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La tazza e il bastone. Storie zen narrate dal maestro Taisen Deshimaru
In queste storie Zen, raccolte e narrate dal maestro Taïsen Deshimaru (alcune di esse risalgono a duemilaseicento anni fa), la straordinaria carica di umorismo e la potenza dello spirito fecondo dello Zen trovano una perfetta esemplificazione. Perché, senza dubbio, ciascuna di esse ci apre una porta e racconta un modo di vedere la realtà. La storia e la leggenda qui sfociano in una verità profonda e racchiudono un significato eterno. Dice un proverbio Zen che, quando ci viene indicata la luna, dobbiamo guardare quest'ultima e non il dito che ce la mostra: ecco un buon metodo da seguire anche nella lettura di questo libro. -
Riccardo II
Inghilterra, 1939. L'ultimo sovrano per diritto divino, Riccardo II, viene deposto e assassinato. Intorno alla figura dell'ultimo discendente di Riccardo Cuor di Leone e Guglielmo il Conquistatore si crea ben presto un alone di mistero: Shakespeare si propone di rappresentare quell'atmosfera, cercando per essa un'adeguata giustificazione psicologica e una solenne espressione poetica. La leggenda di re Riccardo viene narrata nel quinto dei ""chronicle plays"""" shakespeariani, la cui composizione risale al 1595-1596."" -
Sulle fiumane della Grand Central Station mi sono seduta e ho pianto
Una struggente storia d'amore tra i fuochi lontani della guerra. Un uomo sposato si innamora di una giovane donna e fugge con lei. Vengono arrestati e la donna, incinta, subisce il feroce attacco del mondo benpensante. Costruito come un solo, singolo grido di estasi erotica che, senza cambiare di volume o di intensità, diviene grido di agonia, il romanzo della Smart vuole illuminare l'animo femminile. -
Breviario dei politici secondo il cardinale Mazarino
«Nessuno potrà affermare che queste pagine siano state scritte da Mazzarino. Ma l'ombra di lui le investe con la sua impenetrabile densità. Diremo anzi che questo libretto sembra ""costruito"""" sulla sua ombra, sul fascino che essa esercitò, in un sentimento di attrazione e di orrore: costruito da altri, che non erano suoi nemici, e che imbastirono con molta efficacia i frammenti di tutto ciò che egli aveva detto, di ciò che aveva fatto, e, attraverso il cammino disordinato di queste massime, veniva seguita la linea stessa della sua vita. Ma, anche liberando questo 'Breviario' dall'ombra di Mazzarino, esso rimane un testo di uno straordinario interesse e di una forte suggestione. In più d'una pagina è il libro di un grande scrittore che, come in un romanzo, attraverso momenti staccati e tempi frantumati, dà vita a un personaggio unico ». (Dallo scritto di Giovanni Macchia)"" -
Le strategie fatali
"L'enigma si è capovolto: una volta era la Sfinge che poneva all'uomo la domanda dell'uomo, che Edipo ha creduto di risolvere, che tutti noi abbiamo creduto di risolvere, oggi è l'uomo che pone alla Sfinge, all'inumano, la domanda dell'inumano, del fatale, della disinvoltura del mondo verso le nostre azioni, della disinvoltura del mondo verso le leggi oggettive. L'oggetto (la Sfinge), più sottile, non risponde. Ma bisogna pure che disobbedendo alle leggi, eludendo il desiderio, risponda in segreto a qualche enigma. Che cosa resta se non il volgerci dalla parte di questo enigma?"""". La catastrofe è già avvenuta, siamo oltre: a questo riconoscimento deve seguire, per Jean Baudrillard (1929-2007), il tentativo di pensare la nostra nuova condizione senza ricorrere a categorie superate. La scena della storia, dello scambio, del fantasma, del politico, del corpo sono finite; con la loro scomparsa ogni radicalità critica è diventata inutile. Non è più il modo di produzione, è il modo di sparizione a essere avvincente; e, in generale, le cose visibili non trovano fine nell'oscurità e nel silenzio, ma svaniscono nel più visibile del visibile, l'oscenità. Nell'iperreale - la forma estatica di un reale non più frenato dall'illusione - si installano l'inerzia, l'escrescenza, l'ipertelia, l'effetto speciale: le cose, svincolate dalla loro essenza, proliferano all'infinito, si potenziano, assumono una curvatura malefica che mette fine all'orizzonte del senso." -
