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Medicina tra storia e storie
Nel volume trova spazio una galleria di uomini e di avvenimenti che hanno segnato - nei più svariati contesti - il complesso cammino e l'evoluzione dell'arte medica. Il percorso si dipana attraverso ritratti di personaggi e racconti di credenze, di terapie misconosciute e/o ignorate, intrighi, corporazioni del malaffare, scoperte secolari. Quasi un'enciclopedia di storie che hanno fatto nascere la medicina e i cui protagonisti sono tanto ciarlatani quanto geni, tanto alchimisti quanto astrologi, farmacisti, fitoterapeuti ante litteram. Per secoli e secoli la concezione della vita e della morte si fondava su incantesimo, magia naturale e diabolica, scienze occulte, divinazione, talismani e feticci, intuizione. Ma anche con l'avvento del secolo dei lumi e della medicina scientifica, l'arte del curare continua a nutrirsi - a tanti torti e a tante ragioni - presso le sue antiche fonti. Le odierne rinascite delle medicine antiche, come quella cinese, ayurvedica, omeopatica ecc., testimoniano la pluralità e la continuità delle correnti mediche e determinano, assieme alla cosiddetta medicina ufficiale, le questioni più cocenti del curare oggi, tra cui spicca quella dell'etica medica. -
La farfalla dalle ali legate. Diario della mia anoressia
"Ho conosciuto Palma all'inizio del 2011. Era una donna fragile e delicata, appena uscita da una lunga storia di anoressia e da un'odissea di ricoveri, anche lunghissimi, in varie strutture sia psichiatriche sia per disturbi dell'alimentazione. Oltre all'anoressia presentava una strana febbre quotidiana, senza cause apparenti, tanto che i medici di Milano l'avevano denominata 'febbre psicosomatica'. Nel periodo in cui l'avevo conosciuta era depressa e tentava spesso il suicidio, finendo ricoverata in psichiatria. Dietro la facciata di paziente psichiatrica, però, aveva talento: sapeva scrivere e comporre poesie, era colta e studiosa ed era estremamente brava a capire e consolare i bambini malati. Infatti metteva a frutto questa capacità sia nel volontariato presso i reparti di pediatria sia nello studio. Sono passati quattro anni, continuiamo a vederci ogni mese e a sentirci spesso al telefono. Adesso non tenta più di farla finita. Lavora, studia, fa volontariato ed è sempre impegnata nonostante sia costantemente afflitta da sintomi d'ansia, di depressione e di stanchezza cronica. Il suo carattere è ambivalente: nello stesso tempo è fragile e resistente, svogliata e volenterosa, umile e orgogliosa, vulnerabile e tosta, insicura e coraggiosa. Lei può contare su di me..."""". (dal prologo di Attilio Insardà)" -
Il professore e la giraffa con le corna. Percezione, personalità e depressione scopica nei non vedenti che riacquistano la vista
Il libro affronta i problemi psicologici, comportamentali e oftalmologici che deve affrontare la persona con una cecità di lunga data dal momento in cui recupera la visione fino ad arrivare effettivamente a poter vedere. Mentre sono stati pubblicati numerosi libri e articoli sui problemi percettivi e psicologici connessi alla perdita della funzione visiva, pochi sono gli studi sul recupero visivo e sulle problematiche che si presentano nei soggetti ciechi che riacquistano la vista. Contrariamente all'opinione diffusa, il cieco che recupera la visione non torna subito e completamente a vedere; per lui l'intervento non è il momento in cui finalmente si alza il sipario sulla cecità, bensì l'inizio di un periodo lungo e travagliato durante il quale le sue percezioni visive sono confuse e i suoi stati emozionali contraddittori. Il punto di riferimento del volume è il diario, finora inedito, tenuto dal professore H.S. il quale, divenuto cieco all'età di 15 anni, riacquistò la vista dopo 22 anni in seguito a un brillante intervento chirurgico ideato dall'oftalmologo Benedetto Strampelli. Quest'esperienza umana, tanto dolorosa quanto carica di determinazione e speranza, testimonia al tempo stesso il coraggio del suo protagonista e il valoroso operato degli illustri oftalmologi che lo aiutarono a passare dal mondo dell'oscurità a quello della luce. -
