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Storie quasi vissute
«Giorni fa ho incontrato Gianni quasi per caso e, come se dal caso fosse stato segnato quell'incontro, mi ha esposto con poche parole quasi in immagine questo suo nuovo libro, o quelle che lui chiama le sue piccole storie. Così, parlando, con il garbo che sempre lo contraddistingue, mi ha chiesto di scrivere due righe, un pensiero o una semplice nota di presentazione. Conosco Gianni da molti anni e ne apprezzo sia il senso che la forma poetica ma non sapevo del suo impegno nella narrativa e mi sono chiesto se fossi all'altezza del compito. Ma poi quella genuinità, che è amicizia, e quella pura semplicità quasi timida mi hanno coinvolto e ho accettato. Ho iniziato così, lentamente, con la stessa naturalezza con cui mi era stato proposto, a spingermi in quelle righe che conducono lungo il libero sentiero delle pagine. Lungo quelle linee che incamminano il lettore in una luminosità di pura poesia. Una sensazione strana. Più che leggere mi è sembrato di entrare nel libro, di tuffarmi nell'azzurro dell'oceano e scendere nel più profondo dei suoi abissi e di sviscerarne i misteri nascosti. Di rubarne l'essenza celata. Di carpirne le bellezze e i segreti: ma anche le insidie. Un mondo dove fatti, storie o leggende si susseguono, si intrecciano, si articolano senza sosta per il lettore. Eventi che si esprimono, si raccontano senza tempo alcuno e senza tempo per soffermarsi. Senza un tic tac che ne scandisca le ore e faccia riprendere fiato a colui che con il dito ne segue le tracce. Improvvisamente è come trovarsi all'interno di uno specchio, dove l'immagine riflessa perde la ragione. Perde quella cognizione che sa di realtà, racconto o autentica fantasia. Ma non si perde in una resa...» (Dalla Presentazione di Massimo Scotti) -
Poesie di un girovagare confuso 2011-2019
«Per strada, tra i minuti, secondi, attimi della vita, il passo casuale della speranza trova spazio nell'incedere solitario della mia anima inquieta.» -
Sole nero
I Giapponesi invasori sono stati ricacciati dalla Cina ma nel paese riprende la guerra civile tra le forze dell'esercito regolare e quelle capeggiate da Mao Tse Dong che finiranno per prevalere. In questo quadro di estrema incertezza, si muove la protagonista, ovvero una giovane ragazza estremamente povera, in un primo momento al servizio di una casa delle carni e successivamente offrendo i propri servigi in una casa dell'amore. Parallela a questa vicenda si svolge quella del contadino Siwang che si batte dopo un sopruso che ha causato indirettamente la morte della propria moglie. Ad altre due figure, un padre divenuto non vedente e il proprio figlio sono attribuiti ruoli non meno determinanti. Dalla vita fatta di coraggio e sacrificio, emergono scene di imprevedibile spontaneità e disarmante semplicità. -
Virgilio Soraperra de la Zoch-Der Kunstmaler (1937-2015)
«...Virgilio Soraperra era pittore ed artista poliedrico, scultore e studioso ma anche persona semplice, umana e modesta come solo i grandi sanno essere. Mi ha mostrato le sue maschere intagliate nel legno, i suoi altari che mostrano la grande fede che lo animava, i disegni preparatori e i dipinti. Per me è stata una visita, un incontro che mi ha emozionato e toccato nel profondo perché visitare il suo atelier è stato come entrare nella sua vita. Ci siamo salutati con un ""Arrivederci a presto""""! A fine 2013 sono stato molto male, ma fortunatamente, anche se con un rene in meno, me la sono cavata e dopo tre anni dedicati al recupero fisico, ecco che all'inizio dell'estate del 2017 vado a Canazei per reincontrarlo. Purtroppo sono arrivato tardi, infatti il figlio Claus mi dato la notizia che il padre Virgilio era stato sconfitto da un male nel 2015. Insieme, nello studio del padre abbiamo sentito la sua presenza, la sua grandezza di uomo ed artista. Claus mi ha mostrato i disegni fatti dal padre sulle persone che costituiscono l'albero genealogico della famiglia. Mi sono ricordato dell'opera in bronzo, vista a Campitello di Fassa, che vuole ricordare il lavoro speciale fatto dai precursori della fotografia e cioè da quei pittori erranti