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Altra stagione
Cecilia, 70 anni compiuti, e Giordano, un senzatetto forse di poco più giovane, vivono l’inverno nell’attesa di ritrovarsi in primavera sul sagrato dove lui stazionava e dove Cecilia era arrivata nove mesi prima sotto la spinta della fiducia assoluta nel potere salvifico della parola. Non si erano mai visti prima, eppure lei lo aveva istintivamente scelto perché l’aiutasse, ascoltando la sua narrazione e dialogando con lei, a sconfiggere un pensiero improvviso e nefasto che le stava provocando continui attacchi di panico. Giordano era passato dal silenzio scandalizzato e offeso all’ascolto attento e coinvolto di una vita per lui assolutamente stravagante ed esagerata. Gli era poi arrivato il bisogno, in autunno, di cominciare a parlare ed erano venuti a galla ricordi tanti e dolorosi della sua vita, che credeva di aver accantonato per sempre. Era così successo che l’intimità delle confidenze e la spontaneità dei silenzi e la vicinanza dei loro corpi diventassero desiderio, e la sua emozionata manifestazione fosse il loro saluto prima che Giordano lasciasse il sagrato per la ricerca di un posto adatto al grande freddo. C’è tutto questo vissuto nell’attesa della primavera, e l’intimità dell’ultima sera domina le emozioni e i pensieri dei due protagonisti che intanto vivono quella stagione separatamente, senza sapere nulla l’una dell’altro. Per i primi tempi non hanno dubbi e fantasticano ognuno a modo proprio che a fine inverno si ritroveranno e riprenderanno da dove hanno interrotto. Poi, mentre i giorni scorrono per entrambi troppo lentamente, l’attesa gioiosa impaziente desiderante scivola nel dubbio, nell’incertezza, nella consapevolezza di quanto diversi siano e di come le loro scelte di vita possano rendere difficile incontrarsi come quell’ultima sera. Si può tornare a prima di allora? A primavera la risposta. -
L'uva e l'acciaio. Biografia romanzata del tenore che fece tremare il Metropolitan di New York
Cos'è il talento? Ne siamo tutti dotati? Quando diventa illusione e inganno? Attorno a queste domande ruota L’uva e l’acciaio. Un dialogo immaginario tra il grande tenore di fama mondiale, Daniele Barioni, e un giovane artista. A confronto sono due mondi, due generazioni, due temperamenti. Tutto si snoda attraverso il concetto di sogno, nostro e altrui, che spesso vogliamo raggiungere a costo di smarrirci, intimoriti dall'idea di deludere chi ha proiettato in noi speranze proprie. C’è la famiglia, che può farci volare o castrarci. La casualità. Il coraggio. L’ambizione. La biografia di Barioni diventa strumento per riflettere sul concetto di successo e di carriera, che è tale solo se non ci snatura. Un inno alla costanza e alla determinazione che diventano merito e orgoglio. Valori che oggi vacillano, quasi fossero accessori e non indispensabili. E così Barioni diventa Maestro di canto e di vita sottraendosi al ruolo. Perché i grandi della storia, da sempre, la differenza la fanno con la loro umanità. Ghedini, col tratto che la contraddistingue, lascia il lettore con i suoi protagonisti senza concessione di particolari, luoghi, spazi. Una scrittura concisa ed essenziale, figlia dell’essere giornalista, che sviscera i sentimenti in tutte le loro declinazioni. -
Bobine. Antologia di racconti brevi
