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La grande guerra. L'Italia e il Levante. Catalogo della mostra (Roma, marzo 2017). Ediz. a colori
Cosa hanno in comune i destini di Mosul e di Aleppo, i bombardamenti in Siria dei nostri giorni con l’impresa italiana di Tripoli del 1911 e l’occupazione del Dodecaneso l’anno dopo, con la danza rebetika nata a Smirne, con la fuga dei greci da questa città in fiamme nel 1922, con la regia nave Etna che nel marzo 1920 soccorse in Crimea, per trasportarli altrove, i russi “bianchi” in fuga dalla rivoluzione “rossa”? Intende spiegarlo la mostra “La grande Guerra. L’Italia e il Levante” la cui inaugurazione è prevista per il 6 aprile 2017 presso l’Archivio centrale dello Stato. Si tratta di un contributo alle celebrazioni per il centenario della prima guerra mondiale. Essa ha quale cardine fondamentale la politica italiana nel Mediterraneo centro-orientale dalla guerra di Libia alla pace di Losanna del 1923, con cui si conclude definitivamente la guerra dell’Intesa con la Turchia. Si evidenziano i rapporti con le grandi potenze per la spartizione dell’impero ottomano, il ruolo della Grecia e quello dei popoli che facevano parte del variegato scenario medio orientale: curdi, siriani, armeni, arabi, turchi solo per citarne alcuni, con i loro riti, religioni ed usi che tanto fascino hanno esercitato su generazioni di viaggiatori. Temi i cui risvolti, come ben si comprende, riempiono la nostra attualità. -
Cartoni. Disegni smisurati del '900 italiano. Ediz. a colori
Il cartone, com’è noto, è un disegno grande quanto l’opera o la parte di opera che l’artista intende realizzare. Debba essere questa un quadro, un affresco, una vetrata, un mosaico o un arazzo, il cartone è una realizzazione necessaria affinché l’opera sia portata a termine dall’artista stesso o dalle maestranze specializzate che devono materialmente compierla. Non deve stupire dunque che nel ‘900 italiano, legato al ritorno alle tecniche di decorazione antiche e tradizionali, sopravvivano questi grandi fogli su cui l’ispirazione dell’artista, già spesa in studi, schizzi, modelli e bozzetti, ha saputo trovare finalmente la vera misura e le linee definitive della forma del proprio lavoro. -
L' informale. Europa 1940-1951. Origini e primi svolgimenti
Nei decenni centrali del XX secolo un articolato movimento artistico radicalmente innovativo, riconosciuto complessivamente come l'Informale, di qua come di là dell'Atlantico, in una gamma linguistica assai svariata, ha prodotto un fondamentale mutamento di prospettive nella consistenza dell'operare artistico. Dalla tradizionale, umanistica, dimensione di elaborazione e configurazione mentale, di riscontro ideale, esattamente riportandolo infatti entro una invece totale contingenza realizzativa fisica, esistenziale, processualmente significante decisiva. Riportando insomma la consistenza dell'opera d'arte da una sfera ideale a una risolutiva realtà operativa materiale, immersa in un ""qui e ora"""" fattuale, azzerando nessi di memoria di passato altrettanto che dinamiche prospettive di futuro (motrici essenziali invece delle avanguardie artistiche """"moderne"""" nel primo XX secolo); subentrandovi una consapevolezza """"postmoderna"""" invece di sostanziale totalizzante contingenza. E ciò ha aperto al fare artistico prospettive espressive nuove, di immediatezza fisica, a tutt'oggi determinanti; in modi diversi intimamente infatti connettendo questo a una dimensione operativa tutta esistenziale e pragmatica. Entro una collana appositamente dedicata a """"storia e poetica"""" de' L'Informale, uno studioso di lungo corso dell'arte del nostro tempo quale Enrico Crispolti, tesaurizzando un'esperienza di oltre