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Filosofia delle relazioni. Il mondo sub specie transformationis
Siamo abituati a vedere intorno a noi oggetti, la cui esistenza sembra la cosa da dare più per assodata. Eppure, le nostre vite sono sempre più immerse in reti di interazioni: che cosa accadrebbe allora, se cominciassimo ad accorgerci che siamo invece innanzitutto circondati da relazioni e processi, prima che da cose e oggetti? È possibile cominciare a guardare al mondo come se fosse percorso da rapporti e trasformazioni? Filosofia delle relazioni offre degli strumenti linguistici e concettuali per comprendere la natura e il funzionamento delle relazioni, elaborando una prospettiva in grado tanto di tenere conto di alcune sollecitazioni provenienti dalla scienza contemporanea, quanto di rendere conto di alcuni aspetti che fanno parte della nostra esperienza, anche se spesso in maniera inavvertita. -
Neuhumanismus. Pedagogie e culture del Neoumanesimo tedesco tra '700 e '800. Vol. 2
Nel contesto geografico dell'Europa tra Settecento e Ottocento, e nel quadro storico che va sotto il nome di Goethezeit - ossia, il ""tempo di Goethe"""" -, la Germania ha visto nascere e svilupparsi il Neuhumanismus. Quel neoumanesimo tedesco compresso tra conservazione, riformismo e rivoluzione, fra commercio, capitale e industria, tra nazionalismo, costituzionalismo e federalismo, fra protestantesimo luterano-calvinista a Nord e cattolicesimo romano-viennese a Sud. Dall'ultimo grande umanesimo nella storia dell'Occidente e dell'Europa giungono le molteplici voci che hanno dato carattere alla filosofia e alla letteratura, alla scienza e alla musica, alla poesia e al teatro, alla pittura, all'architettura e a ogni altra forma dell'arte. Anche questo Secondo Volume dedicato al Neuhumanismus è esito delle ricerche svolte dagli studiosi della Scuola di Pedagogia Generale e Filosofia della Bildung sorta nell'Università di Genova. Dopo aver analizzato - con il Primo Volume - le culture del Rococò, dell'Aufkldrung, del Criticismo, dello Sturm und Drang, dell'Idealismo, della Weimarer Klassik, del Romanticismo e della Wiener Klassik, questo ulteriore studio mette a tema la società tedesca nei suoi comparti economici, politici, giuridici, religiosi e sociali. Con ciò profilando le nascenti connessioni tra Biirgertum, Kapitalismus e Positivismus, che determineranno il compimento del Neuhumanismus e le profonde metamorfosi pedagogiche nella storia e nella geografia della Bildung."" -
Risurrezioni. La vita dopo il trauma
"Come in un gioco di specchi, il finale di Tolstoj, in Resurrezione, è quasi identico a quello di Dostoevskij in Delitto e castigo. Per il protagonista inizia un'esistenza nuova sulla base di una dolorosa consapevolezza. Tutto il male che si pratica nelle prigioni deriva dal fatto che gli uomini vogliono l'impossibile: essendo malvagi, correggere il male."""" (Stefania Carnevale) """"Non è mai neutro per il bambino l'accesso al simbolico. Avviene sempre attraverso una certa oscenità, con la quale ciascun adulto utilizza il linguaggio. Le tracce di questa oscenità si ritrovano in quei tratti di cui il bambino si appropria, nei suoi sintomi, nei suoi affetti. Non dobbiamo indietreggiare davanti a nessun racconto, dobbiamo sostenere i contraccolpi di ogni ritorno del trauma, attraverso parole, disegni, giochi. È la sola via d'uscita da quella zona d'impossibilità segreta e bruciante, altrimenti destinata a restare silenziosa."""" (Bernard Toboul)" -
Filosofia della danza
«Queste pagine vedono un corpo impegnato nella danza impegnarsi a dar corpo al pensiero che da questa esperienza nasce. L'urgenza di questo corpo a corpo non riguarda solo i filosofi, cui nulla di meglio si potrebbe augurare che di farsi danzatori per riscoprire il proprio corpo e la realtà tutta, e nemmeno soltanto i danzatori, la cui saggezza ha molto da guadagnare nel farsi filosofia nella scrittura, ma tocca, letteralmente, tutti, perché dall'impegno del corpo nella danza c'è un qualcosa da apprendere e conservare anche qualora non si sia mai mosso un passo danzato. Qualcosa che qui si prova ad esplorare, nella certezza che, come potrebbe aver scritto uno dei più grandi danzatori esistiti: ""Ogni uomo dovrebbe danzare, tutta la vita. Non essere un danzatore, ma danzare""""»."" -
