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Cento storie sul filo della memoria. Il «Nuovo Teatro» in Italia negli anni '70
Oltre cento testimonianze, storie, testi critici, interventi per rievocare un decennio, i Settanta, di grande creatività e di forti contraddizioni. I contributi raccolti sono per i tre-quarti pensati appositamente per questo volume e per il rimanente sono frutto di attenta scelta antologica. Ne esce un'opera corale che intende rispecchiare la pluralità delle estetiche, lo spirito collettivo dei gruppi artistici, la complessità di una variegata comunità. E soprattutto vuole far ""ascoltare"""" le voci dei tanti protagonisti, che furono e continuano ad essere attori, registi, performer, musicisti, artisti, critici, operatori... tra memoria e riflessione critica. Ricordando rassegne, festival, spettacoli, si racconta anche di un paese in fermento, che ha avuto in alcune città di provincia, tra cui Pistoia, crocevia favorevoli, seppur temporanei, per la diffusione dell'avanguardia teatrale, capace di vivere e di animarsi nelle """"cantine"""" e allo stesso tempo di stabilire, a volte, connessioni di respiro internazionale."" -
Intorno a Don Carlos. Prove d'autenticità da Friedrich Schiller
"Presentato come un Kammerspiel ad alta tensione, il dramma della ricerca di autenticità e del suo rapporto con le società strutturate, l'omicidio della bellezza e della conoscenza nel mondo contemporaneo come strumento di mortificazione della coscienza critica individuale e collettiva, sono gli assi portanti di questo 'Don Carlos', trattati con la luminosa inesorabilità di sguardo sulla nostra congiuntura epocale sopraggiuntami dopo la più tragica disperazione. Attraverso un testo 'aperto', innervato di inserti originali, la drammaturgia sfocia in dieci grandi dittici nei quali i personaggi si sfidano in singolari tenzoni costruite sulla possibilità o meno di essere nel mondo senza essere del mondo."""" (L'autore). Postfazione di Giulio Baffi." -
Amletino
“Amletino” è una storia fatta di ingegno, crudeltà, povertà d’animo e follia. Ma non la follia del giovane principe Amletino che con il suo ingegno smaschererà i terribili piani dello Zio Re. Non la crudeltà dello Zio Re che per conquistare il potere commetterà terribili delitti condannando il suo popolo. Non la povertà d’animo di una vecchia Regina che si farà sedurre dalla promessa di una nuova giovinezza. Questa è la storia delle storie, la storia dell’uomo e delle sue leggi, la storia di una civiltà. “Amletino”, tratto dall’omonimo spettacolo teatrale, è la riduzione, pensata per grandi e piccoli, dell’“Amleto”; un omaggio all’opera del grande bardo inglese William Shakespeare. Età di lettura: da 8 anni. -
Teatro laboratorio della Toscana diretto da Federico Tiezzi
Le due parti di cui è composto questo libro potrebbero, a un primo sguardo, sembrare monadi indipendenti. Da un lato, infatti, viene sviscerata l'arte euritmica, attraverso una serie di interventi che come punto di partenza presentano un articolato scritto di Rudolf Steiner, il suo inventore. A seguire parlano Federico Tiezzi, che del pensatore austriaco è ammiratore e seguace da molti anni, e Heike Cantori-Wallbaum, didatta euritmica e allieva della più celebre rappresentante di questa forma espressiva, Else Klink, che dalla stessa moglie di Steiner, a sua volta attrice e regista, è stata incaricata, nel lontano 1935, di dirigere l'Eurythmeum di Stoccarda. E ancora, sulla stessa linea, Alfredo Chiappori, artista visivo e performativo profondamente legato alla teoria antroposofica, cioè il cuore della concezione steineriana del mondo, conversa sul tema con la figlia Sara. Dall'altro lato, invece, si raccolgono impressioni e testimonianze del biennio di lavoro 2016-2017 del Teatro Laboratorio della Toscana diretto dallo stesso Federico Tiezzi, che come è ormai consuetudine viene riassunto per iscritto dai volumi editi da Titivillus. -
Storia del Living Theatre. Conversazioni con Judith Malina
