Sfoglia il Catalogo feltrinelli023
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 2721-2740 di 10000 Articoli:
-
Mostri mitologici. Ediz. a colori
"Con il numero 4 della collana abbiamo deciso di fare un'eccezione alla regola e a presentarsi saranno ben 9 mostri che, coralmente e brevemente, racconteranno di se stessi e si muoveranno nelle geografie che hanno generato i loro miti. Con questa idea abbiamo voluto creare forme integrate di comunicazione del nostro passato condiviso: da una parte la App creata da Sergio Fontana per essere vista e ascoltata su tablet e telefonini, dove i mostri si muovono e parlano a viva voce, dall'altra il libro che può essere letto, guardato e sognato in attesa delle future storie.Buona lettura!"""" (dalla premessa alla collana di Helga Di Giuseppe)" -
Le relazioni diplomatiche di Roma. Vol. 6: Dalla spedizione degli Scipioni in Asia alla pace di Apamea (190-188 a.C.).
In questo secondo fascicolo della nuova serie Prassi diplomatiche dello imperialismo romano (continuazione de Le relazioni diplomatiche di Roma) viene trattata la conclusione della guerra contro Antioco e gli Etoli, combattuta ormai separatamente in Grecia e in Asia. Sono eventi di portata epocale, esaltati dalla statura (già leggendaria al tempo dei fatti) di alcuni dei protagonisti. Fra costoro emerge però anche un protagonista dimenticato, il consolare Cn. Domitius Ahenobarbus, console del 192 a.C. e legato di Lucio Scipione. Questi, in assenza dell'Africano, che ammalato si tratteneva nelle vicinanze di Pergamo, fu il vero artefice della vittoria di Magnesia su Antioco. Questa tradizione, ben attestata in Appiano, è confermata dalla dedica degli ausiliari Achei (foto di copertina) che accompagnarono i Romani nella campagna contro Antioco e che si vantano di avere sconfitto i Galli (o Galati) suoi alleati. Sono molteplici i fatti diplomatici che si accompagnano a questa impresa. -
Pressoi litici in Sardegna tra preistoria e tarda antichità
I pressoi litici costituiscono una parte fondamentale della filiera produttiva e un documento di estremo interesse da un punto di vista storico-archeologico. Considerati reperti meno nobili di altri, questi manufatti hanno goduto fino ad oggi nell'isola di scarso interesse presso gli studiosi. Inoltre gli esemplari giunti fino a noi, il più delle volte lacunosi e scollegati dal contesto di provenienza, pongono notevoli difficoltà di interpretazione tipologica e di datazione. Per tentare di fare chiarezza su questo argomento, è nata l'idea di allestire questo progetto di ricerca volto principalmente alla definizione di un repertorio tipologico-funzionale dei pressoi litici attraverso i metodi di indagine quali l'archeologia sperimentale, l'etnoarcheologia e l'archeologia della produzione in linea con l'approccio multidisciplinare proprio dell'Archeologia dei Paesaggi. Per quanto concerne i manufatti correlati alla produzione del vino, i cosiddetti palmenti, ne sono stati censiti 103 impianti rupestri fissi così ripartiti: 12 all'interno del territorio del Guilcer e 91 nel territorio del Barigadu; a ciò si aggiungano 53 vasche mobili pertinenti ad almeno altri 30 impianti. Per quanto riguarda la produzione dell'olio, i risultati della presente indagine ampliano notevolmente il panorama delle conoscenze sui metodi di produzione dell'olio nell'antichità. Tali metodologie sono testimoniate soprattutto dalla presenza delle cosiddette arae, basi in pietra per torchi del tipo a leva. Il rinvenimento di oltre 50 arae testimonia un'intensa attività produttiva destinata al mercato locale. Per quanto concerne la cronologia, è opportuno segnalare come gli indicatori della produzione siano molto diffusi in quei siti con frequentazione di lunga durata, dall'epoca nuragica all'età tardo-medievale. -
Eurasica. Scritti scelti
In Appendice l'inedito: ""La scuola orientale romana dal 1870 al 1936""""."" -
