Sfoglia il Catalogo feltrinelli023
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 5621-5640 di 10000 Articoli:
-
Vivere «oltre» la speranza
Negli ultimi anni gli aspetti anatomo-funzionali alla base della longevità sono stati oggetto di un crescente interesse da parte di biologi, genetisti, medici, statistici, psicologi, pedagogisti, urbanisti, e di altri. Secondo l'opinione condivisa dagli studiosi, l'invecchiamento è un fenomeno dinamico dipendente dall'interconnessione di fattori biologici, ambientali, psicologici e sociali che sin dalla nascita incidono sulla qualità e la durata della vita umana. Il numero crescente di ultrasettantenni e persino di ultracentenari in buono stato di salute ha progressivamente modificato l'immagine negativa dell'invecchiamento, come decadimento fisico-cerebrale e disadattamento sociale, a favore di una concezione positiva di risorsa per maturità, saggezza, consapevolezza del valore della vita, attenzione e disponibilità verso gli altri. Sulla base di questo e di altri rilievi da tempo è stato avviato un processo di conoscenza, d'informazione e di formazione finalizzato a trasmettere, anche ai più giovani, l'importanza sin dall'infanzia, per un ""invecchiamento di successo"""" e una """"longevità attiva"""", di adeguati stili di vita e di fattori determinanti come alimentazione, attività fisica e mentale, apprendimento, integrazione socio-culturale, comunicazione, creatività. Dedicato ai giovani e a tutti coloro che, in qualsiasi età, abbiano la curiosità di conoscere i fattori che possono favorire una vita longeva integrata, sana e attiva. Con un saggio di Giandomenico Amendola """"Una città amica dell'età""""."" -
Puglia, le età del jazz
Per lungo tempo, pensare di vivere di jazz al di fuori di Roma e Milano, sarebbe stata pura utopia. Non deve sorprendere quindi, se alcuni tra i primi pugliesi a dedicarsi alla musica jazz, già negli anni che precedettero la Seconda guerra mondiale, furono attivi prevalentemente in quelle città, a cominciare dal sassofonista nocese Vito Morea o da Michele Ortuso, un banjoista originario di Monte Sant'Angelo che aveva conosciuto il jazz direttamente negli Stati Uniti, dove la sua famiglia era emigrata in cerca di fortuna. Tuttavia il jazz, proprio negli anni della guerra, trovò una più facile accoglienza al Sud - e in Puglia - prima che al Nord. Bari venne liberata dagli americani il 15 settembre del 1943 e più o meno contemporaneamente presero il via le trasmissioni dell'ex Eiar, ribattezzata dopo la Liberazione ""Radio Italia Libera"""", successivamente trasformatasi in Radio Bari. E proprio negli studi di Radio Bari si fece conoscere il quintetto """"hot"""" guidato da Bruno Giannini che annoverava, tra gli altri, anche i fratelli Principe. La presenza delle truppe americane in tutta la regione, favorì tra l'altro non solo la diffusione dei leggendari V Disc, ma anche - ad esempio a Bari e Foggia - l'arrivo di personaggi come Marlene Dietrich, Frank Sinatra o Stan Getz. Senza la pretesa costruire un'accurata cronologia di accadimenti, il volume ripercorre fino ai nostri giorni l'evoluzione del pubblico, le trasformazioni del """"fare jazz"""" in Puglia a tutti i livelli e il passaggio dal dilettantismo al professionismo a tempo pieno. Un itinerario che vuole essere storico, critico e sociale e che si propone come una traccia, un punto di partenza per chiunque voglia arricchire questa narrazione con ulteriori, indispensabili contributi."" -
Studi sulla pittura beneventana. Vol. 1
