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Il ragazzo di Ternopol. Dai ricordi di Misha Horodyskyi
Quel pomeriggio di metà novembre non sembrava diverso dagli altri per Misha, un ragazzo di Ternopol nell'Ucraina occidentale da due mesi sotto occupazione sovietica. Ma la sua vita stava per subire una svolta violenta. Senza ritorno. -
D'Annunzio e Fortuny. Lettere veneziane (1901-1930)
Fine principale del saggio è quello di fornire una cronologia ragionata delle carte di Gabriele d’Annunzio a Mariano Fortuny, conservate a Venezia presso il ""Fondo Mariutti Fortuny"""" della Biblioteca Nazionale Marciana: 13 lettere, cui si aggiunge un telegramma, stese tra il 1901 e il 1930, quasi tutte non datate e verosimilmente pervenute alla rinfusa. La silloge principalmente riguarda la tragedia """"Francesca da Rimini"""", per il cui allestimento scenico d’Annunzio s’era rivolto all’artista catalano nella primavera del 1901. La ricostruzione storico-critica muove, pertanto, dal contributo di Gino Damerini, il primo a pubblicare le carte dannunziane rendendo nota l’intricata vicenda della """"Francesca"""", che infine vide la cooperazione naufragare e il poeta rivolgersi allo scenografo Odoardo Rovescalli."" -
Responsabilità educative del diritto
Questo volume raccoglie saggi pubblicati nel corso degli anni su varie riviste italiane e incentrati su un classico tema della filosofia politica e giuridica, quello dei rapporti che intercorrono tra diritto e morale, tema che ha impegnato per decenni l’attività di ricerca dell’sutore in ambito universitario ed è sempre innanzi al suo pensiero. -
Evanescenze
Il romanzo, dalla necessaria conoscenza dei nonni prima e dei genitori dopo, tutti intesi come indispensabili co-attori in causa, si inoltra nelle problematiche vicende del protagonista, ovvero il figlio unico che nella specie è il giovane Roberto, che vince le ripetute evanescenze del suo spirito con lo sforzo della sua volontà e della sua intelligenza e con l’aiuto della sua fidanzata, Marina, che all’amore associa il contributo delle proprie risorse scientifiche. -
Il patriota giardiniere. Viaggio sulle strade della brigata Majella
Umberto, ventenne abruzzese, incontra per caso l’anziano reduce di guerra Francesco. Tra loro nasce una profonda amicizia e decidono di intraprendere un viaggio della memoria, partendo dall’Abruzzo, nei territori sconvolti dagli eventi bellici fra l’autunno 1943 e la primavera del 1945. A piedi ripetono il percorso dei patrioti abruzzesi della brigata Majella. Partono da Lanciano e passano per Casoli, Gessopalena, Pizzoferrato, Sulmona, Montecarotto, Pesaro, Brisighella e la via Emilia, arrivando a Bologna e oltre. Umberto, attraverso i racconti del vecchio, scopre le vicende che hanno portato alla nascita della repubblica. L’autore ricostruisce un periodo cruciale della storia del nostro paese tramite le vicende di un romanzo. -
Giorgio Luzzi. Un itinerario della parola tra etica e poesia
Giorgio Luzzi, valtellinese di nascita e torinese di adozione, riflette l’ibridismo geografico delle sue radici in una poesia addensata, ferrigna e scandita, intrisa di cultura mitteleuropea e oriunda. La sua è una voce lirico-narrativa (sia pure di una narratività elusa), plurilingue e plurisangue, la cui grana è un conclamato espressionismo dalle motivate “oscurità” di dettato e, al tempo stesso, carico di una forte tensione etica. I suoi versi, modellati da una fervida riflessione critica, accolgono un audace sperimentalismo linguistico e stilistico, mentre la studiata ironia rivela la lezione di Erba. La sua poesia evade così dal confine “lombardo” e si inserisce nel solco di quel robusto antisublime che altri maestri (da Sereni a Raboni, accogliendo anche le voci dei minori e persino dei minimi) hanno sviluppato in altre chiavi. -
È possibile un'altra scuola?
