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Taccuini d'arte. Rivista di arte e storia del territorio di Modena e Reggio Emilia (2018). Vol. 11
Il volume undicesimo di Taccuini d'Arte, la rivista annuale del territorio e dei musei civici di Modena e Reggio Emilia, si presenta quest'anno particolarmente ricco di contributi e ricerche inedite. A partire dal saggio di Jasmine Habcy sul pittore fiammingo Jan van Gelder (1621-1685), al servizio dei Gonzaga di Novellara, del quale si pubblicano alcune inedite carte conservate presso l'Archivio storico del comune emiliano. Una inedita e circostanziata ricostruzione degli affreschi di Pellegrino da Modena (1465-1523) in San Giacomo degli Spagnoli a Roma viene indagata da Minto, mentre Pierguidi fa il punto sulla nascita del concetto di ""Maniera"""" in relazione alla breve, ma fulminante carriera artistica di Raffaellino da Reggio (1550-1578). Nuove interessanti precisazioni sui dipinti cinquecenteschi di Francesco Bissolo e Niccolò Frangipane della Galleria Estense di Modena sono presentate da Michele Danieli; Enrico Ghetti, invece, presenta il primo, inedito, disegno del pittore tardocinquecentesco Gaspare Venturini. Dei primissimi anni del Novecento è invece l'inedito disegno di Giovanni Costetti (1874-1949) pubblicato da Bigi Iotti in un saggio che fa il punto sugli anni fiorentini del pittore e scrittore di origine reggiana e indaga il suo rapporto con gli artisti del cenacolo baccariniano faentino."" -
Disegni antichi della Pinacoteca di Faenza. La collezione Giuseppe Zauli. Ediz. illustrata
Questo volume nasce dal ritrovamento nei depositi della Pinacoteca di Faenza di un corpus di circa 60 disegni provenienti dalla collezione di Giuseppe Zauli. La collezione fu acquistata dalla Municipalità nel 1797 per la nascitura scuola del disegno. Con l'occasione della schedatura scientifica dei fogli ritrovati, quasi tutti inediti, è stata approfondita la figura di Giuseppe Zauli. Sauro Casadei ne ha scritto un profilo biografico: la vita privata, il docente e fondatore della scuola di disegno, gli incarichi pubblici, il conoscitore apprezzato anche da Luigi Lanzi, il collezionista che acquisì la raccolta del grande incisore Giovanni Bernardi conosciuta anche da Vasari, il fondatore della Pinacoteca e tutore del patrimonio artistico della città, per finire con il suo rapporto con l'illustre allievo Tommaso Giulio Zavatta si occupa invece del fondo di disegni ritrovato: una contestualizzazione nell'ambito delle nascenti scuole di disegno ha ampliato notevolmente gli orizzonti: la cattedra fu molto ambita e fu assegnata a Zauli non senza la presenza di agguerriti competitori, come Francesco Alberi. La questione inoltre assunse una dimensione nazionale, e coinvolse il ministro della Repubblica Cisalpina Daniele Felici Cappello e il celebre artista Andrea Appiani. Vengono quindi analizzati gli stretti rapporti di Giuseppe Zauli con il maestro Gaetano Gandolfi e vengono così contestualizzati numerosi disegni gandolfeschi ancora presenti in collezione, oltre ai fogli di Giacomo Cavedone, Felice Cignani, Ercole Graziani, Francesco Monti, Vittorio Maria Bigari, Marcantonio Franceschini. I disegni dimostrano una sostanziale continuità con i gusti dell'Accademia di Bologna, della quale Zauli fu allievo. Un saggio particolare è infine dedicato ai fogli di Ferraù Fenzoni provenienti dalla raccolta Zauli. -
Duplex. Cristian Chironi, Margherita Moscardini. Catalogo della mostra (Bologna, 3 febbraio-3 marzo 2018). Ediz. illustrata
Cristian Chironi, Margherita Moscardini. Due ex-studenti dell'Accademia di Belle Arti di Bologna oggi rinomati artisti a livello internazionale tornano insieme a Bologna nella mostra ""Duplex"""" nell'Aula Magna dell'Accademia. Un confronto necessario con gli studenti e con la città a qualche anno di distanza."" -
La fatica, la volontà e l'orgoglio. Cent'anni di vetrine a Rimini. Ediz. illustrata
