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Liberalismo italiano. I dilemmi della libertà
Evocato con insistenza dalle più diverse e contrapposte parti politiche, il liberalismo italiano non è mai riuscito a trovare una sua coerente e chiara messa in pratica. Sulle ceneri del Ventennio fascista, l'Italia del dopoguerra si era dotata di istituzioni e di una costituzione di ispirazione democratica e liberale, ma la scena politica era stata occupata da democristiani e comunisti. Il crollo della Prima repubblica ha visto poi l'ascesa di due personaggi di orientamento politico opposto: un leader ex comunista come Massimo D'Alema e un imprenditore come Silvio Berlusconi. Ma, trascorsi vari anni, possiamo dire che quella rivoluzione è rimasta nel cassetto. Forte è dunque l'esigenza di domandarsi se esista e dove si fondi la tradizione del liberalismo italiano. Spunti per una risposta si trovano in queste acute pagine di Massimo L. Salvadori, dedicate ad alcune tra le più eminenti figure di politici e intellettuali liberali del nostro paese. Nella loro opera si rispecchiano vicende e caratteristiche di un liberalismo fatto di istituzioni liberali dapprima segnate dall'impossibilità di giungere a maturità, poi soppresse dal fascismo e infine rinate in veste democratica. Un liberalismo mai compiuto, a causa del perpetuarsi di sistemi politici ""bloccati"""", che ne hanno sacrificato l'anima stessa: un confronto dialettico tra forze di governo e forze di opposizione capace di dar vita a """"normali"""" alternative di governo."" -
L' enigma del trattato. John M. Keynes e Piero Sraffa alle prese con un mistero del Settecento
Uno strano, anonimo libretto pubblicato nel lontano 1740 e la ricerca della sua paternità danno origine a una intricata e intrigante vicenda che si dipana con approfondite analisi bibliofile e accurate nonché contrastate indagini sui misteriosi personaggi che la animano. Protagonisti dell'avventura intellettuale sono due famosi economisti - John Maynard Keynes e Piero Sraffa -, vissuti entrambi a Cambridge, dove hanno insegnato, intrattenendo fra loro stretti rapporti intellettuali e un'intensa amicizia. E, naturalmente, protagonista è lo stesso David Hume, che si scopre essere l'autore del piccolo saggio. La ricostruzione della vicenda, effettuata in un breve e conciso pamphlet di immediata lettura, consente di rivisitare l'Introduzione che i due economisti scrissero a firma congiunta, pubblicandola nel 1938 presso Cambridge University Press in un'edizione che presentava anche il testo in facsimile del breve saggio di Hume per quasi duecento anni completamente dimenticato, testo che qui viene riproposto integralmente in appendice. -
L' energia e lo sguardo. Il cinema dell'Eni e i documentari di Gilbert Bovay. Con DVD
L'energia del petrolio, il lavoro operaio, l'impresa industriale: a partire dalla fine dell'Ottocento, tre fra i principali attori destinati a plasmare radicalmente il corpo della modernità incrociano lo sguardo nascente del cinema. Le immagini che traggono origine da questo incontro sono moltissime: nel corso del Novecento, in special modo negli Stati Uniti e in Europa, tutte le più importanti imprese iniziano a comprenderne il potenziale, utilizzandole per comunicare identità e risultati raggiunti. Ma, nei casi migliori, c'è qualcosa di più e di altro. Il volume muove all'esplorazione del percorso del cineasta francese Gilbert Bovay lungo l'asse temporale degli anni sessanta. Su commissione dell'Eni, Bovay girò in quegli anni una serie di documentari nelle terre d'Africa e del Vicino Oriente, segnati intensamente dal clima della cosiddetta ""decolonizzazione"""". Opere