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La luna, Mohammed e la sua scimmia. Rimini, il carcere che nessuno racconta
Il lettore non potrà che percorrere con grande interesse, di racconto in racconto, le pagine di questo libro, nel quale il carcere è rappresentato dall'interno, nei suoi drammi e nelle sue tensioni, nelle sue amarezze e nelle sue attese; infine, nella sua umanità. In una sapiente articolazione del materiale narrato, i due autori - dal privilegiato osservatorio della loro professione - raccontano dapprima il carcere; poi, lasciano che la voce detenuta parli e racconti in prima persona; infine, nel terzo tempo del libro, abbattono i confini tra esseri dentro e esseri fuori, lasciando che le due dimensioni si uniscano in una voce sola, che è quella dell'umanità, impegnata nella chiarificazione del mistero della vita e del suo destino. -
I diamanti in cantina
Tullio Campana rievoca i tempi dell'infanzia, dell'adolescenza e della prima giovinezza, e cioè la decisiva età della nostra formazione, quando, come è proprio di ogni essere umano, si vivono esperienze mitiche, capaci di definire una volta per sempre quel che per sempre saremo: per Tullio, ad esempio, le campagne sulle colline romagnole nei tempi favolosi della mietitura, e poi la stornellatrice di una storia e di un destino struggenti, infine la guerra...Ne nasce un libro luminoso, che ci riconsegna un altro universo, disperso dal tempo: un paese nel cuore sonnolento della pianura romagnola; la guerra in Albania, destinata a ferire crudelmente il cuore degli uomini anche nell'incanto d'acque e di montagne delle Bocche di Cattaro; infine, il ritorno nel paese della nostra infanzia, che fu il paese del mito e che si fa ora il luogo della ricostruzione, del tempo della pace, della storia che - al tacere delle macchine da guerra - riprende il suo cammino. -
Estanislao Kowal. Argentina 1976-1983. Il dramma di un desaparecido romagnolo
"Il """"Secolo breve"""" è stato anche quello delle dittature, dei genocidi, delle grandi persecuzioni politiche, delle stragi sistemiche, delle epurazioni, degli stermini di massa perpetrati da regimi feroci che, per sete di potere o per pura follia, hanno fatto scempio di tutti i diritti umani. Tra questi eccidi uno dei più sottaciuti è stata senz'altro la cosiddetta Desaparicion argentina, della quale siamo venuti a conoscenza grazie alla coraggiosa protesta delle madri di Plaza de Mayo e alle loro foto che hanno fatto il giro del mondo. Nel corso del """"Secolo breve"""", l'odio che ha attraversato il mondo ha colpito in maniera trasversale. Poco più di una trentina di anni fa un giovane argentino, nativo di Forlì, fu rapito dai militari e sparì nel nulla da un giorno all'altro, senza lasciare traccia, senza che i famigliari vedessero restituirsi almeno un corpo su cui piangere. Quest'uomo si chiamava Estanislao Kowal. Il libro di Roberto Turrinunti, con grande passione e fervore, ci restituisce la storia di un desaparecido romagnolo."""" (dalla presentazione di Marco Viroli)" -
Cesena bella
Dopo il gran volume che circa quarant'anni fa Andrea Emiliani e Biagio Dradi Maraldi curarono su Cesena. Il volto della città, questo di Giordano Conti è il più bel libro che sia mai stato dedicato alla città del Savio. Lo garantisce la virtù di un uomo che è stato sindaco della città per dieci anni e che ancor prima, per lungo tempo, l'ha eletta a oggetto prevalente dei suoi studi, fin da quel suo prezioso ""Per una lettura operante della città. L'esempio di Cesena"""", uscito a Firenze nel 1980. Si aggiunga l'apparato iconografico di Gian Paolo Senni, che quasi quotidianamente, per catturarne l'anima, insegue le luci e le ombre della sua Cesena, e le voci misteriose che corrono tra le sue mura e le sue vie. Dunque, un libro dell'anima, di ricordi, di storia, di immagini: la celebrazione di una città così bella tra il verde popoloso della pianura e il sorriso delle colline: """"tra il piano e il monte"""", appunto, come la vide il Poeta. Tanto che l'Appennino le entra nel cuore con l'estrema propaggine di un colle, dalla cui cima la rocca guarda ai suoi piedi l'antico scorpione delle mura e la varia policromia dei tetti e dei campanili."" -
