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Il meraviglioso regno dei numeri. Una favola per rendere simpatica l'aritmetica
L'autore ha recentemente ritrovato la bozza non completa di un libro intitolato Matematica facile e curiosa, che aveva iniziato a scrivere all'età di 18 anni con l'intento di suscitare l'entusiasmo degli studenti allo studio dell'aritmetica e dell'algebra, materie ritenute da molti aride e difficili. La presente favola sul meraviglioso regno dei Numeri (mai pubblicata) era il primo capitolo dedicato soprattutto ai ragazzi più giovani che iniziavano a studiare queste materie. I concetti matematici, contenuti nel testo, sono narrati seguendo lo schema e la descrizione dei personaggi tipici delle favole: il re, la regina, la corte, il castello, il trono, la bandiera, la moneta, i tornei, in un regno reso meraviglioso dall'armonia dei numeri. Ha indicato in rosso nel testo e nelle note le spiegazioni (dedicate ai più piccoli) dei concetti matematici, al fine di facilitare la lettura e la comprensione del testo. -
Senza uomini non posso stare
Il libro è il ritratto autobiografico di Sabrina Evelyn Giannì che ripercorre le vie della propria solitudine all'interno della ricchezza delle conoscenze. Sapori, paesaggi e amicizie determinano le caratteristiche principali dei racconti. È dedicato in particolar modo a tutte quelle persone che credono di non riuscire a fare a meno del rapporto sentimentale, in origine della incapacità di manifestare a se stessi la propria persona. Sono raccontate quotidiane esperienze di persone che si affannano nella ricerca dei sentimenti, tra sofferenze e complessità. Partendo dalla sua Acireale verso Bologna e, poi, tornando alla ricerca delle proprie origini, riparte esplorando i Paesi Bassi, si adatta galleggiando – per sette anni – in Laguna a Venezia e, tornando a desiderare la ""terraferma"""", si ritrasferisce a Bologna, per nostalgia. Senza uomini non posso stare cambia gli scenari e i personaggi della protagonista narrante."" -
Bimbi e viaggi. La guida completa per viaggiare sereni con i bambini
Qui troverai una guida completa su tutti gli aspetti che riguardano l'organizzazione di un viaggio con i bambini: informazioni pratiche per organizzarsi al meglio, consigli per risparmiare, analisi di tutti i timori che impediscono alle mamme di partire serene per un viaggio con gnometto al seguito. Se sogni di viaggiare ma temi che con un bambino non sia possibile, questa è la guida che fa per te: demoliremo uno ad uno tutti i tuoi timori perché ai sogni ed alle passioni non si può mai dire di no! -
Zanzibar è una bugia
Questo è un testo che parla di una terra lontana, ma neanche troppo. Racconta di sogni, amori, mete raggiunte e poi lasciate alle spalle. È la storia vera di una giovane donna che dall'Italia si trasferisce per dieci anni in Africa seguendo un amore. E poi, quasi per caso, una volta approdata tra spiagge bianche e resort in costruzione, finisce per inventarsi un'altra vita, tutta sua, una vita in cui non è più una giornalista ma una stilista di successo. «Zanzibar è una bugia», ma non è la sola. Molte altre sono quelle che da cui fugge Magò, giovane irrequieta e innamorata di un uomo, che ha deciso di ricominciare da capo proprio a Zanzibar. Dalle fatiche per costruire il loro Hotel, all'idea di creare una linea di abiti che intrecciano tessuti africani e tagli europei, il romanzo è un grande canto di amore per Zanzibar e per l'Africa intera. Con una voce autentica, l'autrice mette a nudo senza pudore i risvolti di una vita apparentemente perfetta, e del suo progressivo senso di straniamento verso una realtà cui non riesce ad appartenere del tutto. Così, mentre l'amore sfila via con la noia della routine, seppur tropicale, l'illusione del Paradiso lascia spazio a un presente di corruzione e alla disillusione di altri espatriati respinti da ciò che non si vede dietro l'immagine da cartolina dell'isola. Un nuovo amore sembra infine regalarle pace, ma non risolve il conflitto che la vede sospesa tra due mondi, quello occidentale e quello africano, due mondi che trovano felice unione nelle sue creazioni di moda, ma non altrettanto nella sua anima. Una narrazione che attrae il lettore in un vortice di colori, odori, tradizioni, speranze e sconfitte, suggestioni che trasportano con grazia il lettore in una dimensione narrativa molto convincente, da cui è facile e bello farsi coinvolgere e molto difficile uscire. -
E tu che cane hai?
