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Il bene che viene dai morti
Nei tardi anni cinquanta una corriera scassata porta ogni sera il suo carico di pendolari da Viareggio a un paese sulle alture retrostanti. Fra quei viaggiatori, un'operaia di sedici anni e uno studente di venti: poveri entrambi; entrambi paralizzati dalla paura di vivere e da quel sentimento della propria mediocrità, che inclina certi giovani alla violenza e altri alla solitudine e al pensiero del suicidio. Più coraggiosa, come spesso sono le donne, lei si ribellerà, come può, a un destino di passività e sottomissione; lui migrerà nelle tristi camere ammobiliate della Milano anni sessanta, muovendosi ai margini di una società e di una cultura che gli sono estranee. Non si vedranno più, almeno non finché lei sarà viva, e di quel taciturno sfiorarsi di due esistenze non resterà presto che un ricordo condito da qualche lieve rimorso. -
Milano al futuro. Riforma o crisi del governo urbano
Da oltre vent'anni in Italia il movimento riformista ha tentato di rinnovare regole e forme del governo urbano, per conciliare principi di rigore, sviluppo e qualità. Sono state approvate nuove leggi regionali e sperimentate forme di regolazione e trasformazione urbana coerenti con le migliori esperienze internazionali. Ma è mancata una riforma di respiro nazionale e l'incapacità di esprimere compiutamente un pragmatismo equo ed efficace nel governo urbano ha privilegiato interventi spesso parziali e strumentali, portando ad aggravare i problemi strutturali delle nostre città. In questo quadro, Milano presenta criticità profonde e le proposte più recenti (come quelle contenute nel nuovo Piano di Governo del Territorio della giunta Moratti) sembrano destinate ad aggravare le condizioni funzionali, sociali e ambientali del vivere collettivo. Il caso milanese è utile per riflettere in modo critico sullo stato del governo del territorio in Italia, e per individuare - sulle tracce di Fausto Curti, ""urbanista gentile"""" - possibili vie di sperimentazione e di azione in una prospettiva riformista. Prefazione di Pier Carlo Palermo."" -
L' orgogliosa
L'orgogliosa racconta una storia di intense passioni che si svolge nel piccolo universo di una terza elementare femminile, in un'ipotetica città del Nord. Il regolare scorrere dei giorni è interrotto da uno scandalo: si scoprono delle firme false sotto ai voti di un'alunna. Scatta un'inchiesta e una presunta colpevole è trascinata in Direzione. Sottoposta a un durissimo interrogatorio, la protagonista si chiude in un orgoglioso silenzio. Giallo dell'anima, ""L'orgogliosa"""" ci riporta, con spietata memoria, dove tutti siamo stati un giorno, la mente di un bambino spaventato e certo di essere oggetto di un'ingiustizia. Il linguaggio della narrazione però non è affatto infantile. La scrittura è attenta e sontuosa, piena di squarci visionari e vertiginosi rivolgimenti."" -
Io Yeoshua chiamato Gesù
In Galilea all'epoca della dominazione romana cresce un ragazzo. La sua vita è simile a quella dei suoi coetanei, divisa tra giochi e lavoro, il lavoro di carpentiere che svolge a fianco del padre, un uomo saggio, un rabbino. Il ragazzo è ebreo e si chiama Yeoshua. Dopo di lui il mondo non sarà più lo stesso e la sua storia di adulto è quella tramandata dai Vangeli. ""Io Yeoshua, chiamato Gesù"""" ci narra tutto quello che i Vangeli non dicono, gli anni della formazione, la vita in famiglia e poi, dopo la morte del padre, il suo vagare alla ricerca di una sua grande verità. Con garbo e freschezza, il romanzo dipinge immagini di vita quotidiana, in un periodo storico di grande inquietudine, a cui Yeoshua non è estraneo, in cui convivono la rivolta armata degli zeloti e il riscatto spirituale degli esseni. Questa ipotesi romanzesca, ma storicamente plausibile, sul Gesù nascosto, entra nel cuore del lettore e gli permette di scoprire qual è il filo che lega un ragazzo come tanti al protagonista della grande rivoluzione dell'amore."" -
Il volto come interfaccia
