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L'attore nella casa di cristallo. Teatro ai tempi della Grande Epidemia
Cercare di raccontare in scrittura cosa è stato un atto teatrale è impresa sempre ardua e sempre lontana dall’evento in sé. A volte la voce di un raccontatore testimone, più che la scrittura, può trasmettere in parte l’empatia di quell’incontro tra spettatore e attore. Ma L’attore nella casa di cristallo è stato un evento così unico e irripetibile, così legato al presente storico che questo paese stava attraversando, così puntuale nella sua dislocazione temporale, che non volevamo restasse solo nella memoria dei pochi (anche se più di settecento) spettatori che l’avevano potuto incontrare, muniti di mascherina, distanziati ma connessi agli attori con cuffie ricetrasmittenti, in presenza. Questo libro è un modo per far durare qualcosa che di per sé è destinato sempre all’effimero. E abbiamo voluto farlo con un connubio di fotografia e scrittura per permettere anche a noi, artefici e conduttori del progetto, di riflettere su quello che era accaduto, riflessioni che di solito, nell’urgenza della performance, vengono rimandate sine qua non per poi deperire all’avvento di una nuova impresa teatrale che richiede tutte le nostre energie. Qui abbiamo fatto una sosta, cercata con ostinazione, voluta, dopo quella imposta dalla pandemia e dal lockdown, ci siamo volutamente ancora fermati appena realizzati i quindici giorni incredibili di questo progetto unico nel suo genere, per far depositare le nostre emozioni e cercare di trasmetterle, ancora fresche del nostro sentire, a lettori appassionati non solo di teatro ma di esperienze vitali. La singolare forma dello spettacolo emersa su quella piazza antistante il Teatro delle Muse di Ancona è riuscita nell’intento di creare un cortocircuito delle percezioni e forse un’impennata delle coscienze. Ci auguriamo che questo libro in altro modo, sappia fare altrettanto. -
Quel che ho visto e udito. Note sul teatro di Fabrizio Crisafulli fra luce e parola
Partendo dall'esperienza laboratoriale del progetto «Luce e Parola», basato su una drammaturgia elaborata da testi della scrittrice Ingeborg Bachmann, il volume riflette sull'importanza dell'elemento Luce che, relazionandosi con Spazio, Movimento, Corpo, diviene generatore simbolico al servizio del processo conoscitivo che caratterizza la creazione teatrale di Fabrizio Crisafulli. Prendendo avvio dal ""Teatro dei Luoghi"""", dove il Luogo - non solo fisico ma anche ambito di relazioni - recupera, mediante la Luce, una propria memoria; lo studio si sofferma su esperienze come """"Città delle Ombre"""", """"Il Risveglio Ufficiale del Canarino"""", """"Campo d'Azione"""", """"Spirito dei Luoghi"""", per proseguire poi nell'analisi - tramite """"Sonni""""-""""Le belle addormentate""""-""""Centro e ali"""" e """"Senti"""" - su """"Un-certo-tipo-di-spettacolo"""", ossia sul processo creativo di relazioni reali spesso collegate alla dimensione del """"non fare"""", azioni non predefinite ma attive e ricettive allo stesso tempo, vere possibilità di attraversamento e assorbimento del Luogo, che si fa sintesi tra gli elementi interni ed esterni alla scena cercando un oltre."" -
Ernesto
Michela ha un po' più di otto anni, una sorella che sta per dare la maturità e genitori preoccupati e disorientati dal suo problema: da quasi tre anni ha smesso di parlare. Una sera al circo le scappa uno strillo, reazione istintiva allo sberleffo di un clown. Qualche giorno dopo il babbo le regala un pupazzo a grandezza naturale raffigurante un pagliaccio, a cui viene dato il nome di Ernesto (come il clown del circo). Quel pupazzo di pezza con gli occhi di vetro sembra avere qualcosa di magico: parla con Michela? Scruta nell'anima dei familiari? O è solo lo specchio delle coscienze di chi gli sta davanti? Una piccola favola ""per grandi"""" (giocosa, ma troppo seria per essere da bambini) sulle difficoltà del fare i genitori e più in generale sui rapporti interpersonali, raccontata come testimonianza dei protagonisti."" -
Le irriverenti. Quattro monologhi oltre lo specchio
