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Vita di Chopin attraverso le lettere. Nuova ediz.
Dalla natia Polonia come da Vienna, da Parigi come da Londra, Chopin ci offre attraverso queste lettere un dettagliato racconto della sua vita e delle sue frequentazioni, disegnando anche un prezioso profilo della società europea della prima metà dell‘Ottocento. Ciò che però più rileva e sorprende è l’involontario ritratto che dà di sé stesso, assai lontano dallo stereotipo del musicista romantico e appassionato. Chopin si rivela piuttosto, in queste pagine, come un uomo equilibrato e malinconico, segnato da un virile pessimismo, ma capace anche di un’ironia corrosiva. Fryderyk Chopin nacque il 22 febbraio 1810, in un piccolo centro nei pressi di Varsavia, Zelazowa Wola. A poco più di vent’anni lasciò la Polonia per Vienna, prima tappa di un inquieto peregrinare per l’Europa. Il 17 ottobre 1849 morì a Parigi, dove riposa nel cimitero del Père Lachaise. -
La cintura di Perseo. Dal mito della Grande Madre all'alfabeto galattico. Nuova ediz.
Nel 1960 l'archeologo inglese James Mellaart scopre a Çatal Hüyük, nel cuore dell'altipiano anatolico, una straordinaria città senza tetti, senza strade e senza porte, fiorita 9000 anni fa. Gli stupendi affreschi delle sue case-tempio narrano una storia grandiosa e antichissima, che Giuseppe Sermonti - biologo, saggista ed ermeneuta di fiabe - ripercorre in questo volume, ricostruendo un'affascinante trama di risonanze e di rimandi. Tra gli affreschi di Çatal Hüyük si intravedono il mito della nascita di Venere dalle membra uraniche e quello di Perseo, ma anche la forma delle costellazioni, segni eterni dell'alfabeto celeste. L'autore, basandosi su una mansione lunare per ogni costellazione, dimostra la corrispondenza tra segni zodiacali e grafemi, fra le costellazioni dell'emisfero boreale e le lettere degli alfabeti fenicio-greco-latino. In quale plaga giace un'altra dozzina di lettere a completare l'alfabeto? Queste splendono sulla grigia pista delle notti, intitolata alla Via Lattea. Continuando il corteo zodiacale, esse si inerpicano verso il Polo splendendo nel pulviscolo galattico. Le riconosciamo partendo dall'Equatore e confrontandole con le lettere latine. L'alfabeto astrale scavalca la cupola della notte su due immense circonferenze. L'una, l'eclittica, abitata da animali (Zodiaco), l'altra, la Via Lattea, pista di eroi caduti. Vi si narra la saga di Perseus, che una strettoia della via cinerea taglia, come cintura alla vita della grandiosa pi greca. -
Anoressia e desiderio mimetico. Nuova ediz.
«Perché l'anoressia colpisce alcune donne piuttosto che altre? Gli individui sono più o meno rivalitari, e il caso della magrezza non è differente da molti altri ambiti. Le donne anoressiche vogliono essere campionesse della loro categoria. Lo stesso accade nel mondo della finanza. La differenza consiste nel fatto che il desiderio di essere più ricco degli altri non è ritenuto patologico. Al contrario, il desiderio di essere più magro, se viene spinto all'estremo, possiede degli effetti funesti visibili sul piano fisico. Ma una volta che una ragazza ha scelto di diventare anoressica, ciò significa che essa ha scelto questo ambito di concorrenza, ed è molto difficile abbandonare la gara prima della vittoria, cosa che implicherebbe una rinuncia al titolo di campionessa. Il risultato finale è tragico nei casi estremi, ma ciò non deve farci perdere di vista il fatto che l'ossessione per la magrezza caratterizza tutta la nostra cultura, e non è in nessun modo un tratto distintivo di queste giovani ragazze. (...) L'imperativo che spinge queste donne a lasciarsi morire di fame proviene da tutta la società. E un imperativo unanime. Da questo punto di vista, quindi, è strutturato come un sacrificio. E il fatto che sia qualcosa di inconscio dimostra in modo piuttosto inquietante che nel nostro mondo vi è una sorta di ritorno alla cultura sacrificale arcaica». (René Girard) -
La vittoria dell'Occidente. La negletta storia del trionfo della modernità. Nuova ediz.
