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Poesie
Poesie è la prima raccolta di componimenti pubblicata da Maria Alba Maiorana. Testi brevi, dove ogni parola ha il suo peso e la retorica non trova spazio alcuno. Uno stile asciutto, ricco di metafore, con il quale l'autrice affronta vari temi a lei cari, come l'amore, l'ecologia, la maternità, la diversità. Una serie di messaggi positivi, semplici, universali, che ogni lettore pota cogliere attraverso una lettura leggera ma ricca di sentimento e di positività. Maiorana ci regala momenti di serenità e ci invita a riflettere sui problemi principali che ogni persona affronta quotidianamente, e non viene meno ad una analisi delle questioni più attuali che il mondo intero sta vivendo. -
La metamorfosi di Giano
Il percorso da un dialogo ad una filosofia come luoghi di comprensione della realtà è il tema di questo racconto, che offre anche spazi ampi a questioni morali politiche religiose che da sempre coinvolgono l'umanità. Il dialogo si svolge tra un Io umano e Giano, dio delle porte, della duplicità e del dubbio. Giano predica con durezza la tranquilla visione dell'ambiguità del mondo. L'Io difende l'unicità umana, prodotto o riflesso di una superiore creazione divina. Ben oltre la predicazione, il nume vuole poi imporre la sua dottrina come Religione. Subisce un rifiuto, e vede, anzi ridursi il suo ruolo da dio a simbolo. Incapace di rinunciare alla suprema vocazione, egli sfida l'antagonista sul suo stesso terreno, che riconosce essere la filosofia, fino a umanizzarsi e riunire i suoi profili in un solo volto. Ma così Giano, entrato nell'ordine del tempo e decaduto da signore della duplicità ad altro da sé, scompare del tutto. Dal suo gesto finale, però, e dalla forte richiesta umana trae origine e nome la Filosofia Gianuaria che dal rigore della disputa e dall'ansia rinnovata di conferma verso un ordine superiore è volta alla conoscenza di una realtà multiforme e magmatica. Nella vicenda, spesso si avverte come imminente un epilogo, poi sovvertito dalle mutazioni del dio. La Filosofia Gianuaria è il terzo elemento del Trittico di Giano, dopo il Dialogo e la Conversione. -
Quondam. Il tempo che non ritorna. Vol. 4
A Riccardo Riki non interessa la banale concorrenza dei premi letterari e la distinzione, posizione od opposizione tra gruppi artistici; a lui interessa soltanto l'orgoglio di raggiungere l'obiettivo contenuto in un'idea produttiva. La sua scrittura è un procedere lento, elaborato, fatto sempre di aggiunte e varianti fino allo sfinimento: distruttore e ricostruttore dei suoi lavori poetici che lo portano all'annullamento e alla riedizione di versi profondi nel loro significato ma semplici nella loro esposizione sintattica. Attualmente è impegnato su alcune future pubblicazioni che riprenderanno importanti lavori tra il poetico e il filosofico che ha scritto in età giovanile: sessantacinque anni di esperienza letteraria che rimarranno a disposizione degli studiosi del terzo millennio. -
La città delle parole che parlano
C'era una volta... ed ecco lupi e streghe, maghi e cacciatori, re e regine, cappuccetti rossi e pesciolini d'oro raccontare alla nostra infanzia quello che non c'è più. E mentre con voce dolce la nonna intrattiene i nipotini, le parole, fiaba dopo fiaba, a forza di ripetersi perdono significato, e tornano a farsi suono. E se gli eroi fossero invece popoli bambini in felice stato d'in/fanzia, cittadini, cioè di un universo non ancora parlato? E se, insomma, il linguaggio tutto nascesse dal suono del loro stupore mentre se ne vanno a zonzo nel paesaggio delle cose? Abbandonati i lupi e le streghe sarà questa allora la favola che la nonna decide di raccontare: «la storia dei nomi che affiorano ancora inconclusi nel rumore delle voci, il loro divenire