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Dino Campana
Questo profilo di Dino Campana uscì nel 1955 nella prestigiosa «Biblioteca del Leonardo» dell’editore fiorentino Sansoni. Come scrive Sandro Gentili nell’introduzione, il libro di Gerola appare come opera conclusiva di un ciclo interpretativo che aveva visto come protagonisti alcuni dei maggiori critici italiani.rn«Nei primi dieci anni successivi all’ultimo conflitto mondiale, poveri nel complesso di studi campaniani anche perché ispirati all’idea della letteratura come militanza, a cui il poeta risultò inassoggettabile, la monografia di Gerola ha un posto di tutto rilievo: la sua medietas rappresenta un punto di equilibrio, l’onesto e intelligente compendio di quanto di meglio fino ad allora si fosse saputo raccogliere e dire sulla vita e sulla poesia di un personaggio isolato e controverso, a cui si era stentato a trovar posto nel casellario della nostra letteratura».rnUna sintesi superata da nuove prospettive critiche e da ulteriori scavi nella biografia di Campana, ma ancora capace di fornire al lettore stimoli e suggestioni. L’Accademia degli Agiati e l’editore Osiride avviano con questo volume una piccola collana dedicata alla rivisitazione dell’opera di Gino Gerola, in collaborazione con i Comuni cui è legato il suo lascito letterario (Folgaria, Terragnolo, Rovereto). -
Unico
Unico, a dispetto del titolo, non è uno scritto narcisista, ma è piuttosto un romanzo di formazione, un piccolo Bildungsroman, scritto con prosa colta e attenta, volta a descrivere quasi entomologicamente l’Erlebnis del ricordo e la fisicità dei suoi fantasmi. La chiarezza e la trasparenza dell’espressione linguistica corrispondono ad una vera e propria cartina di tornasole dell’iniziazione alla vita del giovane protagonista. Una vita ricca di una normalità mai supina, pronta a mettersi in discussione e nello stesso tempo a cogliere ogni occasione di scoperta e di crescita, consapevole di diritti e doveri, alimentata da sogni e da speranze sempre in realistico per quanto dialettico e a volte aspro confronto con la realtà.rnLa penna di Enrico Toso si riscalda quando si misura con i profili dei personaggi amati; sono nel suo cuore e restano anche in quello del lettore.rnrnMario Cossali -
Solitudo
«Quando le sparse orme assumono un senso d’insieme, come in un puzzle in cui ciascuna tessera va improvvisamente al suo posto, allora abbiamo trovato ciò che la traccia disvela». Ciò che ha scritto Anna Foa a proposito del metodo di lavoro dello storico può servire anche per capire il senso di quest’ultima raccolta poetica di Annamaria Cielo. Ci confrontiamo veramente qui con la ricerca delle tracce di una vita e il disvelamento coinvolge chi legge proprio perché «è in ciò che fa paura che devi cercare – / dove i pensieri volano alla cieca e tutto / precipita e accade».rnSi tratta di una ricerca che avviene in solitudine, «salvandomi dal vuoto, / inudito / dagli sguardi senz’affetto / dalle sciabole dell’attesa / dal tracollo di certezze».rnLa «solitudo» della Cielo è quel sentimento nel quale, come sottolinea Giacomo Leopardi in un appunto dello Zibaldone, l’uomo «ricupera sé stesso, ripiglia quasi carne e lena». Si tratta di una ricerca che avviene attraverso una selezione freudiana dei ricordi, tra i quali spiccano quelli del padre: «Padre. Sorgente del mio andare. / Radice di rigore e vigore. / Pane della riflessione». Si tratta però anche di una sorta di svuotamento del sé, di un’opera di pulizia mentale, che non a caso corrisponde anche ad un’opera di pulizia linguistica, che non vuol dire certo semplificazione, bensì piuttosto accostamento quasi mistico all’essenza delle parole e delle immagini, come del resto all’uso concettuale della punteggiatura. Pensiamo versi come: «Rosario del silenzio. Rovereto». Oppure: «Santa preghiera. / Sudario per un arcobaleno».rnTracce e ricordi, svuotamento e disvelamento, parole e silenzio, questi sono i segnali del percorso poetico che oggi ci presenta Annamaria Cielo, sempre più autonomo nella costruzione e nell’approfondimento, come nave che affronta il largo senza incertezze e paure, con quel leggero disincanto che deriva dall’intreccio continuo con il pulsare del pensiero e del sangue, «ruggendo tra i rovi» e «salutando i desideri sepolti nel pianto».rnrnMario Cossali -
