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Maria Montessori
Pedagogista, femminista, modernista, teosofa, ambientalista, pacifista, spirito libero... ma chi è stata veramente Maria Montessori? La sua intensa vita ce la mostra come un'intellettuale libera da posizioni dogmatiche, desiderosa di conoscere e attenta allo sviluppo della vita interiore che lei vedeva presente già a partire dalla prima infanzia. Per Maria Montessori i bambini non erano contenitori da riempire, ma soggetti dotati di unicità e singolarità da rispettare e educare alla libertà e alla responsabilità. Vide in loro le potenzialità per una rigenerazione e redenzione dell'umanità e nell'educazione un diritto di tutti e una imprescindibile esperienza di pace. -
Adriana Seroni
«Adriana Seroni fu una madre autorevole e affettuosa per un'intera generazione di donne comuniste, quella degli anni 70/80, che visse il femminismo e fu protagonista di importanti battaglie e di grandi conquiste. (...) Nuovo diritto di famiglia, diritto al lavoro, nuovo welfare, divorzio, aborto, non erano ""i temi delle donne"""", come di fatto ritenevano molti uomini del partito e della sinistra. Erano grandi questioni generali di cambiamento del Paese e di arricchimento della democrazia.» (dalla Prefazione di Livia Turco)"" -
Casa Mansi. Balli, serate e ricevimenti. I diari 1892-1947. Il ricettario
Dal titolo dato dal marchese Raffaello Mansi ai due quadernetti relativi ai balli, ai ricevimenti e ai concerti tenuti a Palazzo Mansi tra il 1892 e il 1947, oggi gelosamente custoditi da Marcello Salom, discendente da parte di madre dei Mansi, risulta evidente come le intenzioni dalle quali era mosso il marchese nella loro redazione non fossero né storicistiche né autobiografiche. Il suo proposito era di mettere insieme una serie di regole e norme a cui attenersi per le serate di intrattenimento da organizzare nel palazzo «a San Pellegrino», riservandosi il duplice ruolo di regista invisibile e, più raramente, di padrone di casa, ruolo che svolgerà in maniera inappuntabile. Del resto, già molto prima della ""Soirée"""" del 22 febbraio 1892, con la quale ufficialmente riaprirà il palazzo, Raffaello si era impegnato nel rimediare ai guasti subiti dall'edificio a causa della prolungata chiusura. A cura di Patrizia Giusti Maccari, Rosanna Morozzi - I Diari di Casa Mansi dal 1892 al 1947 - In Casa Mansi e, come è da credere nelle case degli Spada, Minutoli, Orsetti, Mazzarosa, è tutto un susseguirsi di brillanti ricevimenti, dove si affermano, in tempi rapidi e con grande successo, i balli moderni da eseguirsi in coppia, particolare certo non secondario, che decretano il tramonto di quelli antichi, invece figurati. Il Valtzer, o «waltzer», come allora si chiamava e il Boston, quest'ultimo nato nell'omonima città americana, vengono ballati con grande successo e abilità, favoriti dalla diffusione dei manuali da ballo e dalle lezioni tenute dai mastri di danza, impartite anche ai giovanissimi: «Luigi Mansi in età di 7 anni si distinse ottimo ballerino di Boston» annota Raffaello nel 1907, orgoglioso del maggiore dei suoi tre figli maschi. A cura di Claudio Casini - Il ricettario di Casa Mansi - Alla fine del '600 matura l'idea di creare un grande edificio di rappresentanza con arredi, suppellettili e decorazioni pittoriche per ospitare principi e re durante le loro visite ufficiali a Lucca, come il principe Guglielmo Filippo di Neuburg, figlio dell'Elettore Palatino (1690), Gian Gastone de' Medici con Violante di Baviera (1691), Federico IV di Danimarca e Norvegia (1692 e 1706), il re Ferdinando I di Borbone con la consorte Maria Carolina e i granduchi di Toscana Pietro Leopoldo e Maria Luisa (1775)."" -
Una luce possibile. Una storia di riabilitazione nell'autismo in età adulta
Questa pubblicazione nasce da un insieme di esperienze vissute da chi, a vario titolo, si è trovato a affrontare e gestire lo specchio autistico, ed in particolare prende le mosse dalla storia di una persona con autismo, che, in età adulta, ha iniziato una riabilitazione, riportando un maggior benessere per se stesso e per l'ambiente relazionale in cui vive. Una testimonianza dedicata alle famiglie, perché sappiamo che esistono alternative alle terapie farmacologiche, sulla base delle indicazioni delle Linee Guida, sulla letteratura scientifica Evidence Based. È necessario avere fiducia nel pieno sviluppo delle persone con autismo, qualunque sia la loro età e condizione. Tutti possiamo imparare. Tutti possiamo crescere. Tutti possiamo prendere in mano la nostra vita per renderla piena e degna di essere vissuta. -
