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Versi (1905)
Il recupero della poesia di Lalla Vicoli Nada (1883-1978) attraverso il volume ""Versi"""" (1905), con lettera-prefazione di Gabriele d’Annunzio, ci riporta al clima del primo Novecento, a quella dimensione crepuscolare molto più diffusa di quanto si creda avendo in mente i centri canonici di quel movimento, dalla Roma di Corazzini alla Torino di Gozzano. In tutta Italia, invece, specialmente in provincia, era in atto un po’ ovunque l’assordante rivoluzione silenziosa di una poesia con i suoi collegamenti simbolisti e le aperture europee, mentre la parola poetica si trasformava in uno strumento per cantare il disagio dell’uomo contemporaneo. Lalla Nada, che viveva a Morrovalle nelle Marche, a pochi chilometri da Recanati, scrive versi i cui temi non si distaccano da quelli comuni ai poeti di quella condizione."" -
Camillo & son. Vita e morte di due grandi giornalisti tra Italia e America
«Durante è un cercatore e ricercatore d'eccezione; ricostruisce la biografia dei Cianfarra con una dedizione e una mole documentaria impressionanti» – Il VenerdìrnrnIl racconto, basato su una imponente documentazione d'archivio, delle vite di Camillo e Camille Maximilian Cianfarra, padre e figlio, giornalisti tra Italia e America. Due storie personali che incrociano la grande storia con tutti i suoi protagonisti. Unite da una comune passione e da un tragico destino. Nel nome della libertà. -
Rivoluzione & rivoluzioni. Vol. 1
Il volume si propone come un’agorà di confronto a più voci sul tema della Rivoluzione, considerata da una prospettiva sia teorica che storica. Cosa s’intende per “rivoluzione”? Quali sono i suoi criteri interpretativi? È possibile darne una definizione? È rivoluzione solo quella moderna, legata al tempo lineare e progressivo, e non anche quella anticamedievale, legata al tempo circolare e ciclico della revolutio orbium coelestium? È sempre pura la rivoluzione o è affetta, talvolta/sempre, da uno spirito di rigenerazione? È una “rottura” oppure implica una continuità? E nel tempo lungo, qual è il rapporto trarivoluzione ed evoluzione? Infine: è da intendersi per rivoluzione solo la rivoluzione politica e istituzionale o anche la révolution des esprits? -
John Dewey politico della crisi. Scritti scelti
Una produzione di vario tipo, e di natura non strettamente accademica: discorsi, pamphlet, scritti polemici, editoriali. La pubblicazione di questa raccolta, selezionata, tradotta e introdotta da Matteo Santarelli con un saggio introduttivo di Giovanni Maddalena. -
L'evoluzione economica dell'Abruzzo. Uno sguardo su settant'anni di cambiamenti
Scopo di questo volume è quello di analizzare l'andamento dell'economia abruzzese dal dopoguerra ad oggi. Sono essenzialmente tre le fasi che caratterizzano questo lungo periodo di storia economica: l'arretratezza, il passaggio verso una economia industriale e i grandi cambiamenti nello scenario economico. La globalizzazione, la tecnologia e la concorrenza dei paesi emergenti sono tutti fattori che contribuiscono a interrompere il circuito virtuoso dell'economia abruzzese. Il diffuso utilizzo di grafici e tabelle favorisce la lettura e l'interpretazione delle questioni trattate e rende il testo accessibile anche ai non addetti ai lavori. -
Vedovella celeste e altri racconti
Racconti scelti dall'autore tra quanti ha composto in un ampio arco di anni, prove ispirate a una ricerca attenta della qualità stilistica e ricche di una costante e implicita ironia, con qualche felice incursione nel genere assurdo e paradossale. -
Heidegger e Levinas. Percorsi antropologici tra ontologia e etica
