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Salute/malattia. Le parole della medicina
Questi scritti di Franca Basaglia sono in buona parte delle ""voci"""" comparse sulla prestigiosa e purtroppo dimenticata Enciclopedia Einaudi. Uno di essi, quello intitolato """"Follia/delirio"""" è un lavoro a quattro mani scritto con Franco Basaglia. Ora vengono ripresentati insieme al discorso inedito che Franca Basaglia tenne nel 2001 in occasione del conferimento della laurea honoris causa a Sassari, e arricchiti da un saggio di Maria Grazia Giannichedda. Come il lettore può immediatamente verificare, questi testi hanno una straordinaria attualità perché entrano nel vivo del dibattito di oggi attorno alla medicalizzazione della società. """"Salute"""" e """"malattia"""" non possono più essere considerati fenomeni naturali, avverte l'autrice fin dalle primissime righe del suo libro, ma sono questioni che chiedono - entrambe uno sguardo storico e critico. Se il problema della malattia mentale ha aperto la strada, attraverso le trasformazioni de-istituzionalizzanti operate da Franco Basaglia a Gorizia e poi a Trieste, adesso la battaglia riguarda lo smontaggio del paradigma di una società medicalizzata (e, per molti, da medicalizzare)."" -
Dodici incontri. Una vita
Brunamaria Dal Lago Veneri presenta con questi ""Dodici incontri"""" un'autobiografia intellettuale, intima ed esistenziale, personalissima nella sua forma: ricordi che si intrecciano a riflessioni, pensieri che si concretizzano nella memoria di persone, il passato che dischiude il presente, il presente che illumina il passato. Ognuno di questi dodici incontri non è una semplice conoscenza, ma è uno sguardo che si apre sul mondo, è una prospettiva che disvela un nuovo senso, una verità che appare nell'incontro con l'altro, ognuno non solo lascia una traccia ma apre un'esistenza possibile, una vita partecipata. Gli incontri: Hermann Hesse; Rachele Padovan; Helmut Ensslin; Karl Plattner; Giovan Battista Mattioli de Motes; Carlo Gentili; Pier Paolo Pasolini; Aristotelis Onassis; Carlotta Berghena; Franz Tumler; Mario Botta e gli architetti, Anita Pichler."" -
Storie di lingue. Racconti dall'Alto Adige
Storie sorprendenti e a volte esilaranti sull'apprendimento e l'uso delle lingue. Si parla della gioia con la quale ci si avvicina a un'altra lingua, ma anche della delusione e della frustrazione nel non riuscire a farsi comprendere dopo anni di insegnamento scolastico, dei momenti di orgoglio e di successo e di quelli paralizzanti, quando l'assenza di parole sembra ostruire il flusso di ogni comunicazione. Si parla della lingua come manifestazione della vita, del proprio essere, della propria storia. -
La valigia del doganiere
Storia di migrazione e di scoperta. Bruno Durante racconta la sua vita di frontiera in quel lembo di terra approssimativo e confuso, eppure complesso fin dal nome sdoppiato - Brennero-Brenner. -
Gli occhiali di Tito. Storia rocambolesca della mia famiglia
"Odio i segreti. Trovo che i segreti siano il peggio del peggio."""" L'attrice e regista Adriana Altaras vive una normalissima vita caotica e poco ortodossa a Berlino. Con due figli fanatici di calcio, un marito che stoicamente sopporta le sue nevrosi e un amico brontolone, eternamente malato d'amore che ogni due mesi annuncia il suo espatrio. Tutto nella norma… finché, dopo la morte dei genitori, eredita una casa nella quale da quarant'anni si e accumulato di tutto. Con spiritosa arguzia e grande partecipazione Adriana Altaras intreccia passato e presente. Racconta di sorelle che non potevano essere più diverse di così, del padre che da sempre voleva essere un eroe e di una madre piena d'energia e di solitudine. Racconta dell'esilio, di deliranti feste ebraiche, di un asino italiano scoppiato e di un'allergia alla polvere causata dalla televisione tedesca. Una straordinaria saga familiare che attraversa non solo l'Europa in lungo e in largo ma anche tutto il travagliato ventesimo secolo. Tutto, proprio tutto quello che fa parte dei topoi classici di una storia familiare ebraica – il tragico, il saggio, il nevrotico, l'eccentrico e il politico – si trova in questo romanzo, eppure Adriana Altaras riesce a raccontarlo in modo nuovo, fresco, affascinante ed estroso: dalla resistenza contro i nazisti al comunismo di Tito, dalla fuga verso l'Italia fino all'arrivo della famiglia a Gießen in Germania negli anni settanta." -