Una passione che va oltre la storia, un amore sbilenco, una vita scandalosa, un mito rovesciato: le figure femminili che si ritrovano nei quattro scritti per la scena, che l’autrice qui seleziona dalla sua ricerca drammaturgica, sono figure in bilico, portatrici di un disagio, di un sogno, di un’utopia politica, incapaci di adattarsi alle convenzioni, ribelli alle strade tracciate, ai confini imposti. La rilettura che la stessa autrice ne fa in originali controcanti che accompagnano i testi teatrali riconnette quelle passioni a un sogno più grande e alimenta un’altra visione dell’umano, che il teatro rigenera, lasciando intravedere un diverso modo di abitare il mondo. -
Memorabilia. Teatro L'Uovo, metamorfosi di un impegno artistico, sociale, civile
“Questo racconto, oltre a voler essere la memoria di un progetto culturale e artistico che ha attraversato trentasette anni, è anche l’intreccio di più storie e momenti di una città che, dal 1978 a oggi, ha vissuto profondi e radicali mutamenti sociali, culturali e industriali. Storie di persone, di luoghi, di attività e realtà che hanno modificato il volto e il tessuto umano dell’Aquila. È la testimonianza della vita e dell’amore profusi per un’impresa che è giusto rimanga indelebile nel tempo, una testimonianza scevra da ideologismi. Ed è la storia di persone che, con esperienze diverse ma formazione culturale, sociale e politica sortita dalle stesse radici, hanno saputo creare dal nulla un progetto che nel corso degli anni è diventato un punto di riferimento nazionale e non solo: il Teatro L’Uovo.” (Antonio Massena) -
Il teatro partecipativo. Paradigmi ed esperienze. Focus su Roger Bernat_FFF e Rimini Protokoll
Cosa significa parlare di partecipazione dello spettatore nel panorama teatrale contemporaneo? La nozione di teatro partecipativo è oggi particolarmente insidiosa, complice la proliferazione sempre più ampia delle esperienze, unita alla frammentarietà degli studi in materia. Il volume si propone di indagare il fenomeno chiarendone caratteristiche e peculiarità. A partire dall’analisi degli spettacoli contemporanei, lo studio si occupa delle esperienze specifiche che mettono in discussione e ridefiniscono il ruolo dello spettatore. Dalle creazioni immersivo-itineranti che lo definiscono come viaggiatore, agli spettacoli che riconcepiscono la sua stessa funzione rinominandolo spett-attore, alle esperienze che lo coinvolgono nelle vesti di giocatore o di partecipante all’interno di processi creativi condivisi, lo spettatore si trova a interpretare relazioni inedite con la scena. Attraverso l’approfondimento dei fondamenti teorici sullo spettatore e la mappatura delle diverse modalità di interazione teatrale, lo studio propone la definizione dei principali paradigmi partecipativi, dalle esperienze precorritrici a quelle contemporanee. -
Teatro. Anatomia comparata. Io lavoro per la morte. Elettra, biografia di una persona comune
I testi di Nicola Russo entrano in un libro dopo aver già preso corpo sulla scena. E non sarà un caso, per la storia stessa dell’autore, che è arrivato alla scrittura dopo aver frequentato a lungo il palcoscenico. È il motivo per cui questi tre testi raccontano e segnano i momenti di un’esperienza che lui ha condotto in prima persona, […] l’attore si è fatto autore, cominciando una sorta di circumnavigazione attorno all’umano, nel senso della persona che nei suoi rapporti e nei suoi riflessi si proietta verso l’altro da sé. Non si può dire se quel percorso fosse già stato programmato fin dall’inizio, ma appare piuttosto evidente ora che si è compiuto. E questi tre testi lo testimoniano. […] L’elemento sorprendente della scrittura è come questi dialoghi interiori siano in ogni momento semplici e comprensibili al vissuto di ogni spettatore, con una capacità di penetrazione che fa delle creature sulla scena strumento di emersione di situazioni e problematiche profonde. Dove la difficoltà di quel vivere, dietro le apparenze del quotidiano, svela parti nascoste o volutamente accantonate da ognuno. (dalla prefazione di Gianfranco Capitta) -
Tutto è bene quel che finisce. Tre capitoli per una buona morte
