Sfoglia il Catalogo feltrinelli027
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 5161-5180 di 10000 Articoli:
-
Il cervo e i suoi simboli
Questa narrazione è un continuo andare alle origini. Ci si volge indietro verso tempi passati non per cercare un'introvabile spiegazione e poter dire, alla fine, «il cervo rappresenta questo o quello», ma per immergerci nel tessuto immaginale molto complesso di questa immagine-simbolo. Non mancheranno in questo libro nozioni di zoologia ed etologia, ma il campo d'indagine principale è la valenza simbolica di questo animale. Fin dall'inizio della sua ricerca, l'autore si accorge che non è lui a «spiegare» la simbologia del cervo, ma è il cervo a parlare, a suggerire chi è e cosa vuole. E vedremo come, nelle leggende, nei miti, nei sogni, è sempre il cervo che si fa avanti e ci contatta, ci interpella, ci ferma, ci guida o fugge da noi, portando chi lo insegue in luoghi sconosciuti. Afflitto addirittura, e suo malgrado, d'eccedenza simbolica, il cervo è l'animale delle origini, dell'inizio, del limite fra essere e non essere e nel contempo simbolegia una delle funzione superiori della psiche: quella della trascendenza, dell'unione tra conscio e inconscio, requisito imprescindibile per ogni trasformazione della personalità e per ogni progressione della coscienza. -
Dialoghi sull'arte, la terapia, la cura
Miti, fiabe, sogni, arte, linguaggio poetico, apertura e dialogo tra psicologia junghiana ed altri modelli teorici, ricerca clinica e lavoro psicoterapeutico: il tutto si compone dentro la trama di un'operazione in continuo movimento, in un dialogo che appare senza fine, circolare, in un lavoro che non nasce con l'intento di una pubblicazione, ma dalla passione per la ricerca, perciò fecondo perché libero, autentico, originale. Come in «un esercizio di stile», gli autori cercano nella scrittura le sintonie con quel mondo creativo e poetico che da anni studiano e ricercano come matrice del loro lavoro analitico. Puer, Senex, ferita, sacrificio, trasformazione, gioco, arte, cura, resilienza, tutti temi che si riconnettono nella misteriosa trama di un principio individuativo che, si direbbe, tiene le fila del discorso. Le conversazioni, attraversando i diversi registri presenti, che vanno dal versante clinico a quello sociale, accompagnano il lettore alla formazione di una visione complessa capace di nuove aperture e orientamenti sul fare dell'analisi, ma più in generale, sulla cura dell'umano e della vita. -
Corpo dematerializzato e corpo sottile. La psicoterapia on-line e il costellarsi dell'immaginario
Noi terapeuti diventiamo, nelle sedute on-line, anche la stanza d'analisi. Siamo noi che la materializziamo con il nostro immaginario, che ricostruiamo il luogo oltreché il senso. -
Fedele per sempre. Trauma, tradimento e abbandono
L'esperienza del tradimento, universalmente presente fin dai primordi della vita umana, percorre tutte le narrazioni che fondano la nostra cultura. In questo libro, l'autrice esamina come il tradimento e l'abbandono si intrecciano con il tema della fusionalità e della mancata esperienza di separazione e come toccano in modo particolare la psiche della donna, la cui identità è stata antropologicamente segnata proprio dal tema della fusionalità. Il tradimento può riattivare traumi e vissuti primari rimossi, portando alla luce un sé frammentato e costringendo la donna a un'elaborazione lunga e dolorosa e non sempre risolutiva dei propri vissuti; può configurarsi come una ripetizione traumatica insostenibile, che fa crollare le difese e la propria immagine e che può esitare nel suicidio. L'esperienza del tradimento e dell'abbandono può tuttavia essere anche una via individuativa per la strutturazione di una diversa soggettività femminile. Di fronte all'ineluttabilità del tradimento, la cultura collettiva, quella religiosa come quella laica, pone da sempre, sia pure con qualche distinguo, la fedeltà come argine difensivo all'angoscia dell'abbandono. Ma quali dinamiche psicologiche ostacolano e rendono vano il proposito di rimanere fedeli? -
Il bambino e la lampada dell'arte. Espressività e approccio evolutivo
