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Letteratura come coscienza
"Mi sembra che accomuni i vari scritti raccolti in questo piccolo volume il loro andare un poco contropelo rispetto a molti ukase oggi imperanti. Ognuno sa, infatti, che, allorquando una parola d'ordine da tutti accettata senza vaglio veruno diventa infine un totem minaccioso, esporre qualche dubbio motivato è un dovere più ancora che un bisogno [...]. Non nascondo a chi legge il timore [... ] che questo libro [... ] altro non risulti se non un cocciuto florilegio delle mie fissazioni e ossessioni o addirittura delle mie allergie e idiosincrasie. Tanto meglio! Potrebbe allora essere attraversato alla stregua di quelle musiche [...] entro cui la mente si muove non già per seguirne il dipanarsi lineare sì per cogliervi rimandi riscontri riverberi, geometrie simmettie isometrie.""""" -
Spregamore
"Ho iniziato a leggere 'Spregamore' e non sono riuscito a staccarmene fino alla fine. Mi sono chiesto in cosa consistesse la sua forza ipnotica, allo stesso tempo arsura e acqua. La risposta si trova nella tensione, nel desiderio di verità e nello scandalo, nel senso più alto, che l'autore ha saputo mettere in ogni pagina, quasi in ogni frase. La sua scrittura è voce, e in questa voce fioriscono la sensibilità, l'intelligenza, lo smarrimento del protagonista, il quale attraversa ogni suo giorno come se fosse l'ultimo e allo stesso tempo il primo, assorbendo senza schermi il destino e l'esistenza del prossimo - una madre morente, prostitute che sembrano custodi di una verità vicinissima e inafferrabile, il suo cane, la cui morte viene raccontata in pagine che non si possono dimenticare. E un testo altissimo, necessario. La parola 'romanzo' sarebbe inadeguata, e anche banale, per quanto rimanda a un gioco della letteratura, a un codice, che questo scritto, nella sua radicalità e nella sua purezza, rifiuta, con uno scarto e una sfida in cui da sempre si racchiude il paradosso della grande letteratura."""" (Giuseppe Munforte)" -
Bosseide. La fascinazione del male
Boss è un vecchio e spietato patriarca della camorra. Vive in un castello-fortezza insieme alla sorella Carmela, sgraziata e profeta di sventure, e don Antonio il cantante, vecchio amico d'infanzia. Per vendicarsi dell'assassinio di suo figlio Michele, fa rapire quello del capo-clan rivale. Tuttavia, i dialoghi notturni con il bambino incidono la ferita di Boss e scoprono una insospettabile fragilità, tanto più pericolosa in quanto disorienta gli scagnozzi che dovrebbero proteggerlo e spinge Carmela a tramare segretamente. ""Bosseide"""" entra nelle viscere della malvagità costringendo il lettore a domandarsi se la vita di un uomo sanguinario possa essere riscattata. Siamo davvero capaci di accettare il perdono e a nostra volta perdonare?"" -
L' amore primordiale
Emarginata dall'editoria, confinata in una specie di samizdat letterario, spesso scritta in stato di clandestinità, la poesia italiana continua, nonostante tutto, ad essere vitale e prodiga di risultati impensabili per la forma-romanzo. Indenne a vittima della dittatura del mercato, estranea ad un mainstream che impone opere di genere ipercollaudate, già iscritte nell'orizzonte d'attesa dei lettori in quanto consumatori, la poesia continua ad avanzare viceversa la sua parola fragile, mite, che tuttavia sa colpire nel profondo e spiazzare gli automatismi percettivi degli stessi lettori. ""L'amore primordiale"""" riordina i saggi e le note di lettura di un critico, Massimo Raffaeli, che è stato un compagno di via dei poeti della sua generazione (da Fabio Pusterla a Francesco Scarabicchi e Cristina Alziati, da Umberto Piersanti a Giampiero Neri) ma anche un partecipe e fedele lettore di alcuni maestri del tardo Novecento, da Franco Scataglini e Vittorio Sereni a Franco Fortini, Giovanni Raboni e Fernando Bandini. La precisione filologica e insieme la fermezza del giudizio critico caratterizzano le pagine di uno studioso che nella parola dei poeti ha sempre cercato di individuare una verità necessaria, quasi un oroscopo per il nostro tempo."" -
Finché dura la colpa
Domenico è un solitario. Non studia, non lavora, possiede una sola passione: i libri. La lettura è per lui l'unico motivo per sopravvivere. Ogni pensiero è rivolto, come fine ultimo, a chiudersi in camera a divorare un libro dopo l'altro. Questo atteggiamento fra il rinunciatario e l'indolente indispettisce il padre, operaio siciliano emigrato in Brianza, che reagisce rozzo e violento mentre la madre, benché succube del marito, è troppo protettiva per attaccarlo. Poi arriva Anna, una ragazza che incontra per caso in stazione, che come lui ama Pasolini alla follia - tra loro nasce un sentimento anomalo, sempre sul filo dell'imbarazzo, del diniego, in fondo il riflesso della vita di Domenico. Ma questa immutabilità subisce una frattura quando il padre gli trova un lavoro da operaio. Domenico non riesce a opporsi alla sua volontà, tuttavia quando si presenta al cancello della fabbrica, non trova il coraggio e non lo varca. Se la svigna e si rifugia in un bar dove trova ad aspettarlo Agosto, un personaggio sinistro che gli offre una via d'uscita, che Domenico accetta di percorrere senza pensarci troppo: ma quale sarà il suo prezzo? -