Lettere
"Tre giovani, problematiche donne, un fratello dall'esistenza e dalla bellezza inquietanti. Il padre al centro. Silenzioso tesse le trame delle loro vite, trame che nelle lettere si allentano, si disfano per ridisegnare un'immagine diversa del gruppo, dei rapporti ora morbosi, ora possessivi che ne legano i componenti la cui storia non è ancora stata scritta. Le lettere ne sono il primo tassello.""""" -
Le centoventi giornate di Sodoma
"Quando, il 14 luglio 1789, la serratura della Bastiglia cedette e la sommossa liberatrice riempì i corridoi di folla, la cella di Sade era vuota. Alcuni giorni prima, il 4 luglio, il governatore aveva chiesto il trasferimento di questo personaggio, il cui umore andava tanto d'accordo con gli avvenimenti. Il disordine di allora ebbe questa conseguenza: i manoscritti del marchese, dispersi, andarono smarriti, scomparve il manoscritto delle 'Cent Vingt Journées'. E questo libro domina, in un certo senso, tutti i libri, poiché contiene la verità di quello scatenamento che l'uomo è nella sua essenza, ma che è obbligato a frenare ed a tacere: eppure, di questo libro che significa da solo, o almeno significò per primo, tutto l'orrore della libertà, la sommossa della Bastiglia fece smarrire il manoscritto invece di liberarne l'autore. Il 14 luglio fu veramente un giorno liberatore, ma alla maniera sfuggente di un sogno. Più tardi, il manoscritto fu ritrovato (nel 1900, presso un libraio tedesco, ed è stato pubblicato solo ai nostri giorni), ma il marchese ne rimase privo: lo credette definitivamente perduto, e questa certezza lo accasciò: era «la più grande disgrazia» scrive «che il cielo avesse potuto riservarmi ». Morì senza poter sapere che in realtà quel libro, che egli immaginava perduto, doveva collocarsi più tardi fra i «monumenti imperituri del passato»."""" (Georges Bataille)" -
Elogio della filosofia
"Nell'Elogio della filosofia Merleau-Ponty avvia una riflessione su quale sia l'essenza e la funzione del pensiero filosofico sia nell'ambito del sapere e della cultura, sia più in generale nella vita. Il sapere filosofico ha la sua origine nella condizione costitutivamente umana del non-sapere, sul modello di quella esperienza socratica che da sempre alimenta e giustifica la tradizione della filosofia e la sua storia. Il rapporto dell'uomo con la verità, il suo modo di avere il mondo, l'espressione profonda della sua libertà vivono e sussistono solo nello scarto e sul fondamento della finitezza di ogni esperienza, nel suo carattere mai risolutivo e mai deciso. Il modo temporale dell'esistenza umana, cioè il suo tratto essenziale e peculiare, è affidato a una presenza mobile che apre continuamente la duplice prospettiva del futuro e del passato, come orizzonti liberi e disponibili a un processo di infinita interpretazione e invenzione. Nel suo 'senso' la filosofia non è mai una dottrina, ma uno stile interpretativo in atto, un atteggiamento descrittivo rivolto al mondo e a noi stessi, e da questo punto di vista la filosofia è da sempre fenomenologica."""" (Dallo scritto di Carlo Sini)" -
La malattia mortale
"In un bilancio dell'attività letteraria svolta nel 1848, Kierkegaard dichiara che 'La malattia mortale è certamente la cosa più perfetta e più vera ch'io abbia scritta' e la sua pubblicazione, come la scelta dello pseudonimo, gli procurò pene di spirito senza numero. Dalle indicazioni lasciate nelle Carte inedite sappiamo che nel suo primo abbozzo l'opera era stata concepita in forma di una serie di 'Discorsi edificanti' (i Talers Form) e riuscì invece il trattato più teoreticamente teso e organicamente costruito della teologia kierkegaardiana. [...] Si può ben dire che nessuno scritto dà, più di questo, il timbro profondo della sua anima e l'esatta impressione del suo potere di scavare i recessi più impervi dello spirito. Possiamo senz'altro dire che con 'La malattia mortale' si compie una nuova crisi definitiva nell'opera kierkegaardiana, che raggiunge la compiuta forma della sua maturità e positività."""" (dallo scritto di Camelia Fabro)" -