Il valore espressivo del disegno dipende dal gesto grafico stesso. Il grafismo non è una questione di livello, ma di temperamento, di orientamento, di espressione. Vitale sarà, allora, in termini evolutivi, accogliere il gesto, perché l'iscrizione di tracce grafiche su una superficie piana testimonia, a un livello evolutivo-fisiologico, il temperamento del bambino, le sue reazioni tonico-emotive. -
Spettro a(r)tistico
Può un refuso avere un ruolo così importante in una storia di comprensione, accettazione, amore? Può la banalissima sostituzione di una lettera con un'altra parlarci così a fondo di noi, di quello che siamo davvero, dei nostri bisogni più reali, dei nostri desideri più intimi? In questo libro un refuso a(r)tistico è all'origine di un viaggio al cuore misterioso di quello che ci rende davvero umani. Ha detto una volta Albert Einstein: «L'eterno mistero del mondo è la sua comprensibilità». Einstein si riferiva alle leggi della fisica, ma come sia possibile restare per tutta la vita chiusi dentro il nostro corpo, senza altre finestre sul mondo esterno e sugli altri che non siano i nostri occhi e i nostri sensi, e contemporaneamente immedesimarsi così a fondo nel dolore di qualcun altro, nel suo percorso di cura, di redenzione, di rinascita è un mistero forse anche più grande. È la forza irresistibile dell'amore. L'amor che, a dispetto della comprensibilità dell'universo, ""move il sole e l'altre stelle""""."" -
Unione e separazione nelle storie d'amore. La favola di Eros e Psiche
Viviamo un cambiamento epocale, connotato dall'incertezza e dal disagio psicologico, oltre che sociale e sanitario. Sofferenti, stanchi e affaticati abbiamo bisogno di ritornare alla fonte del mondo, ai miti e alle storie che infondono linfa vitale, aprono orizzonti nuovi, fanno intravedere nuovi significati dei non facili vissuti quotidiani. Abbiamo bisogno di ritrovare l'Amore, pur con tutti i suoi paradossi e le sue contraddizioni. Questa è la tesi portante del libro, che offre al lettore scorci sulle ferite dell'Anima, personale e del mondo, che racconta storie d'unione e separazione, di desiderio e paura e ci parla di come la vita, nella sua intima essenza, è sempre un cammino alla ricerca di se stessi. E di come possiamo esprimere la nostra autenticità solo attraverso l'Amore, inteso nella sua totalità di luce e di ombra. La favola di Eros e Psiche, antica quanto il mondo, è uno scrigno dove attingere alla dimensione immaginale della sofferenza, del sacrificio che l'Anima deve compiere per incontrare l'Amore e per cogliere il significato simbolico dell'esistenza, vera redenzione dell'uomo e del mondo. -
L' archetipo del monaco. I cinque maestri della spiritualità individuativa
La psicologia del profondo e alcune forme dell'attuale religiosità si incontrano oggi su un terreno comune. L'autore chiama quest'area spiritualità individuativa, che è uno spazio del sacro, contemporaneamente laico e confessionale, il raccordo fra i due mondi. Recentemente alcuni teologi hanno cominciato a costruire un ponte nel punto esatto in cui gli psicologi del profondo erano all'opera sull'altra riva. Con o senza l'ausilio degli strumenti della psicologia, hanno offerto proposte innovative, che non sempre sono state accettate dalle gerarchie ecclesiastiche. Per le loro formulazioni «integrate», i teologi della spiritualità individuativa talvolta hanno pagato in prima persona con molte forme di emarginazione. L'autore presenta il pensiero e le vicissitudini dei cinque maestri che hanno elaborato costrutti teologici vicini ai principi della psicologia dinamica, in grado di concorrere a una definizione di sacro e di uomo più ampia e soddisfacente, una definizione analoga all'idea di completezza che si persegue nelle stanze della psicoterapia. Panikkar, Küng, Fox, Drewermann e Boff sono forse gli apripista di un nuovo, affascinante modello di umanità? -
L' immaginario dei bambini al tempo del Coronavirus
