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Sola andata
Nel caos di sentimenti che spesso significa l'adolescenza si inoltra questa breve quanto intensa storia di amicizia, di furore giovanile e di rivalsa. Volpe, Claudio e Denis sono amici divisi nella competizione. Per vincere il torneo interparrocchiale di pallanuoto, l'allenatore don Sazzini vi ha iscritto due squadre e la sorte ha deciso che Claudio e Denis, nella stessa formazione, saranno avversari di Volpe, portiere nell'altra. Il giorno della sfida, dopo un rocambolesco finale di partita, accade nel chiuso degli spogliatoi qualcosa che minaccia anche l'amicizia del trio di tredicenni. Qualcosa che ne fa risaltare, nel bene e nel male, le diverse personalità: Volpe leale e sincero, Claudio debole e remissivo, Denis invidioso e meschino. Dopo quella partita che sembra dover decidere tutto nella vita dei ragazzi, gli eventi prendono la via insidiosa del ricatto e conosceranno rapidi ribaltamenti fino all'inatteso finale. Tanto è convulso e difficile diventare grandi: perché crescere ""è come partire con un biglietto di sola andata in tasca ... iniziare un viaggio, che fa male e rende felici allo stesso tempo. Un viaggio che sembra non cominciare mai e quando ci si rende conto che si è partiti è già tempo di scendere dal treno""""."" -
L' armonia impossibile. Antioco Zucca filosofo e poeta dell'infinito
Da Musil a Borges, la grande letteratura del Novecento è stata attraversata dalla malattia dell'infinito, dallo struggimento per una universalità irraggiungibile. La stessa filosofia ha certificato quella impossibilità indicando mille altri percorsi. Pochissimi hanno però avuto l'ingenuo acume di abbandonare le strade più frequentate e di saggiare i sentieri solitari che potessero condurre a quella Armonia tanto agognata. Antioco Zucca (Villaurbana 1870-1960) è stato fra quei pochissimi. Animato da vivaci interessi culturali, interlocutore di intellettuali di grande richiamo fra i quali ben tre premi Nobel, collaboratore d'importanti riviste internazionali, Zucca fu poeta, polemista, saggista e giornalista. Convinto con Spinoza che ""l'amore per l'eterno e l'infinito ricolma l'animo di pura letizia, rendendolo immune da ogni tristezza"""", il pensatore sardo compose un mosaico filosofico-letterario attentamente concepito nell'arco dell'intera sua vita. Lo studio di Sergio Sotgiu sottrae Zucca al cono d'ombra in cui è stato a lungo abbandonato e ne restituisce un'immagine fresca e nuova, in cui vengono illuminati umori e affinità, da Leopardi ad Ardigò, da Bruno a Borges."" -
Dalla parte del fuoco. Ovvero il paradosso di Bambi
Un paradosso della nostra epoca vede l'esclusione del fuoco dai sistemi naturali a dispetto della importante funzione ecologica che il fuoco ha sempre svolto. Le politiche di esclusione totale del fuoco per prevenire gli incendi, in area mediterranea, stanno determinando un ulteriore paradosso: l'accumulo dei combustibili vegetali nei territori scatena i cosiddetti grandi incendi forestali che nessun apparato tecnologico antincendio è in grado di domare. Si invocano così interventi speciali o straordinari (di tipo militare) e ci si dimentica che la via maestra è costituita dalla prevenzione, intesa in senso ampio a partire da politiche di Fire management, selvicoltura preventiva, riduzione dei combustibili, educazione dei cittadini, nuove strategie urbanistiche. Il presente volume affronta con chiarezza, passione e competenza questi e molti altri problemi, andando alla riscoperta del fuoco quale fattore ecologico antichissimo, utilizzabile dall'uomo per vivere in modo più sicuro. -
In tràmuta. Antropologia del pastoralismo in Sardegna