quali """"Oduroh"""" (1964), """"Gli uomini del petrolio"""" (1965) e la trilogia """"Africa: nascita di un continente"""" (1968) tutte comprese, in versione integrale, nel dvd allegato - testimoniano gli sforzi concreti, legati in modo precipuo alla dimensione del lavoro, intessuti dagli uomini dell'Eni in quei paesi per instaurare una relazione dialogica con quell'umanità """"diversa"""", e dischiudono al tempo stesso una limpida riflessione etica sul peso della vita di chi, in quelle terre offese, chiedeva allora (e chiede tuttora) un degno quanto autentico e profondo ascolto."" -
Raccontare cultura. L'avventura intellettuale di «Tuttolibri» (1975-2011)
Sono passati quasi quarant'anni da quando, nel 1975, cominciò l'avventura di ""Tuttolibri"""", il primo settimanale italiano dedicato interamente al mondo editoriale. Nel solco della tradizione giornalistica del nostro paese, il periodico della Stampa seppe prendere il meglio di quanto si faceva all'estero, aggiungendo novità, semplicissime ma utili, come la bibliografia di tutti i libri usciti con qualche riga di descrizione essenziale. """"Tuttolibri"""" divenne così uno strumento di lavoro irrinunciabile per i librai, oltre che per il mondo degli intellettuali e per i """"lettori forti"""". Parte essenziale ebbero il direttore-fondatore, Arrigo Levi, e il suo vice, Carlo Casalegno, che sarebbe caduto poco dopo sotto il fuoco dalle Brigate rosse. Fondamentale fu il ruolo di Furio Colombo, autore, tra l'altro, dell'ultima intervista a Pier Paolo Pasolini, uscita sul secondo numero, """"bruciato"""" in 177000 copie. Introdotto da Carlo Ossola, e corredato da una serie di interviste ai protagonisti e da un'antologia di alcuni dei pezzi più significativi, il libro offre un originale punto di vista da cui guardare alla nostra storia recente. Nel frattempo, """"Tuttolibri"""" è profondamente cambiato, e si è adeguato alla rivoluzione che ha investito il mondo dell'editoria. Ma la sua ispirazione originaria e più forte non è cambiata: il settimanale di cultura come luogo di incontro e di discussione, che fa della capacità di critica e di autocritica il centro dell'informazione culturale."" -
Vestiario-Bestiario
Abiti per animali dalla collezione di Vladimir Radunsky con i suoi appunti e i suoi disegni. Con una lettera di Juan-Rafael, coniglio-sarto boliviano e una nota di Mikhail Barysnikov, ballerino, amico degli animali. Età di lettura: da 5 anni. -
Tarzan. Racconti della giungla
Un lord che non sa di essere tale, cresciuto nella giungla e allevato dalle scimmie, di cui diverrà il signore incontrastato: è questo il personaggio uscito cent'anni fa dalla mente di un quarantenne passato per mille mestieri e approdato quasi per caso alla scrittura. Edgar Rice Burroughs, infatti, prima di toccare le vette del successo con ""Tarzan"""", combatteva la noia fantasticando avventure ed era riuscito a pubblicarne solo una sulla rivista pulp """"The All-Story"""". Quella prima prova ebbe un buon esito, ma fu """"Tarzan"""" a cambiare la vita di Burroughs: dal primo racconto uscito nel 1912 il signore delle scimmie sarà protagonista di numerosi sequel, e di un'infinità di adattamenti per i fumetti e il cinema. E se, di episodio in episodio, arriveremo persino a vedere il nostro eroe indossare le pantofole e diventare un ingrigito padre di famiglia, non c'è dubbio che il vero spirito dell'uomo scimmia si manifesti nelle sue avventure giovanili, in questi dodici racconti in cui vitalità, coraggio, sagacia e vigore trovano la massima espressione. Uscite in volume nel 1919, sono queste le storie che ci narrano il primo Tarzan, quando, adolescente, scopre i turbamenti e gli imbarazzi dell'amore... per una scimmia, appunto, la compagna di giochi Teeka; oppure quando, rapito da una tribù di cannibali, viene liberato da Tantor, l'elefante, di cui ha conquistato la fiducia. Età di lettura: da 10 anni."" -