"«Vedo i negozi che non ci sono più». Se questo catalogo fosse un film, potrebbe essere una versione mercantile del 'Sesto senso', il thriller del 1999, con il bambino che soffre di allucinazioni e vede «la gente morta». Ma questo remake sarebbe più nostalgico che inquietante, com'è naturale nella città di Fellini, dove la nostalgia è diventata una specialità tipica da assaporare, meglio se in compagnia, come la piada con lo squacquerone e la rustida di pesce. Anche perché i negozi, a differenza delle persone, non muoiono mai del tutto. Almeno, non qui a Rimini. Per un processo simile e opposto alla metempsicosi, non è la loro anima a trasmigrare in un nuovo corpo, ma è il loro corpo - fatto di mura, di retrobottega, di licenze e destinazioni d'uso - a venire abitato da una nuova anima, un nuovo esercizio commerciale più adeguato ai tempi, alle richieste del mercato, ai mutamenti della clientela."""" (Lia Celi). Prefazioni di Andrea Gnassi, Arturo Pane e Fabrizio Moretti." -
Il gioco cavalleresco nella Bologna del Seicento. Catalogo della mostra (Bologna, 6 febbraio-31 marzo 2019). Ediz. illustrata
"Qualche tempo fa Paola Goretti presentò agli studiosi ed al pubblico una piccola parte delle numerose opere grafiche presenti nel Gabinetto Disegni e Stampe annesso alla Pinacoteca Nazionale di Bologna. In un suo scritto affidato al web la volle battezzare 'Araldica piumata', alludendo, con un alato 'giro di parole', al fatto che i trionfi di piume di struzzo, di pavone, di airone e via dicendo, stretti in aigrette od asprì, alludessero in qualche modo all'araldica bolognese sia nei colori che nelle figure. Quello scritto giungeva dopo che studiosi del calibro di Franco Cardini e Lionello Giorgio Boccia avevano investigato quali fossero i sistemi simbolici e auto-rappresentativi della nobiltà di antico regime, ed in specifico anche bolognese, nel periodo di passaggio tra Rinascimento e Barocco."""" (Dalla Prefazione di Mario Scalini)" -
Sislej Xhafa. Ediz. italiana e inglese
Libro monografico sull'artista internazionale Sislej Xhafa con un saggio critico di Giacomo Zaza. Il volume non soltanto analizza e documenta la performance «Segment on the air» realizzata a Novoli (Lecce) il 14 gennaio 2017, nell'ambito del progetto FòcarArte in occasione del rituale ancestrale del grande falò propiziatorio eretto in onore di Sant'Antonio Abate, ma offre un'attenta ricognizione della pratica artistica di Xhafa, documentandone numerose tappe significative. A contatto con la poderosa catasta di fascine della Fòcara, alta venticinque metri, al centro della piazza Tito Schipa a Novoli, Sislej Xhafa sperimenta un'azione portatrice di nuove idee e significati, nuove riflessioni che s'insinuano nelle nostre trame culturali. «Segment on the air» prende spunto dal senso dell'unità che contrassegna il gruppo dei contadini costruttori del falò. Tuttavia si manifesta come un'azione ludica che vede la partecipazione di un ""corpo"""" di sicurezza e vigilanza del Salento, area meridionale della Puglia. Durante la performance un gruppo di uomini in uniforme d'ordinanza evade dalla propria routine, ponendosi fuori dai codici della realtà: anziché fornire un servizio di sicurezza intorno al falò si dedicano al passaggio di un palloncino rosa. Qui sembra di assistere ad un """"entr'acte"""" che interrompe qualsiasi regime semantico e qualsiasi discorso impostato da strutture e sovrastrutture di pensiero della nostra contemporaneità."" -
Nuovo Cinema Adriatico. Ediz. italiana e inglese