Io, Pablo e le cacciatrici di eredità
L'epoca di ""Io, Pablo e le cacciatrici di eredità"""" è la nostra e i valori sono quelli del passato, dove, fusi abilmente in un miscuglio esiziale, percepiamo materiali letterari, stili di vita, vocazioni e talenti inespressi. Banda non propone una tesi all'incompiuto, ma ne esalta nella forma l'ardire; ricordando, analizza e ripensa negli ambienti, riportandoci agli affetti personali, non scheda indizi, ma ci immerge nel linguaggio. La storia centrale è il frutto di un raggiro, è un percorso di doppiezza, dove ogni gesto romantico nasconde un sotterfugio e dove il protagonista si fa amare, pur di vivere un'insperata seconda giovinezza, accetta, e noi empaticamente con lui, le artefatte seduzioni di due compagne con cui parure per un lungo viaggio. Due femmine gravide di rimpianto che, in omaggio alla legge estetica del dislocamento, sfruttano il loro sapore esotico per compensare le inadeguatezze di ruolo e rango. Le frasi non dette, o le attese attenzioni spontanee e disinteressate, sfumano la riduzione di una presenza a progetto e l'esistenza diviene simbolo del possesso. Banda fa sì che non si abbia bisogno di fornire una ragione alla conclusione: il viaggio """"Merano - Mirano"""", dove lo slittamento di vocale fornisce lo straniamento di non luogo e non tempo. I rituali ipocriti della vita familiare, approntano un magistrale teatro del vero più coerente e efficace del reale."" -
Insperati incontri
Un saggio-viaggio personale che fa dialogare i grandi classici del passato con quelli del presente: una collezione d’insperati incontri.rnrnDalla A di Avalle alla Z di Zanzotto: un viaggio nell’alfabeto incarnato in persone; una collezione d’incontri che prendono la forma del dialogo reale o immaginario, del racconto, del ritratto, del viaggio. Appaiono così Vico Basile e Leopardi, insieme agli scrittori e poeti del Novecento, e ai pittori e agli attori e ai registi e ai preti e ai reporter e alle città (soprattutto l’amata Napoli). Un caleidoscopio di suoni dove la voce altrui si mescola a quella dell’autore. -
Leonte
È il 27 maggio 2011. Tra due giorni i caschi blu della missione UNIFIL in Libano ricorderanno i loro caduti, fra questi anche i soldati italiani dell'Operazione Leonte. Alle ore 15.55, un ordigno esplode sul ciglio della superstrada che collega la capitale libanese con l'antica città fenicia di Sidone. Le agenzie stampa battono la notizia: un soldato italiano è morto. Poco dopo, il portavoce dello Stato Maggiore della Difesa dichiara «Nessun ferito rischia la vita»; ma il nostro autore che è lì, con l'incarico di addetto per la difesa presso l'ambasciata italiana, sa che adesso, a distanza di quattordici anni dagli ultimi caduti del nostro contingente in Libano, un altro soldato italiano potrebbe lottare tra la vita e la morte. Da quel giorno, la passione del ventenne Giovanni Memoli si intreccia drammaticamente con le vicende della ""Terra dei Cedri"""", un Libano mostrato dall'autore nella chiave giusta a comprendere i sommovimenti interni della scena geopolitica mediorientale. """"Leonte"""" tiene amalgamati ricordo privato, confessione professionale, ripensamento dell'intera esistenza a meta del cammino. E una storia narrata isolando un preciso segmento di tempo: prende forma tra scenari chiassosi, quelli di una Missione il cui senso si riassume nel quotidiano lambire il pericolo. Confessione appassionata di un uomo per il quale matrimonio, paternità, lealtà nella gerarchia, fame di solitudine, sete di conoscenza di mondi stranieri, altrettanto dei segreti del proprio animo che di quelli altrui - tutto è ugualmente cruciale."" -
L' abaco dei sentimenti confusi