Il saggio ""Heidegger e Levinas. Percorsi antropologici fra ontologia e etica"""" affronta due filosofi ineludibili, Heidegger e Levinas, caratterizzati da itinerari di riflessione articolati, che si presentano antitetici per molti aspetti. Eppure entrambi, nel loro percorso decostruttivo e restitutivo, pur nella loro diversità, costituiscono importanti declinazioni contemporanee di ciò che ha segnato fin dall’inizio il discorso ontologico/etico; infatti la colpevolezza del finito e il suo necessario destino di tramonto segna la filosofia occidentale e il detto di Anassimandro ne costituisce l’aurorale e destinale esplicitazione: in lui l’ontologia nei suoi albori subisce anche una declinazione etica che la segna. Forse, prima ancora dell’imporsi dell’ontologia, sottolineato da Levinas, in realtà si è realizzata un’autocomprensione etica dell’ontologia, che la segnerà, con diverse modalità, nella sua storia profonda, fino ai nostri giorni. Le riflessioni di questo saggio ne cercano la traccia in Heidegger e in Levinas, nelle tematiche dei loro percorsi filosofici."" -
Taccuini inediti
Quasi nascosti tra le carte del Fondo Angeli-Dennis di Vancouver, i ""Taccuini inediti"""" di Gabriele Rossetti (Vasto, 1783 - Landra 1854) rappresentano una delle più significative esperienze di ricerca condotte nell'ultimo decennio dal Centro Europeo di Studi Rossettani. Tra i Fondi Preraffaeliti nel mondo, quello della British Columbia è, senza dubbio, ricettacolo di materiale in gran parte da esplorare e catalogare, soprattutto nella sezione di Italianistica."" -
Amor sacri. Il rimosso dell'occidente ormai planetario
Il maschile e il femminile come tutti gli opposti, essendo complementari, si cercano sempre, rimanendo comunque opposti. L’uno: semplice e prevalentemente esteriore; definibile, afferrabile; fallico e identitario; aggressivo perché limitato. L’altro: pervaso da un piacere intimo e diffuso; non definibile, contraddittorio, inafferrabile, illimitato; diveniente come la natura che ama nascondersi e custodire il suo segreto. Il libro, attraverso la libera rielaborazione e l’analisi critica di opere letterarie, filosofiche, psicoanalitiche e cinematografiche, riflette con sguardo inusuale sul donde e il dove dell’uomo occidentale, sul suo carattere e il suo destino.“Il peccato originale non sta nell’aver ceduto a Eva tentatrice. Ma nel maschile rifiuto della reciprocità con il libero desiderio femminile. Nel separarsi, quindi, dalla natura attraverso la civiltà del dominio: sulla natura e sulle donne”. -
Uccidimi
Questa raccolta è divisa in tre sezioni: ""Uccidimi"""", """"Soldati"""", """"Viandanti"""". Ciascuna rimanda a tematiche diverse e pone uno o più interrogativi. Il primo racconto è tratto da una storia vera: si può commissionare a qualcuno il proprio omicidio senza programmare né un quando né un dove esso avverrà? Che legame si stabilisce fra la vittima ed il suo potenziale assassino? Chi avrà il coraggio, o l’incoscienza, di sparare e chi il coraggio di farsi uccidere? E poi, chi chiamiamo soldato? Il mercenario prezzolato d’ogni luogo e tempo, destinato alla solitudine, il bambino senza più infanzia, combattente sotto ogni bandiera e dentro ogni confine, ovvero l’inconsapevole esecutore di ordini rimasto senza difesa, vittima del fuoco amico? E ancora: dove va veramente un viandante, quali frontiere esplora, rischiando di smarrirsi?"" -
Le conseguenze della memoria. Note da una permanenza in Abruzzo
