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Pensare il Mediterraneo, mediterraneizzare il pensiero. Da luogo di conflitti a incrocio di sapienze
Se vogliamo capire il Mediterraneo, non possiamo farlo senza capire le terre che l'attorniano. Ma non possiamo capire queste terre senza capire il Mediterraneo. Capire il Mediterraneo? Sarebbe illusorio cercare oggi qualche tratto comune, che non sia solamente geoclimatico, alle tre sponde: l'africana, l'asiatica, l'europea? In effetti, per concepire il Mediterraneo è necessario concepire contemporaneamente l'unità, la diversità e gli opposti; ci vuole un pensiero che non sia lineare, che colga a un tempo le complementarietà e gli antagonismi. Sì, il Mediterraneo è il mare della comunicazione e del conflitto, il mare dei politeismi e dei monoteismi, il mare del fanatismo e della tolleranza. -
Conosci lo Spirito Santo. Vivi la Cresima
Un sussidio che propone un percorso di preparazione alla Cresima, attraverso l'approfondimento dei testi biblici che ci rivelano chi è lo Spirito Santo e cosa sia la vita nello Spirito, la vita cioè di chi è destinato a essere figlio di Dio, sull'esempio di Gesù. Età di lettura: da 11 anni. -
Conosci lo Spirito Santo. Guida per il catechista
Il presente volume è allegato al sussidio a schede Conosci lo Spirito Santo e ne completa la proposta, presentando alcuni percorsi tematici, ognuno basato su una serie determinata di schede. Ogni percorso è accompagnato da alcune attività manuali o esperienziali che possono aiutare i ragazzi ad assimilare i contenuti svolti. -
Il mio battesimo
Un album per raccogliere i momenti più belli della festa del battesimo. Un posto per fermare sulla carta le foto, i pensieri, i ricordi e gli attimi di vita che sono solo tuoi. Un libro da completare adesso e che ti accompagnerà nel futuro. -
L' altro prima di me. La gratitudine nel pensare per rimanere umani
Nell'altro, nel suo mondo e nei suoi vissuti, non bisogna scorgere soltanto negatività o criticità, nell'altro e dall'altro vengono fuori, lasciando che emergano, potenzialità e risorse: nell'altro ci sono io, ci siamo noi, c'è il nostro vissuto, la nostra storia, c'è la nostra umanità. L'altro viene sempre prima di me. Per questo è sempre più urgente e necessario dare il primato all'altro. Prima l'altro! Il che vuol dire, fondamentalmente, prima la persona umana! [...] L'altro prima di me significa che c'è una infinità di cose che mi e ci oltrepassano. Il prima di me è l'affermazione, ma soprattutto l'evocazione e l'invocazione, che allude ad un riferimento e ad un orizzonte per ripensare l'umano in modo sempre più essenziale e radicale. È sempre più necessario e urgente, infatti, nell'attuale contesto culturale, sociale, politico, religioso, ritrovare questa priorità per non abbandonare l'umano che è in noi. Mi pare importante porre all'attenzione di tutti questa priorità che si presenta sempre di più come la vera emergenza, per l'uomo del nostro tempo: se vogliamo ancora rimanere umani occorre riconoscere l'altro in quanto altro, nella sua alterità a partire anzitutto dalla sua precedenza temporale ed ontologica. -
Alleluja. Il mio messalino della domenica e delle feste. Anno C. 2022
Tutto l'anno in un solo volume, tutto a colori. La liturgia completa di ogni domenica e festa. L'introduzione alla liturgia. La messa di ogni domenica. La richiesta di perdono. Le letture commentate. La preghiera universale. Il rito della messa. Le preghiere del cristiano. -
Sentinelle e profeti sulle strade di don Peppe Diana
«Non tacerò!», aveva detto don Peppe Diana, e la camorra aveva pensato di ottenerne il silenzio uccidendolo. Dopo 25 anni quel grido «Non tacerò!» risuona su altre bocche e don Peppe parla ancora alla vita della comunità, una testimonianza viva di sacerdote e cittadino tra Chiesa e territorio. -
Basta essere donna per farmi cadere le ali. La maternalità di Teresa di Gesù
