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Dizionario della TV dei ragazzi. Anni settanta
I bambini degli anni Settanta avevano un appuntamento televisivo pomeridiano al quale non si poteva assolutamente mancare: anche perché era l'unico. Intorno alle 17:00, fatti i compiti, si siedevano davanti a un televisore a valvole in bianco e nero, che per accendersi e sintonizzarsi impiegava almeno tre minuti, e assistevano alla Tv dei ragazzi. Un'ora scarsa di vero giubilo, nonostante la programmazione scarna, soprattutto se comparata alla bulimica fruizione televisiva dei bimbi del Duemila. Si passava dai cartoni animati dell'Orso Yoghi a programmi didattici come “Avventura”, da giochi a quiz come “Chissà chi lo sa”, a film prodotti nell'Est europeo alle comiche di Stanlio e Ollio. Questo dizionario, unico nel suo genere, vuole ricordare nel dettaglio quelle trasmissioni, quei cartoni animati, quei personaggi. Alcuni sono ancora sulla cresta dell'onda, altri sono scomparsi dalla circolazione e sono stati rimossi dalla memoria collettiva. Un viaggio nostalgico, ma anche ludico e sorprendente. -
Principi azzurri 2.0 (del cavallo bianco neanche l'ombra)
L'Uomo senza mutande, il Culturista edonista, il Nerd, il Migliore amico, il Bipolare confuso, il Musicista narcisista, L'Apolide no global, il Bravo ragazzo... si potrebbe continuare, naturalmente, e questo esilarante catalogo delle più esiziali manifestazioni della mascolinità contemporanea non si ferma certo qui. Sono molte infatti le specie della famiglia dei (finti) principi azzurri che le pulzelle del ventunesimo secolo possono avere la sventura di incontrare nella loro perenne ricerca dell'anima gemella. Francesca Magelli ha voluto dedicare un libro ironico, ma non per questo meno inquietante, alla costellazione di stereotipi maschili in carne e ossa con cui in un modo o nell'altro è venuta a contatto, o in prima persona o attraverso le bizzarre esperienze e narrazioni di amiche e conoscenti. Un libro di storie talmente comuni che non sembra possibile siano accadute davvero, i cui protagonisti si mantengono nell'anonimato, ma sono tutti, purtroppo, drammaticamente reali. -
Art activity. Meduse. Fluttuanti apparizioni acquatiche
Colorare per alleviare lo stress, sviluppare la concentrazione e i sensi, ritrovare l’armonia e la calma interiore, e perché no, anche il buon umore. Non è necessario essere artisti esperti: basta lasciarsi trasportare dalla fantasia. -
Hasta siempre! Mito e icona del Che
Rivoluzionario, guerrigliero, scrittore, poeta. Poi anche, e forse soprattutto, icona. Sono passati cinquant’anni dalla morte di Ernesto Guevara, el Che. L’8 ottobre 1967 Guevara fu catturato a La Higuera da un reparto antiguerriglia dell’esercito boliviano, e il giorno dopo fu ucciso nella scuola del villaggio. Esposto al pubblico per dare prova della morte di quello che già in vita era un personaggio leggendario, venne poi sepolto in un luogo segreto per non alimentarne il “culto”, tanto che il su o corpo fu ritrovato da una missione di antropologi forensi argentini e cubani solo vent’anni fa. Nonostante i tentativi messi in atto per oscurarne vita e mito, il Che è divenuto il simbolo degli ideali rivoluzionari. Dopo la sua morte, la foto che gli aveva scattato Alberto Korda è divenuta una delle immagini più famose e riprodotte del XX secolo, tanto che il Maryland Institute College of Art l’ha definita la foto più celebre di sempre. Poi , Jim FitzPatrick ha creato l'icona pop. L’immagine del Che ha conquistato, nel tempo, più generazioni, diventando espressione di un diffuso desiderio di libertà, politico, sociale, personale. Ma non solo: svincolato dalla conoscenza della biografia e della causa di Guevara, il ritratto si è fatto icona di moda, pubblicità e soprattutto arte. Sono stati molti, infatti, i designer e gli artisti che hanno tributato in tutto il mondo il loro omaggio alla figura del Che, o che semplicemente ne hanno moltiplicato il ritratto. Tra cinema, moda, design, pittura, fotografia e scultura, il primo studio accurato sul Che come “icona” delle arti, che foca lizza l’attenzione su come il mito del Che si sia sviluppato dalla vita dell’uomo Guevara. -