Giraldi editore ha sempre puntato sul racconto, creando negli anni una collana esclusivamente dedicata a questa forma narrativa. Questa antologia è la naturale continuazione di questo percorso di ricerca letteraria. Giraldi Editore ha voluto indire un bando aperto a tutti e a tutte scommettendo proprio sul racconto e su scritti inediti in forma breve volutamente senza indicazioni tematiche, diversamente dalla consuetudine delle antologie. ""Bobine"""" invece spazia tra i generi e le tematiche, senza congiunzioni logiche tra un racconto e l'altro, ma solo apparentemente perché leggendo un racconto dopo l'altro ci si accorgerà del filo nascosto che li tiene tutti insieme, tutto da scoprire. La sfida era indagare l'immaginario collettivo e multiforme della contemporaneità, di questa seconda decade degli anni Duemila, per capire e narrare le gioie e le paure delle persone, le aspettative, i sogni, la memoria e il presente. Non sorprenderà quindi trovare racconti surreali, talvolta grotteschi, vicini ad altri che ci parlano del presente, come la narrazione di migrazione (lo spauracchio della questione migratoria, cartina di tornasole di una società in cui odio e paura vengono fomentate subdolamente), spostamenti, viaggi, insieme alla questione razziale, di classe, la disparità di genere tra uomini e donne, la difficoltà di comunicazione e comprensione tra generazioni diverse. E non mancano certamente i temi cari al racconto: la famiglia, la coppia, la malattia, la maternità, le separazioni dolorose, i tradimenti, i fantasmi, le assenze, le grandi storie di incontri e di passione, il passato, uno sguardo sul futuro. Alla fine della lettura è come se avessimo dispiegato davanti a noi un immaginario a mosaico il più variegato e impensabile, un caleidoscopio che ci racconto del nostro presente, del Paese in cui viviamo, delle speranze e delle angosce di ognuno di noi, della fantasia e delle bellezza della poesie e della scrittura, del potere dell'immaginazione."" -
Alone. Racconti
"Alone"""" è un’idea. Impalpabile ma indelebile, come un alone appunto, impressa da tempo nella mente di Paolo Alberti, autore e curatore della raccolta. Un’antologia di racconti, che quasi didascalicamente ne riflettono il titolo e il filo conduttore, trasversale e poliedrica nei generi, dal noir alla fantascienza, dal comico al drammatico. Le storie di """"Alone"""" infatti hanno come protagonisti la solitudine e l’invisibilità, osservate o vissute da ogni punto di vista, in un mondo in cui invece l’aspetto social sembra essere l’unica chiave per esistere e affermare la propria identità. Ed è forse l’unica antologia il cui titolo è perfettamente calzante e traducibile in italiano, quanto in inglese. Alone, come un respiro che si rapprende su un vetro gelido d’inverno, come una macchia che proprio non se ne vuole andare. Ma anche Alone, all’anglosassone, ovvero solo, solitario, o ripiegato su se stesso. Uno stretto manipolo di scrittori, già pubblicati, si è cimentato nella sfida di declinare in modo molto personale e variegato l’immagine evocativa di """"Alone"""", riuscendo nell’impresa di rendere meno invisibile l’invisibilità e meno sola la solitudine." -
La mia resilienza in un corpo morbido
Sono molti i dolori che possono lasciare impronte indelebili sulle persone, a maggior ragione se questi dolori vengono sperimentati in giovanissima età. Ognuno di noi, a modo suo, ha vissuto sulla propria pelle almeno una volta nella vita un dolore tanto forte da far mancare il fiato. I più fortunati possono raccontare di aver ricominciato a respirare non solo grazie a una propria propulsione interna ma anche grazie all’aiuto di una persona che gli è stata a fianco e che l’ha accettato nella sua totalità, difetti compresi. In queste circostanze chi sta vicino può essere una madre, un padre, una moglie, un marito o gli amici... Ma cosa accade quando sei costretto a vivere oltre alle quotidiane avversità della vita anche il rifiuto di una madre, di un marito o degli amici? Si potrà mai arrivare ad accettare se stessi nonostante il mondo intero – in primis tua madre – ti abbia rifiutato? Si può accettare il proprio corpo morbido, non conforme agli standard di