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L' albero custode
Questa raccolta poetica è costruita come un organico percorso interiore per ritrovare le radici e accettare e affrontare una realtà che cambia... -
Carmina relicta
Sentimento e intelletto, cuore e ragione in un ritmo essenziale si riflettono in questa raccolta poetica espressione di stagioni diverse della vita. La memoria è in primo piano e i versi penetrano in profondità e potrebbero definirsi carsici per la vocazione di scavare e generare nel lettore, senza sforzo, una sinfonia che si trasforma in sintonia, pur restando isolati, schivi. È una poesia senza tempo e in uno spazio senza luogo con la volontà di ragionare sul senso della vita, di entrare in un'immagine che si propone usando la funzione mnemonica valida nel presente senza dimenticare il vissuto e fissando un incerto futuro. Alla fine il discorso è quello di un lungo fluire di pensieri per esprimere il dramma esistenziale senza scoramento, affidando i versi all'introspezione, in un ricco chiaroscuro di sensi. -
Artista e dilettante. Tipologie creative tra Romanticismo e Novecento
La divisione del lavoro imperante si pone come argine all'esperienza, tutto è ridotto al meccanismo di scambio delle merci dove il mistero scompare e ogni cosa è messa in bella mostra come in un grande mercato. Nel saggio Sergio Armaroli ha tenuto sempre presente il quoziente di realtà e la dimensione storica e politica delle tipologie creative analizzate, puntando l'attenzione sul binomio problematico arte-vita. Artista e dilettante rappresentano due poli dialettici caratterizzati da una parte dalla tendenza verso l'oggettività della realtà e dall'altra dalla tendenza verso una soggettività compiaciuta. -
Il tempo e un amore
Questa raccolta poetica percorre un viaggio nella passione, nel dolore, nel ricordo. È un cammino nella vita di un uomo qualunque nella sua quotidianità, nelle attese, nelle paure, nelle speranze. Non ci sono indicazioni precise se non il vagabondare o scrutare l'orizzonte. La poesia, come un canto sommesso, senza orpelli né retorica, priva di punteggiatura, è libera e viva, prende dal tempo il fluire e ne fa suo corpo, con la serena semplicità di una passeggiata nei boschi. -
La canzone di Tommy e Blu
Tommy ha nove anni quando incontra Blu, la donna della sua vita. Lui viene da un'umile periferia, ama il calcio e la musica, è il più piccolo di quattro fratelli e ha due genitori che lo circondano d'affetto, ma ha paura della solitudine. Lei, figlia unica in una famiglia ricca, cresce tra tate e cuoche, cambia spesso città e in ognuna si sente precaria e abbandonata. Le vicende personali in questo romanzo di formazione attraversano quelle più grandi della storia, in un confronto tra generazioni e tra mondi, sociali e intimi, lontani anni luce eppure così vicini da arrivare a tenere insieme i due protagonisti una vita intera. -
Alda Merini, mia madre
L’appassionante, eccentrica e disperata vita della grande poetessarnraccontata dalla figlia a dieci anni dalla sua morte.rnrnAlda Merini è la poetessa più celebre,rnamata e popolare del Novecento italiano.rnUno dei motivi del suo grande successo risiederncerto nel racconto di sé e della propriarnvicenda biografica che metteva nei suoi versi.rnUna vita, la sua, eccezionale e unica, intensa,rnappassionante e appassionata: il precocerntalento letterario e la frequentazione finrnda ragazzina di intellettuali e premi Nobel (darnGiorgio Manganelli a Salvatore Quasimodo arnPier Paolo Pasolini), la malattia mentale – chernall’epoca si curava con gli elettroshock – e irnvari ricoveri negli ospedali psichiatrici, i grandirnamori e la passione costante per gli uomini,rnil successo, anche televisivo, arrivato quandornera anziana, la vita di quartiere sui Navigli...rnAlda ha raccontato la sua storia nellernpoesie, e in interviste, ma spesso con unarnrievocazione fantastica della memoria, così da lasciare spazio a biografie approssimativerne inattendibili.rnPer la prima volta, in questo libro, larnfiglia Emanuela, nata