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I Toscano Patrizi Rossanesi. Storia, genealogia e feudalità
"Il catalogo delle opere di Franco Carlino, apprezzato studioso e socio della Deputazione di Storia Patria per la Calabria, si arricchisce di un'altra pubblicazione di taglio storico-genealogico che è sintesi di un'ampia ricerca sulla famiglia Toscano, tra le più cospicue della nostra Regione e, segnatamente, di Rossano, dove si è distinta in tempi diversi per cultura, per virtù militare, per incarichi feudali e per impegno giuridico-forense. [...] Compiuta l'analisi della complessa tematica delle origini, con l'ausilio di un vasto apparato documentale, d'archivio e storiografico, l'autore offre un completo affresco ricostruttivo dei diversi rami nei quali si è estesa e sviluppata la famiglia Toscano; ciascun ramo è rappresentato, nelle relazioni parentali, con l'ausilio di tavole genealogiche particolarmente curate, che hanno perciò richiesto intense energie di scavo, raffronto, corroborazione. [...] La seconda parte del volume propone, sulla scorta di un cospicuo materiale storiografico, sei affreschi biografici di illustri personaggi di casa Toscano.""""" -
Virale. Il presente al tempo dell'epidemia
La pandemia di Coronavirus ha scoperchiato il vaso di Pandora del nostro tempo presente, facendo emergere riflessioni e interrogativi che sembrano mettere in questione le forme di vita che fino a ieri davamo per scontate come individui e come comunità. Qual è il rapporto tra l'essere umano e il suo ambiente? Quale forma assume il potere nelle sue manifestazioni eccezionali? Qual è il ruolo dei media in quella che è la prima emergenza su scala globale del mondo iperconnesso in rete? Come possiamo costruire la relazione con gli altri nelle forme del distanziamento? L'immaginario, distopico e non, aveva in qualche modo previsto il nostro presente? Questo volume raccoglie i contributi di studiosi, italiani e internazionali, pubblicati sulla rivista ""Fata Morgana Web"""", e restituisce una riflessione che si è articolata nel tempo sospeso dell'emergenza, dando forma alle questioni della vita sociale e comunitaria, politica e mediale, che riguardano il nostro presente, ma soprattutto il nostro futuro. Scritti di: Olimpia Affuso, Pierandrea Amato, Paulo Barone, Marcello Walter Bruno, Gianni Canova, Alessandro Cappabianca, Mauro Carbone, Dario Cecchi, Francesco Ceraolo, Alessia Cervini, Felice Cimatti, Roberto De Gaetano, Daniele Dottorini, Roberto Esposito, Ruggero Eugeni, Manuela Fraire, Richard Grusin, Andrea Inzerillo, Nidesh Lawtoo, Federico Leoni, Angela Maiello, Caterina Martino, Tommaso Matano, Marco Pedroni, Chiara Scarlato, Emidio Spinelli, Tommaso Tuppini."" -
Resistere a Messina. Reportages, lettere, racconti e saggi critici
Un libro, questo, che tenta di sottrarsi alle angustie dell'editoria accademica, perlopiù chiusa nelle gabbie specialistiche. Basti pensare che abbatte, per la prima volta nel mondo, gli steccati tra scrittura argomentativa, scrittura giornalistica e scrittura creativa, anche per rispondere a una viepiù avvertita e diffusa esigenza di leggibilità. Vi si troveranno, espressi in forma chiara, discorsiva, i criteri basilari della didattica dell'italiano e della lingua italiana nonché gli attuali orientamenti della critica letteraria, insieme con le più recenti proposte di riforma della Scuola e dell'Università, ma anche espliciti interventi su fatti e protagonisti della politica contemporanea. Per non dire dei siparietti autobiografici o, comunque, di vita vissuta, che vivacizzano il testo. Si apprezzeranno, anche per la loro estrema leggibilità, saggi critici illuminanti, antiimpressionistici, su scrittori italiani, antichi e moderni, ivi compresi i giovani (e i meno giovani) emergenti. -
Mondi in serie. L'epoca postmediale delle serie tv
