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Garantire i diritti umani. Una meta ancora lontana
I diritti proclamati solennemente dalla Dichiarazione universale dei diritti umani (1948) sembravano essere acquisiti universalmente ed essere diventati cardini di una democrazia diffusa. Sono, al contrario, diritti sempre più spesso ridimensionati, ignorati, negati e messi in discussione. Il percorso verso una loro concretizzazione è, perciò, ancora molto lungo ed è anche disseminato di ostacoli di varia natura. I diritti umani confliggono con i poteri economici e socio-culturali forti ma si vanno, allo stesso tempo, proponendo nuovi diritti, affiancati da sensibilità sempre più diffuse e condivise e da richieste per una loro traduzione in atti legislativi, in diritto positivo. Esistono molte buone ragioni che spingono in tale direzione. Quanto più tali ragioni saranno considerate buone tanto più forti e diffuse saranno le spinte socio-culturali verso una loro trasposizione normativa: un passaggio da aspirazioni di pochi a diritti di tutti indistintamente. Va rimarcato che il diritto deve essere accompagnato dal dovere. Sono due concetti strettamente collegati e dipendenti, visto che, spesso, si pone l'accento sul primo dimenticando il secondo. -
Ancora Bateson...
In un passo di Mente e natura Bateson, arrabbiato, si domanda perché gli insegnanti non insegnano la relazione. In realtà, nella storia dell'umano pensiero, si parla di relazione ma come strumento del soggetto, su ciò che è altro da sé. Per Bateson, la relazione attraversa e rappresenta l'epistemologia del nostro conoscere e della conoscenza. È la struttura che connette senza soluzione di continuità, è una forma di riscrittura della condizione umana e del mondo, una riscrittura di come pensiamo e agiamo. Il discorso e l'insondabile essenza del metalogo, vertono su una nuova ontologia del senso di ogni forma vivente o non vivente; tanto più il linguaggio, la comunicazione, l'apprendere, l'esistenza stessa. -
Flussi interculturali e paesaggi
In un mondo di flussi, di immaginazione, di indigenizzazione, tutte tematiche messe a fuoco da Appadurai, l'interculturale si riscopre base fondativa trasversale della società globale e complessa. Non solo i migranti dunque, ma le conoscenze, le ideologie, le tecniche, le forme stanno cambiando di segno e incidono in misura sempre maggiore sulla società globale. La tematica dell'interculturale è ampiamente presa in carico in Italia dall'area pedagogica, meno dalle altre discipline socio-scientifiche e culturali. Eppure il tema ha una lunga storia che intercetta economie, politiche, istituzioni, valori generativi e sociali. Il volume intende esplorare, attraverso la ricerca di una mappa concettuale ragionata, la trasversalità dell'interculturale nel campo epistemico, fenomenico, referenziale, assiologico, nonché attraverso le metodologie e le pratiche. Abbiamo ripreso questi paradigmi da una nostra precedente ricerca sull'ontologia pedagogica, tra cui l'interculturale pedagogico (Ellerani), con l'idea di andare oltre la pedagogia. La necessità di esplorare l'interculturale chiede dimensioni, condizioni, contesti sempre più ampi perché mette a tema, non solo, le forme, i confini delle nostre identità, dell'""abitare"""" e della relazione, ma soprattutto la transcontestualità (Bateson) dei riferimenti culturali verso un nuovo immaginario, fondativo di un prossimo futuro, da praticare università da subito."" -
C. S. Peirce. Le avventure della forma