Questo saggio analizza le dinamiche culturali che hanno interessato il settore pastorale sardo a seguito delle trasformazioni occorse negli ultimi sessant'anni, con una particolare attenzione alle problematiche dell'ultimo decennio. Il volume intende stimolare una riflessione su uno dei fenomeni più importanti e radicati del panorama economico e socioculturale della Sardegna. Un fenomeno peraltro segnatamente attuale, a seguito di recenti accadimenti che hanno sensibilizzato anche l'opinione pubblica. Per questo ""In tràmuta"""" è in grado di suscitare la curiosità di un pubblico eterogeneo: dal lettore comune alle varie figure impegnate nel sistema pastorale, fino agli specialisti che si occupano di pastoralismo da un punto di vista economico, agro-zootecnico, sociologico, ecc. Di particolare interesse il lavoro risulta per quegli antropologi che hanno visto nel pastoralismo un precipuo filone di studi, e rispetto al quale il presente saggio vuole costituire una prosecuzione e un aggiornamento."" -
Pasquale Fancello Crodazzu
Questo libro racconta l'avventurosa vita di Pascale Fancello detto Crodazzu (Dorgali 1891 - Roma 1953), affascinante quanto poco nota figura di anarchico sardo. Gli autori ripercorrono i passi di una movimentata esistenza, segnata da un carattere ribelle e sensibile alla causa degli oppressi. Dalla giovinezza dorgalese, alle lotte operaie in Liguria, Francia e Belgio, da fuoriuscito avverso al regime fascista. Dall'esperienza della guerra civile spagnola al ritorno a Dorgali, in prima linea nelle rivendicazioni contadine, fino agli anni romani vissuti da militante e polemico pubblicista. Con uno sguardo che spazia fra fonti documentarie e testimonianze orali, fra storia individuale e Grande Storia, gli autori restituiscono un ritratto inedito dove la vicenda del singolo si fa ""paradigmatica di ciò che è stata la vita di tanti militanti e combattenti che si sono opposti alla dittatura, che hanno sognato un mondo nuovo, e che per un lungo periodo hanno creduto di poter costruire un cambiamento vero e sono stati poi disillusi dalla politica di sempre""""."" -
Memorie della farfalla
Nel 1944 la speranza di trovare un militare americano che la aiuti a ristabilire i rapporti epistolari col marito Dino Giacobbe (rifugiato negli Stati Uniti dopo il dilagare nazista in Europa), spinge la madre dell'allora adolescente autrice a compiere l'avventuroso viaggio da Nuoro a Cagliari, con la muta ma rassicurante compagnia della figlia-crisalide. Nei molti anni che da allora sono passati, la farfalla che quella sera a Cagliari silenziosamente mise le ali ha continuato a volare facendo in luoghi diversi esperienze delle quali spesso ha sentito il bisogno e il dovere di scrivere. Ora, la farfalla ormai ottuagenaria ha perduto il desiderio di viaggiare ma non ha perduto quello di rievocare e di narrare. La positiva accoglienza fatta allo scritto che apre questo volume (A Cagliari con Glenn Miller del 2010), dove Maria Giacobbe narra di quel suo primo incontro del '44 con la concretezza della guerra, l'ha incoraggiata a ripensare ad altre sue esperienze politiche fatte negli anni '80-'90, quando ancora la guerra fredda teneva in scacco il pianeta. Quelle esperienze - la democratica Danimarca, la orwelliana Corea di Kim Il-Sun, il Nicaragua post-Somoza, lo stato di Israele con ciò che ancora restava della Palestina - delle quali Maria Giacobbe ha di volta in volta scritto in sedi editoriali danesi, non hanno perduto di attualità. -
Fra le due sponde