Sonetti romagnoli
I ""Sonetti romagnoli"""" rappresentano, nella memoria della Romagna contemporanea, un libro del mito, e con pieno merito, per tre ragioni fondamentali: per la capacità del poeta di Sant'Alberto di calarsi nei sentimenti, nelle emozioni, nelle indignazioni dei personaggi del popolo in una mimesi assoluta, dando loro la voce di un ridente e dolente realismo; per la ricchezza della commedia umana che nel libro si rappresenta: una commedia di ilare e talora pensoso e indignato divertimento, mossa dalla varietà dei fatti (gli scherzi ravegnani, le vendette, le proteste contro la sordità delle leggi e le prepotenze e gli inganni dei potenti...) e dalla moltitudine dei personaggi; per la forza straordinaria del plurilinguismo di Guerrini, grazie al quale si passa dall'italiano al romagnolo attraverso un'infinita varietà di registri e con risultati che costituiscono un puro divertimento."" -
Nova polemica
"Nova polemica"""" il cui prologo arrivò a influenzare le dispute letterarie della seconda metà dell'Ottocento e che Carducci definì un """"vero gioiello"""" è uno dei più significativi documenti letterari di quel verismo poetico che tentò di rinnovare la tradizione letteraria italiana. Assieme a Postuma rappresenta l'opera più importante di Olindo Guerrini, alias Lorenzo Stecchetti, autore che ebbe una vasta fortuna e le cui poesie, ancora fino a qualche decennio fa, erano conosciute da molti a memoria. Con questo libro, Guerrini oltre a rispondere polemicamente alle accuse rivolte alla moda verista, riprendeva il modus operandi del precedente """"Postuma"""", costruendo il volume su di un fitto gioco di decodificazioni e di citazioni. Questa edizione non solo fornisce un'edizione critica dell'opera, ma anche un'introduzione e un minuzioso commento che, oltre a illustare l'abilità con cui l'autore riesce a combinare le sue fonti, fornisce un inquadramento storico indispensabile per comprenderne appieno l'arguzia e le punte di satira feroce. Completano il volume un'ampia e puntuale cronologia e una bibliografia." -
Lo zen della tagliatella romagnola
Con intelligenza e passione, il libro propone attraverso la specie della tagliatella - o meglio attraverso la sua essenza, appunto il suo zen - lo spirito della Romagna, tenera e aspra, colorita e sensuale nella ricchezza degli odori e dei sapori. Ma la Romagna così legata alla terra non per questo è esclusa dalle raffinatezze del pensiero riflesso, perché - sostiene Galizzi - negli antichi detti della nostra terra si esprime assai spesso la filosofia allo stato puro, intanto e in primo luogo perché tutto ciò che è spirituale passa attraverso il materiale. Scrive l'autore, in un passaggio del libro: ""Le tagliatelle sono reali come reali sono le sensazioni che da esse derivano, eppure altrettanto possibile è andare oltre quella fisicità. Bisogna intuire quello che succede dentro di noi e sentirlo in maniera diretta lasciandoci trasportare altrove. Le tagliatelle sono una strada, sono l'impronta dei fiumi che solcano le colline della Romagna"""". Vedrà il lettore con quanta tenera e brillante ironia il libro racconti, nel gusto dei mangiari e dei sapori, e dei frutti della terra, lo zen della Romagna più vera."" -