L' octopus e i suoi simboli
L'influsso delle immagini animali nutre la psiche. Ab origine, la personalità umana calibra il proprio processo identitario riflettendosi nello specchio delle altre forme di vita. Così essa mantiene in relazione gli opposti di cui è costituita: la permanenza degli istinti con la volatilità dello spirito, il bestiale con il divino, l'immanenza con la trascendenza. La sfera del sacro e il fenomeno della coscienza hanno in ciò fondamento archetipico. Di tale funzione simbolica il polpo (octopus) rappresenta un caso esemplare. Tra i più antichi abitanti del mare, l'octopus ha doti d'intelligenza e duttilità che lo rendono comparabile a mammiferi d'ordine superiore (fatto sorprendente per un mollusco), combinate a facoltà che in natura non hanno equivalente: polimorfo e policromo, esso vive in mimesi con il paesaggio sottomarino, vigilando con vista acutissima e mediante una sensibilità chimico-gustativa tramite cui analizza ogni evento delle acque intorno. Non stupisce allora che nella storia dell'immaginario esso rivesta un ruolo significativo, ben al di là di quel che comunemente si crede. Le immagini che l'octopus ispira ricalcano mimeticamente le vicende della coscienza, sostenendone le peripezie e compensandone l'unilateralità. Remote e aliene, ma non meno empatiche, le tracce mitiche dell'octopus tutelano fin dall'alba dei tempi il senso degli accadimenti umani, rinsaldando il vincolo con l'Anima del mondo. -
La forza del cambiamento. Scegliere la propria vita
L'attuale modello economico, basato sul mito del costante sviluppo e della crescita a oltranza, sta cedendo e le sue crepe sono visibili a tutti. E anche il suo fondamento, l'homo economicus - individualista, tutto d'un pezzo, consumatore, utilitarista, finalizzato alla produttività e all'incremento della propria ricchezza - sta sempre peggio. Sa di stare male, ma continua ad aderire al sistema abituandosi alla propria patologia, è stressato, depresso, ansioso e angosciato e quella sensazione di vuoto, che all'improvviso lo attanaglia, lo spaventa. Anche se continua a vivere in uno stato di rassegnazione, sempre più spesso comincia a domandarsi: ""È giusto pagare con tutto quel malessere i beni di cui forse non ho neanche bisogno e dover soddisfare i bisogni che forse non sono affatto i miei?"""". Come uscirne, allora? Da cosa iniziare? Il processo di cambiamento - basato in questo libro sui concetti della psicologia positiva e quella umanistico-esistenziale consiste nella capacità di mettere in atto un differente pensiero individuale (e, quindi, sociale) e di ricreare nuove abitudini, più ricche e realizzanti sul piano emotivo e affettivo. Ciò che costituisce un problema costituisce anche una grande opportunità di cambiamento: alleandosi con i propri sintomi si imbocca la via del ritorno a un autentico benessere psicologico."" -
Introduzioni alla sincronicità
Ai margini della scienza e ai limiti della conoscenza s'estende un regno incerto di esperienze indiscutibili, ma inspiegabili: coincidenze involontarie e sorprendentemente puntuali, incontri occasionali e oculatamente propizi, combinazioni casuali e tristemente infauste. Fantasie vaghe anticipano fatti precisi, soluzioni fortuite si rivelano più felici di quelle a lungo cercate, sogni assurdi precorrono eventi impensati, impressioni immotivate trovano la loro giustificazione in fatti sconosciuti. Sincronicità è termine che compendia esperienze di questo tipo, prive di cause note o immaginabili, che presuppongono conoscenze necessarie ma impossibili, che richiedono condizioni precise ma inverosimili, che sfuggono alla spiegazione della ragione e alla comprensione