mezzo secolo d'attività, in L'Informale. Europa 1940-1951 Origini e primi svolgimenti, in una prospettiva storiografica decisamente """"orizzontale"""", ha ricostruito il divenire della ricerca plastico-visiva """"informale"""" fra situazioni in Francia e in Italia, come in Inghilterra, Germania, Paesi Bassi e Scandinavia, Spagna, Svizzera, e nell'area europea orientale. Componenti fondamentali concorrenti all'affermazione complessiva di una """"poetica informale"""" dominante nei centrali decenni del XX secolo (altrettanto che avvenuto parallelamente nelle Americhe, come documentato in un ulteriore specifico imminente volume). Dopo una riflessione, anche terminologica, fra le diverse componenti concorrenti (""""abstraction-lyrique"""", 'art autre"""", """"tachisme"""", """"art brut"""", """"gesto"""", """"nuclearismo"""", """"spazialismo"""", ecc.), vi è analiticamente ricostruito il succedersi di iniziative propositive europee fra inizio anni Quaranta e inizio Cinquanta. A cominciare appunto dalla situazione parigina, in particolare di Fautrier, Dubuffet, Wols, Bryen, Michaux, Giacometti, Bram Van Velde, Richier, Mathieu, De Staël, fra iconismo materico e lirismo gestuale non-figurativo, fino alla sintesi di mozioni europee e nordamericane operata da Michel Tapié, in Véhémences Confrontées. Quindi la vicenda italiana, fra ricerche di Fontana e dei giovani """"spaziali"""", di Dova e dei """"nucleari"""" attorno a Baj, e di Burri e Mannucci, di Cagli, Capogrossi, Morlotti, Fieschi, Spazzapan. Quella inglese, fra Sutherland, Bacon, Paolozzi, Davie, la presenza di Moore e di Schwitters. E tedesca, fra Baumeister, Buchheister, Hartung, Götz, Winter e Bissier. Nei Paesi Bassi e in Scandinavia le esperienze dei gruppi Høst, danese, Surréalisme-Révolutionnaire, belga, Reflex, olandese, confluiti in Cobra: fra Jorn, Appel, Alechinsky. La situazione spagnola, fra Escuela de Altamíra (Goeritz), Dau al Set (Tapies e Tharraths), Millares e El Grupo de las Canarias, e la presenza di Miró. E quella svizzera, fra Soutter e Kemeny, e nell'Europa Orientale, fra Trost, Janousek, Istler e il gruppo Ra, Sklenar e Medek, Strzeminski e Brzozowski, e Gaïtis."" -
L' informale. Antologia di poetica (1943-1961)
Entro una specifica collana interamente dedicato a ""storia e poetica"""" de' L'Informale, uno storico di lungo corso dell'arte del nostro tempo quale Enrico Crispolti, facendo tesoro di un'esperienza storico-critica di oltre mezzo secolo di attività, in questo volume di """"Antologia di poetica"""", ha raccolto originalmente testi fondamentali che costituiscono affascinanti fonti immediate per una ricostruzione sul vivo appunto della """"poetica"""" dell'Informale. Considerato nei suoi diversi ambiti e tempi, lungo tutti gli anni Quaranta e i Cinquanta: dalle differenti origini e i primi svolgimenti e aggregazioni a quando si profila il momento consapevolmente unitario di quello che è identificabile """"di fatto"""" come uno dei maggiori movimenti artistici del nostro tempo. Per la prima volta vi sono unitariamente riuniti testi molteplici per origine e funzione: manifesti, libri, presentazioni in cataloghi di mostre, articoli in periodici, in particolare a firma di esponenti capitali del movimento nei suoi diversi aspetti. Fra i numerosi, cronologicamente quanto territorialmente in vario modo dislocati, testi variamente fondanti (originali o in apposita traduzione) per riconoscere un'articolata identità complessiva della poetica informale. Quali , per esemplificare: quelli di protagonisti creativi come Pollock, De Kooning, Dubuffet, Fautrier, Wols, Bacon, Giacometti, Smith, Matta, Fontana, Burri, Vedova, Moreni, Götz, Schultze, Saura, Vacchi, Rauschenberg; o di protagonisti critici, come Sartre, Jaguer, Tapié, Greenberg, Rosenberg, Barr, Hess, Hunter, Sweeney, Villa, Alloway, Arcangeli, Restany, Cirlot..."" -