Esiste una buona morte? Per poter esistere dovrebbe, innanzitutto, essere pronunciabile. E invece non c’è tabù più grande per un paese come l’Italia, che forse sta vivendo una crisi delle sue radici cattoliche ma non ha ancora messo in crisi il vocabolario che appartiene a quelle radici. Così, in una cultura secolarizzata ma che continua a usare vecchie parole, la morte è un tabù. Un rimosso. Con questi “tre capitoli per una buona morte”, la compagnia Quotidianacom dà vita a una drammaturgia che cerca di fare i conti con questa rimozione, allestendo un teatro comico e tragico allo stesso tempo, che indaga sul rimosso attraverso la crepa di senso che si apre tra le parole. E questo già a partire dal titolo dal sapore shakespeariano che designa la trilogia: Tutto è bene quel che finisce. Mancherebbe un avverbio per chiudere la commedia – “Tutto è bene quel che finisce bene” – ma, a quanto ci lascia intravedere il teatro della compagnia riminese, quell’avverbio è proprio la parola che ci manca. Questo volume raccoglie i tre testi della trilogia accompagnati dalle riflessioni di esperti del teatro come Laura Gemini, Graziano Graziani e Andrea Porcheddu. -
Il marito invisibile
"Il marito invisibile"""" è un’esilarante commedia sulla scomparsa della nostra vita di relazione. Le due protagoniste ci accompagnano con la loro personalissima comicità in un viaggio che dà i brividi per quanto è scottante e attuale. Due amiche cinquantenni, Fiamma e Lorella, che non si vedono da tempo, si ritrovano in videochat. I saluti di rito, qualche chiacchiera, finché Lorella annuncia a sorpresa: mi sono sposata. La cosa sarebbe già straordinaria per sé, vista la sua proverbiale sfortuna con gli uomini. Ma diventa ancora più incredibile quando lei rivela che il nuovo marito ha… non proprio un difetto, una particolarità: è invisibile. Fiamma teme che l’isolamento abbia prodotto danni irreparabili nella mente dell’amica. Si propone di aiutarla, ma non ha fatto i conti con la fatale, sconcertante, attrazione di noi tutti per l’invisibilità." -
Teatro La Fenice. Esperienze di governance
Da veneziano, amante della sua città e del teatro lirico, ho avuto il privilegio di svolgere un’attività di servizio per il Teatro La Fenice. Sono entrato in Consiglio di amministrazione della Fondazione in due periodi non consecutivi. Il primo, alla fine degli anni Novanta, quando avvenne la trasformazione degli enti lirici in fondazioni e, l’altro, dieci anni dopo, negli anni duemila, dal dieci al quindici, quando si trattava di rilanciare il “teatro con i conti in ordine”. Queste esperienze, che mi hanno coinvolto per tanto tempo, ho pensato che fosse utile raccoglierle in uno scritto per far conoscere il “processo gestionale” che sta a fondamento di un teatro lirico. Una realtà organizzativa complessa, dove il lavoro è predominante e riguarda varie categorie professionali: dagli orchestrali ai coristi e ai cantanti per non parlare dei tecnici. I libro si articola in tre parti che nei titoli richiamano una pièce teatrale. Un primo atto, l'intermezzo e un secondo atto. -
Poesie di facili costumi (vent'anni dopo)
Pilade Cantini e Giacomo Caramelli sono nati a San Miniato nei primi anni ’70. Dopo aver dato voce ai Rossi pe’ Forza e agli Inti-Illipiedi, gruppi musicali di situazione, nel 2002 hanno pubblicato per Titivillus la raccolta “Poesie di facili costumi”. Negli ultimi vent’anni hanno continuato a scrivere poesie e a digerire con lentezza. Questo è il risultato. Con una non-introduzione di Fulvio Abbate. “Poesie di facili costumi (quarant’anni dopo)” uscirà per Titivillus nel dicembre 2042. -
Eleonora e Venezia. Dieci anni della Stanza Duse
La Stanza di Eleonora Duse è uno spazio permanentemente dedicato alla memoria della grande attrice italiana di cui l’Istituto per il Teatro e il Melodramma della Fondazione Giorgio Cini conserva l’archivio documentale. Ispirata al modello delle case museo, la Stanza nasce nel 2011 con l’intento di far conoscere la straordinaria storia di Eleonora Duse e del suo teatro. Stanza della conservazione che diventa luogo vivo e visitabile, all’interno del quale, secondo un’idea di “archivio aperto”, promuovere esposizioni tematiche e iniziative culturali sempre nuove e diverse. Oggi, a dieci anni di distanza, l’Istituto vuole festeggiare la storia di questo luogo promuovendo una temporanea sul rapporto tra Eleonora Duse e la città di Venezia e ricordando le attività che nel tempo sono state promosse nel contesto di questa Stanza. -
Il tragico quotidiano. Jean Anouilh, mito e teatro a Parigi fra le due guerre