La raccolta completa delle poesie di un esponente della ""letteratura de-centrata"""" italiana e della """"scrittura migrante"""". Versi fra la Sardegna, la Germania e l'Europa, parole-segni di una vita votata alla letteratura e alla poesia. """"Parole sussurate all.orecchio di un confessore laico, il lettore, che non osa fare domande ma ascolta in silenzio le parole del poeta. Che altro può essere la poesia lirica se non una ininterrotta confessione? Ma può succedere che il lettore-confessore sia intimidito dalle parole della poesia, e paradossalmente sia lui a sperare nell.assoluzione. Dunque confessione del poeta al lettore, ma anche confessione del poeta a se stesso, unico privilegiato lettore-confessore. Questo doppio statuto non rivela tutti i segreti (un poeta senza segreti non è un poeta) e può essere una ragione in più del fascino alto e strano della lirica di Salvatore A. Sanna. La poesia si può leggere con timidezza, rispetto o deferenza letteraria, ma quando chi la legge si sente coinvolto in aree che sfuggono alla sua competenza non ha altra risorsa che aprire senza rimosrsi qualche spiraglio alla propria indole e lasciarsi andare a un confortevole gioco di predilezioni personali."""" Luigi Malerba"" -
L' angelo esposto
Una città senza nome, cinquant'anni fa. Il più grande funambolo di tutti i tempi, l'enigmatico Repulsky, esegue il suo numero al di sopra di un fiume in piena. Un bambino - figlio di Vassilis Garbo, esponente di spicco del Partito di maggioranza del Paese - sale sulla balaustra del ponte, in preda a una trance emulativa del suo idolo, e cade nei vortici fangosi davanti al pubblico impotente. A portarlo in salvo sarà lo stesso Repulsky, che subito dopo viene trascinato via dai gorghi, scomparendo per sempre. Stessa città, oggi. Lo scenario politico del Paese è radicalmente mutato: la vecchia classe dirigente è stata debellata e la supremazia della famiglia Garbo è andata sgretolandosi. La quotidianità del figlio di Vassilis, ormai uomo, si consuma fra le asettiche stanze dell'ufficio intercettazioni del Ministero e le confortanti mura domestiche divise con la compagna, la Signorina Enne. Insieme a lei, cieca e affetta da una grave malattia, imbastisce lunghi e fantasiosi racconti ispirandosi alle conversazioni telefoniche intercettate al lavoro. La situazione cambia all'improvviso quando Medina - tutore di Garbo in seguito alla prematura morte dei genitori - viene trovato senza vita. Altre misteriose morti seguiranno, facendo emergere poco alla volta inquietanti collegamenti fra le vittime e il lontanissimo affaire Repulsky... -
Il giorno qualunque. Una solitudine
"Poeta della conoscenza metafisica potrebbe esser definito Vindice Satta, forse un poeta di quella linea montaliana propria di chi subisce gli scorni di chi crede che la realtà sia quella che si vede. Ma la poesia di Vindice Satta, più che un, montaliano, distante ragionare, è un'adesione coerente al dato sentimentale. Che non si fa mai però onda di piena. Non è, la sua, poesia dell'ineffabile, ma semmai poesia del limite. Un poetare cui è chiara l'insufficienza della parola: un pensiero nel varco dei momenti. Evidente è il debito che la scrittura poetica di Vindice Satta contrae con la poetica di Giuseppe Ungaretti: un procedere per frammenti; con versi brevi che spezzano la linea sintattica per scissione di dettatura interiore. Ma da Ungaretti Vindice pure diverge per concezione d'esistenza. Riguardo alla quale potremmo, forse, avvicinarlo a Montale. Perché Vindice è assai poeta del paradosso, del dubbio, e della perplessità più che della ungarettiana necessità di fede. Un poeta dalla forte soggettività fu Vindice Satta, ripiegato in sé, ma non arreso: e proprio perché, per parafrasare le sue stesse parole, egli ha avuto il coraggio di arrendersi.""""" -
La quercia e la rosa. Storia di un amore importante di Grazia Deledda , con lettere autografe