bellezza che la società richiede e continuare disperatamente a voler essere felice nonostante tutto e tutti? Marzia Di Sessa racconta romanzando la storia vera di Marianna Lo Preiato, oggi donna di grande successo, moglie felice e madre realizzata, che ha fatto del suo corpo morbido, da sempre discriminato, un orgoglio, fondando l’associazione Curvy Pride, di cui ancora oggi Marianna è presidente. Grazie a questa associazione Marianna, che ha subito il rifiuto costante e perpetuato nel tempo da parte della madre, degli amici e a tratti persino del marito, accoglie tutte quelle persone che non si sentono accettate per il proprio corpo. In questo libro, Marzia Di Sessa, in un continuo confronto fra presente e passato, racconta in prima persona una storia fatta di resilienza, di traumi vissuti, affrontati e infine superati. È la storia vera di come questa straordinaria donna sia riuscita non solo a sopravvivere a ciò che ha dovuto affrontare ma sia addirittura arrivata a riconquistare la propria dignità di donna e di persona e di come sia diventata collante tra culture completamente differenti come Napoli e Bologna. Marianna, senza mai voler salire in cattedra e senza mai additare nessuno, mette a nudo la propria anima semplicemente analizzando i dolori in profondità fino a riuscire a mettere una certa distanza tra lei e il suo passato, che però mai ha rinnegato, come mai rinnegherà il suo amore per la pizza e come dice sempre lei “E magnatella ’na pizz!”. Prefazione di Maria Teresa Ruta. -
Rapkoka
Il commissario Lucien Bertot ha un nuovo collega: suo figlio. Antoine non è più un bambino: ha compiuto diciassette anni. Abbastanza per Lucien. E anche per Antoine. E comunque non è tempo di indecisioni. C’è un altro caso, e va risolto in fretta: trovare Mr Bye-Bye, il killer dei rapper. Prima che uccida ancora. I Bertot: li chiamano così al Quai des Orfèvres, i colleghi amici e anche gli altri, quelli che dell’amicizia non sanno che farsene. I Bertot: il nome è piaciuto anche ai giornali francesi, perché le indagini condotte a due, da un commissario e da suo figlio ancora ragazzino, fanno notizia. L’idea funziona. Il commissario non rinuncia al suo stile di vita antiquato e ribelle: sinfonie di Tchaikovsky sul giradischi, metodi sbrigativi che le scuole di polizia non insegnano, qualche amico delinquente e amori impossibili. Antoine è lo sguardo sul mondo moderno che suo padre si rifiuta d’avere, tra locator, app, database e altri strumenti insospettabili per Lucien Bertot. A parte questo, Antoine ha una dote ereditaria: un infallibile istinto investigativo. Tutto suo padre. Quanto alla musica, niente classica per Antoine. Lui fa il rapper. Forse non è un caso che i Bertot si siano ritrovati lungo la loro strada proprio Mr Bye-Bye. E in ogni modo sarà una lunga strada: una caccia all’uomo da Parigi a Londra a Oslo. E oltre. In nome di una parola misteriosa: Rapkoka -
Storia di un «fatturén» diventato cronista e scrittore
In questo libro autobiografico Romano Stagni (classe 1936, uno dei decani dei giornalisti pubblicisti bolognesi) racconta la storia piuttosto anomala e movimentata della propria vita. Si tratta di una cavalcata lunghissima nel tempo, caratterizzata, com’è normale, da gioie e dolori, che parte dagli anni del regime fascista e della guerra, quando i bambini crescevano senza la televisione, per arrivare all’attuale era digitale. In sostanza queste pagine sono il compimento della trilogia intitolata ""Romano al fatturén"""" pubblicata con successo negli anni passati. In quei tre volumetti venivano raccontate soprattutto le vicende di un cinno di modestissime origini che aveva poca voglia di studiare e per questo, subito dopo le elementari, era andato a fare il garzone di bottega. Ora viene proposto anche il seguito fino ai giorni nostri. È una storia che riguarda la bellezza di una settantina d’anni suddivisi in cinque fasi: fanciullezza, adolescenza, giovinezza, maturità e... terza età."" -
