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Juventus. Una storia scritta in panchina. Da Jeno Karoly a Max Allegri. Gesta e segreti di tutti i tecnici che l'hanno aiutata a crescere
Da Jeno Karoly a Massimiliano Allegri: centovent'anni di Juventus raccontati attraverso i suoi allenatori. Una galleria di ritratti che permette di ricostruire l'evoluzione di un mestiere e la storia di un grande club, tra successi e rare amarezze, cicli felici e momenti oscuri, impronte tattiche e psicologiche, sogni realizzati e speranze in frantumi. Ritratti di tecnici più o meno vincenti e di uomini diversi, per epoca e temperamento: la sensibilità di Sandro Puppo, il rigore di Heriberto Herrera, la spregiudicatezza di Gigi Maifredi, la carica di Antonio Conte... Sfilano meteore e monumenti, tradizionalisti e innovatori, catenacciari e zonaioli, ma sullo sfondo rimangono sempre una società importante e una Famiglia appassionata, gli Agnelli: nel 1923, appena eletto presidente, Edoardo volle il primo allenatore professionista e scelse Karoly; nel 2014, in un momento delicatissimo, il nipote Andrea ha puntato su Allegri, completando con lui la leggenda dei sei scudetti consecutivi. Prefazione di Massimiliano Allegri, introduzione di Massimo Giletti. -
Le quattro vite di Mike
È stato un grande campione, ma anche un tossicodipendente. Una star piena di dollari e un uomo di mezza età senza un centesimo. Ma soprattutto, Mike Mitchell è stato una persona vera, capace di misurarsi con debolezze e difetti senza mai mollare. Ad Atlanta, dove nasce, è una star all'High School e al College. Negli anni Settanta inizia la scalata nella Nba dove diventa una stella con i San Antonio Spurs. È la prima vita di Mike, non sarà la sola.La droga gli fa perdere tutto, costringendolo a lasciare gli States. In Italia assapora la terza vita. Gioca con Reggio Emilia un campionato da protagonista, è capocannoniere del torneo e a 41 anni va in campo per la semifinale scudetto. Si riscatta anche come uomo, mette a disposizione dei giovani la sua esperienza, impegnandosi al fianco dei ragazzi tossicodipendenti. La quarta vita si chiude tragicamente. Il cancro ai polmoni, le difficoltà per curarlo, l'aiuto dei vecchi amici. E poi la morte, a 55 anni. -
Federer. Venti. Storia di un anno da favola. E di un record «irraggiungibile»
Venti Slam. Valgono più di un record. Valgono come il 9""58 di Bolt nel 100 di Berlino, come i due voli oltre la fettuccia degli otto metri e novanta nel lungo, prima di Beamon a Città del Messico, poi di Powell a Tokyo ventitre anni dopo. Venti Slam sono come una scalata, la vetta del Kilimangiaro raggiunta da Kilian Jornet in cinque ore e 23 minuti. Sono le dodici Champions League del Real Madrid, sono i 46"""" e 91 nei 100 stile libero di Cesar Cielo Filho. È uno di quei record che l'uomo ha ritenuto impossibili, irraggiungibili, semplicemente disumani. Ma Federer ha cambiato i termini della storia, le regole, ha quasi trentasette anni, gioca ancora, a volte sembra giochi meglio di prima. Lui sì, poteva riuscirvi. E lui, alla fine, vi è riuscito. Il libro ripercorre l'anno magico del ritorno di Roger Federer, una anno da tre vittorie nello Slam, Melbourne, Wimbledon e ancora Melbourne... Nel 2016 a Wimbledon, tutto sembrava finito, ma il più grande aveva ancora voglia di stupire. Ha cambiato il gioco, ha aggiunto nuove motivazioni, ha ascoltato i consigli di un nuovo coach, ha annichilito Nadal con quattro vittorie in quattro confronti. Momenti che il libro descrive, uno a uno, accompagnando il racconto di una resurrezione sportiva fra le più incredibili ed emozionanti che lo sport ci abbia mai mostrato. È Roger il Goat del tennis, il più grande di sempre? La risposta è in questo libro, e merita di essere letta..."" -
Che lotta è la vita. Emanuele Blandamura. Prima bullo, poi campione. Salvato da un nonno eroe