Domenico Orsini e le arti a Roma alle soglie della rivoluzione
Il principe e cardinale Domenico Orsini, colto bibliofilo, numismatico, appassionato di musica e poesia, riuscì a far convivere le sue diverse passioni nello splendore delle committenze che qui vengono ripercorse nella loro interezza. La documentazione rinvenuta nell’Archivio Orsini dell’Archivio Storico Capitolino di Roma ha permesso di far luce su episodi di mecenatismo finora sconosciuti e di ricostruire la complessa trama dei rapporti del porporato con le arti. Partendo dalla prima opera acquistata a soli ventuno anni, la grande scultura raffigurante Diana cacciatrice di Bernardino Cametti, si può affermare che quasi non ci fu pittore, scultore, argentiere o architetto della Roma del Settecento che non abbia avuto contatti con l’Orsini. Tra i dipinti più significativi si annoverano il Ritratto di Giacinta Orsini Boncompagni Ludovisi, duchessa d’Arce e Benedetto XIV presenta l’Enciclica ‘Ex Omnibus’ al conte di Choiseul di Pompeo Batoni o L’apertura della Porta Santa di Giovanni Paolo Panini, senza dimenticare le tele richieste a Marco Benefial, Andrea Locatelli, Jan Frans van Bloemen, Placido Costanzi, Domenico Corvi e Giuseppe Cades. Nel campo degli argenti lo straordinario Servizio liturgico di Muro Lucano di Luigi Valadier testimonia come il gusto di Domenico Orsini fosse forgiato sull’eccellenza, affidandosi agli artefici più insigni a lui contemporanei fino a quel fatidico 1789, quando la Rivoluzione Francese chiudeva un’epoca aprendone una nuova. -
Giacomo Amato. I disegni di Palazzo Abatellis. Architettura, arredi e decorazione nella Sicilia barocca. Ediz. a colori
La collezione di disegni di Giacomo Amato (1643-1732), principale architetto del barocco palermitano, si conserva presso Palazzo Abatellis, a Palermo. rnCon questa pubblicazione si presenta la prima monografia, sulla poliedrica attività dell’architetto / decoratore / arredatore, consistente in un libro composto di una prima parte di saggi relativi alle varie discipline in cui Amato si cimentò, accompagnati da importanti studi di contesto relativi agli scambi artistici tra Sicilia, Roma, Napoli e la Spagna, ed una seconda parte contenente il catalogo generale dei disegni raccolti nei sette volumi, in gran parte inediti. Rivelati al grande pubblico da Alvar González Palacios e saltuariamente pubblicati da studiosi, la collezione ammonta a un totale di 497 disegni. rnSi tratta dell’unica collezione di progetti di un architetto italiano del Seicento conservata intatta a livello europeo. Neppure gli Uffizi possono contare una collezione monografica tanto estesa e tanto completa. rnPresenta schizzi ed elaborati tecnici per opere diversissime: da chiese ed architetture civili a candelieri ed alcove in argento, tavoli in marmi mischi, cornici, plinti ed alzate per esporre e valorizzare le collezioni dei viceré spagnoli suoi protettori. Numerosissime le tecniche grafiche utilizzate, spesso miste: carboncini più o meno grassi, diversi tipi di matite, dorature, coloriture (a tempera e ad acquarello), documentando in questo modo la varietà delle tecniche disegnative del Barocco siciliano. -
Boboli. Il giardino e i suoi labirinti. Ediz. a colori