The sacred wood of Bomarzo. Colouring Book
Il Sacro bosco di Bomarzo, ideato dal Principe Vicino Orsini nel 1552, è comunemente definito Parco dei mostri per la presenza di sculture fantastiche e grottesche disseminate in un terreno boscoso. Il paesaggio presenta una minacciosa popolazione di massi, generata da un sommovimento tellurico: rocce, scolpite sul posto, si sono animate prendendo forma di terribili creature disseminate lungo percorsi scoscesi, tra alberi e vegetazione selvaggia. Il giardino, anche se inserito nella cultura architettonica naturalistica del secondo Cinquecento, costituisce un unicum, in quanto si differenzia dai raffinati giardini all'italiana rinascimentali caratterizzati da rigore e simmetria delle forme. Il Sacro bosco si presenta come un'avventurosa sequenza di apparizioni, ora spaventevoli, ora amene, che il visitatore scopre l'una dopo l'altra nel verde della selva, con stupore senza un ordine logico senza un percorso stabilito. Autentico labirinto di simboli avvolge chiunque ci si addentri fisicamente e intellettualmente, offrendo soluzioni del tutto irregolari. L'ideatore del singolo giardino è riuscito, con i suoi elementi giganteschi, a creare un rapporto sconcertante con la natura. L'incubo e la spensieratezza del Bosco magico sono delle forti componenti che si ritrovano nei poemi cavallereschi, in voga in quel periodo, immergendo il parco in una zona di incontro tra arte e letteratura. Nei poemi cavallereschi la parola sacro sta per magico e stregato come il tema centrale del Sacro bosco, dove la selva stregata sottopone il cavaliere ad una serie di terribili sfide che costituiscono i diversi aspetti delle difficoltà che l'eroe deve superare (allegoria delle difficoltà della vita). Il principe Vicino Orsini colto signore di Bomarzo, volle fortemente realizzare il suo giardino che divenne uno dei più importanti del cinquecento, ma anche quello che più di tutti rimane avvolto nel mistero. La colorazione delle statue: Secondo il testo ''Gli incantesimi di Bomarzo, il Sacro bosco tra arte e letteratura'' del critico d'arte Maurizio Calvesi, le statue, per volere del principe Orsini erano dipinte con colori puri e vivaci, rosso carminio, bianco, azzurro oltremare, viola, particolare che prende spunto dai poemi cavallereschi dove si ritrovano nelle descrizioni dei draghi e delle iene dell'Amadigi, e nell'Orlando Furioso. -
Le relazioni diplomatiche di Roma. Vol. 7: Problemi e contraccolpi della grande espansione egemonica (188-183 a.C.).
Con il presente volume la serie de Le relazioni diplomatiche di Roma - di cui i primi due fascicoli sono stati pubblicati presso la casa editrice Herder (1. Dall'età regia alla conquista del primato in Italia, 753-265 a.C. e 2. Dall'intervento in Sicilia fino alla invasione annibalica, 264-216 a.C.) e i secondi due dalla casa editrice Scienze e Lettere (3. Dalla resistenza di Fabio fino alla vittoria di Scipione, 215-201 a.C. e 4. Dalla 'liberazione della Grecia' alla pace infida con Antioco III) - si arricchisce di un nuovo titolo, Prassi diplomatiche dello imperialismo romano, con il quale si intende sottolineare l'importanza che nuove strategie di contatto assumono nel corso del II secolo a.C. Anche in questa serie l'autore si propone di raccogliere e produrre tutte le fonti relative agli atti diplomatici - in particolare l'invio e la ricezione di ambascerie, ma anche i contatti informali e l'istituzione di rapporti di patronato - che costellano la storia di Roma, inserendole in un contesto narrativo che ne giustifichi la ragione storica, e corredandole di abbondanti indici, che possano costituire uno strumento utile per ulteriori ricerche. -
Sherko Bekas. Scintille di mille canzoni
Con un saggio di Adriano V. Rossi, ""Sherko Bekas, alle radici della poesia""""."" -