Entro quarant'anni è prevista una diffusione capillare di robot sul mercato domestico. Che aspetto avranno questi artefatti umanoidi? E chi decide il volto della tecnologia antropomorfizzata che ci circonderà, occupandosi di noi e dei nostri bisogni? Zoomorfismo e antropomorfismo hanno attraversato la storia della tecnologia, delle arti applicate e del design, trasportando la complessità della tecnica nella sfera domestica. Robot, avatar, personaggi, automi, human digital assistant, emoticon sono i protagonisti di questo libro, che indaga la natura specifica e differente di quegli oggetti e servizi che usano il volto come interfaccia con gli utenti. Con un saggio di Masahiro Mori. Prefazione di Giovanni Anceschi. -
Ipocondria fantastica
Nove racconti per nove malattie di ""questa era delle malattie auto-immuni, del corpo che si fa male da solo"""": artrosi galoppante, sindrome di Pickwick, anosmia, sindrome del tunnel carpale, somatofrenia fantastica, ossidazione dei tessuti, coprolalia, cleptomania, psittacosi. Invenzioni surrealiste, eleganti scorribande nei doppi sensi, cortocircuiti linguistici, divagazioni in una casistica fantastica dell'ipocondria tra un Gino e una Gina che trovano il punto G anche grazie a un miracoloso alchermes color blu viagra, un grigio amico dei piccioni che si rivela un inafferrabile serial killer, un malinconico grassone affetto dalla sindome di Pickwick irresistibile bisogno di mangiare la carta scritta, e specialmente i romanzi d'amore: """"Da quando mia moglie non c'è più mi cibo strappando pagine di romanzi d'amore, voglio estirpare le mistificazioni che essi contengono"""" - e altri malati immaginari prigionieri del loro morboso accanimento contro se stessi quanto dei loro paradossali rimedi."" -
Se lo dico perdo l'America
Dura, diretta e impulsiva, ma anche impacciata, autoironica, sentimentale. E la Giò degli anni ottanta, sorella minore della protagonista di ""Piccole donne"""". In """"Bagna i fiori e aspettami"""" l'abbiamo conosciuta ossessionata da una passione edipica vissuta molto pericolosamente, ora è cresciuta: vive sola e scrive gialli. Ma il suo sguardo pungente e la sua spiccata propensione a mettersi nei guai non sono affatto cambiati. Sarà l'incontro con un produttore americano, questa volta, a trascinarla in una nuova avventura a perdifiato: presentarsi al tycoon (omosessuale) in incerti e un po' goffi panni maschili si rivelerà una mossa dalle conseguenze inaspettate, che la condurrà a un turbolento soggiorno newyorkese, tra sequestri, sparatorie, misteriosi messaggi video e rischiosi incontri con le peggiori bande criminali del Bronx. Un intreccio sapientemente costruito dietro al quale, al di là di grattacieli, magnati della finanza e atmosfere hard boiled, fa capolino una delicata riflessione sul difficile rapporto con la propria identità di genere, sulla forza e sulle divertenti debolezze di un personaggio femminile lontano da stereotipi e cliché. """"In preda al desiderio di leggerezza che aveva contagiato un po' tutti dopo anni di piombo e rancore,'' scrive oggi Lidia Ravera, """"decisi di rubare le sorelle March alla defunta collega Alcott, di strappare loro di dosso le crinoline dell'800. E di rimetterle al mondo, nel nostro mondo."""""" -
Il supplente
"Nominare le cose: è questo il principio di ogni scrittura; ma la coltre delle parole presto si complica, s'infeltrisce, si appesantisce; solo in rari casi una prosa di forma semplice sa preservare le tracce, la vibrazione emotiva del primo sfiorarsi e aderire tra l'oggetto e la sua parola, tra la parola e il suo oggetto. E quel che accade nelle pagine de 'Il supplente': Puccinelli nomina le cose, il mondo, perché ha paura che spariscano, lasciando spazio al disagio e alla malattia psichica; li nomina come se li tastasse, per accertarsi che siano veri, con trepidazione, delicatezza e terrore. Muovendo da un fondo di desolazione, la letteratura si mostra qui nella sua forma più nuda ed emozionante, più vera e inerme: in atto di nascere, come gemma e germoglio."""" (Giovanni Mariotti)" -
Il teatro della sicurezza. Attori, pratiche e rappresentazioni
