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Fuori casa. L'Africa, il Qatar e la costruzione delle stelle del calcio
Dove si nasconde il nuovo Messi? Come si fa a scovare e a coltivare un talento? Su quale delle migliaia di campi sterrati dell'Africa sta correndo, forse senza scarpe, la più grande stella di domani? Nel 2007 il Qatar, il piccolo regno del deserto arabico diventato una delle più ricche nazioni del mondo, decise di costruire una nazionale di calcio in grado di competere con le più forti in vista del mondiale 2022. È con quest'idea, e con cento milioni di dollari d'investimento, che inizia il progetto Football Dreams, la più grande ricerca di talenti mai tentata nella storia dello sport. A guidare la caccia c'era Josep Colomer, l'esperto talent scout che aveva contribuito a lanciare la carriera di Lione! Messi, e che avrebbe passato in rassegna milioni di ragazzi sotto ai tredici anni convinto che proprio lì, dopo aver risalito in barca il delta del Niger scortato da militari armati fino ai denti, avrebbe trovato il suo prossimo Pallone d'Oro. Fuori casa segue le vicende dei giovani calciatori africani scelti dal Qatar tra milioni di ragazzi, che avrebbero avuto la grande chance di uscire dalla povertà e fare il loro ingresso nell'Olimpo del calcio tra i top club europei. La realtà si è rivelata ben più dura per i calciatori di Football Dreams che, dopo aver accarezzato il sogno di una grande carriera, tra i top team a livello giovanile, lo hanno visto pian piano sgretolarsi davanti ai loro occhi, tra avidi procuratori, ansia di emergere, e passaporti falsi. -
Estremi rimedi. Come resistere a uno stato ingiusto
Molti, tra gli esperti, ritengono che nelle democrazie si possa reagire alle ingiustizie secondo modalità di lealtà, defezione o protesta. Sulla scorta di quanto teorizzato da Albert O. Hirschman, in altre parole, anche di fronte a un provvedimento ingiusto di legge oppure al comportamento scorretto di agenti governativi, i cittadini possono scegliere se accettare, lamentarsi o andarsene. In questo saggio Jason Brennan, già autore di ""Contro la democrazia"""" e filosofo noto per esplorare i lati oscuri del pensiero filosofico occidentale, propone una originale argomentazione a sostegno di una quarta opzione: la resistenza, ossia la possibilità di opporsi a un comportamento ingiusto anche qualora provenga da agenti del governo. È legittimo difendersi o reagire in questi casi? Dove passa la linea di demarcazione tra autodifesa e offesa? È possibile giustificare, in casi particolari, comportamenti di norma inaccettabili come mentire, manipolare, sabotare? Domande difficili e delicate, ma ineludibili se si vuole essere pronti a difendere sempre giustizia e democrazia, e alle quali è possibile tentare di dare una risposta solo disponendo della penna e del coraggio di Jason Brennan. Con un saggio di Gianfranco Pellegrino."" -
Sinistra. Una storia di fantasmi
"Uno spettro si aggira per l'Europa, scriveva il Vecchio Barbone, e tutti gli danno la caccia. L'immagine è ripresa da Christian Blasberg per raccontare questa storia di spettri, di fantasmi, che è diventata negli ultimi decenni la sinistra europea. Memorie mai concluse, eredità dissipate, come ogni storia di fantasmi anche questa è una storia maledetta. Lo spettro del comunismo e del socialismo condizionò l'intera storia del mondo e dell'Europa nel secolo successivo, ma ora, arrivati a giudicare i primi venti anni del nuovo secolo, è necessario chiedersi se quella parte politica che è stata chiamata sinistra sia destinata a svanire, come accadde all'inizio del Novecento in gran parte alle classi dirigenti liberali che avevano guidato l'innovazione politica e scientifica nell'Ottocento. I liberali lasciarono il posto a laburisti e socialisti, oggi ovunque la sinistra è sostituita in larghe fasce dell'elettorato da formazioni populiste. È la dissoluzione di un patrimonio, non solo ideologico, ma culturale, sociale, organizzativo, di cui l'autore individua il momento decisivo nei mesi centrali del 2016, collocati tra il referendum sulla Brexit in giugno e l'ascesa e poi l'elezione di Donald Trump alla Casa Bianca in novembre, ma di cui è molto più difficile trovare il punto di inizio."""" (Dalla prefazione di Marco Damilano)" -