nome», in un mondo che è figlio delle parole che lo indicano. Comincia a disegnarsi così una piccola genesi, fantastica e umoristica insieme, che narra della Creatura allevata dal popolo delle api e cacciata dal giardino terrestre; del popolo del deserto che abbandona il deserto e si innamora dell'acqua; del popolo delle foreste che s'inalbera al di là del tetto di foglie e scopre segrete altitudini, del popolo del ghiaccio che si lascia sterminare dal fuoco, del popolo delle voci che trovano un corpo che non avevano mai cercato... Storie a cui prestare orecchio – ammonisce la nonna – liberando i suoni prigionieri del senso comune per tornare insieme a un'infanzia del linguaggio, felici e contenti di incapricciarsi «dei giochi del dire». -
L' anima semplice. Suor Giovanna della Croce
Pubblicato nel 1901, ""L'anima semplice"""" rappresenta un punto di svolta nello stile narrativo di Matilde Serao. In seguito alla soppressione del suo convento, suor Giovanna è costretta a tornare """"nel secolo"""": l'irruzione della Storia in quell'angolo di pace, fino a quel momento strappato allo scorrere degli eventi, la costringe a fare i conti con il passato e con un futuro incerto. La catabasi di questa monaca sessantenne, da ormai quaranta nascosta al mondo e costretta all'improvviso a farvi ritorno in modo traumatico, è descritta dalla Serao con commossa partecipazione, ed è anche una catabasi nel """"ventre"""" di Napoli: lo spazio ha un valore sia realistico che simbolico, dal signorile convento Suor Orsola Benincasa, ai vicoli bui e maleodoranti in cui brulica un'umanità «fra povera e corrotta, fra misera e feroce». La poetica corale, particolarmente congeniale all'autrice, qui si integra con il romanzo sociale, con l'epopea di una """"vinta"""", che nella verghiana lotta per la sopravvivenza ha avuto la peggio. Appare in controluce anche una critica ai rapporti sociali e familiari, spesso permeati di cinismo e interesse. La scrittura uniforme ed equilibrata, improntata al realismo e lontana dagli stilemi letterari, va oltre la mera aderenza al dato concreto per trasfigurarsi in un'adesione emotiva controllata e scevra da eccessi."" -
I bambini soldato nel diritto internazionale. Ius in itinere
Il fenomeno dei bambini soldato continua ad essere un caso di straordinaria e triste attualità. Le nuove logiche di guerra sembrano aver rimesso in discussione il principio tradizionalmente accettato secondo cui i bambini vanno protetti e tenuti fuori dai conflitti armati. Non solo i bambini figurano in numero crescente tra le vittime delle atrocità belliche, ma spesso finiscono per esserne loro stesso esecutori. Il presente saggio si propone di esaminare il fenomeno dell'impiego dei minori nei conflitti armati principalmente attraverso la lente del diritto, analizzando l'evoluzione della disciplina giuridica internazionale a partire dai Protocolli delle Convenzioni di Ginevra fino ai Protocolli della Convenzione dei Diritti del Fanciullo ed ai più recenti sviluppi giurisprudenziali. Il saggio analizza altresì le problematiche che tale normativa pone nelle sue applicazioni pratiche, con particolare attenzione ai meccanismi internazionali di monitoraggio e ai processi avviati davanti alla Corte speciale per la Sierra Leone ed alla Corte penale internazionale per il crimine di reclutamento e impiego di minori nelle ostilità. La problematica dei bambini e delle bambine soldato viene infine esaminata anche in alcuni suoi aspetti critici legati agli effetti psicologici, nonché nel contesto di processi di disarmo, smobilitazione e reintegrazione. Se da un lato gli sviluppi del quadro giuridico analizzato si configurano come un risultato della progressiva acquisizione di consapevolezza da parte della comunità internazionale del problema dei bambini e delle bambine soldato, appare tuttavia evidente che un maggiore impegno continua ad essere necessario per raggiungere dei risultati concreti nella repressione di tale crimine, rimasto troppo a lungo impunito. -