La febbre del sabato sera. 40 anni del film icona della disco music
Completo bianco, braccio puntato al cielo e luci accese a dare un nuovo ritmo alla notte. Sono passati quarant’anni da quando Tony Manero è sceso per la prima volta in pista diventando immediatamente un’icona di disco music e glam. E, soprattutto, un fenomeno. Era il 1977 e con l’uscita nelle sale del film di John Badham, ""La febbre del sabato sera"""", John Travolta, nei panni del giovane Manero, portava in scena il ballo come strumento di ribellione e rivoluzione. Rivalsa sociale. La pista era il regno del “fantastico” dove tutto diventava possibile, perfino inventarsi un futuro. Premiato da botteghino e critici – la maggior parte dei giornalisti di settore lo definì “film più bello dell’anno” – il lungometraggio è un cult, apprezzato anche dai giovanissimi. Nel 2004 è stato aggiunto nella lista dei “1.000 migliori film di tutti i tempi” stilata dal «New York Times», nel 2010 è entrato nella National Film Registry della Biblioteca del Congresso, perché riconosciuto “storicamente e culturalmente significativo”. A quarant’anni di distanza, un viaggio nella realtà del tempo, tra moda, musica e vita nella comunità degli italoamericani, e un confronto con oggi, tra crisi, nichilismo giovanile, razzismo, omofobia, aspirazioni frustrate, machismo, desiderio di trovare una via di fuga dalla realtà. Per scendere, di nuovo, in pista."" -
Hygge. 15 ricette danesi illustrate per la felicità
La ricetta per la felicità è racchiusa nello HYGGE [hügghe], una parola così tipicamente danese da non avere una traduzione. Hygge è quel senso di calore, accoglienza, serenità che si prova in compagnia delle persone più intime, o quando ci ritagliamo dei momenti per noi stessi. Hygge è uno stile di vita, è scegliere di essere felici, riscoprendo il piacere della lentezza. Il suo segreto sta nell’impegnarsi a valorizzare le piccole cose del quotidiano, onorando il tempo presente, avvolti in un’atmosfera calda e accogliente. In Danimarca il Natale è il periodo più adatto alla pratica dello hygge, ma questa ricetta è indicata per qualsiasi momento dell’anno. -
Lebron James. The Chosen One
Ogni grande sportivo ha una grande storia alle spalle. Nel caso di LeBron Raymone James è una storia fatta di difficoltà e sofferenze, che hanno plasmato la persona prima ancora che l'atleta. È il 19 giugno del 2016, mancano circa due minuti alla sirena di gara delle Finals NBA. Andre Iguodala scappa in contropiede, ci sono 28 metri da percorrere. È lì che James si vede passare davanti tutto, non solo i record, le imprese e i trofei individuali. LeBron parte, e nei pochi istanti che gli servono per bruciare il parquet della Oracle rivede una vita intera: la sua Hickory Street, i ""projects"""" di Elizabeth Park, le dieci case in cinque anni cambiate insieme a mamma Gloria. Lungo quel percorso non aveva mai potuto conoscere suo padre, ma aveva incontrato Eddie Jackson, Bruce Kelker, Frank Walker, Dru Joyce, i Fab 4 e Keith Dambrot, aveva incrociato la sconfitta e la delusione e aveva commesso tanti errori, ma era riuscito finalmente a far comparire la sua Akron sulla cartina geografica dei libri di scuola, dove da piccolo non riusciva a trovarla. Con quei 28 metri LeBron arriva alla meta che tutti avevano predetto per lui sin da quando aveva quattordici anni, mantenendo la promessa di far vincere il suo Ohio e terminando la sua scalata alla vetta più alta. E per capire quanto faticosa sia stata, non potete che ripercorrere il suo viaggio, e vedere con i vostri occhi che LeBron, il """"prescelto"""", ce l'ha fatta. E tutti noi ne siamo testimoni."" -
Raptus. The fake news maker
