Sfoglia il Catalogo feltrinelli024
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 4101-4120 di 10000 Articoli:
-
Sistema Merkel. Come la cancelliera mette in pericolo la Germania e l'Europa
Come ha fatto Angela Merkel a diventare la donna più potente del mondo? Qual è il suo segreto? La studiosa Gertrud Höhler con questo sviscera il personaggio chiave dello scenario europeo attuale e arriva alla definizione di un vero e proprio ""Sistema M"""". Per l'autrice si tratta di un metodo, in apparenza sorridente, materno e persino tentennante, che ha consentito alla leader dei cristianodemocratici di monopolizzare la politica tedesca e internazionale. Mediante un'analisi meticolosa e spietata della sua carriera - iniziata sotto l'egida di Helmut Kohl - la Höhler svela il segreto del successo di Angela Merkel e ci mette in guardia dal rischio di una sua ulteriore permanenza al potere, che potrebbe avere ricadute letali per la tenuta dell'euro e della UE, oltre che per la buona salute della democrazia in Germania. Un libro che mette a nudo la Cancelliera venuta dall'ex Repubblica Democratica e il sistema di scandali che hanno segnato la """"sua"""" Germania."" -
Calendario della libertà
Gli scritti raccolti in questa antologia, molti dei quali tradotti per la prima volta in italiano, testimoniano l'evoluzione del pensiero politico di Albert Camus, il suo impegno di intellettuale libero in una fase cruciale della storia europea. Sono articoli, interventi pubblici, interviste e conferenze che abbracciano un ampio periodo della vita dello scrittore: dal 1939, nel pieno della sua formazione culturale e politica, fino al 1956, l'anno precedente il conferimento del premio Nobel per la letteratura. In un processo d'incessante dialogo tra realtà e coscienza, sfilano tutti i temi centrali della riflessione di Camus: la causa della Repubblica spagnola, la questione algerina, la critica all'imperialismo sovietico, il ruolo dell'intellettuale e l'idea di una ""società dei popoli"""" sovra-nazionale che salvaguardi gli individui dalla violenza degli Stati. Prende così forma il ritratto di un uomo messo di fronte a delle scelte difficili, in un contesto dilaniato prima dalla guerra e poi dalla contrapposizione delle ideologie e degli imperialismi. Nel mai eluso confronto con il proprio tempo e nel coraggio delle prese di posizione, il Camus politico, inscindibile dal filosofo e dal narratore, mostra oggi la sua quanto mai necessaria attualità."" -
Poliziotto
Quando ""il Maestro"""" e """"il Poliziotto"""" s'incontrano Nicola Longo è già celebre, Federico Fellini ne ha seguito le imprese sui giornali appassionandosi a una carriera fitta di operazioni sotto copertura, scontri a fuoco, ferimenti e casi risolti. Tra i due, messi in contatto da Tonino Guerra, nascono subito una reciproca fascinazione e la voglia di lavorare insieme. Il primo tentativo - un film tratto dal romanzo autobiografico di Nicola, """"La valle delle farfalle"""" - fallisce per contrasti con il produttore Renzo Rossellini. Il regista rilancia, sa che Nicola può essere la guida perfetta per decifrare il presente dei primi anni Ottanta: un eroe senza retorica, diviso tra l'orgoglio del proprio ruolo e una nascosta amarezza, con la consapevolezza del male e dei suoi indefiniti contorni. """"Poliziotto"""" raccoglie i sei racconti che i due produssero, con l'aiuto di Gianfranco Angelucci, chiusi nello studio di Fellini nell'estate del 1983. Longo racconta impassibile, la voce è fredda e impersonale, irresistibilmente ipnotica. Fellini ascolta e annota, nella sua mente le storie diventano l'affresco di un mondo assediato da una violenza cieca e pervasiva che tutto confonde. Sono episodi di lotta quotidiana, che attraversano i bassifondi della malavita, s'immergono nel vortice caotico del crimine e arrivano a sfiorare il fantasma dei poteri occulti. Questi racconti, sospesi in precario equilibrio tra descrizione della realtà e metafora visionaria, non diventaranno film..."" -
Dieci cani per un sogno