La tecnologia ceramica tra prima e seconda età del ferro. Il caso di Castion di Erbè (VR)
La ceramica in archeologia è spesso studiata in un'ottica che privilegia le forme più che la tecnologia. Dopo il volume di Massimo Saracino, nella stessa collana, questo lavoro punta invece ad approfondire lo studio delle tecniche nel processo produttivo della ceramica dei Veneti antichi. Il sito di Castion di Erbè (Verona), un centro periferico di media grandezza nel territorio controllato dai Veneti tra l'VIII e l'inizio del VI secolo a.C., ha fornito l'occasione per uno studio di dettaglio delle tecniche di formatura dei vasi e di alcuni procedimenti per la rifinitura e decorazione delle loro superfici, con un approccio che ha associato differenti metodi di studio, come l'analisi autoptica combinata alla radiografica, uno studio dimensionale e statistico dei cercini, l'osservazione allo stereomicroscopio. Il volume affronta così diversi interrogativi e dimensioni di complessità, come la diagnosi dell'introduzione nei repertori tecnici della foggiatura al tornio, l'interfaccia tecnica e cognitiva tra produzione ceramica e metallurgia, le relazioni tra centro e periferia e, in prospettiva più ampia, tra tecnologia e società. -
Maternità e allattamenti nel mondo greco e romano. Un percorso fra scienza delle religioni e studi sulla maternità
Questo volume nasce come una raccolta degli scritti di Giulia Pedrucci sulla maternità e sull'allattamento nel mondo greco e romano a partire dalla tesi di dottorato, ma diventa strada facendo qualcosa di significativamente diverso e innovativo. L'opera, infatti, rappresenta il primo lavoro monografico in Italia, e più in generale nel panorama accademico europeo, che si occupa del costruttivo dialogo fra gli studi classici, in particolare quelli concernenti la scienza delle religioni, con gli studi sulla maternità, di matrice nord-americana, costruendone le basi epistemologiche. Il tratto distintivo, saliente, è l'audacia, l'innovazione, il voler andare oltre. Oltre cosa? In primo luogo, oltre il concetto di disciplina. Questo libro non parla di inter-disciplinarietà, come tanti fanno esaltandola soltanto a parole; questo libro vuole essere, come ama dire Giulia Pedrucci, metadisciplinare o transdisciplinare, cioè, appunto, andare oltre il concetto stesso di disciplina. L'autrice, non a caso, cita spesso nei suoi lavori (anche nel presente volume) un noto passo di Raffaele Pettazzoni, in cui l'insigne storico delle religioni spiega perché gli studiosi di questa disciplina non possono rimanere chiusi nel loro mondo, ma devono aprirsi a tutte le Scienze Umane. L'audacia sta nel saper fare un passo indietro, tornare al passato, all'idea che l'homo non è cambiato nell'arco di due o tre millenni, e che di conseguenza esistono alcuni ""universali"""" legati al sentire umano su cui costruire una ricerca basata sulla lunga durata. L'audacia va a braccetto con la sfida; la sfida di Giulia Pedrucci è quella di porre le basi per una nuova disciplina accademica in cui confluiscano la scienza delle religioni e gli studi sulla maternità, coadiuvate vieppiù da tutte le discipline che possono risultare necessarie, valutando caso per caso."" -
Lungo il Tevere. Scorreva lento il tempo dei paesaggi tra XV e I Secolo a.C
Un saggio di archeologia dei paesaggi per ripercorre quindici secoli di storia della media valle del Tevere dall'età del bronzo al I secolo a.C. L'occasione è offerta dal riesame del South Etruria survey, definita la Regina di tutte le ricognizioni, condotta tra gli anni Cinquanta e Settanta del secolo scorso da J. Ward-Perkins e la sua équipe. Le aree documentate con particolare acribia e i reperti archeologici raccolti sono stati ristudiati negli ultimi vent'anni nell'ambito del Tiber Valley Project della British School at Rome, vasto progetto composto da molteplici filoni di ricerca di cui questo volume rappresenta una