Stare insieme è un'arte. Vivere in Alto Adige/Südtirol
L'Alto Adige/Südtirol è oggi una società in bilico. Può cadere nella deriva etnica o può diventare un modello di convivenza, dove le diverse comunità e identità non siano concorrenti, ma complementari. Questo libro, che inaugura la collana ""Territorio, Gesellschaft"""", vuole favorire la seconda prospettiva. Stare insieme tra persone di lingua e cultura diversa non è una condizione naturale, ma un'arte da apprendere. Se ignoriamo la storia, la sensibilità e la lingua dei nostri vicini, sarà difficile superare le contrapposizioni. Se invece impariamo a tenere conto del punto di vista di chi è diverso da noi, saremo pronti a cogliere tutti i vantaggi del vivere in una regione dove le culture s'incontrano. È un percorso a volte faticoso, che richiede rinunce e compromessi da parte di tutti. Ma è anche ricco di soddisfazioni per gli individui e la società che intendono affrontarlo."" -
Noi figli dell'autonomia. Alto Adige/Südtirol oltre il disorientamento etnico
"Noi figli dell'autonomia"""" di Hans Karl Peterlini, uno dei più impegnati giornalisti sudtirolesi, uscito in edizione originale nel 2003, ha presentato per la prima volta la storia recente dell'Alto Adige, la conquista e lo sviluppo dell'autonomia dal punto di vista dell'esperienza quotidiana di chi l'ha vissuta in prima persona e vi ha partecipato in maniera attiva. Per la traduzione italiana l'autore ha ampliato e aggiornato il racconto aggiungendo un ultimo capitolo che integra gli anni trascorsi dall'edizione tedesca, ma che si sofferma anche a riflettere sulle prospettive future di questa terra che continua a oscillare tra cooperazione e divisione, tra vicinanza e distanza." -
La stanza dei pesci
Questa autobiografia costituisce un vero e proprio ""Bildungsroman"""", un romanzo di formazione; ma non un romanzo letterario, bensì un romanzo di vita vera. Talora troppo dolorosamente vera, ma neppure la sofferenza, l'errore, la colpa, le espressioni spesso stupidamente autopunitive, o punitive e involontariamente ma altrettanto stupidamente arroganti, come sono così spesso quasi tutte le trasgressioni, non riescono, come in troppi altri casi, a spegnere la luce della vita, a soffocare la levità, la leggerezza. È curioso che un libro che racconta vicende così dure, spiazzanti, spesso respingenti, conservi il senso della leggerezza."" -
Il pensiero lungo. Franco Basaglia e la Costituzione
A 35 anni dalla legge 180, i luoghi comuni, le piattezze culturali e le superficialità ideologiche sono ancora inopportunamente presenti nel decadimento del dibattito politico del nostro paese. Questo libro potrebbe essere, se tutti fossimo in grado di rimettere in moto la nostra assopita capacità critica, un punto di svolta finalmente definitivo. Le radici profonde di quel cambiamento epocale, i padri saggi che sono stati capaci di guardare così lontano, tanto da oltrepassare il nostro presente, il faticoso percorso che quelle affermazioni pretendevano e prefiguravano potrebbero porre fine a tante pretestuose e inutili mistificazioni. La legge 180 e il lavoro di Franco Basaglia hanno semplicemente affermato che ""i malati di mente"""" sono cittadini con pieni diritti costituzionali. Da qui non solo la chiusura dei manicomi, ma anche, oggi, la fatica delle persone con disturbo mentale che finalmente possono sempre e in ogni momento trovare la possibilità di esserci."" -