della mente. Da tempi immemori, per questi fenomeni il pensiero magico escogita spiegazioni che il pensiero scientifico non sa trovare, la parapsicologia immagina processi che la psicologia non sa sondare. Da tempi più recenti la fisica dei quanti e la psicologia del profondo affermano che si tratta di fenomeni inspiegabili, ma non per questo inconoscibili. Senza pretesa di fornire spiegazioni, avanzano descrizioni nuove, che infrangono griglie descrittive insufficienti e consentono di contemplare anche ciò che non è dimostrato, di comprendere ciò che non viene spiegato, di cogliere il senso in ciò che è privo di causa. -
La curva. Retrospettive d'anima
Quando, arrivata a una certa età, neanche tanto avanti negli anni, decise di fare una pausa - per respirare, pensare, prendere distanze, guadagnare visuali nuove, riprendersi il proprio tempo -, guardò indietro e capì che un disegno c'era nella sua vita; una strada che si poteva scorgere solo dopo averla percorsa, come a dire: ""Oh, ma guarda, c'è un filo"""". Prima non lo vedeva, eppure il filo c'era. E ora Lei lo guarda e lo dipana con cura: negli episodi, nei viaggi in spazi mentali e fisici, nelle trame del suo tempo. Il bandolo della matassa della sua vita, il fil rouge di questi racconti..."" -
Il desiderio. Respiro della psiche
Il desiderio investe l'nterà nostra esistenza. Con lo scorrere degli anni possono cambiare i contenuti, ma non l'impulso a desiderare. Il desiderio poggia sulla memoria del passato, ma è soprattutto tensione verso il futuro. Esso palesa un volto variegato, ambiguo e talvolta addirittura tragico. Espone all'esperienza della presenza e dell'assenza, della vicinanza e della distanza, della fusionalità e della separatezza. Può essere espressione di arricchimento o di espropriazione, di dominio o di sottomissione, di dono o di ricerca di qualcosa che manca, di autonomia o di dipendenza, di intimità o di isolamento, di riconoscimento o di alienazione, di narcisismo o di reciprocità, di amore o di odio, di vita o di morte. L'essenza dell'essere umano la si coglie solo percorrendo gli itinerari inconsci del desiderio. Essi rivelano le ragioni profonde del nostro vivere e del vivere degli altri; tracciano il profilo del «chi sono io» e, allo stesso tempo, del «chi è l'altro». Nell'essere desideranti e desiderati vi è racchiusa sia la nostra grandezza sia il nostro limite. Il desiderio può essere bloccato, ma non azzerato. Se rimosso, aggira la barriera della censura e attua la sua epifania per vie traverse, mascherate: i sogni e i sintomi. Se smarrito, può essere ritrovato nell'incontro tra lo psicoanalista e il paziente. Ma nella nostra società postmoderna, segnata dal nuovo disagio della civiltà, qual è il volto del desiderio? -
Archetipi. Gli universali che ci determinano
È nella convinzione di Jung che la psiche dell'uomo e la vita in generale si organizzino secondo linee strutturali impalpabili, che ne costituiscono l'immateriale intelaiatura. Invisibili linee di forza determinano la forma che assume un cristallo o la disposizione dei corpi in un campo magnetico; analoghe linee di forza prefigurano i modi di percepire, intendere e reagire dell'individuo. Jung chiama ""archetipi"""" queste linee strutturanti a carattere generale, che supportano il configurarsi della realtà. Il concetto di archetipo costituisce uno degli elementi più originali e controversi della metapsicologia junghiana. La critica epistemologica è serrata e talvolta giunge a sconfessarne l'esistenza. Un'altra parte della psicologia analitica, invece, ne riafferma la validità e recupera all'intuizione di Jung il supporto di acquisizioni provenienti da distretti diversi dell'indagine scientifica. Questo volume offre una prospettiva ad ampio spettro della concezione di archetipo. Analisti junghiani tra i più impegnati in questo settore delineano la sua evoluzione nel pensiero di Jung e in quello a lui posteriore. Specialisti di discipline parallele illustrano come molti ambiti del sapere assumano concezioni convergenti con quella di archetipo, dilatando le intuizioni di Jung e confermandone il valore. Analisti impegnati nella clinica mostrano che l'archetipo conferisce una caratura specifica all'analisi junghiana. Consente ed esige un approccio singolare alla vita psichica, un'attenzione alla dinamica delle immagini, un'apertura alle dimensioni sovra-personali della psiche, uno sguardo rivolto alla realtà ultima delle cose."" -