quando Alda avevarn24 anni e che le ha fatto un po’ da mamma,rnunica tra le 4 figlie a non essere data in affidorne ad essere rimasta in casa con i genitorirnfino ai 20 anni, ricostruisce la vita dellarnmadre. E lo fa con grande amore e lucidità.rnNe viene fuori un ritratto franco, ben piùrncomplesso di quello che era finora noto: l’infanziarnnel dopoguerra, il forte attaccamento alrnpadre, il desiderio dei ricoveri che, nonostanterntutto, la “curavano”, la difficoltà ad adattarsirnalla vita di moglie e di madre, la generosità, ilrnnarcisismo, le eccentricità. Il libro contiene un insertorndi foto di famiglia. -
Isolario. In viaggio dalla Terra dei Sette Fiumi
Vari registri metrici danno vita a una mappa, un Isolarlo, che il lettore utilizzerà per orientarsi in un mondo inesplorato, con dolci campagne, quiete valli, alte montagne, lidi solitari, popolato da personaggi totemici. È la provincia italiana dei nostri tempi, la Terra dei Sette Fiumi che si presenta in un linguaggio polisemico e dà la possibilità di trovare e percorrere vie segrete per riscoprire se stessi e il rapporto con l'Altro, per divenire cartografi del proprio Isolario. -
Parole affamate di parole
Contrazioni e distensioni, redenzione e baratro, amore e repulsione. Un inesauribile vaso di Pandora che José Molina ha plasmato in immagini.rn«Mi piego ma non mi spezzornmi fletto ma non mi incrinornmi inchino ma non mi umiliorninciampo ma non mi scheggio»rnIn questa nuova raccolta di Stefania Rabuffetti ogni poesia ha la sua data di composizione. Come a significare la messa in scena di un diario in versi emersi dal magma confuso e indistinto dell'esistenza e dell'esperienza, raccogliendo parole e significati, immagini ed emozioni per disporli e comporli in un ordine: quello che potrebbe ricordare l'organica struttura di un racconto in progress, composto momento per momento, nell'emorragia del tempo che sembra divorarli. L'inserimento della data di composizione in ogni poesia e il sottile lavoro di rimpaginazione compiuti, a freddo, sul corpo del testo, dimostrano l'intento di creare un effetto complesso di contemporaneità e, al tempo stesso, di stratificazione. -
Dalla parte dei vivi. Poesie 2004-2014
"Lette in successione, le cinque sillogi raccolte in questo libro mostrano una impressionante maturazione: in quel bruciare i tempi viene progressivamente incenerito ciò, che, pur essendo significativo, non è essenziale. Emerge con nettezza un percorso che dalla sincerità approda alla verità, percorso non a caso speculare, e quindi in apparente contraddizione, a quello che dalla focalizzazione linguistico-espressiva approda alla apparente facilità comunicativa. Non è una conquista di autenticità, è l'effetto di un fenomeno più profondo, che quasi con violenza ha imposto al soggetto di rivedere le proprie gerarchie di valore e, nello stesso tempo, lo ha costretto a denudarsi. Questo qualcosa è la malattia. Da qui parte la seconda stagione poetica di Elena Salibra, caratterizzata da un impietoso cadere di veli, di schermi e di alibi. Il nucleo è la rinuncia, forse più imposta che voluta, alla pretestuosa distinzione fra l'io lirico e l'io biografico, dunque al pudore e alla vergogna. Chi è consapevole di non avere un futuro, non trova più consolazione nel passato: nutre la sola imperiosa esigenza di comunicare questo suo presente, questa sua condizione, l'unica che riesce a concepire. Lo schermo dell'io letterario cade. La voce di Elena si accampa sola. Sola e straordinariamente limpida, ferma, consapevole, ferocemente sincera, e spudorata."""" (Marco Santagata)" -
La finestra
È una notte d'agosto, Sonia non riesce a dormire. Nel palazzo di fronte vede un uomo seduto al computer, e dietro quella sagoma sconosciuta può immaginare tutto. Tanto da sentirsene innamorata. Il romanzo si snoda lungo i fili che la protagonista tesse attorno a sé: quelli vicini, come la sorella, la madre, l'amica del cuore; e quelli meno prossimi, o ingarbugliati: gli inquilini, il fidanzato geloso, un giovane musicista amante dell'arte... Fili che, una volta dipanati, consentono di riconquistare l'equilibrio interiore, in un gioco di specchi con se stessa. -