L'Occidente non è più di moda, non sono più di moda i suoi valori e il ruolo che ha svolto nella creazione della nostra civiltà è sistematicamente contestato. Il politically correct lo ha definitivamente ostracizzato, tanto che i corsi sulla civiltà occidentale sono stati eliminati dalla maggior parte delle università americane. La motivazione è che si tratterebbe di corsi ""intrinsecamente di destra"""", come di recente ha sentenziato il corpo docente dell'University of Texas. Quanto a Yale, è arrivata al punto di restituire un finanziamento di 20 milioni di dollari piuttosto che reintrodurre tale materia d'insegnamento. In aperta polemica con questa posizione, Stark offre un'attenta e precisa analisi dell'Occidente e dei suoi valori iniziando dal mondo antico. Seguendo una rigorosa articolazione (epoca classica, alto Medioevo, basso Medioevo, alba della modernità, epoca moderna), Stark confuta non solo i luoghi comuni, ma anche le teorie enunciate da storici più o meno illustri a partire dal cosiddetto Illuminismo, e ormai così radicate nel sentire comune da essere considerate verità inconfutabili: dal ruolo oscurantista della Chiesa in campo scientifico (Galileo docet, anche se in realtà le cose non stanno proprio come si è voluto far credere), alle innovazioni e scoperte erroneamente attribuite alla cultura islamica (della quale si loda la """"tolleranza"""" nei confronti di ebrei e cristiani, in realtà mai esistita)."" -
Islam e cristianesimo. Una parentela impossibile
Islam e cristianesimo – pubblicato per la prima volta nel 2004, a dieci anni dalla morte dell’autore – riunisce due testi inediti. Il primo, intitolato I tre pilastri del conformismo, si compone di tre capitoli: «Siamo tutti figli di Abramo», «Il monoteismo » e «Le religioni del Libro», nei quali l’autore analizza e smonta, in maniera chiara ed efficace, i tre concetti utilizzati in maniera sempre più frequente per avvicinare da un punto di vista teologico le tre religioni rivelate. Secondo Jacques Ellul, la comune discendenza abramitica sulla quale si fonderebbe la parentela tra ebrei, cristiani e musulmani è del tutto priva di fondamento. Nel Vangelo, infatti, solo colui che «compie il bene» è proclamato da Gesù «Figlio di Abramo»: la filiazione dal patriarca risulta così appartenere più a un piano spirituale che carnale. L’Islam, inoltre, nega al cristianesimo lo statuto di religione monoteista: a Gesù Cristo, incarnazione di un Dio d’amore che si è fatto uomo per salvarci attraverso il dolore e la sofferenza, i musulmani contrappongono Allah, sovrano unico e inaccessibile nonché giudice implacabile delle azioni umane. L’autore, infine, nell’analizzare i testi sacri alla base delle due religioni, evidenzia alcune differenze inconciliabili: se il Corano è il libro della costrizione, della sottomissione e non offre all’uomo alcuna speranza di salvezza, la Bibbia, al contrario, contiene una promessa di libertà, e la rivelazione di un Dio che parla al credente e soffre con lui. Il secondo testo è una prefazione scritta da Ellul per il libro di Bat Ye’or The Dhimmi. Jews and Christians under Islam, in cui è affrontato il problema della dhimmitudine, cioè la condizione degli «infedeli» nelle società islamiche. L’Islam vi è presentato come una religione che non si evolve né dal punto di vista giuridico né da quello politico, e che ha stabilito uno status di inferiorità per i popoli sottomessi non dissimile da quello dei servi della gleba nel Medioevo. -
Vite vulnerabili