Sulle tracce di un cappello. La drammatizzazione nella Scuola dell'infanzia
Giochi di ruolo e tecniche di rilassamento, giochi mimici e di travestimento che accompagnano processi di invenzione di piccole storie, di drammatizzazione di immagini e di situazioni, si concludono in questo libro con la narrazione, particolarmente documentata, di un laboratorio teatrale realizzato dai bambini di una Scuola dell'Infanzia. La cura, il dettaglio nel presentare le attività e l'attenzione al processo attraverso il quale si sviluppano, qualificano questo testo come un vero e proprio manuale di giochi. La dimensione immaginale, centrale nella relazione con il bambino, è uno degli assunti di base sottesi a tutto il lavoro con il piccolo protagonista, a partire dalle sue competenze, da ciò che egli è e non da quello che si vorrebbe che fosse. L'adulto, libero da fini narcisistici e da riferimenti teorici rigidamente strutturati, si pone come colui che facilita, che accompagna, che di volta in volta offre vari stimoli e, nel rispetto del tempo interno del bambino, valorizza ciò che il bambino fa proprio e porta avanti di sua iniziativa. I contenuti qui proposti, contrappuntati con sensibilità dai disegni originali di Chiara Fatti, vanno dal gioco spontaneo alle esperienze di «teatro» dei bambini. Attraverso spazio, corpo, colore, suono e rumore e dall'azione con burattini, pupazzi, maschere e l'uso creativo di oggetti «speciali» di uso quotidiano, si creano le condizioni affinché il piano cognitivo e quello emozionale possano emergere e manifestarsi in contemporanea, favorendo lo sviluppo armonico della personalità, in linea con un apprendimento attraverso l'azione, quel learning bydoing teorizzato da Fichte a Dewey, da Moreno a Munari. -
Manuale di siglatura del test di Wartegg secondo il CWS - Crisi Wartegg System
Frutto di un'esperienza pluridecennale nell'uso del Test di Wartegg, il presente Manuale si pone come obiettivo primario e centrale quello di consegnare nelle mani dello psicologo modalità più chiare ed esplicite di siglatura del test secondo il Crisi Wartegg System (CWS). Nella pratica psicodiagnostica, infatti, ottenere una siglatura corretta e coerentemente uniforme consente di conseguire due obiettivi fondamentali: da un lato, pervenire a una corretta valutazione psicologica dell'esaminato e, dall'altro - aspetto imprescindibile nella validazione soprattutto di un test proiettivo - raggiungere un elevato livello di attendibilità. Gli Autori hanno realizzato tali finalità attraverso un'attenta e puntuale rivisitazione delle modalità di somministrazione e di conteggio ma, soprattutto, dedicando una particolare attenzione alla coerenza interna dei criteri di siglatura, aspetto che ha permesso di meglio chiarire, affinare e approfondire le indicazioni già fornite nel Manuale del Test di Wartegg. Norme per la raccolta, la siglatura e l'interpretazione, di cui il presente volume è parte integrante. Il numero particolarmente elevato di esempi pratici messi a disposizione dello psicodiagnosta - tra cui circa 1.700 definizioni relative alla Qualità Affettiva, più di 1.200 verbi suddivisi nelle varie possibili direzioni e un elenco delle risposte popolari suddiviso per fasce d'età - testimonia anche il fatto che il Test di Wartegg, parimenti ad altri test proiettivi, rappresenta una materia viva che accompagna l'evoluzione delle conoscenze psicologiche e i cambiamenti delle società in cui viene applicato, modificandosi con essi. -
