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Politiche educative e integrazione multietnica
Il volume affronta il tema della convivenza multietnica, ponendo l'accento sul processo di integrazione, sulla sua misurazione e sui fattori che possono (o dovrebbero) favorirla. Orientando il suo focus verso il legame sociale di una società e la bidirezionalità del processo di integrazione (data dal rapporto tra autoctoni e immigrati, nonché dalla responsabilità istituzionale nella ideazione e nella applicazione delle immigrant's policies), il lavoro propone una prospettiva di analisi e interpretativa del processo di integrazione. La proposta di analisi e di interpretazione trova applicazione nel lavoro empirico, che ha avuto l'obiettivo di misurare il livello di integrazione sociale multietnica, in contesti informali scolastici ed extrascolastici, di studenti italiani e studenti con cittadinanza non italiana, frequentanti alcuni istituti scolastici siciliani di Scuola Secondaria di I e II grado. Inoltre, considerata la centralità dell'istruzione per ottenere una buona integrazione sociale delle nuove generazioni, lo studio ha misurato l'effetto di condizionamento delle politiche educative locali, analizzate in termini di orientamento allo scambio e al dialogo interculturale, sull'integrazione sociale multietnica degli studenti. Il processo di misurazione ha fatto ricorso alla famiglia dei modelli dell'Item Response Theory. -
A scuola di genere. Un contributo di ricerca per coeducare l'uguaglianza
Cosa rende oggi così radicalmente irrinunciabile promuovere una ""Scuola di genere""""? Per quanto ricorrenti, attuali e trasversali appaiano i temi legati all'equità e all'inclusione nel complesso e mutevole panorama sociale che ci troviamo ad attraversare, la questione di genere si profila non di rado zona meno sorvegliata di altre, priva di una sistematica vigilanza formativa, ancor più in ambito scolastico. A partire dal fecondo terreno di lavoro del progetto A scuola di genere coordinato dal Centro studi ricerche e documentazione Sicilia/Europa """"Paolo e Rita Borsellino"""", il volume, frutto di una ricerca interdisciplinare tra sociologia e pedagogia, tenta di dare voce ad alcune risposte possibili. Gli autori presentano e analizzano i dati dell'indagine svolta su un campione della popolazione scolastica siciliana, esplorando le interconnessioni tra rappresentazioni, aspirazioni, stereotipi di genere, processi discriminatori, esperienze di violenza e offrendo un contributo di riflessione per problematizzare l'uguaglianza di genere ed elaborare traiettorie di coeducazione all'equità."" -
Almanacco Repubblicano 2020. Valori umani ed economia
Questo nuovo numero dell'Almanacco vuole riflettere su uno dei tratti più salienti dell'identità repubblicana, in un momento in cui questo argomento torna a essere di stringente attualità. All'interno saggi di Giancarlo Elia Valori, Niccolò Rinaldi, Davide Giacalone, Bepi Pezzulli, Oliviero Widmer Valbonesi, Luca Delli Santi, Stefania Schipani, Marco Spina, Sabrina Conti, Massimo Ricciuti, Claudio Cocchiarello. -
L' isola del potere
Non è difficile riconoscere nelle pagine dei romanzi di Leonardo Sciascia il filo di un'''ossessione profonda'', il senso del mistero del potere e ancor più del suo desiderio. Nucleo fondante delle riflessioni dello scrittore siciliano, luogo di ispirazione e pretesto di trame e racconti, il dilemma della natura del potere e la tragedia del suo esercizio, si pongono nello stesso tempo al centro di quella Sicilia metaforica e ''letterale'' - anzi di quella Italia che ''va diventando Sicilia'' - che Sciascia ha perlustrato con tanta pervicacia e inesausta, sana ''perfidia'' intellettuale. Alla ricerca di questo mistero, con attenzione costante agli strumenti interpretativi della scienza politica, Sara Gentile ripercorre la produzione narrativa di Sciascia, estraendone le geometrie sotterranee: il potere degli uomini e quello delle istituzioni e degli apparati, il potere della Chiesa e dei notabili, quello della mafia e dei partiti, ma anche quello del linguaggio e del sapere. Ma il potere sul singolo individuo può spingersi ancora oltre, fino a diventare ''diritto'' di offesa e di morte, tema che Sciascia racconta e sviscera con passione e lucidità in numerosi romanzi, spesso cercando nel passato - un ''passato che si fa presente'' drammaticamente - gli strumenti del dominio: la menzogna e la violenza. -
