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Figure dell'araldica. Dai campi di battaglia del XII secolo ai simboli della società contemporanea
In questo saggio lo storico dei simboli e dei colori Michel Pastoureau racconta con passione come è nata l’araldica, in che modo si è diffusa, e come è giunta a essere presente nella vita di ognuno di noi, diventando uno dei grandi codici di comunicazione della società contemporanea.rnrnNata nel XII secolo sui campi di battaglia, l’araldica doveva servire a identificare i cavalieri, resi irriconoscibili dagli elmi e dalle armature. L’idea che gli stemmi siano monopolio dell’aristocrazia nasce in quei giorni, ma in verità tutti possono portarne uno, nobili o plebei, basta che rispettino le regole del blasone. Un codice funzionale elaborato per essere riconosciuto anche da lontano, fatto di colori vivi, immagini evidenti, segnaletica forte. Un sistema che ancora oggi è alla base della comunicazione e ci aiuta a capire i simboli presenti sulle bandiere delle squadre di calcio e in quelle nazionali, i loghi e i marchi più famosi, i cartelli stradali e molto altro. -
Tenerezza. La rivoluzione del potere gentile
Per resistere al male ci vuole un animo tenero: la sfida più dura mai affidata all'umano«Non c'è altra via di umanizzazione per il tempo presente e futuro: la forza rivoluzionaria della tenerezza e dell'affetto corrisponde alla via sovrana per una nuova ecologia umana, sensibile alle mani, alle facce, alle voci e ai corpi nella loro irriducibile singolarità e verità.»A partire dalle parole e dal pontificato di Francesco, nasce questo libro di una filosofa e teologa, che si avventura con coraggio in quello che potrebbe rivelarsi un campo minato: parlare di un sentimento che tutti identifichiamo subito con colori pastello, pelouche, infantilismi, baci perugina e stucchevoli pubblicità per San Valentino. La tenerezza va ripulita dalla spessa crosta di zucchero e va mostrata in tutta la sua essenzialità e potenza: è la percezione elementare della fragilità della vita, di ogni vita; è la disposizione umana fondamentale dei legami che tengono insieme il mondo; è vicinanza; riconoscimento del volto dell'altro, della sua fisicità, del suo essere al mondo. -
Qualche breve lezione sul cervello. Per capire l'oggetto più complicato che sia mai stato costruito
Jean-Didier Vincent, il fisiologo francese racconta la storia delle scoperte sul cervello, da Cartesio fino a oggi. Le scoperte importanti su questo organo fondamentale quanto il cuore per la sopravvivenza e la vita in generale sono state molto tardive perché il cervello, a differenza di altri organi, non rivela nulla all'esame autoptico: ha bisogno di essere letto con microscopi, di essere indagato con risonanze magnetiche e Tac. È per questo che le grandi scoperte sono avvenute negli ultimi 50 anni. Questo libro racconta il percorso scientifico di indagine a partire dalle origini e a che punto siamo arrivati. Uno strumento semplice e fondamentale negli anni più ""mentali"""" di tutta la storia dell'uomo."" -
Nel nome di Dante. Diventare grandi con la Divina Commedia
Martinelli affianca alle parole di Dante e ai racconti sul suo tempo memorie più personali ed eventi più recenti, più contemporanei scontri tra Neri e Bianchi, facendo dialogare il Due-Trecento con il Novecento in un’originalissima rilettura della Commedia che, oltre al libro, anima anche uno spettacolo teatrale.rnE il senso nascosto, il perché delle mie lacrime, questo mi travolgeva nella lettura, la scoperta che quel libro nascondesse e al tempo stesso a me solo rivelasse il rumore delle mie lacrime, della mia fame di vita, come se Dante lo avesse scritto proprio per me quello smisurato poema, per me, Marco di Luciano e Vincenzo.rnHa ancora senso leggere, o rileggere, la Commedia di Dante