Il quinto libro della collana ""E tu?"""", dedicato ai cani, non fa solo sorridere riguardo ai nostri amici a 4 zampe ma vuole essere una denuncia contro chi li abbandona, li tratta male o li sevizia. Zap&Ida, con """"E tu che cane hai?"""" come è loro consuetudine, mettono alla berlina situazioni e personaggi spesso ricorrendo alla satira e al paradosso. Bonariamente ma, a volte, con punte di severe riflessioni sui temi più diversi con la speranza, quasi folle di questi tempi, di poter cambiare in meglio il mondo. Il libro esce volutamente durante la Campagna contro l'abbandono degli animali per contribuire allo sradicamento di questa schifosa abitudine e per sottolineare che il cane è un componente della famiglia e come tale va trattato."" -
Cattiva madre
Una raccolta di ritratti di madri non conformi alle aspettative sociali e per questo, in qualche modo, e certamente per qualcuno, cattive. In nove brani, nove come i mesi che servono per rinascere come madre, vengono tratteggiati alcuni lati oscuri della esperienza di maternità, quelli di cui si fa fatica a parlare perché dolorosi da scovare, dolorosi da ammettere, e comunque tabù per una cultura androcentrica abituata a normare la genitorialità femminile, a sanzionarla quando si discosta dall'ideale materno, e a mitizzarla al punto di renderla irraggiungibile con il grave senso di inadeguatezza che ne deriva per le donne. Da qui il titolo provocatorio “Cattiva madre”, un titolo di denuncia. Fanno, così, la comparsa madri molto diverse tra loro e tuttavia con qualcosa di molto importante in comune, una caratteristica ingombrante, imprevedibile e imprevista e perciò imperdonabile: l'ostinazione a rivendicare per sé la propria preziosa e indisponibile condizione di essere umano, superbo e fragile a un tempo, votato alla libertà di essere chi realmente è e desidera essere a dispetto di tutto. -
Mi chiedo scusa
Non bussa, la depressione. Arriva e basta, svelandosi solo quando ormai ha invaso tutto lo spazio a disposizione. Parla una lingua cruda e schietta, senza metafore né perbenismi. È la lingua della disillusione, della paura, della perdita della speranza. Dell'allucinazione, della fame, del dolore assoluto e totalizzante. È stata questa, per un lungo periodo, la lingua della protagonista. A tratti arrabbiata, a tratti violenta. Nel libro, però, c'è anche molto altro. C'è una luce che si ostina a rimanere accesa sempre, e che a tratti fende il buio con potenza letteraria. C'è una donna che si mette a nudo senza falsi pudori, costringendo il lettore a confrontarsi con se stesso e la propria intimità. C'è arguzia, c'è onestà, c'è intelligenza. C'è un'anima che ha saputo proteggersi e resistere, viva e pura. Ha aspettato che la sofferenza si spegnesse, che il peso si alleviasse; si è rialzata e, oggi, combatte ogni giorno la sua sfida con la realtà, ma ad armi pari. È il racconto di una lotta silenziosa durata anni tra gli opposti che convivono in ciascuno di noi, e di come la protagonista sia riuscita a sconfiggere i suoi demoni e a riconquistare se stessa. -
L'osteria dal Romagnolo... quella in via Sant'Apollonia
L'osteria, a cavallo degli anni Cinquanta e Sessanta, era un vero e proprio rituale sociale, il luogo dove incontrare amici, bere, mangiare e condividere esperienze. Era un luogo da cui passavano personaggi incredibili e indimenticabili, che hanno creato storie che si sono tramandate nel tempo tra mito e leggenda. Ora le osterie hanno lasciato il posto a luoghi d'incontro e di aggregazione. Un anziano affittacamere e uno studente universitario ricordano e ripercorrono la storia dell'Osteria dal Romagnolo, nel centro di Bologna, nel tentativo di salvarne la memoria e di ripercorrerne il significato storico e sociale, ormai perduto. Un percorso che affronta quindici anni di storia e si ferma al limitare di un nuovo decennio e di una nuova epoca. Un susseguirsi di racconti (tratti da storie vere) di chi l'ha vissuta in prima persona e rielaborati da chi, quella storia, l'ha sfiorata appena. Aneddoti nostalgici e moti d'orgoglio di ciò che un tempo era un tratto distintivo di Bologna, ora tenuto in vita nella memoria di questo libro. -