di valle in valle che facevano ritratti a matita e a carboncino per lasciare il ricordo dei vari abitanti di quei luoghi prima dell'avvento della fotografia. Claus mi ha mostrato alcuni manoscritti del padre dove riportava, come in un diario, storie, pensieri, valutazioni, resoconti di vita e proprio dall'emozione di avere tra le mani la vita di Virgilio Soraperra ho risentito il desiderio di partecipare alla realizzazione di un libro che possa ricordare lui e il suo lavoro, nei suoi diversi aspetti e nella sua valle. Ovviamente necessaria e indispensabile sarà la memoria storica del ragazzino che aiutava il padre Virgilio sulle impalcature di casa Bernard (ho visto una fotografia del 1980) e che custodisce il materiale necessario per fare un buon lavoro e cioè il figlio Claus Soraperra, oggi uomo e artista proiettato nel futuro e che tanto ha appreso dal padre. Io sono appagato per avere avuto l'idea e per avere aiutato a realizzarla. Sono contento di potere ringraziare Claus e tutti i suoi collaboratori per l'impegno profuso nel portare a termine un lavoro che per anni ricorderà l'opera e la figura di Virgilio Soraperra, suo padre, che tanto ha lasciato nella sua amata Val di Fassa e che permetterà ai tanti visitatori di conoscerlo e di apprezzarne l'aspetto umano e artistico...» (Dall'Introduzione di Gianfranco Traverso)"" -
Fiori
«Fior di mimosa, nuda e distesa, a lei piace esser presa, uscir da se stessa e tramutarsi in cosa. Fiore di pero, giace nuda tra sete che fan velo, e per troppo veder, vedo nero. Fiore di rovo, ogni volta l'amore mi fa schiavo, ogni volta mi libera di nuovo. Fior di sambuco, in cuor suo lei lo ha sempre saputo, sì, che la farfalla è figlia del bruco.» -
L' angelo custode
«L'amore anche al passato non muore, non si dimentica. Ancora oggi, ogni volta che mi capita di passare nella strada del nostro primo incontro, alzo gli occhi verso la finestra della casa e mi pare di rivedere il tuo volto, Angelo mio, come se ti avessi appena lasciato, e questi trentacinque anni trascorsi non avessero per nulla intaccato il ricordo.» -
Nox in anima
«Ogni luce di mare / o filo d'erba / cresciuto a stento come me / proviene dal silenzio. / Le parole / le scrivo sulla carta / con inchiostro denso, / perduto mentre penso.» -
L' armonia delle cose
«Esili foglie che la mano del vento sparge e raccoglie. Che strana cosa: persuasa a fiorire, mentre si gela.» -
Il penultimo velo
Scritta nel 2020, specialmente durante il lockdown, Il penultimo velo è una raccolta di poesie che hanno come comune denominatore l'eterno tentativo di scoprire l'ultimo velo sulla realtà dell'esistenza che si nasconde. Lo fa alla luce dell'esperienza di vita dell'autore, ma anche in relazione alle sue amate letture filosofiche, in un periodo nel quale sente come necessario prepararsi con sincerità e nuovo slancio all'ultima parte della sua vita. Con profonda deferenza e perfino gratitudine, traspare dai versi l'influenza dei suoi filosofi preferiti: Sartre, Deleuze, Derrida e...Vasco Rossi (se l'artista e maestro lo permettesse). È stato però necessario incidere alcune vecchie e mai guarite ferite profonde, forse condivise dalla generazione dell'autore, per portarle alla luce accecante della coscienza e far calare, o se necessario squarciare, se non l'ultimo (che mai giunge alla coscienza finché viviamo) almeno il penultimo velo di Maya. -
Preistoria primavera
«Che dio lasciamo/rintanare in noi,/noi albero e lui/scoiattolo, lui picchio?» -
L' antologia
«Significati, solo basta senso! Non ha il più significato senso. E ha solo in oramai il non senso senso. Di semmai è il tutto non il senso senso. È il senso è il senso, senso non non senso! Significato è il senza tutto senso del che non ha per nulla un senso senso. Significati, solo basta senso! Mondo, universo, biro, morte senso la la la senso vita non non senso l'hanno scrive il che ha e non ha non senso. Anche deve non ha poesia senso non avere il poeta è la di sensi e uomo e senza senso. Senza senso.» -
L' amato sposo della morte