La lamina del tempo
Un salto enigmatico nella psicologia dell'uomo contemporaneo contraddistingue questo romanzo. I due protagonisti, Giovanni e Luisa, risultano prigionieri di esiti traumatici e di irrisolti nodi emotivi, fino all'impossibilità di vivere il loro rapporto di coppia. Un tema scottante nella realtà contemporanea, quello della disgregazione della famiglia nucleare, scandagliato dall'autore con intuito psicologico e con il senso del destino, che domina su tutto, tagliando, con la sottile lamina del tempo, l'esperienza dell'uomo. -
Natura d'altri mondi. Testo russo a fronte
Poesie di vari autori russi con traduzione in italiano. «La cosa che più mi colpisce nei versi di questi autori è come il loro sguardo cristallino sulle cose apparentemente semplici che li circondano riesca a riconoscere in tutto la meraviglia che le apparenze nascondono, e a tradurla facilmente in parole. A volte con il pregio di una grandissima immediatezza, che rende ancor più intenso il desiderio di far emergere, come fanno loro, la bellezza e il mistero racchiusi in ogni aspetto della vita e del mondo. È una piccola scorciatoia verso l'illuminazione, dato che in molte dottrine esoteriche il requisito principale per arrivarci è appunto l'attenzione, la presenza consapevole» (Fantomars). ""Colpiscono in questi testi la musicalità, la fede nell'organizzazione ritmica del linguaggio – evidenti, grazie alla versione di Vasily Biserov, anche attraverso l'inevitabile impoverimento del passaggio all'italiano. Colpisce, anche, il coraggio nell'interrogare gli eterni grandi temi esistenziali, insieme a una sorprendente vicinanza alla natura. Chi oggi proscrive aprioristicamente l'immaginario naturale e nega ai testi poetici la """"salvezza per sola metrica"""" troverà probabilmente irritanti queste poesie. Per tutti gli altri, fra meraviglia, straniamento e perplessità, la traduzione si conferma ancora una volta come via insostituibile d'incontro con l'Altro». (Roberto Batisti)."" -
L'era del cinefumetto. Il modello dell'universo cinematografico Marvel nel panorama filmico internazionale
L’ecosistema narrativo è un racconto che si dirama attraverso più media interconnessi tra loro, e l’esempio di maggiore successo è sicuramente l’Universo Cinematografico Marvel. L’autore traccia un percorso che parte dall'influenza di franchise come Blade, X-Men, Spider-Man e Batman di Nolan, per poi analizzare criticamente significati e collegamenti interni ed esterni di ogni film della Saga dell’Infinito, testa di ponte dell’intera struttura filmica prodotta dalla Casa delle Idee a partire dal 2008. Autore del libro -
In punta di piedi tra le stelle
Asia ha passato i trent'anni e ha una vita come quella di tante giovani donne: fa la chef, un lavoro che la appassiona, e una vita ricca di serate passate a ridere con le sue migliori amiche e suo cugino, che è per lei come un fratello. Ma forse le manca qualcosa? L'amore? Ed è così che si innamora di nuovo, nonostante le reticenze e gli uomini non adatti del passato. Si innamora di un uomo perfetto per lei, in tutto e per tutto, tranne in un aspetto: è impegnato ed ha un figlio. Ed è così che Asia deve imbattersi in una nuova montagna da scalare, i suoi contrasti emotivi che la portano a sentirsi in colpa nel ruolo dell'amante ma allo stesso tempo una combattente innamorata che crede che l'Amore possa vincere sempre. In punta di piedi tra le stelle è questo: una storia di amicizia, e una storia d'amore, forse sbagliata. Ma chi decide cosa sia giusto e cosa sbagliato? -
Ho smesso di tremare
