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La meraviglia cosmica. Saggezza divina e natura celeste
La scienza conduce l'uomo lontano dal concetto di ""creazione"""" e dalla sfera della Trascendenza? I presupposti della filosofia scolastica sono crollati dinnanzi al suo progresso? Non v'è più spazio per la ricerca e per il rinvenimento di quel Più, di quell'eccedenza di significato che permea la realtà? Infine, ipotesi cosmologiche come quella del Big Bang e articoli di fede come quello della creazione dell'Universo dal nulla sono stati ormai posti in una contraddizione insolubile? Questi, ed altri, gli interrogativi affrontati nel testo. Sulla base di considerazioni filosofiche nonché con l'ausilio di alcune scoperte della scienza naturale del XX secolo e di geniali intuizioni di alcuni suoi protagonisti, è desiderio dell'autore mostrare come l'uomo non solo non abbia ancora carpito il senso profondo, più misterioso e recondito, della Natura - ammesso che egli possa anche soltanto pretendere di farlo, come nel caso della tanto sospirata """"teoria del tutto"""" (theory of everything) - ma come le molteplici questioni scientifico-naturali ancora (momentaneamente?) insolute..."" -
Alcune osservazioni sul pensiero di Leopardi
Il presente lavoro di Sebastiano Timpanaro, che si avvale nelle sue argomentazioni della svolta critica segnata dagli studi di Walter Binni e di Cesare Luporini, è una serrata indagine, filologica e filosofica insieme, che porta in primo piano la sostanza concettuale dell'opera di Leopardi, il quale fece della poesia un passaggio testimoniale per la definizione del suo pensiero. La particolarità della posizione leopardiana, ancorata a una tradizione classicistico-illuministica, risiede nella rappresentazione del rapporto uomo-natura che esclude ogni metafisica consolatoria. Il critico, tenace avversario della linea idealista ottocentesca e poi crociana, vede nell'umana infelicità di cui ragiona il Leopardi materialista non già un romantico mal du siècle, né un'angoscia esistenziale, ma un'afflizione soprattutto fisica che egli converte in strenua strategia conoscitiva. -
Sulle tracce del prode Don Chisciotte. Ricerca storico-letteraria su Miguel de Cervantes
Il saggio propone una biografia di Miguel Cervantes, scrittore esemplare rinascimentale, arricchita da accenni alle sue opere e ai suoi personaggi e corredata dall'analisi del contesto storico di riferimento, ricco di personaggi di prima grandezza. Il suo genio appare in una Spagna seicentesca, nazionalista e sfiduciata, rigurgitante di violenze e dagli eccessi più disparati, quando risulta netto il crollo del sistema aristocratico a favore dell'instaurarsi della società borghese. ""Il Don Chisciotte della Mancia"""" rimane attuale per la sua esorbitante vitalità. Chiarire il periodo che il """"sommo scrittore"""" ha vissuto in Italia, in più occasioni ipotizzato ma spesso ignorato dagli stessi cultori ispanici, potrebbe attirare l'attenzione su una più vasta e approfondita biografia del suo autore e gettare una diversa luce sulla genesi di alcuni personaggi del suo capolavoro."" -
Antonio Gramsci. Una «critica integrale». Giornalismo, letteratura e teatro