Alighieri, quella che Boccaccio definì Divina? Che cosa ha da dirci oggi il Padre della nostra lingua? Probabilmente tanto. Basta mettere da parte il Monumento della letteratura italiana che tutti ci invidiano, quello che si è obbligati a studiare a scuola, e considerarlo anzitutto un uomo come noi. Un uomo però attento al mondo circostante. Il Dante in carne e ossa è stato, come tutti, ragazzo e da ragazzo ha visto la sua città, Firenze, dilaniata dal conflitto tra guelfi e ghibellini; crescendo è diventato letterato e poeta, cittadino impegnato in politica, e per questo costretto all’esilio; vittima infine della malaria verrà sepolto lontano dalla sua patria, a Ravenna. Dante aveva conosciuto la realtà dell’inferno in terra e l’ha trasfigurata con la forza della sua immaginazione nell’Inferno, aveva sperimentato la possibilità di ricominciare e l’ha trasposta nel Purgatorio, aveva conosciuto la potenza dell’Amore e l’ha sublimata nel Paradiso. Per capirlo occorre tuttavia sapersi accostare al poeta come ha fatto Marco Martinelli grazie all’insegnamento di un altro padre: il suo. Vincenzo Martinelli ha trasmesso al figlio la passione per questo Dante a tutto tondo, così come gli ha trasmesso la curiosità per la Storia, l’interesse per le vite altrui, un senso alto della politica. -
Il Viva Verdi
Milano, 1879. La città è in fibrillazione: nel Teatro alla Scala, torrido e affollato, Giuseppe Verdi è pronto per dirigere una trionfale Messa di Requiem. Tutti però si chiedono: dopo sette anni di silenzio, il grande musicista scriverà finalmente una nuova opera? A sessantasei anni Verdi è un uomo forte, ma sembra che preferisca viaggiare, seguire i propri affari e curare la sua tenuta. Il suo editore getta l'esca di un'opera tratta dall'Otello di Shakespeare. Per il libretto avrebbe in mente un nome: Arrigo Boito, il poeta e musicista autore del Mefistofele. Ma perché Verdi parla tanto male di lui? La tormentata creazione dell'Otello si svolge sotto gli occhi smaliziati dell'io narrante Tobia Gorrio, lo scapigliato alter-ego di Boito, un anti-eroe goffo ma sincero, irresistibile, che conosce e stima profondamente il compositore, ma a volte avrebbe voglia di gridare 'Viva qualcun altro' al posto di 'Viva Verdi'. Scopriamo la Milano del tempo: in divenire, mondana, popolata di personaggi eccentrici, dove il Maestro Verdi è oggetto di pettegolezzi e atti di devozione; dove aspiranti dive del bel canto affollano la Galleria, dove una rivalità chiassosa e feroce infiamma le polemiche tra i grandi geni della musica. Scoppiettante, ironico, ricco di aneddoti e godibilissimo, ""Il Viva Verdi"""" è l'affresco di un tempo e una città cangianti e frenetici in cui l'arte si univa al gusto popolare in modo unico e indimenticabile, sublime."" -
L' anoressia giovanile
Una terapia fondata sull’esperienza clinica per una patologia che richiede un intervento immediato e precoce, e senza esitazioni.rnrnL'anoressia giovanile è molto cresciuta negli ultimi vent'anni: l'età di inizio del disturbo è passato da 13/14 a 11, e purtroppo anche i casi mortali sono in aumento. Nasce da una restrizione alimentare, che a volte parte con una semplice dieta: la ragazza non si sente attraente, si sente grassa e dunque brutta. Comincia un regime alimentare troppo stretto, intorno alle 6/700 calorie al giorno che presto si trasforma in astinenza. L'astinenza chiama astinenza, e la ragazza arriva a non mangiare più. Spezzare questo circolo mortale, che non è altro che un'ossessione compulsiva, è difficile, e soprattutto è difficile scacciare in modo duraturo l'ossessione. Questa terapia elaborata dal Centro di Terapia Strategica di Arezzo ha successo nell'80% dei casi, e dura a lungo grazie a un protocollo protratto nel tempo. -
Il più grande spettacolo del mondo. Botanica e immaginazione. Ediz. illustrata