Pensare adolescente. Un setting dinamico per l'ascolto a scuola
La finalità dello sportello d'ascolto nelle scuole non è un semplice accogliere confidenze, proteste e desideri, ma trasmettere all'adolescente il significato del suo racconto per cercare insieme un senso alla sofferenza e una soluzione al disagio. Per farlo, il terapeuta deve essere equipaggiato di strumenti che sappiano tradurre le azioni o i possibili agiti in una dimensione simbolica. È questo il senso profondo del modello operativo negli sportelli d'ascolto nelle scuole - sviluppato dall'Istituto di Ortofonologia durante un'esperienza ventennale - che questo libro presenta nei suoi variegati aspetti, teorici e di applicazione clinica. L'obiettivo prefissato dello sportello d'ascolto, rispettando le regole del fare terapeutico, è quello di offrire ai ragazzi uno spazio di riflessione capace di mettere in moto nuove prospettive per affrontare le tematiche che loro portano. Gli Autori riservano un'attenzione speciale alla difficoltà di costruzione del setting come «luogo» costante e rassicurante in cui svolgere gli incontri in quella dimensione di intimità che favorisce il dialogo. È la concezione di setting come temenos, recinto sacro - sottolineano i Curatori -, luogo dove possono svolgersi le vicende psichiche e dove possono essere rappresentati i disagi e le sofferenze. In senso psichico, all'interno delle scuole, il temenos è quel piccolo spazio «espropriato» che si riesce a reperire per dare vita all'incontro con il ragazzo senza recriminazioni e svalorizzazioni, anche quando all'esterno tutto evoca spazi indifferenziati e caotici e anche se lo spazio è di volta in volta diverso. A tutto ciò i ragazzi rispondono con impegno e serietà, chiedendo l'aiuto di cui hanno bisogno con i mezzi che hanno a disposizione per età e cultura e lo fanno con la speranza di trovare qualcuno che li comprenda, che li limiti e che permetta loro di aprirsi a nuove dimensioni. -
C'era un ragazzo che come me. L'eternità breve dell'archetipo giovanile
L'archetipo giovanile è un modo tipicamente giovanile di affrontare la vita. Caratterizza la prima parte dell'esistenza, ma è attivo anche nella seconda e talvolta segna intere epoche e collettività. Varcata la metà del Novecento, agitò folle di giovani, infiammò rivolte di studenti, attivò movimenti di massa. Improntò rivolgimenti profondi nei costumi, nella cultura, nelle coscienze. Autostoppisti e globetrotters inaugurarono la mobilità geografica e anticiparono quella sociale; contestatori e rivoluzionari professarono la ribellione e avvalorarono il dissenso; movimenti di liberazione e di emancipazione avversarono la repressione e destabilizzarono le gerarchie. La rivoluzione sessuale sovvertì i costumi sociali, il femminismo nobilitò il femminile psicologico, la fantasia s'impose sulla ragione. Dalla retrospettiva sugli anni Sessanta-Settanta affiora un profilo particolareggiato dell'archetipo giovanile e delle sue impronte sul modo d'essere contemporaneo. Agli stili di vita attuali imprime mobilità e precarietà, velocità e frenesia, irriverenza e deregulation, familiarità con il mondo virtuale ed estraneità a quello reale. Anziani sessualmente attivi grazie alla chimica e anziane fertili grazie alla medicina, adulti ostentatamente giovanili e giovani sventatamente infantili testimoniano che l'archetipo giovanile è ancora il principio occulto che governa giovani e non più giovani. -
Servono ancora i cattolici in politica? Testimonianze del dibattito parlamentare sul valore della vita e sul testamento biologico