Con il supporto e la riproduzione fedele di quasi trenta lettere autografe di Grazia Deledda a Giovanni de Nava, Ludovica de Nava - nipote di Giovanni ricostruisce una storia, vera e quasi sconosciuta, che illumina uno spaccato della vita della grande scrittrice. È il 1894 quando Giovanni (poeta, pubblicista e conferenziere che, appena ventunenne, aspira a uscire dal mondo provinciale della Calabria) s'imbatte in novelle, versi e saggi della ventitreenne Deledda. Così decide di scriverle per iniziare un rapporto di amicizia. In breve il rapporto si trasforma in amore. Per mesi la coppia gode del suo mondo immaginario, e s'illude che tutto sia possibile. Ma la realtà sta per presentare il proprio conto: le famiglie non vedono di buon occhio la relazione, e intendono esercitare la loro influenza. Fra documento (le lettere) e finzione si snoda l'avvincente storia della passione fra la rosa di Sardegna e la quercia di Calabria, sullo sfondo della storia collettiva di fine secolo (le lotte e le conquiste del Partito Socialista, la repressione dei Fasci Siciliani, il terremoto in Calabria); verso un finale tutto a carico della finzione, ma non improbabile e tutto da scoprire. -
Dal brusio delle voci al coagulo micronarratico
"Sono nell'isola di Aranmor, seduto accanto a un fuoco di torba, e ascolto il mormorio in gaelico che sale da un piccolo pub sotto la mia stanza."""" (John Millington Synge, """"The Aran Islands""""). Come in altre descrizioni appropriate come questa, gli osservatori più acuti hanno colto la narrazione nelle sue fasi embrionali e poi nascenti, cui possono seguire i primi coaguli micronarrativi, sfocianti alle volte in racconti altamente strutturati. Questo procedimento di crescente complessità è il caleidoscopico prodotto """"immateriale"""", tra i più sofisticati, dell'Homo narrans, il quale si manifesta sia come collettività sia come individuo, sfruttando una delle possibilità performanti già contenute nella grammatica del linguaggio umano: la narratività. In questo saggio viene sviluppata e documentata questa linea di ragionamento il cui punto di arrivo è anzitutto il racconto breve e brevissimo (parabola, short story, flash fiction, miniconto...)." -
Morire per una notte
Nessuno in tutta la città riesce a sfuggire alla verità che una mattina del 1793 appare nel golfo di Cagliari, quando la flotta francese tenta d'invadere la Sardegna. La Storia esplode in faccia alla piccola nobiltà della città alta e a una plebe che assomiglia mortalmente ai suoi capi. Inizia l'attesa paurosa dei cannoneggiamenti e l'attesa speranzosa dell'arrivo delle milizie da tutta l'Isola, ma non è sospesa la vita dentro la città murata, dove un giudice tiene stretto un idolo sanguinario di giustizia, un prete oppone ai cannoni un simulacro di religione, un nobile cerca di conservare il suo mondo che invece va in frantumi, i ""novatori"""" tentano di saltare in groppa agli avvenimenti che vogliono disarcionarli. Quando cala la notte, fra gli occupanti delle navi minacciose alla fonda e personaggi importanti della città in terraferma corrono rapporti segreti di cospirazione. Ma un chiarore guida le azioni di Galatea Ruju e di Joseph Nièpce, uno di quelli che portano il """"nuovo"""" dal mare. Nella luce sovrumana del golfo, che non finisce neppure quando appare il buio, Joseph e Galatea moriranno, anche se solo per una notte."" -
Le banditesse. Storie di donne fuorilegge in Sardegna
Tre ritratti di banditesse sarde vissute in periodi differenti. Donna Lucia Delitala (Nulvi - Settecento): a capo di un esercito personale imperversò nel nord Sardegna con stragi e razzie. Mai catturata, sparì improvvisamente nel nulla. Ma prima che la sua scomparsa diventasse leggenda ne trovarono il corpo arso nell'incendio di una sua casa, abbracciato stretto a quello di un uomo del quale non si seppe mai niente. Maria Antonia Serra-Sanna (Nùoro Ottocento): detta Sa reina (La regina) per il potere di morte e malefatte esercitato assieme ai fratelli latitanti, Elias e Giacomo. Nel 1899 è condannata a 20 anni di carcere. Recita la sentenza: ""Triste figura di donna dal cuore perverso quanto i suoi fratelli, crudele con le vittime, eccitatrice e consigliera con ogni modo possibile dei banditi"""". Paska Devaddis (Orgòsolo Novecento): indicata fra gli assassini di Antonio Succu nell'ambito della faida (disamistade) che insanguinò dal 1905 al 1917 il paese di Orgòsolo, si diede alla latitanza e morirà di tisi a 25 anni, in una grotta del Supramonte, assistita dal fidanzato e dai banditi. Fu trovata sul tavolo di casa, vestita con il costume della festa."" -