Scriveva Teresa di Gesù toccando con mano la sua esperienza di fondatrice e di scrittrice. Oggi molto o poco è cambiato? Teresa di Gesù si è dimostrata capace di un lavoro di decostruzione dell'immaginario patriarcale e ha dato vita ad una metafora: la maternalità. Una donna, ben lontana dalla fede e dall'istituzione ecclesiastica ed invece inserita profondamente e validamente nel mondo accademico a raggio mondiale, come Julia Kristeva, rigorosa intellettuale franco-bulgara, ha colto la luce dell'incisività della testimonianza teresiana e raccogliere le speranze, le disfatte, le grandi sfide che pulsano nell'animo femminile e chiedono di essere ascoltate e attuate. Può allora, rivolgendosi a tutti, esclamare: ...io sono convinta che i vostri testi possono e anche devono essere letti oggi e, perché no, nei secoli dei secoli. Il dono di Teresa non è racchiuso nell'ambito monastico ma si è dilatato e aperto ad ogni donna perché sa spendere la sua maternalità per ogni donna che l'avvicini, che l'ascolti. -
Nato... in periferia. Novena di Natale per una nuova evangelizzazione
Tutta la storia della salvezza conduce a Betlemme, a quella casa del pane dove anche gli affamati e assetati di giustizia trovano quanto desiderano. In quella casa in cui la sicurezza non è una legge, perché ogni viandante non è un pellegrino infracidito dalla salsedine, né uno spiaggiato, ma semplicemente un cittadino fattosi estraneo perché diverso nel colore, nella lingua e nella cittadinanza. Dio ha scelto Betlemme per essere mangiatoia del mondo e per indicare che solo lasciandosi amare si può diventare amanti dell'umanità. La Chiesa della nuova evangelizzazione è una comunità in uscita chiamata a fare una scelta: il più piccolo. È la Chiesa dei costruttori d'integrazione e non d'involuzione. È quella in cui anche chi ha sbagliato non è borderline perché Betlemme è casa di tutti dove non sono ammessi i figuranti. È questo il significato della proposta catechetica contenuta in questa Novena di Natale. Gesù, nato povero alla periferia di Betlemme e escluso da tutti perché ritenuto un re senza regno, mostra dalla stalla, sala parto sotto le stelle, che i piccoli possono rivoluzionare il mondo. Il Bimbo di Betlemme è modello della Chiesa in uscita chiamata a rivoluzionare se stessa rendendosi pane spezzato per tutti. -
Con tutti i naufraghi della storia. La teologia dopo Veritatis Gaudium nel contesto del Mediterraneo
In questo libro sono raccolte le relazioni del convegno ""La teologia dopo Veritatis gaudium nel contesto del Mediterraneo"""" promosso dalla sezione san Luigi della Pontificia Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale e tenutosi a Napoli il 20-21 giugno 2019. Esso è il risultato di anni di lavoro teso ad elaborare una teologia contestuale che sia capace di discernere i segni dei tempi a partire dall'interculturalità generata dalle migrazioni. In quei segni si rivela l'attualità della parola di Dio e la presenza vivente di Gesù di Nazareth per la costruzione di una società fondata sull'accoglienza, sopratutto delle persone emarginate e deboli, e sul rispetto delle differenze. Il convegno ha registrato la partecipazione straordinaria in qualità di relatore di papa Francesco. Le sue parole indicano ai teologi del Mediterraneo il loro nuovo compito: «La teologia - tenendo la mente e il cuore fissi sul """"Dio misericordioso e pietoso"""" (cf Gn 4,2) - può aiutare la Chiesa e la società civile a riprendere la strada in compagnia di tanti naufraghi, incoraggiando le popolazioni del Mediterraneo a rifiutare ogni tentazione di riconquista e di chiusura identitaria»."" -
Santa Gemma Galgani
Gemma vive circondata dall'affetto dei genitori, ma ben presto resterà orfana e in estrema povertà. Gesù le sarà compagno, guida e conforto negli anni difficili che dovrà affrontare. -
La gratitudine sai cos'è?