Il libro d’esordio, finora inedito in Italia, di unorndei maggiori scrittori cileni contemporanei.rnrn«La prima volta che ho letto un suo raccontornl’ho fatto per curiosità,rne non ho potuto abbandonarlo fino alla fine.rnLa tensione ti cattura sin dall’inizio.rnEra da tempo che non leggevo raccontirncosì ben narrati da uno scrittore cileno.» - rnRoberto Bolañorn«Dire che siamo vulnerabili significa che possiamo essere feriti, che possono farci del male e danneggiarci facilmente. Questo è in contrasto con la tendenza, così tipica della nostra epoca, a presentarci sicuri di noi stessi anche se in realtà non lo siamo. rnQuesti racconti parlano di questo tipo di debolezza. I loro protagonisti rischiano in ogni momento che gli succeda la cosa più terribile: scoprire quello che sono davvero.rnLa forza di Simonetti è la tensione che sa accumulare nei suoi personaggi, una tensione che contagia il lettore, il quale, divenuto come un loro sosia, si spoglia di ogni pregiudizio e di ogni difesa fino a rimanere anch’egli nudo. Si tratta di un libro perturbante, che smaschera le tacite intese che preservano la nostra facciata d’ordine.» - Alfredo Jocelyn-HoltrnrnrnI personaggi dei racconti di Simonetti vengono coinvolti in situazioni o avvenimentirn– alcuni drammatici, altri apparentemente banali – che hanno la capacità di far emergerernfragilità, emozioni e sentimenti repressi, aspetti della propria vita che le personerntengono nascosti, forse anche a sé stesse.rnEcco qualche esempio delle storie che narra.rnIl protagonista di Nozze d’oro si presenta non invitato all’anniversario di matrimoniorndei genitori deciso a fronteggiare il padre che lo aveva ripudiato, accusandolorndi avergli rubato del denaro. La dignità e l’orgoglio con cui è deciso ad affrontare larnsituazione si trasformano in rabbia, in senso di umiliazione e in impotenza.rnIn Santa Lucia, un uomo cede a un desiderio che lo rode ed entra in un parco dove harnun rapporto sessuale con un altro uomo. Quando la moglie lo scopre e minaccia dirnabbandonarlo portandosi via la figlia ancora bambina, si sente perduto e miserabile.rnIn Nevada, una donna sposata e non più giovane si lascia sedurre da un ragazzo ernacconsente a recarsi a casa sua. Lusingata dal fatto di risultare ancora attraente edrnintrigata dalla possibilità di un’avventura extraconiugale, si sente ridicola e umiliatarnquando scopre il vero motivo dell’invito.rnIn Peter Faraday un giovane traduttore sviluppa un’autentica ossessione per lo scrittorerninglese che traduce, tanto da perdere il controllo e da mettersi in ridicolo dirnfronte a quest’ultimo a un festa. La vergogna e la disperazione lo porteranno a unarnfine tragica. -
Là sotto. Racconti licenziosi italiani
Secondo un vieto (ed erroneo) luogo comune la palma della letteratura erotica in Europa spetterebbe alla Francia. Essa va, invece, a pieno titolo all'Italia, che aduna dal Duecento al primo Novecento scrittori e opere di conclamata licenziosità. L'essenziale antologia che offriamo ai nostri lettori ne è lampante riprova: non solo essa propone situazioni piccanti, al limite talvolta del credibile, ma suggerisce prestazioni che neppure il più spericolato manuale di stampo positivista (il celebre Mantegazza, che i nostri nonni tenevano ben nascosto nelle loro biblioteche!) sarebbe oggi in grado di suggerirci. La nostra è dunque una silloge divertente e istruttiva. -
I racconti di natale di Peter Coniglio
Peter Coniglio non ha certo bisogno di presentazioni. Il suo è uno dei piccoli mondi raccontati dai testi e dalle immagini di Beatrix Potter, che ha ormai conquistato il suo posto nella storia della letteratura e dell’illustrazione inglesi.rnQuesta raccolta si apre con La Storia di Peter Coniglio, che racconta le avventure del tenero coniglietto quando, attirato dagli splendidi ortaggi dell’orto del Signor McGregor, si trova improvvisamente da solo in un mondo estraneo e minaccioso. rnSeguono poi tre suggestive storie natalizie: la Storia dei due Topini Cattivi, terribili ospiti non invitati di una casa delle bambole; Il Sarto di Gloucester, che grazie a dei minuscoli aiutanti riuscirà a confezionare il panciotto del Sindaco; e L’orologio a pendolo, in cui una magica. -