Tutti gli studiosi, che si sono interessati di pittura altomedievale nel corso delle loro ricerche, si sono imbattuti in questo volume, Hans Belting, Studien zur beneventanischen Malerei, del quale hanno affrontato la lettura per tanti versi ostica ma indirizzandola alle parti più direttamente in relazione con la loro ricerca. Risulta infatti ardua la lettura nella sua interezza di questo testo, ampio e articolato, pieno di rimandi e confronti con il mondo romano, con quello bizantino, dell'Italia del nord oramai sotto i Carolingi e dei paesi d'Oltralpe, di passi difficili da comprendere in modo chiaro e da rendere in lingua italiana in maniera fluente e discorsiva; si tratta di un testo che richiede da parte del lettore una profonda conoscenza delle tematiche affrontate dall'autore e di una lingua che per molti versi, rispetto all'anno di edizione del volume, ha subìto diverse trasformazioni. Nel corso della traduzione sono state prese alcune decisioni editoriali che riguardano il testo tedesco. Per prima cosa si è cercato di rimanere più fedeli possibile a questo senza operare grandi cambiamenti; lì dove però la traduzione risultava critica, poco comprensibile e il pensiero non chiaro, questa è stata in parte modificata, chiedendo anche allo stesso autore un aiuto per interpretare al meglio il suo scritto. Al prof. Hans Belting, è stata mandata una copia della traduzione per avere il suo beneplacito sull'operazione; anche la casa editrice Franz Steiner ha collaborato dando la sua autorizzazione alla edizione. -
L' epopea di un cafone
"...credo che quest'opera di Michele Giorgio sia importante perché ri-descrive liricamente il mondo del cafone quasi in contrapposizione alla civiltà dei nostri anni. Un poemetto che - non dicendolo - è una critica fondata alle illusioni, le ubbie, lo 'sregolamento dei sensi' (droga, violenza, sopraffazione, narcisismo) che ci circonda..."""". (dalla Prefazione di Daniele Giancane)." -
Sussurri dell'anima
"Due sono i grandi centri tematici entro cui cresce e si svolge la poesia di Gianna Trimigliozzi in Sussurri dell'Anima: il primo è rappresentato dal mondo degli affetti, delle persone amiche, o di incontri capaci di sommuovere curiosità e interrogativi di senso; il secondo dai luoghi, italiani o no, in cui la poetessa ha vissuto o soggiornato durante i suoi numerosi viaggi. Gli uni e gli altri sono profondamente e indissolubilmente legati ad eventi grandi e piccoli della sua esistenza, in un intreccio lieve e saldissimo tra la percezione - la scoperta emotiva - dello spazio e la dimensione temporale del ricordo che in ogni descrizione di una città, in ogni meditazione dedicata a una persona cara può affiorare, sommessa ma urgente, labile eppure intensa"""" (dalla Prefazione di Giuseppe Bonifacino)" -
La storia della gatta Nenè
Nenè è una gatta dal pelo grigio e morbido con gli occhi azzurri come il cielo di giugno. Per lei sta per compiersi qualcosa di molto importante ed è alla ricerca di un luogo sicuro. L'abbraccio di uccellini, talpe e rospi le è di aiuto per mettere al mondo cinque gattini in tutta tranquillità. Qualcuno cerca di rompere quell'incanto ma Nenè, come tutte le mamme, è capace di trasformare le paure dei suoi piccoli in serenità. È una fiaba che racconta l'amore, l'amicizia e l'accoglienza. -
""Ad consueta solacia lacus pensulis"". Il castello di Lagopesole tra età sveva e angioina
Il castello di Lagopesole si inserisce in un sistema, tipico dell'Italia meridionale del XIII secolo, che integra le funzioni di difesa e controllo del territorio con quelle dello svago e della rappresentatività legittimante del potere. Al tempo stesso fortezza e reggia, castrum e domus solaciorum, per l'amenità della natura e la piacevolezza del clima, fu particolarmente gradito a Manfredi, figlio dell'imperatore Federico II di Svevia, che vi si trattenne ripetutamente. E ospitò anche Carlo I d'Angiò, che si recò proprio lì subito dopo la vittoria della battaglia di Benevento (1266), nella quale lo stesso Manfredi, suo nemico, perse la vita. Il castello di Lagopesole spesso rappresentò, dunque, il luogo ideale dove un sovrano poteva piacevolmente sfuggire all'opprimente calura estiva e ritemprarsi nei momenti lasciati liberi dagli impegni bellici e di governo. Questo volume, raccogliendo saggi di diversi specialisti internazionali e mettendo a confronto metodi di lavoro differenti, ricostruisce le complesse vicende di un castello che si trova in uno dei territori più suggestivi del nostro Mezzogiorno, in un luogo un tempo boscoso e adatto alla caccia, ricco di acque pure e refrigeranti. Un castello tradizionalmente identificato come ""federiciano"""", ma che rivela stratificazioni assai più articolate, che hanno ancora molto da raccontare."" -