Emanuele Blandamura ha solo dieci mesi quando viene abbandonato dai genitori. Va avivere dai nonni, Felice e Isabella. Incubi e dubbi non lo lasciano mai. A 12 anni rischia di essere stuprato da un pedofilo, sfiora la depressione. Cerca aiuto nei posti sbagliati, prova la droga e ne esce. Arriva a sfiorare il suicidio. Lo salva nonno Felice, maresciallo dei carabinieri in pensione. Gli insegna ad amare la vita. È un rapporto speciale quello che nasce tra il ragazzo ribelle e l'anziano signore che ne ha vistetante nella sua esistenza. Guerra e prigionia comprese. La storia va avanti, sino a quando i ruoli si invertono. Il bulletto di periferia, capita la lezione, si prende curadel nonno malato. Il tempo passa, Blandamura diventa pugile: campione europeo, sfidante al mondiale dei medi. Ritrova la mamma dopo ventisette anni di silenzio, intensifica i rapporti con il papà dopo tanti problemi. Ma il dolore non l'abbandona, nonno Felice non c'è più. Tutto questo Lele racconta in prima persona. Sullo sfondo della storia c'è una Roma di periferia, palestre che sembrano grotte, strade violente,culture che si fondono. -
Non spegnete quel fuoco. I pompieri di La Spezia contro il Grande Torino. Una battaglia epica
La Spezia, autunno 1943. I bombardamenti devastano la città, il porto militare e le industrie belliche vengono presi di mira ogni giorno. La gente scappa nelle campagne, i partigiani organizzano la resistenza e vanno a combattere sui monti. I nazifascisti controllano il territorio: arresti, rappresaglie, fucilazioni, terrore. Si vive nell'inferno, paralizzati dalla paura. Ma in questo inferno, contro ogni logica, un gruppo di persone decide di inseguire un sogno: costruire una squadra di calcio e iscriverla al Campionato di Guerra Alta Italia. È un'impresa folle e, come tutte le follie, bellissima. I giocatori vengono arruolati nel 42° Corpo dei Vigili del Fuoco. Sono pompieri a tutti gli effetti: dormono in caserma e, quando serve, vanno a spegnere gli incendi e a aiutare la gente. Hanno il lasciapassare per viaggiare nei territori occupati dai tedeschi e, soprattutto, sono esentati dal servizio militare. Giocano a pallone per evitare la guerra. Una squadra di disperati che rischia la pelle, si diverte e, partita dopo partita, costruisce un'impresa che entra nella storia. La speranza, anche in mezzo al dolore, è una luce che sopravvive. -
Arrivano i nostri. Italiani tecnici vincenti, anche nella striscia di Gaza. Da Puppo a Conte, Spalletti, Ancelotti, Mancini, Ranieri
Questa è la storia di 25 italiani che hanno invaso e predato l'Europa del calcio. Sandro Puppo, Mario Astoni, i primi. Poi gli altri, fino ai giorni nostri. Trapattoni, Ancelotti, Spalletti, Mancini, Conte. E Claudio Ranieri, autore della ""più grande sorpresa nella storia del calcio"""". Lo scudetto nella Premier al timone di una piccola squadra che dopo 134 anni era ancora senza titoli in bacheca. Brani di storia raccontati attraverso la vita e le opere delle 25 eccellenze calcistiche italiane, rappresentative di un Paese scivolato nel pozzo nero della decadenza, dopo essere stato quattro volte campione del mondo. Una vicenda lunga 64 anni, piena di nomi, alcuni anche non pregni di censo e grandezza. Tecnici italiani che hanno vinto in posti che non rientrano nell'osservatorio dei radar internazionali. Stefano Cusin, conquistatore di scudetti anche dalle parti della striscia di Gaza. E poi ex calciatori specialisti di vittorie in Africa, Asia, in Est Europa, fino alla Moldavia: I Dossena, Zenga, Bencivenga, Rossi, Mandorlini, Bordin e altri ancora. Testimone della memoria, questo libro non dimentica nessuno. Quelli che hanno vinto almeno un campionato all'estero ci sono tutti."" -
Sotto una nuvola a forma di banana. Ironia, tecnica e storie di mare. Segreti di una vita in barca a vela. Ediz. ampliata