Notizie false ma verosimili, create ad arte per essere credibili e dunque credute. Di più: inventate, studiandole nei minimi dettagli, per essere perfette. È una guerra combattuta a colpi di raccomandazioni e spregiudicatezza quella che si ripete ogni giorno nei giornali per ottenere il ""premio"""" di poter scrivere un articolo. Una guerra che incide sulle notizie date – o non date – ai lettori. E sulla qualità delle informazioni, tra quelle vere, spesso troppo """"deboli"""" per ottenere spazio, e le cosiddette """"fake news"""", che invece sono capaci di scuotere l'opinione pubblica, conquistare grandi titoli e costruire carriere. Tra assassinii e rapine, un giornalista, dopo anni di precariato, decide di truffare il sistema, """"dimenticando"""" la verità per pubblicare notizie perfette. È l'inizio di una rivoluzione armata di penne e non solo. Un romanzo dissacrante, violento e ironico, che racconta il sistema dei giornali oggi, ma anche, più in generale, il mondo del precariato, entrando in contatto con diversi ambiti lavorativi e molte nuove schiavitù. Non manca l'amore, tra matrimoni mancati e relazioni veloci, """"di scambio"""". Per la prima volta il vero volto dei giornali viene mostrato senza filtri ai lettori da chi in questo ambito si muove da decenni e ha raccolto storie di false notizie, ricatti, favoritismi e censura tra i precari di più testate nazionali. Perché i precari, malpagati, vilipesi e ingannati dal sistema e dalla società, non sono mai stati tanto vicini alla rivolta. Ed è ora di dare la notizia."" -
Niente panico! Come sopravvivere alla paternità
Ok, lei è incinta. E ora? Niente panico! Ecco qui una guida rapida e piena di consigli, sotto forma di diario pre e post-parto, scritta da un neopadre che non sa esattamente come funziona, ma naviga a vista, cercando di non affogare. ""Diventare padre è un percorso molto più lungo della gestazione femminile, e molte volte non si arriva a capire di esserlo prima dei diciotto anni del proprio figlio. La gravidanza di un padre si può dividere in tre fasi. Il primo trimestre c'è lo studio matto e disperatissimo: lettura di tutti i libri sulla puericultura disponibili sul mercato, con focus su ogni tipo di argomento, dalla depressione post partum alle famigerate cure omeopatiche per il futuro pargolo. Il secondo trimestre è dedicato alla cura verso la mamma, che si sta trasformando in una pianta, tutt'uno col divano. Ogni riferimento alla donna che vi ha accompagnato fino a quel momento sparisce in un buco spaziotemporale, senza apparente possibilità di ritorno. Il terzo e ultimo trimestre è impegnato nell'organizzazione dell'evento: la casa viene stravolta, le cose del papà non strettamente necessarie, cioè tutte, devono far posto a quelle del nuovo ospite. Si comprano mobili, si buttano mobili, si spostano mobili. Poi lui, o nel mio caso lei, arriva, e tutto cambia. Apre gli occhi e te li pianta addosso. Fine dei giochi! Grazie per aver partecipato, papà. Da quel momento sei fregato. Ma niente panico, ce la possiamo fare. Spero."""""" -
Il libro degli ex
L'ex che non hai mai dimenticato, quello che invece vorresti riuscire a lasciare nel passato. Il possessivo, il depresso, l'appiccicoso, l'amico. Ma anche la ex gelosa, quella che non ti lascia spazio, quella che ti controlla sui social e non solo. Ognuno hai i suoi ex e tutti hanno lasciato un segno, più o meno evidente. Un'analisi, fatta con il sorriso, dei tipi più comuni di amori finiti con particolare attenzione per quelli ""faticosi"""", per non dimenticare gli errori fatti e quindi evitare di ripeterli, ma pure per cercare di riconoscere prima i """"segnali"""". E per gettarsi alle spalle ogni rimpianto. Basta con l'idealizzazione degli amori perduti e basta anche con i falsi buoni pensieri e la """"maturità"""" di chi riesce comunque a dimenticare i torti subiti e rimanere in amicizia. È arrivato il momento di lamentarsi dei difetti dell'altro - o dell'altra - e soprattutto di iniziare a riderne. Un carnet unico, costruito su misura di ogni lettore, da riempire di note e notizie, per imparare a sbattere bene la porta chiudendo una storia e magari a migliorare la propria vita da ex."" -
Shalanda. Il magico nell'animazione giapponese
