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Most in translation
«Ma, far rinascere la propria parola in un'altra lingua: comporta una sfrontatezza anche maggiore! Abbiamo bisogno di uno specchio, che rimandi la nostra immagine, che ci ospiti senza tradirci troppo, permettendoci di rimanere noi stessi, ma allo stesso tempo crei la distanza necessaria al passaggio da un luogo all'altro della nostra esperienza. Dobbiamo cercare accenti diversi, metterli a confronto, studiarli e ristudiarli perché siamo entrati nel mondo misterioso delle equivalenze, che saranno la guida per sostenerci nel percorso di trasmutazione. Dobbiamo tradirci per assecondare, per rincorrere un nuovo linguaggio che ci sembra più ricco, addirittura più adatto a esprimerci? Noi, ma anche un altro noi... da cosa dovremmo preservarci o custodirci?» -
Olimpo inferiore
«I raggi del sole / mi bruciano i capelli / Sono tutto / Sono niente / solo a sostenere / la mia morte / la mia vita / negandomi alla gente.» -
Ricordi di una morte vissuta
Carlton Owers, brillante medico scozzese, insieme a un gruppo di amici e colleghi fidati, si avventura alla ricerca della misteriosa Feresea, un'antica radice custodita nel cuore della foresta amazzonica. Secondo le leggende, tale radice avrebbe proprietà capaci di curare, in un primo momento, qualsiasi male, salvo poi tramutarsi in un veleno in grado di distruggere il corpo sino all'annichilimento. Durante questo viaggio alla ricerca della panacea definitiva, il gruppo di medici si troverà costretto non soltanto ad affrontare i pericoli della foresta, ma dovrà fare anche i conti con i propri demoni e con il concetto stesso — nella sua forma più pura e semplice — di male. -
L' uomo del mondo di sotto. Tra democrazia, postdemocrazia e neodemocrazia
Sempre più spesso i governi delle nazioni più evolute sembrano assomigliarsi, la burocrazia aumenta e il ruolo dei funzionari pesa sempre di più rispetto a quello dei politici che sono eletti nelle istituzioni. In queste pagine c'è una narrazione vivace del viaggio dalla democrazia a questo nuovo stato di cose, dove coloro che detengono il potere non sembrano più distinguibili con le vecchie categorie del pensiero politico. C'è invece un Mondo di Sopra e un Mondo di Sotto, un mondo di chi il potere lo esercita dall'alto e fuori dai consueti percorsi della democrazia e di chi lo accetta o lo subisce. In queste pagine, naturale sviluppo dei contenuti del precedente Un graffio al peggio (Italic pequod 2020), si individua e si descrive il fenomeno che Bianconi definisce postdemocrazia ispirandosi ad alcuni studiosi anglosassoni. La democrazia sembra rinnovarsi, ma invece salva la forma e annulla la sostanza. Questa è la postdemocrazia che spezza il filo tra eletti ed elettori, affidando le catene di comando ai cosiddetti tecnici, spesso super burocrati e funzionari dell'alta finanza. A proposito di questo, Maurizio Bianconi, oltre mezzo secolo di politica a livello nazionale, individua nei pericoli della postdemocrazia, che si fa chiamare e vuol sembrare democrazia, l'avvento del più insidioso fra i regimi negatori di diritti e libertà. Un leviatano contro cui sembra impossibile e perfino inutile ribellarsi. Anche se si lascia aperto uno spiraglio all'avvento di qualcosa di salvifico: la neodemocrazia. -
Poesie di un girovagare confuso 2011-2019
«Questa raccolta di poesie nasce dal bisogno costante di tradurre in parole, foss'anche maldestramente accostate, la forza pressante di un'emozione, di un verso - recitato, scritto, sussurrato - di un'immagine che caparbiamente danno prova del proprio vigore rigeneratore. È una poesia che si fa girovagare confuso, fisico ed emozionale; chiamata a definire una data presenza, un attimo di vita, un arco di tempo fra degli anni tra parentesi. Ma è anche speranza che dà ristoro a chi la scrive; che della vita che si dipana in versi riconosce la semplicità del sentire e la verità dell'essere. Senza pudori e reticenze. Senza rimorsi o giustificazioni. È una poesia intima e confidenziale, pronta ad essere assaporata e riconosciuta, letta ad alta voce o semplicemente bisbigliata. Catartica e liberatoria. Confusa e nitida al tempo stesso. Come spesso sono le emozioni di chi cade e si rialza, cercando di fare della propria vita il suo più grande capolavoro.» (Dalla Prefazione) -