Tina Anselmi
Un profilo narrativo di Tina Anselmi, giovane staffetta partigiana che macina chilometri con la sua bicicletta per le strade dissestate della Castellana, sindacalista a difesa delle operaie tessili, impegnata in politica fino a ricoprire importanti incarichi affidati per la prima volta nella storia repubblicana a una donna, come il dicastero del Lavoro e quello della Sanità, e rischiosi e delicati impegni istituzionali a cui risponde con coraggio e rigore. Una donna che ama la propria terra, capace di agire per il bene comune, oltre le proprie convinzioni etiche e personali, una vera e propria icona di moralità. Pagine di intensa empatia, un riconoscere oltre le differenze e le generazioni un filo che lega l'essere e il fare. L'autrice la definisce una donna della primavera, il suo tempo ideale e simbolico. Solare, allegra, così vicina, così distante, riconcilia la scrittrice con quel tempo. Il libro ci offre e intreccia altre trame di vita, rimandando a una storia collettiva e corale che pone il Novecento come fulcro e sguardo privilegiato. -
Percorsi negli archivi
Il volume, terzo della collana scrinium diretta da Antonio Romiti, include quattro saggi: i primi a cura di Laura Giambastiani indagano sul sistema di archiviazione del contado e delle parrochie il primo mentre il secondo descrive il materiale archivistico di Bagno a Corsena tra il Periodo Napoleonico, con la riforma voluma da Elisa Bonaparte Baciocchi delle Vicarie fino a Regno d'Italia. Il terzo saggio di Annantonia Martorano invece è un prezioso esempio della riordinazione di un archivio d'artista, in questo caso di quello di Galileo Chini. L'ultimo saggio di Giovanni Aprea indaga sulle problematiche e le prospettive della ricerca sul fondo privato Mario e Bona Gigliucci -
«Dalla fabbrica alla città». Conflitto sociale e sindacato alla Cucirini Cantoni Coats di Lucca (1945-1972)
Il saggio esamina la Cantoni Cucirini Coats e i movimenti sociali, sovente sfociati nel conflitto. Sorta come società semplice nata dalla fusione tra il cotonificio Niemack (a Lucca dal 1878) e quello Cantoni di Milano la fabbrica a da sempre avuto un ruolo rilevante nella città toscana. L'analisi prende il via dall'immediato dopoguerra fino a giungere ai primi anni settanta. Dopo quegli anni infatti il sistema sociale ed economico lucchese e italiano cambia. È il secolo del lavoro che muta le sue forme. È l'assetto produttivo lucchese che, investito dalle trasformazioni indotte dal neoliberismo, conosce un graduale smantellamento dei suoi complessi industriali più significativi. Ciò porta negli anni al decentramento della produzione, prima in altre province italiane poi alla chiusura direttamente all'estero. Il volume però ci riconduce ad un'Italia che ormai non vediamo più e che si può riconoscere solo nei ricordi dei nostri genitori o nonni. La fabbrica chiuderà definitivamente nel 2007 interrompendo così un legame storico tra la fabbrica e la città. Un legame nato nel 1904 che, nello scorso secolo, ha trasformato la società lucchese perché la Cantoni, ad ogni modo, non ha rappresentato solo ed esclusivamente un punto di avanzamento economico per la Lucchesia, ma anche e soprattutto sociale. Sarà questo, guardando al secondo dopoguerra, l'obiettivo del presente lavoro: dimostrare cioè come le forme di rivendicazionismo sociale e sindacale si siano sviluppate all'interno dello stabilimento tra il 1945 e il 1972, finendo per condizionare l'intera struttura produttiva della città sul finire degli anni 70. -
Colleghi & Carogne
Non è un noir né un giallo nel vero senso del termine. Marco Amerigo Innocenti descrive la realtà pura e semplice. Ma l'autore da buon giornalista non fa una spietata e banale cronaca di giornale, ma ricostruisce, indaga e sviscera nei minimi dettagli come il malaffare si insinui tra le mura domestiche, nei comportamenti di molti, nelle istituzioni pubbliche e di come il male d'Italia sia fra noi, fra la gente comune e i lavori di tutti i giorni, sia fra ""Colleghi & Carogne""""."" -