Accordi strani. Intrecci tra letteratura e musica
Nei territori immensi e continuamente in espansione della letteratura la musica è sempre stata una presenza significativa, diventata quasi irrinunciabile a partire dall'età romantica. Nel Novecento l'intreccio tra scrittura letteraria e arte dei suoni si fa strettissimo, qualificandosi diversamente nella prima e nella seconda metà del secolo. Ispirata dalla sua passione per la musica, Caterina Valchera, che si è sempre occupata di letteratura, si è posta un interrogativo che è poi divenuto l'ipotesi del presente lavoro. È verosimile - e quindi verificabile attraverso l'analisi dei testi - che in alcuni autori del Novecento, anche di grande rilevanza, la scelta dell'arte letteraria sia stata, almeno agli esordi, succedanea a quella musicale? E che i fogli pentagrammati abbiano poi ispirato sentimenti ambigui e lasciato tracce di frustrazione o invidia nelle pagine di alcune loro opere? Qualcosa che assomiglia a una ''rivalsa verbale'' nei confronti dell'arte dei suoni sembra attraversare le loro opere sul piano dei contenuti, dei toni, delle scelte linguistico-espressive. Un sentimento accompagnato dal rimpianto per una passione divenuta secondaria e che ispira al letterato particolari modi - straniati e inquieti - nell'approccio ai territori della musica: sono gli accordi strani che danno il titolo al libro. -
L' imbarbarimento dell'aria. Testo tedesco a fronte
È il 17 dicembre del 1903 quando i fratelli Wright realizzano il primo volo motorizzato della storia. I primi, pioneristici, passi della navigazione aerea sembrano avere oggi un alone quasi leggendario. Eppure il prodigioso sviluppo dell'aviazione viene concretamente a incidere su una questione tanto cruciale quanto controversa negli anni a cavallo tra le due conferenze internazionali per la pace del 1899 e del 1907: il dibattito politico e giuridico sulla guerra aerea all'interno del diritto internazionale e dei movimenti antimilitaristi dell'epoca. Di questo dibattito Bertha von Suttner offre una testimonianza esemplare con l'appello Die Barbarisierung der Luft del 1912, contro la supremazia e il controllo militare dei cieli. Destinato a rimanere il suo ultimo saggio e quasi un testamento ideale, il saggio - di cui si propone la prima edizione italiana, corredata di ampio studio introduttivo, note critiche e bibliografia - raccoglie i risultati di un interesse costante dell'autrice austriaca per i progressi delle forze aeree; un interesse confermato da riflessioni sparse nella sua produzione, che rimbalzano da un testo all'altro, costituendosi come ripetuti rimandi di un discorso ininterrotto sul volo e le sue macchine, il cielo e i suoi invisibili confini. -
I rituali dei teofilantropi
L'ipotesi di questo libro è intrigante: offrire al lettore italiano un testo mai tradotto della Teofilantropia, forse il maggiore culto civico - insieme al culto dell'Essere supremo - inaugurato dalla Rivoluzione francese. Ricostruire poi intorno al testo, per garantirne la piena intelligibilità, il contesto storico in cui è maturato, i contenuti morali e religiosi, il lascito ereditario nella storia delle idee. Traggono spunto di qui le riflessioni di Antonio Cecere, Marco Rocchi, Enrica Veterani, grazie anche a Sabrina Carli per la traduzione dell'opuscolo dal francese, che offrono un contributo originale alla conoscenza di una pagina di storia dei culti civici, con cui la nostra modernità non ha smesso di fare i conti. Questo lavoro canalizza i due piani su cui i teofilantropi pensarono di dover agire: l'invenzione di nuovi rituali, come momento di rottura con la religiosità delle gerarchie della chiesa cattolica in una ricerca di sacralità, collettiva e di singoli; e la rifondazione della morale come presupposto di ogni riforma politica. Saggi di: Antonio Cecere, Marco Rocchi, Enrica Veterani. Prefazione Dino Mengozzi. -