Adelaide. Il canguro volante. Ediz. illustrata
"Adelaide cresceva e le ali diventavano sempre più grandi. Le piaceva guardare gli uccelli e gli aeroplani che passavano sul deserto, e desiderava tanto poterlo fare anche lei"""". Età di lettura: da 4 anni." -
Strana gente. Un diario tra Sud e Nord nell'Italia del 1960
Dalle carte di uno dei più caparbi e coerenti censori del costume italiano emerge un dimenticato diario del 1960. Studente alla scuola di assistenti sociali di Roma, Goffredo Fofi aveva allora ventitré anni, ed era reduce da un'esperienza di lavoro a Partinico e nelle baracche di Palermo al seguito di Danilo Dolci. Anno ""strano"""" il 1960, in cui si rincorrono il governo Tambroni, le rivolte di luglio, i prodromi del centro-sinistra, i primi segni del """"miracolo economico"""", la morte di Fausto Coppi e di Adriano Olivetti, la """"prima"""" della Dolce vita di Fellini. Un periodo, come nota lo stesso Fofi, singolarmente povero di testimonianze, così abbondanti invece per la generazione precedente, ancora segnata dal fervore dell'antifascismo, o per quella successiva, ribelle e insoddisfatta degli esiti del primo benessere. Ma le pagine di Fofi attestano anche un cruciale spostamento geografico degli interessi politici: esse compongono un """"diario di viaggio"""" dal Sud contadino, eletto a sede di esperimenti di """"comunità"""", alla Torino di Raniero Panzieri e dei primi entusiasmi operaisti. Ne scaturisce il ritratto di una """"famiglia"""" della sinistra italiana, attraversata da forti e sincere tensioni religiose e politiche, estranea alle grandi """"chiese"""" del tempo, popolata di personaggi come Manlio Rossi-Doria ed Ernesto De Martino, Carlo Levi ed Ernesto Rossi, Pier Paolo Pasolini e Claudio Napoleoni, Gigliola e Franco Venturi, Norberto Bobbio. Nuova edizione con una Introduzione del 2012."" -
Famiglia italiana. Vecchi miti e nuova realtà
L'esperienza quotidiana di ognuno di noi, non meno delle statistiche, ci dice che la famiglia italiana e profondamente mutata e si è diversificata: la famiglia tradizionale non è più proponibile come modello universale. Eppure il dibattito pubblico continua ad avvitarsi su un terreno tutto ideologico che vede, da un lato, la rivendicazione conservatrice del ruolo della famiglia come contrapposta alle richieste di diritti civili degli omosessuali o alla pratica della procreazione assistita; e dall'altro una retorica che lamenta la ""crisi della famiglia"""", soffocata da un mondo materialista. L'intento degli autori è dunque esporre e difendere una visione non ideologica della famiglia che ne valorizzi fortemente il ruolo morale e sociale, e ne riaffermi l'importanza non solo per il mondo cattolico. La cultura laica e democratica deve infatti superare l'ostilità per la famiglia, riconoscendone l'insostituibile ruolo nella formazione degli individui e dei cittadini. Come molti filosofi e scienziati sociali (da Hegel a Talcott Parsons, da Mead a Rawls, a Nussbaum) hanno sottolineato, i legami affettivi sono propri delle relazioni familiari e sono essenziali per produrre una personalità armonica e favorire la fiducia nel prossimo, nonché indispensabili per la cooperazione sociale. E, d'altra parte, neppure la critica femminista ha mai negato l'importanza della famiglia e degli affetti familiari, che sono anzi un luogo privilegiato dell'etica delle donne."" -
Libia. Fine o rinascita di una nazione?