Esiste un futuro per la presenza dei cattolici nella vita politica in Italia? Questo libro cerca di rispondere a questa domanda non in modo teorico, ma a partire dall'esperienza vissuta alla Camera dei Deputati da un manipolo di parlamentari di diverse forze politiche, che insieme si sono battuti per la dignità della persona umana e per il valore della vita in qualsiasi circostanza. Quindici anni fa, Joseph Ratzinger, non ancora Papa, in una nota rivolta ai cattolici scriveva con quella sua semplicità dal sapore profetico: «La società civile si trova oggi all'interno di un complesso processo culturale che mostra la fine di un'epoca e l'incertezza per la nuova che emerge all'orizzonte... Non è possibile sottacere i gravi pericoli a cui alcune tendenze culturali vorrebbero orientare le legislazioni e, di conseguenza, i comportamenti delle future generazioni. È oggi verificabile un certo relativismo culturale che offre evidenti segni di sé nella teorizzazione e difesa del pluralismo etico che sancisce la decadenza e la dissoluzione della ragione e dei principi della legge morale naturale... La storia del XX secolo basta a dimostrare che la ragione sta dalla parte di quei cittadini che ritengono del tutto falsa la tesi relativista secondo la quale non esiste una norma morale, radicata nella natura stessa dell'essere umano, al cui giudizio si deve sottoporre ogni concezione dell'uomo, del bene comune e dello Stato». Per lasciar ben chiara la responsabilità dei cattolici impegnati in politica. Benedetto XVI aggiungeva subito dopo: «Non è compito della Chiesa formulare soluzioni concrete - e meno ancora soluzioni uniche - per questioni temporali che Dio ha lasciato al libero e responsabile giudizio di ciascuno». A questi principi si ispira l'agire politico degli Autori dei contributi raccolti nel libro; contributi che, partendo dall'esperienza del dibattito parlamentare sulle disposizioni anticipate di trattamento, il cosiddetto testamento biologico, interrogano e si interrogano - è una domanda che non si può eludere - su quale possa essere il futuro dell'impegno dei cattolici italiani in politica. «Ci siamo mossi contro la cultura dello scarto - dichiarano gli Autori - che facilita la morte dei più deboli e dei più fragili, accogliendo il loro desiderio di morte. A chi pensa che questo atteggiamento significhi prendersi cura di loro, vogliamo sottolineare come la politica sia parte integrante di quella ""Chiesa in uscita"""" alla quale ci rimanda costantemente Papa Francesco»."" -
Visioni. Appunti del Seminario tenuto negli anni 1930-1934
Il Seminario prende l'avvio dal caso di una donna americana di circa trent'anni, Christiana Morgan, seguita da Jung in un percorso analitico all'interno del quale si erano presentate visioni piuttosto articolate. Le stesse visioni diventano, nel corso delle conferenze, un viaggio all'interno della psiche inconscia in un itinerario saturo di incontri di chiara natura archetipica. Attraverso le straordinarie amplificazioni di queste immagini, Jung spalanca le porte all'intero universo della propria ricerca intellettuale e del proprio confronto con l'inconscio. Abbandonando completamente la prospettiva della coscienza, che lo aveva in parte guidato nel corso dell'analisi, volge tutto il suo interesse al linguaggio immaginale. E le immagini delle visioni, a volte punto di partenza della sua immaginazione attiva, rendono ragione della processualità dell'inconscio. I singoli tasselli della teoria - l'Anima e l'Animus, l'inconscio individuale e collettivo, il processo d'individuazione - si connettono per formare, tramite le visioni, la visione della psiche e dei suoi processi. L'agio e la naturalezza di Jung nel muoversi nel mondo simbolico non cessano mai di stupire. Dalla lettura del testo traspaiono la leggerezza e la vivacità di quel linguaggio colloquiale che Jung sapeva utilizzare con grande maestria, senza rinunciare ad argomentazioni complesse, a slanci di erudizione e a chiarificazioni sul piano clinico, che arrivano puntuali ogni qualvolta si teme di poter perdere il filo della narrazione. La minuziosa trascrizione delle conferenze, a cura di Claire Douglas, comprende le riproduzioni delle pitture di Christiana Morgan le quali, a sostegno delle parole e al di fuori di esse, ritraggono la realtà della psiche. Gli argomenti trattati da Jung, così come tutti quelli che riguardano aspetti più profondi e universali dell'uomo, mantengono inalterati la loro attualità e il loro interesse. L'uomo di oggi, alla stregua dei partecipanti al seminario - non necessariamente addetti ai lavori - si scopre con l'identica brama di conoscenza di se stesso e del mondo dei suoi predecessori, anche i più remoti. -