Come tradizione marinara vuole, Maurizio Lamorgese scrive per aiutare gli altri a non commettere i suoi stessi errori, a non sottovalutare il mare. Dopo aver preso la patente nautica, si ha spesso la convinzione di poter condurre qualsiasi tipo di mezzo. Un errore che si può pagare caro. L'autore colma questa lacuna nei suoi 40 capitoli, tutti tesi a fornire esperienze concrete al novello marinaio. Dalla navigazione alle riparazioni, dalla manutenzione della barca alla ricerca dello spirito del mare. Il tutto attraverso una vena ironica, mai didascalica e con uno stile narrativo che si avvale di divertenti aneddoti. ""Sotto una nuvola a forma di banana"""" è un testo ricco, intriso di """"filosofia del marinaio"""", preciso nelle puntualizzazioni tecniche e al tempo stesso profondamente spirituale. L'amore per il mare è inteso non soltanto come meta dei sogni, ma anche come luogo da vivere, rispettare, amare e preservare. Lamorgese, attraverso la sua esperienza, porta per mano il lettore in questo lungo cammino alla ricerca sì del modo migliore per andare a vela, ma anche e soprattutto per capire di più se stessi. Prefazioni di Michele Zambelli e Matteo Miceli."" -
L' importante non è partecipare. La storia del primo oro olimpico del taekwondo italiano
Attraverso la voce di Angelo Cito, Presidente della FITA, questo libro ripercorre le tappe fondamentali che hanno portato il taekwondo italiano a vincere il primo oro alle Olimpiadi con Carlo Molfetta. Un'epopea letteraria e sportiva che parte dagli anni Ottanta e arriva all'ultima Olimpiade. Il racconto si focalizza sull'impresa di Londra 2012, ma la narrazione di quei giorni straordinari è solo la cornice al cui interno vengono aperte una serie di finestre che vanno a ritroso nel tempo spalancandosi sulla filosofia e sulla mitologia di una disciplina sportiva dalle forti implicazioni umane e spirituali, sulla vita quotidiana di atleti e dirigenti, sulle strutture sportive, sulle difficili scelte gestionali del Presidente della Fita, sul profilo degli atleti più importanti, sull'argento di Mauro Sarmiento a Pechino 2008, sull'origine e la formalizzazione del taekwondo nella Corea degli anni Sessanta. Angelo Cito ha attraversato da protagonista la storia del taekwondo italiano. Il suo sguardo, nitido e trasversale, permette un approccio divulgativo a uno sport che in Italia ha sempre più seguito, ma nessun cantore. -
Un milione di rovesci sbagliati
Mentre Nicola Argentieri, n. 4 della classifica ATP, veleggia senza problemi nel tabellone degli Internazionali, suo fratello Adriano, ex grande promessa del tennis, perde malamente al primo turno contro uno sconosciuto. L'ennesima conferma di aver gettato al vento il suo talento sprofonda Adriano in una cupa depressione. Lucio, amico di entrambi, prova a rincuorarlo, riuscendo a mettere Adriano di fronte a se stesso in una sorta di seduta psicanalitica in cui lo spinge a raccontargli tutto ciò che passa nella sua testa di tennista ferito. Nicola intanto prepara il match dei quarti contro il giovane ceco che ha eliminato il fratello. Vince facile il primo set, ma nel secondo si capisce che qualcosa non va come dovrebbe... Nasce da queste premesse una delle storie tennistiche più avvincenti, ricche di suspense e di colpi a sorpresa, “giocata” in presa diretta sul Centrale del Foro Italico, davanti a un pubblico che avrà la possibilità di vedere il proprio beniamino giocarsi il tutto per tutto contro i fantasmi del passato. -
E d'improvviso successe un Sessantotto. Città del Messico, Olimpiadi 1968. Gli otto giorni che sconvolsero l'atletica: battuti 24 primati che ancora oggi garantirebbero l'oro olimpico
Gli otto giorni che sconvolsero l'atletica, che continuano a sconvolgerla: ai Mondiali di Londra di pochi mesi or sono i campioni di mezzo secolo fa avrebbero messo le mani su dieci medaglie: sei sarebbero state d'oro. Quarantanove anni dopo! In un mondo mutato, in uno sport sottoposto a stucchevoli cambiamenti, ad adeguamenti alle mode, i giorni di Messico - come tutti giorni di quel '68 di sangue, tormenti, aspirazioni, voglia di libertà, fantasia che voleva arrivare al potere - rimangono meraviglie del possibile, una catena di racconti di fantascienza che seppero calarsi in uno stordente reale. Chi li ha vissuti da protagonista, da testimone diretto, da spettatore che guardava estasiato quelle immagini in bianco e nero, non ha dimenticato, non ha rimosso. Come il 1453, quando cadde Costantinopoli, come il 1789, quei giorni si trasformarono in un confine storico, in una nascita del moderno, in un respiro mai interrotto di contemporaneo. Riviverli è stato un piacere e un esercizio di ardore. -