Riformare non è un processo semplice: spesso è un susseguirsi ininterrotto e inarrestabile di innovazioni a volte solcato da evidenti dinamiche problematiche, talora destabilizzanti. Questo è quello che sta accadendo anche nel sistema scolastico, chiamato a confrontarsi con necessità di cambiamento sia nella didattica che nell’assetto organizzativo. Il volume indaga alcuni aspetti del rapporto tra scuola e società nel corso del tempo, attraverso l’analisi dei principali elementi di novità introdotti negli ultimi anni, come l’interdisciplinarità, la sussidiarietà, la personalizzazione, la cittadinanza attiva, la valutazione, fino ad arrivare a una scuola orientata sulle competenze e sulla trasversalità dei saperi. -
L'arciere e la pittrice. Gabriele D'Annunzio e Romaine Brooks
Giovane, ricchissima ed eccentrica, l’americana Romaine Brooks incontra Gabriele D’Annunzio alla Capponcina, quando lo scrittore viveva da principe del Rinascimento sulle colline fiorentine mentre la giovane pittrice si dedicava ad approfondimenti nel mondo dell’arte antica e moderna. Si rivedranno a Parigi, a partire dal 1910, intensificando i rapporti e la corrispondenza. Nasceranno – da un rapporto anche amoroso, breve e burrascoso – progetti culturali comuni, in particolare intorno al tema del martirio di san Sebastiano, che riunisce artisti dell’avanguardia culturale. Romaine Brooks eseguirà anche ritratti del poeta, che diventeranno poi celebri rappresentazioni dell’uomo in esilio e dello scrittore soldato. Ma, oltre questi progetti puntuali, realizzati con la partecipazione di altri celebri rappresentanti della cultura europea, il carteggio svela altri aspetti di un’esistenza sempre inquieta, alla ricerca della perfezione artistica, che contraddistingue questi due spiriti liberi, destinati ad osservarsi da lontano. -
Homo ambiens
L’ambiente è il vero protagonista del processo educativo insieme agli uomini che, nel corso del tempo, lo hanno abitato e vissuto. Ciascun individuo fa esperienza e, dunque, apprende nel proprio contesto di riferimento. Partendo da una riflessione intorno al concetto di educazione all’ambiente, il testo offre un contributo alla formazione di un docente riflessivo, capace di applicare la ricerca alla didattica e di creare percorsi educativi trasversali, proponendo così un approccio adatto a formare soggetti in grado di muoversi in contesti complessi e pronti a collegare saperi per lo sviluppo di competenze critiche. -
Homo faber
Febbrile l'homo faber s'era dato a fabbricare pezzo dopo pezzo e senza mai riposarsi l'opus maximum, che avrebbe decretato il trionfo del suo genio. Se ne fece prendere tanto da non accorgersi di restarvi preso dentro anche in concreto, intanto che l'opera attorno a lui cresceva, fornendosi infine in una gabbia. Lo capì quando fu tardi. Ormai prigioniero, azionò lime per tentarne le sbarre, ma era stato artiere assai bravo ed impattò in trame così robuste da sentirsene vinto. L'ho fatta però forte, si consolò dicendo, grande e perfino comoda. E si mise a confortarla alacremente d'altri e molti conforti, lavorando senza mai fermarsi. Della lima - d'altra parte inservibile - s'era persa a quel punto ogni traccia. -
Francesco Lomonaco. Sondaggi
Di Francesco Lomonaco, studiato finora soltanto come un documento storico e non anche quale autore, in questo primo contributo, da leggere in contemporanea con il Discorso augurale, sono indagate alcune delle questioni significative che rimettono nella giusta luce la fisionomia intellettuale del letterato, medico e filosofo basilicatese. Attraverso la lettura diretta dei testi, recuperati nelle prime edizioni (e non in quella postuma di Ruggia), con rigore filologico e prospettive allargate al presente come storia, emergono forme (fisiognomica, biografia e saggio), tecniche narrative e figure retoriche, temi (religione, gloria, morte, censura catoniana, moralismo e satira), motivi (silenzio, natura-storia, il ‘genio’ e gli eroi), ideologie (armonia ed equilibrio, antilibertinismo e anticicisbeismo, stoicismo e scetticismo), immaginario mitologico (e non solo di Prometeo e di Medea), misoginia verso la “muliebre natura”, legami sociali nel mondo bonapartista, classici (Orazio, Tacito, Plutarco, Giovenale, Montaigne, Foscolo, Alfieri). -
