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La cucina di Leonardo da Vinci. Scenografie, invenzioni e ricette al tempo del Rinascimento
Un viaggio alla scoperta del Rinascimento gastronomico italiano, dalle invenzioni scenografiche di Leonardo per i banchetti degli Sforza ai celebri trattati sull'arte della cucina e la convivialità. E infine, le più originali ricette salate e dolci del periodo, riproposte in dosi e ingredienti attuali per il gusto dei moderni gourmands. -
Sophie e il deserto. Le avventure di Bear Grylls
Sophie ama stare in campeggio con i suoi amici, se non fosse per tutti quegli orribili insetti! La sola vista di un ragnetto la fa urlare e la cosa è davvero imbarazzante... Ma poi, una bussola misteriosa la catapulta in mezzo alle dune roventi di un deserto, dove trova ad aspettarla una guida d'eccezione: Bear Grylls. Insieme, dovranno trovare l'acqua e scampare ai pericoli nascosti in mezzo alla sabbia. Un'avventura che insegnerà molto a Sophie sulla natura... e su come superare le sue paure! Età di lettura: da 8 anni. -
Olly e la bufera. Le avventure di Bear Grylls
Olly non si diverte proprio per niente al campeggio: portare lo zaino è una tortura, per non parlare di quando bisogna costruire un riparo in legno, con tutte quelle schegge che ti si conficcano nelle mani! Ma proprio quella notte, una strana bussola fa improvvisamente ritrovare Oh su un ghiacciaio, li dove lo sta aspettando la sua guida, Bear Grylis. Per tornare a casa, i due dovranno vedersela con lastroni e strapiombi ghiacciati e con il soffio gelido di una tempesta di neve. Un'avventura da brivido che_ metterà a dura prova la resistenza del povero Olly. Età di lettura: da 8 anni. -
Il silenzio è d'oro di René Clair
Dopo il volontario esilio in America, René Clair torna nella sua amatissima Parigi per realizzare il film che secondo alcuni rappresenta la vetta più alta della sua arte. In un continuo rimando a fonti letterarie, musicali e filmiche, ""Il silenzio è d'oro"""", ambientato nei primi anni del Novecento, è la storia tenera e insieme crudele di un regista dongiovanni, non più giovanissimo (Maurice Chevalier, alla migliore interpretazione della sua carriera), che rinuncia alla ragazza di cui è innamorato per lasciarla a un giovane attore che è anche il suo miglior amico. «Un canto malinconico sull'avvicinarsi della vecchiaia» (Sadoul), ma anche un omaggio al cinema muto dei primordi e all'arte delta commedia, che può consolarci di ogni malinconia. Il saggio esamina il film scena per scena (talvolta inquadratura per inquadratura, trattando di un regista per cui nessun dettaglio era casuale) ed è accompagnato da considerazioni di Clair sul film e sul cinema, da una ricca antologia di recensioni e saggi sia d'epoca che recenti e dai fotogrammi più significativi di un film che un tempo era considerato tra i capolavori massimi dell'arte cinematografica e oggi è stato ingiustamente dimenticato."" -
Milano calibro 9 di Fernando Di Leo
Fernando Di Leo è stato un genere a sé stante, nel panorama del cinema popolare italiano a cavallo tra anni '60 e '70, e ""Milano calibro 9"""" è il film che meglio rappresenta questa sua unicità. Al suo interno, infatti, le reminiscenze letterarie da Giorgio Scerbanenco e gli influssi cinematografici di Jean-Pierre Melville si sposano dando vita a qualcosa di nuovo, spiazzante, poco convenzionale. Qualcosa di straordinario. La lotta di Ugo Piazza contro il destino intreccia le matrici del noir e del poliziesco, del gangster movie e del melodramma, in una vorticosa discesa agli inferi dell'animo umano marchiata a fuoco dai dialoghi asciutti e incalzanti, dalle efficaci partiture musicali di Luis Enríquez Bacalov e dalle interpretazioni di un parterre d'attori magistralmente orchestrato. Da Gastone Moschin a Mario Adorf, da Philippe Leroy a Lionel Stander, ogni volto dà sembianze e sostanza a un personaggio irripetibile, mentre Barbara Bouchet danza ancora nella memoria degli spettatori italiani e internazionali, Quentin Tarantino in primis. Davide Pulici, che di Di Leo fu amico e intimo confidente, ripercorre la genesi, la lavorazione e le mille sfaccettature del film, in un libro-scrigno i cui piccoli tesori si susseguono in forma di fotografie, documentazioni inedite e preziose testimonianze. Prefazione di Manlio Gomarasca."" -
Il cinema di Michael Cimino