delle tante tappe di riflessione. Per la prima volta i dati di quella ricognizione, riletti e reinterpretati, vengono relazionati con tutte le altre ricognizioni archeologiche condotte nella valle e per la prima volta vengono confrontate le due sponde del Tevere, barriera e ponte tra culture che si incontrano e scontrano in uno sviluppo storico che vede sullo sfondo la nascita e la prima espansione di Roma. L'approccio, ovviamente e tradizionalmente interdisciplinare, fa ampio uso delle fonti letterarie, epigrafiche, archeologiche e soprattutto numeriche, quelle tante come si noterà dalla profusione dei grafici. L'audacia e la sfida è quella di andare oltre la pur importante declinazione della mappatura archeologica per proporre storie di uomini, cose e ambienti a partire dai dati di ricognizione. -
Le lucerne. Museo archeologico dell'Alto Mantovano di Cavriana (Mantova)
Le lucerne trattate in questo studio fanno parte della collezione del Museo Archeologico dell'Alto Mantovano, che ha sede in Cavriana (MN), area uniformemente romanizzata sin dal I secolo a.C. Costituiscono un insieme interessante ed eterogeneo di una classe ceramica, annoverata tra gli instrumentum domesticum, in alcuni casi anche tra gli instrumenta inscripta per la presenza di marchi o graffiti. Grazie ad una attenta indagine e al numero di pezzi presenti, è stato possibile fare osservazioni e ipotesi circa le cronologie, le iconografie, le modalità di utilizzo, gli aspetti produttivi e commerciali, i modelli, nonché la circolazione dei prodotti finiti. Sino ad oggi le lucerne conservate nel Museo, non erano mai state prese in esame direttamente. Questo volume si propone quindi come una prima monografia dei molteplici materiali conservati in esso. La varietà di tipologie attestate e presenti nella collezione del Museo è ampia, sono presenti forme riconducibili all'età repubblicana, imperiale e tardo imperiale. Il materiale va ad inserirsi in maniera indubbia, per similitudine e analogia, tra quelli attestati in area veneta (Verona), in area emiliana (Modena), lombarda (Mantova, Bedriacum, Milano), trentina, friulana. Lo scopo di questo studio è quello di dare un senso di continuità e approfondimento alle numerose analisi riguardanti le lucerne di epoca romana che negli anni sono state portate avanti, cercando di ampliare le aree di diffusione e presenza. -
Il corpo e la comunità dei parlanti: parole dovute, abusate, pretermesse. Casi che interrogano dall'antichità al presente
«Le parole sono importanti!». Il grido memorabile è da condividere. Il linguaggio è funzione e potenziamento della comunità identificatasi nel quotidiano e nella resistenza a sopravvivere: è parte del corpo e incide sul corpo. Nella vita sociale corpo e linguaggio sono attori: prima l'insieme negli spazi comuni, per gli atti che influiscono sulla sopravvivenza. Poi i corpi singoli, in gruppi, in coppia. Corpi maschili, femminili e transgender. Il linguaggio si stratifica, tende a depositarsi in cerchie definite, come nel Lessico famigliare della Ginzburg, o nella memoria individuale. Nella comunità linguaggio e corpo si confrontano con i ritmi del vivere, risanano le mutilazioni, definiscono consuetudini e saperi condivisi. Ma strati e cerchie sono in movimento. È parte della storia identificare il livello del linguaggio, gli usi del silenzio dalla censura alla scaramanzia alla damnatio memoriae, evidenziare se esso si generalizzi in scienza e in arte, se si cristallizzi in stereotipo. In contemporanea è compito della storia evidenziare le manipolazioni del corpo e dei corpi. Dall'antico ad oggi si raccolgono casi in cui contorsioni del linguaggio consuete per determinate situazioni corporali interrogano su fenomeni rilevanti della società. -
Le relazioni diplomatiche di Roma. Vol. 8: crisi dinastica macedone e le contese interne della Grecia (182-179 a.C.), La.
