, il suo percorso verso il trono era destinato a intrecciarsi sempre più con il cristianesimo, mentre allo sconfitto Massenzio sarebbe spettata la damnatio memoriae. Tutti questi aspetti sono trattati con lucida completezza nelle pagine del libro, che non trascura gli elementi legati al rinnovamento dell'esercito romano, molto mutato rispetto ai secoli precedenti. Tattica, strategia e armamenti sono analizzati ed esposti con l'ausilio di immagini, fotografie e mappe: la battaglia, breve ma di notevole intensità, è così restituita compiutamente all'attenzione dei lettori, che potranno conoscere nel dettaglio questo momento essenziale per la storia di Costantino e dell'Impero romano. -
Napoli tra il Barocco e i Lumi
"Napoli visse nel XVIII secolo la sua """"ora più bella"""". A partire dal 1734, la città tornò a essere la capitale di un regno indipendente. Le trasformazioni urbanistiche che ebbero allora inizio indicavano questo rinnovamento, così come lo splendore della vita culturale e artistica. Si poté vedere un segno di questo ritorno alla bellezza e al prestigio d'un tempo nella scoperta delle rovine archeologiche di Ercolano, Pompei e Stabia. L'armonia classica trovò uno splendido riflesso nelle numerose costruzioni architettoniche realizzate da Vanvitelli, Fuga e altri grandi artisti, grazie ai quali il nuovo sovrano abbellì la capitale del suo regno e i suoi dintorni: i palazzi reali di Caserta, di Capodimonte, di Portici, l'Albergo dei poveri, il teatro San Carlo. Nelle stradine della Napoli greco-romana si incontrarono probabilmente in quegli anni Giambattista Vico, l'iniziatore critico della filosofia moderna in Italia, e il principe Raimondo di Sangro, depositario di una saggezza antica, di cui è testimonianza la sua cappella Sansevero. (...)Tuttavia, proprio alla fine del secolo, oscure nubi si addensarono su questo spettacolo e vi posero fine. II tentativo rivoluzionario del 1799 con l'instaurazione della """"Repubblica napoletana"""" fu spezzato e la gioventù più brillante di Napoli salì sul patibolo. A partire da quel momento, Napoli si avviò verso il suo declino malinconico, completato, una sessantina d'anni dopo, dalla perdita definitiva del suo status di capitale. L'armonia non si realizzerà più sotto il Vesuvio: non ci sarà più accordo tra la magnificenza della natura e il corso della storia, di cui si trovano rappresentazioni nei numerosi guazzi o paesaggi del XVIII secolo, mettendo in scena, all'ombra protettrice del Vesuvio, in un azzurro chiaro e arioso, una città calma, solare; insomma, un inno all'accordo tra la natura e la cultura, il genio del luogo e lo spirito del mondo.»" -
La guerra civile russa (1918-1922). Dalla Rivoluzione d'ottobre alla nascita dell'Unione sovietica
Quella russa è stata senza dubbio la più importante guerra civile del XX secolo. Questo libro descrive come essa cambiò le vite di oltre mezzo miliardo di persone e ridisegnò in gran parte la geografia politica dell'Europa orientale e occidentale, dell'Estremo Oriente e dell'Asia centrale. In quattro anni di estenuante confronto, venti Paesi combatterono nel vasto cuore dell'Eurasia, affrontando una dura prova che avrebbe successivamente portato alla nascita di rivoluzioni comuniste in tutto il mondo e gettato le basi della futura Guerra fredda. Esaminando le forze contrapposte delle armate Bianca, Rossa, Nera e Verde, nonché gli interventi delle forze Alleate, l'autore David Bullock offre una nuova prospettiva su questo controverso conflitto in cui morirono 30 milioni di persone, collocando magistralmente gli eventi bellici nel contesto del dramma umano e analizzando la crudele società che decise di sacrificare la sua popolazione sull'altare del potere politico. -
Pearl Harbor 1941 Tora! Tora! Tora!
