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All'ombra della Rocca in val d'Orcia
All'ombra della torre di Tintinnano sorge il borgo di Rocca d'Orcia; ai suoi piedi i poderi, sparsi tra le colline, sembrano nascere dal terreno per germinazione spontanea. L'indagine è quindi motivata sia dal desiderio di conoscere il rapporto tra l'architettura rurale ed il paesaggio, sia dalla necessità di riflettere sugli interventi subiti dalle strutture abitative. Nella prima parte dunque Tintinnano ed il suo territorio sono visti nel contesto storico dalle origini fino alla costituzione dell'azienda agraria in esame. Nella seconda l'attenzione si concentra sulla formazione del paesaggio della Val d'Orcia e sull'architettura rurale: ai cenni introduttivi sulle peculiarità della dimora e dell'organizzazione degli spazi circostanti, fa seguito l'analisi dei singoli poderi; si mette infine in evidenza che i fabbricati presi in esame rappresentavano varie tipologie insediative e che eterogeneo è anche l'impatto paesaggistico prodotto dal loro recupero che, adattato a nuove esigenze, si manifesta in forme diverse che variano dal restauro conservativo volto alla valorizzazione delle caratteristiche originarie, alla ristrutturazione selvaggia completamente estranea all'ambiente e alle sue funzioni. -
Stefano I un santo papa martire e il suo ordine
"Ci piace rilevare come questa opera sia una valida testimonianza, sia pure settoriale, di un glorioso passato della Nostra amata Toscana e della Nostra Casa, ricco di cultura e di civiltà, che ha lasciato un segno indelebile nella storia e che mai potrà essere dimenticato e che anzi riteniamo debba essere sempre più approfondito e conosciuto. Esprimiamo all'autore tutto il nostro compiacimento, auspicando che il valore di questo suo studio gli arrechi quelle soddisfazioni che sicuramente merita."""" Sigismondo D'Asburgo Lorena." -
Argentario (1944-1984)
Uno spaccato di vita di un centro toscano prima della distruzione a causa dei bombardamenti aerei. La ferma volontà di un popolo che cerca la rinascita, rivuole la dignità, il benessere e dimostra di saper scegliere i propri amministratori: uomini che, al di là delle appartenze politiche, assumeranno un impegno con la comunità, anche a costo di sacrifici, interpretando fedelmente la volontà dei cittadini. Infine una serie di brevi racconti; avvenimenti che hanno animato i decenni della rinascita. Aneddoti, curiosità non senza qualche ombra. Un'amministrazione estremamente produttiva e dinamica - quella di Susanna Agnelli - viene scossa da un episodio che ha fatto molto discutere. Qualche opportuna riflessione sull'essere umano. -
Eleonora Duse e le donne di cultura fiorentine
"Questo volume è significativo per le ricerche sul ruolo non solo strettamente culturale ma anche storico-politico di un'elite femminile che sostenne la conduzione della storia a cavallo tra i due secoli XIX e XX. Mia nonna Maria Ponti e la zia Angelica Pasolini hanno vissuto momenti intensi della loro vita con Eleonora Duse, e qui rivivono nella mia memoria di giovinetta personaggi come Vernon Lee, cui dedicai la mia tesi di laurea, ed altri che appartengono ad un mondo ormai passato ma che ha avuto un'importanza fondamentale per la cultura delle generazioni successive, ritessuto dall'autore attraverso una ricostruzione filologica attenta alla sensibilità delle protagoniste."""" (Desideria Pasolini dall'Onda)" -
Dopo il buio
Giuliano Nicotra è un giovane capomafia che ha ereditato dal padre, a seguito della sua prematura morte, un impero economico realizzato e poi cresciuto a causa di disparate attività illecite molto remunerative. Ma un'esperienza straordinaria andrà a stravolgere la sua parte spirituale e conoscerà persone non comuni che sapranno aiutarlo e che, al tempo stesso, lo proietteranno in una realtà diversa da quella prima vissuta inducendolo a cambiare orientamenti e valori che in precedenza non aveva mai preso in considerazione, trovando tra imprevisti e colpi di scena una nuova dimensione della sua esistenza molto più consona alle sue intime aspettative. -