Magnifico soggetto di questo quinto volume della collana Cammei è la storia del vasto giardino iniziato da Cosimo I de' Medici e da sua moglie Eleonora di Toledo dove, a partire dal 1611, il granduca Cosimo II commissionò all'architetto Giulio Parigi quelle straordinarie creazioni che resero Palazzo Pitti il prototipo della reggia barocca e Boboli il più fantasmagorico dei giardini di Europa. Artificio e natura vi si fusero giocando sottilmente sui diversi registri interpretativi, sacri e profani, del programma elaborato per celebrare il trionfo della bellezza e dell'amore, del sogno e dell'immaginario. Fu previsto e realizzato anche un grandioso labirinto di verzura, animato da zampilli e statue. A questo spazio evocativo e altamente simbolico, si aggiunsero successivamente altri tre labirinti ed è proprio in quei percorsi favolosi e in quell'articolatissimo programma non ancora decifrato che si è avventurata l'appassionata ricerca qui presentata. Con Prefazione di Francesco Solinas. -
Spartaco. Schiavi e Padroni a Roma. Ediz. a colori
Grazie a un team di archeologi, scenografi, registi e architetti la mostra restituisce la complessità del mondo degli schiavi nell'antica Roma a partire dall'ultima grande rivolta servile guidata da Spartaco tra il 73 e il 71 a.C. Divenuto gladiatore, Spartaco fu protagonista della celebre ribellione partita dalla scuola dei gladiatori di Capua. Raccolse intorno a sé una moltitudine di schiavi, ma anche di poveri e di disperati, che trasformò in un vero esercito, tenendo testa per ben tre anni alle legioni romane. Terrorizzò Roma e il suo establishment, che gli inviò contro 10 legioni al comando di Licinio Crasso. Fu infine sconfitto e cadde combattendo in armi. Il suo corpo non fu mai trovato, ma 6000 dei suoi compagni di ribellione furono crocefissi lungo la via Appia, nel tratto tra Roma e Capua. I diversi ambiti della schiavitù romana, così come si configurò nei secoli successivi l'epopea di Spartaco, sono raccontati attraverso 11 sezioni che raccolgono circa 250 reperti archeologici - provenienti da musei della sovrintendenza capitolina, da molti musei italiani e da importanti musei stranieri - affiancati da una selezione di 10 fotografie d'autore. Il catalogo contiene saggi dei più importanti studiosi della materia come Luciano Canfora, Brent D. Shaw, Kyle Harper, Francesca Reduzzi Merola, Filippo Coarelli, Egidio Incelli, Matthew J.Perry, Marianne Beraud, Felice Costabile, Luigi Capogrossi Colognesi, Rita Volpe, Almudena Orejas, Emanuela Paribeni e Simonetta Segenni, Elisabetta Bianchi, Christer Bruum e Pier Giovanni Guzzo. -
Il Testamento di Colantonio Caracciolo marchese di Vico e signore di Montefusco, Motta Placanica, Torrecuso
La ricorrenza dei cinquecento anni della nascita di Galeazzo Caracciolo (gennaio 1517), marchese di Vico (del Gargano), costituiscono l'occasione per uno studio del testamento che il 28 maggio 1577 egli vergò di propria mano presso il notaio Jovenon di Ginevra, luogo scelto come nuova patria spirituale. Vivificato di una spiritualità nuova, che lo aveva permeato durante la frequentazione del cenacolo eterodosso, nel 1551 aveva abbandonato Napoli con tutti i suoi affetti familiari, le amicizie e le ricchezze patrimoniali del casato, per rifugiarsi nella città svizzera dove il pensiero della riforma era divulgato da Giovanni Calvino. L'interesse dell'autore ad approfondire la ricerca è suscitato da quanto, in particolare, si legge nel testamento: ""Come un buon testamento è l'istituzione di un erede, allora faccio e nomino i miei eredi universali di tutti i miei beni che ho lasciato e possedo nel regno di Napoli, che sono tanti e senza paragone più grandi e di più grandi valori di quelli che ho portato qui a Ginevra"""". Quali sono i beni lasciati nella sua terra natale dopo che, nel 1553, suo padre Colantonio aveva ottenuto dall'imperatore Carlo V la facoltà di testare a favore del nipote? È quanto, senza trascurare gli aspetti della vita personale e familiare del personaggio, questo lavoro cerca di ricostruire."" -