Psicosociologia e filosofia della manipolazione
Quanta manipolazione c'è nella società contemporanea? Quanto ne è satura la comunicazione, anche a causa della tecnologia sempre più avanzata, che aumenta la quantità di scambi virtuali, avvilendo inesorabilmente la dimensione interpersonale della relazione? Al di là della possibile pericolosità delle manipolazioni, soprattutto se agite da personaggi psicopatici, è possibile per gli esseri umani non manipolare e non essere manipolati? A leggere i saggi raccolti in questo libro sembrerebbe proprio di no, poiché la comunicazione in sé - affermano gli autori - costituisce già, in qualche modo, una manipolazione. È di enorme importanza, allora, considerare l'impatto della manipolazione sulle persone e, soprattutto, sui giovani che - ossessionati dalla velocità - tendono più facilmente a farsi sedurre da proposte e progetti di più celere e pratica realizzazione. In passato le manipolazioni, per sortire effetti, avevano bisogno di tempi lunghi, ma oggi la società è equipaggiata di potenti mezzi che, velocemente, anzi, immediatamente, possono incidere la mente e condizionare il comportamento di milioni di persone, soprattutto se tali mezzi sono usati da persuasori, magari a loro volta persuasi, e nei confronti di chi ha necessità di essere persuaso da qualcuno a causa della propria fragilità emotiva. -
La vita è bella. Dialoghi al tramonto del tempo
Quale differenza c'è tra il pensare alla morte come a un fatto ineluttabile, che prima o poi capiterà a ciascuno di noi, e saperla in cammino per raggiungerci - più o meno velocemente - dopo una diagnosi che l'ha annunciata? Dalle testimonianze, che sono il cuore pulsante di questo libro, delle persone che, in vario modo, si sono accostate nella loro vita alla morte o che hanno dovuto fare i conti con la propria, emerge il territorio ai confini ultimi dell'esistenza e le sue connessioni con i percorsi di vita compiuti. Si narra qui di cure palliative, di morte naturale, di suicidio, quello tentato e quello assistito. Si ascolta la voce di una madre che ha perso un figlio. Ci si interroga sulla malattia e sulle scelte che essa talvolta comporta. Si racconta di vite mancate e di vite compiute, di risate e di felicità, possibili sul limitare dei giorni. E di amore. Di arte, anche, come mezzo utile per esorcizzare l'angoscia del morire e per indagare il mistero del trapasso. Si narra di morte, ma ancor di più si narra di vita; si familiarizza con la morte per allentare l'inquietudine che il suo pensiero suscita e per capire che non si tratta affatto del lato opposto della vita, ma della sua parte integrante. Per scoprire che, pur continuando ad averne timore, accogliere l'idea della morte rende migliore la propria esistenza. -
Autismo: un futuro nell'arte. Quando il talento supera la disabilità