Roberto Pari e Sergio Tani sono andati in pescheria ad acquistare i loro personaggi, li hanno maneggiati, si sono sporcati le mani. Intanto avevano ricreato i set di alcuni capolavori della cinematografia mondiale. Questa loro operazione può rimandare a migliaia di altri mondi fatti di cose da nulla, di tutte quelle cose che sembrano non contare niente, piccoli oggetti insignificanti, erbe selvatiche, scatole vuote, insetti o larve, che il nostro vivere, attento solo alle necessarie banalità, non ci permette di vedere. Se volessimo, cioè, partire dal cinema, dai capisaldi della sua storia, scelti dai Paritani, sarebbe altrettanto interessante l’operazione di ridimensionamento d’ogni “mostro sacro” al livello del nostro vivere quotidiano, del nostro nuotare in un mare dai bassi fondali, del nostro venire pescati e venduti sui banchi del mercato. Il portare sullo stesso piano il sacro e il profano è sempre stata prerogativa indiscussa di una certa espressione artistica di matrice popolare. Questa operazione passa attraverso la capacità dell’artista di vedere attraverso lo sguardo dell’ironia, quando non addirittura di rendere comica la materia da lui trattata... -
Georg Zuter. Catalogo della mostra (Bologna, 18 maggio-13 giugno 2019). Ediz. a colori
La storia di Georg Zuter comincia nella natia Germania perché studia prima alla Werkunstschule di Dortmund e poi alla Hochschule fur der Bildende Kunst di Berlino. A 23 anni, nel 1965, è già un artista astratto, la sua strada è intrapresa perché non cede alle seduzioni della materia che l'Informale, negli stessi anni, rivaluta con le alte paste, gli spessori, il colore a olio che si materializza in grumi e sedimenti. Né tantomeno viene affascinato dalla tradizione espressionista della sua storia dell'arte, per l'esasperazione delle figure deformate dal male di vivere. Punta direttamente ad un'essenzialità degli elementi che è ricerca dell'assoluto, principio percettivo non solo di razionalità visiva, ma anche direzione di ricerca per una strada diretta alla comunicazione con il fruitore. Artista non figurativo o aniconico, Zuter mette insieme un'esperienza formativa grafica e tipografica che al sud Italia scopre tonalità calde. Diventa non a caso un autore che si dedica al colore, ma dalla Sicilia non riceve l'impetuosità della forma, l'accelerata circolazione del sangue e le animazioni barocche. Porta il suo universo mentale e culturale a incontrarsi con il sole. ""Zuter è infatti uno dei pochi pittori capaci di fare una pittura astratta geometrica utilizzando le ocre; è fra i pochi a saper accordare i marroni e i beige con il bianco e con il colore, con un effetto di rasserenante equilibrio. È proprio un gioco di sbalzi, di contaminazioni: come in tutti i giochi percettivi, le campiture si condizionano a vicenda, e il colore provoca una vibrazione che sollecita la vista'"""". Il color piatto si mette in relazione con una forma senza volume. Tutto è piatto ma significante, la mancanza di iconicità è la premessa per una liberazione della comunicazione con il fruitore che non viene distratto da altro che non dalla forma-colore in purezza. La casualità sta nell'invenzione, nel motivo che porta un artista a ritirarsi a dipingere, ma l'esecuzione segue andamenti mentali geometrico-lineari davanti a cui il caso si arresta."" -
Zino. Bad dream. Catalogo della mostra (Rimini, 14 giugno-13 luglio 2019). Ediz. a colori
Il titolo della mostra Bad Dream, letteralmente incubo, mi è stato suggerito dall'artista stesso qualche mese fa quando mi presentò il suo progetto mandandomi una cartella via email così nominata, composta da un testo che raccontava in sintesi il nuovo ciclo e da una serie di lavori già conclusi. Prima di leggere la spiegazione poetica, guardo le immagini. Conoscevo già Zino, l'artista, seguivo lo sviluppo del suo lavoro ed ero ansiosa di vedere i risultati della sua ricerca. Immediatamente mi sono chiesta: «Perché Bad Dream? Dove sta il brutto sogno in opere che di primo impatto visivo, con il colore sgargiante di cui son fatte, appaiono piuttosto il corrispettivo del tripudio di una fantasia lisergica? E perché incubo se i soggetti rappresentati sono tutti provenienti dalle migliori pagine di storia dell'arte?». -
Revolutions 1989-2019. L'arte del mondo nuovo 30 anni dopo. Ediz. a colori