La rivoluzione che ""non doveva essere"""" è avvenuta. La fine del regime di Gheddafi chiude un capitolo della storia della Libia durato quarant'anni e inaugura una stagione nuova, che guarda alla democrazia liberale come fine ultimo. Sarà possibile costruire un sistema democratico in un paese privo al momento di quei fondamenti culturali e politici necessari alla sua realizzazione? E quale ruolo giocheranno le potenze occidentali, che tanto peso hanno avuto nel crollo della dittatura? Nonostante i legami fitti e complessi che hanno intrecciato la storia dell'Italia a quella della Libia, il nostro sguardo sul paese nordafricano è rimasto in questi anni piuttosto sulla superficie. Gli eventi recenti hanno riacceso l'interesse, senza però che questo si sia mai tradotto nella comprensione profonda di una realtà socio-culturale e politica che per anni ha fatto sì che Gheddafi si mantenesse saldamente al potere e che in breve tempo ha deciso di liberarsene. Nasce da questa esigenza di comprensione l'analisi qui proposta da un gruppo di esperti e studiosi, che prende avvio dalla fase del dominio turco per arrivare alle rivolte dell'oggi, attraverso il colonialismo italiano, la seconda guerra mondiale e la nascita della Jamahiriya. Capitolo dopo capitolo, l'indagine passa al setaccio l'ideologia di Gheddafi, le divisioni subnazionali del paese e il loro ruolo nella costruzione di una nuova entità politica; il peso dell'islamismo radicale; le nazionalizzazioni del rais..."" -
Economia e società. Dominio
Dominio, il quarto monumentale volume con cui prosegue la traduzione italiana della nuova edizione critica di ""Economia e società"""", contiene la più antica stesura della """"sociologia del dominio"""" inclusa nel lascito weberiano, in un'inedita disposizione dei testi che una volta per tutte emenda le numerose scelte arbitrarie apportate dai primi curatori. La versione più ampia di questo classico della sociologia politica e giuridica viene presentata oggi dopo un'accurata revisione filologica, dotata di un commento storico dettagliato, che la inserisce nel dibattito in atto all'epoca della redazione del testo, segnalando fonti e interlocutori di Weber, espliciti e impliciti. Troviamo qui enunciate le tipologie fondamentali del dominio: dalle civiltà antiche agli Stati moderni, dalle culture tribali alle comunità monastiche, il fenomeno del dominio, centrale in ogni aggregazione sociale e comunitaria, è indagato da Weber con la sua somma padronanza dei più diversi ambiti della storia universale e con la sua maestria nel connettere regioni tematiche e situazioni storiche allo stesso """"tipo ideale"""". Un'ampia analisi è dedicata al """"dominio carismatico"""": con un'intuizione destinata a durare, dalla storia della Chiesa il concetto di carisma viene mutuato per l'analisi dei rapporti tra capi e seguaci in politica. A queste decisive ricerche si aggiunge un lungo testo dal titolo """"Stato e ierocrazia"""", che affronta i rapporti tra il potere politico e quello religioso."" -
Quando quando quando
Il libro è una favola, un musical, o forse un racconto d'amore e di passioni, se non addirittura un romanzo, che Fabiano Petricone modella nella forma e nel linguaggio di un'insolita sceneggiatura cinematografica: al centro, la nascita e le articolate vicende che hanno portato al successo la canzone Quando quando quando, rendendola un evergreen. Il protagonista è Tony Renis, che ha composto e interpretato il brano nel 1962. Elio Cesari - questo il suo vero nome - si è rivelato da subito un musicista geniale, un performer molto raffinato, dotato di una tecnica compositiva attenta e curata in ogni dettaglio, che è stata in grado di resistere al passaggio delle mode e del tempo, e attraversare indenne i cambiamenti di un paese in fermento. Nei ruoli di comprimari si avvicendano i più grandi artisti della scena italiana e internazionale: Alberto Testa, autore del testo, e poi Mina, Celentano, Ugo Tognazzi, Raimondo Vianello, Mogol, Frank Sinatra, e decine di altri personaggi in una storia che si snoda tra la Milano degli anni sessanta, le cronache e i pettegolezzi del popolare Festival dei fiori e i boulevard di Hollywood. Del resto, tutto questo è comprensibile. Si tratta di un grande classico della canzone italiana, noto in tutto il mondo, usato in decine di film, suonato da qualunque orchestra, imitato, plagiato, inciso da artisti di fama mondiale e ascoltato almeno una volta nella vita. -
Democrazie e religioni. La sfida degli incompatibili?