La dimora d'avorio
...Proprio attraverso la Parola i poeti indiani cercavano la Rivelazione di una verità nascosta; ed in questa tensione, quasi religiosa, si muove oggi Antonio, producendo immagini di grande intensità.rnQuale sia il senso della propria esistenza, verso quale meta stia dirigendosi, in quale modo si possa amare ed essere amati, sono le domande che accompagnano tutta la nostra vita: Antonio qui le raccoglie e le condivide con noi, evocando possibili risposte attraverso quelle «figure d’ombra» che sono ormai la cifra della sua poetica...rnrnDonata Loss -
Victor de Sabata. Un profilo
La ricerca che qui di seguito si sviluppa intende concentrarsi ed articolarsi sulla enigmatica e sfingea figura di Victor De Sabata, compositore e direttore d’orchestra italiano riconosciuto dalla critica e dal pubblico internazionale tra i maggiori del Novecento ma , nondimeno, misteriosamente negletto da parte della maggioranza della storiografia musicologica e dalla cultura contemporanea in generale, almeno fino ad oggi, quando pare manifestarsi una doverosa e legittima riscoperta della sua unica personalità, soprattutto per quanto riguarda l’eredità compositiva. Egl8i fu direttore d’orchestra d’eccezione, dotato di strabilianti capacità tecniche e di prepotente magnetismo, in grado di rivaleggiare con (e secondo molti, addirittura sopravanzare) “l’avversario principale dellla sua epoca, il “mito” Arturo Toscanini. Alla carriera direttoriale, che lo ha portato a dirigere le più prestigiose orchestre internazionali ( e ad incidere nell’anno 1939 con l’orchestra dei Berliner Phiharmoniker nell’ Alte Jakobstrasse Studio di Berlino dei dischi che ancora oggi rimangono di riferimento), ha da sempre affiancato (anzi, ha iniziato soprattutto con ) la composizione, svolta con maniacale perfezionismo e finissima mano e improntata, almeno agli inizi, alle matrici del pensiero musicale, post-romantico di Richard Strauss, Busoni, Ravel e Debussy In tempi recenti il nome di de Sabata è tornato a circolare nella cultura contemporanea, non solo italiana, grazie al lavoro di riscoperta, parallelo a questo testo, volto a recuperare la produzione musicale del grande triestino, senza anche dimenticare, su un versante meno tecnico, l’ormai nota e pubblica vicenda che ha unito il direttore e l’attrice di Effetto Notte Valentina Cortese, acerbo fiore nella sua gioventù, con cui Victor ha profumato alcuni passi del suo cammino di vita. -
L' avvocato telematico
Un linguaggio semplice, informale e chiaro è la nota distintiva di questo indispensabile Vademecum che spiega i concetti e le funzionalità degli strumenti telematici a disposizione dell’avvocato. Posta elettronica certificata (PEC), firma digitale, ricezione delle comunicazioni di cancelleria, utilizzo degli strumenti di consultazione dei dati processuali via web, tablet o smartphone, notifiche in proprio telematiche e software utili: questi e altri gli argomenti di questo ebook, illustrati passo dopo passo, anche attraverso soluzioni open source o comunque gratuite, per sfatare la convinzione che per essere avvocati telematici sia necessario spendere un capitale...rnConsigliato a tutti gli avvocati, è un utile strumento per approcciarsi o approfondire le proprie abilità in materia, anche in considerazione dell’obbligatorietà del processo telematico entrato in vigore il 30 giugno 2014. -
Atiche posate e argenti da tavola in trentino. Alto Adige dal XIV al XX secolo
Posate. Un momento importante nel cambiamento della società umana, prestigio politico nelle grandi corti, peccaminoso lusso per alcuni santi, strumento raffinato di viaggio, regalo per lieti eventi di vita, ma anche qualificazione sociale per la nuova borghesia. -
Una tenue luce diffusa. La pittura di Marcello Carollo 1914-2004. Ediz. illustrata