Terra, pianeti e spirito. Il fenomeno geologico come simbolo di un fondamento immateriale
Questo libro mostra una inaspettata corrispondenza significativa tra i fenomeni geologici reali e i fenomeni spirituali secondo le antiche scritture indù quali i Veda, le Upanishad e la Bhagavad-Gita che sono le maggiori opere della spiritualità indiana in grado di fornirci i mezzi per avvicinarsi alla Conoscenza. Il testo mette in luce la necessità di un dialogo transdisciplinare tra scienza e filosofia, materia e spirito e tra Occidente e Oriente. Mentre le scienze naturali studiano aspetti particolari del mondo, analizzandolo in parti divise e indipendenti, la filosofia ha come oggetto lo studio della realtà nella sua interezza indivisa, per cui può comprendere meglio molte cose quali il senso del cosmo e della nostra esistenza. -
Eredità illegittime
Non una semplice cronaca delle elezioni politiche di fine Ottocento in Irpinia, ma l’affresco di un teatro realistico, un palcoscenico affollato di personaggi dalla spiccata umanità, a tratti degenere – deviata, appunto – e grottesca, che si muovono in un ristretto spazio provinciale spinti solo dal cieco imperativo del potere. Gli alti ideali del Risorgimento sono ormai eredità illegittime ed il piccolo comune di Pietrarea assurge ad emblema del malcostume nazionale che si annida dietro alle elezioni politiche. L’audace penna di Carlo Del Balzo cattura i particolari di uno spaccato del Meridione in cui l’ostinata ambizione al seggio parlamentare giustifica la gestione machiavellica di qualsiasi espediente. All’insegna dell’«istruire dilettando» lo scrittore-onorevole, nel suo «romanzo delle elezioni», narra l’ennesima vicenda di una nostra devianza atavica. -
L'Italia di mezzo. Per una storia delle terre abruzzesi
Intervista di Umberto Dante. Si dovrebbe parlare di una conversazione più che di una intervista. Due storici di generazioni diverse riflettono sulla storia abruzzese. Ovviamente, non siamo in una situazione di parità assoluta. Dante si è formato sulla lezione di Colapietra, che definisce ripetutamente “maestro”. Dall’incontro cerca risposte a dubbi e domande che coltiva da tempo. Nasce da questo sforzo reciproco un testo non sintetico, non banalmente riassuntivo; semmai chiarificatore, metodologicamente rigoroso, talvolta decisamente innovativo e dirimente. Contrariamente alla gran parte degli studi esistenti, la riflessione di Colapietra non riduce l’oggetto ai confini territoriali dell’ente regionale abruzzese, ma costruisce un sistema politico e socioeconomico più ampio, più articolato, in cui entrano in misura decisiva Roma, Napoli, Firenze, la frontiera marchigiana, il Tavoliere. L’intervista finisce con l’approdare all’originale e feconda categoria dell’Italia “di mezzo”, in cui l’Abruzzo è parte decisiva di una cerniera che si articola tra Nord e Sud, molto identificandosi con le vicende, le difficoltà e le aspirazioni dello stato unitario. -
Timoleonte. Tra storia e propaganda
Personaggio decisamente controverso, Timoleonte nella moderna storiografia ha goduto di un’ampia fortuna fondamentalmente legata alla straordinaria fioritura della ricerca archeologica avviata nella Sicilia dell’immediato dopoguerra. Negli anni la diffusa visione entusiastica è stata ridimensionata grazie ad una revisione dei dati archeologici e ad una rilettura critica delle fonti letterarie che hanno consentito una ricostruzione delle dinamiche storiche più obiettiva. -
Tra tempo ed eternità. Il platonismo essenziale in Arthur Schopenhauer
“Il divino Platone e lo stupefacente Kant”, con queste parole, è noto, Schopenhauer apriva la sua prima opera pubblicata come dissertazione di tesi dottorale: ""La quadruplice radice del principio di ragion sufficiente"""". Ed è evidente, a partire da questa affermazione perentoria che si ripeterà anche nel suo capolavoro indiscusso, che il legame storiografico tra Schopenhauer e il platonismo è più che evidente. Tuttavia, il taglio interpretativo che si è dato a questo studio non è tanto quello di offrire una comparazione storiografica tra le dottrine di Platone e di Schopenhauer, quanto piuttosto di cercare di scavare più a fondo, in direzione di una coappartenenza essenziale dei due autori in una radicalità dell’interrogare filosofico che oltrepassa il loro “detto”, in direzione di ciò che lo trascende."" -