Runningsofia. Filosofia della corsa
Correre è esporsi al caldo, al freddo, alla sete, alla fame, alla stanchezza, al dolore, è esercitare il diritto e il dovere di vivere nella maniera più piena e profonda. Di vivere in maniera coraggiosa. Correndo dismettiamo il nostro ruolo sociale, con tutta la sua teoria di obblighi e rituali, per riscoprire l'appartenenza al regno animale. E non è davvero cosa di poco valore ricordarsi - anzi, provare sul proprio corpo - che siamo anche e soprattutto altro, essenzialmente altro, rispetto al compagno premuroso, al genitore comprensivo, al lavoratore esemplare, al consumatore informato che ogni giorno mostriamo di essere. Prefazione di Fulvio Massini. -
Ritmografie. Derrida, la letteratura, la cenere
«Ritmo che si dà il suo ordine senza lasciarsi imprigionare da questo. La letteratura non conosce prigionia, fosse pure quella del senso di cui pure non può fare a meno: la letteratura, che nel corso della sua storia ha - più o meno consapevolmente - parassitato categorie e orizzonti della tradizione filosofica, mostra al contempo la chance di una possibile liberazione da tali orizzonti, il che equivale a dire che la letteratura mantiene intatta la possibilità di liberarsi di sé». Jacques Derrida ha instancabilmente attraversato la letteratura senza permettere che paratoie disciplinari o astratte questioni di metodo ostacolassero letture e percorsi, incontri e innesti. Che si tratti di Agostino o di Jean Genet, di Hélène Cixous o di William Shakespeare, la scrittura del filosofo algerino si è sempre mossa alla ricerca di un ""ritmo"""" capace di inaugurare prospettive inedite sia per la letteratura, sia per la filosofia. È dunque dal """"ritmo"""" che occorre forse ripartire..."" -
Hannah Arendt a Gerusalemme. Ripensare la questione ebraica
La pubblicazione, nel 1963, del libro di Hannah Arendt ""La banalità del male"""" suscitò un dibattito incandescente, che turbò profondamente Arendt, anzitutto perché quel libro incrinò i suoi rapporti con gli amici e i sodali ebrei di un tempo, tra i quali Gershom Scholem. Ma quel dibattito dai toni accesissimi, che dagli ambienti accademici tracimò sui giornali e sui media del tempo, era destinato a lasciare un segno indelebile sul pensiero e sulla vita stessa di Arendt. Esso inaugurò un lungo e travagliato percorso speculativo che l'avrebbe condotta al capolavoro incompiuto """"La vita della mente"""". La """"questione ebraica"""", così come viene messa a fuoco attraverso il dibattito provocato da """"La banalità del male"""", segna così una svolta radicale nel cammino di pensiero di Arendt e lascia affiorare una concezione assolutamente peculiare dell'ebraismo, distante anni luce dalle versioni allora dominanti, compresa quella difesa dallo Stato di Israele, una concezione che negli scritti arendtiani, fino ad allora, era rimasta sottotraccia."" -
Sulla difficile libertà. Scritti per un marxismo a venire
Sulla difficile libertà intende indagare alcuni aspetti della condizione attuale riprendendo sollecitazioni dal pensiero marxista. La sua struttura riprende esplicitamente il riferimento a diverse opere marxiane, con l'aggiunta di un rimando ai Minima Moralia di Adorno, in modo da ricavarne uno strumento di indagine aggiornato per comprende alcuni difficili snodi del presente, con particolare riferimento alle moderne arti liberali, vale a dire alle discipline umanistiche e alle figure professionali che esse rendono possibili. La domanda che il testo tenta di affrontare suona: che cosa ci stiamo perdendo, quale occasione storica è sul punto di tramontare, forse per sempre? L'intento è quello di inserire la rivendicazione del valore delle discipline umanistiche all'interno di un'analisi del contesto materiale e storico che le rende possibili, in modo che tale rivendicazione non suoni velleitaria o utopica, ma concretamente politica. -
Mantenersi in salute con la ginnastica