Analizzare l'attacco a Pearl Harbor in soli termini militari non coglie Il punto principale di questo rilevante evento storico divenuto mito. Pearl Harbor fu l'avvenimento centrale della Seconda guerra mondiale perché fece entrare gli Stati Uniti nel conflitto in tempo per influenzarne in maniera risolutiva l'esito e garantire che avrebbero combattuto quella guerra sino alla fine. Questo è il vero retaggio di Pearl Harbor, che sopravvive sino a oggi nello spirito di molti americani e permane durevolmente presso le nuove generazioni di leader del Paese. Per il Giappone il risultato finale fu la totale, benché scontata, catastrofe. Il Paese asiatico entrò in guerra contro la nazione più potente del mondo solo con un'idea vaga di come sconfiggere un così formidabile nemico. Non esisteva la concezione di una vittoria di tipo classico contro gli Stati Uniti, tale per cui il Giappone avrebbe potuto dettare le condizioni della pace. Anzi, ci si immaginava che un accordo negoziato sarebbe stato possibile una volta che gli americani avessero compreso l'inutilità dei tentativi di strappare al Giappone le recenti conquiste nel Pacifico. In sostanza il fervore marziale giapponese avrebbe supplito allo squilibrio di risorse tra i due antagonisti e costretto gli Stati Uniti ad acconsentire a un nuovo ordine del Pacifico occidentale. L'attacco a Pearl Harbor mise fine per gli americani a ogni prospettiva di accordo negoziato. Forse l'opinione pubblica degli Stati Uniti non sarebbe stata disposta a rischiare infinite perdite umane per la sovranità della Cina o per riconquistare le colonie britanniche, ma non esisteva prezzo troppo alto da pagare per vendicare Pearl Harbor. Con lo slogan ""Ricordatevi di Pearl Harbor"""" ben presente a ogni americano, c'erano poche possibilità che gli Stati Uniti sarebbero addivenuti a un compromesso sul risultato della guerra. L'attacco giapponese contro la base hawaiana sollevò il presidente Roosevelt dalle ansie riguardanti l'entrata in guerra degli Stati Uniti. Il giorno seguente l'attacco, il Congresso dichiarò guerra al Giappone; fece seguito due giorni dopo la dichiarazione di guerra alla Germania, dopo che i tedeschi avevano dichiarato guerra agli Stati Uniti a sostegno dell'alleato giapponese. La storia non saprà mai se e quando gli americani avrebbero risposto a un attacco giapponese diretto esclusivamente contro le colonie olandesi e britanniche, ma è chiaro che Roosevelt non possedeva il necessario livello di consenso per portare l'America in guerra nel 1941 sulla scorta di un'aggressione giapponese di questo genere. Pertanto l'attacco - anche alla luce dei nuovi documenti che l'autore usa all'interno di questo libro - deve essere visto come la massima follia di una nazione che provocò una guerra contro un avversario molto più forte, ciò che in definitiva era quasi una garanzia della sua futura sconfitta."" -
L' esercito di Francesco Giuseppe
Goethe ed Engels, due figure tanto rappresentative del mondo germanico quanto distanti per interessi e scopi, sostanzialmente condivisero la veduta secondo cui l'istituzione militare di uno stato ne riflette in modo fedele l'intima ""essenza"""" e le caratteristiche politiche e sociali. Ciò è particolarmente vero dell'esercito asburgico (austriaco prima e austro-ungarico dopo l'Ausgleich del 1867), che nei suoi quattro secoli di storia accompagnò le fortune e il declino della dinastia che esso serviva e di cui fu il più solido pilastro istituzionale. L'apparato militare della monarchia non fu solo uno strumento che la preservò dalle minacce esterne ma si rivelò - soprattutto negli anni 1848 e 1849 - cruciale per la salvaguardia dell'impero quando questo rischiò di soccombere alle potenti pressioni disgregatrici provenienti dal suo interno. Nonostante il suo status preminente, l'esercito, alieno da spinte dirigistiche, non fece mai dell'impero un Militarstaat alla prussiana: esso conservò da un lato la propria lealtà dinastica e dall'altro una straordinaria coesione, tanto che, alla dissoluzione della monarchia e dunque dell'esercito, l'ultimo vessillo asburgico non fu fatto sventolare dall'imperatore a Vienna, ma da un comandante militare nella remota Albania. Il libro narra - come sottolinea l'Autore - l'ultimo secolo di vita di una delle più antiche organizzazioni militari europee, in special modo la lunga fase in cui Francesco Giuseppe improntò di sé - nell'attitudine, nelle scelte e negli errori - quell'esercito che come nessun'altra istituzione sentì suo."" -
Meglio non vivere senza fuoco
Immagina un mondo senza fuoco: non esisterebbe il cibo cotto, la luce artificiale e non ci sarebbe nessun modo per scaldarsi quando fa freddo. Il fuoco può essere pericoloso, ma nel corso dei millenni l'uomo ha imparato ad addomesticarlo per produrre vasellame, vetro e metalli. Inoltre il fuoco ha reso possibile l'invenzione del motore a vapore, del motore a combustione interna e del missile. Se il fuoco non esistesse, dove saremmo ora? Età di lettura: da 8 anni. -
Lettere dal fronte alla famiglia 1915-1918. Con una selezione di lettere di risposta dei genitori e di Friedrich Georg Jünger
Ernst Jünger ha vissuto come giovanissimo volontario la prima guerra mondiale sul fronte occidentale dal 1915 al 1918. Dai suoi diari scritti durante il conflitto nacque la sua opera ""Nelle tempeste d'acciaio"""", primo passo verso la costruzione della sua identità intellettuale. Prima dell'uomo di cultura, ci fu dunque un giovane assetato di avventura, gloria e affermazione di sé. La ricerca del senso da attribuire al feroce massacro di massa della Grande Guerra si intreccia alla rielaborazione dell'esperienza del rischio della morte vissuta in prima persona e alla riflessione sulla fine crudele di amici e commilitoni: insieme alle battaglie combattute contro i nemici sul fronte, la lotta anche interiore di Ernst Jünger trova riscontro nelle oltre 72 lettere, cartoline e telegrammi scambiati con i genitori e con il fratello Georg Friedrich. Jünger stupisce per l'impiego di una fredda razionalità nel racconto della crudele realtà della guerra, visto in quest'occasione nella cornice dell'intimità familiare.""