Dinamiche familiari ed esercizio del potere in una signoria della Calabria. I Ruffo di Sinopoli (1350-1435). Vol. 1
La famiglia Ruffo rappresenta un interessante caso di studio per la conoscenza degli assetti feudali del regno di Napoli in età angioina. Si tratta di potenti feudatari con una straordinaria capacità di adattamento alle diverse congiunture politiche ed economiche sul lungo periodo (secoli XIV-XV). Lo dimostra l'inedita documentazione familiare conservata nell'Archivio di Stato di Napoli (fondi Ruffo-Scilla e Ruffo-Bagnara) che consente di cogliere gli elementi caratterizzanti la stagione politica angioina che vide la fragilità della struttura di potere monarchico eroso via via dalle aristocrazie feudali del regno, in particolare calabresi, sempre più recalcitranti e centrifughe. Le lotte dinastiche (Giovanna I, Carlo III di Durazzo e Ladislao) inasprirono i rapporti tra governo centrale, feudalità e sudditi anche per l'aumento della pressione fiscale e per il peso dei numerosi balzelli signorili che accentuavano il malessere delle popolazioni regnicole, maggiormente di quelle periferiche. L'indagine sui Ruffo, a cominciare dai conti di Sinopoli, mira a ricostruire le complesse dinamiche feudali e l'esercizio dei poteri signorili nel territorio calabrese tra la metà del XIV e il XV secolo, mettendo in luce le strategie dinastiche, consentendo di rivelare le relazioni tra feudo e lignaggio e conoscere quanto l'occupazione dei posti chiave nella struttura amministrativa del regno, il controllo sugli uomini e l'accrescimento del prestigio dinastico fossero finalizzati a conseguire il pieno controllo del territorio. -
L' acchiappanuvole
In questo romanzo si narra di un uomo che, costretto in una stan¬za d'ospedale, ricorda fatti e atti della propria vita. Ricorda, ma anche divaga, immagina, sogna; e fra i ricordi, le divagazioni, le fantasie e i sogni, non si sa bene cosa sia reale e che cosa inventato, o prodotto dal delirio; il quale, poi, più che un delirio, è una specie di folie douce la cui andatura rimarrà il tratto caratteristico non solo dello stile di Saponaro, ma del suo atteggiamento interiore. Si racconta, in questo libro, di un ragazzo, di un giovane, di un uomo, dei suoi giochi, delle sue compagnie e scorribande, e soprattutto delle sue esplorazioni e avventure nel regno dell'eros; vi si descrivono senza mezzi termini le sue opere e operazioni carnali; e con le sue, quelle di altri; vi appaiono diverse figure di donne, tutte guardate dall'ossessione del desiderio, tutte più o meno spogliate, accarezzate e possedute; insomma il mondo di quello che ormai s'è convenuto di chiamare il ""sesso"""", non potendosi, a quanto pare, parlare veridicamente e sensatamente d'amore, da parte di noi uomini moderni; l'amore, infatti, è un intrico, una pazzia, un empito lirico, un vortice di sentimenti, desideri e idee, uno stato di volta in volta tenebroso o luminoso, mentre il sesso è semplicemente uno scopo, un atto e un fatto e, al contrario dell'amore, si sa sempre che cosa sia e che cosa voglia. Ma non c'è soltanto il sesso, nell'Acchiappanuvole. C'è l'acchiappanuvole lui stesso, il protagonista, l'autore. Il quale, parlando come parla, un linguaggio quanto mai realistico e diretto, dà poi al suo dire un movimento singolarmente irreale, quasi non stia narrando cose viste e fatte, ma sogni, miraggi e incubi. E infatti, miraggi e incubi, si trasformano appena eseguiti, tutti gli atti del protagonista, come è appunto il caso della vita realisticamente vissuta."" -
Fili di seta