Cos'hanno in comune i possenti alberi millenari con i delicati fiori di campo, le conturbanti orchidee con il mais o il cotone che utilizziamo ogni giorno? Giganti dei boschi come il tasso e la quercia sono così densi di significati culturali e religiosi da racchiudere nei loro anelli ""una genealogia spirituale"""" che ha più a che fare con la decifrazione di un simbolo che non con un quesito strettamente botanico. Altri protagonisti del mondo vegetale come cotone e mais intrecciano mito ed economia, mentre felci e ninfee parlano della bizzarria dei gusti e delle mode, fino al caso emblematico dell'orchidea, sintesi di fascino, esotismo e pruderie vittoriana, incarnazione floreale del prepotente colonialismo britannico. Il segreto di Mabey sta nel descrivere la vita delle piante nel suo legame inestricabile con l'habitat umano, e quindi con la cultura, l'economia, l'arte. In molti sensi, le piante non sono mai """"semplici vittime, esseri passivi"""", ma protagoniste di un unico grande spettacolo che la natura mette in scena da millenni proprio sotto i nostri occhi. Perennemente in bilico tra scienza e romanticismo, nel suo viaggio Mabey si fa accompagnare da ricercatori di ogni epoca così come dalle voci incantate di Keats e Wordsworth: sguardi diversi, ma colpiti dal medesimo fascino e mossi da un'unica passione."" -
Vincere con la mente
Offrire sempre il meglio di sé, sentirsi al massimo della prestazione, sempre tesi verso il superamento dei propri limiti: i grandi campioni dello sport - gli eroi del nostro tempo - incarnano il nostro bisogno di misurarci in sfide, di migliorarci, di vivere con intensità e pienezza. A questo serve la psicologia dello sport, una disciplina recente che sta assumendo sempre maggiore importanza nel mondo del Grande Sport. In questo libro, Giuseppe Vercelli, psicologo dello sport, ci introduce nella mente del campione e ci mostra i meccanismi mentali, le relazioni con gli altri e l'atteggiamento nei confronti della realtà che favoriscono la vittoria, nello sport come nella vita. Il campione è colui che sa responsabilizzarsi rispetto al suo mondo, al suo successo ma anche al suo insuccesso, è colui che sa fare delle scelte, ha il coraggio di decidere ascoltando le proprie sensazioni. Vincere significa, dice Vercelli, provare le migliori sensazioni possibili in quel preciso momento, cercare il meglio da stessi. Una sfida che tutti desideriamo affrontare. -
Un anno in cucina con Marco Bianchi
365 giorni con Marco Bianchi e le buone ricette della sana alimentazione. -
Rosso. Storia di un colore
Nella civiltà occidentale, il rosso è il primo colore che viene usato sia in pittura che in tintoria. Probabilmente è per questo che è stato a lungo il colore per eccellenza, il più ricco dal punto di vista sociale, artistico e simbolico. Nell'Antichità è stato il simbolo della guerra, della ricchezza e del potere. Nel Medioevo ha assunto una forte connotazione religiosa, evocando sia il sangue di Cristo che le fiamme dell'Inferno, ma nella dimensione profana è stato anche il colore dell'amore, della gloria e della bellezza e la Rivoluzione francese lo farà diventare anche un colore ideologico e politico. Il primo colore che l'uomo abbia padroneggiato, fabbricato, riprodotto e dunque quello sul quale lo storico, il sociologo o l'antropologo hanno più cose da dire che su tutti gli altri. Rosso - quarto capitolo di un'opera di alto profilo che vede in libreria Blu, Nero, Verde e prevede il giallo come quinta e ultima tappa - è un testo ricchissimo, che considera il rosso lungo un orizzonte temporale molto ampio e sotto tutti i punti di vista: una bussola che ci permetterà di orientarci nel labirinto cromatico di questo colore archetipico della storia e della cultura occidentale. -
Il bene comune
