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L' archivio Andres Neumann. Memorie dello spettacolo contemporaneo
Il volume è uno degli esiti del progetto ""Memorie digitali dello spettacolo contemporaneo in Toscana 1970-2010. L'Archivio Andres Neumann"""", promosso dal Dipartimento di Storia, Archeologia, Geografia, Arti e Spettacolo dell'Università di Firenze. A partire dai documenti dell'Archivio, conservato presso il Centro Culturale Il Funaro di Pistoia, il volume ne evidenzia il valore come fonte per la storia dello spettacolo, attraverso l'analisi di alcuni tra i più significativi exempla della scena internazionale contemporanea, dal """"Mahabharata"""" di Peter Brook a"""" Palermo Palermo"""" di Pina Bausch, da """"La Classe morta"""" di Tadeusz Kantor alle tournées internazionali di Dario Fo e Vittorio Gassman, prestigiose pietre miliari dell'attività di Andres Neumann. Corredato inoltre da una testimonianza sul noto produttore teatrale, il volume raccoglie anche un'ampia serie di schede catalografiche rappresentative della tipologia documentaria contenuta nell'Archivio."" -
Sotto la tenda dell'avanguardia
Pippo Di Marca, siciliano di nascita (Catania) e romano di elezione, appartiene alla seconda generazione dell'avanguardia teatrale italiana: quella di Nanni, Perlini, Vasilicò, Cecchi, Carella fino ai Magazzini e alla Gaia Scienza che è venuta alla ribalta intorno ai primi anni Settanta. Ha debuttato come attore al Teatro La Fede ('69 e '70) in due spettacoli di Giancarlo Nanni e ha creato il suo gruppo (Meta-Teatro) nel '71 mettendo in scena il suo primo spettacolo da regista, Evento-Collage n. 1. Da allora, per sinergie e sodalizi con Carmelo Bene, Leo de Berardinis, il Living e sulla scia di sfide e confronti via via con Lautréamont, Genet, Duchamp, Joyce, Shakespeare, Bernhard, Gadda, Sanguineti, Kantor, Bausch, Beckett, Pirandello, Bolaño ha costruito le tappe di un continuum unico e personalissimo (oltre sessanta spettacoli e decine di performance in Italia e nel mondo) portando a compiuta sintesi artistica un'esperienza ininterrotta di oltre quarant'anni. Il tutto con uno sguardo attento e partecipe al lavoro dei tanti compagni di strada che ha incrociato nel corso del tempo. -
Le note dei sogni. I compositori del Teatro dei Piccoli di Vittorio Podrecca
Il Teatro dei Piccoli di Vittorio Podrecca è il più eclettico teatro d'arte del Novecento tra musica e marionette, e rappresenta l'impresa teatrale italiana più longeva e conosciuta all'estero, dato che in cinquant'anni circa di attività realizzerà oltre trentacinquemila repliche nei maggiori teatri di Europa e delle Americhe. Fondato da Podrecca nel 1914, il Teatro dei Piccoli può essere considerato, dal punto di vista della ricerca estetica, il corrispettivo italiano dei Balletti Russi di Diaghilew, e rappresenta un'autentica rivoluzione per quanto concerne l'allestimento scenico, dato che vi collaborarono scenografi come Prampolini, Pompei, Angoletta, Cambellotti. Fine musicologo, Podrecca poté contare su collaborazioni eccellenti, allestendo non solo i celebri ""Balli Plastici"""" di Fortunato Depero (musiche di Casella, Bartok, Malipiero), ma anche """"La bella dormiente"""" di Ottorino Respighi, e opere di Cui, Ferrari Trecate, Lualdi, Luizzi, Carabella, Massarani. Inoltre Podrecca fu il primo a recuperare certo repertorio lirico dimenticato del Settecento e dell'Ottocento, a misurarsi con le """"Visioni sinfoniche"""" (Debussy, Ravel, De Falla, Satie) e a mettere in scena il Jazz."" -
La zattera di nessuno. Diario di una danzatrice tra abilità e disabilità
"L'idea che nei primi anni di studio della danza mi ero fatta di come volevo che andassero le cose, mi rese più difficile accettarne di colpo l'arresto. La professione, le relazioni,i progetti, la mia stessa vita furono messi in serio pericolo dallo scontro in auto con un viaggiatore che procedeva in senso opposto. Negli anni solitari post-incidente imparai a rispettare il mio corpo. I suoi tempi e i suoi silenzi divennero opportunità straordinarie per cercare le fonti reali del movimento. Il mio gesto paziente ritrovò Armonia e tornammo a danzare con tutta l' abilità della mia disabilità.Il mio corpo ed io da allora siamo complici. Questo percorso è stato il punto di partenza per avventurarmi con altri corpi complici nel viaggio de 'La zattera di Nessuno'.""""" -