L'autore, col presente volume, ha voluto approfondire alcuni aspetti poco studiati del pensiero e dell'opera di Antonio Gramsci. Innanzitutto, l'attività giornalistica giovanile, prima sulla stampa socialista e poi su quella comunista, e le profonde innovazioni ch'essa ha introdotto nella tradizione del giornalismo italiano, non solo di sinistra, partendo dai fatti, analizzati con l'acribia filologica derivante dagli studi universitari torinesi, attraverso il metodo del ""materialismo storico"""", nella versione originale ereditata da Antonio Labriola, fondata sul rapporto dialettico tra """"struttura"""" e """"sovrastruttura"""" e, quindi, su una visione """"integrale"""" della realtà. In secondo luogo (in stretto collegamento con tale attività giornalistica), quella di critico teatrale, svolta, dal 1916 al 1920, sull'edizione piemontese dell' """"Avanti!"""", nonché quella di critico letterario, affidata ai Quaderni del carcere, entrambe caratterizzate dall'analisi """"interna"""" ed """"esterna"""" dei testi, dal loro collegamento ai """"contesti"""", dall'individuazione dell'unità inscindibile tra """"forma"""" e """"contenuto"""". Una critica, dunque, anch'essa """"integrale""""."" -
Gabriele d'Annunzio nelle lettere a Giancarlo Maroni (1935)
A Quarto, nel 1935, Carlo Delcroix celebra la partenza dei Mille e il memorabile discorso di d'Annunzio per l'intervento. Anche il Comune di Milano omaggia lo scrittore abruzzese donandogli una statua dello scultore Minerbi. Finalmente si pubblica il ""Libro segreto"""", confessione di un d'Annunzio tentato di morire e quasi presago della propria fine. Il poeta scrive a Mussolini: """"Il mio cranio di lucido vetro può incrinarsi improvvisamente"""". I messaggi del poeta dal principato Vittoriale sono per i Francesi, per il legionario fiumano Agostino Lazzarotto in partenza per la guerra d'Africa (""""Partirei anch'io, se non fossi decrepito e infermo"""") e la vedova di Cesare Battisti, in occasione della tumulazione della salma del martire sul Doss Trento. Gian Carlo Maroni, l'architetto del Vittoriale, nel '35 crea su invito di Fulvio Balisti il sacrario di Ponti sul Mincio, diventa accademico di San Luca e riceve in dono un rustico dal comune di Riva, la sua città. In alcune lettere il comandante ricorda il padre di Gian Carlo, Bortolo, che battezza Fra Ginestro, e i fratelli dell'architetto Italo e Alide."" -
Quando il sole splendeva sulla Somalia
La protagonista Maryam ripercorre i primi trent'anni della sua vita, dalla dorata infanzia nella grande casa di Mogadiscio e dalla spensierata gioventù fatta di studio, lavoro ma anche di feste e corse in moto, fino alla fuga dalla sanguinosa guerra civile che sarebbe durata più di un ventennio. All'esplosione del conflitto, Maryam lavorava in un'importante impresa italiana, successivamente occupata dai capi dei ribelli (diventati poi i Signori della Guerra) che ne fecero il loro quartier generale. Bloccata nel proprio ufficio, con l'atroce incognita di non sapere nulla sulla sorte del marito e della figlia di un anno lasciata a casa con la tata, firma un accordo con i comandanti per la propria incolumità, in quanto unica responsabile dei contatti radio con l'esterno. Questo romanzo non è solo un doloroso diario di guerra, ma il compendio di una esistenza straordinaria nella quale dramma e gioia di vivere si alternano a momenti di pura spiritualità. -
Rossini. Il teatro della luce
Nel 2016 si festeggeranno i 200 anni del Barbiere di Siviglia. È il lavoro comico più popolare e più rappresentato del musicista che definì scherzosamente sé stesso ""Il cinghiale di Lugo"""", alludendo alle origini romagnole del padre, e che altri invece chiamarono """"Il cigno di Pesaro"""", la città dove è nato. L'immagine di Rossini è quella dunque del burlone, del buongustaio, dell'autore che scrive a raffica decine di opere e che si sa godere la vita. Tutto vero? E come spiegare l'improvviso e tenace silenzio a trentanove anni dopo il grandioso Guglielmo Tell, per finire poi venerato come un """"Giove olimpico"""", ma fuori tempo e morire anziano nel 1868? Il testo di Mario Dal Bello indaga le opere più importanti di Rossini, non solo quelle comiche, ma quelle serie che gli hanno dato fama, mostrandone tutta la luce solare che illumina il suo tempo e quello che verrà. Per intenderci, il tempo di Bellini, Donizetti, Verdi, Meyerbeer e addirittura Offenbach. Ma tanta luce nasconde anni di tenebra fitta, di dolorose rinunce, di angoscia."" -