Da Westeros a Gilead, dall'America di metà Novecento al futuro ipertecnologizzato degli androidi, nell'incrocio di spazio e tempo, le serie tv creano mondi capaci di attirare e accogliere dentro di sé lo spettatore. Nell'epoca della partecipazione interattiva del web, abitare questi mondi significa non solo comprenderne il senso, ma appropriarsene per aumentarli. Attraverso l'analisi di alcune delle più importanti serie tv degli ultimi anni (Lost, Mad Men, Game of Thrones, Westworld, This is us, The Handmaid's Tale), questo libro esplora le specificità del formato del racconto seriale audiovisivo, alla luce delle trasformazioni che hanno ridisegnato gli spazi e le prassi dell'ambiente mediale contemporaneo. -
Estetiche della verità. Pasolini, Foucault, Petri
Salò o le 120 giornate di Sodoma (1975) di Pier Paolo Pasolini e Todo modo (1976) di Elio Petri: due film gemelli ed estremi, dalla medesima tonalità apocalittica e dall'identico destino censorio. Due film che si trovano uniti anche nel confronto implicito con il pensiero di Michel Foucault, proprio in quei mesi impegnato in una svolta significativa nei suoi lavori con il passaggio da Sorvegliare e punire (1975) a La volontà di sapere (1976). Attraverso l'analisi comparata dei due film e di alcuni passaggi del filosofo francese dedicati al concetto di potere pastorale questo libro si concentra su una fase cruciale della storia della cultura critica europea, nella quale prende compiutamente forma, all'incrocio tra arte e filosofia, la riflessione sul ruolo della verità nell'esercizio del potere. Un momento originario che influenzerà ampiamente la teoria critica successiva nonché gran parte del cinema italiano più recente, da Nanni Moretti a Paolo Sorrentino e Matteo Garrone, e che propone alcune chiavi di lettura decisive per comprendere la nostra attuale ossessione per il vero e l'autentico nei comportamenti e nei sentimenti quotidiani. -
Femmina sapiens. Le origini della conta a base sessanta e della scrittura
Perché accanto al sistema numerico decimale esiste anche un sistema sessagesimale? Come mai per i pesi e le distanze usiamo la conta a base dieci, mentre per la misura del tempo ci affidiamo a una conta a base sessanta? Se il sistema decimale trova la sua spiegazione nel numero delle dita delle mani, è possibile che anche quello sessagesimale abbia avuto un’origine altrettanto “naturale” o “biologica”? Per rispondere a questa domanda che tutti ci siamo posti almeno una volta, l’Autore ci accompagna in un percorso di riscoperta delle nostre origini sociali e culturali, passando in esame diverse civiltà del passato, prima fra tutte quella dei Sumeri. E la rivisitazione della mitologia sumerica ci conduce a una serie di considerazioni sulle connessioni tra linguaggio, memoria e mito. In un saggio breve ma complesso, accuratamente documentato, sono affrontati in modo diretto (e a tratti anticonvenzionale) argomenti come l’origine dell’agricoltura, la nascita della conta e della scrittura, la genesi dei rapporti familiari e la deriva dei rapporti di genere. La soluzione di un enigma antico sarà alla fine tanto semplice quanto sorprendente. -
Sotto la luce fredda
Ho trascorso l'intera vita tra corsie e sale operatorie curando i malati. Se escludo appunti di tecniche o di patologie rare, non ho mai scritto un vero diario, per la convinzione che, rileggendolo dopo tempo, i sentimenti, le emozioni e, forse, anche la verità, non sarebbero più gli stessi e assumerebbero valore diverso rispetto al momento dei fatti. Di tanto in tanto, però, quand'ero testimone o attore di episodi fuori dall'ordinario, cedevo alla tentazione di annotare qualche sfogo momentaneo. Dopo tanti anni, ho ritrovato alcuni di quegli appunti e, dopo lunghissima riflessione, ho ceduto alla tentazione di metterli insieme. Ne sono nati questi racconti, sotto forma di esperienza nella sanità raccontata a mio figlio, come accenno nel Prologo. Dire che in circa quarantacinque anni ne ho viste tante è un luogo comune di scarsa valenza, pertanto, non intendo narrare di quelle tante, ma soltanto raccontare qualcosa che di solito rimane sepolta e inaccessibile nelle pliche della memoria... -