Marà e tutti gli altri
Un'unica frase, un unico vortice dove il tempo si appiattisce e la narrazione si snoda intorno a due figure, una femminile (Mara) e un'altra ritenuta tale per il suo nome (la poiana) che, da donne, portano il peso della storia, quella con la minuscola, ma senza la quale non saremmo qui. Nel Giugno del 1828 una giovane donna, pastora e contadina, parte da una casa dell'Appennino tosco-emiliano per andare a fare la balia presso una facoltosa famiglia della Savoia. Il dolore della madre, costretta a lasciare il figlio appena nato e che rimarrà in fondo all'anima come un rodere sordo e continuo, si allarga e si stempera in un lungo viaggio che, come un rito iniziatico, la introduce nel mondo che non conosce e la conduce fino allo sfarzo dell'alta borghesia francese. Il figlio lontano, comprimario della storia ma che di fatto non appare quasi mai, sarà il cardine di ogni suo pensiero e di ogni sua scelta. Lo riabbraccerà alla fine, ma in un epilogo imprevedibile, dopo molte vicissitudini e dopo che anche la Storia con la maiuscola avrà attraversato le loro vite. La parabola ellittica dell'esistenza di una donna che parte da una casa e vi ritorna, uguale e diversa, come una cometa che attraversi gli spazi siderali e torni alla sua stella con tutto il bagaglio acquisito durante il viaggio. -
Come sono diventato ciò che sono
Nei primi anni '60 un adolescente si trova di fronte alle prime vere difficoltà della vita, l'autoritarismo e la durezza della scuola, e reagisce con un'idea di rivoluzione e liberazione non solo sua, ma di tutta l'umanità. Intanto vive i primi amori e le prime cocenti delusioni, perde la fede religiosa, combatte contro il bullismo, disegna e fantastica di una sua utopia maturando una visione della vita che lo porta a militare per sempre per la giustizia e la libertà. -
La lucertola con du' code. Storie tra la val di Cecina e Siena
"La lucertola con du code"""" è un libro di racconti. Sono i racconti più belli, quelli delle memorie di famiglia, dei nonni e dei bisnonni contadini, che si possono raccontare a veglia e che sembrano leggende o fiabe. Sono i racconti in cui tutti hanno un soprannome e camminano a piedi per monti e valli, magari con una coppia di bovi. Ma si tramandano come racconti anche storie di antifascismo e di persone che tra montagna, piano e città hanno partecipato alla Resistenza e alla vicenda del PCI toscano. Ai racconti sono legati nomi di paesi e di poderi, di miniere e di campagne, di grandi cambiamenti della vita. Come nelle fiabe spesso i protagonisti sono dei bambini, che diventano grandi, ed entrano nel racconto magari come nonni o bisnonni. Florio Carnesecchi scrive storie dolorose e storie liete, senza addolcire nulla ma anche sempre con quella pietà del tempo passato che dà senso ai racconti e permette a chi ascolta di raccontarli anche lui. È un mondo di toponimi toscani tra Siena e Grosseto, tra mare e montagna, quello che i protagonisti attraversano: Travale, Castelnuovo Val di Cecina, Montieri, Giuncarico, Vetulonia, Chiusdino, Ciciano, S. Lorenzo, Anqua, Montecastelli e tanti altri nomi di località, fattorie, poderi, fonti." -
26 canzoni per loro
"Profondamente condizionato dalle esperienze vissute e da un richiamo che da sempre lo lega ai valori più tradizionali e genuini, Mauro con i suoi scritti, semplici e diretti, esprime un canto all'amore e alla natura. Dalle sue parole traspare una ricerca continua di affetto, un attaccamento all'ambiente in cui è cresciuto, con richiami frequenti ai colori, alle piante ed agli animali che più lo hanno colpito e che lui si porta dentro come un tesoro da custodire. La nostalgia di un amore che stenta ad arrivare, a materializzarsi come lui lo immagina, lo costruisce e lo fa crescere, un amore che passa dall'esigenza forte di un legame sentimentale con una donna e trascende ad un livello superiore, va oltre ed abbraccia temi come l'amicizia e la famiglia, sempre animato da uno spirito positivo, candido come il cuore di un bambino. Il messaggio che Mauro trasmette, può essere considerato con superficialità dai """"sapienti"""", può far sorridere la sua fame d'amore, ma questo non fa che sottolineare il disagio sociale in cui viviamo e la perdita di quei principi che sono l'unica via per giungere ad una vita felice a cui tutti dovrebbero aspirare."""" (Paolo Giusti)" -