Da Sartre a Baudelaire
Il presente lavoro di Georges Blin, curato da Giuseppe Grasso, è l'intervento più importante pubblicato in risposta al Baudelaire di Sartre del 1946, un punto di riferimento imprescindibile per capire i termini di un confronto che ha fatto epoca e che appartiene alla storiografia letteraria del Novecento. L'autore vi s'interroga sull'opportunità di esprimere un giudizio morale su Baudelaire solo sulla base dei Journaux intimes. Se è vero che il Baudelaire di Sartre nasce come introduzione a una raccolta di pensieri autobiografici, i giudizi del filosofo restano viziati dal ritratto che vuole imporre a priori all'autore delle Fleurs du Mal. Il libro, utilizzando il metodo della ""psicoanalisi esistenziale"""" che chiama in causa la """"scelta originaria"""" di Baudelaire, finisce per svilire l'uomo visto da sempre come il prototipo del """"poeta maledetto"""". Quella di Sartre, spiega l'autore, è una """"requisitoria abusiva"""" in cui il filosofo indossa i panni dell'""""inquisitore"""" più che dell'""""indagatore"""", interessato soprattutto a sostenere le proprie tesi faziose, a verificare le categorie ontologiche dell'esistenzialismo più che a ricercare nell'intimo l'autobiografia dolorosa del poeta."" -
L'amore ai tempi della prostata
Fermo Durante è un medico di famiglia un po' sfigato, un vero maestro dell'inazione, del differimento, del coinvolgimento passivo. Il suo motto è: ""Se proprio devo soffrire meglio dopo che prima"""". Finge di lamentarsi della tranquilla e pettegola provincia in cui si muove, nella quale è invece perfettamente integrato. La vita lo stana a cinquant'anni, quando comincia ad avere problemi di prostata e la moglie, Iole, avvocato dal carattere pirotecnico, pronta persino a menare le mani pur di farsi rispettare, lo pianta. Rimasto solo con Esposito, l'odiato gatto poliglotta, tormentato dal mercato estivo del calcio Napoli che cede i pezzi migliori, Fermo deve ripensare la propria esistenza e trovare il coraggio di decidere cosa farne. Non sarà facile, ma la vita riserva continue sorprese..."" -
Verità e menzogne
Tante storie da raccontare: dall'Islam alla droga, dal Gruppo Bildeberg ai Marò, dalla tragedia dell'euro al carrozzone Europa, dal ""sesso per disabili fatto da volontari"""" alla mercificazione della morte in televisione, dai rom al matrimonio omosessuale, dal """"gender"""" alla Massoneria, dal """"Mondo di Mezzo"""" al Mezzogiorno, dall'industria del calcio alla minaccia del Vesuvio, dai parlamentari cattolici firmatari di appelli a favore di Radio Radicale ai Vescovi che parlano di Costituzione e non di Vangelo, dalle """"primavere arabe"""" alla dilagante corruzione italiana, dal Concilio Vaticano II alle foibe, dal """"Patto del Nazareno"""" alla Chiesa con due Papi. Tanti personaggi: da Silvio Berlusconi a Vasco Rossi, da Marco Pannella a Giorgio Gaber, da Giulio Andreotti a Papa Francesco, da Emma Bonino a Totò Riina, da Erri De Luca a Massimo D'Alema, da Umberto Veronesi a Matteo Renzi, da Angelo Rizzoli a Eugenio Scalfari, da Enrico Letta a Mario Monti, da Romano Prodi a Pier Paolo Pasolini, da Rino Gattuso a Ignazio Marino, da Giorgio Napolitano a Aldo Moro, da Benedetto XVI a George Soros."" -
I miei anni con Adriano Olivetti a Ivrea e dintorni, da New York a Matsuyama