Lo spirito dello haiku
Nel primo saggio che compone questo volume, ""Lo spirito dello haiku"""", Terada esalta la qualità del componimento poetico breve, capace di evocare un mondo in poche righe. Quelli che agli occidentali possono apparire come semplici quadretti naturalistici sono in realtà il tentativo di tradurre in versi un'immagine, una sensazione fugace, risvegliando nella mente del lettore una serie infinita di associazioni. La rigorosa struttura formale non è percepita come un limite, ma come un dispositivo attraverso il quale affinare la capacità di percepire la natura e riflettere su sé stessi. Ne """"I miei ricordi del professor Natsume Soseki"""", Terada fa rivivere la figura del maestro, dagli anni di scuola fino alla sua morte. Soseki non è soltanto il professore di inglese: è soprattutto la guida che lo accompagna nell'arte dello haiku e nella vita. È il confidente a cui chiedere consiglio nei momenti di sconforto e difficoltà, ma anche un intellettuale anticonformista, a tratti permaloso, capace di stimolare la curiosità e l'interesse degli allievi che lo circondano. Ne risulta un ritratto spontaneo e vivace, affettuoso e ironico insieme, di uno dei massimi scrittori giapponesi contemporanei."" -
Iocari serio. Scienza e arte nel pensiero del Rinascimento
Frutto degli studi su Marsilio Ficino intrapresi dal giovane Ioan Petru Culianu dapprima in Romania e poi in Italia, locati serio è un testo cardine nell'opera dell'autore, che getta le basi della sua futura teoria cognitiva della cultura. Incentrato sul tema della conoscenza fantasmatica nella filosofia rinascimentale («chiave ermeneutica perfetta per comprendere numerose manifestazioni spirituali dell'Occidente»), preannuncia un programma di ricerca più ampio e ambizioso, sviluppato successivamente nel celebre ""Eros e magia nel Rinascimento"""": risalire alle origini della scienza moderna e individuare i meccanismi cognitivi della magia, mettendo in evidenza il ruolo preminente del mago nella cultura rinascimentale. In """"Iocari serio"""" Culianu traccia l'archeologia di un continente sommerso, tra eros, mistica e alchimia, fusi in un mirabile, e «serissimo», gioco filosofico. Un'opera ricca di suggestioni, i cui molteplici aspetti originali sono evidenziati nella dettagliata postfazione firmata dal fisico e filosofo romeno Horia-Roman Patapievici."" -
Il tao della filosofia
Chi sono? Cos'è l'universo? Che posto occupo in esso? Questi sono gli interrogativi a cui Alan Watts cerca di rispondere, prendendo le mosse dal taoismo e da altre tradizioni filosofico-religiose dell'Asia (come il buddhismo e il vedanta) e mettendo in dialogo Oriente e Occidente. Negli otto testi che compongono questo volume - e in cui vengono affrontati, di volta in volta, argomenti differenti, quali l'io e la coscienza, il cosmo, Dio, il pensiero, il linguaggio ecc. - si delinea la profonda differenza che esiste tra il modo di sentire occidentale, incentrato sul dominio sulla natura e sulla separazione tra uomo e ambiente, e quello orientale, maturato all'interno di culture che non intendono esercitare un controllo assoluto sul mondo e per le quali la separazione dell'individuo da ciò che lo circonda è solo un'illusione. In questo libro, Watts ci esorta a ripensare la nostra vita e, soprattutto, il nostro rapporto con l'universo, invitandoci a non sentirci stranieri in esso, ma parte integrante e armonica del Tutto. -
Natale con delitto