Declino. Una storia italiana
L'Italia è in declino: da vent'anni a questa parte, ben poco sembra essere rimasto del Paese del ""boom economico"""", erede ideale del precoce capitalismo delle città italiane che, come scrisse Fernand Braudel, furono capaci per alcuni secoli di """"irradiare la propria luce"""" per tutto il mondo. Dopo aver registrato, nel primo decennio del Ventunesimo secolo, il più basso tasso di crescita al mondo, e aver attraversato la più lunga recessione dell'eurozona, l'Italia sembra destinata a perdere ulteriore terreno rispetto agli altri paesi avanzati. Ma cosa ha provocato questo declino? Cosa frena la nazione che fu teatro di una delle più formidabili vicende del capitalismo contemporaneo? Questo libro tenta un'indagine sistematica delle ragioni della """"decelerazione"""" dell'Italia, mostrando come problemi risalenti anche a periodi lontani siano diventati vincoli per lo sviluppo proprio quando l'economia italiana si affacciò sulla frontiera della produttività, impedendole di completare l'evoluzione del suo modello di crescita. """"Declino. Una storia italiana"""" propone un'originale interpretazione dei principali problemi dell'Italia, che parte dalla produttività dell'economia e giunge ai difetti del sistema politico, e la illustra mediante una rapida cavalcata attraverso la storia unitaria del Paese. Scorrendo le pagine di questo libro, il lettore vedrà sorgere e consolidarsi l'equilibrio politico-economico che, come una spirale, tuttora cinge la società italiana e ne comprime le potenzialità, e ripercorrerà le occasioni che l'Italia mancò per darsi un equilibro più equo ed efficiente. Tutto è dunque perduto? No: l'inversione di tendenza non sarà facile, ma è senz'altro possibile se il Paese sarà di nuovo capace di generare idee innovatrici e crederci. Prefazione di Gianfranco Pasquino."" -
Il paradosso dell'integrazione. Perché la società aperta genera conflitti
La nostra società è scissa e il mondo è impazzito,rnè uscito dai cardini. Sembra che sianorntutti d’accordo su questo. Ma le conclusionirnche se ne traggono sono le più diverse: c’è chirnvuole mantenere la rotta cercando al contemporndi riconquistare l’antica stabilità padroneggiandornla crisi, e c’è chi vuole tornarernsenz’appello ai vecchi tempi e desidera unarnsvolta radicale. Ma cosa c’è dietro questa diagnosi?rnIn questo studio, accolto già con clamore inrnpatria, il sociologo tedesco Aladin El-Mafaalanirnsostiene che la realtà si trova all’esattornopposto rispetto a come viene comunementerndescritta. La società cresce compatta e ilrnmondo sembra essersi rimpicciolito, ne conseguernche molte cose si muovono insieme ernnon è facile governarle. I cambiamenti provocanorntensioni e conflitti, e nessuno harnun’idea certa di dove porti questo processo.rnVenirsi incontro e crescere insieme non sonorndi certo processi piacevoli, e senza un obiettivornchiaro rappresentano una sfida ancorarnpiù grande.rnLa strada che abbiamo davanti, però, è quellarnverso una società aperta, percorso forse nonrnancora completo, ma in gran parte già realizzato,rne arrivato a un punto che persino irnpiù ottimisti non pensavano possibile.rnAbbiamo a che fare, quindi, con le dinamicherndi una crescente apertura sociale e di un generalernavvicinamento, e non con una progressivarnspaccatura della società. Per quanto possarnsembrare paradossale, è proprio da queste dinamichernpositive di apertura e integrazionernche scaturiscono resistenze e conflitti. -
Il rischio politico. Istruzioni per governare l'incertezza