La semplice grandezza. Guilia Lazzarini tra televisione, cinema e teatro
Attraverso i testi, le parole e le testimonianze di chi ha condiviso con lei il lavoro e la vita, viene tracciato il ritratto di Giulia Lazzarini, una delle interpreti più significative del teatro, del cinema e della televisione in Italia. Le parole chiave della sua carriera e i suoi ruoli più famosi, spunto per una riflessione sulle stagioni più importanti del teatro italiano e sul periodo d'oro della televisione, ci danno l'opportunità di conoscere da vicino un'attrice smisuratamente generosa, intensa, coinvolgente e capace di generare immagini destinate a rimanere scolpite nell'immaginario collettivo. Completano il volume scritti e testimonianze di Luca Ronconi, Paolo e Vittorio Taviani, Valentina Cortese, Maurizio Nichetti, Moni Ovadia, Renato Sarti e altri; una teatrografia e un apparato completo sulla filmografia cinematografica e televisiva. -
Madama Pozzale. Un'esperienza di scrittura della memoria
Frutto dei laboratori di scrittura della memoria condotti da Stefano Massini nel quadro della 60a edizione del Premio Pozzale Luigi Russo, ""Madama Pozzale, ovvero per favore non chiamatemi frazione"""", è un testo teatrale ironico e velato di leggera malinconia, che il drammaturgo fiorentino ha scritto tessendo insieme ricordi, immagini, suggestioni condivisi dai singoli partecipanti del workshop. L'esperienza di scrittura collettiva, vissuta nello stesso ambiente della Casa del Popolo di Pozzale, dove il Premio è nato nel 1948, ha preso forma e corpo in un monologo spavaldo, che si legge tutto d'un fiato, brillantemente portato in scena da Luisa Cattaneo. Si configura come un tentativo propositivo di riannodare un filo tra la storia e il suo divenire e di gettare le basi di un """"ponte generazionale"""" costruito sulla passione per i libri capaci di suscitare un vero dibattito e confronto d'idee."" -
I bambini salveranno il mondo. Testimonianze di dieci anni di attività contro lo sfruttamento del lavoro minorile
Il contributo che qui presentiamo è frutto di un lavoro di oltre dieci anni, sviluppato nei territori della provincia di Pisa e non solo. Non vuole essere un libro dei ricordi ma la conoscenza di buone pratiche da integrare, modificare e utilizzare nelle scuole per agevolare il rapporto dei giovani con le istituzioni e le comunità di appartenenza. La responsabilità della vergognosa pratica dello sfruttamento dei minori è di chi predilige girare lo sguardo anziché impegnare le proprie capacità per aiutare quei bambini che nel mondo soffrono a causa di chi non garantisce loro i diritti internazionali che restano lettera morta nonostante la firma di storici impegni dei governi per assicurare dignità all'infanzia e un futuro migliore al nostro pianeta. La qualità e la forza propositiva del programma S.C.R.E.A.M. (Sostenere i diritti dei bambini attraverso l'educazione, l'arte e i media), promosso dall'Organizzazione Internazionale del Lavoro, Agenzia specializzata delle Nazioni Unite. Con una dichiarazione del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. -
La lotta di Giacobbe. Inquietudini della fede nella scena contemporanea
Otto spettacoli che si muovono sui confini perturbanti del sacro, scelti e raccontati da studiosi, critici e operatori dello spettacolo: uno sguardo appassionato e intrigante sull'attualità delle intersezioni, sempre più incandescenti, tra il linguaggio della scena e le domande dello spirito. -
Cuore di pane
La Maga del Pane vive nelle briciole che sono lasciate sulle nostre tavole, segue il lavoro del pane e protegge i fornai di tutto il mondo. In questa storia la Maga del Pane aiuterà le due piccole sorelle gemelle, rimaste sole ad accudire il forno dei genitori, a ritrovare l'antico lavoro da fare con cura e amore. Una sorella si chiama AttentaPrecisaSicura e l'altra SbadataSmemorataSbadata. Attraverso un lungo viaggio e un magico incantesimo le sorelle scopriranno quello che hanno nel cuore. La storia insegna come ascoltare i propri desideri e realizzare i propri sogni. Età di lettura: da 5 anni. -