«Stupendo, impossibile da abbandonare» - The New York Timesrnrn«Ann Patchett ha un controllo completo della scrittura, è una maestra dell'arte di narrare» - The Observerrnrn«Uno dei modi per sentirci meno soli è condividere i nostri tesori, compresi gioielli come questo romanzo» - The Guardianrnrn«La scrittura di Ann Patchett trasmette così tanta bellezza e tranquillità da togliere il fiato» - The TimesrnrnUna domenica pomeriggio, nella California del Sud, Bert Cousins si presenta senza invito alla festa per il battesimo di Franny Keating. Prima di sera ha baciato la madre di Franny, Beverly, innescando così la dissoluzione dei rispettivi matrimoni e l'unificazione di due famiglie. ""Il bene comune"""" esplora il modo in cui questo incontro casuale si riverbera nelle vite dei quattro genitori e dei sei figli coinvolti, nell'arco di cinque decenni. Durante le estati trascorse insieme in Virginia, i figli Keating e Cousins creano un legame duraturo, basato sulla comune disillusione nei confronti dei genitori e sullo strano e genuino affetto che cresce fra di loro. Quando, ventenne, Franny comincia una relazione con il leggendario scrittore Leon Posen e gli racconta della sua famiglia, perde il controllo sulla storia dei propri fratelli. La loro infanzia diventa la materia del romanzo di lui, che avrà un successo strepitoso, obbligando infine tutti loro a venire a patti con le proprie perdite, il senso di colpa e il legame profondo di lealtà reciproca che sentono."" -
La virtù dell'orto. Coltivando la terra si coltiva anche la felicità
Due passi in giardino, cesoie alla cintola. Qui un rametto da potare, là un pomodoro da legare. Sugo di more di gelso mature, velluto di pesche e albicocche, un profumo inebriante. Se l'umore del risveglio era nuvoloso, uscire di casa e immergersi in un corpo a corpo con la natura non può che aiutarci a uscire da noi stessi, da quel crampo mentale notturno che ci aveva lasciati intorpiditi, fiacchi svogliati depressi. Fuori, un mondo intero che ha bisogno delle nostre cure e dei nostri gesti ci attende: un terreno incolto in cui lanciare manciate di semi, un davanzale dove stanno allineati bei vasi di coccio, una siepe dove ospitare uccelli o un orto da cui farsi nutrire. ""Lavorando in giardino"""" dice Pia Pera in queste pagine, """"si rafforza in modo molto rasserenante la connessione tra azione e risultato. L'esatto contrario della depressione, quel misero stato in cui si ha l'impressione che nessuna nostra iniziativa approderà mai a qualcosa di bello"""". Un libro dove andare a passeggiare quando il buon umore ci volta le spalle, perché in giardino, luogo di operosa e nutriente bellezza, c'è spazio solo per la vita pura e semplice. """"La virtù dell'orto,"""" uscito per la prima volta nel 2010 con il titolo """"Giardino & orto terapia"""", fa il suo ingresso ora nella collana Scrittori in una versione riveduta e aggiornata."" -
Delitto alla Scala
Milano, novembre di un futuro prossimo. Su un balcone del Teatro alla Scala viene assassinato il direttore d'orchestra che avrebbe dovuto dirigere la Prima, la mitica serata mondana del 7 dicembre. L'opera in programma è L'Arianna di Monteverdi, il cui manoscritto, dato a lungo per disperso, è stato ritrovato da poco. Il titolo gode di fama iettatoria e già nei tempi antichi aveva portato sciagure. Una nuova tragedia avvolge così la prima opera tragica della storia. Ma quest'Arianna è davvero l'originale del 1608? O il manoscritto è un banale falso che potrebbe essere smascherato dall'ascolto? Manca solo un mese all'inaugurazione, la situazione è drammatica, ma la macchina teatrale non si può fermare. Se non si salva lo spettacolo, l'onore della Scala è in gioco. Incaricato delle indagini è Abdul Cali, commissario arabo-siciliano, che non ha mai messo piede nel tempio della musica. Dovrà inventarsi i metodi per dipanare la matassa dove si annodano fosche passioni da palcoscenico, invidie, nervosismi, reticenze, interessi erotici ed economici. Un'immersione nel più sovraeccitato narcisismo artistico, quello dell'opera lirica, dove le star non si placano mai. Un mondo popolato di astute primedonne, al cui confronto ogni altro artista è un figurante. Insensibili al sangue versato alla vigilia della Prima, si nascondono fino all'ultimo all'ombra dell'ipocrita necessità dello show must go on. -