Sir Osmond Melbury, un ricco aristocratico inglese, è una persona difficile. Nelle sue relazioni sembra apprezzare solo l'efficienza, la lealtà e l'obbedienza. Lo sanno bene i suoi figli, un maschio e quattro femmine, ognuno dei quali ha un conflitto irrisolto con lui. Eppure, ogni Natale, si piegano al suo volere tirannico e, accompagnati dalle rispettive famiglie, trascorrono le vacanze a Flaxmere, la dimora avita. La convivenza esaspera gelosie, rancori e paure, e man mano che la festa si avvicina la tensione si fa sempre più palpabile. Come se non bastasse, quest'anno l'invito al pranzo natalizio è stato esteso a Miss Portisham, la giovane e bella segretaria di Sir Osmond, ed è difficile non sospettare che la donna stia studiando un modo per mettere le mani sul patrimonio del vecchio. Proprio quando sembra che i festeggiamenti si stiano per concludere senza intoppi, Sir Osmond viene trovato morto nel suo studio, ucciso da un colpo di pistola. Si tratta di suicidio o di omicidio? E com'è possibile che nessuno dei tanti ospiti abbia visto o sentito niente? Forse perché quasi tutti hanno qualcosa da guadagnare da quella morte? Queste sono le domande che si pone il colonnello Halstock, commissario capo della contea, che dovrà far breccia nel muro di omertà che circonda segreti vecchi e nuovi. Esaurite le bugie e le false piste, emergerà il ritratto sconcertante di un assassino freddo e ingegnoso. -
Jack l'ammazzagiganti
All'epoca di Re Artù e dei cavalieri della Tavola Rotonda, la vita era veramente difficile e pericolosa, perché mostri e giganti popolavano numerosi le isole e i boschi della vecchia Inghilterra. Contadini, cavalieri e principi potevano facilmente imbattersi in questi esseri di enormi proporzioni e con due o tre teste, e finire i loro giorni prigionieri in magici castelli o in oscure caverne. Jack diverrà l'eroe di questo mondo pericoloso liberandolo dai mostri che lo infestano grazie alla sua vivace intelligenza e alla nobiltà e generosità del suo cuore, e guadagnandosi per decreto di Re Artù l'appellativo di Jack l'Ammazzagiganti. Alla fiaba della tradizione popolare inglese, cui le poetiche illustrazioni di Anna Leotta donano suggestioni di grande effetto, segue un capitolo tratto da ""Ortodossia"""" di G. K. Chesterton dedicato alle fiabe e destinato ai genitori e agli educatori. Perché leggere le fiabe fa bene e perché leggerle ai propri figli ha un grande valore educativo? Questi sono gli interrogativi ai quali cerca di rispondere l'autore delle celebri storie di Padre Brown con il suo stile ricco e vivace. «L'etica e la filosofia traggono nutrimento dalle fiabe. Se le descrivessi nei particolari, potrei cogliere i molti principi nobili e sani che ne derivano. Nella fiaba Jack l'Ammazzagiganti c'è una lezione di cavalleria: i giganti dovrebbero essere uccisi perché sono giganteschi. È una virile ribellione contro l'orgoglio in quanto tale»."" -
Le mille e una Italia. Nuova ediz.
Pubblicato per la prima volta nel 1960 in occasione del centenario dell'Unità, «Le mille e una Italia» è un racconto fantastico dedicato al nostro Paese, alla sua storia, alle sue tradizioni e ai suoi eroi. Riccio Tumarrano, un ragazzo siciliano, parte per raggiungere il padre, minatore al traforo del Monte Bianco. Nel suo viaggio da Sud a Nord, lungo un percorso in cui gli spazi geografici si intrecciano con i tempi della storia, Riccio incontra figure e uomini illustri di ogni epoca (da Annibale a Garibaldi, da Savonarola a Machiavelli, a Galileo, da Cavour a Mussolini, ai Fratelli Cervi e al Beato Cottolengo), che lo aiutano a comprendere i tratti, spesso irrisolti e contraddittori, della nostra nazione. «Ma è un'Italia diversa da quella dei libri di scuola - scrive Arpino in una nota al testo - un'Italia imprevedibile e piena di speranza». La felicità di un'invenzione che si rinnova a ogni pagina, la leggerezza poetica e lo stile chiaro, sciolto e disinvolto, fanno di «Le mille e una Italia» un libro per tutti, godibilissimo e di grande attualità. -
Il cristianesimo nell'Impero romano da Tiberio a Costantino. Nuova ediz.