Da acqua ad acqua
«E poi amerò i miei giorni,/ quelli riottosi, rovesci,/ e quelli scivolosi,/ da non averli visti passare./ Filerò una trama appassionata/ con quello che ho./ Raccoglierò quel tessuto/ spesso di vita/ e ne farò mantello,/ per esibirmi/ e per nascondermi,/ nei silenzi di velluto/ di una notte calda,/ senza stelle.» -
73 anni e 1 giorno
Potrebbe non non essere fantascienza. In questo nuovo romanzo di Giancarlo Trapanese ambientato nel 2500, l'umanità ha attraversato il dramma della sovrappopolazione causata, per ironia della sorte, da una molecola scoperta per rispondere alle grandi pandemie del Ventunesimo e Ventiduesimo secolo, che consente di vivere oltre i 120 anni; il pianeta ha subito drammatiche devastazioni ambientali, e dopo una nuova guerra mondiale, bibliche migrazioni hanno invaso i pochi territori ancora vivibili dell'emisfero nord, causando orrendi genocidi etnici. A un passo dall'estinzione, i superstiti hanno affidato a Scribbs (un incredibile computer biologico) la dittatura della logica. Il prezzo è altissimo: abolite le religioni, soppressi chimicamente e con la nanobiotecnologia quelli che vengono ritenuti l'origine di tutti i mali, i pericolosi istinti umani, si vive in ordinate comunità nelle quali la riproduzione avviene con criteri scientifici e selezione attenta di ""fattrici e donatori"""". Il controllo è assoluto: il lavoro viene assegnato secondo le propensioni di ognuno, così come i rapporti con un compagno o una compagna sono scelti dal Sistema, dai 60 anni in poi, quando si è in quiescenza. Un mondo ordinato, con la criminalità ridotta al minimo e la possibilità di vivere il meglio delle emozioni affettive quando si è maturi. Insomma, una vita da eterni trentenni senza la coda del degrado fisico e delle malattie, con 13 anni da godersi tutti prima dell'Ascesa. Infatti è stabilita per tutti la data certa di """"scadenza"""": 73 anni ed 1 giorno. Sin dalla nascita si conosce la durata della propria vita, il che consente al pianeta di mantenere un perfetto, difficile equilibrio con le scarse risorse disponibili. Eppure, non tutti si adattano all'ordine imperante..."" -
Loreto-San Pietro. Guida pratica. Pellegrinaggio tra due basiliche ai tempi del coronavirus e di Google Maps
Loreto-San Pietro vuol essere solo quello che dice il titolo: una guida pratica per il cammino Lauretano ai tempi del COVID e di Google Maps. È una guida per il pellegrino che percorre la vecchia via Lauretana con le tecniche moderne, in particolar modo l'uso del geoposizionamento tramite il navigatore di Google Maps, quindi è il percorso più breve a piedi. Non coincide perfettamente con la vecchia via Lauretana, ma è la strada logicamente più corta per andare oggi da Loreto a Roma con le proprie gambe. Qualsiasi pellegrino, antico o moderno, ha sempre cercato la via più breve per raggiungere la sua meta. A differenza di quello antico, il pellegrinaggio ai giorni nostri non può più essere considerato solo un'espressione di devozione, ma anche una faticosa ricerca di equilibrio tra tutte le istanze della persona umana, viste più o meno in senso trascendente. Il pellegrinaggio può quindi avere motivazioni e intenzioni laiche, e non è necessariamente votato tutto alla fede. Il cammino Loreto-San Pietro è consigliabile alla maggior parte delle persone che desiderino ritrovare, o rafforzare, un equilibrio interiore, che abbiano un po' di tempo e le condizioni fisiche adatte per affrontare un viaggio unico e indimenticabile, senza essere per forza atleti. -
Materia soffice
Materia soffice (termine che in fisica designa una sottocategoria della materia condensata che resiste fortemente alla compressione, ma debolmente al taglio) è un diario sensoriale sulla materialità del pensiero, sul suo adattarsi alle altrettanto diverse sollecitazioni —pressioni, vincoli, sbarramenti, dilatazioni — di un tempo desertico, pulviscolo di momenti senza nome. Le sezioni in cui è articolata la raccolta corrispondono agli otto tipi di dispersioni colloidali, una delle due classi di materiali soffici, la cui caratteristica comune è la presenza di particelle di varia natura (solide, liquide o gassose) immerse in un secondo materiale (solido, liquido o gassoso). Per ogni componimento, la parola cerca di cogliere la specifica natura del pensiero e quella del suo ambiente di dispersione quando sottoposto a una compressione o ad altra forma di sollecitazione esterna. -