Il metodo felice. Vademecum per aspiranti addetti ai fornelli
Per chi non ha tempo di cucinare, single, studenti, giovani coppie,... Guida pratica con ricette della tradizione familiare semplici e semplificate. Un invito a trasformare i pasti quotidiani in gioiosa convivialità sin dalla preparazione dei menù. -
Giuseppe Garibaldi. Le ferite del corpo e dell'anima
Non è solo la storia della ferita in Aspromonte ma anche la narrazione puntuale, documentata ed esaustiva delle altre ferite meno note, fisiche e morali, come quella inflittagli da Cavour con la cessione della sua patria natìa, Nizza alla Francia. L'ultima ferita, la non osservanza del testamento di essere bruciato su una pira, come un eroe omerico. La Giovane Italia aveva bisogno di un cadavere sul quale poggiare la sua rinascita. -
Il giudice oltre la sentenza
«Il Presidente Salvatore Cianci non era solo un magistrato, con una carriera costellata da numerosi incarichi prestigiosi e di grande responsabilità. Era uno dei personaggi di spicco di un cenacolo di giuristi, che mi riporta all'adolescenza e che ha segnato la mia crescita umana e intellettuale. I ricordi si riallacciano a quelli legati a mio padre, anch'egli magistrato, e carissimo amico di Turiddu Cianci (è questo il nome in dialetto, con il quale mi piace ricordarlo; cioè, da amico di famiglia). Vi era un tempo in cui i giuristi colloquiavano e dibattevano, anche fuori dalle aule giudiziarie, mossi dalla voglia di confronto delle rispettive tesi e per il puro piacere della speculazione giuridica. Turiddu Cianci era un magistrato attento e scrupoloso, al corrente delle evoluzioni della dottrina e della giurisprudenza, terzo ed equilibrato. Consapevole che un'applicazione formalistica della previsione legislativa avrebbe rischiato di dar luogo a un'ingiustizia (""sum-mum ius, summa iniuria""""), prediligeva un'interpretazione, che, pur badando alle ragioni sostanziali, tuttavia non si sarebbe mai piegata ad esse, distorcendo la """"ratio legis"""". Conscio dell'imperfezione della norma (come ogni atto umano), specie a causa dell'evoluzione dei tempi, non avrebbe mai posto in essere un'esegesi creatrice di fatto di una nuova disposizione, diversa da quella consacrata nei codici. Tale travaglio traspare dai suoi scritti e rappresenta la voce della coscienza di un servitore dello Stato, che si arresta sul limite delle facoltà concessegli dall'ordinamento nella convinzione che il mutamento spetta solo al potere legislativo. Non un semplice esecutore del precetto giuridico, bensì un uomo, la cui sensibilità intellettuale lo conduceva a preoccuparsi della difficile condizione delle persone amministrate o nei cui confronti aveva contribuito a esprimere il verdetto finale...» (Dalla Prefazione di Roberto Centaro. Presentazione di Vittorio Sgroi."" -
La fine di un lungo viaggio
«La lettura degli scritti e dei discorsi del Giudice Cianci, pur a distanza di così tanti anni dalla loro redazione, è di grande interesse per la capacità di trattare temi assai impegnativi, e ancora oggi di grandissima attualità, con una prosa ferma e asciutta. Mi preme precisare subito che ho così chiamato l'autore (al di là del titolo di Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte di Cassazione) perché lui stesso nel titolo del suo libro fa riferimento all'animus e ai tormenti del Giudice, oltre a considerare tale termine il più idoneo e completo a definire l'esaltante e nel contempo gravosa attività svolta da chi ""pronunzia il diritto"""". Veramente un compito di straordinaria importanza quello di chi