Pasquale Tosi. Un romagnolo sanvitese (1835-1859) missionario ed esploratore dalle montagne rocciose all'Alaska
Il libro racconta, nei suoi tre contributi, la vita eccezionale di un gesuita romagnolo che tra le tribù dei pellerossa d'America e degli eschimesi dell'Alaska condusse un'azione appassionata di missionario e di esploratore: una straordinaria avventura di fede e di conoscenza. Nato nella parrocchia di San Vito (Santarcangelo) il 27 aprile 1835, visse vent'anni fra i pellerossa delle Montagne Rocciose e dodici fra gli esquimesi dell'Alaska, imparando decine e decine di dialetti locali, tanto da giungere a compilare una grammatica eschimese e un vocabolario eschimese-inglese, poi pubblicati a cura del governo federale degli Stati Uniti. In Alaska, fondò numerose residenze e stazioni missionarie e costruì case, chiese, scuole. Giunse addirittura a dotare la missione di un battello che faceva il percorso fino a San Francisco. Intraprese un lungo viaggio di esplorazione oltre lo Stretto di Behring, dove nessun europeo aveva mai messo piede e in quelle nuove terre stabilì una missione e una scuola. Ammalatosi, fu trasferito nei più dolci climi di Juneau, sede della Prefettura, e qui morì il 14 gennaio 1898 -
La traccia rossa e altri racconti
Ambientati, talora, negli orizzonti propri del racconto realista, talaltra in un tempo fuori del tempo, in atmosfere che hanno il sapore della leggenda, della fiaba o del racconto simbolista, i racconti di Biancamaria Beorzi si spingono sempre al di là delle evidenze, perché tesi dalla volontà di rappresentare l'assoluto dei sentimenti e dei valori. Nella densa trama del suo narrare emerge, su tutti gli altri, un tema che si esalta e si dilata, quello dell'amore materno e paterno: protagonisti di diversi di questi racconti sono infatti figure tenerissime di padri e di madri, e profili di bimbi, ora mossi semplicemente dall'amore, ora oscurati dalla tragedia della perdita. -
La piadina romagnola
Si legge nel Vocabolario Romagnolo Italiano di Adelmo Masotti, edito da Zanichelli nel 1996: ""Piada. È una sottile focaccia di pane azzimo, cotta nel testo rovente, tipica della Romagna. E per i romagnoli essa è assurta a simbolo della Famiglia, della propria Terra e della vita sociale che la comunità vi ha posto in essere. La sua fragranza diffonde allegria e sentimenti di amicizia e di amore"""". E messa così siamo già a un livello superiore: da semplice focaccia di origine contadina, mai modificata nei secoli perché la piadina non ha subito nessuna evoluzione, con cui mangiare le """"restanze"""" del giorno e quel poco mangiare che si poteva avere, alla trascendenza pura. In maiuscolo Romagna, Terra e Famiglia, a chiarirci il valore spirituale della cucina come luogo fisico, in cui si preparano i piatti che vanno a riempire di anima la casa. Le radici di un luogo, le contraddizioni della società e l'anima delle sue genti. Un percorso enogastronomico di questi ominidi (marinai da bagnasciuga e montanari d'Appennino) attraverso questo disco di pane."" -
I Bentivoglio. Signori di Bologna
La Bologna dei Bentivoglio, crocevia tra il nord e il sud della Penisola, fu al centro della complessa lotta politica dell'Italia del tempo, nella quale si incontravano e si scontravano i tentativi di egemonia di Venezia sulla terraferma, di Firenze sulla Toscana, del Ducato di Milano sulle aree settentrionali, senza contare la politica di ricomposizione e di affermazione dello Stato della Chiesa e gli stessi piani di penetrazione dei sovrani europei. Il libro racconta queste vicende complesse con rapido passo narrativo, cordiale nella sua vocazione divulgativa, rigoroso nell'impegno storiografico. Dalle sue pagine emergono i personaggi straordinari di un dramma e di un tempo affascinanti, illuminati dalla luce corrusca delle armi, delle vendette, delle stragi, della sete di potere. Su tutti, e accanto alle potenti famiglie bolognesi, ora alleate ora nemiche dei Bentivoglio, il trionfante Giovanni Bentivoglio, che nei suoi quarantatré anni di governo fu protagonista del Rinascimento bolognese. -