Otto Greiner e l'Italia. Alla ricerca del mito nella terra del sole. Catalogo della mostra (Anticoli Corrado, 28 maggio-14 luglio 2017). Ediz. a colori
Attraverso saggi scientifici, documenti e opere inedite, il volume approfondisce la figura di Otto Greiner (Lipsia 1869 - Monaco 1916) all'indomani del centenario della morte. L'artista appartiene a quella folta schiera di pittori tedeschi - soprannominati ""Deutsch-Römer"""" - profondamente innamorati dell'Italia, i quali a partire dalla metà dell'Ottocento scelsero Roma come luogo in cui vivere e operare, all'insegna di un mito romantico che ha origine nel Grand Tour. Attivo a Roma tra il 1898 e il 1915, momento cruciale per la storia dell'arte moderna, Otto Greiner fu a stretto contatto con l'ambiente artistico a lui contemporaneo, influenzando un gran numero di personalità di rilievo, tra cui, come riferisce nelle sue memorie il pittore Gino Severini, anche il geniale Umberto Boccioni nella fase prefuturista. La mostra al Museo di Anticoli Corrado propone una selezione di opere che illustrano il suo percorso artistico in Italia, con attenzione allo studio della figura ed in particolare al nudo, di cui fu tra i più apprezzati interpreti nel primo Novecento."" -
Io sono Cambellotti. Catalogo della mostra (Roma, 19 maggio-16 luglio 2017). Ediz. a colori
Con questo catalogo la Galleria del Laocoonte conferma il suo impegno nella valorizzazione dell'arte figurativa dei primi cinquant'anni del '900 italiano. Nonostante le numerose pubblicazioni dedicate a Duilio Cambellotti, a questo o quell'aspetto della sua produzione, non è certamente esaurito quanto ancora possa esser compreso dell'arte e della personalità di questo straordinario artista. Duilio Cambellotti è il genio senza la sregolatezza, l'artista senza la follia. Colui che ha nutrito la sua arte della natura che grato studiava intorno a sé. Dall'Agro Pontino ha tratto ispirazione per dare forma ad alcune delle sue opere più significative, ed è sempre in queste terre che ha concretizzato il suo impegno sociale per l'alfabetizzazione dei figli dei contadini. -
Le muse di Anticoli Corrado. Ritratti e storie di modelle anticolane da De Carolis a Pirandello. Ediz. a colori
Con l'ausilio di saggi scientifici, schede ragionate, documenti fotografici e opere inedite, il volume propone un focus sulla storia delle modelle di Anticoli Corrado nella prima metà del Novecento e il loro rapporto con gli artisti italiani e stranieri, soffermandosi sulle incredibili storie delle loro vite. Il piccolo borgo non lontano da Roma divenne meta prediletta da numerosi artisti a partire dalla metà dell'Ottocento per i suoi scorci pittoreschi e la bellezza dei suoi abitanti, i quali, nel giro di qualche decennio, divennero i modelli più famosi al mondo. L'analisi si concentra sui ritratti di quelle donne che, già a partire dalla fine dell'Ottocento, stabilirono con gli artisti un legame più profondo e intimo che spesso le condusse all'altare. I loro volti inconfondibili ricorrono con frequenza nelle opere d'arte di numerosi scultori, pittori e incisori, dove le vediamo posare nelle vesti di madonne, miti e vestali. È il caso, tra gli altri, di Lina Ciucci, moglie del marchigiano Adolfo De Carolis, e di Pompilia d'Aprile, moglie di Fausto Pirandello. -
Antonio Sicurezza. Ritrovamenti ultimi e approfondimenti biografici