Voci di donne
Maria, Elisabetta e le altre raccontano Gesù. -
«Questa guerra tanto rovinosa per tutto il mondo». Dai diari di Fosco Guidugli
«Trovata nella notte una zattera molto danneggiata e già occupata da altri naufraghi vi sono rimasto 27 ore finché un caccia greco non mi ha preso». Così, dal disastro di Capo Matapan, iniziano i diari di Fosco Guidugli (FG) quando il 28 marzo 1941 sull'incrociatore Fiume è colpito e ferito dalla salva partita dall'ammiraglia inglese Warspite e si getta in acqua poco prima che la grande nave dopo un forte sbandamento affondi alle ore 23,15. Naufrago, prigioniero di guerra in Grecia, liberato dagli alleati tedeschi, di nuovo prigioniero degli ex alleati, dopo l'8 settembre 1943, deportato in Germania e in Polonia e da Internato militare utilizzato come lavoratore coatto negli ultimi due anni del conflitto. «Dio mio quanti paesi dai strani nomi mi dividono dalla mia Patria, dai miei cari! Povero me! Dove andrò a finire!», a Thorn sulla Vistola, «Paese situato nel conteso corridoio polacco a pochi chilometri da quella città che ha fatto scatenare questa guerra tanto rovinosa per tutto il mondo, Danzica!». Ma da questo primo approdo sarà trasferito in molti altri campi nell'area compresa fra l'Oder e la Vistola, i due grandi fiumi degli scontri finali fra l'Armata Rossa e la Wehrmacht. -
Vita lucchese nel Settecento
Le pagine di Sardi ci accompagnano in un viaggio nel tempo che ci rende maggiormente consapevoli, rispetto a quanto siamo avvezzi a pensare, di come le condizioni materiali di vita, nel XVIII secolo, fossero ancora tanto lontane dalle nostre, e influenzassero in maniera determinante tutti gli aspetti della realtà sociale e dell'esistenza personale. [...] I viaggiatori che giungevano in città erano obbligati a passare da Porta San Pietro e a consegnare le armi che eventualmente avessero con sé; erano anche tenuti a registrarsi al loro arrivo, ottenendo un biglietto da esibire al locandiere, senza il quale non avrebbero potuto trovare un alloggio. Nondimeno, nel corso del XVIII secolo Lucca fu visitata da molti personaggi, più o meno illustri, che non erano attratti tanto dalle chiese romaniche, anzi all'epoca ancora poco considerate (eccetto che da Bernardo Bellotto, che raffigurò, fatto per nulla scontato, San Martino e Santa Maria Bianca), quanto dalla fama di ordine e decoro di questa piccola repubblica linda e ben governata, priva di accattonaggio e di criminalità, sobria negli usi e nel tenore di vita, oculata nell'amministrazione. Introduzione di Paolo Bolpagni. -
Anita
È difficile, raccontando la storia di Anita, districare storia e leggenda. Oltre i particolari romantici Anita condivise veramente gli ideali politici del suo Josè e lo seguì ovunque in viaggi e battaglie. Ana Maria De Jesus Riberio nasce vicino alla città di Laguna nello stato di Santa Caterina nell'odierno Brasile. Riceve un'educazione elementare, ma dimostra sempre intuito e intelligenza. All'età di 14 anni si sposa e si trasferisce a Laguna con Manuel Giuseppe Duarte, un calzolaio conservatore e reazionario, ma il matrimonio dura pochi, difficili, anni, fino alla morte prematura di Manuel. Nell'anno 1839 Garibaldi arriva con tre lancioni per prendere Laguna e costituire la Repubblica Juliana, si era infatti rifugiato in America Latina, prendendo subito parte a insurrezioni locali. Dalla sua nave Garibaldi scruta la terraferma con un cannocchiale e scorge un gruppo di ragazze che passeggiano lungo la riva. La sera stessa incontra proprio la giovane che così tanto desiderava conoscere. Nelle sue memorie Garibaldi scrive che rimase fulminato dal suo aspetto e dalla sua personalità. Anita e Giuseppe hanno una vita disseminata da pericoli, sacrifici e povertà, fino alla prematura morte di Anita nel 1849 durante i moti di quegli anni. -
Jackson Pollock. Dripping Dance
Tam-Tam-Rataplan! Jackson getta a terra la tela e inizia a sgocciolare il colore al ritmo immaginario dei tamburi degli indiani del West. È una danza rituale, incalzante, solo lui sa dove andranno i passi e quando si interromperanno. Anche i colori ballano, intrecciandosi gli uni agli altri e disegnando linee curve e danze, come serpenti aggrovigliati. L'intero universo sembra volteggiare nei suoi quadri: il mare, la cometa, una foresta incantata, il sole d'estate...Jackson Pollock si sente finalmente libero! Età di lettura: da 6 anni. -