I fratellastri. Testo originale a fronte
La scomparsa del marito costringe Helen a lavorare in fattoria per mantenere i propri figli. Alla morte della figlia entra in depressione; e nemmeno sua sorella Fanny riesce a consolarla. La grave indigenza, unita al crollo finanziario, in una terra desolata come il Cumberland, sembra inevitabile, finché un giorno William Preston, ""uno degli agricoltori più ricchi del luogo"""", bussa alla porta e chiede a Helen di sposarlo, promettendole di prendersi cura anche di Gregory - il bimbo avuto dal precedente matrimonio. La gelosia che s'insinua nella mente dell'uomo nei confronti del figliastro manderà in cortocircuito l'idillio instaurato tra i due coniugi: Gregory sarà un ostacolo per il figlio nato dalla coppia, fino a quando. In appendice, due frammenti gotici non compiuti. Introduzione di Michela Marroni e postfazione di Mara Barbuni."" -
Anna allo specchio
La vita di una donna che attraversa mille difficoltà, nata durante la Seconda guerra mondiale in un paesino di campagna della provincia romana, Cervara, in una famiglia di contadini. L'autrice ci dona un affresco a tratti delicato a tratti crudo di una realtà oggi dimenticata, fatta di enormi difficoltà economiche e di usanze antiche spesso deleterie, che offendevano in particolar modo la vita delle donne di quei tempi. La forza interiore della protagonista, la sua fede salda e il suo orgoglio, la portano a salvarsi dalla disgraziata esistenza alla quale sembrava destinata: riesce a creare una sua famiglia, a vincere le resistenze oscurantiste del luogo natio per poi approdare a Roma. Nella capitale si costruirà una vita degna della sua persona. Ma dovrà affrontare nuove problematiche che arriveranno a turbare la sua stabilità interiore, proprio quando tutto lasciava presagire un futuro sereno per lei e la sua famiglia, dopo anni di sacrifici, in un'età ormai matura... -
Fra musica e amore
Il romanzo racconta la storia d'amore tra due adolescenti, Matthew, un ragazzo aristocratico che vive in un mondo rimasto ancorato agli aspetti nobili della tradizione, ed Ermes, proveniente da una famiglia umile, allegro e sognatore, sempre alla ricerca di qualcosa in apparenza irraggiungibile. A seguito di un incidente, i due ragazzi daranno vita a un'amicizia intima e le loro vite si intrecceranno sempre più. Spinti dai loro sogni e dal desiderio daranno vita a un rapporto profondo, ma comprenderanno anche qual è il prezzo che occorre pagare per nascondere certi segreti. -
La valchiria della pace. Bertha Von Suttner
Fu chiamata ""La Strega"""" e """"Furia della Pace"""". Odiatissima dalla stampa militare e maschilista, fu ammirata ed ascoltata dai più illustri personaggi dell'epoca: da Theodore Roosevelt ad Alfred Nobel; dallo Zar Nicola II di Russia fino a Lev Tolstoj. La Contessina Bertha von Kinski, cresciuta in ambienti militari, divenne la pioniera del Movimento Internazionale della Pace e lottò con tutte le sue forze per evitare lo scoppio della Prima Guerra Mondiale. Era uno spirito libero e rifiutò di sposarsi se non per amore. S'innamorò del figlio dei Baroni von Suttner, Artur, di 7 anni più giovane di lei. Fu uno scandalo. Bertha, costretta a lavorare come istitutrice delle loro figlie per coprire i debiti contratti al gioco dalla pur amatissima madre, fu cacciata dal palazzo. In cerca di lavoro, rispose ad un annuncio e si trasferì a Parigi come segretaria di Alfred Nobel, l'inventore della dinamite. I due rimasero legati da eterna amicizia, al servizio di una causa superiore: quella di far risplendere, inestinguibile, la torcia della verità, per un mondo senza più fame né guerra. Per un mondo di Pace."" -