C'è una diffusa tendenza ad appiattire la storia dei primi tre secoli del Cristianesimo sulla drammatica vicenda delle persecuzioni e a immaginare i primi Cristiani come dei reclusi nelle catacombe: il tutto prima dell'avvento ""miracoloso"""" di Costantino. La responsabilità di questo e di altri stereotipi ricade sul pregiudizio ideologico di una buona parte della storiografia moderna, che ha usato la penuria delle fonti antiche per piegare la verità storica. La cristianizzazione dell'Impero fu in realtà un processo molto complesso e lungo almeno tre secoli, iniziato con la predicazione degli Apostoli e proseguito nell'anonimato della vita quotidiana da sempre più numerosi fedeli, molti dei quali attivi nella società civile e altri invece limitati nelle proprie libertà e chiamati alla testimonianza pubblica del martirio. Il rapporto tra il Cristianesimo e l'autorità civile romana fu ricco di numerose sfaccettature - Barzanò si sofferma in particolare sulla condizione dei """"laici"""" a Roma, su quella della donna e sul significato del servizio militare prestato dai Cristiani - e anzi fu un processo a doppio senso: si può infatti parlare sia di cristianizzazione dell'Impero sia di romanizzazione del Cristianesimo, come la storia successiva della civiltà europea ha d'altronde dimostrato, sia pure in modo problematico."" -
Barbari. L'alba del nuovo mondo. Nuova ediz.
La storiografia non è stata benevola con i ""barbari"""". Noi europei siamo soliti delineare lo sviluppo delle nostre società evocando alcuni momenti topici: la Grecia, Roma, il Rinascimento, l'età moderna, l'Illuminismo, la Rivoluzione industriale, per arrivare poi ai nostri giorni. Lungo questo percorso esiste un periodo che sembra costituire una frattura nel contesto del progressivo manifestarsi della civiltà. Sono i cosiddetti """"secoli bui"""" dell'Alto Medioevo, seguiti alla caduta dell'Impero romano a opera dei """"barbari"""", quei popoli che i tardi scrittori latini descrivono come invasori violenti, incolti, dalla incerta identità (e che noi, seguendo loro, abbiamo continuato a giudicare tali). In realtà le più recenti scoperte, soprattutto archeologiche, obbligano a un radicale ripensamento: esse infatti parlano di civiltà evolute e moderne, sia nelle condizioni di vita che nelle espressioni artistiche. A giudizio di Peter Wells l'età dei barbari segnò l'alba di un mondo nuovo, fu l'inizio dell'Europa che oggi conosciamo. Per la prima volta il baricentro del continente si spostò dal Sud mediterraneo al Nord dei celti e dei germani. Nuovi popoli e nuove tradizioni, fino a quel momento messi ai margini, si affacciarono sul proscenio della storia. E Roma fu sconfitta sul piano militare ma ancora più su quello culturale, perché le società barbariche si rivelarono più aperte, dinamiche e vitali."" -
Vita e santità
Per Thomas Merton la santità non va ricercata nell'isolamento o in complicate pratiche ascetiche. Al contrario, è nelle azioni di ogni giorno, compiendo il proprio dovere quotidiano, che il cristiano può e deve sviluppare la sua unione con Dio. Vita e santità non sono incompatibili, sebbene un buon numero di cristiani - anche di religiosi - sembri crederlo. Il lavoro, ad esempio, in un contesto sano ed equilibrato è di per sé capace di contribuire alla vita spirituale. La nostra attività non deve però essere soltanto onesta e produttiva, ma va intesa come un contributo responsabile alla comunità, per un mondo giusto e in pace. Offrire noi stessi a Dio in uno sforzo di volontà soggettivo non è sufficiente. Occorre integrare il nostro impegno con quello degli altri uomini di buona volontà. «Questo libro vuol essere molto semplice, un'esposizione elementare di alcuni concetti basilari della spiritualità cristiana. [...] Il nostro tempo ha bisogno di ben altro che di gente cosiddetta devota, che evita mali gravi ma che raramente fa qualcosa di costruttivo o di positivamente buono. Non è sufficiente essere rispettabili esteriormente. La santità non consiste nell'essere meno umani, ma più umani degli altri uomini. Ciò implica una maggiore capacità di interesse, di sofferenza, di intendimento, di comprensione, e anche di spirito, letizia, apprezzamento delle cose belle e buone della vita.» -
Guarire senza dottori. Medicamenti per il corpo e per l'anima
Questo libro è un cimento poetico dedicato alla ricerca della guarigione. Guarigione dai luoghi comuni e dai falsi miti che infestano la nostra vita quotidiana rendendola spesso invivibile, chiusa in sé stessa, incomunicabile. Miti diversi, anche molto lontani l'uno dall'altro, anche con un peso specifico differente, eppure pervasivi e duri a morire. L'identità, il leaderismo, la fedeltà, il lavoro, la trasgressione, l'interesse, la democrazia, la lunga vita, la tecnica, il dinamismo, la compagnia, per non citarne che alcuni fra quelli presentati in questo volume come «malanni» del nostro tempo, da cui rimettersi, il più in fretta possibile. Troppo spesso la nostra interiorità è inscatolata in una teoria inesauribile di convenzioni, norme, preconcetti, paure, schemi mentali, ossessioni, che impediscono alla dignità e alla letizia di albergare nella nostra anima. Per poter essere riconosciuti, e prendere il nostro posto nel mondo, è necessaria invece una bontà dell'intelligenza, cioè una sincerità del cuore, una trasparenza delle emozioni, una luce negli occhi e una coscienza limpida: prerogative che permettono all'altro di accoglierci e a noi di accogliere l'altro, lungo la strada verso il desiderio che conferisce un senso a ciò che ogni giorno ci accade. -
Il cavaliere, la strega, la morte e il diavolo. Nuova ediz.