Favola della botte
La ""Favola della botte"""" di Jonathan Swift, la cui prima edizione apparve nel 1704, è annoverata tra i massimi capolavori comici della letteratura europea. Viene qui presentata nella magistrale versione di Gianni Celati, che riproduce il tono, l'arguzia sottile, e il largo fraseggio armonico della prosa settecentesca. Oltre a essere un'opera di scatenato divertimento verbale, la """"Favola della botte"""" è un pamphlet filosofico che invita a una riflessione e a una ridefinizione dello spirito del progresso. Come scrive Gianni Celati nella postfazione: «Swift mette alla berlina un presupposto davvero caratteristico della modernità. È il presupposto che il senso comune sia cosa di scarso valore, ed un intralcio per le operazioni della mente. Perciò dovrà essere continuamente trasceso con varie forme di delirio, scientifico, letterario, o religioso». Satira tra le più roventi contro i dogmi del cattolicesimo e del puritanesimo, si allarga in una generale parodia delle mode, della politica, del sapere, mettendo a soqquadro quasi tutte le certezze dell'uomo moderno."" -
I turbamenti del giovane Törless
"Robert Musil è generalmente considerato autore di un solo libro. L'uomo senza qualità, di fatto, è l'opera della sua vita, il traguardo verso il quale, come provano, tra l'altro, i diari, il suo spirito tese sino dalla prima formazione. Se c'è libro, nella storia delle lettere moderne, che possiede carattere di unicum, questo è l'incompiuto romanzo di Musil. In modo, forse, insuperabilmente paradigmatico, l'osmosi tra esistenza e creazione, in questo caso, è tale che il dato autobiografico si scioglie, senza il minimo residuo, nel destino del personaggio; mentre altra forma di esistenza non sentiamo possibile per Ulrich, se non quella grigia, appena intossicata dall'ironia e dall'amarezza, dello scrittore dal destino postumo. Tuttavia Ulrich, il protagonista dell'Uomo senza qualità, ha una sua preistoria, e questa è oggetto di un'opera a sé: Die Verwirrungen des Zöglings Törless. Il libro, per la narrativa degli ultimi cinquant'anni d'importanza fondamentale, è da noi completamente ignorato; in Germania, anche se più letto, è ancora lontano dall'avere avuto il riconoscimento che merita. (...) Mondato di qualche frangia, di qualche svolazzo liberty, 'I turbamenti del giovane Törless' si presenta oggi con la solidità, la precisione, il peso delle opere che reggono al tempo."""" (dalla postfazione di Giorgio Zampa)" -
Bellezza e liturgia. Scritti su cristianesimo e cultura
«In un ritratto il volto è l'idea della persona. L'icona. Il volto è l'idea di chi è raffigurato. L'icona è il tentativo di fissare ed esprimere la visione artistica somma con la quale veniamo a contatto nel momento della creazione. Se l'altare è luogo intelligibile, significa che il confine tra di esso e il mondo dovrà essere segnato da guardie vive e santi reali. L'iconostasi che separa l'altare è una cintura di angeli che sbarra il nostro accesso spirituale al mondo celeste, al luogo intelligibile. E poiché la loro presenza non è sempre evidente a tutti quanti, a ricordarcelo ci sono le icone, tramite le quali ascendiamo dall'immagine all'archetipo». -
Caste e razze seguito da «Principi e criteri dell'arte universale»
«Nel dominio delle forme come in quello dello spirito, è falso tutto ciò che non si armonizza né con la natura vergine, né con un santuario; ogni cosa che sia legittima ha qualcosa della natura da un lato, e del sacro dall'altro». -
Tre furori