Questa raccolta prende il nome dalla prima di dodici novelle che si susseguono senza una sequenza organica, un po' ""indisciplinate"""": città e luoghi diversi, ambienti veri e fantasiosi, personaggi disparati, passato, presente e futuro, si incrociano e cavalcano, come a rincorrersi: tra sogno e realtà. Il tempo della narrazione è prevalentemente contemporaneo, tranne la breve incursione del racconto """"Il fratello"""": dalla storia di una moneta antica verrete precipitati a Patrasso agli albori del cristianesimo. In tutte le novelle la personalità complessa dell'autore, grazie a uno stile inconfondibile e confidenziale, tiene aperta una delicata linea di comunicazione con il lettore. Procaccini affronta temi drammatici e leggeri, senza smettere mai di essere autentico. Ad esempio, nel racconto """"La confessione"""" in una pigra giornata napoletana un uomo di successo sfruttando un'amara autoironia fa i conti con il suo passato, prendendone finalmente coscienza. Come ne """"Il parapioggia"""", ambientato a Palazzo Chigi, dove gli eventi atmosferici giocano un buffo inconveniente, dando il via a una sequenza di vicende, anche drammaticamente grottesche, collocate fedelmente negli ambienti che contano. Denigrare o compatire sono sentimenti mai espressi, ma sempre sfiorati con delicatezza: in tutte e su tutte le novelle il dato prevalente è il rispetto della condizione umana, anzi la dolorosa condizione umana con le abitudini, le piccinerie, i sogni e le fatiche, la fortuna e l'amaro destino di ciascuno. Eppure è proprio questa condizione umana a dare coraggio, a restituire, se non fiducia, speranza."" -
L' ultimo singolo di Lucio Battisti
Il mito benevolo di Lucio Battisti, l'ineffabile fascino del grande musicista sabino, protegge le vicende del giovane Natale De Santis che, divorato dal fuoco sacro della canzone, cerca d'incontrare il suo mito; ma non è solo la sua storia, questo libro racconta anche le vicende di una famiglia d'immigrati abruzzesi, che, completamente assorbiti dai sacrifici del ceto medio impiegatizio, incrociano i loro piccoli traguardi con le alterne vicende dei Leoni, commercianti ebrei, e degli Antei, integerrimi costruttori fascisti scivolati confortevolmente nei panni dei palazzinari democristiani. Il romanzo è il racconto di vite dedicate alla musica (Natale De Santis), alla politica (Romano Antei), al lavoro (Saul Leoni), agli affetti, nel travolgente contesto della dinamica Roma del secolo scorso. -
Disturbi di luminosità
"Disturbi di luminosità"""" è un'autofiction scritta con la tecnica del flusso di coscienza, ogni cosa si svolge nella mente di una donna che non ha nome. La protagonista soffre di un disturbo borderline di personalità scaturito da uno stupro. È spesso accompagnata da Lui, un personaggio amato e tanto odiato, proprio quanto tutto ciò la circonda; L'Oracolo, un terapeuta mistico che la segue durante il suo vaneggiare nell'incubo tra vita e morte; e Lei, una doppelgänger malefica, una sua doppia e simile; per poi arrivare a Narciso, un narcisista manipolatore, anch'esso vacillante tra amore e odio. La narrazione avviene tra una città e l'altra: Roma, Dublino, Parigi, Berlino, Bari, in un susseguirsi di fughe. Fughe dai luoghi ma anche da sé stessa, rapita in un baratro di eterni ritorni e incurabili voragini. Ma le ferite sono anche feritoie. La scrittura stessa presenta tale ambivalenza, un fiume che muta forma tra le mani - si piega - mi piega. Un fiume che straripa dagli argini per ritornare alla siccità, all'aridità di un cuore assediato da ripetute violenze e abbandoni. La tortura, la droga, i rapporti promiscui, l'autolesionismo, i tentativi di suicidio sono solo un grido che lamenta l'assenza d'amore, di certezze, di futuro, in un sociale che implode. Le ragioni sono scritte nell'ultima pagina e nessuno può conoscere la fine se non legge il libro per intero, dice L'Oracolo. Con un racconto di Anna Corsini." -
Dal rogo
Evocare l'incendio, l'evento forse più drammatico del libro, da cui deriva anche il titolo, per certi versi diventa persino un alibi, un pretesto, meglio ancora una chiave di lettura. Da quel rogo Draghi ha perso soprattutto oggetti fisici, e necessariamente parte della sua vita. Ma i ricordi, la creatività non gli sono stati sottratti dalle fiamme, ma semmai sono stati rafforzati, sublimati. Nel raccontare se stesso e le persone, le storie, i luoghi e persino gli animali che ha conosciuto, Gianfranco Draghi in un certo senso insegna senza dover spiegare, istruisce senza dare indicazioni. Artista nel senso vero del termine, studioso, scrittore, pittore, e quindi psicoterapeuta appassionato di politica è stato sempre motivato alla sostanza più che alle regole. -
Biancaneve. Ediz. illustrata
Età di lettura: da 3 anni. -
La sirenetta. Ediz. illustrata
Età di lettura: da 3 anni. -
Peter Pan. Ediz. illustrata
Età di lettura: da 3 anni. -
Che differenza c'è? Ediz. illustrata
Età di lettura: da 3 anni. -
David Copperfield
Età di lettura: da 10 anni. -
Magie con la fata turchina. Con stickers
Età di lettura: da 3 anni. -
Hansel e Gretel. Ediz. illustrata
Età di lettura: da 4 anni. -
Biancaneve. Ediz. illustrata
Età di lettura: da 4 anni.