"Ho conosciuto Bruna Chiarcos nei felici miei soggiorni a Cortina d'Ampezzo, una donna friulana con un percorso di vita interessante e significativo. Mi sorprendeva la sua capacità di sapersi raccontare con fervore senza trascurare quei particolari che aveva registrato nella sua mente e che conservava anche a distanza di tempo. Un vero scrigno di esperienze possedeva Bruna. Un giorno mi confidò che di tanto in tanto affidava alla penna i suoi pensieri, le sorprese della vita, gli incontri, i ricordi e le sfumature del suo sentire. Non per curiosità, ma per piacere cominciai a leggere gli scritti di Bruna Chiarcos. Nacque così una corrispondenza che ancora una volta mi dava la possibilità di entrare da vicino nel mondo femminile di un'artista. La mia ispirazione cerca sempre un altro anello cui agganciarsi perché il respiro della Poesia, come il filo d'Arianna, mi porta fuori dai labirinti della vita. Sono diverse le esperienze di poesia che ho curato con questo intento ed ogni volta ne sono venuta fuori pienamente soddisfatta e rinnovata. La produzione poetica di Bruna ha una matrice naturale, nasce cioè spontaneamente dal suo intimo e non viene contaminata da influenze letterarie né da suggestioni casuali. Quando mi sono trovata in possesso dell'intera produzione di Bruna ho avuto la sensazione di avere tra le mani numerosi fili di seta che erano in attesa di essere intrecciati delicatamente per formare una tela variopinta, leggiadra e trasparente. Di qui è nata l'idea di mettere un ordine ai diversi componimenti, dando la priorità al contesto familiare della Poetessa, contesto nel quale ella ha maturato la sua formazione di donna, contesto al quale Bruna si sente fortemente legata. Siamo di fronte ad un'esperienza di scrittura che si nutre di un realismo affine a quello di Cesare Pavese perché l'Autrice non contempla le facce diverse della Natura ma le osserva attraverso una lente che le consente di andare indietro nel tempo. La sua è perciò una osservazione retrospettiva, datata, ma pur sempre viva nella sua mente e nella sua immaginazione. L'Opera di Bruna Chiarcos merita di essere letta da una pluralità di lettori che agganciandosi ai diversi fili di seta possono provare a tessere il vissuto della propria vita. """" (Dalla Presentazione)" -
La scuola fantastica della maestra Clo
La scuola fantastica della maestra Clo è un racconto in 22 episodi dedicato ai bambini della scuola primaria vista come luogo di formazione e di stimolo all'immaginazione. I protagonisti, attraverso momenti di vita scolastica, raccontano il rapporto didattico e umano tra l'insegnante e i suoi alunni in una divertente combinazione di realtà e fantasia modellata dall'esperienza pluridecennale di insegnamento dell'autrice. La maestra Clo, eclettica, allegra, vitale è l'insegnante sognatrice: trasmette l'idea che anche le cose impossibili possono diventare possibili con la fantasia. Con lei si possono vedere ombrelli che volano, zaini parlanti, si può pedalare su biciclette di carta... Il testo mette in evidenza il ruolo fondamentale che l'autrice riconosce alla fantasia per la formazione del bambino, anche in relazione alla presa di coscienza di problemi con cui prima o poi dovrà confrontarsi nella vita reale. Tutti gli episodi sono illustrati dalla sapiente matita di Luigia Bressan, che spazia nello stile, alternando la densità del colore e traducendo in immagini le intensità emotive dei personaggi così come le suggestioni dei luoghi. Età di lettura: da 10 anni. -
Nicolino va alla guerra
Il romanzo di un giovane agricoltore di Altamura nella fornace della Grande Guerra ma anche uno spaccato storico-sociale sugli usi e costumi contadini, nel passaggio epocale e di classe, dalla aristocrazia parassitaria alla borghesia agraria in Puglia. -
Da Canterbury a Mottola. Il culto di Tommaso Becket nel Mezzogiorno d'Italia