Crolla il Muro di Berlino e nasce Internet. Un ragazzo cinese si ferma davanti a un carroarmato in piazza Tienanmen e finisce l'Unione Sovietica. Il Milan di Sacchi conquista l'Europa e in Italia si giocano i campionati mondiali di calcio. Il Partito Comunista Italiano diventa Partito Democratico della Sinistra e i Nirvana, con Nevermind, portano al successo il grunge, gli italiani scoprono i telefonini e scoppia la prima Guerra del Golfo. Di quelle esperienze, la mostra Revolutions testimonia, attraverso oltre sessanta opere, l'ottima salute dei giovani italiani, nati generalmente tra gli anni '50 e i '60. Una fitta rete che si estende da nord a sud, dalle metropoli alla provincia, confermando ancora una volta l'Italia come un Paese multicentrico. -
B-archive. Le opere donate all'Archivio della Biennale Disegno Rimini. Ediz. a colori
Nel corso delle tre edizioni della Biennale del Disegno (2014, 2016, 2018) molti artisti e collezionisti hanno deciso di donare un'opera - un disegno - al Museo della città di Rimini. La conservazione, la valorizzazione e l'implementazione di questo primo nucleo di opere d'arte sono stati all'origine dell'Archivio Biennale Disegno. Il lavoro appassionato di Franco Pozzi, Piero Delucca, Annamaria Bernucci e della sottoscritta, con l'appoggio incondizionato dell'ex assessore alle Arti del Comune di Rimini, nonché curatore della Biennale Disegno, Massimo Pulini, si è concentrato, pertanto, in un primo momento, nell'acquisizione di nuove opere d'arte. Nei giorni conclusivi della Biennale 2016, in particolare, e 2018, sono stati organizzati, infatti, dei momenti di incontro con la cittadinanza per presentare pubblicamente i disegni donati, con relativa eco della stampa. Solamente alla fine dell'edizione 2018 ci si è resi conto che il numero delle opere donate era davvero rilevante e che questo primo nucleo poteva rapidamente crescere e trasformarsi in una collezione vera e propria. Il Museo di Rimini non possiede una collezione di disegni in senso stretto e anche per questa ragione... -
Il senso di Celentano. I temi ricorrenti, la sua filosofia di vita, il Celentano-pensiero
Questo libro non si propone di offrire risposte univoche: vuole, piuttosto, provare ad interpretare il pensiero di uno dei più grandi artisti italiani, raccontando nel dettaglio il vissuto, la filosofia e l'amore che hanno ispirato le sue canzoni. Non è un libro sulla biografia artistica i Celentano, ma un tentativo di svelarne la sua filosofia. Dal 1962, Celentano è stato l'unico artista italiano che si è reso indipendente, producendo autonomamente le proprie opere, senza avere accettato mai l'ingerenza di una casa discografica esterna, nel bene e nel male. Ventinove brani accuratamente selezionati e analizzati, e un artista da svelare. Presentazione di Gianni Dall'Aglio. -
Open space. Francesco Zavatta. Catalogo della mostra (Busto Arsizio, 16 novembre-8 dicembre 2019)
Catalogo della mostra a cura di Giuseppe Frangi - Palazzo Marliani Cicogna - 16/11/2019 - 08/12/2019. -
Jorano Stoppazzoni. 1929-2017. Ediz. integrale
Il volume raccoglie molta della pittura di Jorano Stoppazzoni realizzata nel corso di più di sessant'anni, durante numerosi viaggi nel Mediterraneo e in studio. E' una mole di lavoro che comprende soggetti diversi, dal paesaggio alla figura alla natura morta. Sono affrontati tutti con una intensa partecipazione che consente all'artista di coglierne ed evidenziare anche aspetti particolari attraverso tecniche e modi non sempre parte di una ortodossia pittorica. Il volume ha una premessa a cura della Prof. Carmen Lorenzetti, docente di arte contemporanea presso l'Accademia di Belle Arti di Bologna. Il percorso artistico e la biografia di Jorano sono del Prof. Floriano Ferri, già professore associato presso l'Ateneo bolognese. -
Alfonso Lombardi. Il colore e il rilievo. Un dialogo tra le arti a Bologna nel segno di Raffaello. Catalogo della mostra (Bologna, 4 marzo-7 giugno 2020). Ediz. illustrata
