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Pappa mundi. Geoeconomia del cibo
2015: il blocco alle importazioni di cibo è l'arma brandita da Vladimir Putin per rispondere alle sanzioni occidentali sull'Ucraina. Nel frattempo la Cina finisce sottosopra per la carne avariata nei fast-dine cinesi che servono il gusto occidentale, e il colossale fondo sovrano di Pechino inizia lo shopping alimentare in tutto il mondo, Per Samuel Huntington - L'essenza della civiltà occidentale è la Magna Charta, non il BigMac"". Ma nell'anno in cui ricorre il compleanno della Magna Charta e a Milano si apre il forum globale sul cibo dell'Expo, il BigMac è un affare di Stato. """"Il mercato mondiale del cibo è oligopolistico, È dominato dai paesi avanzati, in particolare dagli USA. Essi tendono a considerare l'export alimentare per il suo valore non solo economico, ma anche politico, sia interno che internazionale. Il cibo diventa così uno strumento di politica interna ed estera, di valenza maggiore di quella realizzabile con speculazioni e manipolazioni delle altre commodities. Le principali potenze mondiali ne sono ben consapevoli."""" (dall'introduzione di Carlo Jean)"" -
Elogio del centrocampista. Corpi intermedi e Camere di commercio: il caso di Monza e Brianza
Si può vincere una partita con un goal da fondo campo? Forse sì, ma nel calcio, come nella società, c'è bisogno di chi costruisce il gioco a centrocampo: i corpi intermedi, le associazioni, le Camere di commercio a fianco delle imprese anche e soprattutto in tempo di crisi, come quella di Monza e Brianza. Introduzione di Carlo Edoardo Valli. -
E se fossi tu l'imputato? Storia di un magistrato in attesa di giudizio
Accusato per vent'anni di crimini gravissimi, prima di essere assolto con formula piena, Mario Conte ricostruisce nel dettaglio la propria vicenda giudiziaria. Con la forza e l'efficacia dell'addetto ai lavori, l'ex Pubblico Ministero racconta l'esperienza processuale di un magistrato costretto a vestire i panni del ""presunto colpevole"""". La sua è un'analisi fredda e obiettiva degli errori - talvolta clamorosi -, delle discrasie e delle dimenticanze di chi dovrebbe applicare le leggi e di chi dovrebbe giudicare i cittadini. Con il suo libro, Conte non ha soltanto il merito di dare voce alla propria esperienza, ma anche di suggerire alcune soluzioni ai problemi di un sistema giudiziario che sembra aver perduto i suoi punti di riferimento."" -
La fabbrica del carisma. Leader, follower, comunicazione
Più di un secolo dopo Weber e due millenni dopo San Paolo, i media nostrani hanno riesumato il termine ""Carisma"""", dandogli un significato adeguato a politici mediocri e a imprenditori protezionisti. Il libro chiarisce perché e come la parola abbia cambiato identità negli ultimi anni e descrive le strategie, i sistemi e gli apparati di comunicazione usati per manipolare il consenso e conquistare il potere. Racconta oltre venti casi di capi """"carismatici"""", esemplari di contesti politici, economici e sociali diversi e li colloca in tre età crossmediali, centrate sulla figura del leader, sulla tecnica e la gerarchia, sulle reti e la tecnologia. L'agire comunicativo dei protagonisti, da Pericle ad Augusto, al Re Sole, da Rockefeller a Ford, ai robber baron, da Jobs a Page, a Zuckerberg, ai ragazzi del Web, commentato e sistematizzato, dà spunti operativi che, senza scadere nelle ricette sicure e nelle teorizzazioni astratte, portano il lettore a definire opportunità di miglioramento e modi d'azione."" -
Da Torino a Roma: attacco al sindacato. La crisi dei corpi intermedi e il futuro della rappresentanza