La gratitudine è un sentimento profondo e sincero, è la capacità di dire grazie, ed è una virtù sempre più rara, quasi in via di estinzione. Eppure la gratitudine è davvero preziosa: ci rende ben predisposti all'amore, all'amicizia e ci permette di creare legami. Quando siamo riconoscenti, regaliamo un po' della nostra gioia di vivere, trasmettiamo affetto, allarghiamo il nostro cuore e quello degli altri. Attraverso storie semplici e delicate, le pagine di questo libro accompagneranno i piccoli lettori a cogliere i vari aspetti della gratitudine e a farne tesoro. In appendice le parole della gratitudine prese dall'Antico e dal Nuovo Testamento. Età di lettura: da 7 anni. -
Rosario Livatino. Identità, martirio e magistero
Il 21 settembre 1990 un commando di killer mafiosi intercetta un giovane magistrato che sta per recarsi, come ogni mattina, al suo ufficio di Agrigento su una modesta utilitaria, senza scorta, e lo assassina. La sua unica ""colpa"""": aver teorizzato, e praticato, la funzione di giudice come mite, ma inflessibile, custode della legalità democratica. La sua vicenda è stata raccontata più volte in articoli, libri, sceneggiati televisivi e anche in un film. Qui, per la prima volta, ne viene proposta una lettura teologica che inserisce la figura e l'opera del magistrato nel contesto storico-culturale del Concilio Vaticano II e, coerentemente, ne evidenzia i caratteri paradigmatici del battezzato, maturo spiritualmente, responsabile civicamente, impegnato sino al dono della propria vita nella testimonianza dei valori evangelici. L'Autore si basa sui documenti originari sia di Livatino sia di quanti lo hanno conosciuto e ne hanno narrato la personalità, lo stile, i gesti. La monografia, pur redatta con severi criteri scientifici, è impregnata da un sincero afflato di ammirazione e si direbbe di affetto nei confronti di Livatino, tanto più amabile in quanto rappresentato, senza retorica agiografica, anche nei suoi momenti di incertezza e di apprensione."" -
Quaresima per i fannulloni... Alla scuola dei santi. Vol. 15
«Principio di ogni bene è una ragione pratica e una prassi ragionata. Perciò né è buona la prassi senza ragione né buona la ragione senza prassi. È prassi: del corpo, il digiuno e la veglia; della bocca la salmodia, la preghiera e il silenzio, più prezioso della parola. Prassi delle mani è ciò che esse fanno senza mormorazione; dei piedi, poi, ciò che essi compiono alla prima esortazione». Elia, prete e monaco del sec. XI ricorda la necessità della rettitudine nella vita cristiana, l’essere raddrizzati dall’esercizio attivo della virtù (esercizio volontario delle pratiche ascetiche) e da quello passivo (l’esser consumati dalle prove involontarie): la quaresima, palestra battesimale dei credenti, li invita a verificare l’ordine della persona attraverso la disciplina del corpo e la continenza della parola, che insieme sostengono l’edificio della preghiera. Sono sfidati, i cristiani del ventunesimo secolo, dalle parole dei padri laddove spesso sperimentano il languire della speranza, che abbandona i cieli e li rinchiude sulla terra. La difficoltà ad aprire varchi allo stesso vissuto terreno viene dal rimanere legati alle proprie apparenti sicurezze, alle proprie passioni, alla volontà cioè di venir gratificati dalle proprie scelte; così essi intenzionano le attività per nutrire l’io e il proprio progetto di vita, piuttosto che essere attenti al progetto provvidenziale. Questo legame riduce la capacità di resistere alle avversità che ogni perseguimento di un ideale più alto necessariamente comporta. Ne risulta la rarità della fedeltà a ideali e scelte di vita impegnativi per l’intera esistenza, in favore di una facile attitudine al cambiamento che considera ogni scelta come uno sperimentare a termine e di conseguenza temporanea, interscambiabile con un’altra, mai decisiva. (A. Raspanti, in Semi di contemplazione n. 22). -
Etty la forza oltre il filo spinato
In ogni parte nel mondo, intorno a noi, nel presente e nel passato, esiste ed è esistito il bene e il male, l'odio e l'amore. Per fortuna esistono uomini e donne che possono aiutarci, con la loro vita e la loro testimonianza, ad affrontare tutto questo nel modo migliore, con coraggio e speranza, con fede e umiltà. Etty Hillesum è la forza oltre il filo spinato, è il sole che fa capolino in una giornata di pioggia, è l'amore di Dio che entra nelle baracche del lager e la testimonianza della forza che ciascuno di noi possiede e può utilizzare per rendere il mondo un posto migliore, ogni giorno, nel suo piccolo. Età di lettura: da 8 anni. -
Ripensare la fede nella fedeltà a Cristo e al proprio tempo. Critica al ritardo culturale delle omelie
Mentre la ricerca teologica è all'altezza della cultura moderna, la fede del nostro popolo sostenuta dalla predicazione ordinaria della omiletica domenicale è ancora fissa allo schema tradizionale tra mito e dogmatismo, senza un minimo di senso critico. Perciò accade che tanti abbandonino la pratica della fede con un senso di sdegnosa superiorità, come di fronte a un residuo di medioevo. Il testo vuol dimostrare che è possibile assumere un senso critico della tradizione storica in funzione di un ripensamento con le nuove categorie, tanto da poter essere fedeli a Cristo e al nostro tempo in piena libertà. Nel cristianesimo di Dio, fatto carne come la nostra, si può parlare solo con il nostro linguaggio. A lui non si addice il tono trionfale della sacralità inaccessibile e della maestà che si colloca ""nell'alto dei cieli"""" come continuamente risuonano le volte delle nostre chiese. D'altra parte non è vero che il testo biblico si perda nel mito e nella barbarie, invece può essere letto con i nuovi strumenti di critica e rivelare orizzonti insospettati aperti al dibattito sulla modernità."" -