Numero 821. La memoria come dovere
"La storia dell'internato militare italiano numero 821"""", è un'opera biografica volta a ricostruire una fase triste di un ragazzo che vive il periodo definito dalla storiografia come """"totalitario"""". Angelo Bonofiglio, costretto a vivere come tanti ragazzi di quella generazione i tragici eventi della Seconda Guerra Mondiale." -
Stromboli. Dove la scuola è un'isola
«La prima regola che ho imparato affrontando i nodi teorici dell'antropologia culturale, così come essi, nella fase del metodo, si sono rivelati sul campo, è che avrei dovuto essere disposta a plasmare le mie conoscenze in accordo con i fatti che andavo registrando e, ancor più, considerare questi fatti come unico sostegno al mio agire. Non è stato semplice, soprattutto perché attraverso l'osservazione e l'interpretazione dell'esperienza che andavo via via maturando, divenivo sempre più consapevole di quanto l'offrirmi agli accadimenti e al susseguirsi delle scoperte componesse una costante esplorazione simbolica del me attraverso 1' altro e di come questo mi costringesse a percorrere strade inedite del mio agire per poter costruire i luoghi praticabili per le mie relazioni. Da tutto questo può essere compresa l'angolazione dalla quale ho operato la mia osservazione dei fatti qui raccontati: gli incontri che ho avuto la fortuna di costruire in questi anni con gli strombolani si sono sempre definiti necessariamente come miei rischi identitari, che in alcuni casi hanno richiesto anche l'audacia del rischio della vita, ma ad essi mi sono affidata, da essi mi sono pian piano lasciata addomesticare accettando di assumerli come occasione per contenere il mio bagaglio teorico, pur con le inevitabili contaminazioni culturali che sollecitavano costantemente il mio adattamento alla pratica del luogo. In questi termini, il racconto di questo viaggio va interpretato come la costante elaborazione della mia capacità di produrre senso, un nuovo senso del me: ogni incontro, infatti, si è definito nei termini indicati delle mie scoperte intellettuali, costretta, come sono stata, a forzare, al limite della rottura, l'ordine costruito dal mio pensiero, fino al rischio dello spaesamento emotivo e mentale, che è premessa indispensabile per realizzare un nuovo ordine e verificare il comprendersi come possibili altri da sé. Scrivo spaesamento perché questo è concetto che interpreta quella condizione di rischio che gli esseri umani sperimentano quando perdono i riferimenti domestici - culturalmente controllabili -, quando, cioè, smarriscono l'ordine della propria dimensione esistenziale e vivono l'esperienza devastante dello sradicamento, incapaci di agire e dar senso a quel qui ed ora, che mette in crisi la loro stessa presenza. Ma è stato fortemente suggestivo interpretare il mio viaggio come questo andare fuori dalla mia ordinaria quotidianità, come questo prendere coscienza del definirsi della tensione fisica e mentale del mio agire, perché questo viaggio, che ha posto in discussione l'ordine costruito dal pensiero, ha provocato, si, smarrimento, spaesamento e disordine, ma, pur componendosi come condizione rischiosa, si è poi definito come premessa necessaria per la realizzazione di un nuovo ordine e di sempre nuove, irrinunciabili occasioni.» (Loredana Farina) -
Fede e superstizione nella Calabria post-tridentina. Fonti archivistiche e a stampa
La ricerca analizza le procedure adottate a difesa della fides catholica nella Calabria post-tridentina. La prima parte del lavoro propone una disamina del problema attraverso lo studio dei concili provinciali e dei sinodi diocesani celebrati tra il 1564 e il 1597, demandati a dettare norme particolari a corredo delle norme universali in tema di contrasto all'eresia e ai comportamenti assimilati. La seconda parte del lavoro raccoglie una silloge di scritti inediti. Si tratta di trascrizioni di brani, estratti dalle fonti consultate, ritenuti particolarmente significativi. -
Italiani in Argentina, ieri e oggi