Il volume si sviluppa lungo due direzioni che si intersecano. Da un lato le trasformazioni del tragico nell’età contemporanea, e in particolare nella Parigi del primo Novecento, in cui il mito greco rivive nelle forme di una nuova scrittura drammaturgica (stagione aperta e chiusa dal debutto in teatro di due riscritture di Antigone: di Jean Cocteau nel 1922 e di Jean Anouilh nel 1944); dall’altro le pièces noires composte da Anouilh nell’entre-deux-guerres e negli anni dell’occupazione tedesca, in cui gli archetipi sono calati nella realtà quotidiana, tra mediocrità, vizi e corruzione morale. L’opera di Anouilh è qui indagata non solo sul piano drammaturgico e filologico, ma in relazione al contesto francese dell’epoca, al suo pubblico, ai suoi luoghi per lo spettacolo (cui è dedicato il capitolo firmato da Carlo Titomanlio). L’attenzione è rivolta soprattutto alla dimensione scenica e attoriale, raccontando i drammi anche attraverso le intuizioni che provengono da uomini e donne di teatro con cui l’autore stringe solidi legami, su tutti Georges e Ludmilla Pitoëff, Pierre Fresnay, Monelle Valentin e André Barsacq. -
Fico d'India e pitaya
Fico d’India e pitaya sono due piante della famiglia delle Cactacee. Se la prima è molto diffusa nelle aree meridionali italiane, la seconda è ancora poco conosciuta nei nostri ambienti. Entrambe, però, possono soddisfare una richiesta di frutta esotica che ha ampi margini di sviluppo sia in Italia che in altri paesi e si adattano a una coltivazione sia famigliare, sia specializzata. Le esigenze ambientali, le tecniche colturali, le avversità e la raccolta sono qui descritte in modo sintetico ma divulgativo. -
Fare scuola in fattoria
Questo manuale di metodi e giochi per l'animazione didattica è una guida pratica per gli agricoltori delle fattorie didattiche che vogliono aumentare le loro competenze nella ideazione e realizzazione di attività, ma anche per gli insegnanti che desiderano affiancare alle tecniche di insegnamento più tradizionali metodi di apprendimento attivi e coinvolgenti. Il volume illustra i presupposti teorici ed i metodi dell'animazione didattica ed offre un panorama di giochi ed esercitazioni per bambini e ragazzi finalizzati a far conoscere il mondo agricolo, educare al gusto, valutare in modo partecipato e ludico l'esperienza in fattoria. -
Le piante foraggere
Il volume contiene le schede per la coltivazione delle principali foraggere. -
Lepidotteri dei fruttiferi e della vite
Raccolta di schede per il riconoscimento e lo studio dei lepidotteri dannosi alle piante da frutto e alla vite. Un breve capitolo iniziale permette di conoscere la morfologia dei lepidotteri, mentre la parte speciale è sviluppata a schede recanti la descrizione dei diversi stadi di sviluppo e del ciclo biologico, una rassegna delle piante ospiti, degli organi attaccati e dei relativi danni e infine dei fattori naturali di limitazione. È un volume di facile consultazione, squisitamente illustrato, basato su sperimentate informazioni scientifiche. -
Le mie conserve. Gli ortaggi
Un pratico volumetto dedicato a chi vuole indicazioni per la conservazione degli ortaggi nelle varie stagioni. 32 pagine di utili informazioni e consigli pratici, realizzate revisionando articoli già pubblicati su Vita in Campagna, incluse 96 bellissime etichette autoadesive, colorate, decorate con 12 diversi soggetti disegnati a mano, indispensabili per personalizzare i vasetti delle vostre conserve. -
Le mie conserve. La frutta. Con 96 etichette adesive
Un pratico volumetto dedicato a chi vuole cimentarsi nella trasformazione e conservazione della frutta. 32 pagine di utili informazioni e consigli pratici, realizzate revisionando articoli già pubblicati su Vita in Campagna, incluse 96 bellissime etichette autoadesive, colorate, decorate con 12 diversi soggetti disegnati a mano, indispensabili per personalizzare i vasetti delle vostre conserve. -
La mia cantina. Il vino
Un pratico volumetto dedicato a chi vuole indicazioni basilari per la vinificazione e l’imbottigliamento del proprio vino. 32 pagine di utili informazioni e consigli pratici, realizzate revisionando articoli già pubblicati su Vita in Campagna, incluse 48 bellissime etichette autoadesive, colorate e decorate per le vostre bottiglie di vino.