deve, attraverso le proprie decisioni, giudicare per rendere giustizia nel nome del popolo italiano. Della gravità e della grandezza di tale compito l'autore è interprete attento e preoccupato. È, infatti, ben conscio che l'equilibrio democratico del nostro Paese passa attraverso il corretto svolgimento delle funzioni giudiziarie e non si stanca di ribadire che il comportamento del Giudice deve non solo essere ma anche apparire indipendente e imparziale. Dagli scritti traspare forte la difficoltà della decisione sulla vita degli uomini e la sofferenza del racconto del vissuto che è stato affrontato avendo come unico riferimento il rispetto dei principi etici e deontologici. Il libro ha, peraltro, un grande valore storico e sociologico ricostruendo un lungo e tormentato periodo della nostra Repubblica raccontato attraverso la privilegiata lente di osservazione del giudice che è riuscito a coniugare la terzietà del ruolo alla propria sensibilità e umanità. 1Gli scritti sono ancor di più da apprezzare anche perché l'autore ha la capacità di raccontare il suo vissuto riuscendo a preservare il valore del distacco, anche da sé, mantenendo sempre centrale la ricerca di una giustizia giusta ed efficiente...» Dalla Prefazione di Giambattista Bufardeci)"" -
Pensare la democrazia nel terzo millennio
Oggi il termine 'Democrazia' viene utilizzato, irriflessivamente, con lo stesso significato evocato a metà del secolo scorso, mentre tutto sembra mostrare che, qualunque cosa si intenda con quel concetto, difficilmente la democrazia si trova viva, compiuta, esemplificatrice di se stessa come si poteva vagheggiare allora, secondo un ideale ormai impraticabile. E in questo destino sono trascinati molti altri concetti, diversamente imparentati col primo: uguaglianza, libertà, diritti... Tutte le parole d'ordine che avevano senso fino a quarant'anni fa, oggi continuano ad essere utilizzate retoricamente, significando relazioni, politiche, volizioni che più non si danno, in un mondo che è diventato enormemente complesso. Questo volume, scritto in maniera asciutta e schematica, è un contributo al superamento del pensiero novecentesco, alla visione ideologica e semplificata della realtà, e cerca di indicare una prospettiva razionalista, laica, inclusiva al nuovo pensiero politico che ci serve, con urgenza, per sopravvivere nel Terzo Millennio. -
Viaggio nella Commedia di Dante. Tra poesia, musica, danza, pittura e cinema
Al di là di tutto l'armamentario teologico e cosmologico, e della sua intenzione allegorica, che di un viaggio fantastico fanno un documento di fede, la Commedia è popolata da uomini e donne in carne e ossa, con le loro storie, le loro epifanie, le loro emozioni e le loro passioni. C'è la gioia celeste di Beatrice, quella più domestica di Matelda, che traspaiono dai loro intriganti sorrisi; c'è la giusta collera di San Pietro, il piacere sensuale del bacio di Francesca, il dolore lancinante di Ugolino; c'è la tristezza di maestro Adamo e di Cavalcante, l'orgoglio ferito di Farinata e l'ardimento di Ulisse; l'onestà intellettuale di Catone e l'intollerabile bestialità di Vanni Fucci. Vizi e virtù umani vi sono rappresentati in tutte le possibili sfumature. Per quanto ""divina"""" si voglia appellare, la Commedia dantesca resta la più grande commedia umana che sia mai stata scritta. Nel nostro viaggio, abbiamo di necessità scelto di visitare alcuni luoghi e di trascurarne altri, lasciandoci condizionare dalle emozioni che fanno del poema un'opera di straordinaria attualità. Non sono solo le emozioni umane a rendere la Commedia un'opera attuale: le storie dei suoi personaggi, che pur attengono alla dimensione del privato, si fanno spesso epitome e metafora dell'umana esistenza. Il poema è un tale arsenale di emozioni e di immagini che, dopo sette secoli, continua a ispirare scrittori, poeti, pittori, musicisti, registi; mentre i suoi personaggi sono diventati nel tempo parte del nostro immaginario collettivo, e la sua lingua patrimonio identitario di tutta una nazione."" -