Uno dei più importanti filosofi contemporanei, che ha influenzato Eco e Derrida, viene riletto a partire dal tema della forma. Come sono? Come sei? Come Siamo? Sono queste le domande che stanno al fondo della questione filosofica della forma, che sembra astratta ma che è, in realtà, implicata in tutti i processi di riconoscimento in cui una qualità viene attribuita a qualcosa o a qualcuno. Peirce interpreta i processi di attribuzione delle qualità come processi semiotici: riconoscere, infatti, significa sempre riconoscere qualcosa o qualcuno in quanto qualcos'altro. Questo ""in quanto qualcos'altro"""", tuttavia, ha una duplice direzione: da una parte, conduce verso l'identificazione con un gruppo, un noi in cui si definisce un'appartenenza in base ad un come che accomuna e, dall'altra, conduce verso quell'assoluta singolarità del come io sono, o come qualcosa è, che definisce un sui generis incomparabile. È questa irriducibile dualità dell'in quanto qualcos'altro che rende avventurosa la riflessione peirciana sulla forma, che ne determina l'inquietudine, i continui cambiamenti, i ripensamenti e le svolte che questo libro insegue."" -
Filosofia del subbuteo
Per molti il Subbuteo è il gioco della nostalgia. Fenomeno di massa nel secolo scorso, si è ormai ridotto a una nicchia confortevole per vecchi appassionati, increduli che gli si possa preferire un qualsiasi videogioco. Ma davvero il rimpianto dei bei tempi andati è la chiave giusta per capire la storia e il successo di questo gioco e decifrare il futuro che merita di avere? Guardando meglio nelle sue pieghe, si scopre che il Subbuteo può offrire un'esperienza di gioco completa e affascinante, che tocca tutte le corde più sensibili dell'animo di un giocatore e che come poche altre può appagare l'inestinguibile impulso dell'uomo a giocare. Purché si decida di dedicare al gioco il giusto tempo e il giusto spazio. -
Conversazione su Dante
Allo scandaglio del testo della Divina Commedia e della figura poetica di Dante si uniscono le riflessioni sulla poesia, la scrittura, la fruizione e l'interpretazione. Stile e tono di questa ""conversazione"""" sono lontani da quelli della lezione accademica o della monografia seriosa; si tratta piuttosto, come afferma Mandel'stam stesso """"di immaginare un dotto giardiniere che accompagni gli ospiti per la sua tenuta e dia loro spiegazioni sostando tra le aiuole, oppure uno zoologo dilettante che accolga vecchi amici nel suo allevamento"""". La nuova traduzione di questo saggio del 1933 è condotta sul testo definitivo, pubblicato a Mosca nel 1990."" -
Come insultava Dante. Voci buffe, insolenti, innovative nella Divina Commedia
Bastardo, bordello, ceffo, cesso, merdoso, puttaneggiare, ruffiano, sozzo, verme... parole azzardate? volgari? disdicevoli? sconce? Sapete che cosa sono la strozza e la ventraia? Qual è la parte anatomica dove si trulla? A queste, e ad altre decine di curiosità, risponde il dizionario storico etimologico di insolenze, bizzarrie, voci buffe, scherzose e innovative che Dante, per conferire incisivo vigore agli argomenti trattati, non disdegnò di utilizzare, o di inventare, nella sua Commedia. Analizzati con precisione filologica e spiegati con chiarezza discorsiva, i termini danteschi più buffi, estrosi, ironici, osceni, spiazzanti o innovativi, rivivono in questo volumetto in tutta la loro smagliante originalità. Un omaggio a quel Dante simpaticamente insolito, quasi mai affrontato o approfondito a scuola. -
Preghiera di donne
Voci di donne hanno scandito il corso del Novecento e fino ai giorni nostri con l'autorevolezza di chi ha guardato a fondo in se stesso. Voci altresì consapevoli della crisi irreversibile della modernità e dell'urgenza di indagare le vie necessarie a una profonda rigenerazione delle espressioni del pensiero e della vita sociale. Di qui la tonalità spirituale che le accomuna e che nella figura della preghiera trova, in senso contrario al sentire dell'epoca, l'approdo in cui conciliare caducità e infinità, perdita e pienezza. Al centro della scena il lettore troverà qui le tre figure che più lucidamente si sono confrontate col cuore di tenebra del Novecento: Hillesum, Stein, Weil, misurate sulla loro aspirazione a una comprensione esistenziale del mistero di Dio. Prima e dopo questo spartiacque, il confronto sarà con la problematica ricerca intellettuale e poetica di Catherine Pozzi, di Cristina Campo e di Chandra Livia Candiani, con la teologia mistica di Adrienne von Speyr, infine con l'ispirazione religiosa che sostiene l'arte di Serena Nono, le cui opere illustrano il volume. -