Che si giunga nel Paese da turisti o se ne studi la storia in profondità, l'italianità in Argentina risulta per i più qualcosa di consustanziale ma nello stesso tempo inafferrabile. I saggi raccolti in questo libro tentano di andare oltre lo stereotipo secondo cui gli argentini sarebbero ""italiani che parlano in spagnolo"""" per indagare gli apporti italiani in Argentina in ambito culturale, politico ed economico e cercare di comprendere in che modo sentimenti di identità italiani si espressero e cambiarono nel corso del tempo, sopravvivendo fino a oggi."" -
Volando con Pindaro. Sogno... volevo volare sui colori dell'arcobaleno, ma Icaro mi ha rubato le ali
«L'intraprendenza, passione, lo stretto legame dei giovani con l'elettronica d'oggi: computer, telefonini, pone in disagio gli attori di un mondo più antico, romanticamente ""vecchio"""". Retrocedo a scolaro per cimentarmi con le nuove lettere dell'alfabeto moderno. Mi trovo perplesso di fronte ad una lavagna a me ignota, luminosa, munita di tasti, frecce, che registra whatsapp , voci, messaggi. Ti avvia ad un mare, ove, nocchiero, puoi navigare. Lo dicono """"internet"""". Offre gli approdi negli angoli più remoti del globo. Mi impegno a capire, analfabeta moderno, per imparare almeno a firmare! """"Suonato"""", come pugile seduto nell'angolo, mi rialzo, pronto a sprigionare ogni mia forza acquisita, concentrata su fogli sbiaditi dal tempo: appunti di storia, filosofia, fisica, storia dell'arte, le più recenti nozioni di anatomia, del Taoismo cinese: ricordi consumati negli stanzoni di un classicismo scolastico, universitario, autonomo, echi di voci auliche di docenti autorevoli, passati alla storia. Quanta polvere negli anfratti di un cervello invecchiato! Svolazzando come farfalla, mi poso su ognuno, commosso, li leggo, li esprimo su fogli più bianchi in toni, considerazioni, ironia dell'uomo nella tarda maturità, li offro alla critica, al giudizio degli altri. Nel risveglio di un sogno esprimo il mio futuro, la mia ricchezza, la mia applicazione. In fondo, danzando sul ring, restituisco i colpi nel mio linguaggio usuale.» (Dall'Introduzione)"" -
Pythagoras. Il Samio, Il Pizio, Il Savio
Il personaggio Pitagora è al limite tra il mitico e lo storico; sicura è la sua residenza a Crotone, città ch'egli prescelse per fondare la sua Scuola, accanto a quelle autoctone medica e atletica. Ad ogni modo, tutto il mondo presocratico è dominato ed influenzato dal suo pensiero. Attorno a Pitagora, che presenta molti tratti in comune con altre figure di sapienti visionari e maghi dell'età arcaica, si forma ben presto una ricca tradizione di aneddoti, volti a sottolineare la sua statura morale, filosofica e scientifica, spesso sconfinante nel divino. La mancanza di certezza delle sue indagini e ricerche è dovuta al fatto che di Pitagora non è giunto fino a noi nessun frammento diretto di suoi scritti. Tutto è riportato e riferito da altri. Nei secoli la sua figura è stata sempre più contaminata con fatti straordinari, mitici e non veri. Molto della sua vita e del suo insegnamento è stato inventato. Stabilire e discernere la veridicità di questi fatti è cosa ardua, ma è quello che cercherò di fare. Mi sforzerò di inquadrare storicamente l'uomo, il filosofo, lo scienziato, il maestro Pitagora. -
Serra San Bruno Schiovazziuòni. La Regia Arciconfraternita di Maria SS. Dei Sette Dolori e la rappresentazione della lauda medievale
Serra è nota nel mondo per San Bruno e la Certosa. In questo lavoro di ricerca si è cercato di scandagliare il ruolo della religiosità popolare che anima lo spirito dei serresi, fortemente legati alla storia del monaco tedesco di Colonia che giunse in Calabria nel 1091 e, nel contempo, al mistero della Passione di Cristo. Le origini del teatro religioso serrese sono frutto dell'opera benemerita del cappuccino Antonio da Olivadi, noto in tutta la Calabria per la divulgazione del culto della Passione di Cristo e della Vergine Santissima Addolorata. La Regia Arciconfraternita di Maria dei Sette Dolori fondata dal