Da sopravvissuta voglio raccontare la mia storia dopo aver toccato quasi con mano la morte. Quando la libertà mi era stata tolta per colpa di chi ha voluto farmi credere colpevole. Ho scoperto tramite la forza e la voglia di continuare a vivere che anche nei momenti più bui e senza vie d’uscita si può riprendere a respirare, e a vivere. Oggi sono una donna e ho un obiettivo. Quello di continuare a ribellarmi contro un argomento ritenuto vergognoso, proibito, ancora tabù. Vorrei un mondo migliore, ma questo può dipendere soltanto da ognuno di noi. Incominciando a parlarne senza vergogna e timore. Io oggi sopravvissuta respiro ogni attimo di libertà che questa vita ha voluto lasciarmi ancora”. -
Il ritardo
Una vacanza, la giovinezza, l’imprevisto. L’amore improvviso e il destino assurdo si mescolano nella vita di Eleonora come un meteorite senza scampo. Situazioni irrisolte e desideri potenti porteranno quella ragazza, diventata donna adulta, a ripercorrere quegli itinerari, ritornare in quei luoghi che le hanno segnato e cambiato la vita, nel tentativo di rincontrare persone e rimettere in sesto un mosaico frastagliato. Il Tirolo, sul versante austriaco e poi su quello italiano, è il teatro di una vicenda che si snoda per un arco lungo venticinque anni: “1995” e “2020” sono infatti i capitoli che si susseguono ripercorrendo altrettanti momenti che si sono incrociati nella casualità inaspettata di molte esistenze e personaggi. Prefazione di Isa Grassano -
Un giorno sì un altro no
“Avrete giorni felici”. Solleticata da un oroscopo in cui di solito non crede, Arabella si muove alla ricerca di questa felicità. Imbranata e disillusa dall’amore – con un impiego che più “nero” non si può, scrive necrologie – si lascia condizionare dalle previsioni astrali dal giorno in cui casualmente incontra Ludovico. Ludo per gli amici, Ludo come gioco (ludus) che può anche fare male. Ludo enigmatico, schivo e riservato, di cui si sa poco o nulla. E tuttavia, il suo essere affascinante disorienta Arabella che si abbandona al sogno, all’evasione, al piacere e alla voglia di barattare il sempreepersempre con il perora. Perché come sosteneva Emily Dickinson: “per sempre” è composto da tanti “ora”. Così tra il tempo speso a consultare il calendario astrologico e a fare i conti con un passato che qua e là riemerge, Arabella impara che ci sono “giorni sì e giorni no” ma anche che ci sono cose che i pianeti non possono svelare. “Astra inclinant, non necessitant” sostenevano gli antichi, che però non negavano l'esistenza di un flusso extra. Lo stesso che si è creato tra i due protagonisti, un incastro meraviglioso di teste e di corpi. Un incastro però fuggente e destabilizzante: Ludo appare e scompare come per magia. A poco a poco, Arabella apre gli occhi, cambia vita, casa, s’inventa un lavoro bizzarro e ci si getta anima e corpo. E quando finalmente, la ruota inizia a girare nel verso giusto e sembra che ci sia pure un nuovo uomo all’orizzonte, ecco che Ludo – in un momento di disperazione o, chissà, di vero amore – si toglie la corazza e confessa le sue fragilità, quelle che nessuno è stato in grado di predire. Sullo sfondo di una Roma incantevole, si consuma una storia ironica, romantica, piena di ritmo, tra attese e conferme, dolcezza ed erotismo, spunti di riflessione e che apre a un finale del tutto inaspettato. Un romanzo che parla al cuore con il cuore e ci insegna che le emozioni forti durano poco, perché, forse, più a lungo non potremmo reggerle. Ci ricorda che non esiste la persona perfetta. Esiste chi combacia alla perfezione con il “nostro” essere imperfetti, qualsiasi sia il suo segno zodiacale. -
Storie di pirati, corsari e... «piratesse»