Approdare all'altra riva e rimanerci per un po'
Il libro si compone di quattro racconti, intessuti da un filo, di cui la frase di Jean-Bertrand Pontalis è l'ago. Le esistenze dei personaggi oltre, o a fianco o dentro, le loro vite apparentemente vissute tracciano percorsi. Nessuno condotto a termine, ognuno visualizzabile con molteplici inizi, uno solo dei quali raccontato, gli altri sommersi. -
Dalla mia vita. Gli anni della giovinezza 1844-1858
Dalla mia vita è la prima autobiografia di Nietzsche. Scritta nell'estate del 1858, vi si trova il racconto coinvolgente ed appassionato dei primi tredici anni di vita del filosofo. Il testo, contenuto in un quaderno di 137 pagine, ricostruisce gli anni di Röcken, la morte del padre, il trasferimento a Naumburg, le prime esperienze scolastiche, l'incontro con i classici, le passeggiate con gli inseparabili amici Krug e Pinder, con i quali compone musica, poesie, brevi opere teatrali (messe poi in scena con i familiari) e manuali di guerra a seguito dell'interesse per gli eventi di Crimea. Quest'opera va letta come il riflesso di un mondo culturale, sociale e religioso colto con gli occhi di un giovane eccezionalmente sensibile, solitario, chiuso ed introspettivo. E questo sguardo è estremamente importante perché sarà proprio in lotta contro questo mondo che questo giovane diverrà Friedrich Nietzsche. -
Il canto della luce. Scritti sull’arte
In un'epoca come la nostra, dominata da immagini molteplici e veloci, in cui prima la telecrazia poi internet hanno reso il mondo eccessivamente spettacolare e superficiale, tutto incentrato su un tragicomico ""esibizionismo isterico"""", può avere ancora senso la discreta e intima attività della poesia e dunque della letteratura e della critica? Questa raccolta di scritti sull'arte, ora brevi ora lunghi, che partendo dagli antichi Egizi arriva fino alla nostra più viva contemporaneità, vuole riscoprire le origini, i modelli universali, gli archetipi di quelle immagini. Festina lente, """"affrettati lentamente"""". Così da Antonello da Messina a Giulio Paolini, da Luca della Robbia a Pier Paolo Calzolari, da Veermer ad Anselmo, da Fiissli a Monet, da Turner a Munch, da Millet a Morandi a de Staèl, e molti altri, l'Autore ha voluto ricomporre le forme e le luci di una ritualità: quella sacra attenzione, oggi apparentemente perduta."" -
Filosofia della maternità
Che cos'è una madre? Che cosa significa essere madri? Che cos'è un corpo di mamma? Nel grande dibattito del femminismo filosofico, da un po' di tempo, la questione della maternità sta ritornando come questione centrale da pensare in tutta la sua complessità, nella consapevolezza che il pensiero filosofico ha sempre tenuto a distanza, e guardato con sospetto, il corpo della madre. Non a caso la filosofia ha privilegiato il pensiero della morte rispetto a quello della vita e della sua origine: il ventre materno, l'utero della donna. Il lavoro di Selena Pastorino, filosofa e mamma, muove dall'esperienza corporea della gravidanza e della maternità così come vissuta dall'autrice nel duplice senso di generazione e crescita di una figlia, per provare a rispondere all'enigma della maternità. -
Filosofia del surf