Il 28 aprile 1982 François Varigas parte da Frobisher Bay, nell'isola di Baffin, per una traversata del Grande Nord canadese, che si concluderà dopo un anno a Dawson City, al confine tra lo Yukon e l'Alaska. Porta con sé solo lo stretto indispensabile - una tenda e poche altre cose - e viaggia su una slitta trainata da una muta di cani da lui personalmente allevati e addestrati. Scritto con l'aiuto del giornalista Jean-François Chaigneau, ""Dieci cani per un sogno"""" è la rievocazione di quell'avventura memorabile: una corsa massacrante, lunga settemila chilometri, in mezzo ai ghiacci e alle tormente, sfidando il gelo, la fame e gli animali selvatici; e superando momenti terribili in cui la morte sembrava l'unica via di fuga da solitudine e disperazione. Alla fine, il temerario esploratore francese avrà stabilito una serie impressionante di primati: l'attraversamento completo dell'isola di Baffin, la traversata della regione artica in inverno, la prima spedizione in solitaria con un equipaggio di cani, il record di distanza coperta in un solo anno e la prima esplorazione tra foresta boreale e tundra artica. Varigas, grande lettore di Jack London, racconta la storia vera di un'impresa estrema e commovente, vissuta con l'unico ma inestimabile conforto dell'affetto dei suoi cani."" -
L'avventura dell'universo. Da Aristotele alla teoria dei quanti e oltre: una storia senza fine
Il genere umano non ha mai smesso di indagare i misteri dello spazio cosmico e del tempo, dividendosi tra lo stupore e la sete di conoscenza, cercando di definire il proprio posto nell'universo. La storia di questa indagine, epica e costellata di personaggi straordinari, è anche la storia del pensiero scientifico e del suo accidentato percorso, tracciato nella lotta secolare contro i pregiudizi della politica e delle religioni. Pubblicato per la prima volta nel 1988, ""L'avventura dell'universo"""" è ora un classico della divulgazione scientifica, un'introduzione essenziale alle scoperte della fisica, della cosmologia e dell'astronomia, attraverso gli uomini e gli eventi che le hanno rese possibili. A guidarci sono le parole di Timothy Ferris, non un semplice divulgatore, ma uno scrittore che sa unire all'esattezza scientifica dell'esposizione la seduzione di uno stile avvincente e, a tratti, poetico. L'autore illustra le sfere cristalline di Aristotele, la rivoluzione di Copernico e Galileo, le teorie moderne del Big Bang e delle supersimmetrie, e intreccia i paradossi e i progressi della ricerca scientifica alle evoluzioni della cultura, dell'arte e della Storia. Una materia vastissima per un libro straordinario e appassionante, come le domande che, per quanto possano estendersi le nostre conoscenze, continueremo a porci di fronte ai misteri del cosmo."" -
Neuropolitica. Il potere, la controcultura e l'America conforme
Timothy Leary è stato uno psicologo di fama mondiale, un professore espulso da Harvard, un paladino dell'evoluzione cerebrale, un celebre guru delle droghe, un filosofo da spettacolo e un prigioniero dell'Amministrazione Nixon. È stato persino definito ""l'uomo più pericoloso del pianeta"""". Ha scritto la prima versione di questo libro mentre era in prigione, a volte in celle di massima sicurezza (""""Devo confessare che in quel periodo ero alienato, un po' matto e soggetto a occasionali scatti d'ira. Pertanto se i blues da prigione sono un classico, la prima versione di questo libro era color ultravioletto""""). Il libro presenta alcune delle idee del """"dottor Leary"""", le sue riflessioni sul passato e le sue speranze per il futuro."" -
Autodafé dello spirito
