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Dante e i confini del diritto
Questo saggio rappresenta il primo studio complessivo della struttura giuridica su cui si regge la Divina Commedia, colmando in questo modo una lacuna nella bibliografia critica del poema. Justin Steinberg mostra come Dante immagini un aldilà dominato da leggi, giurisdizioni, funzionari e giudici, servendosi però di questo sistema articolato per esplorarne soprattutto le eccezioni. L'autore della Commedia viene così inserito nel dibattito contemporaneo sui rapporti fra letteratura e diritto, sullo stato d'eccezione e sulla sovranità. Dante sentiva che nel mondo reale il sistema giuridico era sempre più minacciato dalla doppia crisi della Chiesa e dell'Impero, dagli abusi e dagli eccessi dei papi e dall'assenza di un vero imperatore. Steinberg mostra come la costruzione dantesca di un oltremondo cerchi di colmare il vuoto che esisteva fra il valore universale del diritto romano e la mancanza di un potere sovrano in grado di applicarlo. -
Sonnambuli verso un nuovo mondo. L'affermazione dei comuni nel XII secolo
Nel quadro della disintegrazione del Regno d'Italia, tra XI e XII secolo, una nuova forma di governo collettivo - il comune - si affermò nelle città del Centro e del Nord. Sonnambuli verso un nuovo mondo considera questo processo in modo profondamente nuovo, mutando completamente la nostra lettura di una delle più importanti novità politiche e culturali del mondo medievale. Grazie al quadro articolato delle strutture sociali e di potere di tre città - Milano, Pisa e Roma - poste poi a confronto col vivace sfondo delle altre città italiane, Chris Wickham mostra come lo sviluppo di una delle prime forme di governo non regio dell'Europa medievale si sia compiuto senza che gli esponenti delle élite cittadine fossero realmente consci di creare qualcosa del tutto nuovo, muovendosi come sonnambuli, senza una chiara consapevolezza del radicale mutamento in atto. -
The art of medieval Hungary
With this book, the Hungarian Academy of Rome offers to the medievalist community a thematic synthesis about Hungarian medieval art, reconstructing, in a European perspective, more than four hundred years of artistic production in a country located right at the heart of Europe. The book presents an up-to-date view from the Romanesque through Late Gothic up to the beginning of the Renaissance, with an emphasis on the artistic relations that evolved between Hungary and other European territories, such as the Capetian Kingdom, the Italian Peninsula and the German Empire. Situated at the meeting point between the Mediterranean regions, the lands ruled by the courts of Europe west of the Alps and the territories of the Byzantine (later Ottoman) Empire, Hungary boasts an artistic heritage that is one of the most original features of our common European past.The book, whose editors and authors are among today’s foremost experts in medieval art history, is divided into four thematic sections – the sources and art historiography of the medieval period, the boundary between history, art history and archaeology, church architecture and decorations, religious cults and symbols of the power –, with a selection of essays on the main works of Hungarian medieval art held in museums and public collections. -
Musa medievale. Saggi su temi della poesia di Venanzio Fortunato
Venanzio Fortunato, poeta latino del VI secolo, ha costituito un ponte tra la cultura antica e quella medievale. Nato a Valdobbiadene e formatosi a Ravenna, estremo fortilizio italico della cultura classica, Venanzio visse nella ferrosa Gallia merovingia, dove poté brillare come poeta grazie al riparo offertogli da Radegonda e Agnese, nobildonne ritiratesi in un monastero con le quali intrecciò un affettuoso legame cantato in versi che sembrano anticipare la lirica cortese. Profondo conoscitore dei classici ma anche ardito sperimentatore, è stato a sua volta considerato un classico e perciò è stato ammirato e imitato da un nutrito stuolo di poeti medievali, Dante compreso, ma qualcosa della sua poesia si rintraccia ancora in Foscolo, Huysmans, Joyce e perfino in Reinhold Messner e anche nella musica di Pierluigi da Palestrina, Giacomo Puccini e, inaspettatamente, di un gruppo tedesco folk metal. Al di là delle riprese puntuali, a Venanzio la tradizione poetica occidentale deve soprattutto lo spudorato rilancio di quel gusto per le scintille di parola che secoli dopo si chiamerà barocco. -