Valdrada
Valdrada è il nome che Calvino diede alla città che si specchia nel lago ne “Le città invisibili”. Questo romanzo, che vuol rendere omaggio a un maestro della letteratura, narra appunto di una cittadina sorta sulle rive di un lago artificiale, un bacino idroelettrico che sta per subire il consueto svuotamento di manutenzione. Ma più che gli edifici, nel lago della nostra Valdrada si specchiano i suoi abitanti. A differenza dei cittadini calviniani, non hanno la consapevolezza di vivere una doppia dimensione, anzi: qui lo specchiamento offerto dal lago, sul limitare di un imminente gorgo, è un'occasione di crescita di consapevolezza e una vertigine di rinnovamento. Diverse sono le vite che incrociano i loro destini a Valdrada: ci sono la parrucchiera zoppa e uno smemorato dalle origini ignote, la cartomante e un uomo che sta morendo, un maggiordomo che va in pensione e un giovane attore che si è messo sulle sue tracce, un barista, il suo amico palestrato e una novizia dalla vocazione incerta, una danzatrice che ama pazzamente la natura. Tutti prima o poi finiranno per specchiarsi nelle acque profonde e lì troveranno una figura enigmatica che guarderà nei loro occhi e saprà interpretare, senza che se ne accorgano, le loro inquietudini e le loro speranze: è il Genio, una metafora liquida della coscienza stessa. -
L'ombrellone
In questo romanzo, come nei precedenti dell'autore, protagonista è la sofferenza dell'individuo, sofferenza che si declina in diversi contesti storico-sociali. In questa opera il protagonista, Luigi, soffre per le intollerabili ingiustizie che lo colpiscono, ingiustizie causate dalla perfidia altrui e favorite dai limiti del contesto sociale. Gli effetti devastanti dell'ingiustizia conducono Luigi alle soglie dell'autoannientamento, a cui si sottrae attingendo alle proprie risorse profonde, intellettuali, culturali, affettive, spirituali: «Luigi pensa, ripensa, poi improvvisamente si avvita al ramo della ragione, come un tralcio d'edera sulla mansarda del palazzo delle illusioni, così vicino al cielo da sembrare una pertinenza di nube». L'uomo riconquista con fatica, oltre alla propria pienezza identitaria, la capacità di sognare: «…ed è subito, d'incanto, come in un sogno, la visione di una spiaggia con un ombrellone grande come un angolo di cielo». -
Hotel de Ville
Una volta lungo le strade antiche c’erano le stazioni di posta, locande dotate di stalla e qualche stanza per riposare. Oggi lungo le autostrade, o appena usciti da un casello, ci sono piccoli alberghi, stazioni di una notte per viaggiatori commerciali, attimi di pausa per chi ha molta strada da fare, approdi insperati per naufraghi delle autoroutes, isole d’amore rubato per amanti clandestini. L’Hotel de Ville è uno di questi: un po’ Bates Motel vagamente inquietante, un po’ fané nel suo aspetto grinzoso di palazzina degli anni ’70, un po’ Canicola nel suo squallore crudele à la Seidl, l’Hotel è un porto di mare: a lui giungono e da lui passano band di giovani rockettari emergenti, anziani in panne sulla via di una improbabile convalescenza, architetti solitari innamorati di un’archeologia industriale in cui si specchiano, ragazzini in fuga dalla famiglia, fantasmi di nonne che cercano di salvarli, finanzieri falliti, giovani donne che fuggono dal matrimonio o che interrogano il metro di guard-rail sotto cui è morto il loro padre, valigie misteriose, psicologhe che tentano di curare vecchie ferite, commessi viaggiatori ossessionati da ritratti femminili del rinascimento e donne che sembrano incarnarli, concierge dalla doppia vita e cameriere curiose delle vite altrui, musicisti girovaghi, ospiti della vita indifferenti al mondo, fioriste straniere in cerca di se stesse e perfino politici di provincia scaltri che qui trovano uno spazio adatto alle loro ‘convenscion’. Insomma i fili delle vite di un’umanità stralunata che intorno a questo albergo a due stelle si sfiorano, si ignorano, talvolta si toccano come all’inizio di un nostro 'Il cielo sopra San Lazzaro'. -