Un'analisi sull'esperienza martiriale di Tommaso Becket, arcivescovo di Canterbury, e una ricostruzione dell'itinerario della diffusione del suo culto in Italia. Nella chiesa matrice (cattedrale sino al 1818) di Mottola si conservano significative testimonianze cultuali e culturali, tra cui una statua lignea (verosimilmente settecentesca), una tela raffigurante l'Assunta e san Tommaso Becket opera del Malinconico (1706) e, in particolare, un affresco del martire cantoberiano la cui controversa datazione si legherebbe alla ricostruzione della cattedrale e alla sua elevazione a patrono della città. Un privilegio, il patronato, che, associato alla presenza di alcune reliquie, serviva ad elevare il tasso di sacralità della chiesa e ad assicurare protezione alla popolazione dalle calamità naturali, dalle avversità climatiche e dalle epidemie. -
Il segreto dietro la porta. Il cinema senza maschere
"I cinéphiles non li vedi più in giro. Però la razza non si è estinta. Se ne stanno nascosti, umiliati, a leccarsi le ferite. Ma come un ubriaco che balbetta parole confuse, come un barbone che striscia rasente ai muri, ognuno spera di incontrare occhi complici, di svelare pene segrete. Ha detto bene Winnicott: """"È una gioia nascondersi, ma è una tragedia non essere trovato"""". Questo libro è dedicato a chi è stato costretto a nascondersi e non si ritrova perché nessuno lo ritrova. Io sono come loro. Ho cominciato da solo, tanti anni fa, quando si fuggiva al cinema da soli proprio per non essere soli e si entrava in comunione con un mondo fantastico, con spettatori che non si conoscevano, ma di cui si sentivano i sospiri, si immaginavano i sorrisi, si indovinavano le lacrime, convinti di appartenere a un unico immenso popolo delle tenebre, una folla di esseri fatati, invisibili, di cui si intuiva la presenza, calda, benefica, come quella di un cuore amico, che prima di dormire batte insieme al nostro cuore e ci aiuta ad abbandonarci a un ritmo più regolare, più armonioso, fatto di profondi respiri e di silenzi, un dormiveglia che ci fa scivolare in sogni che sembrano veri e ci sussurra che la vita vera è un sogno."""" (Dall'introduzione dell'autore)" -
Puglia, viaggio nel colore. Ediz. illustrata
Blu cielo, verde Murgia, bianco calce, rosso fuoco: chi apre questo libro deve essere pronto a compiere un viaggio nel colore. Quattro itinerari, seguendo le tinte di una Puglia da conoscere, illuminata dallo splendore di un castello, dalla meraviglia di un affresco rupestre e della semplicità di un campo di papaveri o di una ""gita"""" al faro. Isole e scogli deserti, spiagge rinomate, cammini tra i boschi e nel candore dei centri storici, entrando in masserie e cattedrali, girando tra torri costiere e antichi teatri. Nel """"disordine"""" della bellezza regna la perfezione di un Sud che non è un marchio da esportare, ma una meta interiore, una ricerca infinita del Mezzogiorno che è in noi."" -
L' abbazia verso il mare. Fatti e persone del monastero di San Leone Magno a Bitonto
Le cronache particolari all'ombra o a ridosso di una abbazia millenaria diventano in questo racconto echi - seppur parziali e a sprazzi - della storia politica, sociale ed economica, così come delle tendenze religiose ed artistiche, del territorio circostante nel contesto dell'Italia meridionale dall'avvento dei Normanni nell'XI secolo fino a tutto il Novecento ed oltre, resi palpabili nei vissuti di abati, re, duchi, guerrieri, monaci, mercanti, professionisti, artisti e gente comune che hanno in qualche modo incrociato - per scelta o per caso - le loro esperienze con le sorti assai alterne di un monastero, passato dalla condizione di potentissima, a volte mal tollerata, istituzione religiosa - assurta finanche alla dignità di abbazia reale - a quella di luogo di implacabili depredazioni e scandalose profanazioni, prima di rinascere ogni volta a nuova vita anche quando la fine sembrava più ineluttabile. -
Cibus in fabula. Per nutrire corpo e mente durante l'infanzia