La casa nel vicolo
Pubblicato a puntate sulla rivista «Nuova Antologia» nel 1920 prima di uscire in volume l'anno successivo, ""La casa nel vicolo"""" è considerato il capolavoro di Maria Messina. La casa del titolo è abitata da un nucleo solo apparentemente unito e felice. Don Lucio, il capofamiglia, è un uomo autoritario e cerimonioso, il quale ama imporre alle sue donne il proprio volere. Antonietta, una moglie devota e rassegnata alla vita, trascorre le giornate ad adempiere ai propri doveri coniugali e materni. Nicolina, sorella di lei, trasferitasi nella casa del cognato inizialmente per accompagnarla, finisce per restarci, seppur all'interno di rapporti sempre più difficili. Ma il potere dell'uomo non si limita a esercitarsi sulle regole della convivenza e della vita dei congiunti, si insinua piuttosto nelle profondità delle loro coscienze. Sarà solo l'amore oblativo nei confronti dei tre figli a permettere ad Antonietta di sopravvivere al dolore che si cela al di là dell'uscio. """"La casa nel vicolo"""" è un'opera emblematica in cui la scrittrice, servendosi di un linguaggio ricco di immagini e suggestioni, costruisce un mondo altro, immobile eppure continuamente in subbuglio, e lascia emergere il dolore sommerso di una famiglia alla deriva - archetipo di un modello sociale."" -
Amori miei
«Per chi conosce la poetica di Franco Piol - così come il suo stile, il suo linguaggio, gli ideali che trasudano dalle sue opere - parrà audace, azzardato e quasi ""osceno"""" qualsivoglia accostamento tra l'autore del libro che state tenendo in mano e il Vate, Gabriele d'Annunzio. Cosa c'entrano i versi altisonanti e tronfi del pescarese con quelli leggiadri e umili dell'autore romano? Com'è possibile mettere a paragone l'universo valoriale del fonosimbolista (fatto di sapori decadenti, ricercatezza estrema e algida aristocraticità) con quello di Piol (sempre dalla parte degli ultimi e intento a celebrare le piccole cose)? Sembrerebbe impossibile, è vero. Eppure - non me ne voglia l'autore di Amori miei -, c'è un aspetto che, a mio avviso, balza prepotentemente all'attenzione leggendo questa sua ultima silloge di poesie e che fa tornare alla mente, senza via di fuga, uno dei più conosciuti tratti delle liriche di d'Annunzio: il panismo. No, siamo lontani dalla megalomane trasformazione in natura (o, meglio, Natura, con la """"n"""" maiuscola) che il Vate opera proprio ne La pioggia del pineto, ovvero quella vera e propria metamorfosi della carne (tanto dileggiata da Pirandello in una delle sue composizioni più riuscite, Meriggio) che porta l'abruzzese a far entrare il resto del creato dentro di sé, e a diventare creato egli stesso; e, ancora, siamo distanti anni luce dall' Übermensch, dal Superuomo che nasce da una tale fusione tra umano e ambiente circostante, di cui la critica ha tanto discusso negli ultimi 150 anni. Eppure, eppure... Eppure, credo di poter affermare con un certo grado di sicurezza, del panismo - nella opera omnia di Piol e, più specificamente, in questa raccolta - c'è. Ma si tratta di un panismo di tutt'altro genere da quello che studiamo a scuola. Colui che dice """"io"""" in Amori miei, infatti, non si unisce carnalmente alla natura, non trascende la sua umanità per arrivare a un livello superiore del suo essere sulla Terra, non vive egoisticamente il suo contatto col resto del mondo. Colui che dice """"io"""" in Amori miei, al contrario, opera un panismo affettivo, emotivo, sentimentale. Colui che dice """"io"""" in Amori miei, appunto, si fa carico del Male cosmico, del dolore universale, della sofferenza dei suoi, dei nostri' avi, ne esperisce fisicamente l'afflizione, tentando poi di lenire ferite che sono senza tempo, ancestrali quasi, con l'unica formula che conosce: l'amore...» (Dall'Introduzione di Selene Gagliardi)"" -