L'anno delle celebrazioni per il cinquecentenario della morte di Raffaello offre l'occasione di ricordare a Bologna Alfonso Lombardi (Ferrara 1497 ca. - Bologna 1537), abile plasticatore nel solco della tradizione padana rinnovatasi alla luce della diffusione dello stile dell'Urbinate a nord degli Appennini. La sua fama sovranazionale dello scultore, attestata dalla Vita che gli dedicò Giorgio Vasari, emerge della rete di relazioni da lui intrattenute con i potenti del momento, come il duca di Mantova Federico II Gonzaga, il re di Francia Francesco I, il cardinale Ippolito de' Medici e l'imperatore Carlo V. La mostra racconta in quattro sezioni il breve ma fulgido percorso dello scultore ferrarese in Emilia. La prima sezione ne accompagna i passi presso la corte di Ferrara, dove i cantieri promossi dal duca Alfonso I d'Este gli dischiudono il precoce incontro con la maniera moderna... -
Taccuini d'arte. Rivista di arte e storia del territorio di Modena e Reggio Emilia. Ediz. illustrata. Vol. 12
Taccuini d'Arte, la rivista annuale del territorio e dei musei civici di Modena e Reggio Emilia. -
EX3. Andrea Galvani, Andrea Nacciarriti
EX3 ha in quest'edizione un carattere singolare proprio per il contesto espositivo: dedicato al rapporto con la scienza, la tecnologia e la relazione di queste con le arti. La Fondazione approfondisce i legami tra le varie discipline soprattutto con educational e workshop dedicati agli studenti delle medie, superiori e università in modo da aprire prospettive e coltivare esperienze che poi i giovani possono mettere in pratica, contribuendo a creare nuovi ponti con un futuro in rapido mutamento. -
Stefano Fioresi. My interior. Ediz. italiana, inglese e tedesca
Il tema del ""quadro nell'immagine"""" è stato rappresentato dall'artista surrealista Magritte nell'opera La condizione umana e successivamente ripreso nei suoi dipinti. Siamo dentro una stanza di fronte a una finestra che mostra un paesaggio. La parte centrale è coperta da una tela dipinta in piedi su un cavalletto. Il lavoro analizza il confine tra realtà e rappresentazione e rivela l'illusione ottica di sovrapposizione del paesaggio sulla tela con quello esterno alla finestra. Ma nelle sue opere rimane il mistero della demarcazione tra realtà e materiale, sogno e realtà, tipici del surrealismo, e il motivo dell '""""immagine nell'immagine"""" ritorna. Il ciclo di Stefano Fioresi """"My interior"""", è composto da venti grandi tele che riproducono esattamente l'interno di un loft, camere con vista su Brooklyn Bridge o Manhattan con lo skyline di New York (tra cui si trova l'edificio Chrysler). Tuttavia, l'effetto di alienazione di queste immagini non è costituito dall'""""immagine nell'immagine"""", perché le opere d'arte appaiono naturali in questo ambiente, ma perché una zebra appare in tutte le stanze al piano terra, adattandosi immediatamente perfettamente alla scena in bianco e nero..."" -
Solstizio d'estate. Estate 2020 mai così attesa. Ediz. illustrata
La collettiva alla Galleria Zamagni - una mostra che raccoglie 36 artisti. -
Dimorare. Arte sementi e grani a Villanovaforru. Ediz. illustrata
L'archetipo della creazione/produzione. A questo binomio, centrale nella poetica dell'artista tedesco Joseph Beuys, è dedicata la mostra ""Dimorare"""" (titolo scelto quale risultato di una sovrapposizione consequenziale dei concetti di vita, abitazione, radicamento e comunità), organizzata dall'Associazione Culturale Aequamente ed ospitata nel Museo Archeologico ubicato presso l'ex Monte Granatico di Villanovaforru, pregevole esempio di edilizia civile in Sardegna. Un luogo altamente significativo per la storia del paese (in esso si conservano i reperti rinvenuti nel villaggio nuragico Genna Maria dove è documentato il culto di Demetra), che proprio nel grano ha condensato la sua ricchezza e la sua storia. Duplicità quella tra creazione e produzione riecheggiata dal percorso che da un lato, attraverso l'architettura, rinvia al grano quale specificità produttiva del luogo, dotata di un precipuo potenziale economico e sociale, dall'altro, mediante le opere esposte, ne esalta il valore puramente spirituale, aprendo la riflessione alternativamente alla dimensione mitica e a quella esistenziale.""