Streghette, maghe, bambine che ricevono poteri magici e bacchette per trasformarsi, principesse di altri pianeti. Manga e anime sono affollati da personaggi dotati di facoltà straordinarie per nascita o “dono”, tanto da aver dato vita a un vero e proprio genere, il maho shojo, che unisce elementi romantici a suggestioni fantastiche, creando un nuovo tipo di eroina, intraprendente, dinamica, “forte”. E anche sexy, capace di affascinare il pubblico femminile per le inusitate prospettive e quello maschile per la “sorpresa” di dettagli di pelle e forme. Nella metamorfosi per assumere questa o quella veste, infatti, corpi e curve si offrono, spesso, allo sguardo degli osservatori. Non una semplice tendenza, ma un vero e proprio filone, che ha i suoi cardini in personaggi poi divenuti icona. Il 1966 è l’anno di Sally la maga, prima serie del genere. Negli anni successivi, si moltiplicano soggetti ed eroine. A conquistare sguardi ed emozioni arrivano Bia, la sfida della magia, Ransie la strega, Il magico mondo di Gigì, L’incantevole Creamy, Evelyn e la magia di un sogno d’amore, Magica magica Emi, Sailor Moon e molte altre. Tutte straordinarie, “magiche” e, soprattutto, di successo. La prima analisi del magico nell’animazione nipponica, tra eroine, serie tv e desideri nei decenni. Dagli anni Sessanta a oggi, l’animazione propone la magia come “soluzione” a problemi personali e sfide globali, raccontando così l’evoluzione di fantasie e prospettive. La magia continua a nutrire i nostri desideri. -
I doni dell'imperfezione. Abbandona chi credi di dover essere e abbraccia chi sei davvero
Ogni giorno la società e i media ci bombardano di immagini e messaggi che ci dicono chi, cosa e come dovremmo essere. Siamo portati a credere che per non sentirci inadeguati dovremmo condurre una vita semplicemente perfetta. Così, la maggior parte di noi continua ad andare avanti pensando: «Cosa succederà se non riuscirò a tenere tutti questi birilli in aria? Cosa penserà la gente se fallirò o rinuncerò? Quando posso smettere di dimostrare a tutti quello che valgo?». In questo libro Brené Brown ci guida in un percorso di dieci tappe che, partendo dalla presa di coscienza della nostra vulnerabilità – e della sua bellezza – insegna a vivere con tutto il cuore, liberi da questi condizionamenti. «Vivere in modo incondizionato significa prendere parte attiva alla nostra esistenza. Significa svegliarsi la mattina e pensare: ""Non importa ciò che riesco a fare e ciò che mi resta da fare, io sono abbastanza"""". Prendere possesso della nostra storia può essere difficile, ma non quanto passare la nostra vita a fuggirne. Abbracciare la nostra vulnerabilità può essere rischioso, ma non quanto rinunciare all’amore, al senso di appartenenza e alla gioia. Soltanto quando siamo abbastanza coraggiosi da esplorare l’oscurità scopriamo il potere infinito della nostra luce»."" -
La Juventus spiegata a mia figlia. Nuova ediz.
Per fare capire alla sua bambina da dove nasce quella felicità che, ogni volta che la Juventus vince lo scudetto, permette a lui e a qualche altro milione di italiani di guardare in modo diverso alle difficoltà e alle tristezze della vita, un padre le scrive una lunga lettera. E così, ripercorrendo per lei le gesta e il mito della squadra più amata e detestata d'Italia, rivela anche a se stesso che cosa significa ""essere della Juve"""". Per trasmettere la fede – il che, in campo calcistico, avviene quasi sempre in senso patrilineare – è infatti necessario riconoscerla prima dentro di sé: e quindi nulla deve essere celato. Ne nasce un libro a cuore aperto, un gioco sentimentale fra l'autore e la sua generazione, e fra questa e le tante che l'hanno preceduta e seguita nel culto bianconero. Perché parlando della Juventus si entra in un romanzo popolare del passato, del presente e del futuro, un volume che ogni innamorato della Signora sa di poter aprire a qualsiasi pagina, in qualsiasi momento, trovandovi ogni volta la stessa storia: la propria."" -
#nerosurosso. Così Berlusconi ha venduto il Milan ai cinesi