venerabile Padre Antonio nel 1694 è la protagonista assoluta della Pasqua serrese attraverso la ""lauda da Schiovazziuòni"""". Giunto a Serra su invito del priore della Certosa, padre Tommaso Bardari (priore del monastero dal 1681 al 1710) per tenere alcune conferenze ai novizi, annoverando anche questa particolare esperienza tra le tantissime tappe della sua peregrinatio passionis, il venerabile cappuccino fu invitato a predicare anche al popolo di Serra. Da ciò scaturì, con molta probabilità, la trama delle pratiche religiose serresi come la sacra rappresentazione della Deposizione del Venerdì Santo, che incarna la quintessenza della religiosità popolare di Serra, le cui radici risalgono al Medioevo. Nel contesto certosino ricco di spiritualità e di vita contemplativa riveste quindi un ruolo di primaria importanza anche la storia della pietà popolare serrese. Una serie di coincidenze si susseguono come la trama di un destino già scritto. Scrigno di memorie che apre le porte alla condivisione e alla partecipazione alle sacre drammatizzazioni pasquali di matrice francescana che in Calabria ha lasciato il segno alla pari di quella domenicana e gesuita."" -
Tracce umane. Ovvero la manifestazione del disordine
Le città non sono costruite per rispondere alle esigenze e ai desideri degli abitanti. La loro vita è compressa in spazi generati da interessi economici che nulla hanno a che vedere con il diritto di un benessere diffuso. Quando è possibile gli abitanti adattano gli spazi cercando di renderli più adeguati alle loro abitudini e più rispondenti al loro piacere attraverso piccole azioni svolte direttamente, con mezzi limitati e spesso non autorizzate. Queste minute azioni evidenziano l'interesse delle persone a gestire lo spazio insediato, migliorandolo, e a parteciparne alla definizione; esse mostrano una capacità e una volontà che i progettisti non possono ignorare né risolvere nello svolgimento di formali processi partecipati. Sulla base di queste premesse e sul riconoscimento del diritto degli abitanti di conformare il proprio spazio, gli Autori hanno raccolto le loro riflessioni, e quelle di alcuni amici, sulle potenzialità dei progetti sviluppati insieme agli abitanti, sull'opportunità di comprendere le culture non ufficiali, sull'importanza del disordine e dell'informale. Tali considerazioni delineano la funzione dell'architetto nello stimolare e nel promuovere soluzioni progettuali condivise operando nelle comunità in maniera non autoritaria, aperta e sensibile. -
Gerusalemme o morte. Un #MeToo di mille anni fa
Federico I Hohenstaufen, detto il Barbarossa, è un sovrano illuminato, più moderno che mai, che sogna l'Europa unita, il disegno non riuscito di Carlo Magno. Cerca in ogni modo la convivenza civile senza ricorrere alla spada. Sue le leggi che proteggono le donne e gli ebrei. L'11 maggio 1189 Federico I lascia la città imperiale di Ratisbona (odierna Regensburg) diretto a Gerusalemme per la ""crociata dei tre re"""", cui partecipano anche le corone di Francia e Inghilterra. Il suo poderoso esercito naviga sul Danubio. Poi i Dardanelli e l'ostile Turchia, infine il fiume Salef con la svolta del 10 giugno 1190. Il romanzo è dominato dalla figura dell'imperatore, ma hanno un ruolo importante anche il figlio Federico, coraggioso e impetuoso, due giovani donne poliglotte, la gitana Runa e l'ebrea Ruth, che diventano abili spie e spezzano cuori, e lo scudiero Sabellicus, sordomuto ma più perspicace di chiunque altro. Cruciale è anche il ruolo del fedelissimo tesoriere-scrivano Sigiboto, che gestisce un serpentone di uomini e cavalli."" -
Centone romantico
«Il titolo di questo volume è stato suggerito dal convincimento che la poesia vera - l'osservazione, tuttavia, vale per qualsiasi altra manifestazione d'arte -scaturisce da impulsi interiori, da stati emozionali (amore, gioia, simpatia, paura, patimento, odio o altro), che sono peculiari dell'essere. Se non fosse così, la creatura umana - complessa, libera, dotata d'intelligenza, sentimento, discernimento -, priva delle sue specificità, non apparterrebbe alla specie esclusiva cui Dio, creandola ""a sua immagine e somiglianza"""", l'ha destinata. Chi non crede può non condividere tale asserzione, ritenendo, probabilmente, l'unicità dell'uomo null'altro che frutto di processi selettivi di ordine naturale.»"" -