Il Living Theatre, fondato nel 1947 da Julian Beck e Judith Malina, è stato la più radicale esperienza di sovversione teatrale del Novecento. Dai palcoscenici alle strade di tutto il mondo, dove l'ha portato il suo nomadismo comunitario, il Living Theatre ha creato spettacoli che sono entrati nella storia del teatro: da ""The Brig"""" (1963) a """"Mysteries and smaller pieces"""" (1964), da """"Frankenstein"""" (1966) ad """"Antigone"""" (1967), fino a """"Paradise Now"""", emblema del '68 teatrale. Judith Malina ha vissuto gli ultimi due anni della sua vita alla Lillian Booth Actors Home, continuando a scrivere testi teatrali e a progettare regie per la sua compagnia e per gli anziani residenti della casa di riposo, dove si è spenta il 10 marzo 2015. In queste conversazioni Judith Malina racconta la sua vita, il suo teatro e i suoi ideali politici e artistici: dall'infanzia fino all'incontro con Julian Beck e al loro sodalizio artistico, politico e umano, attraverso un settantennio ispirato a una visione anarchica che si è trasformata in strumenti e tecniche del lavoro creativo. Nuova edizione aggiornata e ampliata, nel settantesimo anniversario del Living Theatre e nel cinquantenario di """"Paradise Now""""."" -
Altre scene. Copioni del terzo millennio
Un padre terminale e un figlio che lo visita ogni tanto con rabbia, alle loro spalle invisibile una badante, contesa tra i due (""Deposizione""""). Una nuova Anna Frank in una Venezia in preda all'antisemitismo (""""Casa con angolo Shoah""""). Sono due tra gli otto miei nuovi copioni teatrali, appartenenti al terzo millennio, in parte inediti, e spesso trasformati dallo scrivente in atti performativi in giro per il mondo. Si distinguono in una serie dialogica, ovvero con due o più soggetti in contrasto comunicativo, e in un'altra caratterizzata da soliloqui. I primi ospitano creature inventate, coll'eccezione di """"Giacobbe 2014"""" tolto alla Bibbia. I secondi monologanti, spesso portati a inglobare l'altro nel proprio delirio, appartengono alla biblioteca classica e moderna, tranne """"La fidanzata di Don Milani"""". Drammaturgie che costituiscono adattamenti e rielaborazioni bizzarre e anacronistiche da figure letterarie o storiche dell'immaginazione passata, secondo procedimenti a me cari."" -
Quanto dista il teatro? Un'indagine sociopoetica tra spettatori e non spettatori a Parma
Fra il 2013 e il 2016 si è svolta a Parma una ricerca sul campo che ha cercato di entrare il più possibile in contatto con le persone che non frequentano abitualmente i teatri, per raccogliere sentimenti ed emozioni, valori e disvalori, giudizi e pregiudizi che nutrono l'immaginario contemporaneo riguardo all'arte della scena. A muovere l'indagine è stato il desiderio del Teatro delle Briciole di mettersi in ascolto del suo territorio, lungo linee slegate dai protocolli standard delle indagini sull'""audience development"""", rinunciando a una mappatura quantitativa a favore di procedure di timbro creativo e relazionale. Si sono così ascoltate quasi trecento cittadine e cittadini, privilegiando intenzionalmente """"l'ascolto della distanza"""". Questo libro ha natura polifonica: racconta la ricerca compiuta, registra e restituisce come un sismografo le voci raccolte e ne propone alcune letture; poi le mette a confronto con il """"demone del pubblico"""" che abita chi il teatro lo fa, lo produce, lo cura e lo promuove."" -
L'acrobata dello spirito. I quaderni inediti di Orazio Costa
Orazio Costa è l’ideatore del principale metodo di formazione per l’attore elaborato in Italia, il metodo mimico, impartito a generazioni di allievi in più di cinquant'anni di attività. Insieme all'importante pratica registica, esso è il tassello di una più generale riforma della scena. Questo studio si concentra sui quaderni inediti di Orazio Costa, conservati nel suo archivio personale, cogliendo dalla voce del maestro gli approfondimenti di un pensiero intorno all'essere uomo che fa l’attore, protagonista della riappropriazione della dimensione rituale della scena, cui è riservato l’officio della parola, il verso dell’uomo. Ripercorrendo fedelmente l’itinerario intellettuale e spirituale tracciato dal regista nei suoi scritti personali, si offre per la prima volta una via d’accesso diretta al metodo per quanti vogliano accostarvisi. L’umanesimo integrale proposto da Costa, nel libero confluire di istanze registiche e pedagogiche, viene ricostruito e valorizzato come uno dei principali anelli di congiunzione della sperimentazione italiana all'avanguardia europea. -