Giallo miele. Più storie in un mistero condito di sapori, colori e profumi di miele e cannella
Salvo e Zenobia si trovano catapultati in una trama intrigante, il cui racconto scorre attraversando tre continenti. Più storie in un mistero condito di sapori, colori e profumi, di miele e cannella. Seguendo le tracce del Miele in viaggio tra Argentina, Cile e Italia, per terminare in Austria, Salvo e Zenobia schivano tradimenti e doppi giochi. Riusciranno a porre fine al piano farneticante del Cileno? L’indagine internazionale si incammina sulla giusta via grazie ad una loro intuizione. Ed ora, come tante api operose dentro un alveare, i protagonisti dell’indagine si muovono alla stessa stregua di un super-organismo indipendente, strutturato e con un’alta coesione. Il lettore scoprirà la vera identità e il ruolo della Ditta, chi la dirige, chi indirizza i destini delle donne e uomini del racconto e l’incrociarsi delle loro vite. E il miele? Nettare degli dèi, fonte di vita, può divenire veicolo di morte se manovrato da un uomo di gentile aspetto ma con l’anima criminale e perversa, forgiatasi negli anni della dittatura cilena? -
La maledizione
Pubblicato postumo nel 1890 a Londra, ""La maledizione"""" appartiene alla produzione matura di Ellen Wood. Nel romanzo, James Ailsa, da poco trasferitosi a Ebury - un piccolo villaggio della campagna inglese - si innamora di Emily Bell, una ragazza «allo sbocciare della primavera della femminilità». Il loro rapporto, documentato da una fitta serie di lettere, è tuttavia complicato dall'ingresso di un secondo pretendente della giovane: Tom Hardwick, figlio dello squire del luogo. Quest'ultimo, venuto a conoscenza del legame segreto tra James ed Emily, avvertendo la minaccia dell'avversario in amore, interviene affinché la relazione tra i due si interrompa. Alla gelosia segue il dramma familiare quando Mr Bell, scoperto il rapporto clandestino tra la figlia e lo squattrinato forestiero, proibisce a Emily di rivedere il giovane medico, favorendo un matrimonio più vantaggioso. È a questo punto della narrazione che Ebury si trasforma in un luogo sensazionale, un perimetro di mistero e di eventi straordinari, fino al tragico evento che rivoluzionerà la trama e la vita dei tre protagonisti."" -
Malefatte - benefatte. Bene da fare. Corbellerie e amenità sociopolitiche
Ambiente e decoro urbano, Costume e società, Cronache e storia, Cultura, Democrazia, Economia, Giustizia e ordine pubblico, Lavoro e immigrazione, Politica, Religione: Vincenzo Fèrola affronta con occhio disincantato e attento le vicissitudini italiane degli ultimi decenni offrendo al lettore spunti di riflessione acuti e mai banali. Come era nella tradizione delle antiche società latine, l'uomo di cultura osserva e giudica ciò che vive, illuminando le menti dei posteri, facendosi cronista della storia. Suoi illustri predecessori Marziale, Marco Aurelio o il più recente Pasquino, anonimo scrittore dei tempi del Papa Re. -
Un prato di margherite. Le Matricole del 1978
1921-2021: 100 anni dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. -
Commissario Pelagatti
Un commissario davvero atipico e fuori da tutti gli schemi conosciuti, ma non privo di immaginazione e fiuto poliziesco, nonché profondo conoscitore dell'animo umano e della vita sociale, da lui sempre colti nei loro aspetti anche più sorprendenti e insospettabili, si trova qui alle prese con diversi casi insoliti, inestricabili, irrisolti o archiviati troppo in fretta. Fra terribili e cruenti incidenti sospetti, morti misteriose, torbide tenzoni d'alcova, attentati dinamitardi e omicidi più o meno premeditati e poco trasparenti, nonché furti a ripetizione e taccheggi continui, talvolta