Il rischio politico, ovvero la probabilità che eventi di natura politica influenzino negativamente le attività economiche e commerciali delle aziende che investono all'estero, è diventato negli ultimi anni una fonte di notevoli preoccupazioni per imprenditori e amministratori delegati. Che si tratti dell'indebitamento eccessivo di alcuni paesi all'interno dell'eurozona, di improvvisi sviluppi geopolitici in Medio Oriente, di politiche protezionistiche che arrestano gli scambi internazionali, o ancora eventi come Brexit o l'inattesa vittoria di un nuovo leader populista, la valutazione e la misurazione del rischio politico sono problemi ricorrenti e attuali per attori appartenenti al mondo del privato quali le aziende multinazionali, ma anche per i governi. Questo libro, il primo in Italia dedicato all'argomento, mira a spiegare cosa il rischio politico è esattamente, se e come è possibile misurarlo, e fino a che punto ci si può fidare della capacità di previsione di esperti e analisti politici. Prefazione di Giovanni Orsina. -
I poteri pubblici nell'età del disincanto. L'unità perduta tra legislazione, regolazione e giurisdizione
La perdita di centralità della funzione legislativa, lo sviluppo e i momenti di crisi sperimentati dalle giurisdizioni, l'irruzione dei poteri regolatori delle autorità indipendenti, hanno determinato un senso di dispersione e frammentazione dei poteri pubblici, accentuando la crisi di consenso che circonda le istituzioni repubblicane. Giovanni Legnini e Daniele Piccione, dopo aver tratteggiato l'evoluzione delle tre funzioni, individuano i sentieri da percorrere per evitare i rischi di soccombenza della produzione giuridica al cospetto dell'economia e della finanza globalizzata, effetti amplificati dal dirompente volano delle tecnologie digitali. All'orizzonte si staglia la necessità di un'equilibrata ed effettiva tutela dei diritti fondamentali. La chiave risiede nella leale collaborazione tra i poteri, nell'impiego degli spazi di integrazione tra le reciproche sfere di autonomia, nel ricomporre i fini delle politiche pubbliche nel contesto dell'integrazione europea e nella dimensione globale dell'economia e del diritto. Prefazione di Natalino Irti. -
La cura della concorrenza. L'industria farmaceutica tra diritti e profitti
Al di là delle sue dimensioni commerciali globali, secondo stime recenti ormai prossime ai mille miliardi di euro l'anno e in crescita costante, l'industria farmaceutica si trova al centro di un complesso intrico di questioni che, sotto la veste economica e giuridica, nascondono un corpo sociale sensibilissimo. I prodotti di questa industria, divenuti da decenni il fondamento delle cure mediche, incidono infatti sulla vita dei cittadini nel senso più immediato del termine: a ben vedere, l'effettiva disponibilità di cure farmaceutiche invera spesso il diritto alla vita stessa. Una delle tesi di fondo di questo libro è che una concorrenza debitamente operante, nel rispetto delle normative poste a sua garanzia e dei principi fondamentali dell'ordinamento di riferimento, costituisca un mezzo potente per garantire il soddisfacimento di diritti di accesso a beni essenziali, quali i farmaci, dai quali di fatto dipende la concreta integrazione del diritto alla vita e delle sue più specifiche declinazioni, in primo luogo il diritto alla salute. -
Janesville. Una storia americana
Il premio Pulitzer Amy Goldstein ha passato anni tra gli abitanti di Janesville e raccontato le loro storie intrecciandone speranze ed emozioni, respirandone ansie e paure, in un viaggio alla scoperta delle infinite risorse dell’umanità, che non può essere sconfitta neanche dallo spettro della grande recessione.rnrnDue giorni prima del Natale 2008, la cittadina di Janesville, Wisconsin, è sconvolta dalla notizia dell’imminente chiusura dello stabilimento locale della General Motors, che dà lavoro a buona parte dei suoi abitanti. È il segnale dell’arrivo di una crisi profonda e improvvisa, che come un tornado spazza via tutto ciò che trova sulla sua strada, e che travolge persino i giganti dell’industria pesante americana. Ma se la maggior parte degli osservatori si limita a raccontare i giorni della crisi, sono in pochi quelli che tengono lo sguardo puntato abbastanza a lungo da riuscire a vedere una città che reagisce, alza la testa e si rimette in carreggiata. -