Il percorso del pensiero, raffigurato e illuminato dalle immagini pulitissime di Marco Pallini, acquarellista lancianese, profugo nella sua terra, non è di tipo descrittivo e consecutivo, ma si svolge tra continui flashback culturali, usati a rinforzo del discorso formativo di fondo, mai normativo o didascalico, ma impresso in ogni pagina, nelle sonorità acquatiche dell'""Acqua che pensa"""" o del """"Lessico fluviale"""" o nelle rifrangenze di culture altre, o in vicinissime memorie territoriali come in """"Lo straniero"""", gestite come fionde, vettori creativi, fino alla proposizione finale di un progetto concretamente sperimentato di riabilitazione ambientale, che, in fondo, giustifica la pubblicazione stessa del testo."" -
Ignazio Silone o la Logica della privazione. Atti del Convegno Internazionale di Studi Caen (7 Febbraio 2019) Pescina (23-24 Agosto 2019)
Prendendo le mosse da una consolidata attività di collaborazione tra il LASLAR («Lettres, Arts du Spectacle, Langues Romanes») dell'Université de Caen (Normandia) e il Dipartimento di Lettere, Arti e Scienze Sociali dell'Università “G. d'Annunzio” di Chieti-Pescara, questo volume raccoglie i frutti di un comune progetto di ricerca intorno all' “immaginario pauperistico” nell'opera di Silone, realizzato anche con il sostegno del Centro Studi “Ignazio Silone” di Pescina. La questione del realismo siloniano, già molto discussa in sede critica, trova un saldo fondamento non solo nella rappresentazione meticolosa del mondo subalterno dei cafoni ma anche nella prospettiva politico-esistenziale del suo riscatto. Si tratta di un programma che fa leva, quasi invariabilmente, su una logica del dépouillement e della “privazione”, della destrutturazione dei falsi miti e delle incrostazioni pseudoculturali che opprimono la vita degli uomini, per rilanciare la centralità di valori “archetipici” come la giustizia, l'amore, l'amicizia, la solidarietà. -
Notizie dal belpaese
"Anche l’inferno ha le sue attrattive e le esercita nei modi più subdoli, sfruttando per esempio la raffigurazione vistosa della sua negatività. Quando si era ragazzi, ai miei tempi, capitava di vedere le prime donne nude, per quanto peccatrici, proprio nelle illustrazioni dell’inferno dantesco, sui grandi volumi della Commedia, ad opera del Dorè e di ogni altro iconografo.""""" -
Per una storia dell'Ospedale di Lanciano (1843-2000). Fatti, ricordi e testimonianze
Il volume ripercorre la nascita e la progressiva crescita dell'Ospedale civile ""Floraspe Renzetti"""" di Lanciano; i tragici momenti del secondo conflitto mondiale; il prepotente sviluppo avutosi dagli anni 50 alla fine del ventesimo secolo. Si tracciano i profili di alcuni uomini come Berenga, Caporali, Cotellessa che hanno dato un'impronta significativa al nosocomio frentano, ma anche operatori sanitari, avvicendatisi negli anni. In appendice, ricordi e testimonianze di medici e personale sanitario che, nel tempo e a vario titolo, hanno operato all'interno della istituzione."" -
Esilio e natura. Poesie (2011-2018)
“A morsi leggeri e precisi, Via strappa lembi di cielo per farlo sanguinare e far piovere sulla terra qualche sprazzo di pioggia feroce. Ma il suo volo, per salire nello spazio e catturare parole, è da angelo che sa arridere anche quando ferisce. Quindi, avendolo da sempre letto con attenzione, vorrei suggerire di stare attenti ai morsi, che non sono da serpente nero ma, ripeto, da artista vigile che non si stanca di cercare e di assaltare, sapendo almeno quel che vuole; nella tensione di dare ordine al proprio rabbioso sgomento, e di non appagarsi di semplici soluzioni o di poche cauzioni. Gabriele scava induce rivolta ara il campo del mondo su cui noi arranchiamo; mantiene all’erta se stesso; tende anche a risvegliare dal sonno della ragione e riflessione gli altri camminatori. Ha una attenzione ubiqua, che gli propone e sottopone dettagli a non finire, che lui non cataloga ma seleziona esaltandoli, per esemplificare. L’induzione alla conclusione morale – una conclusione forte – a me sembra la costante privilegiata di questo suo violento e dolce raccontare che non ha fine. Non può avere fine. Non deve avere fine” (Roberto Roversi). -