Tu es Petra
"C'è un punto ove tutto ha inizio. A Oriente, dove sorge il sole. Mentre l'alba si dischiude, nella luce soffusa emergono dagli abissi le parole che Euripide pone sulle labbra della vergine Ifigenia. Parole che toccano il profondo: il perché di un tale sacrificio appare oscuro 'e l'impensabile diviene racconto', citando Loraux. Vibra in queste parole la passione che logora l'uomo dinanzi la morte... e poi nulla. Il desiderio di conoscenza, seppure ardente, non sempre consente di giungere al fondo della questione. E dopo l'ultimo rintocco resta solo il grido afono del dolore che lentamente uccide, nel silenzio i corpi sviliti hanno il colore della morte e il rosso dei tramonti si confonde col sangue del presente indicibile, inimmaginabile. Gli antichi usavano esorcizzare il male, le brutture del mondo sullo spazio scenico teatrale che diveniva """"sacro"""". Taluni contestano il mutamento d'animo della fanciulla nell'Ifigenia in Aulide, troppo repentino e radicale il passaggio dall'antieroico attaccamento alla vita, da quel sole che tutto scalda e crea, al patriottico desiderio di immolarsi. Al drammaturgo, profondo conoscitore dell'animo umano, va il plauso di aver plasmato la generosità e l'entusiasmo di Ifigenia. Euripide, nella sua vecchiaia, aveva stretto ancora nel cuore il ricordo di un punto a Oriente riflesso negli occhi di una donna, gonfi di mare e d'infinito""""." -
Non si frigge con l'acqua
"Ricordo ancora oggi, a distanza di quasi trent'anni, le sensazioni che provai arrivando all'Annata. Non conoscevo questo territorio se non dalle descrizioni del mio caro e compianto amico Alessandro Nicolò, famoso ingegnere chimico nato a """"le Bagnore"""", che, sebbene avesse girato il mondo per lungo e per largo, amava tornare nella sua terra e dedicarsi alla lettura e alla scrittura dei """"lavori di penna"""", come soleva chiamare i suoi testi. Fu un'occasione di lavoro da svolgere per la """"Coop Amiatina"""" a portarmi in questa parte della Toscana e fui subito incantata dal fascino della Montagna e dalle irresistibili sensazioni che offre a chi le si avvicina. Una natura incontaminata fatta di boschi e vallate, sorgenti e acque termali, monumenti e tradizioni che raccontano una storia secolare. Un inestimabile patrimonio naturale unito a una tradizione gastronomica che rispetta ancora il ciclo delle stagioni con i frutti della terra, particolarmente in autunno prodiga di doni che riempiono le tavole delle tante feste e sagre che perpetuano antichi rituali. In questo straordinario insieme di storia, tradizioni, cultura, l'Armata ha ben evidenziato una tipica identità gastronomica di civiltà contadina, la quale ha espresso nei secoli una cucina che può definirsi povera se si guarda all'origine e alla quantità dei prodotti impiegati, ma sicuramente ricca di fantasia nel modo di assemblarli per farne nascere piatti e sapori. Profusione di ortaggi, legumi, erbe, funghi...""""" -
Canzoniere di diverse stagioni
"Questa edizione presenta, rispetto alla prima del mio """"Canzoniere"""", due operazioni interessanti, per il lettore, e degne di nota: innanzitutto l'aggiunta di una nuova sezione (""""La città nuova: verso casa""""), che raggiunge il mio poetare ultimo; oltre all'inserimento di un corpus di poesie scritte in passato, e inedite. Di quest'ultima operazione occorre parlare e dei criteri di inserimento, appunto, di quel corpus nell'ambito della seconda edizione. Si tratta di poesie che, nel tempo della prima pubblicazione dei miei versi, non avevo sottoposto alla necessaria 'limatura', quanto mai doverosa dopo anni che le aveva viste giacere chiuse in un cassetto, e sulle quali ancora andavo meditando se e in quale modo includerle nel mio lavoro del """"Canzoniere di