Michael Cimino è stato uno dei nomi più celebri del cinema americano a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta. Ma a una rapidissima ascesa è seguita un'altrettanto repentina caduta, tutto nell'arco di un paio di anni, il che ha fatto di lui prima un miracolato, poi un reietto. Il cacciatore ha attirato l'attenzione del grande pubblico e quella dell'Academy, che lo ha premiato con cinque Oscar, mentre l'insuccesso commerciale dei Cancelli del cielo è stato talmente rilevante da essere usato per sancire simbolicamente la chiusura di un'epoca, causando all'autore un ostracismo inflessibile da parte dei produttori e accelerando la fine della sua carriera. Eppure, Cimino incarnava una figura di artista molto particolare, colto e visionario, un perfezionista che sconfinava nella paranoia, fautore di un cinema che era frutto di una sintesi suprema tra l'enfasi spettacolare della Hollywood classica e una concezione personale di grandissima originalità. Eccentrico e testardo, Cimino ha fallito per la sua diversità rispetto ai grandi nomi della New Hollywood: isolato e ambizioso, arrogante perché orgogliosamente convinto dei propri mezzi, ossessivo al punto da rasentare la patologia. Il suo cinema candidamente anacronistico, fatto di ampie strutture narrative e di una maniacale direzione di attori e comparse, non ha lasciato mai indifferenti ma ha determinato sempre aspri dibattiti e polemiche, perfino nei pochi anni del grande successo internazionale. Questo libro - arricchito da numerose illustrazioni e concluso da un'intervista al regista, inedita in volume - non ha lo scopo di rivalutare l'opera di un autore che avrebbe potuto diventare immortale e invece è finito in un mesto dimenticatoio, bensì quello di tentare un'accurata analisi del suo lavoro per andare oltre l'aneddotica scandalistica che da I cancelli del cielo in poi ha condizionato l'obiettività di molti giudizi sul suo cinema e sulla sua vita. -
Dracula di Bram Stoker di Francis Ford Coppola
Il ""Dracula"""" filologico che nel 1992 ha riportato in auge il mito ormai esangue dei vampiri è un affresco barocco e immaginifico, più ancora degli altri Dracula apparsi sul grande schermo; ma nonostante tutto il sangue che vi scorre, e che alle prime proiezioni indusse molti spettatori ad abbandonare la sala, non è un horror in senso stretto, quanto piuttosto una storia d'amore fin de siècle. E rappresenta, nella visione di Coppola, anche il cinema stesso, come i vampiri notturno per vocazione e fisiologia. Il regista rispetta il testo originario di Bram Stoker in molti dettagli anche minimi, ma lo capovolge nella sostanza: trasformando la difesa del perbenismo e della normalità vittoriana in un'esaltazione romantica delle trasgressioni, a cominciare da quella più grande di tutte che è l'amore. Forse la vera protagonista di questo film da 40 milioni di dollari, fortemente voluto dalla prim'attrice Winona Ryder, è proprio lei, Mina; e non è un caso che in questo libro sia una donna ad accompagnarci all'interno del film, alla scoperta o riscoperta dei suoi brividi, dei suoi terrori, dei suoi incanti."" -
Quentin Tarantino. Kill Bill 1/2
Al quarto lungometraggio e mezzo, dopo sei anni di silenzio, Quentin Tarantino dirige a modo suo - ossia omaggiando e citando decine e decine di film di altri registi, soprattutto di serie B e soprattutto italiani e orientali - una classica storia di vendetta: quasi da western, ma al femminile. Urna Thurman, da lui stesso lanciata in Pulp Fiction, è l'eroina altamente specializzata in arti marziali che domina il film, circondata da bellissime e cattivissime rivali (Vivica A. Fox, Lucy Liu, Daryl Hannah); David Carradine è l'uomo a cui mira, non proprio per ragioni sentimentali. Il sangue scorre a litri, ma quel che tutti buoni e cattivi - cercano di evitare sono le ineleganti e poco sportive armi da fuoco. Post-moderno, rischioso, violento, fagocitante eppure coinvolgente, Kill Bill è un film doppio, in tutti i sensi, sulla proliferazione di doppi, di simulacri, di riti di riappropriazione; un'opera d'autore mascherata da pellicola di genere; un fumetto che a poco a poco si fa prendere sul serio o quasi. Di certo è ormai un ""cult"""", e uno dei pochi film di Tarantino apprezzati anche dai non tarantiniani."" -
Anna Pavlova. L'incomparabile