sullo sfondo di tortuose e vischiose trame politiche, il commissario Pelagatti si muove sempre con cautela ma estremo rigore, anche quando ha a che fare con personalità e materia incandescenti. Come nel caso di certe delicate questioni di pedofilia, accompagnate da pesanti sospetti gravanti persino su rappresentanti del clero e del notabilato locale più in vista. In mezzo a tali e tante insidie, il commissario Pelagatti si destreggia abilmente senza guardare in faccia nessuno, con grande acume, intuito e perseveranza investigativa, mai disgiunti da un invidiabile grado di equilibrio e senso della giustizia. Un esempio di alta professionalità e un punto di riferimento imprescindibili per tanti colleghi e investigatori non sempre altrettanto integerrimi, capaci e motivati. -
La signora M. Ercole Luigi Morselli nei ricordi della moglie Bianca
A cento anni dalla morte del drammaturgo Ercole Luigi Morselli (1882-1921) il libro ripercorre alcuni momenti della sua vicenda esistenziale attraverso il racconto, tra realtà storica e finzione letteraria, della moglie Bianca. Bianca Bertucci, vedova Morselli, nel 1925 si trova nel convento di San Giovanni Rotondo, dove ha deciso di ritirarsi insieme alla figlia Giuliana, dopo la morte del marito. Qui rievoca la sua vita insieme a Ercole Luigi, concentrandosi sugli anni 1905 e 1906, periodo in cui si sono conosciuti, innamorati e, infine, sposati. Lei, promettente pianista romana, allieva del maestro Sgambati a Santa Cecilia, condividerà le sorti alterne del suo amato con ostinata abnegazione. Lui, giovane intellettuale pesarese, elegante, avventuroso e pronto a conquistare il mondo, si avvicinerà più volte al successo e altrettante precipiterà nel fallimento artistico. Solo nel 1919, quando il suo Glauco trionfa al Teatro Argentina di Roma, verrà celebrato come nuovo astro nascente della drammaturgia italiana. Non avrà però il tempo di godersi la fama, poiché due anni dopo morirà di tubercolosi. Bianca gli sopravvive a lungo conservando nella propria anima e nel proprio corpo le stigmate di un amore assoluto che la condurrà alle soglie della follia. -
Il padre dello zar
Il protagonista del romanzo, Filippo Maria Castaldi, è un eroe suo malgrado. È il 1998. Filippo ha quarantatré anni e vive sereno tra il palazzo rinascimentale in Italia e la villa Las Mariposas a Sosua, nella Repubblica Domenicana, con la moglie Livia, un cagnolino e una gattina. Filippo è nell'isola Caraibica quando per un caso solo all'apparenza fortuito, un suo amico, mercante d'arte, lo richiama con urgenza in Italia per concludere la vendita di un dipinto che fa parte della sua quadreria. L'acquirente del quadro risulterà essere il primo ministro russo. Tra Filippo e Michail Sokolov nasce un rapporto di immediata simpatia e stima reciproca. Filippo verrà chiamato in Russia come consulente d'arte per sovrintendere al ritrovamento di un tesoro artistico... A questa vicenda si intreccia un'altra trama di matrice finanziaria e politica che vede coinvolta un'organizzazione internazionale, il cui scopo è istituire un ordine globale e un dominio planetario sotto l'egida del suo potere... -
Uno spettro si aggira sulla Neoavanguardia: Giordano Bruno
Il volume indaga il rapporto ambiguo tra sperimentazione e rivoluzione, che ha ispirato e sostanziato il cambio di paradigma estetico imposto dalla Neoavanguardia all'arte del secondo Novecento. Lo fa, utilizzando come bussola l'alterna fortuna incontrata dalla figura di Giordano Bruno, che nell'immediato dopoguerra è recuperata come esempio di verità filosofica incardinata nell'esperienza biografica e letteraria, per scivolare poi nell'oblio durante gli ""anni di piombo"""". Può Giordano Bruno, con i riflessi del suo pensiero, influenzare aspetti attuali della cultura contemporanea?""