L' immaginazione (2019). Vol. 312
"L'immaginazione"""", rivista di letteratura diretta da Anna Grazia D'Oria, è presente da ventidue anni e si conferma una realtà davvero interessante, soprattutto per la poesia. Esce con cadenza bimestrale, rivolgendo particolare attenzione alle tendenze poetiche contemporanee, con la presentazione di versi inediti di poeti noti e meno noti. Per gli appassionati del genere la rivista, fiore all'occhiello del gruppo editoriale Manni, è una miniera inesauribile di notizie, approfondimenti e curiosità sulla poesia contemporanea mondiale." -
Non raccontarmi il cielo
Il fiore della poesia di Luigi Palazzo sboccia sul terreno intellettuale e morale. È espressione vivente di umanità. La sua filosofia, mai disgiunta da un'anima pulsante, è metodo di umanizzazione. La sua rima è linfa per il pensiero. La raccolta, nella sua tripartizione, disegna una mente che mentre vive pensa e mentre pensa crea. L'autore pennella impressioni che uniscono filosofia e poesia, intese come autentiche espressioni del mondo del sensibile, e anche dell'insensibile. Per un canto della vita che si fa anche canto della morte. -
Ancora una volta
Questo volume comprende una raccolta poetica che segue Per poco tempo e costituisce al momento il lascito letterario dell'autore. Trovate manoscritte in fogli e quaderni, lette decifrate e trascritte con cognizione e sentimenti dalla madre Luigina, queste poesie rappresentano una carta d'identità, raccontano un percorso di vita, costituiscono un altro tassello importante dell'itinerario poetico. Il fil rouge è l'adesione incondizionata all'esistere in ogni suo aspetto, l'accettazione del mondo nella consapevolezza che ogni granello di vita umana, animale e vegetale, alimenta la forza di una natura mai matrigna. La scrittura, che nei manoscritti si vede fluire scorrevole o anche con ripensamenti e sofferte scelte lessicali, rappresenta un viatico che segna l'approdo di un viaggio e per il ... -
Il fiume tra di noi
Con una capacità poetica e linguistica che non smette mai di essere politica, Bijan Zarmandili ci consegna con questo libro il suo testamento spirituale, in cui il “caos dello spaesamento” è cifra di comprensione del mondo attuale filtrato dalla sensibilità estetica di un Oriente sempre affascinante.rnrnrnFarhad, illustre studioso degli antichi testi persiani, lascia improvvisamente Teheran e l’insegnamento universitario e si rifugia in Umbria. Dopo quindici anni di silenzio invita la figlia a raggiungerlo e Parvaneh, nonostante il risentimento per un abbandono che non sa spiegarsi, accetta.rnLì, durante una drammatica passeggiata lungo il fiume, scorrono le sequenze dell'intera vita del professore. Sotto lo sguardo indagatore di due gallinelle d’acqua che richiama quello degli agenti della spietata polizia governativa, Farhad rivela il suo passato più intimo, i sentimenti celati, le angosce e le inquietudini che lo hanno ossessionato per tutta la vita.rnCon uno sguardo che passa dalla Persia all'Italia, dalle rovine dell'antica città di Firuzabad e dei templi zoroastriani ai vicoli del borgo medioevale umbro, dalle distese di papaveri da oppio alle anse del Tevere, Il fiume tra di noi è la storia di un intellettuale nell’Iran a cavallo tra la dittatura laica dell’ultimo scià Reza Pahlavi e lo Stato islamico dell’ayatollah Khomeyni, smarrito ed estraniato in un Paese diviso tra la modernità liberista e la strumentalizzazione religiosa della cultura classica. -
Figua de porvoa. Figure di polvere