Che cosa significa, oggi, riflettere sul tema del rapporto tra democrazie e religioni? È possibile costruire un dialogo o si tratta, invece, nonostante l'antichissimo legame tra religione e filosofia, di due estremi per molti aspetti forse inconciliabili? Le autorevoli voci che contribuiscono a questo volume spiegano perché è in gioco una questione indifferibile, che coinvolge la stessa possibilità per donne e uomini di convivere in una condizione di ragionevole intesa, seppure nel confronto di ragioni diverse. La riflessione che s'impone riguarda in questa prospettiva la potenza storica delle tradizioni religiose. L'obiettivo è di elaborare una visione critica del passato e dei condizionamenti che esso inevitabilmente ha prodotto, per interrogare il futuro e le strade inesplorate che può aprire. La democrazia è e si mostra fragile rispetto alle strutture politiche che hanno fondato gli Stati moderni, fortemente sostenuti dalla religione cristiana e dall'abuso spregiudicato delle sue promesse a difesa dei poteri stabiliti. La complessità che la stessa democrazia cerca di organizzare in modo partecipativo, attraverso l'impegno a promuovere la responsabilità di ciascuno verso gli altri, la espone infatti a un rischio costante. Proprio per questo la posta in gioco è oggi molto alta, specialmente per le particolari condizioni storico-politiche e sociali che il nostro Paese sta attraversando. -
Microcredito. Dimensioni e prospettive del prestito sociale e imprenditoriale in Italia
La crisi economica ha fatto emergere prepotentemente anche in Italia l'importanza del microcredito, strumento che negli ultimi anni si è affermato come mezzo efficace e diffuso per contrastare le conseguenze di questa fase delicata. Ciò è avvenuto sia attraverso lo sviluppo delle micro-imprese e del lavoro autonomo, sia attraverso le politiche di welfare, con l'inclusione finanziaria e sociale dei cosiddetti ""non bancabili"""". La varietà degli interventi sul territorio, insieme al crescente numero dei soggetti che operano nel settore, testimonia la validità del microcredito e, insieme, la necessità di comprendere a fondo i meccanismi che ne sono alla base. Lo studio, condotto da c.borgomeo&co. su iniziativa dell'Ente nazionale per il microcredito, si rivela fondamentale per comprendere la realtà di un fenomeno più che mai attuale, oltre a costituire l'unico lavoro di raccolta dei dati e di analisi del mercato del microcredito nel nostro paese: nato dalla mappatura di tutte le iniziative esistenti, si propone di informare e orientare i soggetti pubblici e privati che operano in questo campo. Ne risulta un quadro unico ed esaustivo del mercato italiano in cui, grazie all'analisi dei risultati delle varie iniziative, emergono le caratteristiche dei programmi più riusciti, che si pongono come modelli virtuosi da seguire. La crescita esponenziale del microcredito negli ultimi anni dimostra che questo strumento è in grado di svolgere un ruolo importante."" -
Rispettare le regole
Quale rapporto c’è tra socializzazione e norme nei contesti della scuola e della famiglia? Come si comportano bambini e adolescenti rispetto al sistema di regole che viene loro imposto e proposto? Il volume, illustrando esperienze di ricerca sul campo promosse dall’Università di Urbino, approfondisce i diversi momenti della socializzazione normativa: per esempio, le difficoltà che incontrano i giovani nell’orientarsi all’interno di un mondo di regole e divieti spesso contrastanti tra loro si specchiano in quelle che i genitori affrontano nel fornire ai figli un orientamento. I cambiamenti nella relazione tra genitori e figli hanno prodotto forme di autorità genitoriale più incerte rispetto al passato: solo analizzando in concreto pratiche e interazioni educative, e osservando il tipo e la forma delle norme prodotte, è possibile comprendere il rapporto che bambini e ragazzi stabiliscono con tutti i tipi di autorità. Accanto all’ambito familiare, l’altra fonte di norme e regole è la scuola: in questo senso, copiare i compiti può essere assunto come paradigma di un comportamento che poggia sulla violazione delle regole sociali. Le ricerche presentate nel volume si concentrano proprio su questo aspetto, anche allo scopo di sviluppare le competenze degli insegnanti nel mettere in atto strategie capaci di ingenerare rispetto e accrescere il senso di responsabilità sociale e il senso civico dei giovani. -
Reti rurali