Il mondo dei bambini è fatto di magia e d'immaginazione, che si riflette attraverso le più diverse modalità espressive. Pensiamo ai racconti, alle filastrocche, ai disegni, alla musica, ai sogni e anche alla realizzazione dei giochi... In realtà questo mondo infantile è estremamente ricco di una sapienza innata, pressoché intatta e costituisce per noi adulti uno speciale «filtro» attraverso il quale vengono trasmesse le sensazioni più autentiche e profonde. Non deve quindi stupire che in questo drammatico periodo di pandemia il Coronavirus abbia inciso profondamente sull'immaginario dei bambini, provocando reazioni diverse: la ricerca di protezione e di tenerezza, l'amore per la famiglia, l'empatia verso i medici e più in generale il personale sanitario e, perché no, il desiderio di combattere e scacciare il virus: il «mostriciattolo brutto e cattivo». Questo libro racconta i vissuti dei bambini ricoverati nel reparto di Infettivologia Pediatrica dell'Ospedale Sacco di Milano, raccolti dalla psicologa che ha seguito il loro percorso di diagnosi e cura, parlando con loro e facendo tesoro dei loro racconti, disegni, sogni e fantasie. I disegni fatti durante la faticosa esperienza della pandemia dimostrano quanto l'immaginario dei bambini abbia influito sull'abbattimento delle difese, permesso l'espressione delle emozioni senza censure e sia stato determinante nella guarigione. -
La cura nella scuola. Psicodinamica della formazione
La scuola accompagna la crescita evolutiva della persona e il percorso scolastico lascia un'orma significativa. L'Istituzione Scolastica, che nell'immaginario collettivo si pone come agenzia educativa e formativa complementare a quella familiare, ha sempre vestito anche i panni della cura. Ma quale cura nel contesto scolastico? Il libro illustra, basandosi sui percorsi realmente svolti, un modo di stare nella scuola che è incentrato sull'ascolto, sulla comprensione e sull'accoglienza dell'altro. Il confronto e la riflessione, avviati attraverso gli strumenti del gioco, delle immagini, del movimento corporeo, hanno interessato la prevenzione sulla tratta degli esseri umani, il tema delle pari opportunità, la promozione della Cultura dell'Infanzia, la conoscenza della plusdotazione. Questa raccolta di saggi evidenzia un modello di formazione scolastica a indirizzo psicodinamico centrato sull'incontro relazionale in cui si sono confrontate emozioni, cognizioni, credenze soggettive transculturali e transgenerazionali. I vertici di osservazione della formazione esperita sono quelli dello psicologo formatore, del dirigente scolastico, della maestra e del genitore. -
Francesco e il sultano. Un'immaginazione attiva
Una mattina di fine estate del 1219 due uomini correvano a braccia alzate su un campo di battaglia in Egitto. Era caldo, ma entrambi indossavano lunghe tuniche di lana marrone. I soldati nemici li attaccarono e quasi li avrebbero uccisi, se uno dei due non avesse gridato: «Sultano, sultano!». Forse aveva un messaggio per il sultano, pensarono i soldati, e portarono i due alla tenda del califfo. La storia è tramandata sia da parte cristiana sia da parte islamica. L'uomo coraggioso in saio marrone e il suo accompagnatore altri non erano che Francesco d'Assisi, che allora aveva 37 anni, e il suo giovane confratello Illuminato. Due anni prima Francesco e i 400 membri appartenenti al nuovo Ordine da lui fondato avevano deciso di partire come missionari nel mondo. Francesco si mise in viaggio per la Terra Santa e per l'Africa; si unì a una crociata e nell'agosto del 1219 lo troviamo in un accampamento dei crociati che assediavano la città di Damietta sul delta del Nilo... La conoscenza della storia reciproca rientra tra le premesse per un dialogo possibile. Sulla base di questa considerazione l'autore ricostruisce un episodio che appartiene alla storia comune di cristiani e musulmani: l'incontro tra Francesco d'Assisi e il sultano al-Kamil. Al di là dei loro ruoli e delle loro convinzioni, Francesco e il sultano riuscirono a parlarsi semplicemente da uomini, intessendo un dialogo coraggioso che noi non conosciamo. L'autore prende questo episodio come immagine di partenza per un'esperienza di «immaginazione attiva», tecnica immaginativa di C.G. Jung. Collocati i due protagonisti sullo scenario immaginativo, ricostruisce in modo immaginale, ma possibile, il loro confronto, dando corpo a quello che storicamente costituì un esempio formidabile di dialogo interreligioso, ricco di spunti interessanti e, a distanza di un millennio, più che mai attuali. Prefazione di David Steindl-Rast. -
Dante e Jung. Una relazione a distanza