La guerra tra due stati è il motivo dal quale hanno avvio le vicende dei protagonisti e nelle quali ciascuno fa il possibile per far prevalere le proprie ragioni personali in un vorticoso avvicendarsi di situazioni. La descrizione dei vari accadimenti è alternata a pagine di prosa poetica e poesia riportate in corsivo nelle quali viene data voce alla Morte. -
Il suono del monsone
Bardo Weitz è un uomo pertinace, cresciuto dai nonni nella periferia di Monaco nei primi anni '50 per la giovinezza dei genitori, poco più che adolescenti. A trent'anni ha già piantato un pioppo, scritto un libro, assolto il servizio militare come Ufficiale, intrapreso la carriera universitaria all'Università di Monaco. È sposato con Selina e ha 2 figli. Nonostante abbia ottenuto la docenza nella sua università, risponde ad un annuncio, in cui si cerca un giovane accademico per attività di ricerca internazionale, di una società di consulenza di Basilea, la Globus International, specializzata in marketing e logistica. Viene subito assunto e ben presto inizia a viaggiare per il mondo. Quando viene inviato in Birmania, decide di trasferirsi con tutta la sua famiglia nella capitale Rangoon. La vita della comunità di consulenti, diplomatici ed esperti stranieri, fatta di perlustrazioni fluviali per ottimizzare i trasporti, e cocktails in ambasciate e case private per ingannare il tempo, specialmente durante il periodo dei monsoni, è la vita che l'aspetta. Ma l'aspetta anche l'inatteso: si innamora, corrisposto, di Soledad, un alto funzionario dell'ambasciata spagnola. Il suono del monsone rende mutevoli e confusi gli stranieri della comunità che racconta, una comunità mobile e quasi sospesa. Così come sconvolge i paesaggi e le città, sembra che la tempesta abbia ripercussioni sul loro mondo affettivo, e rimescola le carte e gli amori. -
In circostanziata attesa
Glauco, giunto al successo con il primo romanzo, è oggi uno scrittore che ha perso l'ispirazione e appare sempre meno interessato alla vita. Improvvisamente, complice un colpo di fulmine repentino, intraprende un precorso verso una consapevolezza che non ha mai avuto. Ad aiutarlo nel suo cammino ci sono la musica, passione del protagonista e colonna sonora del romanzo, una Mini del '73 che borbotta con allegria, orologi d'epoca che scandiscono il tempo in maniera differente, singolari amici ai confini del surreale, moscow mule e porcospini, un lockdown improvviso... -
Otium
Cinque uomini e una donna, amici di gioventù, tutti in età avanzata ma pieni di vita, si riuniscono in una casa di campagna di uno di loro, scrittore affermato, non lontano dalla città dove sono nati. Racconti e ricordi, rivissuti e in qualche modo rielaborati, riempono le loro giornate immerse in un otium inteso nell'accezione latina, curioso e produttivo. Nessuno si sottrae al compito che, di volta in volta, gli tocca sostenere: narratore appassionato, attento uditore, suggeritore di interessanti e pittoresche iniziative. Niente di nostalgico, no, non ci sono delusioni o ripensamenti, fallimenti esibiti e battute di rito; ma racconti di amici d'infanzia, di artisti, di professionisti di successo e persone conosciute nel tempo, a volte di grande spessore umano e culturale. Una vacanza vissuta intensamente, coinvolgente, dagli aspetti piccanti e inaspettati, a volte crudeli, e con un finale del tutto imprevisto. -
Gli ultimi giorni lieti
«Non poter nemmeno piangere / in quel tarlo che mi distrugge / che mi purifica / e che mi nutre / come un carcere / cui non si sfugge» -
Dante è vivo-Dante lives. Ediz. illustrata
Dante è vivo è il racconto per, immagini di un progetto ambizioso ed impegnativo, realizzato in tre anni. Felice Nittolo, partendo dal ""concetto musivo"""", ha preso in esame un verso per ogni canto delta Divina Commedia e si e addentrato ne le parole di Dante Alighieri, immaginando che potesse essere stato ispirato da quelle immagini musive che ebbe modo di ammirare non solo a Ravenna ma anche a Firenze, Venezia e Roma. Realizzando ceto opere per cento canti, dando vita ad una visione intima e personale della Commedia, Nittolo rende omaggio ai grande poeta fiorentino, ne omaggia l'arte e il suo fare arte, ne esalta il viaggio e insieme ripercorre la propria personaie linea del tempo, con uno sguardo rivolto al passato ma gli occhi sempre puntati sull'orizzonte futuro. Un libro celebrativo, emozionante e coinvolgente, in cui il sommo poeta e la Commedia tornano a vivere per mezzo delle mani dell'eclettico autore."" -