Rudolf Nureyev affermava che il suo danzatore ideale in realtà era una donna: Anna Pavlova. Nata a San Pietroburgo nel 1881, Anna Pavlova è un'icona della danza classica, un punto fermo a cui ogni ballerina guarda per raggiungere la perfezione. Dotata di un fisico inusuale per una danzatrice di fine Ottocento - troppo magra, troppo fragile -, Anna trasforma il suo difetto in punto di forza. Sul palco del Mariinskij a San Pietroburgo va al di là della tecnica: usa la propria fragilità per diventare un essere etereo in Giselle e la propria silhouette snella per ottenere una conturbante e sinuosa Nikiya ne La Bayadère. Ma Anna è soprattutto Il Cigno - assolo ideato per lei da Michail Fokin -, che farà per sempre parte della sua esistenza e che danzerà con le dita anche in punto di morte. Mossa dall'ideale che il balletto vada esportato perché tutti meritano di godere della sua bellezza, Anna lascia il Balletto Imperiale per trasferirsi a Londra e fondare una sua compagnia, con la quale girerà il mondo. Nel libro, oltre alla carriera viene ricostruita anche la sua vita privata. Partendo dal Ritratto di Anna Pavlova eseguito dal pittore russo Aleksandr Yakovlev, l'autrice rievoca il rapporto turbolento che ha legato i due artisti per nove lunghi anni. Una vita appassionante tra viaggi e amori internazionali, che si conclude all'Hòtel des Indes de L'Aia nel 1931. Le fonti iconografiche presenti nel volume e l'accurata documentazione proveniente dal Fondo Pavlova presso la Bibliothèque-musée de l'Opéra di Parigi, di cui si è servita l'autrice, fanno di questa biografia un'opera unica nel suo genere. -
Stagioni spietate
Porte-au-Prince, Haiti, anni Sessanta: il dittatore Franvois Duvalier e le sue milizie, i Tonton Macoutes, eliminano sistematicamente tutti gli oppositori del regime. Daniel Leroy, caporedattore del principale giornale d'opposizione e capo segreto della resistenza comunista, è appena stato arrestato. Disperata, dopo mesi passati senza avere notizie del marito, Nirvah chiede infine udienza al potente e temibile Segretario di Stato Raoul Vincent per conoscere la situazione in cui versa Daniel. Tuttavia, quello che doveva essere un semplice colloquio formale si trasforma nella prima di una serie di strane coincidenze e di visite inaspettate che sconvolgono la vita già difficile di Nirvah. Con il tempo, il Segretario di Stato diventa una presenza sempre più ingombrante nella quotidianità della donna, fino a quando non le manifesta palesemente le proprie intenzioni: vuole che lei diventi la sua amante o non rivedrà mai più Daniel. Nirvah si trova così davanti a un bivio: mantenere la propria dignità cedere ai desideri del Segretario e garantire così la sopravvivenza di Daniel e dei loro figli. La scelta risulterà difficile e carica di conseguenze. Per Nirvah, l'unico conforto sarà dato dalla certezza di aver preso la decisione giusta... o almeno così crede. Attraverso la storia di Nirvah e della sua famiglia, Kettly Mars rievoca le sofferenze e le paure di tutto il popolo haitiano nel lungo e tragico inverno della dittatura. -
Romy Schneider
Quando Romy Schneider morì improvvisamente il 29 maggio 1982 a Parigi, lasciando oltre 60 film e milioni di fan sbigottiti, divenne subito un mito. L'attrice, che aveva raggiunto giovanissima una fama planetaria con la celebre serie di Sissi, si era dedicata poi a pellicole d'autore, trovando in Francia la sua patria d'elezione. Attrice-feticcio di Claude Sautet, Henri-George Clouzot, Luchino Visconti, Dino Risi, Romy ebbe una vita burrascosa che, se le regalò il successo sul lavoro, non le risparmiò i lutti più atroci, come la tragica morte del figlio adolescente. Hildegard Knef, cantante e attrice tedesca, fu sua amica per molti anni, condividendone i trionfi e i momenti bui. In questo libro - ora proposto in edizione economica - ritrae con commozione e lucidità la vita di Romy: l'infanzia solitaria in collegio, il precoce debutto al cinema, l'amore per uomini sbagliati. Accanto alle parole di ammirazione per il talento dell'amica, la Knef non risparmia critiche alla sua vita sregolata e alla negativa influenza della madre, che all'indomani della pubblicazione reagì ingaggiando una lotta durissima contro l'autrice su tv e giornali. -
Anna Magnani