Erano parecchi i pirati e i corsari che in un tempo oramai lontano infestavano i mari abbordando le navi per impossessarsi dei loro carichi. Pirati e corsari, ovverossia predoni degli oceani. Personaggi senza scrupoli che seminavano morte senza pensarci troppo. C’è, però, una distinzione da fare su quei filibustieri, poiché i corsari non predavano soltanto per loro, lo facevano anche per alcuni stati bisognosi di danaro per continuare le loro costose guerre, in primis, l’Inghilterra, mentre i pirati lo facevano esclusivamente per loro uso e consumo. Includiamo anche un paio di racconti sui pirati dello spazio, argomento molto apprezzato dai ragazzi di oggigiorno. Abbordaggi e assalti all’arma bianca sono il motivo dominante di ogni racconto che si conclude con la morale. Non mancano le avventure delle ragazze, le cosiddette “Piratesse”, storie elencate a parte. I racconti sono corredati da illustrazioni di Luisella Ganduglia, Anna Piazzi e Andreea Georgiana Mocanaelu. Età di lettura: da 8 anni. -
Bologna al tempo del Coronavirus
“L’insuperabile bellezza di una città che si mostra nuda a visitatori inesistenti agita le pagine di questo libro come un soffio di vento liberatorio. Nelle piazze spogliate di vita, sotto portici affollati solo di luce, guardando finestre rovesciate, affacciate su interni di case inviolabili, sbuffa il sollievo di una sventura finita, la paura di un dolore che ancora si fa sentire insieme alla speranza che tutto questo diventi presto solo memoria: ecco la Bologna ai tempi dell’epidemia, che bisogna ricordare per potere, finalmente, dimenticare. Paolo Miccoli ce la racconta usando il suo alfabeto di immagini. Il risultato è un linguaggio di prospettive, di scalinate dove la fine è di nuovo l’inizio, di fughe in panorami senza fondale, fotografie che paiono quadri, quadri che rubano all'obiettivo il sogno nascosto dietro il reale. C’è un’ombra che insegue le emozioni della città vuota” (dall'introduzione di Gianluigi Schiavon). -
Dadoll®. L'animatore per bambini. La nascita. Ediz. italiana e inglese
Dadoll è il nome creato per un personaggio di fantasia: un piccolo cagnolino con due orecchie lunghe, un nasino triangolare e due occhioni grandi grandi. Come tutti i cani ama saltare e giocare. Ma non solo: Dadoll è un cagnolino speciale che cammina, lavora e balla! E tanto altro ancora. Nato dalla penna della sua autrice, Dadoll diventa baby-sitter di Ale, il bambino appena nato dei suoi vicini di casa. Da quel giorno diventano inseparabili! Quante le avventure che vivono insieme: dalle passeggiate in carrozzina e passeggino, alle prime pappe e giocattoli, alla spiaggia e alla scoperta dei colori! Questa e tante altre storie vi aspettano nel primo libro di Dadoll, insieme a tanti cagnolini da colorare con i colori primari, secondari e terziari! Età di lettura: da 3 anni. -
Despina. Le avventure di una Pulcinella di mare orfana, di una grande Alca solitaria e un branco di feroci topi bianchi
Una giovane pulcinella di mare di nome Despina rimane sola dopo la morte della madre e l’abbandono da parte del padre. Quando deruba del suo cibo un’altra pulcinella di mare, Despina teme di poter essere punita dai più anziani e per questo decide di fuggire dalla sua isola e di affrontare il mare. Qui, trova e incontra una curiosa creatura, un’alca impenne chiamata Fletcher. Qui inizia per Despina e Fletcher un viaggio verso la loro grande avventura. Despina è una storia che insegna a vivere: perché la vita può prendere diverse pieghe, ma ciò che conta è come la affrontiamo. Se faremo come Despina, non avremo mai paura di ciò che potrà succedere: la sua resilienza non la fa mai perdere d’animo e la porterà sempre, in ogni caso, a superare ogni possibile ostacolo. Despina è anche una storia che insegna molto sul mondo degli animali e dell’ambiente: se l’impianto narrativo è inventato e puramente fittizio, è vero che gli animali sono realmente esistenti e i loro problemi (essere minacciati dall’estinzione, vedere il proprio habitat invaso dagli umani e messo a repentaglio) sono assolutamente reali e contemporanei. Il tema ecologico è in primo piano, così come il tema della responsabilità che ognuno di noi ha come essere umano di difendere, salvaguardare e sostenere le altre creature e l’ambiente. Despina è un libro didattico, che abitua a sviluppare sensibilità verso il mondo che ci circonda: giovani ragazzi e bambini potranno trovare una dettagliata sezione di domande e risposte sugli animali e sui luoghi menzionati nel libro, soddisfacendo una naturale curiosità e invitando a una presa di coscienza verso temi altamente umani. Età di lettura: da 8 anni. -
Il ventaglio del tempo
Questo romanzo, che chiude la “Trilogia dell’Umano”, sviluppa i temi già introdotti dai due precedenti romanzi, nell’ambito di una saga familiare, sullo sfondo della crisi economica dell’ultimo decennio. In particolare, il tema del dolore profondo, ancora una volta causato dalla malvagità umana, cui soggiacciono i protagonisti dei tre romanzi, in quest’opera assume carattere di ineluttabilità per quanto riguarda il protagonista Antonio: “Antonio conviene sulla ineluttabilità del suo dolore. Gli sembra che ogni cosa si decomponga irrimediabilmente in tanti frammenti”. Tuttavia, come in tutte le opere di questo autore, non c’è spazio per la resa del protagonista al destino persecutorio e per la rinuncia a vivere pienamente l’avventura dell’esistenza: “Gli è ancora caro questo luogo, che rivede nelle case di stile antico, nelle vie, nei sentieri, negli spazi della conoscenza in cui apprese il senso felice della vita, anche nel dolore profondo”. Ancora una volta è l’amore, difficile e travagliato, ma infine salvifico, che sostiene nella resistenza ai colpi del destino, conducendo gli innamorati “a percorrere lo stesso sentiero della vita, vicini come due tronchi di betulla, a guardare insieme l’orizzonte di nebbia”. Su tutto domina il tema del tempo, uno dei leitmotiv dell’intera opera narrativa e poetica di Mario Agnoli, “lamina infuocata” che attraversa l’esperienza umana, recidendone la continuità, divoratore di ogni cosa (“il tempo, questo tempo… è una insaziabile piovra che divora persino le illusioni”), che dà compimento alle trame del destino (“Un altro cerchio della saga familiare si chiude improvvisamente”), che pervade la storia di ciascuna vicenda esistenziale (“Ed è sempre l’alito del tempo che ritorna… a rivelare i segreti delle inerzie, dei pensieri oscuri, dell’incolmabile noia che assilla”). Le oscillazioni del grande “ventaglio del tempo” definiscono i “bordi” della nostra esperienza, ma la speranza, che si colloca al di fuori di essi “come un’ala incoerente”, segna il punto d’uscita dalla palude esistenziale dell’essere umano, non solo “pellegrino svagato”, ma anche “viandante innamorato”. -
Countdown
Se di colpo le prospettive si appiattissero e il futuro venisse negato, quale potrebbe essere la reazione possibile? Dopo quarant’anni non vissuti, per insicurezza, paura e una cronica fuga in un mondo immaginario, Arianna riceve una diagnosi che non le lascia scampo. Dalla sua cameretta, dove è nata e dove ha trascorso un’esistenza mai sbocciata, il risveglio dal letargo è drammatico e una divorante fame di vita la sbalzerà, all’improvviso, verso luoghi e situazioni impensabili fino a poco prima, in un viaggio senza tregua che, giorno dopo giorno, ora dopo ora, la renderà una donna irriconoscibile. Un conto alla rovescia durante il quale recuperare tutta una vita e grazie al quale capire che, superati i propri limiti, niente è davvero impossibile.