Venticinque autori hanno narrato trentadue storie, una per ciascuno degli alimenti trattati tipici della dieta mediterranea, tra cui ortaggi, frutta, spezie, condimenti, carboidrati, grassi e proteine, di origine animale e vegetale. Il testo è stato ideato per essere letto e vissuto in famiglia come a scuola; pertanto, ciascun alimento è raccontato anche attraverso una nota scientifica che ne descrive una peculiarità chimico-nutrizionale, storico-culturale o semantica, alcune delle quali sono state gentilmente donate da docenti universitari afferenti a diversi settori scientifico-disciplinari, e da una ricetta, elaborata per condividere in maniera ludica la preparazione di pietanze adatte a grandi e piccini. L’obiettivo dell’opera è far conoscere ai bambini il mondo degli alimenti attraverso la magia dello storytelling. -
Viaggio in ombra
Un viaggio seducente e appassionante, fuori dalle logiche del tempo e dell'ordinarietà, a tratti onirico e alchemico, a tratti metafisico, in cui sovente la metafora trascende in allegoria. Il ritmo narrativo, come sempre, è incalzante e si sviluppa in un crescendo di tensioni emotive che sfociano immancabilmente in un sensazionale colpo di scena. La storia è ambientata a metà degli anni '40 e vede protagonista la giovane maestrina milanese, Miriam Accogli di soli 24 anni, scampata miracolosamente alla ""strage del Gorla"""" (una tragedia che il 20 ottobre del 1944 vide dissolversi nel nulla ed in pochi attimi un'intera scuola elementare di Milano e circa 200 anime tra piccoli alunni e docenti, a causa della deflagrazione di oltre 342 ordigni sganciati dai bombardieri americani sulla popolazione civile dei quartieri milanesi di Gorla e Precotto). L'edificio scolastico fu centrato in pieno. Miriam, unica superstite della strage, per tornare a vivere trova il coraggio di affrontare una sfida fuori da ogni logica che non sia riconducibile a quella del cuore: un viaggio alla ricerca di Salvatore, un giovane militare pugliese che l'ha sedotta e poi abbandonata dopo il congedo definitivo. Miriam non ha alcun riferimento se non il nome ed il cognome del suo amato: Salvatore Continisi. Inizia, così, questo viaggio straordinario e rocambolesco in un Salento immobile, povero, deserto, riarso dal sole d'agosto, battuto dal vento torrido di scirocco, eppure al contempo seducente, magico e misterioso come """"Federico delli Mori, il Duca Bislacco di Biancamorte, soprannominato """"il Mago"""" per alcune bisbigliate dicerie di paese che lo facevano capace di influenzare la sorte e gli eventi, di predire il futuro ed attivare malefici""""; un viaggio carico di emozioni, di incontri e peripezie che porteranno la protagonista a maturare la consapevolezza che la ricerca messa in atto è tesa più a riappropriarsi di se stessa che dell'amato. Una storia anche di emancipazione e di riscatto sul piano del genere e dell'affermazione della femminilità, dunque, negli anni in cui nascere donna, soprattutto nel Mezzogiorno d'Italia, poteva rappresentare ancora una sciagura. Miriam Accogli diventa allora una eroina di quei tempi, ma anche dei nostri tempi, audace e coraggiosissima, disincantata e innamorata, forte e fragile assieme, capace di lasciarsi tutto dietro e di saltare su di un treno del non ritorno per amore della verità."" -
Taranto. I fari gemelli di San Vito e San Paolo
Contributi di Giuseppe d'Agostino, Giuseppe Carlone, Vito D'Onghia, Antonio Labalestra, Nicola Martinelli, Federica Montaldo, Michele Montemurro, Gabriele Rossi, Francesco Rotondo, Enrica Simonetti, Angelo Tursi. -
La mediazione familiare. La cultura del rispetto anche se l'amore non c'è più. Dal conflitto distruttivo alla relazione costruttiva
La pubblicazione tratta della mediazione familiare quale straordinaria ed utile relazione d'aiuto a sostegno della coppia confliggente. La stessa si prone l'obiettivo di recuperare il dialogo e la relazione bruscamente interrotte a causa delle asprezze del conflitto familiare e di rendere gli stessi plenipotenziari delle decisioni da adottare ed afferenti tutte le questioni relative al loro futuro ed in particolare quella dei figli.