Se si volesse riassumere il Novecento italiano in una sola immagine, nessuna forse sarebbe più adatta del corpo della Magnani disteso sull'asfalto nella celebre scena di Roma città aperta. Ma non bisogna dimenticare che l'attrice-simbolo del neorealismo è stata anche una diva del teatro di rivista, una delle poche attrici comiche di valore, e che la sua vita non si esaurisce nel teatro e nel cinema. I suoi umori, il suo pianto, le sue risate, i suoi animali, i suoi uomini quasi sempre sbagliati, i suoi amori quasi sempre infelici, sono un pezzo di ventesimo secolo proprio come i suoi film. Questo libro cerca di raccontare la vita di Anna Magnani così com'è stata, con le sue luci e le sue ombre, le sue gioie e i suoi dolori, le sue certezze e i suoi misteri. Anche se vi appaiono molti film, non è un libro di cinema. Anche se inizia e finisce con la morte, racconta la vita. E anche se può sembrare un romanzo, si basa soltanto su fatti realmente accaduti. Ma qualche volta la vita è più divertente di una rivista di Totò, più appassionante di un film da Oscar, più drammatica di un capolavoro neorealista. -
Brigitte Bardot
Che fine ha fatto Brigitte Bardot (BB per i fan di tutto il mondo, Bri-Bri per gli amici di quando era bambina)? Perché si è ritirata dal cinema e dalla vita pubblica a quarant'anni? Perché al culmine della carriera e della bellezza tentò più volte il suicidio? Perché femministe e musulmani la odiano ancora di più di quanto gli uomini l'abbiano amata? Perché dopo aver amato tanti uomini di sinistra ha infine sposato un esponente del Fronte Nazionale? Che fine hanno fatto i primi bikini? Che fine ha fatto Saint-Tropez? Che fine faranno le foche, che continuano a essere massacrate per fornire la pelliccia a ricche signore che non potranno mai comprarsi una pelle come quella di BB? A queste domande il presente libro - pubblicato ora in edizione economica - cerca di rispondere, raccontando come un romanzo la vita non di un simbolo o di un mito ma di una donna: una donna che tutte le donne avrebbero voluto essere e tutti gli uomini avrebbero voluto avere. -
Jack e il fiume. Le avventure di Bear Grylls
Quando c’è da scatenarsi Jack è sempre disponibile, purché non debba bagnarsi! Nessuno conosce la sua paura dell’acqua e lui è ben determinato a tenerla nascosta. Poi però succede qualcosa: Jack scivola in un ruscello e di lì a poco si ritrova in mezzo a un vasto e impetuoso fiume... Ma niente paura: Bear Grylls è lì pronto ad aiutare il malcapitato. Insieme, Jack e Bear costruiranno una zattera di bamboo, affronteranno le rapide e altre insidie naturali... Quale occasione migliore per divertirsi e soprattutto imparare a sconfiggere le proprie paure? Età di lettura: da 8 anni. -
Samira e il terremoto. Le avventure di Bear Grylls
Samira sta trascorrendo dei bellissimi giorni in campeggio con i suoi amici, ma se c’è una cosa che le fa paura è la notte, quando l’oscurità avvolge ogni cosa. Poi succede proprio che la sua torcia improvvisamente si spenga, ma non basta: in quel momento Samira si ritrova in una città dove la terra sta tremando e le luci sono saltate! Per fortuna, con lei ora c’è Bear Grylls, che la guiderà tra le strade buie e gli edifici pericolanti. Scommettiamo che, pur tra mille peripezie, Samira vivrà un’avventura indimenticabile? Età di lettura: da 8 anni. -
Coco Chanel
Esiste un prima e un dopo Chanel. Prima le donne avevano bisogno di una cameriera per infilarsi negli abiti. E, a sentire Jean Cocteau, «l'idea di spogliare una dì queste dame era un'impresa gravosa da programmare in anticipo come un trasloco». Poi è arrivata lei, spavalda e spietata. E ha costruito un impero di eleganza e di charme cancellando schiavitù e costrizioni estetiche. «Coco Chanel ha creato la nuova uniforme della donna moderna», scriveva «Vogue» nel 1926. Da figlia di venditore ambulante a icona assoluta dello stile («le mode passano, lo stile resta»), ha stretto amicizie e amori nella Parigi di Dalí, Picasso e Breton, imponendo con decisione - insieme al proprio modernissimo gusto estetico - una personalità affascinante, ruvida e senza mezze misure. Disponibile ora in edizione economica, questo libro racconta un pezzo di storia della moda e della cultura popolare del Novecento. Ma soprattutto racconta la sua storia: dalla nascita del soprannome Coco all'ultima lezione di eleganza in una stanza del Ritz di Parigi. -
Maria Callas