Antonio Sicurezza (Santa Maria Capua Vetere 1905 - Formia 1979) si è diplomato in pittura presso l'Accademia di belle arti di Napoli. Determinante per la sua crescita artistica è stato il trasferimento, a 29 anni, nel territorio di Formia, nel Lazio meridionale. Qui, con persone e paesaggi che lo ispiravano, ha sperimentato negli anni tecniche diverse e ha sviluppato una costante ricerca per giungere, in età matura, al suo caratteristico stile basato sull'uso della spatola nei dipinti ad olio. Costantemente legato alla ripresa dal vero, dotato di grande facilità di raffigurazione grafica, ha spaziato nella sua ricca produzione dalle pale d'altare ai paesaggi, dai ritratti ai nudi, dalle composizioni con più figure alle nature morte. Molto religioso e rispettoso del suo prossimo, è sempre vissuto in provincia con sobrietà di costumi. La sua opera è stata documentata presso De Luca Editori d'Arte in cinque volumi tematici, nei quali sono catalogati 1.068 tra dipinti e disegni. Dopo la mostra retrospettiva tenutasi a Formia nel 2015 su iniziativa del Comune in occasione dei 110 anni dalla nascita dell'artista, sono emerse altre 40 opere, mentre 7 dipinti inediti sono documentati da fotografie d'epoca recentemente ritrovate. Complessivamente 47 lavori che arricchiscono la conoscenza della produzione di Sicurezza, grazie alla presenza tra di essi di opere molto significative. Tali opere sono oggetto di questo volume, insieme ad approfondimenti sulla vita del pittore ed a una accurata indagine sulle sue due pitture ad olio: con il pennello sino alla metà degli anni Cinquanta, poi con la spatola. -
La Democrazia Cristiana da Murri a Martinazzoli. Nell'idealismo del PPI di Sturzo, nel pragmatismo di De Gasperi e nella «terza fase» di Moro
La Democrazia Cristiana, dopo cinquanta anni di attività e dopo la crisi di tangentopoli, da cui è stata investita, il 18 gennaio 1994 deliberò di sciogliersi e prendere il nome di Partito Popolare Italiano, assumendo l'atteggiamento di un partito di centro che guarda a sinistra. Il movimento, pur accogliendo gran parte della tradizione politico-culturale della DC risalente alla fine del 1800 e procedendo nel solco della dottrina sociale della Chiesa, era già spaccato in tre correnti, e tuttavia non è neppure mancata la corsa per inseguire inconsistenti iniziative, movimenti al di fuori di ogni immaginazione, alleanze incoerenti e talvolta anche incestuose. Francesco Squillace con il presente libro si è prefisso lo scopo di un sintetico excursus sulla sofferta, ma feconda presenza della DC dalle remote origini sino allo scioglimento, alimentata dal genio e dall'eroismo di eccezionali personaggi. -
Mutina splendidissima. La città romana e la sua eredità. Ediz. a colori
Tra 2017 e 2018 con il programma ""2.200 anni lungo la via Emilia"""" si percorre a passo di storia il più importante asse viario della regione. Prima le celebrazioni per i 2.200 anni dalla nascita in età romana di tre città: Mutina (Modena) e Parma divenute colonie nel 183 a. C. e Regium Lepidi (Reggio Emilia), istituita come forum negli stessi anni. Poi la mostra sull'origine di Forum Gallorum a Castelfranco Emilia e infine quella di Bologna, dove, con un ulteriore passo nel tempo e nello spazio lungo la stessa strada, al centro dell'attenzione sarà il medioevo emiliano-romagnolo. La via Emilia, arteria unificante della regione che tuttora ne conserva il nome, si propone come un itinerario per scoprirne la storia antica e gli aspetti che hanno contribuito a definire l'identità delle città e del territorio che collega. Su questa strada sempre pulsante di vita hanno viaggiato dall'antichità, e viaggiano ancora oggi, le merci e i prodotti di un'economia florida, ma anche popoli, genti, donne e uomini con il proprio bagaglio di esperienze, idee, sensibilità, lingue e credi differenti, consentendo così il formarsi di una cultura aperta, che affonda le radici in una società che fa dell'accoglienza una delle sue maggiori risorse. Definita da Cicerone firmissima et splendidissima, una delle più importanti colonie romane dell'Italia settentrionale, Mutina