#nerosurosso è la storia della cessione del Milan di Silvio Berlusconi ai cinesi. Tutto ha inizio, quasi per gioco, in una notte di primavera, davanti a una play station, a Roma. Tutto si compie esattamente un anno dopo, quando il broker cinese Yonghong Li riesce nell’impresa di prendersi il Diavolo. Pasquale Campopiano è il giornalista che sbuca dal nulla e incastra tutti i pezzi di un complicatissimo puzzle chiamato closing. #nerosurosso è una storia social: l’autore sfrutta la potenza di Twitter e Facebook per parlare direttamente ai tifosi rossoneri e raccontare loro una complicatissima operazione finanziaria da 1 miliardo di euro. #nerosurosso è un pezzo della storia del nostro calcio, perché Silvio Berlusconi dice addio dopo 31 anni al suo Milan. -
A mani nude
Fernando Orsi è stato ed è (perché da quel ruolo non ci si stacca mai) un portiere d’altri tempi. Tempi di uomini e non di supereroi, in cui l’applicazione, la serietà e la grande preparazione tecnica e atletica non precludevano lo spazio alla leggerezza nell’interpretare un mestiere che era anche, e forse soprattutto, un magnifico gioco. In questa autobiografia romantica, Orsi ci racconta con sincerità e ironia la sua bella storia: la mamma romanista e il papà laziale, le giovanili nella Roma e la maturità nella Lazio, dove rimane per vent’anni. E poi i compagni “storici” come Giordano, Manfredonia, D’Amico, gli allenatori improbabili come Lorenzo, gli autogollisti implacabili come Miele. E anche la celebre tripletta subita da Maradona, perché fare il portiere significa anche questo. Storie di sport e di vita che s’incastrano con i momenti più intensi della nostra cronaca: quella degli anni Settanta e Ottanta, due decenni agli antipodi, e poi via via fino al mondo e al calcio di oggi. A fare da sfondo, i ricordi emozionati ed emozionanti di un figlio, Gabriele, che racconta un padre calciatore. Anzi, un padre portiere, che è decisamente un’altra cosa. -
I sogni non si ammalano
Sante Tonelli è una giovane promessa del pentathlon moderno. La sua vita scorre come per tutti gli sportivi, in giro per palestre e palazzetti nella speranza di qualificarsi per le Olimpiadi di Rio. Proprio quando riesce a ottenere contro ogni pronostico il ranking olimpico, scopre di avere una malattia degenerativa di tipo progressivo. Il suo medico gli assicura che esiste una cura in grado di bloccare il decorso, ma i trattamenti lo farebbero risultare positivo agli esami antidoping. C'è allora una sola possibilità per coronare il suo sogno, ed è quella di nascondere a tutti il suo stato di salute, confidando nell'assunzione di pochi e inefficaci antidolorifici. La vita però non può fare a meno di scorrere veloce: la storia d'amore con Sandra che diventa sempre più seria, la sorellina Leila, piccolo genio ribelle che gli dà filo da torcere, i giornalisti d'assalto che non vedono l'ora di creare scoop inesistenti. Ma i tempi si accorciano, i traguardi sono linee che s'intravedono solo in lontananza e i sintomi di Sante iniziano a interferire con gli allenamenti. Le sue prestazioni calano, e quelli che vivono attorno a lui, dai compagni di squadra ai familiari, cominciano a sospettare che sia sotto l'effetto di qualche sostanza dopante. Inizia allora la vera sfida, quella che non finisce mai e si combatte da soli, contro i propri limiti, per i propri sogni. -
Numeri uno. Tutti i portieri che hanno fatto grande la Lazio
È il ruolo più discusso e affascinante, da sempre oggetto di ammirazione e fonte di polemiche e leggende. Tutti esaltano la solitudine dell’estremo difensore e ne sottolineano la difficoltà di vivere una partita nella partita, lui contro tutti. Nella storia della Lazio si sono alternati decine portieri. Alcuni hanno scritto pagine gloriose, vincendo scudetti e alzando trofei, altri hanno vissuto momenti drammatici, o più semplicemente deluso le aspettative. Molti sono stati protagonisti di storie particolari ed emozionanti: c’è chi si è finto portiere per evitare di fare il militare ed è diventato uno dei massimi interpreti del ruolo; chi si è visto allontanare dai pali dai propri genitori perché durante una partita aveva perso i sensi a causa di un calcio in faccia; chi, nonostante due mani da carpentiere, dopo gli allenamenti si cimentava nella pittura; chi con la medesima disinvoltura parava e segnava i calci di rigore; c’è chi ha legato la sua vita alla Lazio per oltre cinquanta anni, prima come giocatore, poi come allenatore, dirigente e uomo immagine; chi ha vinto uno scudetto giocando 150 gare consecutive senza mai saltare un minuto; chi è arrivato nell’enfasi generale e se n’è andato tra gli insulti; chi ha vinto scudetti e coppe e chi invece ha fallito l’appuntamento con la storia. Storie di campioni straordinari, amati e osannati dal pubblico, e talvolta anche odiati. Storie di numeri uno con l’aquila nel cuore. -