Questo breve saggio è un pro-memoria, riguarda le esperienze vissute dall'autore a stretto contatto con uno dei più lungimiranti e meno compresi imprenditori italiani della prima metà del Novecento. La lezione di Adriano Olivetti è valida ancora oggi e lo sarà anche più decisamente nel prossimo futuro, se si vorrà ancora puntare sull'industrializzazione senza disumanizzazione. Il problema odierno dello sviluppo tecnologico consiste nel comprendere la contraddizione dell'azione tecnicamente progredita di oggi: una struttura di dominio che però, per funzionare, ha bisogno della collaborazione di tutte le parti che vi contribuiscono. La figura di Adriano Olivetti aspetta ancora oggi di venire scoperta e compresa in tutta la sua portata. Questo libro è una piccola testimonianza a questo scopo. -
Il viaggio del Novecento. Influenza intellettuale e politica della rivoluzione italiana all'estero
"Non sempre ortodossi e diversamente irriducibili alla plutocrazia liberal/libertina e alla sua ombra marxista o nichilista, gli intellettuali del Novecento furono protagonisti di un'avventura sfortunata, la cui memoria, purificata dagli errori, depurata dagli influssi del secolo sterminato, può alleviare l'angoscia degli italiani e degli europei strangolati dalle banche. Testimoni della cultura italiana diffusa all'estero sono, ad esempio, le personalità di vario orientamento e di ineguale levatura culturale e politica, delle quali sono qui proposti brevi profili: Engelbert Dollfuss, Charles Maurras, il primo Jacques Maritain, Henri Massis, Georges Valois, José Antonio Primo de Rivera, Antonio de Oliveira Salazar, Knut Hamsun, Ezra Pound, Josef Tiso, Corneliu Codreanu, Louis Ferdinand Céline, Marcel de Corte, Robert Brasillach, Pierre Drieu La Rochelle, Maurice Bardèche, Léon Degrelle, Georges Oltramare, Chandra Bose, gli insorgenti baltici, Metaxas, Parker Yokei, ecc.""""" -
Il mistero di Cana. A Cana di Galilea, il banchetto di nozze. Considerazioni di un cristiano qualunque
Un miracolo ""inaspettato"""" quello avvenuto 2000 anni fa a Cana di Galilea. Così ce lo propone nel suo Vangelo Giovanni, che sembra riportare più un fatto di cronaca che un evento miracoloso. Una prosa scarna tesa a evidenziare i protagonisti, la sequenza veloce degli avvenimenti, un rapido interloquire tra la Madre e Gesù, e infine la descrizione quasi scientifica della straordinaria mutazione dell'acqua in vino. Affascinato e quasi turbato da questo passo del Vangelo, l'autore si addentra a esplorare una misteriosa attrazione, pur nel fondato timore di non giungere a una agnizione finale. In un intersecarsi di considerazioni e di impressioni, questo """"segno"""", riportato dal solo Giovanni Evangelista, ci viene proposto dall'autore come carico di significati che attengono il settore della teologia, ma soprattutto della spiritualità più raffinata. In contrappunto la figura di un Cardinale di Santa Romana Chiesa, sostanzialmente immaginaria e idealizzata, che consente all'autore di esprimere, in analogia con la voce del Cristo nel Don Camillo di Giovannino Guareschi, le meditazioni interiori del profondo dell'anima."" -
Veli
Un romanzo che trascina per l’avvincente intreccio delle sue storie dense di misteri e di azione, ma che, in fondo, non fa altro che raccontarci la storia di due giovani dei nostri giorni.rnrnUn giovane ingegnere dell’ES1A, l’ente spaziale europeo, e una brillante storiografa impegnata in uno stage presso la Biblioteca Vaticana si incontrano nel traffico di una frenetica, ma sempre romantica Roma. Lui è indaffarato a mettere a punto i sistemi ambientali che garantiranno aria e acqua pulita a bordo dello SkyRider, la prima navetta con equipaggio umano destinata a raggiungere Marte, mentre lei è quotidianamente alle prese con la Roma del ’700 e con le malefatte compiute in quel periodo dalla Santa