Gli ultimi giorni dell'Unione. Sulla disintegrazione europea
Nessuna creazione umana è eterna: le grandi opere, le istituzioni e persino le costruzioni politiche degli uomini sono destinate, un giorno, a sparire senza lasciar traccia di sé. Quello che però, spesso, dimentichiamo è che ciò riguarda anche la realtà a cui siamo abituati e l'Unione Europea, come l'Impero asburgico dissoltosi nel volgere di poco tempo dopo l'assassinio di Francesco Ferdinando, come l'Unione Sovietica che sembrava solida ai suoi cittadini nei giorni che ne precedevano il collasso, rischia oggi di essere vicina alla propria fine. Messa alla prova dalla sfida di nazionalisti e populisti, divisa su questioni cruciali come la crisi migratoria, contestata nei tratti salienti della propria ragion d'essere (la democrazia liberale, la libera circolazione di beni e persone), l'Unione è oggi vista con sospetto da molti dei suoi stessi cittadini ed è chiamata a rispondere alla minaccia esistenziale che si trova ad affrontare. Ivan Krastev, che ha vissuto sulla sua pelle il disfacimento del blocco comunista, non ha paura di svelare in questo libro le contraddizioni e le debolezze di un continente che, dalla fine della Guerra Fredda a oggi, è sembrato procedere in direzione inversa a quella che il 1989 sembrava promettere. ""Gli ultimi giorni dell'Unione"""" è, al tempo stesso, una lucida analisi degli errori commessi e dei gravi pericoli che il futuro imminente porta con sé, e l'accorato appello a riconsiderare le proprie posizioni, mettendo in dubbio ciò di cui siamo più convinti, per non ritrovarci un giorno a fissare con occhi increduli le macerie di un sogno, quello dell'Europa """"libera e unita"""", forse mai diventato del tutto realtà. Prefazione di Francesco Saraceno."" -
Il modello Cina. Meritocrazia politica e limiti della democrazia
Gli occidentali sono abituati a dividere il mondo politico tra ""buoni"""" - i governi democratici - e """"cattivi"""" - i regimi autoritari. Eppure, nella Cina degli ultimi trent'anni, è emerso con forza un modello diverso, difficile da inserire in una di queste categorie, per struttura, funzionamento e tradizione. È quello della meritocrazia politica, che con la sua straordinaria efficienza e i suoi sorprendenti risultati sembra mettere a dura prova le nostre convinzioni: crescita economica costante, sempre maggiore prestigio internazionale, una macchina amministrativa efficiente sembrerebbero dimostrare che il modello cinese funzioni molto meglio di quelli ai quali siamo abituati. In questo studio già diventato un classico, Daniel A. Bell analizza a fondo il sistema politico cinese, mostrandone le incongruenze e i possibili limiti, ma evidenziando anche che la meritocrazia politica potrebbe rappresentare un'importante risorsa per la democrazia occidentale oggi in crisi. Intellettualmente provocatorio e ampiamente discusso come capita soltanto alle grandi opere, Il modello Cina rappresenta oggi un contributo di inestimabile valore al dibattito occidentale, e una lettura irrinunciabile per tutti coloro che si interrogano sulle sorti della democrazia. Prefazione di Sebastiano Maffettone."" -
Opzione diritti. Conquiste, omissioni, negazioni