La comunicazione diplomatica, che costituisce l'oggetto specifico di questa raccolta di fonti relative alla storia di Roma, si può iscrivere - non diversamente da altre forme di comunicazione, quale la comunicazione letteraria - nella teoria generale della comunicazione che va sotto il nome del linguista russo Roman Jakobson (Mosca 1896 - Boston 1982). Sulla base allo schema da lui elaborato Roma è di volta in volta mittente o destinatario di una comunicazione diplomatica, in cui l'altro interlocutore è una diversa comunità civica, che si manifesta attraverso i suoi organi rappresentativi o anche attraverso esponenti privati che siano riconosciuti dalle autorità romane come validi interlocutori; il canale comunicativo è costituito dall'opera di messaggeri e ambasciatori, latori di una quantità di comunicazioni orali e scritte; il codice è costituito dalle lingue in vigore nell'antichità (che, almeno per quanto riguarda le fonti che le riportano, si restringono quasi esclusivamente al greco e al latino); il contesto referenziale è costituito sia dalla situazione storico-politica, sia dagli stessi eventi diplomatici (ambascerie, udienze, discorsi); infine il messaggio è l'intuizione profonda della natura dei singoli eventi, al di là delle pure formalità operative. -
Giuramento sul fiume
«Con ""Giuramento sul fiume"""", Antonella Concetti ci fa capire essenzialmente che il mondo illude e delude, che insomma non può esserci una vita conforme ai sogni umani. Ma per farci riflettere su questo punto l'autrice non mette in letteratura una concezione filosofica né ci consegna una storia pedagogica. Opportunamente, direi. Perché il romanzo è l'ambito nel quale il giudizio morale è sospeso per principio, talché ogni personaggio ha diritto alla propria verità. E i conti tornano. Perché è così pure in """"Giuramento sul fiume"""", il cui pregio specifico sta nella rappresentazione volutamente ingenua e tuttavia coinvolgente di ciò che resta inevaso, confinato negli anfratti del mondo: le speranze irrealizzate, i sogni vaghi, le inquietudini dolorose, i sentimenti germinali. Più che le strade maestre, a questa scrittrice sono insomma congeniali le vie laterali, quelle che si percorrono in solitudine. Cioè nella condizione migliore per avvedersi di quanto c'è di trascurato in questo mondo; e per capire che proprio quello che rimane confinato nella dimenticanza, nel silenzio, è ciò che abbiamo di più prezioso». (Dalla Postilla di Luigi Fenizi)"" -
La bottega del Pittore di Himera e le altre officine protosiceliote. Stile, iconografia, contesti, cronologia
La revisione effettuata sulla ceramica a figure rosse protosiceliota e l'analisi sistematica del materiale proveniente dagli scavi sul pianoro di Himera offrono un'importante occasione per mettere in pratica un approccio che potremmo definire di tipo ""integrato"""", dove la tradizionale analisi stilistica si accompagna alle informazioni scaturite dallo studio attento delle iconografie, passando per un dettagliato esame della morfologia dei manufatti, fino ad arrivare all'analisi quantitativa e distributiva dell'intera produzione protosiceliota. Tali elementi, grazie ai quali l'autore tenta di offrire una visione globale di questa """"fenomenologia artigianale"""", permettono così di ridefinire alcune questioni legate alle origini delle prime produzioni siceliote a figure rosse, oggetto ormai da decenni di stimolanti e controversi dibattiti. In particolare, il caso della bottega del Pittore di Himera costituisce un banco di prova estremamente adeguato per analizzare anche il rapporto tra produzione, contesto e mercato da una prospettiva che potremmo definire piuttosto """"eccezionale"""" se si considera la provenienza dei numerosi esemplari figurati imeresi da un contesto abitativo, circostanza rara nei ritrovamenti di questa classe ceramica in Occidente."" -
Utopia e impostura. Tutela e uso sociale dei beni culturali in Sicilia al tempo dell'Autonomia
In virtù dei decreti delega del Presidente della Repubblica, con i quali nel 1975 si dava attuazione allo Statuto autonomistico della Regione Siciliana, la Sicilia dispone di competenza esclusiva in materia di tutela dei beni culturali presenti nel territorio regionale. Muovendo dalla stringente attualità, il libro si propone di ricostruire storicamente nascita e declino dello speciale sistema di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale istituito nell'isola con l'approvazione delle leggi regionali n. 80/1977 e n. 116/1980. Di questa lunga storia, la cui narrazione per necessità procede attraverso la selezione di momenti significativi, si evidenziano prospettive e limiti, le grandi aspettative e le profonde delusioni: l'Utopia del progetto istituzionale e l'Impostura nella sua attuazione. Della prima si rievocano le peculiari radici storiche, si rintracciano gli apporti, anche individuali, segnalando gli aspetti ritenuti più innovativi in una proiezione nazionale. Della seconda si prova a ricercare le cause, a disvelare i processi degenerativi, anche quelli meno conosciuti, e conseguentemente a suggerirne le responsabilità. Il filo rosso che attraversa la narrazione è lo stretto legame tra politica e cultura, il suo evolversi come innovativo progetto di una ""politica dei beni culturali"""" e la sua progressiva dissoluzione, sancita in ultimo dall'imperio del ceto politico a detrimento della autonomia delle competenze scientifiche. Ne scaturisce un affresco vivace e singolare, che suona anche come un monito, un allarme per tutti coloro i quali hanno a cuore le sorti del patrimonio culturale della Nazione. Presentazione di Carlo Pavolini."" -
Antico Siam. Lo splendore dei regni Thai. Mostra celebrativa per il 150° Anniversario del Trattato di Amicizia e Commercio tra Italia e Thailandia (Roma, MuCiv - Museo delle Civiltà, 18 maggio - ...