L'eretico che ho amato
Cinquecento anni fa, nel XVI secolo, l'Europa cristiana si spaccò in due. L’Europa centrosettentrionale, guidata da riformatori protestanti come Lutero e Calvino, si staccò dal mondo mediterraneo guidato dalla Chiesa di Roma. Ci furono guerre feroci, alimentate da fanatismi e da interessi economici, e i morti furono decine di migliaia. Gli eretici che finirono sul rogo furono tantissimi. Ma il rogo in cui bruciò lo spagnolo Michele Serveto è stato fuori dal comune. Condannato a essere bruciato vivo dall’inquisizione spagnola, riuscì a scappare la notte prima dell’esecuzione. Cambiò identità e divenne medico a Parigi. In questa veste scoprì la doppia circolazione del sangue. Ma anche in questo caso riuscì a cadere sotto l’inquisizione cattolica francese. Di nuovo condannato al rogo, ma ancora una volta riuscì a fuggire la notte prima di essere bruciato. Alla fine si presentò a Ginevra, dove Calvino aveva un potere personale assoluto sulla città. Forse pensava di trovare protezione da lui e invece fu arrestato, processato e condannato al rogo. E questa volta non riuscì a scappare e fu bruciato in piazza. Doppiamente eretico, dunque, per l’inquisizione cattolica e per Calvino. In fondo lui sosteneva la vecchia eresia ariana: Cristo era figlio di Dio ma non Dio. Quel tragico rogo spinse gli spiriti liberi ad avviare il moderno dibattito sulla tolleranza e sul liberalismo. Si cominciò a capire che bruciare un uomo per difendere un’idea è in realtà solo un assassinio. La narrazione di Carlo Monaco esplora tutti i dettagli di questo racconto storico. Ma a essa si affianca un consistente filo conduttore romanzato. A raccontare i fatti è una donna innamorata di lui che scopre a poco a poco la sua vera identità. Un matrimonio d’amore che doveva coronare la loro storia salta a seguito della vita difficile di questo eretico costretto continuamente a fuggire e a nascondersi. Ma anche questa parte romanzata non è inverosimile. -
Ripaferdine (storie di cortile)
Milano. Una zona come tante, abitata da persone come tante. Almeno a prima vista. Perché quella zona è in qualche modo unica, e unici, nel bene come nel male, sono coloro che vivono lì; un esercito di vinti, di sconfitti, una ""crociata di pezzenti"""" che tuttavia, al di là delle difficoltà in cui si trova, vive, e in qualche misterioso modo riesce persino a essere felice, o quantomeno non smette di provarci. Di questa gente, uomini e donne, """"Ripaferdine (storie di cortile)"""" racconta le vicende, storie minime eppure importanti, sospese tra sorriso e pianto, commedia e tragedia. E il racconto è memoria, memoria di un uomo che giovane visse in quella zona e che ora, per lavoro (è ingegnere edile del Comune di Milano e deve supervisionare una serie di migliorie decise per Expo 2015), è costretto a tornarci."" -
1, 2, 3... Tocca a te
L'ossessione di controllo della cultura occidentale ci ha portato a creare un simulacro virtuale della realtà e a tradurre questa in sequenze di codice binario. Ma così facendo i contorni della realtà tendono a sfumare e la simulazione si ingigantisce fino a sfuggire al nostro controllo, mentre le cose continuano a conservare la loro inesorabile crudezza. ""La vita è sogno"""" diceva Calderon de la Barca... ma in quale incubo si è andato a cacciare Alfredo Zabelli, esperto di sistemi informatici della multinazionale NED, giovane piacente campione di quel cinismo, di quella indifferenza, di quell'arrivismo e di quella anaffettività che connotano tanta parte del nostro mondo?"" -