Le aree rurali sono i luoghi dove si realizza un’interazione tra uomo e natura che porta a una reciproca trasformazione che si concretizza attraverso pratiche diverse, localmente e temporalmente specifiche. Sono pratiche che non si limitano alla sola agricoltura, ma riguardano tutte le attività economiche e sociali che avvengono in una certa area e utilizzano risorse naturali che attraverso di esse sono riprodotte e trasformate in una varietà di forme e di usi. Queste trasformazioni, che si sono succedute nel tempo, sono avvenute all’interno di ambienti istituzionali e di relazioni città-campagna che ne hanno determinato gli esiti facendone elementi di identità territoriale. Trasformazioni che nel libro sono ricollocate all’interno del nuovo paradigma dello sviluppo rurale che si pone come alternativa al paradigma agroindustriale e a quello post-produttivista. Il paradigma dello sviluppo rurale è basato sulla ricostruzione dinamica delle risorse attraverso la loro mobilitazione all’interno di reticoli socio-economici. In questo volume l’attenzione è rivolta proprio all’individuazione di tali reticoli, dei processi che portano alla loro nascita, consolidamento e sviluppo nei diversi territori utilizzando nuove definizioni, come il «web rurale», quali strumenti di analisi e di interpretazione di tali processi che stanno caratterizzando le dinamiche di transizione delle aree rurali europee. L’immediata conseguenza è l’introduzione di un approccio territoriale e multisettoriale allo sviluppo rurale, pur partendo dalla centralità dell’agricoltura come principale utilizzatore dello spazio, ma focalizzando l’attenzione sulle interrelazioni tra questa, le altre attività socio-economiche e le risorse naturali e ambientali del territorio in un’ottica di coproduzione di tutti gli attori (materiali e immateriali) in esso presenti. È proprio questa l’essenza della multifunzionalità dell’agricoltura, cioè quella capacità di far evolvere i sistemi agricoli differenziandoli non più solo in funzione delle loro specializzazioni produttive, ma anche in funzione del complesso di relazioni socio-economiche e ambientali del contesto in cui evolvono. -
C'è posto per l'ente locale in Europa?
L’obiettivo del volume è diffondere tra gli operatori del nostro governo locale e negli enti locali una conoscenza minima delle istituzioni europee, una conoscenza operativa dell’impatto che queste hanno sulle nostre amministrazioni locali e, infine, la consapevolezza della loro collocazione nel contesto europeo. Il testo viene presentato sotto forma di una chiacchierata tra esperti di istituzioni europee e un ipotetico operatore degli enti locali che, in maniera idealtipica, riassume in sé luoghi comuni e «leggende metropolitane» relative alle istituzioni europee e al rapporto tra queste e le istituzioni locali.Attraverso il dialogo vengono messi a fuoco i punti di maggiore debolezza che rendono difficili i rapporti dei nostri operatori e delle nostre amministrazioni locali con le istituzioni europee: è totalmente ignorata l’esistenza di una Carta europea dell’autonomia locale, ratificata dall’Italia nel 1989, che pure dovrebbe fare giustizia di molte «prevaricazioni» dello Stato italiano nei confronti degli enti locali; la grave ignoranza delle lingue che rende di fatto impossibile il dialogo con i partner degli altri paesi e ci condanna a un isolamento penoso; la necessità di controlli sugli enti locali ma non preventivi, visto che questi si sono dimostrati essere il brodo di coltura della corruzione; l’illusione che l’Unione europea sia un’importante fonte di risorse finanziarie e non, prima di tutto, una fonte di standard normativi; la resistenza ad approfittare delle occasioni per far sentire la propria voce presso le istanze europee; la resistenza a concepire la gestione per obiettivi e per progetti come un normale adempimento burocratico; l’inconsapevolezza del fatto che più dell’ottanta per cento della normativa applicabile a livello locale è di origine europea.Leggendo questo volume sarà così possibile scoprire, per esempio, che è il Consiglio d’Europa e non l’Unione europea l’istituzione di maggiore interesse per le amministrazioni locali e che l’Unione europea, più che un’occasione di finanziamento, rappresenta vincoli, doveri e obblighi per il nostro governo locale il cui mancato rispetto può costare caro sia agli enti, sia ai funzionari che in essi operano. -
Dominio