Era il 3 ottobre del 1868 quando i due ministri plenipotenziari delegati dai sovrani d'Italia e del Regno di Siam, oggi Thailandia, concludevano e firmavano a Londra il ""Trattato di Amicizia e Commercio"""" fra il Re d'Italia ed il Re del Siam, la cui ratifica giungerà per la parte italiana nel gennaio dell'anno successivo. L'Italia era da poco diventata uno stato unitario ed il governo risiedeva a Firenze, capitale """"provvisoria"""" prima della presa di Roma del 20 settembre 1870. Il Regno di Siam, riunificato da circa un secolo, sviluppatosi nel XIX secolo intorno all'isola di Rattanakosin, che diventerà l'attuale Bangkok, modernizzato grazie al forte impulso dato dal re Rama IV, """"Padre della Scienza e della Tecnologia"""", si apriva all'Europa conservando gelosamente e tenacemente la sua indipendenza contro le mire espansionistiche del colonialismo occidentale. Ricordando tutto questo, le celebrazioni del 150° anniversario del primo trattato e dell'avvio di stabili relazioni diplomatiche tra i due Paesi, hanno visto, dall'ottobre del 2018, numerose iniziative di carattere culturale organizzate sia in Italia che in Thailandia. Portato a Roma dalla Reale Ambasciata di Thailandia presso il Teatro Argentina (7 Maggio 2018), è stato memorabile lo spettacolo, nell'esecuzione dei danzatori del Ministero della Cultura thailandese, Khon: Danza Classica Siamese (forma teatrale in maschera ispirata al poema epico Ramakien), che l'UNESCO proprio nel 2018 ha iscritto nella Lista del Patrimonio Culturale Intangibile dell'Umanità. Gli eventi culturali che l'Ambasciata d'Italia ha nel corso dell'anno organizzato a Bangkok e altre città thailandesi per le celebrazioni del 150°, inoltre, sono stati una settantina ed hanno rappresentato il meglio del made in Italy, dall'arte all'archeologia, dalla cucina alle arti performative. Il Museo delle Civiltà, coerentemente, ha voluto cogliere la fausta ricorrenza, in collaborazione con l'ISMEO - Associazione Internazionale di Studi sul Mediterraneo e l'Oriente, per allestire una mostra, dal titolo 'Antico Siam: lo splendore dei regni Thai', in cui due dei quattro musei recentemente confluiti nel Museo delle Civiltà, ovvero il Museo preistorico etnografico """"Luigi Pigorini' e il Museo d'arte orientale 'Giuseppe Tucci', per la prima volta espongono congiuntamente le proprie collezioni d'arte siamese, fornendo un quadro che risulterà impressionante ed emozionante non solo per gli spettatori italiani. Dopo che una mostra di antica arte thailandese, prevalentemente costituita da sculture buddhistiche, con opere provenienti da musei thailandesi, ebbe luogo a Firenze nel lontano 1964, il momento ci è parso opportuno non soltanto per far riscoprire al pubblico italiano il fascino di una cultura antica e unica nel panorama vastissimo delle culture dell'Asia, ma anche per promuovere e valorizzare l'originale, variegato e ancor poco noto patrimonio artistico Thai che il Museo delle Civiltà conserva nelle proprie collezioni. Ci pare questo il modo migliore per sottolineare come due paesi di così antica cultura come la Thailandia e l'Italia possano trovare proprio su questo piano i più robusti fondamenti e le più convincenti ragioni per consolidare e rafforzare i già ottimi rapporti reciproci, imparando vicendevolmente a conoscersi meglio e ritrovando forse anche insospettate somiglianze e vicinanze."" -
Tu