«Tre furori. Tre notturni. Tre possessioni. Gli studi qui riuniti riguardano tutti situazioni estreme in cui, nella violenza o nell'inerzia, l'individuo subisce la legge di un potere superiore: Aiace massacra gli armenti; l'indemoniato di Gerasa urla tra le rocce e i sepolcri; la dormente si abbandona allo spavento. Tre poteri oppressivi: Atena, il demone Legione, l'incubo. Figure nelle quali è designato, delineato con chiaro tratto, su sfondo di tenebra, il nemico che toglie all'uomo la padronanza del proprio agire. Figure ostili, nate forse dall'interpretazione che diamo dei nostri stati di impotenza. Figure concepite anche dal desiderio perverso di abbandonarci a chi è più forte di noi, di affidarci a una forza sconosciuta, foss'anche malefica, e di precipitare, nera liberazione, la perdita, lasciando che si verifichi il peggio. Tre accecamenti: la nube fallace oscura la vista di Aiace; il demone rifiuta di sottomettersi al Salvatore; gli occhi della dormente sono chiusi. Gli ossessi sono individui separati: non hanno accesso alla luce. La sciagura, l'errore sta nell'aver cessato di disporre di sé nel momento in cui hanno cessato di dispone della luce. Ma le tre opere mostrano anche il ritorno doloroso e trionfante della coscienza potenziata, il rinascere del soggetto a se stesso, lo spossessamento superato. Dopo l'eclissi demenziale, Aiace ritrova se stesso alla luce di un sapere affilato che esige la morte. Reso libero, l'indemoniato riceve la missione di raccontare la propria liberazione e di diffondere il verbo che l'ha sottratto al Nemico. L'opera di Füssli è la testimonianza di una coscienza incantata ma non sgomenta: l'intelligenza si fa spettatrice dell'accecamento, vede e mostra, in un chiaro disegno, la donna con gli occhi chiusi, la vittima delle tenebre. Un nuovo sapere, una nuova parola, una nuova vista: ecco dove si giunge, quando si è traversato il furore e l'assenza. Ma occorre che le energie spese per il ritorno a sé siano forti a sufficienza. Altrimenti non si giunge in alcun luogo e il furore non è altro che un inabissarsi e un dissolversi nella notte». -
Avventure d'un abate vestito da donna
Il Settecento è il secolo dei travestimenti per eccellenza. Lo stesso autore venne costretto fin dall'infanzia a vestirsi da bambino, per seguire l'esempio del fratello del futuro Re Sole, indotto a indossare abiti femminili dal cardinal Mazarino. Il libro che presentiamo ha dunque un carattere autobiografico, ed è un documento di eccezionale interesse. Grazie alle vesti femminili indossate con ineguagliabile eleganza, François de Choisy, divenuto Abate, seduce leggiadre fanciulle a cui fa prendere abiti e nome maschile, in un gioco di travestimenti e di sdoppiamenti senza fine. Che un abate si vesta da donna, che si unisca in matrimonio con una fanciulla vestita da uomo, che questi e altri fatti qui narrati siano realmente accaduti nella Francia di Luigi XIV, è un'ulteriore testimonianza dell'eccezionalità di quell'epoca straordinaria che fu il Settecento francese. -
L' ano solare
«I due principali movimenti sono il movimento rotativo e il movimento sessuale, la cui combinazione è espressa da una locomotiva composta di ruote e pistoni. Questi due movimenti si trasformano l'uno nell'altro reciprocamente. È così che si vede che la terra girando fa accoppiare gli animali e gli uomini e (poiché il risultato è tanto la causa quanto ciò che lo provoca) che gli animali e gli uomini fanno girare la terra accoppiandosi. È la combinazione o trasformazione meccanica di questi movimenti che gli alchimisti ricercavano sotto il nome di pietra filosofale. È per l'impiego di questa combinazione di valore magico che la situazione attuale dell'uomo è determinata in mezzo agli elementi ». Con uno scritto di Sergio Finzi. -
Eugénie de Franval
«Ponendosi fuori dell’umanità, Sade ebbe nella sua lunga vita una sola occupazione, che decisamente lo avvinse: quella di enumerare fino alla stanchezza le possibilità di distruggere degli esseri umani, di distruggerli e godere al pensiero della loro morte e della loro sofferenza. Una descrizione esemplare, fosse stata anche la più bella, non avrebbe avuto grande significato per lui. Soltanto l’enumerazione ininterrotta, monotona, aveva il potere di aprire davanti a lui il vuoto, il deserto al quale la sua furia tendeva. […] Ma Sade si trovava in questa situazione morale: molto diverso dai suoi eroi, nel senso che spesso dimostrò sentimenti umani, conobbe degli stati di sfrenatezza e di estasi che gli sembrarono prova di