Underground love. La mia ancora di salvezza
Le vite di Elèna e Henry si intrecciano un giorno sul vagone di una metro qualunque. Lei è un'amica fedele e un'inguaribile sognatrice che sta con lo stesso ragazzo dai tempi del liceo. Lui è un ventiduenne sfacciato con la passione per la musica, figlio di un imprenditore attivo nel mondo discografico e di una madre che lo ha abbandonato quando aveva solo cinque anni. L'attrazione e il desiderio incontrollabile che esplodono durante il loro primo incontro sembrano dare il via a una serie di coincidenze che li farà incontrare ancora, e poi ancora, fino a farli innamorare. Tra intrighi, ricatti e fantasmi del passato, la strada che li vede insieme non è facile da percorrere. Dovranno mettere in discussione tutto il loro vissuto, le scelte fatte, le certezze di una vita intera, per capire se quello che li unisce è davvero più forte del resto. Due mondi diversi che s'incontrano e si scontrano, si abbracciano e si respingono, sempre in bilico sul filo di una storia che sembra impossibile. -
Braciami ancora. La tribù del barbecue
La rivincita dei grigliatori, dei bucasalsicce, dei divora hamburger e degli amanti della bistecca cotta su griglie infuocate ha un nome e un luogo: Braciamiancora, una pagina Facebook e un magazine online seguiti da settecentomila accesissimi fan che vanno in estasi per una braciola grigliata, per un arrosticino abruzzese o un'aletta di pollo. Al di là delle mode vegane, bypassando la cucina gourmet, facendo spallucce ai consigli degli chef che spopolano in televisione, cresce la comunità di persone che ama questo tipo di cucina, ruspante e meravigliosamente informale. Un cibo cotto alla griglia, con il suo ipnotico sfrigolio e l'inconfondibile aroma che conquista le narici di chi si trova nei paraggi, attira a sé con la stessa forza il top manager e l'uomo della strada. Potere del barbecue: grazie a lui riscopriamo istinti, usanze e costumi che l'industria alimentare aveva deciso di farci parcheggiare nel dimenticatoio. Oggi ""Braciami ancora"""" è anche un libro, che con uno stile molto saporito e per nulla scontato racconta la magia della cottura a fuoco vivo e spiega come una griglia rovente salverà il mondo, facendoci avventurare in un cammino ricco di storie, aneddoti, testimonianze, riflessioni e viaggi nel tempo."" -
Audrey. Mito e icona
Icona di stile, nuovo modello di bellezza, attrice amatissima, ambasciatrice Unicef. E musa di artisti, stilisti, designer. Indimenticabile. Audrey Hepburn è una delle dive e delle personalità del grande schermo che hanno segnato la seconda metà del secolo scorso. E non solo. Applaudita e osannata già nel corso della sua carriera, nei decenni, anche dopo aver lasciato le scene, è diventata un vero e proprio mito e, appunto, un'icona. Esempio per aspiranti attrici, ma, più in generale, senza limiti di “set”, testimone di una precisa – e affascinante – idea di donna: ribelle come Anna di Vacanze romane, elegante come Sabrina, romanticamente confusa come Holly di Colazione da Tiffany. Di più, sentimentale, forte, indipendente, libera, appassionata come Audrey. Ben oltre la scena. A venticinque anni dalla morte, avvenuta il 20 gennaio 1993, un vero e proprio viaggio alla scoperta dell'“icona” Audrey, dai sogni che ha incarnato al cinema alle fantasie alle quali ha dato corpo nella realtà, fino alle luci che ha saputo regalare all'immaginario e alle arti, prestando volto, stile, modello a design, moda, dipinti, street art. Dal sogno di bambina di diventare una ballerina all'incoronazione come star, tra Oscar, Golden Globe e Grammy Awards, fino alla consacrazione del suo fascino senza tempo e dell'immortalità della sua immagine. Sulle tracce di Audrey, dalla donna al mito.