Italia anni dieci
"Italia anni dieci"""" racconta la storia di sette personaggi: di un industriale sull'orlo del suicidio e della sua signora, di una madre protettiva, di una figlia eterna disoccupata, di un insegnante di salsa e di una badante albanese. In una società dove tutti i riferimenti stanno per saltare, dove le sicurezze del passato non esistono più e sul futuro si addensano nubi che nessuno ha il coraggio di scandagliare, le persone si muovono alla cieca, aggrappandosi a qualsiasi cosa che abbia l'aspetto di una certezza per non affondare. Come in un film che gira al contrario, i segni si invertono: non si lavora più per essere pagati, ma si paga per lavorare. E si balla sulla macerie invece di raccoglierle e provare a ricostruire." -
L' ultimo harem
Una sera del 1909 ad Istanbul, alla vigilia della chiusura degli harem, una seducente favorita circassa attende l'incerta visita del sultano, ingannando l'attesa con il racconto di storie fantastiche. Quasi cent'anni dopo, una dimessa casalinga sogna improbabili fughe dalla prigione del suo indecifrabile malessere quotidiano. L'harem non è una cinta di mura invalicabili ma un luogo dello spirito, un'attitudine vischiosa in cui cadere prigionieri, sia ieri che oggi, sia in Oriente che in Occidente, sia uomini che donne. Accomodato intorno alla scena, tra tappeti e cuscini, il pubblico è immerso in un'atmosfera sensuale fatta di profumi, vapori, musiche esotiche, per poi essere catapultato in una contemporaneità ricca d'ironia. Ispirandosi alle Le mille e una notte e ai racconti della scrittrice turca Nazli Eray e della marocchina Fatema Mernissi, Angelo Savelli ha costruito uno spettacolo ""cult"""", arrivato al decimo anno di repliche, creato intorno alla personalità della brava e magnetica Serra Yilmaz, attrice carismatica di tutti i primi film di Ferzan Ozpetek. Introduzione di Lemi Bilgin. Fotografie di Paolo Lamuraglia. Scritti di Roberto Cafaggini, Valentina Chico, Francesco De Biasi, Giulia Innocenti, Giancarlo Mordini, Riccardo Naldini, Mirco Rocchi e Serra Yilmaz."" -
Architetture di luce. Il teatro architettura di Giancarlo Cauteruccio/Krypton
"Architetture di Luce"""" racconta una parte del percorso di Giancarlo Cauteruccio, e di Krypton, escluso dalla precedente pubblicazione """"Teatri di Luce"""". Condizioni fisiche, ma soprattutto temporali, fanno del teatro architettura un'esperienza diversa dal lavoro in palcoscenico, più vicina a quella delle arti visive, un vero e proprio incrocio di discipline e arti. """"Il teatro di Krypton è sempre architettura, intesa come proiezione di uno spazio, di quell'alchimia che trasforma l'idea in disegno bidimensionale, e il disegno in spazio abitabile, percorribile. Al tempo stesso le opere di Teatro Architettura contengono, irriducibile, il meccanismo propulsore del teatro e ne condividono processi e strumenti, essendo, negli esiti formali, spettacolo teatrale allo stato puro"""". In questo volume l'autore percorre gli oltre trent'anni di ricerca sullo spazio urbano e sull'architettura, scegliendo un punto di vista decentrato che contempli tutte le espansioni creative dell'artista, dell'uomo di teatro, dell'architetto. Ne risulta una narrazione che media il percorso cronologico con l'approfondimento di aree tematiche ricorrenti nella storia di Krypton, e con il confronto con le tensioni culturali e sociali in cui questa si sviluppa. Un'ampia selezione di immagini propone un percorso necessario e complementare, mentre il volume si chiude con una conversazione tra Giancarlo Cauteruccio e Gianni Pettena, maestro e osservatore critico delle evoluzioni del fondatore di Krypton." -
Primavera eretica. Scritti e interviste: 1983-2013