Scrivere sul confine. Racconti vincitori del premio letterario internazionale Merano-Europa (1995-2013)
Sulla frontiera non si colgono sempre rose e fiori. Sul confine sta di casa pure l'intolleranza più bieca. È capace di uccidere, ma difficilmente ha la meglio. L'omologazione è in agguato, la contaminazione però sa prevalere. Più le porte son chiuse, più c'è gusto a sfondarle. Racconti di: Ivan Cotroneo, Stefano Perricone, Donatella Trevisan, Lorenzo Ferrarese, Fabio Franzin, Arrigo Filippi, Francesco Marconi, Paola D'Agaro, Fabrizio Tummolillo, Marco Antonelli. -
Diario del maestro di Cordés
Mario è il nuovo insegnante di un piccolo centro dell'Alto Adige (o Sudtirolo). Siamo nella seconda metà degli anni '30 e il regime fascista ha raggiunto l'apice del consenso popolare. Il maestro di Cordés documenta, nel suo diario, il percorso di consapevolezza che lo porta a riconoscere gli inganni della propaganda e a cogliere l'anima di una terra, nella quale comincia via via a respirare aria di casa. Man mano che la comunicazione (coi bambini, con le famiglie, con padre Josef e soprattutto con Anna) si fa più autentica, gli occhi (di tutti) si aprono e ognuno si trova di fronte alla scelta: fermarsi, arrendersi oppure andare oltre, superare il confine? -
Per i tuoi occhi di domenica
Le poesie che compongono questo libello si riferiscono per lo più alla donna amata: invocazioni, sussulti, grida, tremori e rabbie; e fremiti nel ricordo degli istanti di pura gioia, di pura bellezza, e abbandoni al dolore e alla malinconia in un presente e in un altrove. Amore che non dimentica. Amore in terra straniera. Amore e malinconia. Ma una malinconia che non è mai pessimismo, mai negazione della vita; piuttosto quella forza che ha sempre avuto la capacità di frantumare qualsiasi catena, quella forza (la forza della sua poesia, di ogni poesia) che sta alla base della verità. -
Come sabbia come neve
«La poesia di Laura Mautone ci prende amabilmente per mano e ci porta con la ricchezza delle sue suggestioni in un mondo di atmosfere alpine, di pianori innevati e di punte scintillanti. La natura la fa da padrona con le mille proposte intercambiabili di una botanica favolosa che sposa con grazia le situazioni della vita. […] Ogni nuovo libro di poesia ci presta occhi nuovi per guardare il mondo.» (Maria Luisa Spaziani) -
La vita inumana dei terrestri. Per una cultura planetaria non conformista
Vedere la povertà nel suo nesso inscindibile con la ricchezza insolente, ragionare sui diritti e sui rovesci di alcuni miliardi di abitanti del pianeta Terra che danzano sulla fune traballante della sopravvivenza, fotografare la struttura di potere e la sovrastruttura culturale di quella ""classe dominante globale"""" che mercifica e monetizza un mappamondo ridotto a discarica, ri-declinare la libertà come abbattimento del muro della paura e della miseria e della precarietà e dell'analfabetismo: questa è la proposta educativa che conduce ogni pagina de """"La vita inumana dei terrestri"""". La sintesi è folgorante. Questo libro allude al dolore di un nuovo parto, di un nuovo partire. Qui lo sguardo dello studioso non si lascia appannare dalla faziosità ideologica, ma neppure si lascia velare da quel distacco accademico che rischia di tradursi in cinismo: Piccione ci dice sempre da che parte sta."" -
Numina rustica. Santi nella tradizione popolare della terra delle montagne
"I cammini per cui Brunamaria Dal Lago Veneri ci guida sono vertiginosi, affascinanti, ammalianti, a volte spiazzanti o persino irritanti: cercano però di cogliere il tutto nel frammento, senza concedere di fermarsi e credere che nel singolo frammento ci sia il tutto, come spesso avviene nel nostro mondo di alta specializzazione, ove si perde di vista l'insieme per amore del particolare. Ci mostra così che le culture umane rappresentano un intreccio di fili, di circostanze, di ricorrenze, di colori, una musicalità di fondo che solo l'orecchio e il cuore aperti sanno cogliere""""." -