"Autodafé dello spirito"""" è la testimonianza dell'impegno civile e politico di Joseph Roth durante gli anni dell'esilio, dal 1933 al 1939. È il grido d'allarme di un'intellettuale che non vuole cedere alla follia criminale che lo circonda, ma vede chiaramente il baratro verso il quale la Germani nazista sta trascinando l'Europa. Attraverso questi articoli, alcuni dei quali tradotti per la prima volta in italiano, possiamo ricostruire le urgenze e gli sviluppi del pensiero dello scrittore: il suo scivolare dall'iniziale socialismo verso posizioni monarchiche (ma sempre in chiave antifascista), la rivendicazione dell'erranza ebraica (contrapposta al sionismo e alla ricerca di una patria geografica), la difesa dei valori umanistici della cultura europea. Mentre descrive i roghi di libri, l'abbrutimento della propaganda e le colpevoli esitazioni delle democrazie, la scrittura di Roth oscilla tra il sarcasmo, la disperazione e improvvisi slanci di speranza, ma la sua visione rimane lucida fino alla fine. Fino all'ultimo articolo, pubblicato il giorno prima del ricovero in ospedale, dove l'ombra dei campi di concentramento invade il simulacro svuotato di senso della cultura tedesca: """"La quercia di Goethe a Buchenwald""""." -
Vent'anni e una notte. 1993-2013. La parabola della destra italiana raccontata dai suoi protagonisti
La prima immagine risale al 1993: Silvio Berlusconi - prossimo alla discesa in politica - dichiara che se fosse stato a Roma avrebbe votato un giovane Gianfranco Fini come sindaco della Capitale. L'ultima scena è quella della notte del 20 gennaio 2013, quando Berlusconi in vista delle politiche scrive la parola ""fine"""" sull'avventura di Alleanza nazionale, cancellando dalle liste gran parte di coloro che avevano fatto la storia della Destra. Prima ancora c'era stato il """"Che fai, mi cacci?"""" urlato da Fini a Berlusconi in un'affollata e drammatica direzione del Pdl nell'aprile 2010. 1993-2013: in questi due decenni si consuma la parabola dei vincitori della svolta di Fiuggi. """"Duellanti senza regno"""", come dimostrano il fallimento di Futuro e libertà e la diaspora della Destra italiana. Di chi sono le responsabilità? Quali gli errori di una generazione nata nella redazione del """"Secolo d'Italia"""" e che ora, dopo aver assunto incarichi di governo e assaporato la gestione del potere, sembra essere tornata ai margini della politica? Attraverso un critico e dettagliato dialogo, Mauro Mazza e Adolfo Urso ripercorrono la vicenda politica e umana della Destra italiana, rivelando i segreti, i retroscena, gli scontri, i successi e i litigi mai apparsi sulla stampa, che hanno compromesso il futuro politico di una classe dirigente. È un'analisi sulla storia degli ultimi vent'anni, con la parabola di Gianfranco Fini, l'uomo che ha portato An al governo ma che ha perso la battaglia finale contro Berlusconi."" -
Il principe delle volpi
Nell'Italia del Sedicesimo secolo, vitale nelle arti ma devastata dalle guerre, il nobile Andrea Orsini è capitano al servizio di Cesare Borgia. Coraggioso e abile, Andrea cela quali sono le sue reali origini, un segreto che potrebbe portarlo alla rovina. Incaricato di conquistare con l'inganno Città del Monte, incontra il signore del luogo, Marco Antonio Varano, e la giovane moglie Camilla, della quale si innamora. Da questo momento, ogni sua scelta può essere un trionfo o una catastrofe, e ogni azione può far crollare il fragile castello di amori, ambizioni e interessi che lo circonda. Scandita dal ritmo trascinante degli eventi e costellata di colpi di scena, l'avventura di Andrea Orsini è un'immersione totale nel Rinascimento, in perfetto equilibrio tra le ragioni della ricostruzione storica e quelle di un senso del meraviglioso. Pubblicato nel 1947 fu portato sullo schermo due anni dopo da Henry King, con Tyrone Power nella parte del protagonista e Orson Welles in quella di Cesare Borgia. -
La dignità del lavoro
La dignità del lavoro testimonia la coerenza e l’attualità della riflessione di Federico Caffè, un pensiero critico che ha in larga parte anticipato gli sviluppi della crisi che stiamo attraversando e presagito i ritardi della sinistra e del sindacato. Il libro raccoglie, con un saggio introduttivo di Antonio Lettieri, tutti gli articoli di Caffè usciti dal 1977 al 1986 su una rivista della Cgil, «Lettere della Sinistra». Paolo Pombeni introduce invece l’importante collaborazione con «Cronache sociali», la rivista di Giuseppe Dossetti e Giorgio La Pira, alla fine degli anni Quaranta. In appendice vengono presentati altri scritti, interventi, documenti inediti, un’intervista radiofonica con Ezio Tarantelli, un articolo di La Pira e il ricordo dei rapporti tra Caffè e Meuccio Ruini, Ministro