si trova al di sotto delle strade del centro storico, custodita dai depositi delle alluvioni che si verificarono in epoca tardoantica. Il programma Mutina Splendidissima, promosso dal comune di Modena e dai Musei Civici per ricordare i 2.200 anni dalla fondazione della colonia romana, intende rendere percepibile questa realtà sepolta attraverso una serie di iniziative culminanti nella grande mostra che ne racconta attraverso nuove scoperte le origini, lo sviluppo e il lascito che essa ha trasmesso alla città moderna. Mutina Splendidissima. La città romana e la sua eredità, presenta questa realtà attraverso un linguaggio accessibile a tutti, fondato su dati archeologici e storici esaminati con uno sguardo pluridisciplinare, grazie alle collaborazioni di studiosi di diversi ambiti. Il catalogo riunisce i contributi scientifici che sono alla base del racconto sviluppato in mostra affiancando ai reperti, alle opere d'arte e ai documenti, apparati illustrativi, animazioni video e ricostruzioni virtuali."" -
Paesaggio e veduta. Dipinti da Palazzo Chigi in Ariccia e altre raccolte. Catalogo della mostra (Cavallino, 25 novembre 2017-25 febbraio 2018). Ediz. a colori
Il catalogo presenta un'accurata selezione di dipinti eseguiti da alcuni tra i massimi paesaggisti e vedutisti attivi in Italia tra XVII e metà XIX secolo, in buona parte inediti o poco noti, che illustrano paesaggi ideali, paesaggi naturali e vedute di città, tra località caratteristiche e piazze celebri. Il catalogo è incentrato sui principali centri del vedutismo legati al fenomeno del Grand Tour, cioè Roma e Venezia, ma sono presenti anche vedute di altre famose località connesse al viaggio in Italia, come Napoli, Palermo, Tivoli e Ariccia. I dipinti provengono in parte da collezioni pubbliche, come Palazzo Chigi in Ariccia, il Museo di Roma e l'Accademia Nazionale di San Luca, mentre un importante nucleo si trova in collezione privata inglese e molte opere sono esposte per la prima volta in Italia. Sono presenti opere di Agostino Tassi, Filippo Napoletano, Pietro da Cortona, Jean Lemaire, Gaspard Dughet, Pandolfo Reschi, Gaspare Van Wittel, Marco Ricci, Adrien Manglard, Antonio Canal detto ""Canaletto"""", Michele Marieschi, Francesco Guardi, Ippolito Caffi e tanti altri, fornendo, anche attraverso l'attiva presenza di specialisti stranieri, un quadro ampio della pittura italiana di paesaggio e veduta fino alla metà del XIX secolo. Ideale e reale sono i termini entro cui si muove la pittura di paesaggio tra Seicento e Settecento, spesso visti dalla critica in opposizione, come se si trattasse di due filoni ben distinti e paralleli. In realtà una spinta fortemente idealizzante caratterizza tutta la pittura italiana in questi secoli, anche quando si tratta di scorci apparentemente coerenti con il vero. La pittura di veduta, cioè la rappresentazioni obiettiva di spazi urbani o urbanizzati, basata su una puntuale aderenza allo stato effettivo dei luoghi, che ha in Vanvitelli un precursore, dai due centri principali di irradiazione e propulsione ha conosciuto poi un'espansione internazionale. La veduta diventa """"capriccio"""", cioè rimontaggio in contesti immaginari di architetture, ruderi o monumenti reali, seguendo spunti presenti nei dipinti di Lorrain, nell'opera di prospettici come Viviano Codazzi e poi nel '700 specialisti come Giovanni Paolo Panini."" -
Il Pirandello dimenticato
Un Luigi Pirandello padre affettuoso, appassionato di pittura, gli scontri, i silenzi, e le condivisioni col figlio Fausto; un Fausto artista figurativo di grande talento, la faticosa ricerca di emancipazione dal padre, la sua formazione, le opere, l'amore per la figura femminile e la sua vita nel contesto culturale della stimolante Roma del '900; ecco quanto scaturisce da questa intervista a suo figlio Pierluigi, l'ultimo della famiglia ad avere conosciuto il nonno Luigi, al quale la sua nascita fu a lungo taciuta. -