Da Torino a Roma, Renzi come Marchionne. È caso Fiat 2.0: la vicenda ha soltanto cambiato attore protagonista. Mentre il manager italo-canadese offre al Jobs Act e alle riforme di Renzi uno spot che ha risonanza mondiale, il giovane premier tiene sotto scacco i sindacati ancora fermi all'intesa sulla rappresentanza del gennaio 2014. Ma l'accordo generale è rimasto alle firme, non ha avuto alcun seguito attuativo. Ecco perché il governo minaccia oggi una legge sulla rappresentanza, più volte invocata proprio dall'AD di Fiat-Chrysler. L'Italia ha bisogno di un sindacato moderno, non solo per iniziare un nuovo ciclo economico ma anche per controllare i rischi di deriva statalista del nuovo corso renziano. Ma o il sindacato cambia o rischia una lenta estinzione naturale, visto che sia sul versante del lavoro sia su quello dell'impresa prosegue un consistente e silenzioso esodo degli iscritti. Ecco perché l'attacco di Matteo Renzi può coincidere con l'inizio di una nuova stagione della rappresentanza. Nessun governo ha osato tanto negli ultimi 30 anni. Introduzione di Giorgio Squinzi. -
Reset Italia. Dalla grande crisi a un nuovo Rinascimento. Un progetto globale per il paese
Un'analisi lucida e imparziale sulle lunghe ombre politiche, economiche e sociali che dal ventennio della brutte époque si stendono sul Paese, e sulle ""luci"""" che possono illuminare un progetto di rifondazione. L'appuntamento del Giubileo (2025) e quello probabile delle Olimpiadi (2024) devono essere spunto per impostare un grande progetto di risanamento e sviluppo dell'Italia, un progetto che gli autori presentano nella terza parte del libro indicando obiettivi, interventi, strumenti e azioni concrete, e proponendo """"al Governo"""" la convocazione degli stati generali dell'Italia per coinvolgere finalmente le classi dirigenti, sin qui latitanti, in un vero progetto di rifondazione e rinascita del Paese. Lasciare Renzi """"uomo solo al comando"""" - sostengono gli autori - è anche responsabilità di tutte le classi dirigenti del Paese, politiche e non, che invece devono tornare a suonare tutte assieme, in un concerto pluralista di suoni e voci, una sinfonia che sia un vero progetto di rinascita e sviluppo del Paese."" -
Buon governo. Un mito? Le Regioni rosse tra leggenda e realtà
Vannino Chiti e Raffaella Della Bianca si incontrano e si scontrano sulla valutazione del fiore all'occhiello della sinistra: le amministrazioni dell'Emilia, della Toscana, della neonata Liguria. Per l'uno sono state un modello da estendere a tutto il territorio nazionale, per l'altra un'ulteriore fonte di burocratizzazione da revisionare, se si vuole migliorare le istituzioni. Nell'introduzione Festa sostiene che se ""si potesse disegnare con la bacchetta magica, un'Europa federale delle Regioni, invece che degli Stati, sarebbe molto migliore e vivibile"""". Per Sapelli, invece, il problema delle Regioni rosse nasce anche dalla """"crisi antropologica di una cultura politica: quella comunista""""."" -
Violenza di genere e percorsi mediterranei. Voci, saperi, uscite
Il volume affronta il tema della violenza di prossimità situandolo nell'area mediterranea, mostrandone le interconnessioni tra gli aspetti simbolici e le matrici socio-culturali. Le autrici e gli autori dei saggi perseguono il tentativo di rintracciarne i retaggi patriarcali e le rappresentazioni collettive che dominano la quotidianità, ma individuano pure i fondamenti di una governarne di cittadinanza nelle reti locali istituzionali e dell'associazionismo. Vengono decostruite in maniera specifica le strategie narrative utilizzate dai media mettendo in risalto il ruolo svolto dalla pubblicità sociale nel processo di agenda setting. Il Mediterraneo è qui interpretato come un mare materno (thalassa) piuttosto che aperto (pelagos). ""Riportare a galla"""" alcuni dei costrutti simbolici e procedurali della violenza di prossimità può contribuire alla definizione di una comune mappa di navigazione fra i generi."" -