La tentazione del sud. Viaggio nel teatro di Leo e Perla da Roma a Marigliano
"Il sodalizio artistico fra de Berardinis e Peragallo nasce come risposta a una mancanza, nella volontà di rimarginare, isolatamente in coppia, una lacerazione condivisa; non limitandosi alla pur preponderante simbiosi arte-vita, la dimensione esistenziale penetra in quella storica, il risentimento per le avversità individuali diviene un più generale sguardo di disincanto sulle sorti del coevo teatro italiano. Il rifiuto che ne deriva non riguarda solo […] 'la realtà della scena ufficiale' ma ben presto si sottrarrà anche agli schematismi che vorrebbero ingabbiarne la peculiare identità di lavoro all’interno di un formalismo linguistico legato all’imperio delle etichette […]. Si delinea il carattere anfibio dell’attività di de Berardinis e Peragallo: bisogna negare ed eccedere il teatro per poter continuare a 'fare teatro'.""""" -
Teatro in alta sicurezza
In ""Il teatro in alta sicurezza"""" Mimmo Sorrentino racconta in modo chiaro e semplice come lui e le donne detenute nel reparto di alta sicurezza della Casa di Reclusione di Vigevano si siano gettati con il loro teatro partecipato nel mondo, intercettandolo e, soprattutto, trasformandolo. Perché questa straordinaria storia ha cambiato non solo i destini delle persone coinvolte, la lingua e il modo di intendere e praticare il teatro, la conoscenza dei contesti della criminalità organizzata, ma le Istituzioni e le leggi della nostra Repubblica. E siamo convinti che """"Il teatro in alta sicurezza"""" sia uno di quei libri in grado di generare processi di cambiamento ed emancipazione anche nei suoi lettori perché, pur se concepito in carcere, parla del suo opposto, parla di libertà. Del resto è la testimonianza scritta di un progetto denominato """"Educarsi alla libertà"""". Racconta pertanto di un percorso che ci riguarda, tutti, nessuno escluso."" -
Monologhi
Questo volume documenta gli esiti più recenti della ricerca drammaturgica di Chiara Guarducci, autrice da sempre impegnata, con sovrana assenza di giudizio morale, in un'esplorazione quasi etologica dell'essere umano. Le sei opere proposte declinano gli sdoppiamenti, i salti e le crisi di consistenza di un io ugualmente attraversato dall'innocenza e dallo sterminio. Fedele ai princìpi del grottesco, alle misure della poesia e a una felice connivenza tra ilarità e barbarie, Guarducci dà voce all'umanità di personaggi estremi che dialogano con le proprie parti oscure: ad ossessionarli è la passione per l'Altro (""Follie d'amore"""", """"Caramelle""""), l'estasi del delitto (""""Inverno""""), la realtà alienata e psicotica dell'esistenza contemporanea (""""Io sono"""", """"Il Condominio""""). Chiudono il libro le confessioni nevrotiche de """"I casi di Freud"""", dove l'autrice stringe uno dei nodi centrali della propria poetica: la problematica questione della sopravvivenza adulta oltre il solco, continuamente rinnovato, di un'originaria perdita di sé."" -
Una vita straordinaria. Il teatro di Riccardo Goretti dal 2011 al 2018
“Una vita straordinaria. Il teatro di Riccardo Goretti dal 2011 al 2018” è una raccolta di quattro monologhi teatrali dell’attore-autore toscano che compongono la quadrilogia da cui il libro prende il titolo: “Annunziata detta Nancy” (2001, la vera storia della famiglia di Goretti), “Essere Emanuele Miriati” (2013, la vita di un disoccupato nella profonda provincia), “Premiata Filatura FP” (2014, realizzato con Andrea Franchi, una storia di famiglia che si intreccia con la tremenda ondata di fallimenti a catena che ha colpito Prato negli anni ’90) e “Gobbo a Mattoni” (2016, realizzato con Massimo Bonechi, spaccato di vita all’interno di una delle “casa del popolo” che sono state per la toscana, per anni, i veri centri nevralgici dell’aggregazione sociale). In tutti questi lavori, come si dice, “l’alto” e “il basso” si mescolano di continuo, così come le risate e le lacrime, le profonde riflessioni e le assurdità più becere. Seguendo il tracciato delle vite che hanno ispirato la scrittura, queste storie si dipanano per dipingere un quadretto spietato, esilarante, cinico, tenero, disarmante di questi primi anni del nuovo millennio. -