Porre l'accento sulla sicurezza è conseguenza, secondo Stefanizzi, ""dell'incapacità da parte dei poteri pubblici di affrontare e dare soluzione a un ampio insieme di problemi che caratterizzano le aree urbane. Se oggi vivessimo in un contesto sociale, economico e politico ove fosse garantita una piena soddisfazione dei bisogni [...] presumibilmente tale problematica sparirebbe dall'agenda politica, non perché i cittadini potrebbero sentirsi garantiti dai rischi di criminalità o dai fastidi delle inciviltà, ma semplicemente perché essi confiderebbero a ragione nelle possibilità, da parte della classe politica, di governare i problemi attraverso azioni di inclusione sociale"""". Il presente saggio si propone innanzitutto di decostruire le più improprie retoriche securitarie, analizzando casi metropolitani simbolo (come quello di via Padova a Milano), che come tali hanno riflessi a livello nazionale, per dimostrarne l'eccessiva esposizione mediatica e proporre soluzioni ai conflitti prescindendo dalle logiche repressive. Non mancano l'analisi di contesti rurali - per cercare di comprendere la fondatezza o meno della concezione diffusa """"città insicura/provincia tranquilla"""" - e delle politiche di sicurezza messe in pratica a livello statale e locale, per capire se davvero rispondono ai bisogni della popolazione o sono solo fonte di consenso a breve termine."" -
L' amore lungo
È per amore che camminano per qualche tempo, sempre insieme, nelle vie di un quartiere, o perché, fragili e malandati, non avrebbero, senza il sostegno reciproco, il coraggio di uscire dalle stanze dove abitano? Entrambe le cose: giacché anche di quel bisogno, e di altri che l'amore giovane non conosce, è fatto l'amore lungo dei vecchi. Che cosa accade quando uno dei due muore? tutto s'interrompe oppure, per qualche tempo, nel segreto della casa dove vivevano, l'amore lungo continua? In questo libro, Giovanni Mariotti ci accompagna, con infinita delicatezza, alla scoperta degli spettri (i vecchi) che ci sfiorano nelle vie dei nostri quartieri e vivono ignorati al nostro fianco. ""L'amore lungo"""" è un racconto magico, straziante e dolcissimo, che si svolge su sfondi metropolitani percorsi da sirene di ambulanze e da crudeli scintillii di rotaie; pieno di scricchiolii, soffi, fantasmi, sogni enigmatici; tutto ambientato in universi intermedi, su una frontiera che sinuosamente corre tra un Corso affollato e strade semideserte, tra un piano e l'altro della casa, per le scale, tra la vita e la morte, tra un aldiquà e un aldilà ugualmente indecifrabili."" -
Parma, Italia. Una città frontiera fra berlusconismo e democrazia a 5 stelle
Sono le 16.20 del 21 maggio 2012 quando il vento del cambiamento scuote l'opulenta e civile Parma, nota per l'eccellente qualità della vita e prostrata dal malaffare delle sue ultime due Giunte di centrodestra. Federico Pizzarotti, un giovane e sconosciuto impiegato in banca, esponente del Movimento 5 Stelle, sbaraglia il candidato del Pd Vincenzo Bernazzoli, travolgendo un sistema politico consolidato. Per capire meglio il destino di questa ""città-laboratorio"""", Marco Severo fa un passo indietro e racconta, da insider, come la città di Pietro Barilla si è trasformata in quella di Calisto Tanzi, ed è arrivata a un buco di 830 milioni di euro e al commissariamento della Giunta Vignali, mentre la sinistra si suicidava nel tentativo vano di compiacere a sua volta gli stessi poteri forti. Lo tsunami che si è abbattuto sulla politica italiana con le elezioni del 24-25 febbraio 2013 ha avuto la sua prima anticipazione meno di un anno fa proprio a Parma. Un'anticipazione su scala locale, ma molto importante per gli effetti sullo straordinario successo che il M5S ha avuto nei mesi successivi, fino a diventare la forza politica più votata nelle ultime consultazioni. In questo libro Marco Severo racconta quel che è successo a Parma, intrecciando cronaca e riflessione politica, presa diretta e antefatti. Con la Prefazione di Roberto Borcio."" -
I privilegi dell'ignoranza