Nel settimo centenario dalla morte di Dante analisti junghiani hanno affiancato studiosi che accostano la Divina Commedia da angolature disparate: storica, letteraria, filosofica, teologica, ma anche antropologica, matematica, iconografica e perfino neurologica. Il loro confronto non intendeva ricercare nelle strutture portanti della Commedia le categorie della psicologia junghiana, ma le linee strutturali della psiche umana. I loro contributi colsero nei versi di Dante un sottofondo simbolico in cui giacciono i fondamentali dell'esistenza, a cui rimandano esperienze di vita usuali e inusuali, note alle tradizioni passate e presenti nella realtà contemporanea. L'approccio interdisciplinare è coerente con lo spirito junghiano, che ricerca simboli eguali in contesti culturali diversi, ma risponde anche allo spirito di Dante, che nella sua Commedia fa convergere poesia e filosofia, storia e politica, cronaca e invenzione, scienza e superstizione. Dante e Jung coltivarono entrambi la circolarità del sapere e sulla circolazione del sapere fondarono la loro esplorazione delle profondità interiori. Conoscitori acuti dell'animo umano, sono accomunati da analogie di metodo e da sensibilità psicologica; sono legati da una relazione a distanza che attraversa i secoli. Scritti di: Giuseppe Barzaghi, Riccardo Bernardini, Daniela Boccassini, Beatrice Borghi, Alessandra Castellani, Magda Di Renzo, Francesca Incensi, Angelo Malinconico, Robert M. Mercurio, Riccardo Mondo, Hanna Morgenthaler, Maurizio Nicolosi, Antonio Panaino, Laura Pasquini, Giuseppe Plazzi, Daniele Ribola, Murray Stein, Ferdinando Testa, Luigi Turinese, Giulia Valerio, Claudia Villa, Caterina Vezzoli, Claudio Widmann. -
L' alchimia dell'anima. Dalla saggezza del corpo alla luce della coscienza
L'ecobiopsicologia, recuperando l'itinerario tradizionale dell'alchimia delle immagini, il cui sfondo è situato nel corpo, conferisce a questa via dell'immaginario un rilievo del tutto nuovo, che costituisce il punto di approdo più avanzato dell'immaginario stesso, posto in modo originale a confronto con gli sviluppi più recenti della biologia evoluzionistica e della fisica quantistica. In questa prospettiva, se si vuole affrontare la natura della psiche, studiandone le espressioni più fondamentali come il rapporto con il destino, il dolore, la felicità, la malattia, il sentimento, l'amore, occorre affrontare il tema dell'anima e della coscienza e i loro punti di contatto con l'inconscio personale e collettivo. La «vera» coscienza non coincide con l'lo, ma con la consapevolezza che l'anima ha di se stessa mediante l'immaginazione della psiche collettiva. La coscienza, dipendendo dunque dallo specchio dell'immaginazione come facoltà attiva dell'anima, può diventare capace di cogliere la relazione sincronica che lega ciò che accade nel mondo con quello che avviene nella dimensione somatica e psichica dell'uomo. Un tratto distintivo e originale, infine, che il lettore troverà in questo libro è la descrizione di tecniche immaginative sulla luce, utilizzabili sia nell'ambito della terapia dei disturbi della psiche e del corpo sia come esperienza personale concretamente sperimentabile da chi sia interessato a comprendere meglio il campo del sé psicosomatico. -
Il gioco della sabbia e la sua azione terapeutica
In questo libro, che rappresenta il primo testo sul metodo terapeutico denominato il Gioco della Sabbia, la sua creatrice, Dora Kalff, racconta le proprie esperienze di terapia con bambini, adolescenti e giovani adulti. Descrive come, in un’atmosfera protetta, invita il paziente a costruire, adoperando le variegate figurine messe a sua disposizione, scene all’interno della cassetta di sabbia e come tale raffigurazione costituisce la rappresentazione tridimensionale di una situazione psichica. All’interno della sabbiera, narra l’Autrice, viene inscenato un problema inconscio e il gioco della fantasia esplicato agisce sulla psiche del paziente, influendo sulle dinamiche inconsce, mentre l’interpretazione dei simboli , che emergono in corso di intere serie di sabbie, permette al terapeuta l’acquisizione di importanti informazioni per il prosieguo del trattamento. «L’esperienza è la cifra distintiva del Gioco della Sabbia e della sua creatrice», sottolinea Marco Garzonio nella sua Introduzione