Il magistero delle mani tese. La grammatica umana ed evangelica di Paolo VI
Quale è l'attualità del pensiero di Paolo VI? Il discorso sull'umano alla luce dell'incarnazione: per costruire la civiltà dell'amore; la contestualità culturale della modernità: per comprendere il rigore della verità con cui ha coniugato coscienza storica e coscienza morale; la via mediana del post-Concilio - in un contesto storico complesso e spesso drammatico -: per tradurre l'indole pastorale del Concilio come specifica missione del Pietro della modernità. Paolo VI è il papa della trasfigurazione che visse l'omicidio del suo amico Aldo Moro conoscendo il dolore della Croce, il suo stabat, dramma dell'umanesimo dell'amicizia. Forse l'aggettivo umano è quello che rende meglio il desiderio universale - di questo uomo e di questo papa - di mettere in dialogo l'umanità con il Vangelo di Cristo costruendo ponti tra lo stesso Vangelo e le culture, difendendo i popoli impoveriti, custodendo la fede e la vita. -
Il vescovo di Catania Antonio Faraone (1530-1572). Tra fama di santità e governo pastorale
Il riconoscimento dei testi agiografici come fonte della storiografia è relativamente recente. Se in passato la santità era studiata dal punto di vista teologico o devozionale, in anni a noi più vicini è stata presa in considerazione anche dagli storici, in quanto espressione della vita sociale. Soprattutto in relazione ai periodi di profondi mutamenti, come quelli della Riforma e della Controriforma, i testi agiografici possono costituire una fonte di studio utile alla conoscenza di avvenimenti, di personaggi e di particolari dinamiche sociali. In questo volume sono presi in esame tre profili biografici, due dei quali provengono dalle carte inedite del gesuita Ottavio Gaetani, che si prefiggono di illustrare la santità di Antonio Faraone, vescovo di Cefalù (1562-1569) e di Catania (1569-1572). Il prelato può essere considerato come un tipo di vescovo, che attua il concilio di Trento secondo un modello analogo a quello di s. Carlo Borromeo. L'analisi dei testi agiografici e della documentazione d'archivio, relativa al governo pastorale del vescovo Faraone, permette di affrontare i temi dei modelli di santità elaborati al tempo della Controriforma, del tipo di vescovo ideato prima e dopo il concilio di Trento, dell'ars moriendi secondo lo schema aggiornato di s. Roberto Bellarmino. -
Dialogo, discernimento e teologia. Percorsi nel contesto del mediterraneo
Diversi saggi di esperti di spiritualità, Bibbia e storia, anche non cristiani, compongono il percorso di questo volume. Sulla scia del proemio del recente documento Veritatis gaudium sulla riforma degli studi ecclesiastici, è messa in luce la reciproca articolazione fra dialogo e discernimento, a partire dal rapporto interpersonale che essi richiedono. È apparsa così la loro rilevanza: in primo luogo per il lavoro e lo stile di vita e riflessione del teologo e del pensatore cristiano; poi per le ricadute concrete che questi possono avere sulla vita di intere comunità nazionali, come nel caso studiato dello statista del sec. XIX Emilio Castelar sulla Spagna contemporanea. È contributo offerto per una teologia che, lungi dal limitarsi all'elaborazione di verità astratte, sia servizio all'annuncio e all'incontro di una Verità-persona, che si fa concreta nei volti e nelle vicende degli uomini in cammino «verso la civiltà dell'amore» (VG 1). -
Il tema della parrhesia nelle 55 omelie di Giovanni Crisostomo sugli atti degli apostoli
È notevole l'interesse di Giovanni Crisostomo al tema della parrhesia. Non solo per la frequente ricorrenza del termine nella sua produzione omiletica, ma soprattutto per la ricchezza contenutistica che egli le riconosce. Erede della semantica politica, che indicava nella parrhesia il diritto del cittadino ateniese a parlare liberamente nell'ekklesía, e di quella filosofica, che v'individuava invece la qualità di chi sapeva dominare le proprie passioni, il Padre antiocheno la legge alla luce della rivelazione biblica. Con la parrhesia egli perciò definisce da un lato il dialogo confidente con Dio da parte del discepolo di Cristo, e dall'altro la franchezza dell'annuncio kerygmatico così com'era stato condotto agli inizi del cristianesimo. Da vescovo di Costantinopoli, commentando il libro degli Atti, egli ha fatto largo uso della parrhesia, che i testimoni del Risorto avevano ricevuto in dono a Pentecoste per avviare e portare nel mondo l'annuncio della vittoria di Gesù Cristo sulla morte. In queste cinquantacinque Omelie, le uniche in lingua greca dei primi dieci secoli che ci siano giunte in forma integrale sugli Atti degli Apostoli, il predicatore fa risaltare le doti della franchezza apostolica presentandola come modello di evangelizzazione per ogni stagione ecclesiale.