Inquisizione. Due mondi distanti e diversi tra loro come il giorno e la notte che vengono casualmente in contatto proprio alla vigilia di quello che si rivelerà, per entrambi e per motivi diversi, un momento cruciale delle loro vite. A spingerli l’uno verso l’altra, la carismatica presenza di Raimondo di Sangro, settimo Principe di Sansevero e ideatore della famosissima cappella omonima sita nel cuore di Napoli che, col suo Cristo Velato, è meta ogni anno di migliaia di visitatori da tutto il mondo. rn Un romanzo pieno di azione e colpi di scena, che trascina il lettore tra gli intrighi e le mascalzonate di una trama avvincente ma mai contorta, e che per questo si lascia leggere tutta d’un fiato. rn Ma il vero punto di forza del libro è proprio la costante presenza tra le sue pagine dell’affascinante figura del Principe di Sansevero: Raimondo Di Sangro fu un personaggio misterioso e controverso che, con le sue pratiche esoteriche, divenne l’assoluto dominatore della corte borbonica napoletana per tutto il diciottesimo secolo. Ancora oggi sono tantissimi i misteri e le leggende che ancora circolano sul suo conto, ed è proprio da uno di questi antichi enigmi irrisolti che prende vita la trama di questa coinvolgente avventura, che getta un godibile ponte tra le storie insolute di oltre due secoli fa e la tecnologia e le vicende socio-politiche dei nostri giorni. -
Cèline magico
Presente da sempre nella grande letteratura del Novecento come uno scrittore estremamente realistico fino alla brutalità, e dalla vita avventurosa fatta di sfide continue e affrontata con estrema concretezza, pochi sanno invece che Louis-Ferdinand Céline fu anche vicino ai misteriosi messaggi che ci giungono dall'Altrove. Confesserà infatti che per lui, che possedeva un'immensa riserva di poesia e immaginazione, il quotidiano sarà sempre solo un duro dovere di denuncia: ""Io sono celtico, prima di tutto sognatore bardico - è veramente là il mio dono - io l'ho piegato al realismo per odio verso la crudeltà degli uomini - per il gusto della lotta - ma in realtà la mia musica è la leggenda."""""" -
Jacob Rohault. I giorni di Venezia
La rivoluzione scientifica del Seicento attraverso il Trattato che un filosofo cartesiano, francese di nascita, cerca di far stampare a Venezia. La sua permanenza nella città lagunare si dipana tra gli intrighi della società patrizia, i ricordi degli anni parigini, il rimpianto di una moglie prematuramente morta. E, ancora, le lusinghe amorose di Fulvia, una fanciulla di nobili natali che gli parla alternando provocazioni erotiche e malinconie. ""La donna che state ignorando, di notte si rigira nel letto che lei avrebbe voluto accogliente per voi e per le attenzioni che desiderava rivolgeste al suo cuore e anche ai suoi fianchi e al suo seno."""" """"Mi sembra di non aver portato a termine cose che avrei dovuto fare; ma è un elenco inutile. E poi... la lentezza di questa neve. Vorrei vederla come qualcosa di salvifico, caduta per sopire le lacerazioni dell'anima, metafora di un tempo sospeso, in attesa che io possa tornare a parlare impudicamente..."" -
Cinema in camicia nera
È possibile etichettare il cinema compreso tra gli anni Venti e gli anni Quaranta come cinema di regime tout court? È un interrogativo di non facile risposta. In quegli anni, infatti, troviamo un cinema insospettabilmente vario: accanto a pellicole perfettamente funzionali all'enfatizzazione mediatica di un uomo e della sua volontà di plasmare codici e modelli comportamentali, troviamo i narcotizzanti sogni dei telefoni bianchi e le fughe letterarie del calligrafismo. Nel grande affresco ideologico che avrebbe dovuto mostrarsi compatto e senza sbavature, si insinuarono inoltre fermenti e sollecitazioni nuove e vivificanti specie nella fase propriamente bellica. La tentazione sempre più forte del vero e il bisogno di soffermare la macchina da presa sull'interiorità e sulle disillusioni dei personaggi spostarono progressivamente gli interessi dei registi su un piano diverso, innestandovi i primi segnali per una rinascita etica, formale, stilistica e ideologica ormai del tutto scollata da un regime in evidente caduta libera. -