Iulia Florentina e i martiri catanesi
Era il IV secolo d.C. quando la infans dulcissima Iulia Florentina scomparve, a soli diciotto mesi, lasciando nella costernazione i suoi genitori che, affranti, vollero dedicarle un'epigrafe. Quell'iscrizione funeraria - rinvenuta a Catania nel XVIII secolo - rappresenta, oggi, una testimonianza preziosa del culto di Agata ed Euplo, primi martiri cristiani in territorio etneo. Ma, oltre alla indubbia valenza di tipo storico, la lapide dedicata alla piccola Iulia sollecita l'apertura verso ulteriori orizzonti di ricerca dall'impronta interdisciplinare: un simile approccio è stato per la prima volta affrontato in questo volume, dedicato alla figura indimenticata di Monsignor Gaetano Zito. Il libro - che raccoglie gli atti di una giornata di studi dedicata proprio a Padre Zito - si pregia dei contributi non solo di storici, ma anche di studiosi di epigrafia e di archeologia, di medicina e di diritto, di psicologia e di beni culturali, a riprova della bontà di un progetto di dialogo multidisciplinare autorevole e fecondo. -
Il romanzo dell'infinita molteplicità. Carlo Levi e il ritratto
A lungo l'opera di Carlo Levi è stata oggetto di letture limitanti. L'immediata fortuna di cui ha goduto il romanzo confinario, ""Cristo si è fermato a Eboli"""", ha determinato paradossalmente una valutazione unidimensionale di questo scrittore ricco e poliedrico, ritenuto a torto un auctor unius libri. Ben prima del Cristo egli aveva composto tre fondamentali opere teoriche, Le note dedicate al ritratto"""" (1935), """"Paura della libertà"""" (1939-40) e Paura della pittura"""" (1942). Lo studio delle opere teoriche a partire dalle note dedicate al ritratto, vergate in carcere nel 1935 e riprese nel 1968, permette di ripercorrere l'intera opera del torinese, i suoi romanzi maggiori, il Cristo, """"L'orologio"""" e Paura della libertà, e testi meno noti che meritano di essere riscoperti, come il libro fotografico Un volto che ci somiglia"""". """"Ritratto dell'Italia, i reportages di viaggio"""" e l'ultimo, magmatico """"Quaderno a cancelli""""."" -
Medicina forense e criminalistica nel crinale del moderno (XVI-XIX)
Nel cuore della Controriforma ha inizio la trasformazione della scienza medica. Le pandemie hanno indotto uno sforzo creativo persino all'interno della forma più conservatrice di scrittura medica, il trattato. Il Protomedico Giovan Filippo Ingrassia, formatosi tra Palermo e gli Studia di Padova e Ferrara, compone un testo complesso per delineare la figura del ""perito medico"""", inaugurando la moderna scienza della medicina legale. Alla riflessione sul retaggio del passato affianca la pratica anatomica, partecipando al dibattito sovranazionale sulla sperimentazione, i cui presupposti sono una rinnovata visione del mondo e un comune linguaggio filosofico-scientifico. Su richiesta delle corti di giustizia segue varie vicende processua- li con un metodo d'indagine - estrapolare analogie dalla massa della teoria medica ed esercitare la pratica dell'esame autoptico - che apre a nuove prospettive. Fondato su una ricca messe di fonti, questo libro offre una lettura comparata della storia della medicina forense, ripercorrendone il viaggio iniziatico dal Rinascimento fino alla polizia medica settecentesca per giungere alla medicina politica dell'Ottocento, ricorrendo all'ineludibile specchio dello storico che, nel riflettere il passato, rimanda immagini attuali delle origini del potere, del suo intreccio con la scienza, e delle sue articolazioni normative."" -
Nei labirinti dell'esistenza. Scritti in ricordo di Sergio Moravia