La pubblicazione del volume che oggi qui si presenta è stata resa possibile grazie a un progetto coordinato dall'ISMEO - Associazione internazionale di studi sul Mediterraneo e l'Oriente, coeditore del presente volume, e dall'Istituto internazionale di cultura kurda (Roma). Una presentazione storico-linguistica del Kurdistan e del popolo kurdo, preziosa per orientarsi in un ambito molto poco noto al grande pubblico italiano nei suoi aspetti culturali, e forse più o meno confusamente conosciuto in quelli politici, di cui oggi la grande stampa internazionale si interessa attivamente, dovuta a Daniele Guizzo, si può leggere in un volume precedente di questa stessa collana (Matteo De Chiara e Daniele Guizzo, Fiabe e racconti popolari del Kurdistan, Il Novissimo Ramusio 1, Roma 2014). Il XX secolo, e ancor più l'inizio del XXI, ha visto i Kurdi di almeno tre stati sovrani ergersi a protagonisti in una regione nevralgica del Medioriente, un tempo intercapedine tra l'impero ottomano. Impero russo e Iran, oggi al centro di interessi economici che, se da un lato sottolineano la potenziale ricchezza di questa parte del mondo, dall'altro contribuiscono a metterne ancora più in difficoltà l'autonoma esistenza quotidiana. La versione italiana di ""Tu"""" costituisce la prima traduzione diretta di un romanzo dal kurmanji all'italiano."" -
Giochi e spettacoli nel Mondo Antico. Problematiche e nuove scoperte
"Il 24 Marzo 2018 nella bellissima sede della Seicentesca chiesa di San Filippo Neri, circondati dalle opere pittoriche di Orazio Talami, Domenico Pellizzi, Giacomo Pavia e Girolamo Donnini, si è tenuta una giornata di studio organizzata da chi scrive sul tema dei giochi nel mondo antico. Il tema, di per sé, non è nuovo, ma si è sentita la necessità di organizzare questo incontro per mettere in contatto e permettere il confronto fra gli studiosi protagonisti delle più innovative ricerche sull'argomento. Si è anche cercato di analizzare contesti lontani fra loro geograficamente e culturalmente, sottolineando l'importanza di alcuni aspetti che troppo spesso vengono ignorati nei convegni, frequentemente, a nostro avviso, eccessivamente settoriali; si è cercato di agevolare e stimolare il confronto fra specialisti di discipline diverse, dalla Topografia Antica, all'Archeologia Classica, all'Architettura, alla Storia Antica, alla Filologia Classica, fino alla esotica prospettiva delle cerimonie ludiche mesoamericane..."""" (dall'introduzione di Paolo Storchi e Gianluca Mete)." -
Ladri di futuro. Il concorrere e la grande impostura dell'università italiana
Passeggiare tra i concorsi universitari italiani delle scienze umanistiche vuol dire conoscere un pezzo importante della nostra società, quello delle regole non scritte, ma silenziosamente accettate, dei settori di dominio, delle spartizioni tra le cordate, delle minacce, dei ricatti, degli sfruttamenti, delle competizioni, delle scorrettezze, dell'arrivismo, dell'ipocrisia, della vittoria della mediocrità, del servilismo, del familismo e del nepotismo più sfrontato e arrogante, più raramente del merito. Se c'è un terreno in cui vengono calpestati i principi della Costituzione più bella del mondo, quello è proprio il concorso universitario, dove si consumano le ambizioni tradite, i sogni infranti, il furto di futuro di tanti giovani, la cui vita può venire, lì, letteralmente spezzata. Nella forma dei racconti a puntate l'A. compie la sua personale discesa agli inferi, denunciando il modus operandi delle correnti universitarie che ruotano intorno al mondo dell'archeologia di tutta Italia con lo scopo, non tanto di elaborare un lutto, quanto di promuovere una rinascita. Infatti, l'agile e faceto libercolo è stato scritto a uso intimo e personale dell'A., con lo scopo di autocelebrarsi ed è dedicato alle generazioni più giovani, perché imparino a non avere paura di denunciare tutto ciò che rappresenta una minaccia per il proprio futuro.