«Il libro raccoglie nove racconti di diversa ispirazione e un breve saggio sulla morte. Dà il titolo un fantasy ambientato in una Sicilia un po' medievale e un po' no (il suo riferimento è l'opera dei pupi), la cui protagonista è una Bradamante stracciona, alle prese con l'invasione musulmana, l'Inquisizione e il martirio delle streghe. Il secondo racconto attraversa il Mediterraneo, il terzo parla di un'orrenda mutilazione. Il quarto e il quinto sono collegati tra di loro e sono trasposizioni reinventate di due morti vere, quella di Zi' 'Ngiulillo (Zio Angelo De Mari) - sacerdote morto con i garibaldini sul Volturno - e quella del fratello di mio nonno, Enrico Ventrone - detto il Professore, perché conosceva a memoria il dizionario di latino - fucilato dai tedeschi per aver avvertito e fatto fuggire dei ricercati. Poi ci sono alcune storie contemporanee e un lungo racconto forse di fantascienza. E, infine, un saggio sulla morte. Perché un saggio sulla morte? Perché tutte le storie raccontate dagli uomini, dalle donne o dai bambini, dall'inizio del mondo, parlano della morte, anche quelle dove la morte non compare, dove tutto va bene. Perché la nostra capacità di raccontare nasce per ingannare l'attesa della morte, la coscienza che siamo mortali. Questa coscienza l'abbiamo solo noi. Qualche volta ce ne dimentichiamo, ma in realtà essa è sempre con noi, come un avvoltoio sulla spalla. O forse come un angelo custode, perché, se ne fossimo privi, tutto sarebbe insulso, privo di senso. È questa la dannazione, ma anche la meraviglia, di essere uomo. O donna. O bambino. Sia i racconti che il saggio risalgono al mio lunghissimo periodo di ateismo, cominciato a undici anni e finito solo qualche anno fa: ci sono nei racconti toni e frasi che oggi non scriverei, ma che desidero lasciare, come un segno di come è stata la strada che ho percorso.» (Silvana De Mari) -
Soltanto qualcuno
Pubblicato nel 1884, il libro raccoglie molti ritratti di artisti, non solo francesi e non solo contemporanei, alternali a pagine dedicate a particolari temi e fenomeni artistici e sociali: dal dilettantismo al mercato dell'arte, all'uso del ferro in architettura, al difficile rapporto tra arte e produzione industriale. Huysmans, inquieto flàneur, si aggira disgustato, commosso, incuriosito, in una Parigi che muta rapidamente, presa com'è dalla fretta di sostituire nuovi idoli agli antichi e di cancellare il passato. Nel suo girovagare tra musei, mostre, e nuovi monumenti, come la Tour Eiffel, Huysmans si interroga sulla modernità che lo attrae e lo respinge, ne soppesa appassionatamente i simulacri, le tendenze e le scoperte, confrontando continuamente passato e presente e mettendo la propria abilità di critico anticonformista, acuto ed estremamente percettivo, al servizio di una vasta e profonda ricerca spirituale.