«Con “dominio” deve intendersi il fatto per cui una volontà manifesta (“comando”) del o dei “dominanti” vuole influenzare l’agire (del o dei “dominati”) e di fatto lo influenza in maniera tale per cui questo agire, in ungrado socialmente rilevante, si svolge come se i dominati avessero fatto del contenuto del comando, di per sé, la massima del loro agire (“obbedienza”)». Dominio, il quarto monumentale volume con cui prosegue la traduzione italianadella nuova edizione critica di Economia e società, contiene la più antica stesura della «sociologia del dominio» inclusa nel lascito weberiano, in un’inedita disposizione dei testi che una volta per tutte emenda le numerose scelte arbitrarie apportate dai primi curatori. La versione più ampia di questo classico della sociologia politica e giuridica viene presentata oggi dopo un’accurata revision filologica, dotata di un commento storico dettagliato, che la inserisce nel dibattito in atto all’epoca della redazione del testo, segnalando fonti e interlocutori di Weber, espliciti e impliciti. Troviamo qui enunciate le tipologie fondamentali del dominio: dalle civiltà antiche agli Stati moderni, dalle culture tribali alle comunità monastiche, il fenomeno del dominio, centrale in ogni aggregazione sociale e comunitaria, è indagato da Weber con la sua somma padronanza dei più diversi ambiti della storia universale e con la sua maestria nel connettere regioni tematiche e situazioni storiche allo stesso «tipo ideale». Un’ampia analisi è dedicata al «dominio carismatico»: con un’intuizione destinata a durare, dalla storia della Chiesa il concetto di carisma viene mutuato per l’analisi dei rapporti tra capi e seguaci in politica.A queste decisive ricerche si aggiunge un lungo testo dal titolo «Stato e ierocrazia», che affronta i rapporti tra il potere politico e quello religioso, cui è affiancata l’edizione critica di una parte del manoscritto originale. Il volume contiene infine il breve scritto su «I tre tipi puri di dominio legittimo», ritrovato nel lascito: una fulminante sintesi della dottrina weberiana. -
Una vita per il Sud. Dialoghi epistolari 1944-1987
"In questo momento a me una sola cosa importa: capir dentro a questo oscuro processo che vedo in atto nelle campagne. Per questo sono preso da una vera frenesia di girare, di vedere, di prender contatto con la terra. E non vedo l'ora di tornare giù nel Mezzogiorno, di girare paese per paese"""". La preoccupazione per il futuro dell'Italia e la premura di agire in un momento in cui tutti sembrano attendere: è questo stato d'animo che Manlio Rossi-Doria confida a Guido Dorso in una delle prime lettere di questa raccolta, scritta nel novembre del 1944. Con lo sguardo sempre rivolto allo scopo principale di una vita, ovvero l'impegno per lo sviluppo economico e culturale del Mezzogiorno, Rossi-Doria - che del pensiero meridionalista è stato uno dei principali interpreti - trova nello scambio epistolare un luogo di riflessione privilegiato. Attraverso i dialoghi con alcune delle figure più importanti della scena politica e intellettuale del nostro paese - da Norberto Bobbio a Antonio Giolitti, da Rocco Scotellaro a Emilio Sereni -, matura infatti una linea di pensiero che si sostanzia nell'idea di un'Italia e di un Sud fatti di uomini e donne impegnati nella costruzione di un'effettiva unità nazionale, che coniughi sviluppo economico e coesione sociale, infrastrutturazione e difesa del territorio." -
Un sogno di ragazza
Lei è la più irresistibile della città - una città sulle sponde del Mississippi, proprio come la Saint-Paul di Fitzgerald. E lui, l'uomo cui lei lega ogni speranza di realizzare la vita dei suoi sogni, nemmeno a farlo apposta si chiama Scott. Lasciata la squallida monotonia del Midwest, la scena su cui prende vita il grande bluff orchestrato dalla caparbia Yanci è una smagliante New York anni venti, fatta di Hotel Ritz, matinée, caffè alla moda, ristoranti esclusivi, negozi lussuosi - il bel mondo che nella realtà tanto seduceva lo scrittore e la sua Zelda. L'intreccio è struggente, il ritmo incalzante. Un imprevisto dopo l'altro, la ragazza più gettonata della provincia americana si ritroverà a un passo dal baratro, come sempre in Fitzgerald. Ma Yanci non è Gatsby, e il disincanto del narratore non ha ancora preso il sopravvento sulla sua voglia di raccontare il fascino del sogno americano, sempre in bilico tra amore e successo, glamour e seduzione, vulnerabilità e malinconia. Ad attendere la ragazza dagli occhi blu scuro in fondo alla Quinta Strada (e il lettore all'ultima pagina) sarà un finale da cinemascope, tanto più avvincente in quanto inaspettato dalla penna del grande maestro americano. ""Sarebbe bello se riuscissi a venderlo al cinema"""", aveva commentato Fitzgerald quando il racconto era comparso per la prima volta su """"The Saturday Evening Post"""" nel febbraio del 1922.""