Via Cascina, 20. L'Aquila: trenta ore di sisma
6 aprile 2009: via Cascina, 20 è la residenza di Umberto Dante. Lo è ancora oggi, lontana da ogni “inizio dei lavori”, senza acqua e luce. ""Via Cascina, 20"""" è un testo vero, registrazione fitta e convulsa, candida, capace di confessare situazioni come l’amicizia-sintonia tra padre e figlio, gli incontri amicali, gli squarci di vita amorosa. Tuttavia, uno storico come Dante, precipitato nel disastro, utilizza questi “capillari” per arrivare a una più complessiva conoscenza: la convivenza di diacronia e sincronia. Abbiamo la diacronia del succedersi del rinvenimento dei crolli e dei morti, del volontariato locale sostituito dalle organizzazioni pubbliche. Abbiamo la sincronia dell’evento collettivo, l’incepparsi simultaneo, la miriade di vite e di prospettive che formano la città e che si interrompono tutte insieme: il professore guarda la sede straziata del rettorato e dispera sul futuro; l’editore ha la sensazione di un disfacimento totale; il medico fantasma sperso nel moltiplicarsi dei morti; i politici spiccano per la loro latitanza e sembrano aspettare i microfoni televisivi."" -
Tutte le poesie. Nuova ediz.
«Era bello, di una bellezza gentile e nervosa, socievole ma anche riservato» – hanno scritto di lui i suoi contemporanei –, Romualdo Pàntini (1877-1945), conterraneo di D’Annunzio e fiorentino d’adozione, anzi cosmopolita, è personalità epigonica ma complessa, l’espressione decadente dell’arte totale. Pàntini è la testimonianza concreta delle inclinazioni più vitali presenti nella poesia dell’Italia a cavallo tra Otto e Novecento, aperta alle correnti d’oltralpe ma non disgiunta dalle radici classiche della tradizione. Peraltro, quest’edizione (uscita per la prima volta nel 1975 e ora riproposta), ha fatto da battistrada nel corso degli anni a una serie di studi che hanno permesso di ricostruire una stagione importante e variegata della nostra cultura tra letteratura e giornalismo, quella che oggi non a caso viene definita l’Italia dei «nobili spiriti». -
«Una ragnatela d’argento». I fili del racconto di Anna Maria Ortese
In una lettera del 1990 Anna Maria Ortese usò la metafora della «ragnatela d’argento» per descrivere la sua narrativa, che si rivela intricata perché continua ad avvolgersi su se stessa. La scrittrice, come una novella Aracne, ha continuato a rivedere e a interpolare i suoi testi. Il presente studio di Nunzia D’Antuono s’insinua tra i fili, scegliendo uno dei tanti percorsi possibili, facendosi guidare da alcuni luoghi simbolici (città, isola, stanza) e personaggi (folletti, monacielli, bambini e animali), attorno ai quali ruota l’intero mondo immaginario della scrittrice, che ha, forse ossessivamente, fatto ricorso a simboli costanti, come quelli del silenzio, del vento e dell’Ovest. L’obiettivo critico, che delinea solo alcuni dei luoghi, dei personaggi e dei simboli, suggerisce un ampliamento futuro della prospettiva e disegna anche una costellazione di autori di riferimento che vanno da Victor Hugo e Marcel Proust a Jorge Manrique, da Virginia Woolf a Ingeborg Bachmann, passando per Vernon Lee e Katherine Mansfield. -
Cento merli per coda
Insediamento, attecchimento e declino di una piccola comunità di mezzadri in una desolata e irraggiungibile landa dell’Appennino centrale. Un iniziale pionierismo obbligato dalla miseria; l’orgoglioso florido proliferare e prosperare con alto senso di appartenenza, reputandosi un ombelico di mondo, anche se limitato, compiuto, finito; l’inevitabile decadenza e il finale crollo delle illusioni con l’aprirsi delle frontiere e la presa di coscienza della microscopicità del proprio universo. Un mondo perduto, un piccolo villaggio la cui disintegrazione, alla luce della “civiltà che avanza”, degli abbattimenti delle barriere, dello sfruttamento intensivo e della manomissione sistematica del territorio, delle guerre dilaganti, delle mutazioni climatiche, dell’affarismo ed efficientismo tecnologico, si fa metafora del destino prossimo futuro del nostro stesso pianeta.