"Autismo: un futuro nell'arte"""" è un augurio e una realtà, che assumono già la diversità come talento e in quanto tale esigono che esso venga debitamente riconosciuto e valorizzato. Ma succede che, all'interno della disabilità, in questo caso nell'autismo, ci si trova di fronte a un talento vero o alle predisposizioni invidviduali verso la creatività artistica che aprono a possibilità inaspettate e sorprendenti, anche nel campo riabilitativo. L'attenzione alle produzioni artistiche di soggetti con problemi mentali - ci ricorda nel suo saggio Magda Di Renzo risale ai primi anni del Novecento grazie all'imponente lavoro di Hans Prinzhorn. La sua classificazione di circa 600 disegni di pazienti ricoverati nella clinica psichiatrica di Heidelberg ha dato l'avvio a ulteriori esperimenti, come quelli di Nise da Silveira, per esempio, che fondò, con i disegni delle persone ricoverate, il Museo dell'Inconscio a Rio de Janeiro. I contributi raccolti in questo volume, indagando l'intersecarsi dei processi creativi e quelli di cura nei soggetti affetti da autismo, fanno parte dello stesso filone di ricerca e approfondiscono alcuni dei suoi interrogativi di base. Come riconoscere e valorizzare il talento, nell'ambito delle arti espressive, nei soggetti affetti da autismo? Come intendere e sostenere l'individualità all'interno della sindrome? Quali sono le dinamiche che sottendono l'atto creativo e come esso si esplica? Come e dove i soggetti autistici possono praticare l'arte? Il punto focale del libro è la descrizione del laboratorio Ultrablu, attivo a Roma e nato per far convivere alla pari artisti normodotati e quelli affetti da disturbi dello spettro autistico, o che presentano altre difficoltà, e per far vivere loro una vera condivisione di esperienze artistiche, farli interagire liberamente all'interno e all'esterno di uno spazio in cui non esiste canone per definire la normalità e l'espressione artistica. Il repertorio iconografico di questa realtà, incluso nel volume, fa cogliere la singolarità, l'unicità e il potenziale di questa esperienza." -
Il sacrificio. Polisemia di un archetipo
Nella laguna salmastra di Marsala, tra antichi mulini a vento e tetti di sale, in mezzo a limpide acque e impetuosi venti, giace Mothya, suggestivo insediamento fenicio risalente all'VIII secolo a.C., luogo ancestrale dove altari sacrificali e reperti antichi parlano al viandante di oggi, echi di riti lontani. Su queste suggestioni si aprono le riflessioni sul sacrificio (sacrum facere), che hanno trovato vitalità nel seminario di cui questo volume presenta i contenuti. Il sacrificio come rinuncia ai legami terreni per amore dello spirito, come atto eroico e trasformativo del soggetto che si sacrifica aprendo, nell'immaginario collettivo, alla speranza e alla trascendenza; il sacrificio delle parti di sé nel processo di individuazione; il sacrificio individuale e collettivo, quello consapevole e inconsapevole, il sacrificio propiziatorio... L'apporto e l'integrazione di diversi punti di osservazione - storico-archeologico, filosofico-letterario e della psicologia analitica - rintracciano, nella specificità dei contributi, note dissonanti di una polifonia di significati che testimoniano, inesorabilmente, l'impossibilità di definire un significato condiviso e comunitario del sacrificio. Tuttavia, proprio grazie alla pluralità delle ottiche assunte, se ne intravede un denominatore comune: il sacrificio come impegno nella conquista di tutto ciò che ha un valore nella vita, perché la mancanza, l'assenza o la deprivazione possono rivelarsi come opportunità di attivazione delle energie vitalizzanti e trasformative. -
Il coffy test. Test proiettivo per l'età scolare. Con Prodotti vari
Il Coffy Test è di rapido impiego, di facile interpretazione clinica e fornisce importanti elementi di conoscenza sul funzionamento emotivo del bambino in età scolare, confortati da una codifica quantitativa statisticamente convalidata. Sebbene il Coffy Test faccia esplicito riferimento alle teorie dell'attaccamento e dei sistemi motivazionali, si presta ad essere utilizzato anche dai professionisti della salute mentale infantile che fanno riferimento alle teorie psicoanalitiche basate sulle relazioni oggettuali, in quanto indaga le caratteristiche introiettate delle relazioni tra il soggetto e le figure genitoriali. La scatola contiene: Il Manuale; 12 Tavole; 12 Schede di Somministrazione e Valutazione.