Vocabolario lucchese
Il Vocabolario Lucchese è stato realizzato da Idelfonso Nieri nel XIX secolo e questa che oggi torna disponibile è l'anastatica dell'edizione edita nel 1902 della Tipografia Giusti. Il Vocabolario Lucchese nasce da un caldo amore per tutto ciò che è tradizione paesana, ""nostralità"""": un amore però congiunto con una salda formazione sui classici latini e italiani. Il Nieri è stato infatti prolifico produttore di scritti folcloristici,di quelli sul vercolo lucchese."" -
Castruccio Castracani degli Antelminelli. Signore di Lucca, Pistoia, Pisa, Sarzana, Carrara, Pontremoli e Lerici
Castruccio Castracani: uno dei più grandi condottieri della prima metà del XIV secolo. La storia di un grande personaggio lucchese e delle sue sanguinose lotte: guelfi e ghibellini, Lucca e Pisa una toscana che non esiste più ma di cui ancora il territorio è ricco di testimonianze. ma la vita e le gesta di Castruccio si svolsero anche lontano dalla terra Natale, alla corte di Eduardo re d'oltremanica, e poi il sacco di Lucca in cui diede una mano a Uguccione della Faggiuola per ammazzare fratelli, distruggere casate, ma Lucarelli non giudica, preferendo porre nella giusta prospettiva, le vite e gli atti di uomini del XIV secolo. -
La strada del coraggio. Parabola di un virus
"Coraggio. È la parola con la quale Francesco Maria Bovenzi - Direttore della Struttura Complessa di Malattie Cardiovascolari dell'Ospedale San Luca di Lucca - riassume lo stato d'animo col quale è stato affrontato il periodo tremendo di maggior incidenza dell'infezione da Covid-19. E ce ne è voluto davvero di coraggio per attraversare i mesi da febbraio a maggio di quest'anno 2020, segnati dalle quarantene, dall'isolamento, dalla contabilità giornaliera dei morti, dal blocco di gran parte delle attività economiche. E altrettanto ce ne vorrà per il tempo che abbiamo davanti, ancora così pieno di incertezza circa l'evoluzione di un'epidemia che ha assunto diffusione planetaria, sebbene con diversi fattori di incidenza da un continente all'altro. L'affermarsi del contagio, Bovenzi l'ha vissuta dall'interno, parte di quella straordinaria falange professionale e umana fatta di medici, infermieri, personale sanitario, volontari, che con grande forza d'animo, con sacrificio e reale esposizione al pericolo ha affrontato l'epidemia quando essa dilagava, arginandola, contenendola, fino ad avere oggi, tre mesi dopo la piena consapevolezza che il nostro Paese era sottoposto all'azione violenta del virus, condizioni che ci consentono una maggiore rassicurazione nel guardare ai giorni, ai mesi prossimi. Il racconto di Bovenzi è un incedere analitico serrato, che tocca, in un breve spazio, aspetti essenziali della nostra vita collettiva, ai quali l'epidemia ci ha prepotentemente ricondotti, scuotendoci dalla distrazione di un tempo frenetico, altamente centrato sulla individualità e sul perseguimento ossessivo della soddisfazione personale, che pareva dovesse durare all'infinito."""" (dalla prefazione del Sindaco di Lucca Alessandro Tambellini)" -
Fingendis moribus, relaxandis animis. L'intrattenimento a Sarzana dai primordi all'avvento del cinema sonoro
Pur in assenza di teatri pubblici - il primo fu eretto nella seconda metà del XVIII secolo - l'intrattenimento cólto fiorì a Sarzana come altrove utilizzando le sale residenziali del governante di turno e dei possidenti, possidenti che talora s'ingegnavano in prima persona nell'arte drammatica e musicale, come compositori e come interpreti. Quello popolare fu di più vaste proporzioni e forme, la più antica delle quali si può riconoscere nelle manifestazioni di esultanza organizzate a seguito di vittorie militari, di eventi anagrafici riguardanti cittadini illustri, del passaggio di regnanti, prelati o papi e di rivolgimenti istituzionali. Vi sono poi le feste nate nell'ambito della cristianità: il Carnevale e quelle patronali o comunque legate al culto religioso, feste talora associate a fiere richiamanti folle dai paesi circostanti, prima fra tutte quella in onore di una reliquia conservata a Sarzana e creduta sangue di Cristo. In questa mescolanza e contrapposizione di mondanità e pratiche