Tra sogno e realtà. Ebrei tedeschi in Palestina (1920-1948)
Tra sogno e realtà, tra esilio, diaspora e Terra promessa, tra mondo tedesco e mondo ebraico, tra retaggio europeo e una Palestina terra di due popoli. Questo libro ci accompagna attraverso l'immaginario, le delusioni, le scoperte, le domande, le speranze, le dinamiche storiche, culturali e psicologiche, le ambivalenze e le angosce di scrittori e intellettuali ebreo-tedeschi giunti in Palestina tra gli anni Venti e Trenta del Novecento. Sei personaggi che raccontano il loro viaggio attraverso un percorso che è personale e simbolico al tempo stesso e che ci restituisce il fascino, la sfida e la difficoltà di fare i conti con un'antica terra nuova. Antica, al centro dell'immaginario diasporico da generazioni, e nuova, aperta e suscettibile di diverse interpretazioni, nuovi sbocchi, nuove realtà. Hugo Bergmann, Gershom Scholem, Gabriele Tergit, Else Lasker-Schiiler, Arnold Zweig, Paul Mühsam, sospesi e in bilico tra più mondi, raccontano la loro storia, che è una storia tanto dell'esilio quanto del ritorno, una storia che si svolge, ancora oggi, sotto i nostri occhi. -
Noi terroristi. Storie vere dal Nordafrica a Charlie Hebdo
Parigi, 25 luglio 1995: esplode una bomba nella stazione RER di Saint Michel, causando 8 morti e 117 feriti. Parigi 7 gennaio 2015: i fratelli Saì'd e Chérif Kouachi assaltano la redazione di Charlie Hebdo e compiono una strage. Vent'anni di differenza tra i due fatti di sangue. Stessa la matrice, quella del jihadismo, il terrorismo islamico. Simili le storie: giovani perduti, finiti nel gorgo della delinquenza e alla fine corrotti dai ""cattivi maestri"""" del terrore. Ma anche - questo è il nodo - un filo che lega le stesse persone: c'è un contatto tra i due attentati, medesimi gli ambienti, stesse le cellule. Questo è un libro di storie di ragazzi perduti che a un certo punto decidono di farsi terroristi. Storie diverse e uguali, forse banali. Tra tutte, al centro, la storia principale, quella di HM, uno dei primi, quando al-Qaeda nemmeno esisteva. HM è un archetipo, un attentatore alle prime armi. La sua vicenda si intreccia con quelle di tanti altri giovani e giunge fino ad oggi, fino a Charlie Hebdo. Il tragitto di HM è stato pubblicato nel 2005 (nel libro intitolato """"Gli occhi di un bambino ebreo"""") ma torna oggi di estrema attualità."" -
Uno sguardo limpido sull'inizio secolo. Quindici anni a «il manifesto»
Il libro raccoglie gli articoli più significativi che Giorgio Salvetti ha pubblicato su ""il manifesto"""" tra l'agosto del 2000 e il 27 agosto del 2014, quando, il giorno dopo il suo quarantaduesimo compleanno, ha deciso di lasciarci. I maggiori temi sociali e civili di quegli anni vi vengono letti dalla parte degli """"ultimi"""", sul filo tra partecipazione e ironia, con una voce incapace di enfasi e di sensazionalità. La raccolta è suddivisa in aree tematiche, che riguardano veri e radicati interessi: la battaglia ecologica, il mondo del lavoro, le voci inascoltate degli emarginati, la condizione giovanile, la musica """"alternativa"""". Il contesto umano e politico degli scritti è poi illuminato da commenti e testimonianze. Ne esce un quadro articolato, in cui i problemi del mondo - riflessi per lo più nella realtà milanese - valgono almeno quanto lo sguardo limpido di chi li interroga e li soffre."" -
L' interprete di Auschwitz. Arminio Wachsberger, un testimone d'eccezione della deportazione degli ebrei di Roma