della ricostruzione nel Governo Parri e padre costituente. Un saggio di Claudio Gnesutta, riprendendo il filo del discorso di Lettieri, pone infine l’accento sull’attualità di Caffè alla luce della crisi italiana e internazionale. Con questo volume si completa il progetto, iniziato nel precedente Contro gli incappucciati della finanza (Castelvecchi 2013), per il recupero di quelle che, accanto agli articoli per «il Manifesto», sono le collaborazioni più intense e continuative dell’economista con la stampa periodica. Facendo emergere la sua figura di consigliere del cittadino, anziché di «principe» – come una volta si volle definire –, questo libro conferma la continuità della «non politica dell’occupazione» che Federico Caffè denunciò, con ammirevole chiarezza, nel corso della sua attività di docente, studioso, pubblicista. -
Le mie nove vite
Nata a Berlino, deportata ad Auschwitz e poi ""ebrea errante"""" tra la Palestina, gli Stati Uniti e infine l'Italia: Carla Cohn ha attraversato il mondo e il Novecento, ha dovuto passare il confine estremo del dolore e della perdita di sé, ed è riuscita a raccontarlo. Nove vite, """"come il gatto dei proverbi"""", che diventano nove capitoli di un'esistenza messa a confronto con l'orrore della Storia, quello più grande e indicibile, e poi con i tanti piccoli orrori quotidiani prodotti dall'ignoranza, dall'indifferenza, dalla mancanza di comprensione. I suoi non sono semplicemente i ricordi di una sopravvissuta strappata alla camera a gas per un fortuito scambio di persona - ma la storia di un'identità ricostruita, con fatica, dolore e coraggio, nel corso degli anni. Psicoterapeuta infantile, Carla Cohn tesse la cronaca del proprio percorso di autoanalisi e della lotta senza fine contro la rimozione della memoria e del senso di colpa che abita i """"salvati"""" della Shoah. Il lavoro su di sé - quel modo di ripercorrere il passato che Carla chiama retrospettoscopio - diventa, inevitabilmente, continua rilettura della Storia e sguardo senza veli sulle mutazioni dell'Occidente, le sue ripetute ingiustizie e le sempre risorgenti ombre del razzismo e di ogni forma di esclusione."" -
Fede e potere. Il capitolo 13 della Lettera ai Romani
Fede e potere presenta la prima versione del commento al capitolo 13 della Lettera ai Romani, ed è un testo cardine e fondativo nello sviluppo del pensiero di Karl Barth, che nasce dalla sua esperienza di pastore a Safenwil. A Safenwil, Barth dà vita a una ""chiesa locale"""", partecipando anche alle lotte politiche e sindacali del villaggio mentre, nelle sue prediche, la parola biblica s'intreccia con le tematiche sociali. In quegli anni molto vicino al socialismo e attivo nel movimento operaio, il teologo prende però progressivamente le distanze dalla tentazione di un Cristianesimo sociale, visto come interpretazione riduttiva del messaggio di Cristo, ma ribadisce la libertà della fede e, insieme, la necessità della formazione politica della coscienza, unita al dovere, per il credente, di lottare per la salvezza generale dell'umanità. Per Barth, il cristiano non appartiene allo Stato perché appartiene a uno """"Stato superiore"""" e la sua libertà si fonda sull'indipendenza da qualsiasi ideologia o forma di governo, che può essere tollerata, ma non venerata o considerata di per sé un valore. La forza rivoluzionaria di queste parole di Karl Barth è un seme che darà numerosi frutti nel pensiero politico e religioso fino ai nostri giorni."" -
Riscrivere la Genesi. Alla ricerca della formula matematica della creazione
Cosa hanno in comune la creazione del mondo narrata nella Genesi e le teorie più recenti sulle fluttuazioni del vuoto quantico? Cosa lega la filosofia di Platone e le particelle elementari? C'è un rapporto tra la cabala ebraica medievale e le costanti universali della fisica e la loro importanza per l'esistenza degli astri? Nella storia della civiltà non vi è cultura che non abbia cercato di spiegarsi com'è stato creato lo spazio in cui abita. Mito, religione, filosofia, scienza: l'intelletto umano, in tutte le sue manifestazioni, ha sempre fornito delle risposte a questa domanda. La formula matematica della creazione raccoglie le sette concezioni più importanti sull'origine dell'universo e le mette a confronto con altrettanti aspetti della cosmologia contemporanea. Così, la gnosi di Alessandria d'Egitto o le teorie di Newton, Darwin, Einstein e Galilei vanno a braccetto con l'energia oscura, le supercorde, le simmetrie rotte o le dimensioni cosmiche della vita. -