Da un antico passato Galeno ci consegna un breve trattato di filosofia dell'esercizio fisico che per la prima volta viene tradotto in italiano. Il suo ragionare è analitico eppure, all'interno delle deduzioni che egli compie, il medico greco traccia il profilo di una ginnastica che serve ed è utile alla salute e di una, al contrario, che nuoce ad essa e la danneggia. Le sue argomentazioni sono serrate e stringenti, e nelle indicazioni che egli fornisce relativamente a un tipo di attività fisica moderata e però completa e a un'attività esasperata ed eccessiva (come si può riscontrare non solo negli agoni classici ma anche nello sport moderno), anche il lettore di oggi troverà delle utili riflessioni che potranno guidarlo nelle quotidiane pratiche atletiche svolte non necessariamente a livello professionistico ma anche solo come attività amatoriale e ricreativa. -
Filosofia del calciobalilla
Negli anni '80 e '90 quando si entrava in un bar si sentivano rumori inconfondibili. Legno e poi ferro. Rumori sordi. Non erano le stecche, neanche le bocce. C'era qualcuno che, tra un caffè e l'altro, tra un amaro e l'altro, tra una birra e l'altra, si sfidava a calciobalilla. O calcetto. O biliardino. Poco ne sappiamo di questo gioco. La sua invenzione è circondata da un'aura di mito, la sua diffusione è stata travolgente, il suo ritorno, oggi, ne fa uno degli oggetti più cult degli ultimi anni. Se Togliatti disse ""una sezione per ogni campanile"""", noi oggi vorremmo """"un calciobalilla per ogni bar"""". Ne siamo certi, sarebbe un mondo migliore."" -
Gioco dunque sono. Filosofia del videogamer
Videogiocare è una cosa seria. Videogiocare coinvolge milioni di persone in tutto il mondo, di ogni età. Videogiocare non vuoi dire solo sedersi davanti al televisore, prendere un joypad in mano e accendere la PlayStation. Vuoi dire portarsi dietro le proprie passioni anche su uno smartphone, sul treno, in strada, in vacanza o al lavoro. Videogiocare spesso comporta scelte etiche, percorsi da seguire, finali da condividere o apprezzare da soli. Videogiocare apre portali su versi alternativi dove creare il proprio alter ego per vivere un'esistenza diversa. In questo volume troverete fenomeni sociali che hanno sconvolto la vita di intere popolazioni, non solo di gamer ma del mondo intero. Tendenze, mode, passioni e rivoluzioni tecnologiche che non credereste essere possibili. O forse sì, se siete un po' hardcore nerd inside. -
Game of thrones. Imparare a stare al mondo con una serie TV
«Anche se ambientata in un mondo fantastico, anche se popolata da draghi (pochi), esseri mostruosi e misteriosi, questa serie parla di noi e parla alla nostra sensibilità. A noi che siamo nati e viviamo sotto il segno del fuoco, ovvero della contraddizione per eccellenza. ""Game of Thrones"""" è, in primo luogo, un'educazione al fuoco, alla difficile distinzione tra bene e male, tra costruzione e distruzione, un'educazione all'umanità inquieta. In secondo luogo è un'educazione alla vulnerabilità: del potere, ma in generale di ogni vita. Anche di quella immaginaria dei suoi protagonisti»."" -
Voltaire in salsa amorosa. Attrici facili e infedeli, un'erudita insaziabile, una nipote avida e ingrata
Nel sesto volume del suo monumentale lavoro di riscoperta del Settecento francese l'autore affronta i complessi rapporti della vita privata di Voltaire, da quello con le donne che ha amato al conflittuale sodalizio intellettuale e umano con Federico il Grande. Da ""cornuto contento"""" il patriarca di Ferney passa dalle braccia di attrici dal cuore volubile a quelle di Mme du Chàtelet, che lo tradisce con uguale regolarità e non esita a mostrarsi nuda davanti al suo lacchè. Con un linguaggio punteggiato da un turpiloquio spesso scioccante, Voltaire non esita a richiamare a Parigi un grande libertino suo amico, con la promessa che ad attenderlo ci sono """"fiche giovani e culi sodi"""". Si mette poi a convivere maritalmente con la nipote, informandola con bollenti lettere in italiano che """"mio catzo, mio cuore sono innamorati di voi. Baccio il vostro gentil culo"""". Non trascura tuttavia di fare lo speculatore e di arricchirsi in modo prodigioso, anche con le azioni di chi fa la tratta degli schiavi. Dopo averlo accolto per tre anni alla sua corte, il re di Prussia continua ad ammirare la sua genialità, ma ne disprezza il lato umano definendolo """"maligno come una scimmia"""", """"uno scimpanzé che merita solo la frusta"""" e """"il più grande scellerato dell'universo"""", prima di chiedersi cosa si possa fare per """"rendere Voltaire meno filibustiere"""". La ricetta che consiglia è di """"non litigare mai con i poeti e stare sempre alla larga dalle puttane"""". Il volume rivela anche l'aspetto inedito di Voltaire filantropo, che a Ferney accoglie gli ugonotti in fuga dalla Francia e per loro mette in piedi una fabbrica di orologi con i quali invade l'Europa. Una delle tante clamorose scoperte riguarda la sua triste fine, abbandonato nelle mani di due sordide megere, con il risultato che Voltaire decide di suicidarsi, lasciandosi morire di fame."" -