Cinque musicisti, esperti di ardui madrigali cinquecenteschi, si ritrovano sia per cantare sia per discutere del libro che mai riuscirono a leggere fino in fondo: la ""Critica della ragion pura"""" di Immanuel Kant. I madrigalisti - tra coro e polifonia - dibattono, spettegolano, congetturano, girano attorno, come falene incapricciate da una luce abbagliante, al capolavoro imprendibile, arrivano a sfiorarlo per strani percorsi tangenziali. I cinque si fanno perfino medium, richiamando un personaggio celebre e inesistente, la Marchesa di Merteuil delle """"Relazioni pericolose"""", perché rivolga a Kant, suo contemporaneo domande pregnanti e impertinenti sui grovigli dialettici che si annidano in quel monumento del sapere occidentale. Anche se letta solo per brani e in introduzioni e manuali illusoriamente facilitanti, la """"Critica"""" dilaga, contaminando ogni altro libro, allargando la sua aura sulla musica, i film amati, la vita. Allo stesso tempo si dispiega un diorama di illazioni sull'anno in cui fu pubblicata la """"Critica della ragion pura"""", come del resto """"Le relazioni pericolose"""": lo stupefacente 1781. Il tempo attuale, tragico e inconsolabile, dell'Italia e del mondo di adesso circonda questa mezza allegra brigata, questo convivio di musicanti folli, come la peste del 1348 circondava i più famosi tra i nostri narratori di novelle."" -
L' incantato
"Di questi racconti, uno è un'educazione alla cura o, se volete, alla paternità. Uno è un'educazione alla morte. Uno alla solitudine. E l'ultimo è un'educazione sentimentale. Il primo parla della scelta, il secondo della gelosia, il terzo della vocazione, l'ultimo della giustizia. Nel primo e nell'ultimo una storia d'amore si compie prima di cominciare; nel secondo e nel terzo un maestro e un discepolo si perdono prima di essersi trovati. Se invece di racconti fossero canovacci per un teatro di marionette, tre marionette sarebbero generalmente sufficienti per rappresentarli: un anziano, un giovane, una ragazza... L'anziano a volte è saggio, a volte no; la ragazza ora sale verso le note acute di una bambina, ora scende verso le note gravi della maturità; il giovane non ha che sette note a disposizione e le canta come può. Se tutto questo ha un senso, non saprei dire. Penso anch'io, come Tristano nell'ultimo racconto, che l'interpretazione sia il diavolo, e che ogni storia percorra, col cuore in gola, la superficie."""" (Ginevra Bompiani)" -
Miriam e la geometria
"Un romanzo costruito di racconti concentrici, un puzzle le cui tessere sono sguardi diversi sulla stessa storia. Miriam, una donna ancora giovane, con una figlia bambina e una adolescente, una donna ancora bella e baciata dalla grazia di una spiccata sensibilità creativa, si ritrova intrappolata nella stessa prigione che si è chiusa attorno al corpo di suo marito, Pietro, anche lui ancora giovane ancora bello ancora forte, ridotto da un incidente a vegetare unito, paralizzato e totalmente dipendente, senza poter vivere, senza poter morire. Finché un'estate tutto cambia e Miriam si trova a dover scegliere: ribellarsi al dolore o sacrificargli il suo futuro come a un dio minore, da placare? Attorno a Miriam e alle sue oscillazioni gli altri, ciascuno a suo modo colpito e modificato: la bambina, la ragazza, l'uomo ancora giovane, l'amante più vecchio, il padre... tutti a confrontarsi con se stessi e con Miriam, con Miriam e con Pietro, come ci si confronta, consapevoli o no, continuamente, con la morte e con l'amore. Un romanzo profondo, scritto in una lingua leggera, antiretorica e apparentemente divagante, capace di sorridere e far sorridere, come sa fare soltanto chi è passato attraverso l'inferno. E ha raggiunto la posizione giusta per guardarci dentro."""" (Lidia Ravera)" -
Descartes. Una teologia della tecnologia
Una presentazione chiara e sintetica dell'opera di René Descartes. Un ritratto del filosofo e matematico che ha pensato il nostro tempo molto prima di noi. E che ci ha lasciato in eredità il compito di ripensare il suo tragitto. Per comprendere noi stessi: divisi tra la teologia e la tecnologia, tra l'esigenza dell'unità e la frammentazione di un mondo divenuto macchina insensata e immortale. Descartes è il nome di questi opposti. E della loro ambigua, profonda familiarità. -
60 giorni e finiscono i soldi