Il teatro è un giardino incantato dove non si muore mai. Intorno alla drammaturgia di Franco Scaldati
Questo volume è unaraccolta di contributi che si accostano al mondo poetico di Franco Scaldati da varie prospettive: quella teologica di Don Cosimo Scordato, con il quale lo scrittore condivise il suo lavoro all'Albergheria; testi che contribuiscono a inscrivere l'opera di questo autore insulare in un circuito di rapporti con la drammaturgia internazionale e nazionale: con Luigi Pirandello (Valeria Merola), con Pier Paolo Pasolini (Stefano Casi), con Peter Handke e Heiner Müller (Valentina Valentini). Con i saggi di Stefania Rimini, Andrea Vecchia, Marco Palladini, Matteo Martelli si tracciano delle ipotesi di ricerca sulla centralità del sogno, sul «il mistero creaturale delle figure femminili», sulle figure dell'ombra come doppio, liminalità fra reale e fantasmatico. Un altro gruppo di contributi è dato dagli artisti/attori che hanno collaborato con Franco Scaldati: Melino Imparato che lo ha affiancato sin dagli esordi; Antonella di Salvo che ha condiviso un tragitto, la creazione del Laboratorio Femmine dell'Ombra; Marion D'Amburgo per la messainscena di un singolo spettacolo, Pupa Regina, opere di fango. -
Incanti. Tre testi di teatro per ragazzi ad uso dei grandi
Capino, Arlecchino, Pinocchio sono i personaggi che Valerio Valoriani ingaggia per la messa in scena dei suoi tre libretti d'opera per i ragazzi a uso dei grandi. Valoriani porta sul palcoscenico i tre protagonisti, ognuno con il proprio fardello di sentimenti e simboli da alimentare o da sfatare. Ma alla fine nessuna morale. Capino, rispolverato dalle pagine di Federigo Tozzi, misconosciuto, con il suo carico d'amore; Arlecchino schernito dal gioco di parole 'finto morto' o 'morto per finta' pungolato a scuotere dal sopore il proprio pubblico; Pinocchio, processato in 4 atti: sarà il coro a decidere se il burattino scavezzacollo merita di trasformarsi in ragazzino e assurgere così all'emblema della maturità. Introduzione di Giuliano Scabia e scritti di Valeria Ottolenghi e Giorgio Testa. -
Scene che non sono la mia
Questo volume raccoglie tredici recenti saggi di Paolo Puppa, apparsi su riviste anche non cartacee, o in lingua straniera, o rimasti inediti. Vi appaiono personaggi della sua biblioteca personale, letterati e attori con incroci di mansione, ovvero con propensioni autoriali nei mattatori e viceversa oggettivi impulsi a incarnarsi sul palco in alcuni gens de lettre. Sfilano così tra gli altri Pirandello e Svevo, Kiš e Kleist, Fo e Barba. Il menu si snoda da Fondali con tre studi generali dalla Bibbia al notturno quale emerge a partire dal primo-novecento; prosegue con ""Profili"""" di scrittura monografica, per chiudersi con """"Varie e eventuali"""" su tre recensioni rallentate."" -
Alla ricerca di un teatro perduto. Giovanni Poli e la neo-Commedia dell'Arte
La Commedia dell’Arte, ‘dimenticata’ per quasi due secoli in seguito alla riforma goldoniana, riemerge con forza nelle pratiche delle avanguardie del Novecento arricchita di nuovi significati. Nel panorama del teatro italiano del secondo dopoguerra, una delle esperienze più significative è quella di Giovanni Poli, attore, autore, regista e pedagogo animato dal desiderio di rinnovare il teatro a lui contemporaneo attraverso lo studio e la reinvenzione di questa tradizione perduta. Grazie ai documenti rinvenuti nel 2011, Giulia Filacanapa ricostruisce il percorso di questa singolare figura di artista, fondatore del Teatro Universitario di Ca’ Foscari e poi del Teatro a l’Avogaria, e analizza i processi attraverso i quali egli elabora negli anni uno stile e una poetica personali, di cui l’esempio più alto è La commedia degli Zanni. A corredo, il catalogo breve dell’Archivio Giovanni Poli, conservato oggi presso l’Istituto per il Teatro e il Melodramma della Fondazione Giorgio Cini di Venezia, che ne ha co-curato la redazione; la trascrizione di una selezione di documenti testuali inediti; una serie di testimonianze di attori e collaboratori; una dettagliata teatrografia. -