religiose, di sacro e profano, di sfarzo e miseria, di spensieratezza e gravità, la necessità di intrattenimento si esplicò con intensità e risultati alterni nelle sale pubbliche e private, nelle chiese, nei teatri, nelle scuole e all'aperto. Il volume è il risultato di una ricerca ad ampio raggio che, spaziando dalla musica sacra e profana al teatro, alle fiere e alle feste, al ballo e al cinema, restituisce un affresco della vita culturale di Sarzana in oltre settecento anni di storia. Nella seconda parte, le pagine dedicate al teatro offrono una notevole mole di informazioni relative, in particolare, a quello degli Impavidi, tutt'oggi in attività. -
Eva ultima
"Eva ultima"""" è un'opera teatrale inedita di Massimo Bontempelli, romanziere e drammaturgo di rilievo nel panorama culturale del nostro Novecento. Del testo, composto tra il 1919 e il 1920, si propone qui l'edizione critica condotta sulla base dell'unico testimone esistente: un manoscritto autografo conservato presso la Research Library del Getty Research Institute di Los Angeles. Il testo teatrale """"Eva ultima"""" appare documento importante non solo nel quadro composito delle nuove esperienze teatrali del primo ventennio del secolo scorso ma anche perché consente di capire meglio il processo che ha portato l'autore alla creazione dell'omonimo romanzo (pubblicato nel 1923) offrendo così una nuova declinazione della sua poetica del """"realismo magico"""". Un'opera di rilievo dunque sia per il valore intrinseco che per lo stretto rapporto con il più noto romanzo successivo, di cui contribuisce a chiarire la genesi." -
La voce dei testimoni. Guerra e resistenze in Lucchesia
Trenta testimoni, perlopiù bambini e bambine nel 1943-1945, raccontano gli anni della seconda guerra mondiale in Lucchesia. Le testimonianze, raccolte con passione e meticolosità da Rosalba Ciucci, sono accompagnate da un apparato di note critiche e da una cronologia degli eventi a firma di Francesco Lucarini e Moreno Bertolozzi con il coordinamento scientifico e la revisione di Andrea Ventura, curatore del volume. Il libro ci riporta alla guerra, ai bombardamenti alleati, all'occupazione tedesca, al collaborazionismo fascista, alle stragi, alla resistenza armata e alle reti di protezione dei civili. Ma queste pagine sono prima di tutto lo sguardo di una generazione che, dopo aver attraversato le tragedie del Novecento, torna a parlarci del passato, e ad interrogarci continuamente sul presente. -
Maggiano. Gli anni del cambiamento. 1958-1968. Con DVD video
Il pensiero di poter ripercorrere la storia di Maggiano attraverso un contatto diretto con i protagonisti di quegli anni mi ha spinto a una convulsa ed eccitante ricerca di contatti che sembravano quasi essersi appannati nella nebbia del tempo, che inesorabilmente ricopre la storia. Grazie all'aiuto di alcuni infermieri che avevano mantenuto i rapporti con la Fondazione, abbiamo potuto recuperare i numeri telefonici di alcuni colleghi, dei medici che avevano lavorato all'ospedale fino alla sua chiusura, dei pochi degenti storici ancora in vita. Ed è iniziato il nostro lavoro sotto la guida di Giovanni Contini che ci ha dato i primi rudimenti per iniziare le interviste. Sempre seguendo i suoi consigli, ci siamo forniti di una videocamera di buona qualità, quasi professionale, e abbiamo fissato il nostro primo appuntamento in un caldo pomeriggio estivo del 2012. Il personaggio che andammo a trovare era l'infermiere Scipioni, già anziano, che ci raccontò la sua esperienza manicomiale durante i lunghi anni di servizio. I ricordi fluivano veloci, sembrava quasi che fosse ancora lì nelle corsie, con gran vivacità raccontò di quando andò da Tobino, con cui aveva un rapporto di profonda stima, per spingerlo a scrivere qualcosa per difendere i malati, per far capire come fosse pericoloso per loro chiudere il manicomio! Circa un anno dopo ci telefonò per dirci che non aveva raccontato tutto, che ancora aveva urgenza di dire e questa volta venne lui stesso a Maggiano a rendere la sua testimonianza. Quante emozioni nel rivedere quel luogo dove aveva trascorso gran parte della sua vita a stretto contatto con la follia! Dopo pochi mesi ci ha lasciato facendomi recapitare una foto dove era ritratto con lo zio davanti alla porta della, allora, Casa Medici.