"Nel mondo globalizzato e iperconnesso, le nostre certezze tendono a vacillare... Particolarmente male sembrano passarsela i diritti umani, un bel sogno secondo alcuni diventato utopia e poi, in un paradosso da incubo, strumento di dominio e oppressione. Le ragioni dietro a queste tesi sono chiare: il sogno del melting pot culturale si è disintegrato nell'incubo urbano delle periferie europee culla dell'estremismo terrorista, e persino nell'integrazione che, forse, cela un rovescio della medaglia che contiene la sua stessa negazione... In questa prospettiva, l'idea sottesa nel libro di Sangalli di 'incontro con altre culture' è vitale ed attuale... soppianta il concetto di integrazione culturale perché non implica assimilazione e subordinazione di una cultura ad un'altra, bensì valorizzazione delle specificità sottese a ciascuna singola cultura: la diversità è un'opportunità di valorizzazione e non un ostacolo da gestire""""- scrive Andrea Prencipe, nuovo Rettore LUISS, nella prefazione a questo itinerario di verifica su quali siano le condizioni morali della validità del """"prodotto giuridico"""" dei diritti umani. L'ascolto delle diverse voci qui contenute, permette di prendere coscienza di quanto la civiltà dei diritti umani sia condizionata all'educazione di una coscienza morale adulta, ispirata alla Regola d'Oro, e contestualmente aiuti a forgiarla attraverso ordinamenti giuridici a promozione e tutela di atteggiamenti e prassi corrispondenti." -
Breve storia degli italiani in Cina
Il ritorno della Cina al centro della scena internazionale - non solo per economia e tecnologia, ma anche con una propria visione di nuovo ordine mondiale - è una sfida a cui siamo chiamati a rispondere. Uno strumento per farlo è anche lo studio della storia, utile non solo per conoscere il passato ma, come sosteneva Confucio, indispensabile per capire il presente e prevedere il futuro. Il contesto cinese è di difficile lettura per molte ragioni: la lingua, la vastità del contesto geografico e la complessità di quello ideologico sono elementi che senza un'intermediazione efficace rischiano di diventare barriere insuperabili. La lettura parallela e incrociata della storia d'Italia e della Cina può rappresentare una bussola utile per orientarsi nella questione e sfatare alcuni falsi miti che la circondano. Stefano Beltrame, sullo sfondo dei grandi avvenimenti storici e culturali - due guerre mondiali, la Rivoluzione culturale, le riforme economiche - lascia emergere inedite e affascinanti vicende umane, da diplomatici a rivoluzionari, da mercanti a uomini di cultura. Relazioni, legami e racconti di vita che hanno contribuito a creare la storia per come oggi la conosciamo. -
Lezioni di diritto dell'Unione Europea
Le ""Lezioni"""" riguardano i profili istituzionali dell'Unione europea. Dopo un capitolo iniziale dedicato alla presentazione del processo di integrazione europea - sempre più sospeso tra gli ideali europeisti dei padri fondatori, da un lato, e i rischi di frammentazione o addirittura di dissoluzione del sistema, dall'altro -, le parti successive esaminano le competenze esterne e interne dell'Unione, l'assetto istituzionale, le fonti normative, la funzione giurisdizionale e, infine, i rapporti tra diritto interno e ordinamento sovranazionale. Il volume si concentra sulla realtà giuridica attuale di un sistema peraltro dinamico e in continuo divenire."" -
Critica della ragione artificiale. Una difesa dell'umanità
L’intelligenza artificiale, fino a poco tempo fa confinata nei laboratori di ricerca, ha fatto negli ultimi anni il suo ingresso dirompente nella vita di tutti i giorni. Politici, businessmen e semplici cittadini sembrano esserne quasi ossessionati: le promesse di crescita e sviluppo che essa porta con sé sembrano infinite, e così le possibilità che ognuno degli innumerevoli ambiti di applicazione, sfruttando una tecnologia sempre più efficiente e pervasiva, diventi più affidabile, fluido e ottimizzato. Non mancano gli osservatori che segnalano come il fare affidamento su macchine capaci di performance molto migliori di quelle umane metta a rischio posti di lavoro e renda