Sembra un breviario, un diario che va avanti e indietro nel tempo, un catalogo di sogni e realizzazioni: si può leggere d'un fiato, o per sezioni, o per interventi, o aprendolo secondo interesse, curiosità, illuminazione. In questo libro si parla di dissodare, di innaffiare, di far crescere per contrastare il deserto; di vedere ciò che ancora non c'è, come quei giardinieri giapponesi che con piccoli arbusti sanno prevedere le sfumature di colore di un bosco d'autunno di cento anni dopo. Si sostiene che la concorrenza va incrementata, il che vuol dire incontrare altre esperienze, accogliere nuove forze e dare loro le gambe perché si muovano autonomamente. Ravenna diventa una città teatrale, piena di gruppi che nascono con le Albe e con Ravenna Teatro o che con il loro lavoro si confrontano e nutrono. -
Un'avventura utopica. Teatro e trasformazione nell'esperienza del Gruppo Teatro Comunitario di Pontelagoscuro
Cosa accadrebbe se delle persone di età, sesso, cultura ed estrazione sociale differente si riunissero settimanalmente per fare teatro? Accadrebbe loro di dare vita a ciò che in molti paesi dell'America Latina è noto con il nome di Teatro Comunitario. Il teatro che si autodefinisce ""comunitario"""" è un luogo in cui una comunità entra in contatto con se stessa, accogliendo la sfida di riannodare i fili molteplici che legano passato, presente e futuro, e dove le memorie collettive e individuali diventano materia vivente per lo spettacolo. Accade anche in Italia, a Pontelagoscuro (Circoscrizione Nord di Ferrara) dove dal 2006, sotto la guida dell'attore e regista Antonio Tassinari, uomini e donne di tutte le generazioni si riuniscono e attraverso il teatro, arte collettiva per vocazione, ricercano il senso del proprio essere comunità. Questo libro ripercorre la nascita e la storia del Gruppo Teatro Comunitario di Pontelagoscuro, dal confronto con le realtà comunitarie argentine agli spettacoli, dalle canzoni all'esperienza delle Donne Comunitarie condotta dalla regista Cora Herrendorf. Il mezzo dell'intervista, attraverso il quale il volume è strutturato, intende rispecchiare il clima di incontro, ricchezza e varietà in cui è maturata e continua a crescere questa utopica avventura."" -
Ca' Foscari dei dolori
"Ca' Foscari dei dolori"""" di Paolo Puppa è in primis la storia di un matrimonio sterile e senza amore, cui si cerca di reagire coll'adozione di una fanciulla dall'est, attraverso un iniziale affidamento. Ma l'iniziativa, fortemente voluta dalla donna, e osteggiata dall'uomo, egoista e disincantato, si rovescia nel tragico innamoramento del maschio verso l'adolescente, con conseguente allontanamento dell'elemento perturbatore. Questo nel passato, perché nel presente, l'uomo crede di riconoscere la fanciulla in una prostituta russa che l'irretisce e lo domina eroticamente fin quasi alla follia. La storia si svolge a Venezia e si intreccia col mondo accademico, coi suoi vizi e le sue cortigianerie, entro la crisi generale del Paese. L'uomo infatti è un professore di storia della Repubblica Veneta, ma disperato perché mai giunto alla cattedra sospirata. Questo ritratto di docente, mediocre e patetico, si iscrive nell'incrocio tra una campus story e una ossessione incestuosa." -
Farà giorno. Commedia in due atti
È davvero una ""strana coppia"""" quella dei personaggi di questa commedia in cui divertimento, dramma e commozione si avvicendano senza timori come nella vita reale. Manuel, giovane fascistello impunito della periferia romana investe con l'auto Renato, vecchio partigiano comunista dal cocciuto istinto pedagogico e tratta con lui un periodo di assistenza a domicilio per evitare una denuncia per guida senza patente. È così che due mondi tanto distanti anagraficamente e culturalmente, due espressioni così caratterizzanti della storia del nostro paese si incontrano e si scontrano tra momenti esilaranti, sorprese e inganni, dando inizio ad uno scambio reciproco molto più profondo di quanto essi avessero mai potuto sospettare. Ma c'è anche un ritorno inaspettato e un'ulteriore occasione di scontro. Dopo un silenzio durato trent'anni Aurora, la figlia di Renato, torna a casa con il suo pesante passato di militanza nella lotta armata e con l'incancellabile ricordo di un padre che l'aveva denunciata alla polizia. Per Renato si tratta dell'ultimo e forse del più importante confronto della sua vita."" -