Come si costruisce una dittatura. La politica giudiziaria del Tribunale speciale e il caso savonese del marzo 1934
Storia e microstoria si intrecciano e costruiscono la trama di un'unica narrazione, basata su fonti dirette d'archivio e volta a tracciare il quadro nazionale italiano compreso tra il 1922 e il 1945 attraverso la politica giudiziaria del Tribunale speciale per la difesa dello Stato. Nella prima parte, la ricostruzione storica muove ""dall'alto"""": utilizza i documenti prodotti dalla macchina legislativa fascista, per scandire le tappe fondamentali del sistema giudiziario del regime e delinearne l'involuzione autoritaria, di cui il Tribunale speciale è la più vivida espressione. Nella seconda, la storia viene riletta """"dal basso"""": l'analisi delle carte d'archivio mette in luce la vasta operazione anticomunista savonese del 1934 che portò in carcere più di quaranta """"sovversivi"""". Il testo si chiude con l'intervista all'ex deputato Aldo Pastore, figlio di Francesco Pastore, uno dei protagonisti dell'operazione anticomunista savonese. La memoria del figlio dà voce all'impegno civile del padre, teso a riaffermare i diritti fondamentali di ogni individuo cancellati a colpi di legge dal fascismo nel giro di pochi anni."" -
Neuhumanismus. Pedagogie e culture del Neoumanesimo tedesco tra '700 e '800. Vol. 3
Neuhumanismus: questo Terzo Volume sulle pedagogie e le culture del Neoumanesimo tedesco tra Settecento e Ottocento porta a conclusione un'ampia parabola la cui traiettoria ha toccato la storia dell'Occidente, dell'Europa e della Germania contrassegnata dall'Aufklarung, dal Rokoko, dallo Sturm und Drang, dal Kritizismus, dalla Weimarer Klassik, dall'Idealismus, dalla Wiener Klassik e dalla Romantik (trattati nel Primo Volume), indagando i diversi attori sul teatro della Goethezeit. E appunto da Goethe - dalle sue poetiche e dalle sue pedagogie della Bildung - riparte questo studio scandagliando figure letterarie quali Werther, Wilhelm Meister, Faust, Margherita, Mefistofele. Forte delle precedenti incursioni nella filosofia, nella letteratura, nella scienza, nella musica, nella poesia, nel teatro, nella pittura e nell'architettura (presenti nel Secondo Volume), il discorso storico-critico intrapreso può ora considerare altri autori - da Winckelmann a Jean Paul, dagli Schlegel ai Grimm, da Schopenhauer a Heine - e altre opere - da La pace perpetua a Il canto del cigno, da Il Flauto magico alle porcellane di Meissen o alle pedagogie dell'illusione nel Barone di Münchhausen -. Con ciò chiudendo su di una ricognizione generale circa i pedagogisti e le pedagogie del Neuhumanismus tra il 1750 e il 1850, volta a rivisitare il Philanthro-pismus e il Pietismus, Pestalozzi e ""i pestalozziani"""", Fröbel e """"le fröbeliane"""", per poi fare ritorno alle tesi pedagogiche di Kant e von Humboldt, Herbart, Schleiermacher e von Knigge. L'intero spirito di un'epoca - anche riflesso della sua disposizione pedagogica - viene risolvendosi in questo libro (terzo e ultimo dopo i due che lo hanno preceduto), impegnando un gruppo coeso di studiosi intorno all'ultimo """"umanesimo"""" nella storia della Germania, dell'Europa e dell'Occidente sul quale si prefigurerà la svolta di metà Ottocento, con il passaggio dalla Bildung neoumanistica alla Bildung borghese."" -
Dante educatore europeo