Il paese più sportivo del mondo
"Quando Paolo Rossi segnò il gol al Brasile... quando Villeneuve fece quello storico sorpasso... quando Coppi conquistò l'Alpe di Huez..."""". Sono innumerevoli i quando entrati a far parte della nostra vita. Questo libro racconta quei momenti. La normalità dei protagonisti unita ai grandi momenti sportivi che si trovano ad assistere, anche solo davanti a una radio, a una televisione, a un maxischermo. Come quel tale che festeggiava i trent'anni di matrimonio e gli chiesero cosa ricordasse di quel giorno: """"Praticamente nulla, se non che era domenica e che la Fiorentina vinse a Napoli. Segnò Antognoni, su punizione."""" E poi c'è un piccolo paese toscano, più immaginario che reale. Lo chiamano """"il paese più sportivo del mondo"""", gli abitanti narrano storie alle quali non sarà difficile affezionarsi, perché parlano di noi. Gli abitanti del paese sono i motori delle storie: maestri e contadini, segretari comunali e preti, bottegai e bariste prosperose. Il paese più sportivo del mondo racconta storie così, dove ognuno è a suo modo protagonista di qualcosa che passa alla Storia." -
La memoria del destino
Un colpo sordo, un corpo che si schianta sui sampietrini di una nobile strada romana. Via Rasella, sessant'anni dopo l'attentato che fece da drammatico prologo all'eccidio delle Fosse Ardeatine. Così muore Friedrick Gius, professore ordinario di storia moderna all'Università La Sapienza, nel giorno del suo compleanno. E l'ora di quella morte, omicidio o suicidio che sia, è la stessa della strage ordinata dalle cellule partigiane. Prende le mosse da qui un giallo nel quale si fondono passato e presente, esoterismo e misteri, inseguimenti e colpi di scena, in un intreccio che si salda nei canoni più classici dell'indagine poliziesca fino al rendez vous conclusivo, ad alta tensione. -
I predatori della gioia perduta. Dell'inarrivabile bellezza dei romanisti ed altri avvenimenti minori
"E quindi, dove eravamo rimasti? Ah, certo, stavamo giusto intonando """"che Salà, Salà, ovunque ti seguirem"""", che ecco sbarcà a Roma il prode Eusebio da Sassuolo. Un eroe dei nostri tempi, non tanto per quel che ha dato, ma per aver accettato, di buon grado, la panchina più chiacchierata e radiofonica d'Italia. Puntuali come un lunedì feriale, tornano più giallorosse che mai le pagelle e i commenti della pagina """"Sabatini acquista cose"""". Perché perso un Walter, riconfermato, seppur part time, un Warte, ecco sbarcare nella Capitale un Monchi. Un cambio di rotta in salsa spagnola, tra paella, Siviglia e sassuolizzazione, nella speranza di tornare a riveder trofei. Ed ecco che l'utopia, la terra promessa, diventa luogo di una possibile vacanza estiva. Mentre tutto scorre, tra l'evitabile e l'inevitabile,l'armata gialloroja comincia la scalata che non t'aspetti: Londra, Baku, Donetsk, fino alla Kamchatka, per arrivare ad attaccare la sede del partito catalano con tre carrarmatini. Sembra l'inizio di qualcosa, la fine della gioia interrotta, il passaggio epocale che da prede ci vede diventare predoni. Ma poi ecco tornare indietro quell'egiziano tutto sorrisi e Battisti...""""" -
Palombelle tra amore e guerra. L'incredibile storia di Dusan Popovic, il gigante fragile. Dai trionfi in acqua a una tragica fine
La pallanuoto occupa la scena, sullo sfondo la guerra etnica in Jugoslavia. Al centro un giovane serbo: Dugan Popovic, Pop per gli amici. Gentile nella vita, modi spicci nelle battaglie in acqua. Gioca nel Posillipo, squadra bella e vincente. La sua realtà è sconvolta dalla sfida di Champions a Becej, nel cuore della Serbia, contro la squadra del comandante Arkan: signore della guerra e di sanguinarie nefandezze. Vince il Posillipo. Pop è devastante, come la rabbia di Arkan. Un avvertimento mafioso allarma il gigante fragile. La casa dei genitori a Belgrado è privata dell'energia elettrica, unica nell'intera zona. Teme possa essere legato alla minaccia di morte per la sua relazione con la donna di un criminale. Torna a Napoli. Il campionato