Arminio Wachsberger venne arrestato dai nazisti a Roma il 16 ottobre 1943 e deportato ad Auschwitz perché ebreo. Dei 1.024 rastrellati quel giorno, ne tornarono solo 16: Arminio è uno di questi. Da subito, appena dopo la fine della guerra, il protagonista di questa storia ha voluto testimoniare sulle travagliate vicende della sua vita, con la parola e con la scrittura. La sua intraprendenza e la conoscenza delle lingue gli hanno permesso di guardare e raccontare gli eventi da un punto di vista privilegiato: quello dell'interprete tra i deportati e le autorità naziste. Dopo la guerra il suo ruolo di interprete non è venuto meno, e non solo nei tribunali: i suoi racconti hanno tradotto in un linguaggio comprensibile una realtà ai confini dell'immaginabile: la tragica esperienza dei lager nazisti. L'appassionata dedizione di Arminio Wachsberger al suo compito di testimone ha fatto emergere nuovamente diverse domande cruciali (su cui altri autori, fra cui Primo Levi, si erano interrogati con sofferta lucidità): che cosa si ricorda? che rapporto esiste tra testimonianza e verità? perché tra storici e testimoni è sorta una reciproca diffidenza? che rapporto esiste tra storia e memoria? quale ruolo svolgono la scrittura e la letteratura nella trasmissione della memoria? -
Piccolo schermo. Che cos'è e come funziona la Children's Television
Il tema di questo libro è, a prima vista, semplice: la tv per bambini. Sotto questa apparente semplicità si cela, però, una serie di fenomeni complessi, che mettono in gioco non solo diverse interpretazioni del mezzo televisivo nel nostro contesto sociale, ma anche e soprattutto diversi modi di pensare l'infanzia e di riconoscerne bisogni e diritti. Da una parte, infatti, le caratteristiche destinate ai più piccoli dipendono innanzitutto dalle proprietà che, di volta in volta, nei diversi regimi di broadcasting, vengono riconosciute ai bambini e ai ragazzi in quanto segmento peculiare dell'audience: soggetti da educare, cittadini da formare, utenti da intrattenere, consumatori da coltivare e così via. Dall'altra, tale programmazione appare l'esito di un ecosistema mediale complesso e articolato, parte integrante del comparto televisivo, al confine tra materiale e immateriale, educazione ed evasione, profitto e obblighi di pubblico servizio, denso di valori simbolici e affollato di interessi economici, talvolta in conflitto. Il volume descrive questo ecosistema abbracciando contemporaneamente più dimensioni - da quella giuridico-normativa a quella tecnologica, dalle componenti economiche a quelle più latamente politiche, dall'aspetto ideativo-produttivo alle forme di fruizione, dalla composizione dell'offerta alla riflessione teorica che i Media Studies hanno esercitato su di essa... -
L'ultima utopia. Gli jihadisti europei
Migliaia di cittadini occidentali, immigrati di seconda generazione ma anche autoctoni convertiti, combattono in Siria e in Iraq tra le fila dell'Is o di Al Qgeda. Chi sono e cosa li spinge a compiere una simile scelta? I foreign fighters occidentali non hanno un profilo tipo: tra essi si trovano giovani che provengono da ceti medi e popolari, da periferie metropolitane come da zone residenziali, piccoli delinquenti di quartiere e laureati in buone università. Le biografie dei combattenti jihadisti mostrano la loro eterogeneità sociale e culturale. E permettono di analizzare il contesto nel quale matura la loro scelta estrema. A spingerli verso lo jihadismo è, innanzitutto, l'adesione a un'ideologia totalizzante vissuta come ultima grande narrazione capace di inrterpretare e dare forma al mondo. Ideologia che legittima una violenza dilatata sino al limite estremo