Il misogino e l'anoressica
"Un romanzo farneticante, surreale, barocco, sfarzoso, esagerato, che sembra scritto da un novello Cervantes, da uno scapigliato Sterne o da un giocoliere che si diverte a creare continui colpi di scena, tra cui quelle clamorose del trasferimento del professore Brocardi da un liceo di Milano a uno di Roma! e quella della studentessa che si reca a scuola con un carro funebre. Una galleria di personaggi indimenticabili, la descrizione della Scuola ridotta a una sorta di cloaca, una Milano colta nella sua essenza ragionieristica, una Roma fotografata nella sua decadenza e nel suo fasto, e una Grecia smagliante, ricca di poesia. Quel che accade però pagina dopo pagina è impossibile sintetizzarlo; il lettore non avrà neppure un secondo a disposizione per sbadigliare"""". (T. B. J.)" -
Il Golpe Borghese quarto grado di giudizio... La leadership di Gelli, il «golpista». Andreotti, i depistaggi della «Dottrina Maletti»
Esattamente 50 anni fa (nella notte fra il 7 e l'8 dicembre 1970), Junio Valerio Borghese mise in atto un colpo di Stato che è passato alla Storia come il ""Golpe Borghese"""". L'azione eversiva si bloccò all'1,49 dell'8 dicembre quando diversi commandos erano già penetrati nel Ministero dell'Interno e altri stavano per mettere a segno tre ulteriori azioni cruciali: l'occupazione della Rai, il sequestro del presidente della Repubblica Giuseppe Saragat e l'assassinio del capo della Polizia Angelo Vicari. La causa del blocco fu un perentorio """"contrordine"""" emanato dallo stesso Borghese subito dopo aver ricevuto una misteriosa telefonata. Nei mesi successivi vennero avviate svogliate indagini che non portarono a nulla. Il quadro cambiò quando un agente segreto del Sid, il capitano Antonio Labruna, aprì una nuova inchiesta riuscendo a scoprire mandanti ed esecutori. Produsse un """"Malloppo documentario"""" che fu però censurato dal suo capo, il generale Gian Adelio Maletti, e dal ministro della Difesa, Giulio Andreotti. Il depistaggio andò in porto e la Cassazione sentenziò che il """"Golpe"""" non era mai accaduto..."" -
Dia de los muertos in Oaxaca. Contaminazioni tra sacro e profano
Visitare l'America Centrale e il Messico, culla delle antiche civiltà precolombiane è già di per sé affascinante. Le soprese possono essere tante nell'incontrare usi e costumi particolari che richiamano riti ancestrali caratterizzati dalla commistione tra sacro e profano. Dalla ricerca sul campo, grande stupore desta la commemorazione dei defunti che si trasforma, ogni anno, in una specie di carnevale con un'esplosione di colori che inebriano coloro che sono attratti da questo rituale sui generis. Ammirando tutto ciò a Oaxaca, ci si rende conto che si tratta non tanto di una mesta commemorazione, ma di una vera e propria festa. Il presente lavoro di ricerca investiga il costume e la storia di un popolo che ha subito nel tempo diverse situazioni di cambiamento relative alle dominazioni e alle religioni europee che si sono inserite prepotentemente nel contesto indigeno. Un tratto distintivo consiste nel modo in cui si è tentato di ripercorrere le tappe della storia di Oaxaca e dei suoi dintorni. Reminiscenze e rituali che hanno segnato il tempo di miti e leggende, lasciando tracce indelebili nel tessuto socioculturale messicano. Dalla struttura sociale tipica del mondo messicano e sudamericano in genere, al contesto latinoamericano si possono cogliere i tratti salienti di pratiche sociali e religiose intrise di sacro e profano. Per l'uomo religioso la comparsa della vita è un mistero, non è una breve apparizione nel tempo tra un nulla e l'altro, ma è preceduta da una pre-esistenza e continua in una post-esistenza.