a questa nuova edizione italiana del libro pubblicato per la prima volta nel 1966. «Dora Kalff non teorizza, nel senso che non scrive un testo in cui enuncia, argomenta, mette a confronto tesi diverse, cerca validazioni. Fa alcuni riferimenti, principalmente a Jung, ma il suo intento è quello di restituire al lettore il proprio lavoro di terapeuta: quale persona ha accolto, che emozioni ha provato nell’incontro, nel seguire quelle piccole mani nella sabbiera, i passi, gli sguardi agli scaffali degli oggetti, la disposizione di questi, quali domande si è posta a composizione ultimata e poi, dopo aver fotografato il quadro di sabbie, nel rivedere l’immagine, contemplarla, commentarla». -
Danze in cerchio nella formazione degli insegnanti
Queste pagine ci raccontano di una nuova possibilità di considerare la formazione degli insegnanti e di tutti coloro che prendono parte a un'esperienza di apprendimento che coinvolge e integra ogni parte di sé e che si realizza grazie alla relazione con gli altri. Ci raccontano, quindi, della necessità di una trasformazione culturale e lo fanno a partire dalla narrazione di un'avvincente ricerca centrata su percorsi di danze circolari condotti presso un'università brasiliana. Si tratta di un approccio originale, in cui creatività, poesia, arte e spiritualità si intrecciano. Ma come mai proprio la danza e, in particolare, le danze in cerchio? Come ci ricorda l'Autrice, il danzare circolarmente, proprio di molte danze popolari, è testimoniato in ogni latitudine e fin dai tempi antichissimi e originariamente aveva un profondo significato di relazione con il sacro e con la trascendenza. Ancora oggi mantiene la sua valenza simbolica e rimanda all'idea di danza come pratica collettiva che connette i danzatori tra loro e, parallelamente, li riconnette all'universo. Nella forma, nel gesto, nella musica, invita a entrare in contatto con dimensioni sconosciute e apre all'incontro con l'altro, con la molteplicità fuori e dentro di sé. -
Sé corporeo e sé psicologico. Psicoterapia espressiva integrata alla danza movimento terapia
La Psicoterapia Espressiva integrata alla Danza Movimento Terapia accoglie nella stanza di lavoro, insieme alla parola, il corpo e le sue forme espressive, utilizzando movimento, danza, pittura e scrittura. La fiducia nella risorsa creativa e relazionale contenuta nei processi basilari del corpo permette di sostenere e accompagnare anche pazienti difficili da coinvolgere nel setting tradizionale basato sulla parola. L'attitudine creativa del «dare forma» prima di quella del «dare significato» offre un modello capace di collegare, come auspicava Winnicott, la dimensione infantile del gioco con quella adulta dell'esperienza culturale. -
Abili, disabili, ma tutti diversamente abili. Cosa sta cambiando nell'ottica dei diritti umani
A trent'anni dall'approvazione della legge 104 e a 15 anni dalla Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità, si sentiva il bisogno di ripensare in termini nuovi questo grande tema. Percorrere la strada dei diritti per le persone con disabilità significa scoprire come le parole inclusione e integrazione possono assumere nuovo valore e nuovo significato, permettendo di archiviare definitivamente termini ormai obsoleti come quello di discriminazione, anche se la realtà ogni tanto ci rimanda a episodi sgradevoli, che occorre denunciare con fermezza. Il libro analizza il passaggio dal paradigma strettamente sanitario a quello socio-sanitario, prima di approdare al paradigma dei diritti umani, in cui la diversità è un diritto e non può essere trasformata nello stigma della discriminazione. Nel testo, una volta scelto il Capability Approach come schema di riferimento, anche l'annoso problema delle classificazioni diventa più semplice da mettere a fuoco, se la prospettiva si capovolge e ciò che interessa non è più ciò che non sai o non puoi fare, ma esattamente il contrario. La sfida ha profondi risvolti di natura etica e biogiuridica ed è diventata una delle manifestazioni che più e meglio esprimono la cultura e la civiltà di un Paese. -
Il libro rosso di Jung per i nostri tempi. Cercare l'anima nella postmodernità. Vol. 1-2