Platone e Apátheia
Nonostante le conoscenze acquisite attraverso migliaia di anni, la vita sulla Terra sembra essere ancora qualcosa di indecifrabile e misterioso, inspiegabilmente slegata, sul piano intuitivo, logico e pratico, dal concetto di Natura. Il dibattito tra Platone ed Apátheia poggia proprio su tale assunzione epistemologica, cioè sullo studio consacrato dell'esame critico della natura e del valore della conoscenza scientifica nell'ambito della gnoseologia. Platone ed Apátheia sono amanti ed il loro sentimento è solido, profondo e duraturo ma non i loro pensieri sulle teorie dell'essere e della conoscenza, sulla politica, sulla dottrina delle idee, sull'amore, sull'ontologia, sull'immortalità dell'anima, sul disprezzo del corpo e dei piaceri. Il filosofo, in seguito ai loro dialoghi, sente la necessità di rivedere le proprie elaborazioni concettuali in funzione di un originario realismo logico appartenente al mondo della Natura. Apátheia è la prima figlia di una delle famiglie aristocratiche più importanti di Siracusa; ex collaboratrice del governo di Dionisio I per i settori della filosofia, matematica, scienze della Natura. Ad essa si attribuiva un carattere appassionato sostenuto da intelligente concretezza. Attraverso molte esperienze, alcune negative per Platone durante i suoi viaggi a Siracusa e quelle con Apátheia nell'isola di Thasos, a nord ovest della Calcidica, la ricerca epistematica del filosofo si fa meno enfatica e la storia delle loro vite nonché delle scelte si snoda in un quadro più ampio e carico di emozioni che catturano il lettore. -
Ritorno al campo base
Matteo è un giovane trentenne, alpinista e falegname. Vive ad Auronzo di Cadore nelle Dolomiti Bellunesi. Solo due volte ha lasciato il suo paese: per recarsi a Bologna, alla laurea della sorella e per andare in vacanza con i genitori a Jesolo. In entrambe le occasioni, ha fatto ritorno a casa, convinto che la città e il mare non sono esperienze così fondamentali per un uomo di montagna. Ma poi una sera, ascolta il consiglio di un amico alpinista, compagno di bevute, decidendo che è arrivato il momento di compiere un viaggio; un'esperienza di cammino interiore, per capire se stesso e tentare l'assalto alla vetta più difficile: comprendere il significato della sua vita. -
A pugni col vento
«""Il dolore è stato il mio Dio"""" Arthur Rimbaud Rinunciando a un registro poetico e lessicale tipicamente """"solare"""", riconducibile alle prime esperienze di autori esordienti incerti nell'approcciare uno sfacciato sperimentalismo, Martina Belelli torna sul palcoscenico editoriale con una nuova raccolta intitolata A pugni col vento, implementando nel libro un maledettismo classico e moderno. L'opera che vi apprestate a leggere raccoglie i lavori più maturi dell'autrice; ciò si evince da parametri formali e dallo studio dei temi presentati nella raccolta a quali vengono miscelati con originalità echi e rimandi a grandissimi protagonisti della poesia otto/novecentesca. Tanto vale soffermarsi sui meccanismi combinatori adibiti a costruire il tessuto poetico di Belelli; l'autrice adopera una molecolarizzazione dei testi di classici come Artaud, Rimbaud, Baudelaire ed Eliot, implementando questi corpuscoli poetici all'interno delle poesie e dando vita così a lavori originali e postmoderni ma legati alla follia francese del maledettismo e del decandentismo. Parallelamente a questo processo di destrutturazione e assemblaggio di materiale classico sussiste, in chiave quasi ossimorica, una collassologia del testo a livello tipografico, linguistico e contenutistico. L'auto-cannibilizzazione di Belelli verso il proprio ego poetante è palese da una nuova gabbia testuale, dagli a capo ossessivi e spesso concatenati come un singhiozzo, una crisi d'asma o un attacco di panico...» (Dalla Prefazione di Cristiano Saccoccia)"" -
Prendi questa mano