Che le lacrime diventino perle. Sviluppare la resilienza per trasformare le nostre ferite in opportunità
Sviluppare la resilienza per trasformare le ferite in opportunitàÈ quando si presentano le difficoltà, nei momenti di crisi e di sofferenza, che individui, gruppi e comunità devono trovare in se stessi le risorse per andare avanti. Possono farlo dimostrando elasticità e assorbendo l'urto dell'evento negativo per indirizzarlo verso traiettorie differenti, costruttive invece che distruttive. Consiste appunto in ciò la ""resilienza"""", che in termini psicologici è un processo di creazione di competenze, nuovi obiettivi e fiducia in sé necessari per affrontare una prova, riprendersi e uscirne rafforzati. E non è un caso che proprio in questa nostra epoca segnata dall'incertezza e dall'emergenza la resilienza si sia imposta nel linguaggio corrente e che riscuota sempre maggiore attenzione nel campo della psicologia. Per evitare però fraintendimenti sul suo reale significato o sovrapposizioni di discorsi eterogenei, è bene anzitutto distinguere la resilienza da altre capacità umane, come la resistenza o il semplice recupero. Occorre quindi comprendere come essa agisce in seguito a certi eventi (ossia condizioni di stress di varia entità), quali meccanismi e stratagemmi ne favoriscono la manifestazione, se la si debba intendere solo come un fenomeno individuale o non ne vadano considerati invece anche l'aspetto relazionale e la dimensione collettiva, infine quali possono essere le sue trappole. Lungo questo percorso, il libro conduce il lettore alla scoperta del potere della resilienza in quanto possibilità di trasformare il dolore, i traumi e le sconfitte in opportunità, ovvero la fragilità in forza, e dimostra che è possibile, oltre che auspicabile, diventare più forti riappropriandosi della facoltà di scegliere e di ricostruire la propria esistenza dopo un momento di crisi. Senza mai dimenticare che resilienti non si nasce, ma lo si può diventare."" -
Breve storia delle religioni
«La cosa affascinante della religione è che può indurci a un odio estremo o a un estremo amore. Scegliete l'amore»«La sua morale fondata sul consenso è un vero messaggio di speranza.» – Corrado Augias«Per imparare qualcosa sulle religioni, non esiste luogo migliore delle pagine di questo libro illuminante.» – The Observer«Un autore di specialissimo coraggio, oltre che di grande apertura intellettuale.» – L'EspressoIn un'epoca come quella attuale, in cui le religioni hanno ricominciato a essere campo di durissimi scontri, questo libro è un benvenuto antidoto. Richard Holloway, già vescovo di Edimburgo, racconta la storia delle religioni - dalle prime credenze fino al ventunesimo secolo - con rispetto profondo per le diversità culturali e di fede. Il discorso prende le mosse dalle due domande fondamentali che stanno all'origine del sentimento religioso: ""Che cosa succede dopo la morte? E da dove vengono il mondo e l'universo?"""" Da qui inizia il percorso in cui ci guida Holloway, alla scoperta dei concetti fondamentali e delle grandi dottrine, dottrine che hanno inizialmente fornito le risposte che gli uomini cercavano, senza dubbio, ma hanno anche armato schiere di fedeli mettendoli gli uni contro gli altri. La religione ha causato e continua a causare alcune delle peggiori forme di violenza della storia. Ed è per questo che dovremmo accostarla con grande cautela, avvicinandola con umiltà, riconoscendo sia il male sia il bene che ha fatto. Un trattato di tolleranza, scritto per i credenti e i non credenti, e soprattutto per lettori giovani, perché non crescano con pregiudizi e possano mantenere la loro mente aperta verso tutti i misteri."" -