Più, forse, di ogni altra pratica sportiva, il surf evoca l'essenza drammatica della vita: il dramma è lo spettacolo di un'azione il cui svolgimento resta fino alla fine, per i protagonisti e per gli spettatori, imprevedibile e inatteso, e i cui momenti di tensione succedono alle riprese. Il surfista che compie evoluzioni sull'onda è l'espressione di ogni uomo posto di fronte ai rischi della vita, ora felice - che deve cogliere, ora infelice - che deve evitare o sopportare. -
Runningsofia. Filosofia della corsa
Correre è esporsi al caldo, al freddo, alla sete, alla fame, alla stanchezza, al dolore, è esercitare il diritto e il dovere di vivere nella maniera più piena e profonda. Di vivere in maniera coraggiosa. Correndo dismettiamo il nostro ruolo sociale, con tutta la sua teoria di obblighi e rituali, per riscoprire l'appartenenza al regno animale. E non è davvero cosa di poco valore ricordarsi - anzi, provare sul proprio corpo - che siamo anche e soprattutto altro, essenzialmente altro, rispetto al compagno premuroso, al genitore comprensivo, al lavoratore esemplare, al consumatore informato che ogni giorno mostriamo di essere. -
Solo un io ci può salvare
Il volume presenta un'analisi storico-filosofica della Prima introduzione alla dottrina della scienza di Johann Gottlieb Fichte tesa a esplorarne estesamente i principali plessi teorici, a problematizzarne alcuni passaggi argomentativi e, non da ultimo, a prospettarne una precisa collocazione in quel percorso niente affatto lineare né esente da ridefinizioni e rimodellamenti che è il cammino filosofico fichtiano. Emerge una filosofia permanentemente concepita in vista di un obiettivo pratico e che troverebbe così la propria verità nella cosiddetta ""filosofia applicata"""" ossia in quella che, tradizionalmente, è stata presentata come secondaria e di minore interesse rispetto alle esposizioni """"scientifiche"""" della dottrina della scienza. Il compito del filosofo, ma poi anche, per estensione, dell'uomo comune che sappia innalzarsi all'orizzonte di senso schiuso dalla dottrina della scienza, coincide con la difficile opera della conformazione dell'esistente ai princìpi della razionalità, in altre parole: """"l'io deve essere assolutamente autonomo, tutto deve essere dipendente da esso"""". Una lezione di libertà radicale quanto mai attuale oggi."" -
Che ne dici di tornare a pensare. Come risvegliare il cervello nell'epoca dei social network
Viviamo nell'epoca in cui trionfano la brevità e la concisione. I social network, gli stringati tempi della comunicazione televisiva, gli slogan pubblicitari, la frenesia delle nostre giornate: tutto ci porta nella direzione di condensare il più possibile il pensiero e di ridurre così radicalmente le nostre capacità argomentative e riflessive. Come fare, allora, per contrastare questo pericoloso cambiamento? Occorre esercitarsi. Partendo da brevi aforismi che spaziano dall'amore all'arte, dalla religione alla moda, dal senso della vita alla felicità anche il lettore è spronato ad avventurarsi in personali riflessioni e interpretazioni. Per ampliare ciò che è conciso e dare libero sfogo all'argomentazione. Per rovesciare la logica degli odierni modi del comunicare e tornare a pensare. -
Chiara Ferragni. Filosofia di un'influencer
Chiara Ferragni è nata il 7 maggio 1987 a Cremona e guarda il mondo dall'alto dei suoi (ad oggi) 19 milioni di follower su Instagram. Secondo Blogmeter (la nota azienda di social media intelligence) Chiara Ferragni è al sesto posto nella classifica degli influencer più pagati al mondo. Nella lista stilata della prestigiosa rivista Forbes nel 2018, è al primo posto nella categoria fashion. Nella classifica del motore di ricerca per l'alta moda Lyst, anticipata dal Financial Times, è l'unica italiana nella top ten delle ultra-influencer capaci di influenzare gli acquisti, dopo Kim Kardashian (che al momento vanta 164 milioni di follower), ma prima delle popstar Rihanna e Ariana Grande. Ma che cos'è un influencer? Quale ruolo gioca oggi nella società dello spettacolo? Come si intrecciano marketing e storytelling nella costruzione di ciò che si chiama ""Chiara Ferragni"""" è che è molto più di un nome proprio?"" -