Marcello Carollo ha portato con sé fin dalla giovinezza il demone gioioso dell’arte e la sua pittura si è sempre presentata ai nostri occhi con le caratteristiche peculiari di un vera e propria ricerca poetica;rncon gli echi, i ritmi, l evocazioni che segnano e che candiscono i movimenti di una ricerca poetica. Colori pensati, in un infinita gamma di variazioni che creano l’atmosfera di quel luogo, di quella stagione, di quell’incontro. La sua è una pittura lirica che accoglie la natura e la vita degli uomini con quella profondità sentimentale tipica di chi vuole vedere e far veder la linea promettente dell’orizzonte, anche quando il cielo è plumbeo, pesante sopra ogni capo, e si presenta ai nostri occhi con le caratteristiche esplicite di una ricerca poetica. La sua passione pittorica è coincidente con una vita lunga e operosa, intrecciata con gli umori della terra, aggrappata alle sue asprezze e alle sue fecondità. -
Lea. Storia di una bambina
Il romanzo Lea di Gaetano Bernardi (1884-1954) ha avuto successo fin dalla sua prima edizione presso la casa editrice torinese SEI.rnTuttavia la data rimane incerta. Alcuni repertori bibliografici la datano 1917 ma questo riferimento cronologico è da ritenersi non corretto perché Gaetano Bernardi durante la guerra era internato nei campi profughi oltre le Alpi e sicuramente poteva scrivere e studiare, ma è difficile pensarlo impegnato nella scrittura di un testo antiaustriaco. È quindi più probabile che la prima edizione sia da collocarsi nel primo dopoguerra, con ogni probabilità nei primissimi anni Venti.rnUna seconda edizione venne realizzata a cura della Casa Editrice Artigianelli di Trento nella collana “Piccola Lampada” nel 1931.rnQuesta fu l’edizione più conosciuta anche perché venne adottata come libro di lettura sia negli anni precedenti al secondo conflitto mondiale sia nel secondo dopoguerra.rnLea venne infine ristampato dalla Casa Editrice Àncora nel 1947 e nel 1965. Questa nuova edizione si basa sulla prima, oramai una rarità bibliografica.rnIn Trentino se ne conservano solo due copie, una a Rovereto presso il Museo Storico Italiano della Guerra, la seconda nella biblioteca del Liceo Classico “Giovanni Prati” di Trento.rnLea è un romanzo la cui protagonista è una bambina che vive gli anni della Grande Guerra in una città abbandonata e abitata solamente dai soldati austriaci, mentre la popolazione è internata nei campi profughi o in Italia o nelle varie regioni dell’impero austro-ungarico.rnE così accade che il romanzo involontariamente diventa anche importante testimonianza di come i bambini hanno vissuto questa tragedia.rnQuesta nuova edizione ""Lea, storia di una bambina"""", grazie anche ai saggi di Marco Dallari e Marco Zaninelli, è l’occasione per riflettere su Rovereto e la Grande Guerra e di riappropriarci di un libro che contribuì a far conoscere la città anche fuori regione."" -
L' urlo indifferente. Sui luoghi del diario di guerra di Giovanni Battista De Gasperi
Lo sguardo di Cioffi, perso nella zona del Monte Croce Comelico (tra il Veneto e l’Alto Adige) e idealmente guidato dal diario di guerra del naturalista e geografo Giovanni De Gasperi (morto in battaglia nel 1916 sul Monte Maronia, vicino a Folgaria - TN), ha vagato, ha tentato di percepire e “sentire” l’orrore e l’insensatezza delle azioni umane, proprio in quei settori di confine, in quelle montagne, dove durante la prima guerra mondiale soldati italiani, provenienti da tutte le zone del paese, e austriaci si fronteggiarono in battaglie violentissime che provocarono centinaia di migliaia di morti.rnTrincee, fortificazioni, sentieri, pendii, foreste, altipiani pietrosi, radure improvvise.rnAncora oggi attraversando questi spazi si possono immaginare, sepolti sotto molti strati di silenzio, il rumore assordante delle esplosioni, la sofferenza dei corpi, le urla disperate. Sembra di poter udire il suono degli ordini militari che spingevano intere generazioni di giovani verso una morte certa. Questi ambienti si manifestano, dunque, come il risultato di una sovrapposizione di eventi destabilizzanti, come il contenitore di un universo di dolore che ha piantato le sue radici su quelle montagne indifferenti.rnStefano Cioffi, evitando l’esercizio prevedibile della sterile documentazione geografico-storicistica, ha tentato di mettere in comunicazione profonda la sua sensibilità umana e artistica con l’anima dei luoghi, ha peregrinato per sentieri, crinali e prati tentando un paradossale, quanto acuto, “esercizio filosofico”, ovvero immergersi nello spirito del posto cercando, attraverso la sua esperienza fisica e sensoriale, di coglierne la componente