Le canzoni di Pisurzi
Pisurzi, nato nel 1707 a Bantine (minuscolo villaggio della Sardegna centrale, oggi frazione di Pattada), è il primo vero poeta popolare di lingua sarda logudorese. A più di trecento anni dalla nascita dell'autore, le sue cantones ('canzoni') vengono finalmente restituite in questa edizione critica: restaurate attraverso l'esame della tradizione a stampa e sulla scorta di manoscritti nuovamente scoperti, dai quali anche riaffiorano ben dieci inediti. Con l'ampliamento e il radicale rinnovamento qualitativo dell'opera di Pisurzi (fino a oggi bloccata su nove cantones pubblicate nella seconda metà dell'Ottocento, per giunta in versioni difettose), il volume offre: un capitolo biografico (che fa luce su zone oscure o controverse della vita del poeta), l'illustrazione delle fonti e dei procedimenti seguiti nella ricostruzione dei testi (corredati di apparati critici puntuali), il commento, la traduzione in italiano, l'analisi linguistica e metrica, la discussione delle questioni attributive. Un'indagine rigorosa, condotta con gli strumenti della più agguerrita filologia, realizzata in un'edizione che - scrive Paolo Cherchi nella Prefazione - «bisogna salutare come un vero monumento». -
L' ultima trasfigurazione di Ferdinand
Il talento per la recitazione permette a Ferdinand Lieber d'inabissarsi nei personaggi fino al limite estremo della trasfigurazione nell'altro da sé. Ferdinand fa presto i conti con la benedetta maledizione di queste metamorfosi: appena bambino perde un dente per il ceffone di un padre che detesta vederlo travestirsi. Ferdinand cresce silenzioso e appartato. Unica consolazione è la tomba del fratellino morto. Quel piccolo, morto anni prima che lui nascesse, portava il suo nome e cognome e l'idea di un doppio adagiato nella terra accompagnerà per sempre le sue giornate. Inizia così la vicenda umana del grande Lieber, come lo chiameranno quando l'amore per i travestimenti confluirà nell'amore per la scena e lui diverrà ""attore mai eguagliato"""". In un'Europa tormentata dalla minaccia della guerra, Ferdinand, gigante della scena, passa di trionfo in trionfo. Eppure, una dura rivelazione mostrerà la misera sostanza della sua arte, e sarà l'esilio. Ma una piccola isola mediterranea lo accoglie. Una ragazza, Stella, è il solo interlocutore di questi mesi di pace. E al disincanto potrebbe seguire l'ultima grande trasfigurazione."" -
Il mio vero nome
In fuga dal proprio passato, un uomo senza nome vuole comprare una seconda vita da Mr. Poof, specialista in sparizioni di vecchie identità e nell'inventarne di nuove; professionista con due regole: non aiuta gli assassini e - se vuoi la busta gialla con i tuoi nuovi documenti - deve piacergli la tua storia. L'autoritratto del protagonista delinea un avvocato che sa di non esserlo davvero e che sostituisce l'ortodossia del ruolo con la propria: sopravvivere a qualunque costo, nelle pieghe oscure del sistema. Ci riesce, ma arriva l'incontro con Elvire, fascinosa e instabile collega che ha in testa progetti molto pericolosi. Qui inizia una nera vicenda di morti ammazzati gravitante intorno a una vecchia borsa che qualcuno vuole riavere a tutti i costi, vaso di Pandora di un pezzo di storia italiana legato al misterioso ""quinto uomo"""" che avrebbe avuto un ruolo nel sequestro dello statista Aldo Moro. Ma fino a che punto potrà essere considerato vittima o carnefice il personaggio-narratore in questa storia fatta di verità sempre vacillanti? Occorrerà farsi accanto a Mr. Poof per valutare un racconto salvifico fatto di azione e visioni lisergiche, razionalità e affabulazione rapsodica."" -