è alla stretta finale. Il contributo di Pop si rivela insufficiente. La notte della sconfitta decisiva, con la sua auto sgangherata è vittima di un frontale a Castelvolturno. I medici dicono: sarà tanto se tornerà a camminare. Ma la vita toglie e dà. A lui regala l'amore, quello di Nadia, giovane napoletana che lo seguirà anche a Firenze. Lì riprende a giocare. Diventa allenatore, ci mette il cuore. Poi scopre l'avversario più terribile, la depressione. Va a Belgrado. Cerca di recuperare il rapporto con la vita. Un altro incidente - forse d'auto o forse no - mette il punto definitivo al romanzo di Pop. Questa è molto più della storia di uno sportivo. È un intricato mistero, con dubbio finale. -
Carta, penna e calamaro. Storie di un marinaio in cucina
La cucina in barca nasce all'impronta, con ciò che si ha in mano, con quello che si è appena pescato, con pochi ma sani ingredienti. Non solo... È una cucina che cambia da un approdo all'altro, in ossequio alle tradizioni gastronomiche e marinare del posto, ma sempre con il filtro della fantasia di chi è chiamato a esibirsi ai fornelli. Così, Maurizio Lamorgese ha dato forma a questo libro, unendo i racconti e le esperienze di mare realmente vissuti, in giro per i porti del Mediterraneo, con i piatti (soprattutto primi piatti o piatti unici) che le risorse di giornata gli consentivano di realizzare. Fusilli alla sorrentina, durante un viaggio da Fiumicino a Policoro; la Carbonara di tonno, inventata dopo una giornata di pesca fra le isole greche; gli spaghetti al pesce spatola per allietare una sera a Procida; le alici fritte, in una ricetta ""rivista e corretta""""; e nella rada di Ponza, dopo una giornata terribile, gli immancabili Gnocchetti gamberi e zucchine."" -
Da calciopoli ai Pink Floyd. Una firma storica del Corriere della Sera intervista i protagonisti del grande calcio
Da Francesco Totti, bersagliato dalle barzellette fiorite sul suo conto, ad Andrea Pirlo, maestro di soccer a New York City, passando per il calcio mistico di Kakà. Dal sogno inappagato di Carlo Ancelotti alle Veline di Gigi Riva, fino alla turbolenta convivenza scozzese di Rino Gattuso con Gascoigne, nelle vesti di improbabile tutor. Sullo sfondo i piccoli-grandi avvenimenti che hanno contrassegnato quelle stagioni, non sempre facili, del calcio made in Italy. La ""colonizzazione"""" a tappeto da parte della televisione, iniziata negli anni Novanta, non soltanto ha stravolto usi e costumi del mondo del calcio, ma ha pure costretto i quotidiani a inventarsi un diverso modo di scrivere. In questa ottica anche le interviste hanno conquistato nuovi spazi sulle pagine dei giornali, con i personaggi spesso raccontati al di fuori dal loro ambiente professionale. Quelle raccolte in questo volume esemplificano in modo evidente il cambiamento: apparse sul «Corriere della Sera» tra il 2002 e il 2016, presentano sotto una luce insolita i protagonisti del pallone. Prefazione di Rino Gattuso e Andrea Pirlo."" -
Il calcio a modo loro
Una storia da brividi. I gol alle contrarietà della vita: ragazzi che hanno subìto gravi mutilazioni. Difensori, centrocampisti e attaccanti privi di una gamba; i portieri di un braccio, con il divieto assoluto di usare i piedi fuori dall'area di rigore. Sono i meravigliosi calciatori della nazionale italiana amputati. Fondatore e capitano, Francesco Messori è il simbolo di questa squadra. A lui non manca solo una gamba. Potremmo dire che gli manca quasi tutto, ma non la voglia di combattere e vincere. È l'anima della nazionale, incarna lo spirito di questi eroi che si definiscono ""praticanti della normalità"""". I gol con le stampelle, il cui uso è proibito nel gioco. Il passaggio e il tiro con l'unico piede funzionale. L'assist alla normalità. Fate come noi, siamo riusciti a rimetterci in marcia; guai arrendervi, lottate, combattete. Vincere è allenarsi, andare in campo. È stata l'unica nazionale italiana di calcio ad approdare ai Mondiali, ai tempi dell'eliminazione dell'Italia di Ventura dalla fase finale. Il pallone a modo loro. Ma la vita? Insegnano a prenderla con generosità infinita. Mai esausti, non esposti all'invettiva contro la natura o l'episodio disgraziato, portano in campo progetti identici a quelli dei normodotati. Raccontandone le storie, leggendole, è come giocare con loro, che non chiedono altro. Meno che mai essere commiserati. Prefazione di Paolo Arrigoni."" -