Non è colpa mia
«Caro/cara, se stai leggendo questa lettera è perché io mi sono ammazzato e potrebbe essere colpa tua»rnrnUn giallo senza nessun omicidio, è la storia di un ragazzo che decide di suicidarsi perché qualcuno gli ha fatto troppo male. Tiezzi, la sua vicina di casa, il vecchio Nascimbeni, suo nonno, Gai, un suo professore, Valentina, la sua ragazza e il suo migliore amico Jari: cinque personaggi a lui legati a vari livelli, cinque indiziati e un solo colpevole. Come viene ben detto nella prefazione di Masella, il punto di vista dei personaggi, narratori in prima persona della loro particolare versione dei fatti, si ribalta continuamente in un caleidoscopio di possibilità e dubbi. Chi di loro, alla fine, potrà veramente dire ""non è colpa mia""""? Cassanelli costruisce una narrazione corale e contemporaneamente alternata, parallela, spiazzante, caratterizzata da registri linguistici differenti per ogni personaggio. Il lettore imparerà a conoscere ognuno di loro poco alla volta, e a riconoscerli nelle loro contraddizioni, paure e convinzioni, in una strenua ricerca della verità."" -
Lune nuove
Un racconto ambientato a Bologna, fra due abitazioni situate nella stessa via ma con destini diversi. È un libro di strade, case, giardini, segreti e rivelazioni. Al centro della storia si muove Costanza, madre e insegnante, donna attiva e impegnata, che si trova costretta ad affrontare da sola le emergenze e gli sconvolgimenti dentro e fuori casa. I suoi figli, Agata, Arturo e Athena – rispettivamente diciotto, quattordici e sei anni – condividono molto del loro tempo con Misal e Mohammed, figli di genitori marocchini, buoni vicini di casa. Il gruppo dei ragazzi più grandi custodisce un segreto e una preoccupazione importante legata a Misal, a cui cerca di far fronte in modo piuttosto inusuale. Poiché inusuale è proprio Misal Birbouz, marocchina di origine e italiana di nascita, diciotto anni, genio della matematica, una passione per l'astronomia che la porta a vagare più fra le stelle che sulla Terra, scienziata in erba ma ancora con molti ostacoli da superare prima di veder realizzati i suoi sogni. Dentro di lei si agita un disagio personale e una difficile decisione da prendere che non riesce a condividere con la sua famiglia. Intorno a lei si stringe il gruppo e si dipana la storia. Nell'incedere del racconto si alternano i punti di vista degli adulti e quelli variegati degli adolescenti, a volte in modo conflittuale, altre volte seguendo il proprio corso, ma mai in maniera separata. Le differenze e le fatiche generazionali si vanno ad incrociare e creano interdipendenza, fino ad estendersi al mondo dell'infanzia con le domande universali che spiazzano, e agli anni della senilità che donano ricordi, dimenticanze ma anche improvvise rivelazioni. -
Border
Questo è un libro sui confini: interiori, familiari e geografici. Louis è un uomo senza grandi qualità, vive un matrimonio stanco e lavora senza troppo entusiasmo nell'impresa di famiglia, un hotel che si affaccia sul golfo di Port sur Mer. L'educazione che ha ricevuto, il paese in cui è cresciuto e il suo rapporto di coppia lo rinchiudono in una dimensione di quieta arresa e silenziosa insoddisfazione, in cui aspira a una libertà che non ha e che tuttavia lo spaventa profondamente. Un evento imponderabile, però, lo costringe a cambiare il corso della sua esistenza: l'incendio in cui perde i suoi genitori lo porta a trasferirsi nella piccola isola tropicale di Border, dove accetta l'incarico di direttore di un resort di lusso, in cerca di un'alternativa possibile alla sua vita con un orizzonte troppo ristretto e in fuga da un matrimonio in crisi profonda. Tuttavia, Border non è il paradiso, ma il luogo in cui emerge ancora di più la limitatezza di Louis, che non riesce a mutare nel profondo e continua a sentirsi ospite, e non protagonista, della sua vita e delle relazioni in cui è coinvolto. Finché gli eventi precipitano a Border: un colpo di stato militare e l'incontro con un bambino speciale daranno a Louis la possibilità di scegliere da che parte stare e a motivare la ricerca di una pace che non sia solo l'illusione dell'oblio. -