Il mestiere di storico (2016). Vol. 1
Il Mestiere di Storico è il semestrale della Società Italiana per lo Studio della Storia Contemporanea (SISSCo). Raggiunge direttamente gli oltre 700 membri dell'Associazione e ha l'obiettivo di presentare e discutere criticamente la produzione storiografica italiana e sull'Italia e di farla dialogare con la produzione storiografica internazionale. In ogni fascicolo vengono recensiti tra i 150 e i 200 volumi. La rivista ospita anche tavole rotonde su libri di particolare rilievo, recensioni di mostre, musei, film, fiction televisive, romanzi storici, memorie e documenti. Nel secondo fascicolo dell'anno pubblica anche una rassegna degli articoli comparsi sulle più rilevanti riviste italiane di storia e sulle riviste straniere che si occupano di storia italiana. La rivista è anche aperta alla pubblicazione di articoli sottoposti a peer reviewing, e copre tutte le aree della storia italiana e mondiale relativamente ai secoli XIX e XX. -
L' archivio Orsini. La famiglia, la storia, l'inventario
Completata l'inventariazione generale dell'Archivio Orsini, con questo volume si vuole offrire al pubblico degli studiosi ulteriori strumenti per orientarsi nelle complesse ramificazioni della famiglia e della documentazione. Viene approfondita la ricostruzione storico-genealogica dei principali rami familiari la cui memoria cartacea è arrivata fino a noi (Bracciano, San Gemini, Gravina); si illustrano le vicende di altri rami e di altre famiglie la cui documentazione, nel tempo, per i motivi più disparati, si è aggregata a quella degli Orsini di Bracciano; viene ripercorsa, inoltre, la formazione e l'evoluzione dell'archivio dal XVI secolo e, infine, viene illustrata la sua struttura in tutte le sue parti. Il volume è corredato da una appendice con tavole genealogiche e da tabelle che riconducono i documenti più antichi della serie delle pergamene ai rispettivi rami produttori. -
Alboino. Frammenti di un racconto (secc. VI-XI)
Alboino è il re dei Longobardi che nell'anno 568 prese l'Italia con un grande esercito di barbari, fondandovi un regno che sarebbe resistito per oltre due secoli. Pochi mesi dopo la conquista, il grande sovrano veniva assassinato nel suo palazzo di Verona da alcuni uomini del suo seguito con la complicità della moglie. La figura di Alboino proiettò un'ombra obliqua sulla vicenda del regno, divenendo un personaggio di primaria importanza per la storia e l'autorappresentazione dei Longobardi. In un processo apparentemente contraddittorio, il suo racconto si arricchì nella testimonianza degli autori che vissero sempre più distanti dagli anni della sua morte, guadagnando elementi narrativi che riflettevano necessità contemporanee. Restituite al loro contesto, le narrazioni sul re permettono di dischiudere un angusto accesso che tortuosamente conduce il lettore alla secolare storia dei Longobardi e all'evolversi della loro identità. -
Il lavoro delle donne nelle città dell'Europa moderna
Come viveva una lavoratrice in una città dell'Europa moderna? Che opportunità le si offrivano e quali barriere si opponevano alla sua carriera lavorativa? Quali attività poteva svolgere e a quali salari poteva aspirare? Artigiane, commercianti, balie e prostitute, ma anche mercantesse, artiste, giornaliste e capitane d'industria, le donne ebbero un ruolo fondamentale nell'evoluzione economica della società europea, nonostante i molti limiti che leggi e tradizioni imposero alla loro libertà di azione e movimento. Sulla base di un'ampia bibliografia internazionale e di inedite ricerche d'archivio, questo libro offre una ricca panoramica delle attività economiche delle donne nelle case e nelle botteghe, sulle strade e nei mercati, nei conventi e negli ospedali, inserendole nei grandi mutamenti che caratterizzarono l'età moderna, dalla globalizzazione all'industrializzazione, dalle riforme religiose alla rivoluzione dei consumi, nell'ambito di una vasta area geografica, che va dall'Italia alla Scandinavia, dalla Spagna alla Polonia. -