Strepitosi. Il terzino sinistro da Renzo De Vecchi a Giorgio Chiellini. Da centoventi anni i maestri siamo noi
Undici fuoriclasse del calcio che hanno attraversato da protagonisti la storia del nostro Paese. Hanno tutti interpretato, a loro modo e sempre con grande successo, il ruolo di terzino sinistro, rappresentato tradizionalmente con il numero 3. Difensori insuperabili in copertura che diventato attaccanti, addirittura goleador. Figure che hanno sempre affascinato i tifosi ed esaltato la critica. Parliamo di Renzo De Vecchi, Umberto Caligaris, Luigi Allemandi, Pietro Rava, Virgilio Maroso, Sergio Cervato, Giacinto Facchetti, Antonio Cabrini, Paolo Maldini, Fabio Grosso e Giorgio Chiellini. Giocatori che provenivano e provengono da diverse squadre italiane (Genoa, Casale, Juventus, Inter, Torino, Fiorentina, Milan, Palermo) e indossando la maglia azzurra hanno contribuito alla conquista di quattro campionati mondiali, un'Olimpiade e un Europeo. In queste pagine, intrecciate con le vicende di un'Italia luminosa e drammatica come fu lo straordinario evolversi del contraddittorio Ventesimo Secolo, gli autori ci accompagnano attraverso un percorso fatto di aneddoti, curiosità, retroscena. Una storia lunga 120 anni. Momenti da non dimenticare, ma da rivivere con passione. -
L' estate di Goran. Wimbledon 2001, finalmente Ivanisevic
È l'estate del 2001. Goran, dopo avere perso tre finali, vince a sorpresa Wimbledon. Nessuna wild card c'era riuscita prima, nessuna ci riuscirà dopo. È il torneo in cui il mondo scopre Federer che, non ancora ventenne, elimina Sampras: l'uomo che aveva alzato sette volte il trofeo nelle ultime otto edizioni. Ma è soprattutto il momento di Ivanisevic. Ha sempre giocato per gli altri: per la sorella malata, per la patria, per il papà sofferente. È giunto il momento di giocare per se stesso. Per farlo, riesce a mettere d'accordo le tre personalità che si agitano in lui. Ce la fa, supera in finale Rafter in cinque set avvincenti come un thriller. Torromeo racconta i protagonisti di quel fantastico Wimbledon, Agassi e Sampras inclusi, le superstizioni, i pensieri, le paure, i retroscena. In questa storia ci sono anche due giovani tifosi croati che hanno chiesto per regalo di nozze i biglietti del torneo; un portiere d'albergo napoletano dall'animo poetico; un barista rumeno che parla in perfetto romanesco; due gemelli indiani che gestiscono un'edicola sempre aperta. È una calda estate di felicità. Due mesi più tardi sarà solo tragedia. -
Il Marchese del tennis. Retroscena, aneddoti e racconti esclusivi. L'autobiografia del più potente manager dello sport nell'Italia ruggente degli anni Ottanta
Questo libro lo ha voluto Cino Marchese. Lo ha pensato, lo ha raccontato di getto a Gaia Piccardi, che ha saputo renderlo frenetico e impulsivo proprio com’era la personalità di Cino, “inventore” della figura del manager sportivo in Italia, uno dei più importanti a livello mondiale. Poi se n’è andato. Si è spento, forse nella convinzione – è ciò che speriamo noi, che lo abbiamo conosciuto – di aver compiuto l’ultimo atto utile della sua incredibile vita. Marchese ha frequentato e spesso gestito molti dei più grandi personaggi dello sport degli anni dai Settanta ai Novanta: da Bjorn Borg ad Alberto Tomba, da Roby Baggio a Paolo Rossi, da Adriano Panatta a Mats Wilander. E poi Navratilova, Newcombe, Tiriac, Ivanisevic, Capriati, passando per Jiri Pellican e Rudolph Giuliani. Ha creato il Villaggio Vip agli Internazionali e gestito tornei importanti. Un racconto infarcito di aneddoti, retroscena, love story, miti internazionali dello sport e personaggi che non ti aspetti. Un divertente e incisivo affresco dell'Italia ruggente degli anni Ottanta e Novanta, una Dolce Vita vissuta intensamente sui courts del pianeta sport.