Ti amo un sacher
Diamante ha 35 anni, vive a Bologna in un appartamento molto mono e poco locale, ha un lavoro, ah no, non ha più un lavoro, un gatto in comodato d'uso, Dionigi, a cui piacciono i sofficini agli spinaci. Prepara tanti dolci, ascolta tanta musica, abbina le canzoni anche ai calzini e chatta con Caterina e Alice, le sue migliori amiche. Dopo aver pianto per tre giorni e celebrato tutti i misteri dolorosi della sua personale via crucis da licenziamento, Diamante decide di dar fondo ai suoi risparmi investendoli in un corso di pasticceria, anche se l'epilazione definitiva sarebbe stata la scelta più sensata. Tutto molto bello finché non si fa fondere e temperare il cuore da Alfonso, il Maestro pasticciere. -
Amareno e il caso P.P.F.
Amareno è già trilogia. Dopo Passi (Giraldi Editore) e Amareno Fabbri (Cairo Editore) il terzo romanzo di Zap e Ida affronta un tema decisamente attuale: l'animalismo. Il commissario capo della questura di Bologna Amareno Fabbri si trova ad affrontare il caso P.P.F., una storia intricata e spaventosa. In città e nell'immediata periferia vengono commessi in quattro giorni una serie di delitti efferati e crudeli. Gli omicidi, perpetrati in modi diversi, tenderebbero a escludere un serial killer che solitamente uccide seguendo modalità ben precise e sempre uguali. Un racconto che, divertendo, tiene il lettore col fiato in gola fino all'ultima pagina. -
Mia madre mi ha abortita quando avevo 56 anni
«Te l'ho già detto che eri un impiccio, vero? Sì, lo so, te l'ho già detto ma mi fa bene ripetertelo e mi piace anche e te lo ripeterò ancora per tutte quelle volte che, in questi cinquantasei anni, avrei voluto urlartelo addosso ma poi non l'ho fatto. Eri un impiccio. Eri un impiccio. Eri un impiccio. Un impiccio che mi ha rovinato la vita.» Così Maria Luisa Molo, Isa per i famigliari, si rivolge alla figlia che si trova in ospedale in stato di coma. Isa Molo ritiene che la figlia, Ella Rizzi, le abbia rubato la giovinezza e tutto quanto lei si aspettava dalla vita. Donna ambiziosa e vanesia, disposta a tutto pur di evadere dal paese del sud in cui è nata, accetta di sposare un uomo di quindici anni più vecchio che le prospetta le bellezze e le opportunità della Milano del secondo dopoguerra. Ma accade l'imprevisto: rimane incinta durante il viaggio di nozze. La nuova condizione di madre a soli 24 anni fa saltare tutti i suoi piani e scombussola la sua vita. A nulla serviranno i suoi primitivi e ingenui tentativi di impedire la nascita della figlia. Dal momento del parto Maria Luisa ingaggia contro la figlia una terribile lotta sotterranea, silenziosa e inconfessata fatta di soprusi e vessazioni psicologiche che durerà per tutta la vita. Isa Molo abortì sua figlia in silenzio tutti i giorni per 56 anni fino al momento della confessione che per lei sarà anche il momento della liberazione. A raccontare e commentare la storia delle due donne sono due voci fuori campo: il medico che l'ha udita in presa diretta e un collega a cui la riporta. Uno sguardo esterno obliquo, da dietro il paravento, che entra nelle più enigmatiche e disturbanti profondità della signora Molo, un personaggio che scomoda le parti più oscure nascoste in ognuno di noi – rabbia, risentimento, rimozione, velleità, invidia, frustrazione – e nel coraggio di Ella, una ""ragazza intrepida"""" piena di forza interiore e speranza.""