L'euritmia. Una danza non danza. Percorsi tra arte, didattica e terapia
«Nell’euritmia, quando se ne voglia raggiungere l’essenza, viene completato l’elemento umano. Non esiste infatti un’altra arte che si serva come l’euritmia in un senso tanto significativo di ciò che vi è nell’uomo stesso. Considerando tutte le arti che usano strumenti, che ne hanno la necessità, esse non dispongono di mezzi e strumenti che si avvicinino all’uomo quanto l’euritmia». Così Rudolf Steiner, in una conferenza del 1924, definisce l’arte euritmica, da lui stesso creata, insieme alla moglie Marie Steiner von Sivers, in seno all’antroposofia. In questo volume Heike Cantori Wallbaum, allieva diretta di Else Klink – direttrice dal ’35 al ’91 dell’Eurythmeum di Stoccarda, la prima Accademia al mondo dedicata alla formazione euritmica, fondata dalla stessa Marie Steiner nel 1923 – racconta il suo personale, non dogmatico approccio a questa disciplina del movimento, nelle molteplici declinazioni che essa può assumere. -
«Non tutti vissero felici e contenti». Emma Dante tra fiaba e teatro
Emma Dante si distingue nel panorama della scena contemporanea per la straordinaria capacità d’incorporare gli aspetti più innovativi della regia senza mai conformarsi. Un teatro, il suo, che si fa carne nell’incontro viscerale con l’attore e che scaturisce da un costante conflitto dialettico. Avvezza alle sfide sin dai suoi esordi ha mostrato il desiderio di esplorare nuove strade, mutando continuamente prospettiva. Il suo composito percorso artistico l’ha portata a intercettare il teatro-ragazzi che ben si coniuga con un’espressività fatta di personaggi fortemente tipizzati e di spazi metaforici.rnIl volume affronta per la prima volta in maniera unitaria gli spettacoli di matrice fiabesca rintracciandone stilemi e rime e sottolineando modalità ed esiti di transcodificazione delle fonti. Da questo sguardo panoramico emerge l’autentica vocazione per fate e principesse, orchi e streghe, che incarnano le tensioni del presente e rinnovano l’invito a non arrendersi alla superficie delle cose. Le testimonianze che chiudono il volume consentono di recuperare la radice artigianale e autentica di queste produzioni che, lungi dall’essere una mera parentesi, ci consegnano il ritratto di un’artista piena di talento. -
Mauerspringer. Forme di espressione artistica e di partecipazione nel teatro di strada-Forms of artistic expression and participation in street theatre. Ediz. bilingue
Il progetto di cooperazione europea ""Mauerspringer. Nuove forme di espressione artistica e di partecipazione nel teatro di strada"""" è iniziato nel luglio 2018 e si è concluso alla fine di aprile 2020. """"Mauerspringer"""" significa """"saltatori di muri"""", come era chiamato chi scavalcava il muro di Berlino. A partire da questo riferimento, il progetto ha proposto il teatro di strada come forma di incontro fra artisti e spettatori differenti per età, culture e paesi di provenienza, con l'obiettivo di superare i """"muri"""" attraverso l'arte, sviluppare nuovi linguaggi teatrali e promuovere la partecipazione attiva del pubblico, coinvolgendo in particolare i soggetti più fragili, gli stranieri e i migranti. Mauerspringer si è sviluppato attraverso una serie di attività che hanno coinvolto i sei partner europei (Teatro Due Mondi, Italia; Hortzmuga Teatroa, Spagna; Theaterlabor Bielefeld, Germania; Compagnie du Hasard, Francia; Théâtre de l'Unité, Francia; Dah Teatar, Serbia), con la creazione di spettacoli di strada, laboratori partecipati e festival."" -
I Cenci. Tragedia in quattro atti e dieci quadri dopo Shelley e Stendhal
Questo volume restituisce a distanza di quasi quarant'anni la traduzione che Gennaro Vitiello fece e adattò per la messa in scena del testo di Antonin Artaud, autore che per il regista del Teatro Esse, fu sorgiva d'indicazioni urgenti da tradurre nel delirio geometrico della scena. Un Teatro Sperimentale fatto di contaminazione in cui la parola fu centrale e irrinunziabile ma come enigma da disseppellire attraverso la messinscena e il lavoro sugli attori.