e che induce chi vi aderisce a imboccare la via del ""martirio"""" nei deserti mesopotamici o nelle città occidentali. Nel libro sono analizzate le cause politiche, culturali, religiose che inducono i giovani europei a partecipare al jihad. Volgendo lo sguardo verso i luoghi sociali, dalla Rete alle moschee, dalle periferie alle carceri, nei quali avviene la radicalizzazione che precede tale scelta. Per compiere, infine, una ricognizione nelle storie di vita di alcuni foreign fighters francesi, il gruppo più numeroso tra i combattenti europei, e di alcuni convertiti italiani."" -
Il pensiero dei sensi. Atmosfere ed estetica patica
Noi pensiamo e agiamo sempre all'interno di atmosfere e di tonalità emotive. Non importa quanto consapevolmente. Prima ancora di vivere in spazi misurabili, viviamo infatti immersi in sentimenti effusi nello spazio, dei quali, per quanto solo vagamente descrivibili, sentiamo talvolta con certezza la presenza e spesso anche l'autorità. Sentiamo, più precisamente, che le atmosfere intonano potentemente e in modo specifico la nostra esistenza, che in certi casi addirittura ci aggrediscono, fino a contagiare profondamente il nostro modo di vivere, tanto che solo entro certi limiti possiamo loro resistere, tentando magari di riprogettarle o quanto meno di pianificarne l'effetto. Per quanto le atmosfere siano un argomento tipicamente transdisciplinare (architettura, sociologia, antropologia, psicopatologia, geografia antropica, arte ecc.) e, in quanto quasi-cose, un tema ontologicamente eversivo, a interessarsene dev'essere anzitutto l'estetica. Ma un'estetica che non si accontenti più (come negli ultimi due secoli) di essere una teoria dell'arte e dèi giudizio critico su oggetti speciali come le opere d'arte, e ritorni alla sua definizione originaria di ""teoria della conoscenza sensibile e corporea"""", non può che essere un'estetica patica: una riflessione filosofica, cioè, su che cosa significhi esporsi a quanto (soprattutto di inatteso) ci accade di provare."" -
Guerra e nazioni. Idee e movimenti nazionalistici nella prima guerra mondiale
La Prima guerra mondiale contribuì in maniera decisiva a rafforzare i nazionalismi, tanto sul piano della diffusione di quegli insiemi di valori e di aspirazioni che si richiamavano al concetto di ""nazione"""", quanto su quello dell'azione dei movimenti politici che si definivano """"nazionalisti"""". In Europa e nell'area mediterranea il fenomeno si intrecciò soprattutto con le vicende legate alla scomparsa dei quattro imperi russo, germanico, austro-ungarico e ottomano, ma in altre forme esso si manifestò anche in diversi paesi colonizzati dalle potenze europee e in Estremo Oriente. Il volume affronta queste tematiche da punti di vista diversi, dedicando a vari casi nazionali saggi differenti per approccio e per metodo di analisi: dalla storia politica alla storia culturale. Con una particolare attenzione ad allargare lo sguardo sulla guerra (e sui suoi effetti), in modo da coglierne l'effettiva dimensione non solo europea, ma mondiale."" -
Lo scienziato della politica
Lo scienziato della politica è il secondo dei tre volumetti della collana di Opere scelte di Gianfranco Miglio curata da Stefano Bruno Galli. Se con il primo volume si ""cominciava dalla fine"""", proponendo l'ultimo libro del professore lariano, con questo secondo titolo si torna alle origini del percorso biografico e culturale, accademico e intellettuale di Miglio. Il volume si apre infatti con le Considerazioni retrospettive, l'autobiografia accademica che egli prepose alle Regolarità della politica (1988). E prosegue con due testi molto legati fra di loro, pur essendo apparsi a oltre dieci anni di distanza l'uno dall'altro: Le trasformazioni dell'attuale regime politico, testo della prolusione pronunciata l'8 dicembre 1964 per l'inaugurazione dell'anno accademico all'Università Cattolica di Milano, e Le trasformazioni dell'attuale sistema economico (1976)."" -