Generare, partorire, nascere. Una storia dall'antichità alla provetta
Il volume ricostruisce la storia del parto e della nascita in Occidente dal mondo antico ai nostri giorni, analizzandone gli snodi e i cambiamenti più significativi: la fondazione del discorso medicoscientifico nella Grecia antica, la svolta impressa dal cristianesimo, l'affermarsi della figura del chirurgo-ostetrico nel Settecento, la medicalizzazione del parto, fino alla rivoluzione delle tecnologie riproduttive del Novecento. In un percorso appassionante ripercorre una storia tutt'altro che lineare, progressiva od omogenea; densa di permanenze, oltre che di trasformazioni; di confronti, scontri, conflitti. La scelta di tenere insieme ""generazione, gravidanza-parto e nascita"""" esprime l'intento di mettere a fuoco l'evento nella sua interezza e di considerare tutti i soggetti coinvolti, il cui ruolo e rilevanza mutano in relazione alle forme di rappresentazione, risultando cruciali nel condizionare pratiche e principi deontologici. La storia è indagata nelle sue molteplici sfaccettature culturali, sociali, religiose, da cui discendono rituali e pratiche terapeutiche, norme religiose e civili, forme di potere e disciplinamento del corpo femminile. In questa prospettiva si rivela un capitolo cruciale della storia culturale, sociale e di genere, un osservatorio fondamentale per la storia delle donne, oltre che uno strumento indispensabile per capire la complessa realtà del presente."" -
Musivaria. Mosaico e opus sectile in età antica: storia, tecniche, conservazione
La decorazione degli interni (pavimenti, pareti, soffitti) è un coefficiente fondamentale dell'architettura antica. Ai più antichi pavimenti dipinti seguirono, a partire dall'età ellenistica, quelli in mosaico e, dopo il I secolo, il mosaico si estese anche sulle pareti e sulle volte. Si deve alle peculiari qualità di resistenza dei materiali di cui è composto (pietra, marmo, paste vitree) se il patrimonio musivo rappresenta uno dei più ricchi lasciti della cultura artistica dell'antichità. Questo libro si sofferma, in particolare, sulla storia e sugli aspetti tecnici e morfologici del mosaico, con riferimenti alle definizioni, spesso ambigue, delle fonti e alle classificazioni più recenti. Un rapido excursus ne illustra, con alcuni fra gli esempi più significativi, i vari indirizzi stilistici e la diffusione in tutto il mondo antico, affidata a una continua circolazione di informazioni, di modelli, di artisti e di artigiani itineranti. -
Gli editori del papa. Da Porta Pia ai Patti Lateranensi
Cosa succede alla Santa Sede quando, con la fine del potere temporale, perde le proprie case editrici più prestigiose, attraverso le quali diffondeva i contenuti del suo magistero? Quali le strategie comunicative e i nuovi strumenti editoriali che le consentono di riprendere l'iniziativa e di parlare di nuovo al mondo, sotto i difficili pontificati di Leone XIII e di Pio X? Questo volume, attraverso l'analisi di una ricca documentazione archivistica, dà una risposta a questi interrogativi ricostruendo la storia, finora sconosciuta, di alcune case editrici straniere già largamente affermate nei territori di origine - la belga Desclée, la tedesca Pustet - ed in contatto con potenti esponenti della curia, che divengono le vere protagoniste della revanche cattolica, spesso in aspro conflitto tra loro per la conquista del vasto mercato dei libri liturgici e di pietà. Dopo aver analizzato i rapporti con gli autori accusati di modernismo, da Buonaiuti a Duchesne, prima accolti nei cataloghi poi rifiutati per non offuscare la propria immagine di fedeli esecutori della politica papale, il libro ripercorre le tappe che porteranno alla nascita nel 1926 della Libreria Editrice Vaticana. -
La legittimità contesa. Costruzione statale e culture politiche (Lombardia, XII-XV sec.)