Gli autori dei saggi raccolti in quest’opera riconoscono unanimamente che la pubblicazione postuma del “Libro rosso” di C.G. Jung, avvenuta nell’area anglosassone nel 2009 e in Italia nel 2010, è stata un dono oltremodo prezioso per il nostro mondo contemporaneo. Similmente ai tempi instabili in cui si trovò Jung quando creò quest’opera un secolo fa (1913-1930), anche noi oggi ci troviamo di fronte a condizioni altamente turbolente e incerte e siamo travolti da un malessere spirituale, individuale e collettivo. Manca del tutto una narrazione capace di guidarci nel mezzo di una crisi mondiale caratterizzata da disastri ambientali, rapide innovazioni tecnologiche, guerre incessanti, sfruttamento delle risorse e assoggettamento dei popoli. Stiamo fronteggiando, malamente, uno stato generale di esaurimento e burnout, di confusione a livello personale e nell’ambito collettivo. Studiosi e pensatori guardano sempre più alla monumentale opera di Jung come a una guida in grado di incantare nuovamente il mondo e di offrire una nuova e più profonda comprensione dell’homo religiosus. Ognuno dei contributi ospitati in questi due volumi si muove, in maniera del tutto peculiare e originale e focalizzandosi su temi diversi, alla ricerca dell’anima nella postmodernità. -
Psicologia dei miracoli. Le guarigioni miracolose tra mistica, psiche e materia
Cos'è che rende Gesù, Ildegarda di Bingen e Mikao Usui capaci di guarire miracolosamente? Cosa hanno in comune queste tre figure poliedriche appartenenti a contesti culturali e sociali così diversi e lontani tra loro? In che cosa consiste un miracolo? La psicologia analitica interpreta la figura di Gesù come un'immagine prettamente simbolica, che rappresenta «il mito» dell'incarnazione di Dio, dell'unione tra spirito e materia. In altre parole, è un'immagine archetipica. In tale ottica, Ildegarda di Bingen e Mikao Usui sono invece personificazioni concrete, nel mondo reale, di tale mito e di tale archetipo. Questo libro coniuga, basandosi sulle ultime scoperte nei campi della psicologia, fisica quantitstica e neuroscienze, il fisico e il materiale, la mente e il corpo, il divino e l'umano. Considerando l'uomo, nella sua totalità di psiche e corpo, come ponte mediatore tra il mondo trascendente e quello immanente, il fenomeno del miracolo di guarigione è visto dall'Autrice come l'espressione dell'interconnessione tra il livello psichico e fisico dell'archetipo e il livello psichico e fisico dell'individuo, che coinvolge anche la dimensione transpersonale, per arrivare a quella che nel mito del miracolo appare quasi come un'evidenza: la spiritualità ha una sua concreta carnalità e lì si manifesta. -
Senza madre. Storie di figli sottratti dallo Stato
Sono storie reali, crudeli e assurde. Storie, portate alla luce da giornaliste che da anni indagano sull’argomento, che avvengono quotidianamente in tutte le città, a ogni ora, di cui quasi nessuno sa, di cui quasi nessuno parla. È la Sindrome di Alienazione Parentale (Pas) ad accomunarle: una dinamica psicologica disfunzionale che porterebbe uno dei genitori, a seguito di una separazione coniugale, a manipolare il figlio minore, alienandolo da altri affetti e producendo odio e rancore verso l’altra figura genitoriale. È una teoria, però, che è definita quantomeno controversa e screditata dalla comunità scientifica internazionale, poiché si basa su diagnosi spesso inefficaci e arbitrarie, ma nonostante ciò, regna ancora sovrana nei tribunali italiani. Le modalità con cui i figli vengono allontanati dalle madri (ritenute le principali figure alienanti) danno la misura di quanto il benessere dei bambini sia l’ultima delle preoccupazioni di operatori e servizi sociali. Le madri, che sono spesso donne che hanno chiesto la separazione da uomini violenti, si vedono sottrarre i figli; bambini che vengono affidati a Case-famiglie o ad altre famiglie o a quei padri già denunciati o persino condannati per violenza famigliare, mentre la quasi totalità delle madri è giudicata idonea, non violenta, accudente, ma questo non basta e molte di loro rischiano di non rivedere per anni, o addirittura mai più, i loro figli. Le autrici sono madri, giornaliste, attiviste, femministe, che per le più svariate ragioni, personali o professionali, sono state coinvolte nelle storie di figli sottratti dallo Stato.