diverse stagioni"""". Decisi di attendere. Ora che la 'limatura' è stata invece operata, ora che ho deciso dei testi che giacevano appunto in un cassetto quali pubblicare o meno, vengono alla luce. E sono poesie incluse in questa sede, seguendo un criterio cronologico (relativo evidentemente alla datazione della composizione), all'interno del corpus stesso, ma non come se il tempo della scelta ulteriore, rispetto alle poesie presenti nella prima edizione, non fosse mai stato, ma a seguito delle poesie già editate, in continuità, e questo nel rispetto anche di un criterio filologico che consiglia l'evidenziazione, in qualche modo, dei tempi di lavorazione di un'opera.""""" -
L' arco del giorno
L'arco del giorno è il tempo di riflessione sull'esistenza, tra passato e presente, di un vecchio, illuso di trovare risposta nell'estrema semplificazione dell'arte. Il protagonista, Lorenzo, abbandonato dalla moglie, viene assalito da interrogativi sul senso delle cose. Trova rifugio nell'arte, perché l'arte conserva la bellezza e l'ardore della vita (i ricordi dell'infanzia, gli amori di gioventù, i corpi delle donne amate o solo sognate, ecc.). Quando gli pare di aver raggiunto l'identificazione di sé con la pienezza del desiderio ideale nel ritratto di Ely, giovanissima modella, incontra casualmente una donna straniera che parla solo la propria lingua e non comprende altro. Il dialogo muto che si instaura tra i due consente di trascorrere la giornata insieme, visitando solamente luoghi che non hanno bisogno di illustrazione. Quelli in cui il protagonista ha vissuto. Inconsciamente, pertanto, il presente si sovrappone al passato, scolorando le vecchie immagini e cancellando i ricordi. Con il trascorrere delle ore, la vita di Lorenzo si rinnova con lo stupore della ventura che l'incomunicabilità rende di particolare fascino. A sera, la donna riceve una telefonata che segna la via del ritorno. L'uomo, rimasto solo viene assalito da un'insolita frenesia e telefona alla sua modella invitandola a fargli visita. Quando questa arriva, non è più la benefica illusione dell'arte, ma appare donna qual è, giovane e bella... -
Lucciole e grilli alla Camposampiero
Dalle pagine della nostra storia emerge continuamente il profondo affetto del protagonista per la signorina Borgioli la quale, per il suo generoso impegno a favore dei ragazzi senza famiglia, ha lasciato una traccia indelebile nella nostra città. Ogni volta che Pier Luigi parla di lei, la sua voce incrina e qualche lacrima bagna la pagina. -
La luce e la voce. Il terzo occhio della guarigione
Se mi apro all'uno, l'uno si rivela, se mi apro all'energia, l'energia fluisce tanto quanto mi apro, fino all'estrema potenza, se invece mi separo e resisto, nell'illusoria ostinazione di chi vuole contenere l'incontenibile, trovo solo la dolorosa illusione del male, che è malattia e sventura. Lasciate che tutto sia, fatevi andar bene tutto, perché tutto tende all'amore cosciente dell'uno che chiama a sé ogni due. Tutto tende all'uno perché non esiste altro a cui tendere. Questa è la divina provvidenza dell'abbandono e del perdono, il ritorno del Tao, di chi lascia che tutto sia, accetta tutto, dice sì a tutto. Il male nasce dall'ostinazione di voler resistere all'uno. Se resisto soffro. Se cerco qualcosa nel due non la troverò mai, nell'uno invece ce l'ho già, in eterno. Non contrastate il male, perché in verità è una grazia meravigliosa, un messaggio d'amore. Dice Gesù in Matteo (5 - 39,41): ""io vi dico: non contrastate il malvagio; anzi, se uno ti percuote sulla guancia destra, porgigli anche l'altra; e a chi vuol litigare con te e prenderti la tua tunica lasciagli anche il mantello. Se uno ti costringe a fare un miglio, fanne con lui due""""."" -
Miciarello e Gualdrada e il racconto della postilla amiatina