Satire
«La satira a destra e a manca mira, in alto come in basso mira, avanti e dietro mira; non si ferma davanti a niente, colpisce sempre liberamente, perché tutta uguale è la gente; non si ferma di fronte ad alcuno, ecco, ferisce tutti e ciascuno, il qualcuno, come il nessuno!» -
Icaro o della giovinezza
«A stupire - e a incantare - in questa nuova raccolta di Anna Bani è innanzitutto la levità del volo, del vuoto aereo-ondoso delle parole che si librano in traiettorie iperuraniche con disinvolta grazia e insieme un piglio possente. All'impalpabile leggerezza del lessico e del fraseggio lirico si accompagna permanentemente una densità adamantina, che fa percepire lo spessore dei contenuti concettuali e la qualità specifica di una ispirazione mai disattesa...»(Dall'Introduzione di Silvio Raffo) -
Farlo in macchina
Come in ""Basketball Diaries"""" di Jim Carroll, i ragazzi del Bronx nord-occidentale compiono il loro rito di iniziazione. Un bar mitzvah in cui salti dalle rocce dentro al fiume Harlem cercando di evitare la striscia di merda sulla superficie dell'acqua. La C-Rock e il salto di decine di metri da scogliere rocciose nel fiume Harlem dove da decenni adolescenti i clienti della Circle Line si gettano in audaci tuffi, mentre i più anziani ricordano i loro, un sinonimo ineguagliabile di adolescenza. È una scoperta, una tradizione, un rito da compiere quello dentro a quel corso d'acqua. Ci sono punti di salto di varie altezze lungo la scogliera che vanno da 25 piedi a circa 110, hanno soprannomi che più o meno si tramando nel tempo di generazione in generazione, come il punto di tuffo che sta a 35 piedi chiamato """"coglioni"""" (avere i). Come tutti gli inizi questo comincia con la semplice esigenza di rinfrescarsi fino poi a trasformarsi in una sorta di luogo sacro fatto di pericolo, avventura e senza autorità. A qualcuno è capitato di essere denunciato, qualcun altro ci ha messo un tempo infinito per saltare, un tempo imbarazzante con i bambini che ti urlano di buttarti. Altri si sono buttati e basta, sono corsi verso la cima cercando un punto sufficientemente alto ma non il più alto e non troppo in basso. C'è la consapevolezza di non poter fare per tutta la vita cose di questo genere, qualcuno ci è annegato. La preoccupazione principale non sono le scogliere e neppure i binari elettrificati che i bambini attraversano mentre il treno è in arrivo da dietro una curva, ma le correnti. """"Circle Line! Circle Line! Andiamo, andiamo!"""" il più giovane urla mentre una barca che trasporta turisti scivola lontano dalla vista di quel tratto di fiume. Quattro ragazzi tremanti si precipitano verso la roccia, trovano ciascuno il punto da cui saltare atterrando con uno schizzo nella striscia d'acqua macchiata di sole che separa il Bronx nord-occidentale da Manhattan. Spavalderia adolescenziale, tradizione apocrifa e il pericolo sufficiente per mantenere le cose interessanti, mentre l'acqua del fiume gocciolava dai suoi pantaloncini a rete dopo il salto al diciassettenne di turno tutti dicono """"Ora sei un uomo"""". E per generazioni di agenti di polizia della Metropolitan Transportation Authority il rito estivo è di un tipo diverso """"Inseguiamo i bambini per tutta l'estate"""". Dove l'estate è una rotaia elettrifica a 700 volt di corrente continua e periodiche flottiglie di immondizia che galleggiano lungo il corso d'acqua, nessuna domanda al college, nessun lavoro estivo che distribuisce volantini per una pizzeria o per uno stand di hot dog dello Yankee Stadium. Un pomeriggio un diciassettenne con un costume da bagno arancione e nero, forse il saltatore più riluttante di sempre, era per questo stesso motivo bersaglio degli altri quattro ragazzi con battute sulle loro madri, sulla sua maglietta rovinata e consumata di Topolino e sulla caviglia che si era graffiato mentre si arrampicava fin lassù. Indossano pantaloncini da pugili fin sotto le ginocchia...