Con questo libro si offre un contributo interdisciplinare alla memoria di Sergio Moravia (1940-2020), già professore ordinario di Storia della filosofia presso l'Università di Firenze, attraverso il coinvolgimento di importanti studiosi che hanno condiviso con lui, in qualità di amici, colleghi, e in alcuni casi anche allievi, le tappe fondamentali della sua lunga carriera di filosofo e antropologo, aperto alla vita della società civile. Fin dai suoi primi studi dedicati agli idéologues e alla scienza dell'uomo nel Settecento, Moravia dimostra significativamente una spiccata attenzione alle questioni di natura morale, sociale e, non da ultimo, psico-pedagogica, emergenti dall'indagine storico-filosofica, maturata, negli anni di formazione, alla scuola di Eugenio Garin e Delio Cantimori, avvertendo successivamente la necessità (se non addirittura l'urgenza) di rifondare un'ermeneutica dell'esistenza. Soltanto per queste ""grandi"""" ragioni, il contributo teorico e umano di Moravia farà discutere ancora per molto tempo."" -
La virtù della disciplina. Saggi di storia e dottrina canonica
ll volume incrocia alcune delle nozioni fondamentali nel diritto occidentale, ricorrendo alla metodologia interculturale e alla archeologia dei saperi. In una serrata sequenza logica si parte dalla riflessione di Pier Damiani sulla soggettività giuridica quale presupposto per l'imputazione di diritti e doveri. Concepita la persona come fine e non come mezzo, si approda poi alla libertà contrattuale, tratteggiata da Enrico da Susa allo scopo di superare l'illiceità dell'interesse nel credito, e al diritto di resistenza, messo a punto dagli Scolastici spagnoli per fronteggiare il comando ingiusto e il governo dispotico. La posta in gioco è addivenire a una nozione di disciplina giuridica che proprio per effetto di questo triplice passaggio riconosca nella condizione umana il diritto a esistere, ad attaccare le diseguaglianze sociali, a rivendicare libertà politiche e civili. -
L' edera sotto la lanterna. I Repubblicani a Genova (1943-1995)
A Genova, patria di Giuseppe Mazzini e culla del Risorgimento nazionale, il movimento repubblicano ebbe una lunga e gloriosa tradizione. Dopo la formazione del Partito Socialista (1892) tuttavia i repubblicani, persero gran parte dei loro aderenti. Durante il fascismo non riuscirono a formare una valida opposizione al regime, espressero però alcune personalità che non si piegarono, subendo arresti e carcere. Il loro momento fu nell'immediato dopoguerra, quando il referendum sancì la Repubblica tanto auspicata da Mazzini (1946). Ma per il piccolo partito repubblicano, gli anni seguenti furono anni di divisioni, che ne ridussero ancora più gli aderenti e i voti. Fino alla fine degli anni Sessanta, quando una leadership che proveniva dal Partito d'Azione (Ugo La Malfa, Oronzo Reale) ne determinò la rinascita e segnò oltre un ventennio di successi. È una storia genovese, con un occhio all'Italia, al tentativo, non riuscito, di costituire una terza forza, tra democristiani e comunisti. Nella vicenda si inserisce la vita, privata e pubblica, di Giuseppe De André; i suoi rapporti con Croce, lo stretto controllo della polizia politica fascista cui fu sottoposto, la militanza nel PRI, l'amicizia con Randolfo Pacciardi. Il tutto con una accurata ricerca su fonti di archivio e testimonianze. -
Dinamiche dell'opinione. i nessi tra informazione, credenza e azione sociale
Il libro, un testo di epistemologia sociologica, vuole fornire risposte a queste e altre domande. Il focus non è sulle teorie, ma su meccanismi, principi operativi e strumenti utili a capire come si formano le nostre opinioni. Vengono analizzati e collegati tra loro in modo sistematico e critico i concetti di esperienza, informazione, credenza, conoscenza, opinione, azione sociale, le pietre che formano il pavimento della nostra visione del mondo. Risulteranno così più comprensibili tematiche delicate come il confronto tra sistemi culturali, la delega al sapere degli esperti, il ruolo della Rete, la formazione dell'opinione nei soggetti collettivi, i meccanismi di manipolazione delle opinioni, i nessi tra ignoranza, disinformazione, e democrazia. Il testo è accompagnato da un breve glossario di termini specialistici.