Noi non sapevamo. Lingua, turismo, industria, basi militari, ambiente. Testo italiana e sardo
In ritardo nel leggere i segni dei tempi per fare scelte convenienti. Incapaci di valorizzare le proprie risorse che altri sfruttano a loro profitto. Basta osservare gli eventi degli ultimi cinquant'anni per fare una dolorosa constatazione: noi sardi non sapevamo! Non sapevamo che nel turismo il capitale non è tanto l'investimento finanziario quanto la qualità del bene ambientale. Noi non sapevamo quale lascito di inquinamento, malattie e disoccupazione avrebbe portato l'industrializzazione petrolchimica. Oggi, noi sappiamo quali scelte fare negli investimenti economici e culturali? Parrebbe proprio di no, dato che l'ambiente non viene visto come la risorsa fondamentale per la crescita della Sardegna. La sfida decisiva per la Sardegna oggi è la conoscenza, l'intelligenza delle scelte, la capacità di leggere la cifra del proprio tempo nel confronto con la globalità. È fondamentale innalzare i livelli dell'apprendimento-insegnamento scolastico e della formazione professionale: tutta la società sarda deve ""andare a scuola"""" per poter fare scuola. Il libro di Bandinu indica questa e altre vie ragionando su cinque temi: Lingua (e Scuola), Turismo, Industria, Basi militari, Ambiente."" -
Alberi, arbusti e erbe della Sardegna. Ediz. illustrata
Una guida fotografica sulle principali specie di alberi,arbusti e erbe della Sardegna. Nel volume dopo una breve introduzione e alcune tavole morfologiche, vengono presentate le singole specie attraverso una scheda descrittiva, corredata da una o più foto a colori di alta qualità. L'opera si completa con un glossario dei principali termini scientifici utilizzati e gli indici col nome scientifico, in sardo e italiano delle specie catalogate. -
Fiori spontanei della Sardegna. Ediz. illustrata
Una guida fotografica sulle principali specie di fiori spontanei della Sardegna. Nel volume dopo una breve introduzione e alcune tavole morfologiche, le singole specie vengono presentate attraverso una scheda descrittiva, corredata da una o più foto a colori di alta qualità. L'opera è completata da un glossario dei principali termini scientifici utilizzati e dagli indici col nome scientifico, in sardo e in italiano delle specie catalogate. -
Memorie di vita militare. Da soldato a partigiano (andartes) in Grecia (1938-1945)
Antonico Stefano Lorenzo Motzo (Bolotana, 1917-2015), noto come Nicheddu Motzo, è stato per circa trent'anni, dai primi anni '50 del Novecento al 1978, impiegato presso la Facoltà di Mineralogia dell'Università di Cagliari. Il resto della vita l'ha trascorso al paese natale, occupandosi dell'azienda agricola familiare. Richiamato alle armi nel '38, ha partecipato al secondo conflitto mondiale sul fronte occidentale e, a partire dal '41, in Albania e in Grecia. Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 rifiutò di consegnare le armi ai tedeschi e si unì all'Esercito di Liberazione della Grecia, militandovi tra il settembre '43 e il novembre '44. Partecipò a numerose azioni belliche della Resistenza greca e per tale attività ottenne la qualifica di ""Partigiano combattente"""" e l'onorificenza della Medaglia d'Argento al Valor Militare. La vicenda è narrata da Motzo nel 1954 nelle Memorie di guerra che, gelosamente custodite dall'autore, vedono ora la luce per la prima volta, rendendo una testimonianza di grande interesse storico e aggiungendo un tassello nuovo e sorprendente al mosaico, ancora oggi poco conosciuto, della presenza di militari italiani nella Resistenza dei Paesi balcanici.""