Bugie nucleari. La vera storia di Chernobyl
Perché dopo oltre 30 anni non abbiamo ancora dati certi sulle conseguenze del disastro di Chernobyl? Quali retroscena internazionali avvolgono quello che è stato definito il più tragico incidente nucleare della storia? Nella vicenda umana di Vassili Nesterenko, fisico nucleare sovietico di grande fama, uno dei primi a sorvolare in elicottero la centrale dopo il disastro, e Yuri Bandazhevsky, direttore del più grande istituto di ricerca medica nelle zone contaminate, incarcerato per sei anni da un tribunale militare per le sue denunce sugli effetti delle radiazioni, l'autrice ricostruisce decenni di bugie, occultamenti, alto spionaggio. Un romanzo-inchiesta ad alta tensione. Che non è un saggio sul nucleare. Che non ha colore politico. Che è semplicemente una storia vera, la testimonianza di chi ha vissuto dal di dentro, con un ruolo di responsabilità e potere, uno dei momenti più terribili della storia recente e ne ha seguite passo passo tutte le conseguenze e le menzogne i cui effetti subiamo ancora oggi. -
Pensieri dell'insonnia
"... quando nel cammino degli esseri umani non può succedere più nulla che lo illumini, allora ci si immerge nell'archivio della memoria come residua forma di vita...""""" -
Pagine di pedagogia leopardiana
Non vi è molto entusiasmo per la pedagogia di Giacomo Leopardi. Nonostante qualche meritoria indagine, non si dispone ancora di un quadro critico esaustivo; e ciò a dispetto della ben nota rivisitazione, tesa a valorizzare, oltre il mero poeta lirico, il filosofo, sensibile alla storia e ai problemi dell’umanità. Vi è da chiedersi il motivo di questa lacuna; e la riposta è, forse, nella sua statura di classico, anzi di classico dei più notevoli della nostra letteratura, cui è dovuto un rispetto quasi sacrale. La critica più autorevole ha fissato Leopardi in uno schema codificato. È anzitutto poeta, al più filologo; a farsi più larghi, filosofo e politico, mai, però, pedagogista, né educatore. Avanzare nuove letture è sempre un passo delicato. -
Tre donne
Con ""Tre donne,"""" edito per la prima volta nel 1891, Sperani tornò su un tema principe della propria produzione, ossia l’attenzione al ruolo femminile all’interno del nuovo scenario sociale. Come viveva la donna delle classi più basse? Quali erano i suoi obblighi e le sue ambizioni? Quali le sue sofferenze, le umiliazioni, i desideri? Sperani affronta ognuno di questi aspetti, all’interno di una storia ambientata in Val Mi’scia e che ha per protagonisti dei miseri contadini. Nella fattispecie l’autrice segue le vicissitudini incrociate di tre donne: Maria, Cristina e Virginia (e tre uomini: Sandro, Pietro, Giorgio), alcuni in lotta contro le asprezze del luogo e altri troppo fragili per non lasciarsene divorare. L’atmosfera è del resto quella della campagna, forte e amarissima, dove le consolazioni sembrano non avere cittadinanza e in cui gli affetti, anche i più vicini, non leniscono la difficoltà. Fra tradimenti e colpi di scena, preghiere e abbandoni, si delineerà il quadro di un mondo ancora acerbo, quasi tenuto fermo con la forza, il piccolo punto di un universo violento e in cerca di futuro."" -
Boristenitico (Or. XXXVI)
"Dione iniziò da sconsiderato sofista e finì filosofo, e più per volere del caso che suo proprio"""". Così sentenziava Sinesio agli inizi del V secolo raffigurando uno dei personaggi più rilevanti e certamente più originali della Seconda Sofistica."