Il corridore. Storia di una vita riscattata dallo sport
All'inizio di questo racconto c'è un uomo che si guarda allo specchio e si chiede: ""Sono davvero io quel vecchio lì?"""" Il suo corpo non nasconde affatto il peso dei suoi sessantatré anni. Nessuno direbbe mai che ha la stoffa del campione. E non in uno sport qualunque, ma nell'ultra trail, una disciplina estrema che significa decine, centinaia di chilometri di corsa sui terreni e nei climi più impervi, sulle Alpi o nei deserti. Marco Olmo è stato boscaiolo e camionista, infine operaio per ventun anni in una grande cementeria della provincia piemontese. Poi, all'improvviso, è iniziata la sua straordinaria avventura di corridore. Apparentemente un po' tardi per la sua età. Ma Olmo viene dal """"mondo dei vinti"""", dal mondo delle montagne sconfitto dalla civiltà industriale. La sua traiettoria è ben di più di un eccezionale exploit sportivo, è un'occasione unica di riscatto, una vittoria profondamente umana. È da lì che il corridore distilla, misura lentamente la sua forza. Marco Olmo si guarda allo specchio, si conta le rughe. """"Quel vecchio lì"""", magro e capace di sopportare fatiche immani, non ha intenzione di fermarsi, e già immagina la prossima gara. """"Conosco il mio corpo, e so dove mi può portare. Lontano""""."" -
Imparerò il tuo nome
Ritrovare se stessi nell'amore, oltre tutte le paure«Un'ardita novantenne, dalla personalità versatile e con un formidabile vigore. Complimenti, signora Elda.» - la RepubblicaNon sa e non capisce dell'amore, la protagonista di questo romanzo. Perduta la madre e abbandonata adolescente dal padre, sola nel suo deserto affettivo, cresce forte e determinata. Alla sua casa silenziosa di ricordi, fa da contrappunto l'acida frivolezza dell'ambiente di lavoro, una prestigiosa e patinata rivista milanese. La incontriamo nel momento in cui ha inizio la sua prima vera educazione sentimentale: un viaggio senza pregiudizi attraverso gli altri alla scoperta di se stessa, dei misteri del desiderio e dei legami tra le persone. Un viaggio travolgente che sembra aprire in lei - questa volta davvero - lo spazio per l'amore e per una vita nuova. Con una scrittura asciutta, lucida e appassionata Elda Lanza racconta una storia in cui perdersi e riconoscersi. Scandalosa e esemplare allo stesso tempo. Sino all'ultima scelta che conclude il romanzo, quando le aride certezze sono spazzate via dalla pienezza delle emozioni. -
Filosofia della gioia. Una cura per le malinconie del presente
La gioia è mistero, incanto, oscillazione. È l'azzardo che ci porta ad abbracciare l'incertezza, rischiando ciò che non abbiamo. È il contrario del cinismo e della paura. L'antidoto alla stanchezza. La rivolta al potere.In tempi di crisi, dove tutto sembra farsi di pietra, perseguire la gioia non è affatto un'impresa da smidollati: ci vuole coraggio per rinunciare a far tornare i conti e accogliere invece l'enigma che ci oltrepassa. Nulla è in nostro potere, se non l'ascolto del desiderio che sgorga dal profondo, la vocazione che ci chiama a essere noi stessi germinando e dialogando con l'Altro, educando i nostri figli al dono, scommettendo sul bene comune, di cui è fatto il futuro. In queste pagine, Isabella Guanzini ci guida alla ricerca del senso chela sfrenata accelerazione e poi l'improvviso arresto del mondo hanno strappato, appannato, spento. E ci racconta che, per rinascere, per restituire ritmo ai corpi e ai cuori, non ci è richiesta alcuna forza sovrumana e nemmeno una particolare propensione. Perché, come dice Lacan, «in ciascuno di noi è tracciatala via per un eroe, ed è da uomo comune che la si percorre». -