Il libro delle imprese dell'Accademia degli Insensati. Ritratti figurati e parlanti
L'Accademia degli Insensati di Perugia, nota per la connessione dei suoi poeti con le prime opere di Caravaggio, elaborò nell'ultimo quarto del Cinquecento un libro di imprese costituito da quarantaquattro fogli cuciti insieme, contenenti l'impresa generale dell'Accademia e quelle degli affiliati della sua prima stagione. Il manoscritto rappresenta un unicum nel panorama contemporaneo in quanto gli Insensati optarono per il mezzo grafico e non per quello incisorio, come avveniva solitamente. Le imprese, disegnate da mani diverse, rappresentano un documento straordinario della storia delle Accademie, a testimonianza dell'indissolubile intreccio tra la componente figurativa e quella letteraria, e costituiscono uno scelto campionario di alcune delle maniere espressive della grafica italiana tardo-cinquecentesca. Un'impresa in particolare, quella dell'accademico Federico Zuccari, da lui stesso disegnata ed elaborata, apporta molte novità sia dal punto di vista programmatico che figurativo alla vicenda della sua affiliazione all'Accademia degli Insensati, da lui stesso considerata centrale all'interno della sua formazione artistica. -
Colore, immagine, segno, oggetto, comportamento. Il secondo Novecento a Roma nella collezione Jacorossi
Prosegue e si completa il viaggio nella Collezione Jacorossi attraverso la seconda metà del Novecento, partendo ancora una volta da quel ""collezionismo d'impresa"""" che Enrico Crispolti mette a fuoco e racconta seguendone una """"deriva storico-critica"""". Sullo sfondo c'è sempre Roma, scenario privilegiato di movimenti e artisti, luogo elettivo delle attività imprenditoriali del gruppo Jacorossi e oggi città in cui sorge Musia, il nuovo spazio di Via dei Chiavari nel quale la Collezione ha trovato casa e visibilità. Roma è nella cifra artistica di tante opere e protagonisti del tempo, ma è anche nelle severe analisi di Giuseppe De Rita, nella storia delle gallerie cittadine dal secondo dopoguerra a oggi a cura di Giulia Tulino, nei ricordi di Ovidio Jacorossi raccolti nella conversazione con Paolo Di Paolo. Su tutto, la fiducia incondizionata e assoluta nella forza creativa dell'arte contemporanea. Esemplare il racconto del rapporto di amicizia con Emilio Prini, il quale, come ricorda Jacorossi, immagino avesse colto tutto ciò che mi sta a cuore nel rapporto con l'arte contemporanea: la possibilità di creare e ricreare ogni """"creazione"""", lasciando che lo stimolo dell'artista agisca in profondità e ci spinga verso domande che non ci eravamo fatti così intensamente. Se restano senza una risposta sicura, sono tanto più preziose."" -
Casa-museo Mario Praz. Catalogo delle stampe, disegni e acquerelli. Ediz. a colori
Dedicato all'inedita collezione di stampe e disegni, esposta raramente e solo parzialmente, il volume offre una nuova interpretazione critica dell'attività del famoso anglista Mario Praz. A lungo riposte nelle cassettiere del deposito queste carte preziose, curiose e dimenticate escono dall'oblio offrendoci una prospettiva complementare ma non meno saliente dei variegati interessi del collezionista e dei suoi viaggi nel Nord Europa: Inghilterra, Francia, Russia, tutti luoghi amati e visitati alla ricerca di botteghe antiquarie in cui acquistare stampe e acquerelli per soddisfare la sua passione di connoisseur quanto la vocazione di collezionista onnivoro e sofisticato alla ricerca di sempre nuove e romantiche suggestioni.