problematica la sopravvivenza di interi settori industriali: ma persino di fronte a una minaccia così concreta, spesso, ci si limita a formali richiami all’etica, come se brandire questo vessillo potesse fare da scudo supremo contro le deviazioni delle tecnologie digitali. Con Critica della ragione artificiale, Éric Sadin mette a punto l’opera più compiuta e lucida del suo percorso di acuto critico delle nuove tecnologie, evidenziando come esse, presentate come semplici strumenti al nostro servizio, stiano invece erodendo le facoltà di giudizio e azione, ossia le capacità che più di tutte ci rendono umani. Sadin, recuperando in senso letterale il ruolo politico della filosofia, non sterile riflessione fine a sé stessa ma strumento in grado di decrittare la realtà allo scopo di servire la comunità, svela il retropensiero antiumanistico dei discorsi a sostegno dell’indiscriminato sviluppo tecnologico, e presenta una appassionata difesa dell’umanità – ossia di tutto ciò che dobbiamo tenere a mente e trasmettere ai più giovani se vogliamo evitare che lo stesso strumento che può garantirci prosperità e sviluppo si tramuti in terribile macchinario di oppressione. -
Haçienda. Come non si gestisce un club
Non c'è successo come il fallimento, cantava Bob Dylan in una delle sue ballate e, se questo è vero, nessuna storia come quella dell'Haçienda lo conferma. Dalla sua apertura nel 1982 a Manchester, all'epoca grigia e cupa città industriale, all'ultima serata, nel giugno del 1997, l'Haçienda, un club nato con l'ambizione di importare nel nord dell'Inghilterra il fastoso mondo dei più celebri locali newyorkesi, si rivelò al tempo stesso un disastro economico e un capolavoro culturale. Creata, sotto la guida del leggendario discografico Tony Wilson, da idealisti privi di qualsiasi preparazione organizzativa e manageriale, convinti che il club fosse un dono alla comunità e il luogo ideale dove le giovani generazioni potessero coltivare la propria creatività, l'Haçienda - come il Cabaret Voltaire, il CBGB's o lo Studio 54 - si trasformò ben presto in uno di quei luoghi capaci di creare arte e cultura, esercitando la propria influenza ben oltre i confini della propria esistenza fisica. Introduzione di Christian Zingales. -
La terza porta. Viaggio alla scoperta dell'arte di farcela
Quella di Alex Banayan è la storia di un universitario diciottenne, figlio di rifugiati iraniani, che dopo aver vinto un premio a un gioco televisivo decide di partire per un’incredibile avventura, un viaggio alla scoperta dei segreti più profondi che si celano dietro ogni successo, per conoscere in prima persona storie di vite straordinarie e personalità fuori dal comune. Dall’assemblea degli azionisti di Warren Buffett all’inseguimento a Larry King fuori da un supermercato, per poi finire in un nightclub con Lady Gaga. E poi Bill Gates, Maya Angelou, Steve Wozniak, Jane Goodall, Jessica Alba, Pitbull, Tim Ferriss, Quincy Jones e molti altri. Artisti, imprenditori, visionari e icone del nostro tempo che hanno tutti un’unica cosa in comune: hanno preso la “terza porta”. Per Banayan nella vita e negli affari ci sono sempre tre modi di entrare. C’è la prima porta, l’ingresso principale, quella dove il 99% delle persone aspetta in fila in attesa del proprio turno. Poi c’è la seconda porta, l’ingresso VIP, dove accedono per status sociale persone di successo e celebrità. Quello che in pochi riescono a scoprire però è che c’è sempre una terza porta: è quella che ti costringe a saltare fuori dalla fila, a entrare dalla finestra quando l’ingresso è sbarrato, a passare dalla cucina sul retro quando entrare sembrava impossibile. È questa la magia che c’è dietro la prima vendita di software di Bill Gates, o la strada che ha portato Steven Spielberg a essere il più giovane regista nella storia di Hollywood: hanno tutti scelto di prendere la terza porta. -