alta sensibilità, se paragonati alle possibilità comuni. Egli ritenne di non potere o dovere eliminare dalla sua vita questi stati d’animo pericolosi, ai quali lo costringevano i suoi desideri invincibili. Invece di dimenticarli, come avviene di solito nei momenti di normalità, egli osò guardarli bene in faccia e si pose la domanda abissale che in realtà essi pongono a tutti gli uomini.» (Dallo scritto di Georges Bataille) Scritto in sei giorni nel marzo del 1788, ""Eugénie de Franval"""", il trionfo dell’incesto, com’è stato definito, e il miglior racconto di Sade, fu così giudicato dal suo autore: «Non c’è racconto o romanzo in tutta la letteratura europea in cui i pericoli del libertinaggio siano illustrati con altrettanta forza»."" -
Il supermaschio
"Come gli eroi di Sade, come Saint-Fond, come Clairwill, come l'incredibile Minski, Marcueil non è Surmâle soltanto per il suo eccezionale vigore sessuale, ma anche perché, attraverso l'esplosione di un'infinita energia, egli fa in sé l'esperienza della morte di Dio e si abbandona per un attimo all'orgoglio incontenibile di essere il primo esemplare di una razza nuova, l'uomo post deum mortuum di cui parla, nei Demoni, Kirìllov quando dice: «la storia sarà divisa in due parti: dal gorilla fino alla distruzione di Dio, e dalla distruzione di Dio fino alla trasformazione fisica della terra e dell'uomo». Quando Bathybius entra nella stanza in cui si è svolto il parodistico superamento dei limiti delle forze umane, un tale abisso separa Marcueil da «quella creatura vestita, canuta e con una barba scimmiesca», che egli lo saluta come un dio saluterebbe un comune mortale: «Chi sei, essere umano?». E questa sovrana integralità dell'Energia sta anche al fondo della passione di Marcueil per l'infinito numerico, simile al furore che muove i personaggi di Sade verso le loro vittime, come se la loro riduzione a numero fosse una delle forme principali della voluttà dei carnefici: «Rien n'amuse, rien n'échauffe la téte comme le grand nombre». L'uomo integrale dell'Energia è l'uomo-dio della tecnica, l'uomo che nel massacro divino scopre la sua infinità e pensa coerentemente la propria essenza a partire dalla nuova prospettiva che l'assenza di dèi gli rivela. Nella sua aspirazione a nascondersi per sopravvivere, Marcueil non sarebbe allora altro che una specie di negativo del Superman della tecnica, e, nell'insolenza del suo riso, suonerebbe l'antica pretesa titanica al potere celeste degli dèi."""" (Dallo scritto di Giorgio Agamben)" -
L' eterno marito
"'L'eterno marito' è la storia di Pavel Pàvlovièc Trusockij, un notabile di provincia che dopo la morte della moglie parte per Pietroburgo allo scopo di ritrovarne gli amanti. Il racconto mette pienamente in luce il fascino che esercita sui protagonisti dostoevskijani l'individuo che li umilia sessualmente. Per capire questo masochismo bisogna dimenticare il bagaglio medico che abitualmente lo oscura al nostro sguardo e leggere, molto semplicemente, """"L'eterno marito"""". In Trusockij non vi è un desiderio di umiliazione nel senso consueto del termine. L'umiliazione costituisce, piuttosto, una esperienza così terribile che inchioda il masochista all'uomo che gliel'ha inflitta o a coloro che gli somigliano."""" (René Girard)" -
Il corvo. Testo inglese a fronte
"Un Corvo che monotonamente ripete una sola parola, 'Nevermore', alla conclusione di ogni stanza, in una poesia di tono melanconico. Ora, senza così perdere di vista la supremeness, o perfezione, in ogni punto, mi chiesi: 'Fra tutti gli argomenti melanconici, qual è, secondo il concetto universale dell'umanità, il più melanconico?'. La Morte - fu l'ovvia risposta. 'E quando è più poetico questo argomento, fra tutti il più melanconico?'. Dopo quanto ho già abbondantemente spiegato, la risposta fu ovvia: 'Quando è più strettamente congiunto alla Bellezza, dunque la morte d'una bella donna è il tema più poetico del mondo e le labbra più adatte a tale argomento sono quelle di un amante orbato dell'amata."""" (Dalla """"Filosofia della composizione"""" di E. A. Poe)"