Come leggere Robinson Crusoe
Pubblicato nel 1719, Robinson Crusoe si colloca all'origine del romanzo moderno non solo nella celebrazione dell'individualismo borghese, ma anche nella definizione di una prosa in cui s'incontrano realismo e invenzione artistica. Oltre ad essere interprete e icona del nascente spirito commerciale, il suo eroe è in primo luogo un mito culturale che ha ispirato e continua a ispirare riscritture, rifacimenti, trasposizioni filmiche e teatrali, traduzioni in tutte le lingue conosciute. In quanto puritano e dissenziente, Daniel Defoe - giornalista, viaggiatore e cronista dei cambiamenti socioeconomici - scrisse Robinson Crusoe con l'intento di proporre ""un libro di robusta ossatura morale"""" (Italo Calvino). Tuttavia, i risultati andarono ben oltre le intenzioni autoriali: imitata in tutta Europa, l'opera divenne subito parte dell'immaginazione popolare e da allora rimane uno dei romanzi più letti e amati di sempre. Come leggere """"Robinson Crusoe"""" presenta una lettura del testo che pone particolare attenzione alle sue molteplici tematiche al di là di ogni rigida gabbia interpretativa."" -
Il genio della lingua
Il secolo XX è stato, in buona parte, il secolo della linguistica generale, che ha prodotto sostanziali avanzamenti nello studio del linguaggio. Basta citare con Saussure linguisti come Hjelmslev, per cui la lingua è una forma-contenuto, o Sapir, che, crocianamente, mette l'accento sull'estetica, ovvero sul carattere metaforico del linguaggio. Con essi la linguistica ha conquistato la propria autonomia scientifica. Ma dal secondo dopoguerra in poi c'è stato, soprattutto nel mondo anglosassone, un ritorno a concezioni premoderne di stampo razionalistico, che hanno riportato lo studio del linguaggio nell'alveo della psicologia e in un certo senso della metafisica. Prima gli ""universali"""" di Greenberg e poi l'antilinguistica di Chomsky hanno creato un clima concettuale aprioristico e sterile. L'idea che tutte le lingue hanno la stessa struttura ad un livello più o meno astratto è diventata per molti un articolo di fede ed alcune riviste specializzate lo diffondono con impegno anche fuori degli Stati Uniti. Si è aggiunta una proliferazione di teorie grammaticali costruite su basi puramente logiche e prive di effettivi riscontri nella realtà delle lingue."" -
L'Alternativa (1973-1980)
Il periodo in cui Giacinto Auriti ha collaborato con L'Alternativa, l'agenzia di stampa del Centro Studi Politici e Costituzionali, è stato forse il più fecondo della sua vita. Nell'arco di sette anni, anche perché pressato da Marino Solfanelli, il giornalista amico che dirigeva L'Alternativa, scrisse quasi ottanta tra articoli e contributi vari. In essi si ritrovano, organicamente strutturati e trattati secondo prospettive pluridisciplinari, o almeno già contenenti in nuce i futuri sviluppi, tutti i punti forti del pensiero di Auriti. Il professore di Guardiagrele riafferma costantemente, in questi scritti, la concezione cristiana e classica della società, del diritto, della moneta. Egli sostiene senza tentennamenti la dottrina sociale della Chiesa, e specialmente il principio proclamato dal Papa della Rerum Novarum, S.S. Leone XIII: ""Tutti proprietari e non tutti proletari""""...""