HoE. Una storia d'amore nella Londra dei Beatles e dei Pink Floyd
I Beatles. I Pink Floyd Sound. La Swinging London. Sappiamo tutto dei protagonisti, ma nulla di chi andava a vederli. Clive Thomas ci racconta una storia d'amore working-class. ""Noi Inglesi usiamo l'espressione miracle meadow per indicare un posto dove vedi i tuoi sogni diventare realtà, e Londra nel 1966 era un miracle meadow""""."" -
Una fiaba per te
Età di lettura: da 6 anni. -
Trionfo. La variante del maraffone, divertente come un gioco di società, intrigate quanto uno d'azzardo
Con questo libro vengono forniti spunti e suggerimenti utili per giocare al meglio il ""Trionfo"""", la splendida variante del maraffone nella versione a cinque giocatori, senz'altro la più bella, per vivacità ed imprevedibilità. L'intento è quello di avvicinare schiere di proseliti ad un gioco sinora praticato da una ridotta élite di giocatori. Al tavolo del """"Trionfo"""", difatti, siede solo chi sa giocare bene a maraffone o, perlomeno, coloro che così pensano di se stessi. I principi del maraffone (vedi il manuale edito dallo stesso autore) opportunamente integrati e sviluppati da quelli specifici del """"Trionfo"""" qui presentati, consentiranno di praticarlo con successo, di scoprire e gustare appieno la bellezza di un gioco che, ai pregi ed alle qualità di quello originario, aggiunge il divertimento del gioco di società e il fascino intrigante di quello d'azzardo."" -
Calicanto 2011
Dieci anni di Calicanto: un compleanno importante per una iniziativa nata in sordina, un filo di voce, ma con tanta forza dentro. Non ho conosciuto Antonio Agi, ma sono certa che avrei scoperto nelle sue intenzioni la volontà di dar voce alle parole del quotidiano, proprio attraverso l'incanto con cui i bambini si aprono alla vita, il candore e la spontaneità con cui fanno diventare unico, grande e importante ciò che i nostri occhi hanno spesso cessato da tempo di vedere e il nostro animo di sentire. Chi crede nel valore della poesia non può che essere pervaso di positività, di fiducia nel futuro come lo sono bambini e adolescenti, protagonisti di quel futuro. -
Artaj (Ritagli). Poesie in dialetto riminese
Le donne narrate in queste poesie sono in bassorilievo, sospese nel tempo; come sospesa nel tempo, attuale eppure trascorsa, è la memoria che custodiscono, dei momenti drammatici e quotidiani. Uno accanto all'altro, la nascita e la morte, le scelte grandi e quelle minute, l'orizzonte della vita e della cucina di casa. Perché così è la vita, un intreccio di grande e piccolo, di infinito e particolare. Le donne di Lidiana sono vive. Sentono, avvertono, amano. E vivono in dialetto, una lingua meravigliosa che scolpisce ogni racconto, ogni profilo, lo lega per sempre a questa terra, così saporosa da essere spesso irriducibile ad una mera traduzione letterale. Sono poesie da conservare come cosa preziosa, per non dimenticare il mondo che ci raccontano nella intraducibile atmosfera del dialetto, e le figure che ci regalano. Per non dimenticare che veniamo da lì, da quella povertà, da quella solitudine, da quei sacrifici, caricati in gran parte sulle spalle delle nostre nonne che ci hanno consegnato un vessillo di dignità e rigore. -
L' onda non ha volto