Il nostro meraviglioso sistema immunitario. Come conoscerlo e preservarlo
Un mosaico di storie di malati per raccontare l'esperienza clinica di un uomo che ha segnato il corso della medicina nello studio delle immunodeficienze e in particolare nella lotta contro l'HIV, dai primordi dell'immunologia clinica fino alle ultime scoperte in questo campo. Si partecipa così al viaggio avventuroso del medico diventato un mito per le sue appassionate battaglie, fatte di amore per la ricerca e la commossa adesione alla lotta dei malati. Un racconto che unisce capacità di divulgazione e profondità d'analisi, scienza ed emozione, suggerimenti realistici e piccoli consigli. E non mancano nozioni scientifiche, ma raccontate in modo semplice e comprensibile per tutti e proposte per una sanità migliore. -
Si può vincere. Storie di pazienti che hanno sconfitto il cancro
Prima i dati e le cifre del fenomeno cancro, poi, nella seconda parte, la più toccante, il fattore umano, con le testimonianze di 16 pazienti, 9 uomini e 7 donne, che hanno rivelato la loro angoscia alla diagnosi, fino ai primi risultati positivi delle cure. Questo libro, con la prefazione del Ministro della Salute Lorenzin, vuole offrire un'istantanea sul tema cancro nelle sue varie sfaccettature, dai numeri più aggiornati fino alle storie di chi ce l'ha fatta. Un percorso segnato dalla disperazione di sapere che si è stati colpiti da un tumore, all'alternarsi di buio e luce in un'altalena di terribili giorni di sconforto e momenti di speranza. I racconti degli intervistati rispecchiano storie in positivo, sono pazienti che si sono rialzati, perché la ricerca ha offerto loro nuove possibilità, strumenti efficaci come l'immuno-oncologia. Questa nuova arma sta modificando le aspettative di sopravvivenza e il modo in cui le persone colpite affrontano il cancro, che per molte forme sta diventando una malattia cronica e che porta migliaia di ex pazienti a rivendicare il diritto ad una vita normale. Lasciandosi alle spalle vecchi stereotipi legati al ""male incurabile"""". Testimonianze che danno speranza e sono di aiuto nella conoscenza."" -
Sogni di pietra
Baku. Sera di dicembre: un ferito giunge in ospedale. È un noto attore azero che ha difeso un vecchio armeno da un linciaggio ed è stato per questo massacrato da fanatici azeri. Nel racconto si intersecano due tragedie: lo scontro etnico/religioso fra armeni e azeri e il mondo violento e pericoloso che si è creato dopo la fine dell'impero sovietico. I pogrom contro gli armeni, le aggressioni in strada, la corruzione dei nuovi padroni e il servilismo e l'opportunismo dei sudditi si intrecciano, senza sovrapporsi al dramma del protagonista, che vive questo mondo come estraneo ai suoi principi morali. Il suo spirito anela alla città sognata di Ajlis. Qui, pur dopo i massacri del 1919, fu possibile ricostruire l'armonia di musulmani e cristiani, azeri e armeni. Ma anche lì il tempo della tolleranza sta giungendo alla fine. ""'Sogni di pietra'... tenta di capire e di spiegare le ragioni dell''altro'. Di più: cerca di riconoscere, con onestà, i torti della propria parte [...] Va da sé che, quando deflagrò lo scandalo per 'Sogni di pietra', il capo dello Stato azero non ci pensò due volte. E ai primi di febbraio del 2013 firmò un decreto per togliere allo scrittore, di colpo rinnegato, il titolo di 'Autore del Popolo'"""" (dalla Prefazione di Gian Antonio Stella).""