Leggende meranesi
Quest'opera di Paolo Bill Valente raccoglie in modo sistematico le leggende della conca di Merano, narrate un tempo a voce, poi messe per iscritto e così giunte fino a noi. L'autore le riscrive e le reinterpreta, rimanendo fedele alla trama originale. Alcuni racconti provengono da epoche assai lontane, in altri casi si tratta invece di creazioni più recenti. Si tratta comunque di ""storie di confine"""". Parlano di città sparite nel nulla, di strane genti che ora ci sono e poi, all'improvviso, scompaiono. Di popoli che si incontrano, entrano in relazione, si combattono, si fondono l'uno nell'altro. Sono vicende che tracciano e poi attraversano la frontiera tra i gruppi, le persone, i territori, il limite tra bene e male, tra giorno e notte, tra luce e buio, tra vita e morte."" -
...E tu slegalo subito. Sulla contenzione in psichiatria
Il 22 giugno 2006 Giuseppe Casu muore nel Servizio psichiatrico di diagnosi e cura di Cagliari, legato al letto, braccia e gambe, per sette giorni di seguito. Quella morte non silenziata, non negata, non giustificata, ma indagata e assunta come limite invalicabile dell'agire psichiatrico diventa il punto di avvio di un tumultuoso quanto difficile cambiamento. Alla fine disvela e conferma la presenza di un conflitto innegabile. Diviene chiaro che a Cagliari era in atto uno scontro tra psichiatrie, tra differenti visioni, non solo nel dipartimento di salute mentale, ma anche nella città, nella regione e nella stessa società degli psichiatri italiani. -
Il delta
Le storie della vita di un certo Fedele Conte Mamai, trovatello del delta del Po, cresciuto su un chiatta in mezzo al grande fiume. Storie di anguille e di acque alte, di una vecchia valigia di cartone, di baccalà e babà, bresaola e bottarga e del piano e degli ingredienti della vecia col pist. Storie di Maierlengo, del paese dietro l'argine, e del paese senza nome oltre la diga di montagna, delle grandi imprese degli ingegneri e delle imprese ancora più grandi della natura. Storie di vite e di migrazioni, di lingue e di proverbi. Kurt Lanthaler racconta la storia e le storie di una vita itinerante che nasce nel delta del Po e attraversa il paese e i decenni, passando per pianure e per monti per poi tornare al mare. E racconta cinquant'anni lotta tra uomo e natura, di inutile sviluppo, personale e civile, ma anche cinquant'anni di vita, di passioni, dolori, malinconie. -
La sposa della neve
Il viaggio in treno che Sofia compie da Trento verso il suo paese natale in Calabria per partecipare al funerale dell'amata sorella è anche e soprattutto un viaggio interiore tra emozioni, memorie e riflessioni. I ricordi della protagonista, nei quali si avvicendano personaggi e scorci del suo passato, sono lo sfondo ideale per raccontare l'affascinante cultura arbëreshë di cui fa parte. Un solo giorno per un evento triste. La protagonista, rivede la sua vita, quella dei suoi familiari e di un intero paese. Abitudini e modi di vivere diversi dal luogo dove ora vive. Abitudini secolari che si tramandano come se il mondo non fosse cambiato. E forse non lo è visto che la protagonista si ritrova al punto di partenza dopo anni di emigrazione. Tanti i personaggi, familiari e non, raccontati e ""cantati"""" (attraverso le poesie e brevi canti riportati nel romanzo) con passione. Più lingue si mischiano ma a prevalere sono soprattutto l'italiano, lingua di cultura della protagonista, e l'arbëresh, lingua materna."" -
Giulio Andreotti e le relazioni italo-austriache 1972-1992
Sulla base della ricca e inedita documentazione conservata nell'archivio privato di Giulio Andreotti, Luciano Monzali delinea un'analisi dettagliata e approfondita delle relazioni fra Italia e Austria nel corso degli anni Settanta e Ottanta e getta nuova luce su aspetti poco noti delle vicende politiche dell'Alto Adige-Sudtirolo.