Pace e giustizia sociale
Nel secondo dopoguerra, Karl Barth precisa la sua riflessione sull'impegno politico dei cristiani, e ribadisce la necessità di preservare la purezza del messaggio evangelico da ogni contaminazione con qualsiasi forma di causa politica che, per sua natura, non può che essere provvisoria. Di fronte al teologo, dopo il crollo della Germania, c'è il mondo della Guerra Fredda, diviso in due e sotto la costante minaccia dell'estinzione. I testi raccolti in questo libro, composti tra la fine del secondo conflitto mondiale e il 1959, pongono l'analisi demistificante della politica internazionale a confronto con l'agire concreto del credente, che deve rispondere, sempre e prima di ogni altra cosa, alla propria fede. In due scritti del 1945 ""I tedeschi e noi"""" e """"Come potranno guarire i tedeschi?"""" Barth si sofferma sulla necessità per i cristiani di essere i primi a perdonare i vinti per farsi costruttori di un futuro migliore. """"La Chiesa tra Est e Ovest"""" (1949) mette in guardia i fedeli dal farsi paladini nella crociata contro l'Est sovietico, invitandoli a cercare invece una terza via di conciliazione che coniughi libertà e giustizia sociale. Nel 1958 Barth scrive la lettera """"A un pastore della Repubblica democratica tedesca"""", dove torna sulla necessità di riconoscere l'esistenza del totalitarismo nel mondo, sia nella forma poliziesca dei Paesi del socialismo reale, sia nella forma economico-finanziaria dei Paesi dell'Occidente capitalistico."" -
Piccole storie di Ornella V.
Quattordici racconti: storie immaginate, riferite o realmente vissute. Spesso vere e proprie parabole in cui Ornella Vanoni mette nero su bianco un'esistenza intrecciata ad altre esistenze. Può una farfalla sbucata dal nulla far comprendere l'insensatezza della paura? O un cagnolino raccontare l'amore per la sua padrona? Storie di passioni ricordate con lo sguardo velato da un ricorrente e instancabile «ti penso continuamente», come quella per Hugo Pratt. Di sorrisi e creme divorate da scimmiette impertinenti, di risvegli imbronciati e di orsi che pregano. Ma soprattutto storie di fede, una fede totale, nella vita, negli sbagli, nelle parole dette e non. Quella stessa fede che ha reso Ornella il leone che tutti vedono, grazie ai riccioli infuocati, ma che pochi conoscono davvero. Piccole storie che si rincorrono, tendendosi sempre la mano grazie a una scrittura soffice, scandita nei punti, nelle pause, tanto da chiedersi se è foglio o pentagramma quello su cui sono state scritte. -
L'ultima confessione
Eroe e martire della libertà di pensiero, Giordano Bruno pagò con la vita la difesa delle proprie idee. Pur così diverso nel temperamento dallo scontroso Nolano, Morris West ha sempre considerato Bruno uno spirito affine, quasi uno specchio del suo tormento interiore di cattolico libero che s'interroga sulla giustizia dell'ortodossia religiosa. ""L'ultima confessione"""" è il diario immaginario nel quale il filosofo, imprigionato nel Sant'Uffizio e sapendo prossima la sua esecuzione, racconta la sua storia. Bruno si definisce """"un prete indegno, un monaco apostata, un mago imbroglione, un sedicente angelo della luce che arranca nella sua stessa oscurità, uno sbruffone, un prevaricatore, logorroico nelle discussioni e velenoso nelle dispute. Tutto questo e anche di più, se trovate le parole!"""", eppure rivendica con orgoglio l'autonomia della propria coscienza. Opera estrema di West, questo romanzo può esserne considerato il testamento spirituale. Lo scrittore morì alla sua scrivania, lasciando incompiuti gli ultimi capitoli che, per iniziativa dei familiari, sono qui sostituiti con un epilogo basatlo sui suoi appunti."" -
Quo vadis Europa?