Creatività. Il crimine perfetto
Il 7 agosto 1974 Philippe Petit realizza un'opera d'arte unica nella storia: camminare su un cavo teso tra le due Torri gemelle del World Trade Center di New York, sospeso a oltre quattrocento metri di altezza, lasciando a bocca aperta il pubblico che, naso all'insù, ebbe la fortuna di assistere al suo magnifico spettacolo. Questa impresa, condotta nella piena illegalità, fu il frutto di una preparazione di anni, in cui Petit, deciso a mettere a segno il gran ""colpo"""", lavorò ogni giorno per lanciare la sua sfida all'Impossibile. Quarant'anni dopo, con alle spalle numerose performance artistiche d'eccezione, e davanti a sé chissà quali altri strabilianti progetti, Philippe Petit affida a questo libro le sue riflessioni sul processo creativo che precede ogni sua opera. Indomito e anticonvenzionale, Petit ha fatto suo lo slogan """"La creatività è illegale"""", convinto che colui che crea debba essere un fuorilegge, """"non nel senso criminale, ma come un poeta che esercita la ribellione intellettuale"""". La sua arte, le sue grandi imprese, quindi, sono il """"crimine perfetto"""", realizzabile solo attraverso una disciplina e un allenamento tra i più ferrei. Tra queste pagine Petit chiama il lettore a essere suo complice: gli svela i suoi trucchi, gli dà consigli e, ciò che più conta, lo incita a esplorare il proprio personale campo di """"delinquenza"""" intellettuale o artistica, perché ognuno di noi ne ha uno, basta solo capire qual è!"" -
Il cavaliere senza testa. Viaggio a piedi di un padre e delle sue figliole da Bologna alle creste d'Appennino
Viaggio alla volta delle origini, viaggio che ci porta via, viaggio che ci fa ritrovare. Tra campagne, città e monti, con lo stato d'animo di un padre che accompagna le sue figlie nel mondo.rnrn""Sento che il nostro viaggio prenderà un senso compiuto ai loro occhi solo se riusciremo ad accamparci su quelle stesse rive che mi videro ragazzo, innamorato dell'avventura e convinto - pazzo! - della mia invulnerabilità. Allora potremo giocare insieme alla caccia al tesoro con i segnavia del sentiero Zero-zero e regalrci la piccola avventura di camminare in fila indiana sul filo del crinale, dove nessun albero nasconde il cielo, e lo sguardo è libero di spaziare a trecentosessanta gradi"""".rnrn«L'origine è la meta». Questa famosa formula di Karl Kraus potrebbe riassumere, indicandolo, il significato più profondo del viaggio tra campagne, città e monti raccontato da Enrico Brizzi in questo libro. Un viaggio che si snoda su due percorsi: quello compiuto a piedi insieme alle sue giovanissime figlie, dodici tappe da Pieve di Cento al Lago Scaffaiolo, e quello evocato dalle memorie dei luoghi incontrati, nella storia di un territorio e di una famiglia attraverso i secoli. Enrico e le bambine camminano nei boschi, lungo i sentieri, attraversano fiumi e canali e salgono in cima alle montagne, e durante le soste e prima di addormentarsi rivivono nei ricordi storie di papi e imperatori, di contadini e soldati, di guerre, avventure, grandi amori e scherzi del destino; il paesaggio attraversato acquista più dimensioni, i luoghi e i loro nomi diventano anch'essi famigliari, come gli antenati, e un cavaliere senza testa appare tanto reale quanto zio Ulisse, che naturalmente è un viaggiatore instancabile. Viaggio alla volta delle origini, viaggio che ci porta via, viaggio che ci fa ritrovare: la meta è quest'albero genealogico, intimo e diffuso allo stesso tempo; lo stato d'animo è quello di un padre che accompagna le sue figlie nel mondo e, guardandole, prova una speranza che è già anche nostalgia.""