L'attenzione per le culture politiche è una delle prospettive che più radicalmente ha rinnovato gli studi di storia dei rapporti di potere negli ultimi anni. In questa chiave, il libro rivisita i fenomeni di genesi della nuova statualità nei secoli XII-XV: andando oltre i funzionamenti istituzionali, i meri rapporti di forza, l'analisi si concentra sulle visioni - non necessariamente coerenti ma profondamente radicate - che i diversi attori sulla scena svilupparono dell'autorità legittima, del bene comune, della rappresentanza, della decisione. Protagonisti furono dunque non solo i giuristi al servizio della città, i duchi e i loro cancellieri, ma anche gli abitanti delle campagne, le comunità: ne scaturisce così un dibattito a più voci che l'autore ricostruisce prestando attenzione non unicamente alle ragioni dei vincitori. Dallo sviluppo dell'autonomia urbana alla stabilizzazione dello stato regionale il confronto sui valori e sulle idealità fu infatti sempre aperto e questo libro ne offre una ricostruzione complessiva. -
Die Waldenskerkirche an der piazza Cavour
Il tempio valdese, che completa dal lato di nord-est la piazza Cavour (dominata a sud dall'imponente Palazzo di Giustizia), venne edificato nel 1910-13 come complesso insieme religioso e civile nel nuovo quartiere dei Prati di Castello. Progettato in uno stile che intendeva richiamare, pur nelle forme ibride del liberty dell'epoca, il modello romanico della Chiesa indivisa, è il primo edificio religioso di Roma costruito con la tecnica del cemento armato, e si erge con la facciata volta in direzione del centro della cattolicità, San Pietro: quello che poté sembrare allora un atto di sfida (e che segnava realmente il sigillo della presenza protestante nella Capitale d'Italia), è divenuto nel corso di un secolo punto di riferimento essenziale nel confronto e nel dialogo tra le confessioni cristiane. -
The waldensian church in piazza Cavour
Il tempio valdese, che completa dal lato di nord-est la piazza Cavour (dominata a sud dall'imponente Palazzo di Giustizia), venne edificato nel 1910-13 come complesso insieme religioso e civile nel nuovo quartiere dei Prati di Castello. Progettato in uno stile che intendeva richiamare, pur nelle forme ibride del liberty dell'epoca, il modello romanico della Chiesa indivisa, è il primo edificio religioso di Roma costruito con la tecnica del cemento armato, e si erge con la facciata volta in direzione del centro della cattolicità, San Pietro: quello che poté sembrare allora un atto di sfida (e che segnava realmente il sigillo della presenza protestante nella Capitale d'Italia), è divenuto nel corso di un secolo punto di riferimento essenziale nel confronto e nel dialogo tra le confessioni cristiane. -
Storica (2016). Vol. 64
"Storica"""" è una rivista fondata in Italia nel 1995, che accoglie contributi, oltre che in italiano, in inglese, francese e spagnolo. La rivista vuole essere un luogo di discussione sulla natura, le regole e le finalità della storiografia, aperto a tutte le discipline interessate alla riflessione sul passato. """"Storica"""" pubblica tre tipi di testi: saggi veri e propri (nelle sezioni Primo piano e Filo rosso), discussioni a proposito di uno o più libri (Questioni) e ampie recensioni critiche (Contrappunti). I saggi sono sottoposti a peer review." -
Regolare la politica. Norme, liturgie, rappresentazioni del potere fra tardoantico ed età contemporanea
Questo libro presenta gli esiti di un cantiere di ricerca nel quale, attorno al concetto di regola e alle sue applicazioni, sono confluite esperienze, metodologie e prospettive di vari ambiti storiografici che incrociano aree d'interesse contigue: il rapporto fra politica e religione, la rappresentazione del potere nelle liturgie politiche e nelle pratiche di costruzione della memoria, la sua proiezione sul territorio, nelle istituzioni ecclesiastiche e civili, nella cultura e nella società. Come afferma Pierre-Antoine Fabre nella sua introduzione, fra legge e regola (due principi solo apparentemente simili) vi è una differenza essenziale che riguarda il rapporto con l'individuo: la regola si presenta infatti come la concretizzazione della legge quando quest'ultima diventa oggetto di appropriazione. Seguendo questo filo, i quindici saggi qui raccolti analizzano, in una prospettiva diacronica e interdisciplinare, le molteplici modalità che, dall'età tardoantica sino al XX secolo, hanno assolto all'esigenza di regolare la politica, costringendola in forme riconoscibili e riproducibili che costituiscono un'efficace chiave di lettura della storia del potere in Occidente. -