Oggi la crisi colpisce alla cieca: bastano due telefonale sbagliate e ci si ritrova improvvisamente senza lavoro, senza rete e senza voce. L'unica certezza è la prospettiva di finire i soldi in poche settimane e, in lontananza, l'incubo della panchina del parco. Da qui prende avvio un diario, impostato come un conto alla rovescia, che misura la distanza tra la normalità e lo stato di emergenza. Senza paracadute economici o protezioni sociali, la protagonista del romanzo è una quarantacinquenne, nata benestante, divorziata e madre di un adolescente, che si scopre del tutto impreparata a confrontarsi con l'imminente rischio di povertà. Nella cronaca di quei giorni, la ricerca febbrile di lavoro si alterna a rocambolesche soluzioni palliative, riflessioni amare cedono il posto a momenti di autentica pienezza di spirito. Un viaggio tra emozioni quotidiane e flashback, macchine in panne e presentazioni in Power Point, amanti improbabili e amici sicuri. Sulla buona e cattiva sorte domina uno sguardo lieve, ironico, talvolta comico. Una vicenda attualissima e, a suo modo, straordinariamente esemplare. -
C'è una bella differenza. Un dialogo
"La posta era definire la sfida del femminismo radicale nel cuore della politica."""" Paestum, ottobre 2012: 1000 donne hanno discusso per tre giorni rendendo visibile e concreta la vitalità di un movimento, che ogni tanto qualcuno/a dà per archiviato definitivamente. Una lettera di trentadue femministe, dal significativo titolo """"Primum vivere"""", tematizzava i punti salienti e sottolineava l'urgenza di un incontro nazionale a quasi quarant'anni dall'ultimo, che si era tenuto proprio a Paestum. Tre giorni di confronto, non imprigionato da alcuna ritualità, sui temi del lavoro, la precarietà, il rapporto fra le differenti generazioni, la politica, l'autorevolezza, l'efficacia, la rappresentanza, la pratica della relazione, il desiderio di essere nei contesti e di segnarli con la propria presenza. Il dialogo tra Luisa Cavaliere e Lia Cigarini racconta l'evento, restituendone anche la bellezza e l'emozione, e soffermandosi sui nodi emersi, le questioni aperte, la traccia per il presente e per il futuro. La seconda parte propone una scelta essenziale di documenti e articoli di """"un nuovo vocabolario""""." -
Alghe
Mentre una tempesta di neve blocca mezza Italia, su un treno affollato Anita, una biologa marina con una marcia in più, conosce Gabriele, manager rampante di un fondo d'investimento. Da questo incontro nasce una collaborazione che rivoluziona le loro vite, scatena gli interessi più o meno torbidi della finanza internazionale e sembra poter cambiare il destino del pianeta. Un eco-thriller che si svolge nel bel mezzo di una crisi energetica e ambientale giunta a un punto di svolta. -
La neve
Durante una memorabile nevicata che sommerge Roma, Lea va a farsi cambiare antidepressivi e sonniferi da una dottoressa, che le dice: ""Se non li prendesse, sarebbe molto infelice, stanca, depressa, ma certamente più lucida"""". Da queste parole Lea è condotta a ripensare ansiosamente la sua vita, a interrogarsi, come forse prima o poi facciamo tutti, sulla mancanza di allegria e di coraggio. Lea si dà due giorni per rispondersi (prendere i sonniferi o sopportare l'insonnia? Tristezza o antidepressivo?), i due giorni in cui cade la neve e Lea si rifugia a casa della sorella. E mentre si confronta col silenzio della sorella, le torna in mente l'ultima cosa coraggiosa che ha fatto: un laboratorio di scarpe e cappelli. La novella procede ora su due piani, la sarabanda dell'impresa lavorativa, coi suoi attori stravaganti, i suoi improbabili amori, suoi passi e i suoi voli, e i giorni della neve, in cui sprofondano anche le parole. Di che coraggio ha bisogno l'allegria? E la tristezza, cos'è?"" -
Dove non si tocca
Ha solo due anni la bambina di ""Dove non si tocca"""" quando per la prima volta viene lasciata sola dalla madre. Ed è come se l'avesse perduta per sempre. Il distacco materno è l'immagine che Gaia Formenti ha scelto come prologo del suo romanzo di formazione. Il viaggio nel mare aperto dei sentimenti di una bambina di Milano, dall'infanzia alla soglia della pubertà. Un diario tenero e struggente sul tempo e la fatica del crescere, scritto con parole lievi che divertono e commuovono. Come la sua piccola protagonista, capitano coraggioso dallo sguardo emozionato e mosso che scopre il mondo per la prima volta. E noi con lei.""