L'Europa non è mai esistita come singola entità, e gli europei ne hanno cominciato a parlare solo quando è scivolata dal centro alla periferia del mondo. Malgrado la retorica, non c'è molto di integrato nell'Unione Europea e non basta certo la moneta unica per farne uno Stato. Ciò nonostante, perché tanta delusione? Gli europei non hanno mai vissuto un periodo così lungo di prosperità e di pace. Interrogandosi sull'incerto futuro del continente, Donald Sassoon bilancia il pessimismo dell'analisi con l'invito a cercare una strada ancora percorribile e a riconoscere ""il miracolo di un'associazione di ventotto Paesi che non hanno molto in comune ma che, malgrado tutto, cercano di trovare un modo di convivere""""."" -
Martin Buber
Confrontandosi con il cuore del pensiero etico di Martin Buber - secondo il quale l'essere umano è per essenza dialogo e si realizza soltanto nel suo entrare in relazione con l'umanità e con il Creatore - Emmanuel Lévinas ha l'occasione di precisare anche la sua filosofia, caratterizzata da una inesausta ricerca dell'Altro e dal modo di costruire il contatto con esso attraverso l'amore e l'assunzione di responsabilità nei suoi confronti. Scritto nel 1958 e pubblicato nel 1963, questo testo permette di esaminare in maniera limpida le similarità e le differenze tra i fondamenti del pensiero dei due filosofi - il ""faccia a faccia"""" di Lévinas e l'""""Io-Tu"""" di Buber - e considerare la comune convinzione che la teoria della conoscenza costituisca la base dell'etica. In appendice, un breve scambio epistolare, nel quale Buber e Lévinas mettono l'accento su ciò che divide le loro filosofie, fornendo al lettore un'ulteriore occasione di riflessione."" -
La qualità umana
Aurelio Peccei è stato manager per aziende come FIAT e Olivetti, partigiano di Giustizia e Libertà, studioso attento delle dinamiche economiche e sociali. Nel 1968 ha fondato il Club di Roma, associazione intemazionale e multidisciplinare che si propone di esaminare le crisi globali in maniera organica, ipotizzandone gli sviluppi e le possibili soluzioni. Infaticabile promotore di connessioni tra idee, istituzioni e discipline, Peccei non ha mai disgiunto l'azione concreta dall'analisi del presente e dalla progettazione del futuro. ""La qualità umana"""", pubblicato per la prima volta nel 1976, è la sua singolarissima autobiografia intellettuale, un'""""avventura dello spirito"""" dove l'esperienza personale diventa il filo sul quale tessere una riflessione sullo stato dell'umanità e sulla necessità di un mutamento profondo. Il cambiamento di cui scrive Peccei riguarda ogni individuo e la natura di una crisi che ha molte facce, ma che è al fondo culturale e nasce dalla nostra difficoltà ad adeguarci alla rapidità fuori controllo dello sviluppo tecnologico. Il ruolo dei paesi in via di sviluppo, le responsabilità delle multinazionali, le conseguenze della sovrappopolazione e del degrado ambientale, la necessità di riconnettere le leggi dell'economia alla complessità dei fatti umani. Prefazione di Roberto Peccei. Introduzione di Gianfranco Bologna."" -
Romain Rolland. L'uomo e la sua opera
Tra le biografie di Stefan Zweig, quella di Romain Rolland (1866-1944) occupa un posto particolare. Unica dedicata a un personaggio ancora in vita, si confronta con una figura centrale per lo scrittore austriaco, che di Rolland era ammiratore, traduttore e amico. Pubblicato nel 1921 e aggiornato nel 1929, il libro ne ripercorre gli anni della formazione, ne analizza le opere, la sperimentazione letteraria e la crescita della sensibilità umanitaria. Ma a Zweig interessa soprattutto scrivere dell'enorme influenza intellettuale esercitata da Rolland nel corso della seconda parte della sua vita, dopo lo scoppio della Prima Guerra Mondiale e il conferimento del Nobel nel 1915. Al centro dell'appassionato racconto c'è l'ideale che univa i due scrittori, il pacifismo radicale che entrambi portarono avanti con coraggio in un mondo sempre più diviso dai nazionalismi. Questo libro ci permette oggi di riscoprire una delle grandi figure della prima metà del Ventesimo secolo: uno scrittore e ideologo con una profonda idea di Europa che, da uomo di lettere, divenne sempre più uomo d'azione.