Tiresia contro Edipo. Vite di un intellettuale disorganico
"Uscimmo dall'albergo in gran fretta: dopo di che fu presa da un attacco d'asma molto forte. Sostammo in un caffè sotto la Galleria e poi andammo in Piazza del Duomo dove scattai una fotografia che la ritraeva con le spalle al Duomo. La giornata (era forse febbraio e spirava un vento freddo) era splendida e tutto era color dell'oro, anche la sua pelliccia, sicché il Duomo, la pelliccia e lei erano una sola cosa. Tutto questo - e i suoi occhi - non era inerte, ma vibrava di una estrema energia psichica, creando una specie di meccanica vivente enormemente più intensa della vita naturale. Credo che in quel giorno e in quella fotografia sia nato il germe del libro che scrissi l'anno dopo: Il sex appeal dell'inorganico"""". Dal novembre 2016 al luglio 2017 Perniola ripensa alla sua vita scrivendo gli 86 capitoli che compongono questo volume, il tutto in uno stile ibrido tra il diaristico, il saggistico, l'autobiografico e il filosofico. Ognuno dei capitoli modella figure, contesti geografici, amicizie, avventure erotiche e aneddoti - che Perniola presenta come realmente accaduti -fornendo al lettore la Wunderkammer di una vita." -
Il conflitto in celluloide. La Seconda guerra mondiale, la cortina di ferro e il cinema americano.
In questo saggio l'autore prende in esame i film americani di propaganda degli anni della Seconda Guerra Mondiale e della Guerra Fredda dando ampio risalto al legame inscindibile fra storia e cinema. Alcuni titoli importanti esaminati nel volume sono ""Casablanca, L'arcipelago in fiamme, Obbiettivo Burma!"""" e il controverso """"Mission to Moscow"""". Il testo propone documenti inediti che mettono in evidenza la straordinaria efficacia delle pellicole di Hollywood come forma comunicativa e racconta la settima arte con un taglio prettamente storico arricchito da curiosi aneddoti sullo studio system. Le fonti principali utilizzate nella ricerca sono i rapporti epistolari tra le majors , l'Ufficio di Censura e il Pentagono. I protagonisti del libro sono divi del calibro di John Wayne, Humphrey Bogart, Erro! Flynn e Gary Cooper. Per la prima volta viene presentata una filmografia di lungometraggi girati in America nei primi anni '30 che menzionano Mussolini e in molti casi lo evocano con toni decisamente celebrativi. In conclusione viene analizzato """"Berretti verdi"""" con John Wayne, l'unico film di Hollywood che appoggiò risolutamente la partecipazione americana al conflitto in Vietnam. Prefazione di Luca Martera."" -
L' origine della vita
La vita è il tema della terza edizione del Festival KUM diretto da Massimo Recalcati. L'origine della vita è anzitutto il tema della nascita. Nascita di una vita, nascita di un figlio dall'incontro enigmatico del sesso e dall'incanto dell'amore. L'origine della vita è anche l'emergere della vita umana dalla sterminata preistoria della vita animale. Infine l'origine della vita è la comparsa della vita sul pianeta Terra, il suo lento sollevarsi dall'inorganico e il suo graduale organizzarsi in forme via via più complesse e differenziate; ed è l'origine della Terra e la formazione dell'universo: dello spazio e del tempo, della materia e dell'energia. Grande tema scientifico e antropologico, inesauribile domanda teologica, antica questione filosofica che la contemporaneità eredita e trasforma profondamente, l'origine della vita è il campo vastissimo e intimamente consonante. Il volume raccoglie due saggi su questi temi di Mariela Castrillejio Mario Cucca.