Contro i numeri. Perché l'ossessione per dati e quantità sta rallentando il mondo
Dall’istruzione alla medicina, dal business alla politica, Contro i numeri dimostra come l’ossessione per la quantificazione potrebbe non solo portarci in direzioni sbagliate rispetto ai nostri obiettivi, ma soprattutto lontano da quello che è davvero importante.rnrnLe organizzazioni di ogni tipo, struttura e latitudine sono oggi governate da un unico grande dogma: quantificare le performance, analizzare i risultati e misurare gli obiettivi. I parametri sono percepiti come gradini necessari da percorrere nella scala del successo. Più che un approccio, secondo Jerry Muller, è diventata un’ossessione, una vera e propria tirannia dei numeri dalla quale non riusciamo più a uscire e in cui la qualità della nostra vita, del nostro lavoro e delle nostre stesse relazioni è ingabbiata in una serie di sovrastrutture che ne impediscono lo sviluppo. Viviamo nell’epoca dell’accountability, degli incentivi alle performance e della fiducia assoluta nei benefici della trasparenza. Riporre troppa fiducia nei numeri tuttavia risulta fallace, specialmente perché troppo spesso questi parametri semplicemente non sono veri, o peggio, fotografano una realtà tanto diversa quanto inattaccabile proprio in virtù della loro natura matematica. Dall’istruzione alla medicina, dal business alla politica, Contro i numeri dimostra come l’ossessione per la quantificazione potrebbe non solo portarci in direzioni sbagliate rispetto ai nostri obiettivi, ma soprattutto lontano da quello che è davvero importante. -
Manuale di autodifesa europeista. Come rispondere alla sfida del sovranismo
Contestata, messa in discussione, attaccata dall'esterno da quanti desiderano dividerla e, dall'interno, da coloro che la vorrebbero più debole, mai prima di oggi l'Unione europea aveva affrontato una minaccia tanto grave alla sua stessa sopravvivenza. Se solo pochi anni fa entrare a far parte dell'UE era un'ambizione e un punto di arrivo per gli Stati che ne erano fuori, oggi le forze centrifughe - già vittoriose nel caso emblematico della Brexit - sembrano guadagnare sempre più credito popolare. Come si è arrivati a questa situazione? Come hanno fatto gli antieuropeisti a raggiungere un tale picco di consensi? In questo volume, che raccoglie e rielabora gli scritti pensati ""in presa diretta"""", Sergio Fabbrini ripercorre gli ultimi, convulsi anni alla ricerca delle cause, e spesso degli errori, che hanno portato alla situazione attuale, ma anche della possibile ricetta attuando la quale l'Unione europea può recuperare e irrobustire quegli anticorpi riformisti che ne possono garantire la sopravvivenza e lo sviluppo. Premessa di Fabio Tamburini. Prefazione di Sabino Cassese. Premessa di Fabio Tamburini. Prefazione di Sabino Cassese."" -
La scienza inutile. Tutto quello che non abbiamo voluto imparare dall'economia
Viviamo anni di dissesti economici e finanziari, ma per fortuna lo studio della storia economica aiuta leader politici a evitare errori già commessi in passato. Giusto? Sbagliato: questo libro mostra proprio come la negligenza dei policy makers e persino degli stessi economisti nello studio delle vicende economiche mondiali sia uno dei fattori dell’aggravarsi dei momenti di crisi. La scienza inutile ripercorre la storia e la lotta delle idee lungo tutta la storia del moderno pensiero economico, dalla Grande depressione all’attuale crisi del sistema bancario, dimostrando come i tanti interventi sbagliati a livello politico e istituzionale rientrino tutti all’interno di un ciclo di corsi e ricorsi storici che si ripetono più volte, e ogni volta peggio. Il racconto è inframezzato da una serie di approfondimenti che mostrano come la conoscenza del pensiero economico ci aiuterebbe a capire fenomeni attuali: il sistema bancario al collasso, la politica economica di Donald Trump e i deludenti e tardivi risultati del Jobs Act.