Il grande disegno intenzionale che anima l'opera omnia dantesca costituisce lo sfondo di questo libro scritto da Franco Cambi e Giancarla Sola, che su tale scenario stagliano la figura di Dante Alighieri reinterpretato però quale educatore europeo. Ne addiviene un profilo pedagogico del poeta fiorentino orientato a stilizzare l'«umana civilitade», ripercorrere le poetiche della visione divina e mostrare l' «abito di scienza» con cui convergere sull'educazione alla rettitudine quale forma della formazione - posta tra amore, sapienza e bellezza. Un lavoro di analisi e sintesi sui testi dell'Alighieri che ne evidenzia un aspetto rimasto spesso un po' ai margini nella ricerca critica. -
Chiara Ferragni. Filosofia di un'influencer
Chiara Ferragni è nata il 7 maggio 1987 a Cremona e guarda il mondo dall'alto dei suoi (ad oggi) 19 milioni di follower su Instagram. Secondo Blogmeter (la nota azienda di social media intelligence) Chiara Ferragni è al sesto posto nella classifica degli influencer più pagati al mondo. Nella lista stilata della prestigiosa rivista Forbes nel 2018, è al primo posto nella categoria fashion. Nella classifica del motore di ricerca per l'alta moda Lyst, anticipata dal Financial Times, è l'unica italiana nella top ten delle ultra-influencer capaci di influenzare gli acquisti, dopo Kim Kardashian (che al momento vanta 164 milioni di follower), ma prima delle popstar Rihanna e Ariana Grande. Ma che cos'è un influencer? Quale ruolo gioca oggi nella società dello spettacolo? Come si intrecciano marketing e storytelling nella costruzione di ciò che si chiama ""Chiara Ferragni"""" è che è molto più di un nome proprio?"" -
La nuova Europa. Sovrana unita competitiva
L'Europa che abbiamo conosciuto, sulla quale abbiamo lavorato e che ha rappresentato per due generazioni una sfida entusiasmante, soffre. La scenario globale è cambiato. Da una parte, alcuni Paesi mantengono prassi e regole del tutto distinte dalla tradizione occidentale. Dall'altra, proprio quando il percorso verso il multilateralismo nel commercio internazionale andava completandosi, e molti conflitti fra l'America liberista ed un'Europa Franco Tedesca più sollecita a presidiare gli istituti di protezione venivano ricomposti, la dottrina dell'America First ha profondamente modificato i mercati globali. Le politiche del Presidente Trump hanno messo in dubbio proprio l'assetto di regole sul commercio internazionale di fatto mettendo a rischio la comunità di diritto o quantomeno rendendola subordinata ai rapporti bilaterali intrattenuti dall'America. In assenza di norme internazionali rimangono centrali gli strumenti di difesa e coordinamento fra jurisdictions. Per essere competitiva sul piano globale l'Europa deve svolgere una sua sovranità e perseguire un interesse europeo. Le regole di governo del mercato paiono insufficienti. La gravissima emergenza Covid 19, potenzialmente in grado di cambiare molto degli scenari internazionali, costituisce un ulteriore segnale della necessità di cambiare le regole dell'Unione. E di cambiarle con urgenza. -
Se son rose sfioriranno. Pensieri paradossali
Come si arriva al cuore delle cose? Come si coglie il senso dell'esistenza? La risposta ""esercitando il pensiero"""" non è sufficiente. Laura Salmon sceglie di ripercorrere, nella tradizione del pensiero occidentale, la via del pensiero breve, incisivo, lapidario, di valore morale o estetico che i Greci chiamarono """"apoftegma"""" e di riadattarla alla contemporaneità che della brevità della comunicazione scritta via twitter o whatsapp ha fatto uno dei suoi tratti comunicativi distintivi. Gli apoftegmi antichi erano spesso le sentenze degli anacoreti che si ritiravano nel deserto. I pensieri paradossali di Laura Salmon sono apoftegmi che sorgono nel deserto del reale contemporaneo e mirano a farci riflettere, con un cambio repentino di prospettiva, su ciò che abbiamo sotto gli occhi e che tuttavia non riusciamo a vedere."" -
Etica del filosofare. Frammenti ironici
Siamo abituati a pensare la filosofia come discorso accademico che indaga il pensiero di questo o quell'autore, ma la filosofia è in primo luogo un ""esercizio per abituarsi alla vita, alle sue imprevedibilità, durezze e bellezze, e sentirsi così a proprio agio nella realtà"""". L'etica del filosofare è questo: una filosofia che si fa vita, che si immerge nella biografia, che affronta i problemi esistenziali provando a dare un senso all'esistenza evitando così che la vita si riduca a una sala d'aspetto in attesa della morte.""