Cinque sezioni accorpano una raccolta poetica nella lingua della bassa Lunigiana. L'immaginazione, la solidarietà, la precarietà umana, l'affetto per chi non c'è più, l'amore per ogni essere vivente sono soggetto e oggetto del sentimento forte di un autore che, scrive Adriano Sofri nell'Introduzione, invece di parlare coi morti come se fossero ancora vivi, si rivolge a loro ""come se tu fossi già morto"""". Aggiunge Sofri: """"L'autore fa il cammino giusto. Ha un altro vantaggio, ai miei occhi, alle mie orecchie: che il suo dialetto fa una tale economia di consonanti da sembrare infantile, ma senza perdere una sua durezza"""". Aspra e musicale insieme, è di fatto un ossimoro reale, contiene il presente e la memoria in un linguaggio necessario ed essenziale che, senza arroganza, nel segno dell'umiltà, chiede sintonia al lettore. Prefazione di Adriano Sofri."" -
Follenchhausen. Il folle viaggio di Munchhausen a cavallo del suo bosone
In una struttura da definirsi prosa poetica, con la forza della ragione che può avere il pensiero e la leggerezza di un volo lirico, questo libro si propone come un seguel delle avventure del Barone di Munchhausen. È un viaggio immaginario aperto al possibile e all'impossibile, un testo ossimoro della condizione umana in perenne disequilibrio fra ciò che si è e ciò che si vorrebbe essere, un affondo nella ricerca dell'amore che completa, nello stupore per vicende inverosimili, nella libertà del sogno che convive con l'abisso della guerra, delle migrazioni, del dolore, nella certezza di essere vittima e insieme carnefice. Il tutto in un universo vasto e smisurato, fuori da vincoli storici che non siano se non un'immersione all'interno di sé per scoprire l'autenticità dell'io attraverso la messa in discussione di ogni sovrastruttura. -
L' arsenale di Svolte di Fiungo. Una storia di militanza e fuga, terrorismo rosso e nero, servizi segreti e imbrogli di Stato negli anni Settanta
Ci son voluti quasi cinquant'anni perché Loris Campetti si decidesse a raccontare questa storia, la sua storia. E ha scelto di farlo come fosse un romanzo, perché in qualche modo lo è. rnNel 1972 ha 24 anni, è appena laureato, viene indagato per associazione sovversiva dopo che, vicino casa sua, a Macerata, hanno ritrovato un arsenale di armi attribuito al terrorismo rosso. Per una cartina geografica che Loris usa per andare a funghi, considerata prova inconfutabile del suo coinvolgimento, c'è il rischio di rimanere vittima di una macchinazione: sono gli anni di Pinelli, di Piazza Fontana, di Junio Valerio Borghese – e in effetti quell'arsenale si rivelerà costruito dai fascisti su mandato del Sid.rnCosì Loris decide di diventare latitante. rnPer cinque anni, fino all'assoluzione perché “il fatto non sussiste”, Loris convive con l'angoscia, la rabbia, l'impotenza. Dapprima nascondendosi, documenti falsi e un lavoro di collaudatore di Fiat Centoventiquattro, poi tornando allo scoperto, riprendendo la militanza politica, iniziando a collaborare con “il manifesto”.rnÈ una storia così piena di coincidenze e strane beffe del destino da sembrare un romanzo. E Campetti la racconta inserendola nel quadro di quello che va succedendo in Italia in quei caldi anni Settanta. -
Parlomino
Interazioni non sempre limpide si verificano tra Parlomino e Terra, due delle quattro dimensioni del Pianeta. Semantes e Adelia, assieme ad altri coraggiosi, combattono la dittatura a Parlomino, aiutati dal non sempre consapevole Obs. -
Lo specchio di Maya
Questa poesia è esigenza di mettere sulla carta una testimonianza di emozioni che si misurano sempre con una razionalità mai arida. Genera versi scaturiti da un flusso di coscienza per creare immagini fruibili a vari livelli. Dice di un costante rapporto d'amore nel dialogo con un tu e di un'immersione a tutto campo nella natura, mai semplice scenario. Il rapporto è sempre forte. La natura è percepita dall'io come intuizione profonda che produce sia un guardarsi dentro sia un divenire ponte con gli altri esseri. -
Piazze di sogni incarnati
I due punti essenziali di questo libro sono nella parte meditativa e di pensiero e nel sentimento privato e pubblico che ha guidato la storia personale di Baroni. Una storia dove è centrale la vicenda politica di cui è stata ed è protagonista e che è sorretta da una tensione morale e ideale davvero importante. Esiste una linea interna forte di pensiero che guida l'intero percorso della poesia dell'autrice. Introduzione di Maurizio Cucchi.