La Postilla Amiatina, inserita nel 1087 dal notaio Rainerio in un atto di donazione, è uno dei primi esempi di passaggio dal latino al volgare. Ma chi erano i soggetti della donazione e quale la loro storia? E quali, soprattutto, gli eventi che portarono a redigere l'atto? Miciarello, figlio dell'oste di Callemala, sulla via Francigena, dopo l'incontro ed i consigli di un menestrello, inizierà un percorso avventuroso che si trasformerà anche in una presa di coscienza. L'autore, sfruttando l'assonanza di 'rebottu' (parola contenuta nella Postilla) con 'ribat', costruisce attorno ai protagonisti e agli abitanti di Castel di Badia un racconto fantastico ambientato nel periodo storico tra il 1070 ed il 1087 con personaggi realmente esistiti. -
Parlavano di me
L'inserviente di uno zoo, affascinato dalla mole pacifica e sonnolenta di un ippopotamo, un predicatore porta a porta alla sua prima esperienza, una giovane donna che consuma le sue ambizioni tra un concorso di bellezza e l'altro, due coppie che s'incontrano a cena nel luogo dove da anni trascorrono le vacanze al mare, un anziano sarto a cui tremano le mani, un professore alle prese con il figlio che sta per laurearsi, un gruppo di ragazzi che festeggiano il compleanno di uno di loro. Sono i protagonisti di vite assolutamente normali, che con distacco e quasi con indifferenza ripetono le loro azioni quotidiane. Qualcosa però è intervenuto nelle loro vite, un piccolo o grande avvenimento ha deviato il corso dell'esistenza, li ha resi lenti e lontani, ne ha fatto dei sopravvissuti. I personaggi di questi racconti sono donne e uomini chiusi nei loro silenzi, assorbiti da paesaggi ordinari, diventati prede di piccole manie e di insignificanti frustrazioni. Eppure anche nel loro scialbo panorama improvvisamente sembra sia possibile una luce, un piccolo bagliore che riscatti le loro giornate da reduci: un lampo rosso come il piumino di un bambino. -
Musica in Garfagnana. Tradizioni e tradimenti
Il C.R.I.G. (Collettivo di Ricerca e Improvvisazione Garfagnino) nasce dall'incontro di sette musicisti di jazz con le tradizioni musicali e lo ""spirito"""" della Garfagnana."" -
Mai stato in serie A
"Sentii il rumore che fa un palo quando ci sbatte forte un pallone. La traiettoria era dalla mia parte, veniva nella mia direzione, sentii Trapattoni fischiare così forte che distolse la mia attenzione. Zoff era ancora a terra, balzò forte con un deciso colpo di reni. Mentre mi avventavo in scivolata su quella carambola sentii il suono del mio respiro e della mia foga. I tacchetti di Gentile affondarono il mio polpaccio sinistrò che guadagnava il terreno e il fondo soffice del manto, quei sei ferri mi fecero subito male, ma non poterono atterrire quel mio istinto allenato a prevalere. Il suono di un popolo più debole in festa mi accese il calore di un'estasi, tipica dei momenti in cui si raggiunge un insperato' risultato""""." -
Un Cristo dei nostri giorni
Emil Rasmussen dette alle stampe il suo ""En Kristus fra vore dage: italiensk kulturbillede"""" nel 1904. Pur costituendo uno dei primi studi organici sulla vicenda di Lazzaretti e sulla comunità di Monte Labbro, la conoscenza di quest'opera è sempre stata frammentaria e questo principalmente a causa della lingua in cui venne originariamente pubblicata, il danese, che non rientra tradizionalmente nello strumentario degli studiosi italiani. Il libro, infatti, a partire dal commento di Gramsci nei """"Quaderni del carcere"""", è stato quasi sempre citato in modo tralatizio, spesso - se non unicamente riportando la tesi dell'autore secondo cui David avrebbe tratto l'ispirazione della rivelazione ricevuta nel 1868 nella grotta del Beato Amedeo in Sabina dalla lettura del """"Manfredo Pallavicino"""", romanzo storico dello scrittore milanese Giuseppe Rovani pubblicato tra il 1845 e il 1846. Rimaneva in tal modo alquanto oscuro l'impianto metodologico della ricerca, l'inquadramento problematico della vicenda, i termini della polemica col Barzellotti, il confronto con le tesi del Lombroso, nonché, in definitiva, il giudizio dell'autore sulla figura di Lazzaretti. Quella di tradurre e pubblicare in lingua italiana il libro di Emil Rasmussen è stata, dunque, un' esigenza da sempre avvertita dalla comunità scientifica e più volte rappresentata ai responsabili del Centro Studi.""