Il secolo lungo di Carlo Muscetta. Le carte, le lettere e i libri
Carlo Muscetta (1912-2004), critico letterario e organizzatore culturale, editore e accademico, partigiano e politico sui generis della sinistra italiana, maestro di diverse generazioni di studiosi e intellettuali, è stato uno straordinario testimone del XX secolo, che ha attraversato quasi nella sua totale interezza coi suoi drammi, le sue speranze, i suoi ideali. Con questa pubblicazione si vuole dare notizia delle carte del suo archivio personale, che egli ha voluto donare all'inizio di questo millennio alla città capitale e al suo Archivio storico, nonché dare fondamento alla ripresa degli studi su una figura così importante della storia recente di questo nostro paese a oltre dieci anni dalla morte. In aggiunta alle carte vengono pubblicate una nuova edizione della bibliografia degli scritti, rivista e aggiornata, e una appendice fotografica. -
La violenza contro le donne nella storia. Contesti, linguaggi, politiche del diritto (secoli XV-XXI)
Il volume presenta un'ampia rassegna sulla storia della violenza contro le donne, esplorando sia i contesti dove questa si produce e si manifesta, e in particolare l'ambito delle relazioni familiari, sia le politiche del diritto adottate per regolarla e contrastarla. I saggi si muovono lungo un arco cronologico ampio, dalla prima età moderna al presente, e spaziano tra aree differenti del territorio nazionale. La prospettiva storica si dimostra particolarmente preziosa nell'analisi del fenomeno della violenza, perché dimostra che il gesto violento, nella sua apparente naturalità e immediatezza, assume e veicola forme, linguaggi, contenuti, valori sociali diversi secondo i contesti storico-geografici. Le stesse modalità di accoglienza o di rifiuto della violenza contro le donne da parte delle società e delle istituzioni sono storicamente determinate e altrettanto capaci di concorrere alla costruzione delle relazioni tra i sessi. -
VI battaglione libico. Diario della campagna d'Etiopia (1936-1937)
Carmelo Sirianni, nato in Calabria nel 1906, partecipa da ragazzo alle formazioni giovanili nazionaliste. Intraprende la carriera militare come ufficiale medico e, all'inizio del 1936, parte per la campagna di Etiopia al seguito di un battaglione di ascari libici. L'iniziale entusiasmo per la missione che il fascismo ha indicato agli italiani si scontra presto con le mostruosità della guerra. Il diario che Sirianni tiene per quasi due anni, rimasto sepolto fino ad oggi, lontano dalla retorica e dalla pesante carica ideologica che caratterizza la gran parte delle memorie etiopiche pubblicate in quello scorcio degli anni Trenta, è un racconto vivido di quella esperienza. Pur trovandosi nelle retrovie a curare i feriti, il giovane medico documenta minuziosamente - anche con bellissime fotografie - le violenze, l'uso dei gas, la disorganizzazione dell'esercito, la dura quotidianità della vita militare, esemplificata dall'assillo per i pidocchi. Particolarmente sferzante è la critica al cinismo dei comandi: i tanti ritratti di opportunisti e mediocri che si affollano negli alti gradi sembrano fare da controcanto alla celebrazione degli ideali nazionalisti. Amarezze e orrori della guerra indurranno Sirianni a lasciare la divisa alla fine del conflitto mondiale: specializzatosi in ostetricia e ginecologia a Bologna, eserciterà per lunghi anni la professione di medico a Catanzaro, dove è morto nel 2002. -
Sorvegliare e premiare. L'Accademia d'Italia (1926-1944)
L’Accademia d’Italia, che assorbì nel 1939 l’Accademia dei Lincei, fu fondata nel 1926 dal fascismo e promosse gli studi umanistici, scientifici e tecnologici. Ma fu soprattutto uno strumento del regime: sotto il suo controllo e con il suo aiuto finanziario partecipò alla costruzione di un’identità nazionale, alla lotta antisemita e alla politica estera del governo. Retta da presidenti di grande prestigio – Marconi, D’Annunzio, Federzoni, Gentile –, annoverò fra i suoi membri-funzionari alcuni dei più noti intellettuali italiani, scelti con criteri prevalentemente politici: accanto all’unica donna Ada Negri, De Stefani, Fermi, Marinetti, Mascagni, Papini, Piacentini, Pirandello o Volpe. I numerosi premi conferiti furono usati spesso come un’arma di ricatto per ampliare il consenso. Giudicata dal primo antifascismo «corruttrice» degli intellettuali, l’Accademia si avvalse in realtà del loro sostegno spontaneo e consapevole. Una storia letta finora solo in ottica culturale e di fatto dimenticata viene qui ricostruita per la prima volta nella sua complessità e nella sua dimensione politica.