Ci sono libri che avvertiamo come libri dell'anima, quelli nei quali ci pare viva, con più immediata ed effusa sincerità, molta parte della nostra vita. È forse il caso di quest'ultima raccolta di Caterina Tisselli, nella quale gli abbandoni del cuore, l'evocazione di momenti struggenti, il ricordo degli amici più cari e perduti, l'incantamento del mare e dei tramonti e dei cieli d'alba paiono tutti insieme delineare gli orizzonti del mito, ovvero i paesi nei quali più intensa sentimmo la nostra umanità e più sorprendente il dono della vita. Questo ci racconta la chiara, intenerita poesia di Caterina, innamorata di un amore struggente della sua vita e delle scoperte che essa consente nella collana dei giorni, screziata di affetti, di memorie, di malinconie e di luce. -
La Romagna nei modi di dire dimenticati
Mario Maiolani ci regala una raccolta - di particolare divertimento e di intrigante intelligenza - di modi di dire della cultura popolare romagnola, dandone la versione in lingua e in dialetto e spiegandone origini e significati: un'occasione preziosa per ripercorrere molte delle caratteristiche dell'ethos della Romagna e per recuperare i detti, le massime, i moti proverbiali nei quali i nostri padri hanno fissato i valori e i principi del vivere. Il lettore scoprirà, spesso con meraviglia, quanto dei saperi, degli ideali, della visione del mondo si raccolga in questi detti dimenticati e in un vero e proprio viaggio di conoscenza riprenderà contatto con la nostra cultura popolare, traendone non solo un puro divertimento - per quanto di commedia, di ironia, di saggezza secolare in essi si raccoglie - ma anche, e proprio per questo, una lezione di vita. -
A tu per tu con l'enigma
"Era una stagione di nuvole"""". Sembra un incipit d'altri tempi, che prepari il lettore a una narrazione ordinata e piana. E invece, l'estro inventivo e trasgressivo di Paolo Starni ha inquinato anche le forme stesse del narrare: a quell'incipit così ortodosso seguono ben quarantasette capitoletti, in una sorta di continuo gioco di composizione e scomposizione. L'io narrante è un """"grigio"""" docente di matematica, che insegna in una """"grigia"""" scuola a """"grigi"""" studenti che comprendono in sé qualche eccezione di luce mentale. Tutto è grigio, dunque, come il cielo nuvoloso da cui parte il racconto. La variazione è tutta interna all'io narrante, ma si dilata al punto di invadere tutta la scena. La domanda cruciale cade quasi casualmente sulle teste di """"una quinta classe di liceo scientifico"""": """"Conoscete il teorema fondamentale dell'aritmetica?"""". È l'enigma al quale si intitola il racconto. La ricerca di una sua nuova dimostrazione, tra varianti tragicomiche e illuminazioni geniali, finisce col costruire una trama, più che di fatti, di tensioni psicologiche e intellettuali. Fino al mistero conclusivo: il Grande Enigma Finale, """"un fremito d'ali che ti porta via""""." -
Profumo di gigli e odor di veleno. Storie brevi con lacrime e sorrisi
In un'epoca come la nostra, governata dal culto dell'eterno presente e delle sue immagini, dove la componente temporale della nostra vita è alterata, modificata, esaltata dalla filosofia contaminante del ritorno economico e dell'efficienza, può apparire anacronistico un libro come questo, fatto di racconti che si richiamano alle piccole grandi cose della quotidianità, ad un tempo semplice, genuino, onesto. Ma è proprio quell'anacronismo che lo rende utile, piacevole, appassionante, divertente: un mosaico di episodi, di esplorazioni ironico-sentimentali tra ricordi, giochi di fantasia, invenzioni, paradossi, odori, sberleffi, stupori d'infanzia. Con Profumo di gigli e odor di veleno ci troviamo di fronte alla seconda prova di un autore che ha ulteriormente affinato il suo linguaggio, la sua fantasia, la sua capacità descrittiva, il suo amore per le storie che hanno il profumo e il sapore di un universo campagnolo pressoché dimenticato.