Un messaggio, rivolto ad un tu percepito come in costante ascolto, che si dipana lungo le quattro parti della raccolta. Un pensiero attratto dalle risorse della multiforme e complessa natura umana. Una galleria di immagini e di ritagli serbati e restituiti dalla memoria, ad esprimere il canto del coraggio di un'esistenza umana minacciata dal dolore. Il tutto sotto lo sguardo solidale di una natura complice e partecipe, fra luce e suoni, ombre e silenzio. A veicolare questo dialogo di speranza è un linguaggio poetico a tratti colloquiale e a tratti percorso da echi della tradizione letteraria italiana. -
Osserva il pioppo tremulo. Un discorso segreto
È il silenzio./ Osserva il pioppo tremulo/ il brusio delle foglie/ come brusio di un discorso segreto/ Tutto un minuscolo muoversi / ma il pioppo resta immobile / imperturbabile al cicaleccio / dice la sua alzando i rami/ è nel tronco che racconta,/ nessun discorso/ Imperioso muovendosi nel vento. -
Eros
«Ogni velo/sulle carni nude/mi seduce,/è lo sguardo preso/e acceso/di desiderio/mio conduce/dove il vedo e non vedo/si traduce/in un malioso gioco/d'ombra e luce./Sono al settimo cielo!/Altro non chiedo/che essere per davvero/presente al mistero/di un corpo e di un velo/che svelano ogni loro segreto.» -
Oltre la linea incerta. Appunti per un poema di viaggio da Trento all'Ararat
L'attesa è finita: è giunto il «tempo fragile del partire» e di lasciarsi alle spalle progetti ed esitazioni, per varcare con qualche trepidazione quell'invisibile linea incerta che individua e custodisce la propria identità, ma anche ne condiziona e forse inibisce le possibilità di apertura e di conoscenza dell'altro. Una volta lasciata la propria città e raggiunto l'Isontino, terra dell'infanzia e minima patria dove «ha inizio una sorta di scabro, disadorno preludio dei Balcani», ci si appresta ad attraversare quel microcosmo denso di popoli e saturo di storie lacerate che è la ex Jugoslavia - prima di toccare la Bulgaria e proseguire verso la Turchia e la remota meta finale: l'Armenia. In un intreccio di ricordi ed esperienze raccolte anche in altri viaggi, il camminante ci guida in questa seconda tappa del suo itinerario tra memoria e scoperta, tra narrazione in versi e storia, tra reportage e diario civile. Alla ricerca di un altrove che forse nemmeno esiste davvero, ma che pure appare come un indispensabile e concreto richiamo, dando seguito all'intuizione secondo cui «solo nel viaggio puoi scoprire uno sguardo / che si apre dentro allo sguardo, / e riassaporare smemorato / l'infanzia del mondo». -
Latte e calce
Tutto il disgusto / picchiò su di me, / l'odio moderno. / Non chieder dove, / tra le melme, in bonaccia / gl'inviti a morte: / della generosa vita. / Sono insaziabile, / autentico come amore. / Millanto gioia / a canzon d'autore. -
Una carta dal mazzo
«Con uno scatto si voltarono verso il tavolo e Nerina cominciò a mischiare le carte. Iniziava la loro avventura con il misterioso, avvincente gioco del burraco, con le sue carte ancora sconosciute di cui lei coglieva solo confusamente i colori dal rosso, al giallo al nero, un gioco che le avrebbe tenute impegnate per tanti pomeriggi, tanto più che con l'inverno ormai prossimo, la prospettiva di lunghe camminate, come spesso facevano, si faceva sempre più improbabile. - Così le consumi! Nerina distribuì le carte poi aspettò che lei ini- ziasse. - Dai, Agata, comincia, su! Con il suo risolino allegro, pieno di pazienza. - E che non ho niente in mano con cui iniziare. - Ma su, guarda bene. Agata faceva sì con la testa, mentre il tempo passava. Con un po' di fatica cercava di sistemare le tante, troppe carte tra le sue mani e per aiutarsi ne deponeva due o tre ben coperte sul tavolo, poi, non contenta della sistemazione, riprendeva le carte che aveva posato di lato, le aggiungeva alle altre e lentamente tornava a sfilarne due o tre. - Forse questo gioco non fa per me - concludeva quasi a giustificare l'incredibile quantità di tempo speso in quei calcoli indecifrabili. E, come tutti i principianti si inalberava perfino se Nerina tentava di correggerla. - Ho capito, sai ? - rispondeva sempre più affannata. Poi accadde il miracolo. Come quando si comincia a leggere. All'improvviso quei segni, quei semi, quel gioco di vocali e consonanti con cui abbiamo riempito righe e quaderni interi, acquistano un senso e si trasformano in qualcosa di conosciuto, di familiare». -
La somma dei giorni
«E pace sia ora / su questa valle di lacrime / e pace sia ora, / pace sia sempre / sulla somma di questo / inesorabile niente.» -
Rebis
Raccolta di poesie.