L'infanzia e l'adolescenza segnate dalla mancanza di affetto materno e dalla lotta contro il sovrappeso, la scoperta di una voce sublime e il successo strepitoso, e infine la morte prematura e solitaria. Questa biografia ci racconta la ""Divina"""" e la donna, la carriera ineguagliabile dell'artista e la complessa fragilità della persona, segnata da una brevissima e tragica maternità e da una sete d'amore mai placata."" -
John Wayne
Forte, risoluto, di poche parole, a volte rude, John Wayne ha impersonato il perfetto eroe americano, e con i suoi quasi 200 film girati in 50 anni di carriera è stato tra i più longevi portabandiera cinematografici degli Stati Uniti. Eppure, nonostante la fama mondiale, l'Academy lo ha sempre osteggiato per le sue idee tenacemente conservatrici, attribuendogli un solo Oscar nel 1970 per Il Grinta. In questo volume, Mancino ricostruisce un'ampia biografia artistica dell'attore che è al tempo stesso un grandioso affresco dell'America del Novecento. Dal debutto nel cinema muto (Brown of Harvard, 1926) a Ombre rosse (1939), film decisivo per la sua carriera, proseguendo con la Trilogia sulla cavalleria (Il massacro di Fort Apache, I cavalieri del Nord Ovest, Rio Bravo), Sentieri selvaggi (1956) e L'uomo che uccise Liberty Valance (1962), fino ai ruoli più ""moderni"""" come in Ispettore Brannigan, la morte segue la tua ombra (1975), il racconto di questa sterminata filmografia procede di pari passo con quello di un paese diviso tra slanci ideali e tradizione conflittuale, aneliti di libertà e nevrotiche cacce alle streghe. Ne emerge il ritratto di un attore che forse come nessun altro ha incarnato con tanta convinzione le luci e le ombre del mito americano. Contrappuntato da un ricchissimo catalogo di immagini tratte direttamente dai fotogrammi delle pellicole, questo volume ripercorre la leggendaria avventura artistica del """"Duca"""" di Hollywood, il divo burbero e reazionario che del suo lavoro amava dire: «Nei film recito la parte di John Wayne, a prescindere dal ruolo che mi viene dato. E mi sembra di cavarmela bene»."" -
Damien Chazelle. La La Land
Ancor prima del successo internazionale (7 premi ai Golden Globes, 6 Oscar e oltre 400 milioni di dollari al botteghino), La La Land è stato subito accolto come un grande omaggio al cinema classico hollywoodiano. Omaggio reso non da un anziano regista sul viale del tramonto, ma da un cineasta appena trentaduenne che vi ha infuso una multicolore e avvincente modernità. Ragionando su questo film senza rinunciare a gettare uno sguardo ai due lungometraggi precedenti di Chazelle e al successivo First Man, a tema spaziale, il libro - disseminato di rimandi iconografici ai film del passato - offre ai lettori una visione ragionata del suo lavoro. -
Storia della danza e del balletto
Dalle danze sacre della Grecia Antica alle performances anticonvenzionali delle ultime avanguardie internazionali, questo volume ripercorre quasi tre millenni di storia della danza in Occidente. Il lunghissimo arco temporale è suddiviso in tre sezioni cronologiche (Dall'Antichità al Seicento, Il Settecento e l'Ottocento, Tra Novecento e Nuovo Millennio), in ciascuna delle quali l'autore tratteggia il percorso evolutivo dell'arte coreica nel quadro dei movimenti culturali e delle linee estetiche dominanti, rivolgendo una particolare attenzione anche ai legami con il mondo musicale, letterario e delle arti visive. Il testo contiene inoltre approfondimenti sugli aspetti tecnici e metodologici, quali i diversi sistemi di notazione e il rapporto del movimento con le nuove tecnologie della comunicazione mediale. L'ampia visione che ne scaturisce abbraccia accanto alle singole realtà nazionali - con un'inedita documentazione, tra l'altro, sulla danza italiana del Settecento e dell'Ottocento - le reciproche influenze tra scuole, coreografi e artisti dei diversi paesi, evidenziando le feconde contaminazioni tra gli stili e le tecniche (italiana e francese) che dal Settecento andranno a disegnare il nuovo profilo del balletto. La ricostruzione si integra con un ampio materiale iconografico che attinge a prestigiose collezioni pubbliche e private, tra cui quelle - sinora inedite - della Biblioteca Reale di Torino e della Biblioteca del Burcardo di Roma. Corredata, infine, di una sezione di Contenuti Digitali Integrativi che indirizzano a studenti e insegnanti utili spunti di approfondimento interdisciplinare e inquadramento metodologico.