FaustIn and out. Dramma secondario basato su «Urfaust»
Che cos'hanno in comune la giovane infanticida tedesca del '700 descritta nell'""Urfaust"""" di Goethe, ed Elisabeth Fritzl, segregata dal padre ad Amstetten (Austria) in una cantina dal 1984 (quando aveva diciotto anni) fino al 2008, ripetutamente violentata, che partorì nel corso della sua prigionia sette bambini, di cui uno morto poco dopo la nascita? Elfriede Jelinek costruisce il suo testo teatrale su queste basi, utilizzando la prima versione del """"Faust"""" di Goethe come sfondo mentale e strutturale per illuminare la condizione di una donna sfruttata e prigioniera e la sua tormentata esistenza nelle economie avanzate."" -
Trilogia dell'invisibile
Daria Deflorian e Antonio Tagliarini hanno dato vita a un percorso artistico che guarda alla scrittura post-drammatica, con personaggi/nonpersonaggi che si materializzano sul confine tra la biografia dell'attore e finzione e che stanno in scena in una modalità che ricorda più quella della performance che della recitazione. Centrale, nella loro drammaturgia, è l'esperienza dell'opera d'arte come momento da cui scaturisce una riflessione più ampia. Così si parte dal video di ""Café Müller"""" di Pina Bausch, da un reportage narrativo del polacco Mariusz SzczygieB sulla vita ordinaria di Janina Turek o dalla pagina di un romanzo dello scrittore greco Petros Markaris per avvitarsi in lunghe digressioni che ci parlano del nostro fare i conti con """"l'invisibile"""". Un invisibile odierno che ha a che vedere con quel """"senso del tragico"""" quasi del tutto espulso dal palcoscenico della contemporaneità. Questo volume raccoglie i tre testi delle trilogia, accompagnati dalle riflessioni di esperti del teatro come Graziano Graziani, Gerardo Guccini, Renato Palazzi, Attilio Scarpellini."" -
Étienne Decroux. La statuaria mobile e le azioni
"Étienne Decroux (1898-1991) è un precursore. Mentre il teatro contemporaneo non cessa di liberarsi dalla sua dipendenza letteraria per rigenerarsi alla sorgente del corpo, la ricerca di Decroux incentrata sulla mobilità espressiva dell'attore si fa sempre più attuale. La sua opera emerge dal vasto slancio innovatore che attraversò l'Europa all'inizio del secolo scorso in cerca di una maggiore plasticità dell'arte scenica. Laddove altri si sforzarono di estendere l'eloquenza dell'attore alla dimensione fisica della recitazione, Decroux rinunciò alla parola per tornare all'essenzialità del corpo. Ai diktat dell'autore egli oppose la sua concezione del poeta-ginnasta, capovolgendo la sacrosanta triade drammaturgo-regista-interprete per promuovere l'attore al rango di creatore. Laddove altri enunciarono teorie e apriranno le vie della sperimentazione, Decroux affrontò la pratica teatrale nei suoi fondamenti, convinto che la nascita di un nuovo teatro richiedesse in primo luogo la nascita di un nuovo attore. Voleva modellare un attore corporeo per costruire un teatro del corpo"""". Yves Lebreton" -
Teatro. Dissonorata, La Borto, Italianesi
Saverio La Ruina è un autore/attore celebrato in Italia e all'estero. Dopo anni di lavoro con la sua compagnia, Scena Verticale, alfiere teatrale di un Sud che diventa protagonista, crea un modello di anti-teatro-narrazione dando vita a personaggi solo apparentemente vinti dalle costrizioni sociali. Nel trittico ""Dissonorata"""", """"La Borto"""" e """"Italianesi"""" rende omaggio a figure sopraffatte dalla Storia e abusate dalla vita, che riescono tuttavia a esprimere la loro visione del mondo e incarnano senza alcuna retorica i propri tumulti interiori e il proprio, drammatico, vissuto. La scrittura di La Ruina, che utilizza a piene mani il serbatoio infinito del vernacolo calabro-lucano, conduce lo spettatore (e il lettore) attraverso le distese infinite ed amare del pregiudizio e della colpevolizzazione, restituite con uno sguardo che oscilla sempre dal riso al pianto, riuscendo ad andare oltre le barriere linguistiche.""