più autentica, cioè la sua anima.rnMa tale esercizio intellettuale non è stato, però, effettuato in un “parco” di tipo platonico e Cioffi non si è mosso predisponendosi placidamente ad assorbire (mentalmente) simboli armoniosi e naturali, quanto, piuttosto, comportandosi come un recettore vigile e rigoroso di echi mostruosi e nascosti; ed è così passato dalla possibilità dell’esperienza puramente simbolico-estetica a quella più concreta della memoria.rnIl suo atto di fabbricazione artistica è scaturito, dunque, dal procedimento di attualizzazione del passato, dall’emersione nel presente di sensazioni che sembravano ormai solo elementi di un ricordo storicizzato. Nel far ciò, non è andato semplicemente alla ricerca dei luoghi di battaglie per fotografarli, ma ha operato attraverso il meccanismo dell’evocazione, trasformando il dispositivo ottico e i propri occhi in filtri in grado di afferrare il peso fantasmatico di un passato tragico e straziante.rnMaurizio G. De Bonis -
L' asino che voleva essere una tigre
Se un asino vuole diventare una tigre è ovvio che possa parlare. E quando dal soffitto cade uno “stuzzicadenti” non ci si deve spaventare. E nemmeno davanti ad una rana parlante con una corona.rnLa vitalità della fantasia dei bambini è pari alla solidità della loro logica e, se nei loro racconti qualsiasi cosa può accadere, la fantasia è l’aquilone che vola nell’azzurro legato alla solidità della loro logica dal filo del racconto. Offriamo queste pagine a quanti trovano ancora il tempo di leggere una fiaba, o perché circondati da bambini, o perché hanno voglia di tornare bambini. Anche solo per un quarto d’ora. -
Icone, aconito e vecchietti
L’autrice, sociologa è un interprete della contemporaneità e, “Icone, aconito e vecchietti” è un racconto che, da una cruda, ma reale istantanea della società attuale specie legata alla condizione dell’anziano, sfocia in un thriller fantasioso, “gustoso” e divertente con le sue usuali incursioni nel mondo russo che caratterizzano le sue opere. Insomma un miscuglio di realismo, di thriller e di critica sociale.rn“Vònmen”, “Stiamo attenti”, è una parola del dizionario slavo liturgico antico, utilizzato fin dall’IX secolo, da tenere sempre presente. Ricette della cucina di un monastero russo e divertenti massime, arricchiscono e rendono ulteriormente curiosa l’opera nel suo insieme. -
Al museo del quadrato
Come Emilio Salgàri non si recò mai nei luoghi dei suoi avvincenti racconti in terre esotiche, cosi l’autrice non è mai stata in terra d’Africa e, nella fattispecie, in Egitto. Il thriller, particolare come i precedenti, nasce da un breve canovaccio dettatole u giorno dalla madre e riportato nella Prefazione al testo, che diventerà il tessuto del racconto ambientato nei luoghi dei faraoni e delle regine nere, con precisi riferimenti storici. Il commissario francese La Roche cercherà di risolvere il caso della sparizione di una bambina, viaggiando nella storia di faraoni, divinità, anacoreti, mummie, emblemi, culto del sole, culto dei morti e ritualità di antiche superstizioni, cui un tombarolo quasi pentito si affida, per propiziarsi il favore degli dèi dopo aver violato il loro regno ctonio, le loro dimore eterne. -
Diario di amianto
“Non dare troppo spazio al pensiero. Fatti un luogo dove il cuore solo possa cantare.rnIl sollievo porterà buoni frutti anche alla sofferenza”.rnAnnamaria CielornrnL’Autrice decide di raccontare attraverso le pagine di un diario la sua esperienza di malattia, portando alla luce tutte le sue paure, le sue speranze e comunque la gioia di vivere e godere di ciò che la vita le ha donato. Riesce a parlare di un argomento così pesante sempre con leggerezza e poesia uniche. -
Don Carlo Bracchetti. Diario d'esilio, Braunau am Inn 1915-1919
Carlo Bracchetti figlio di Luigi e Amarilde Azzolini, nacque a Sacco di Rovereto il 9 gennaio 1869. Ebbe un fratello, Pompeo, anche lui sacerdote e parroco di Lizzanella.rnCarlo divenne sacerdote nel 1891 e fino al 29 maggio 1915 fu direttore del convitto magistrale maschile di Sacco. In quella data parti per accompagnare i profughi evacuati dal Trentino verso l’esilio in terra straniera.rnArrivato a Braunau am Inn visse in affitto in una camera pressouna famiglia del paese fino al dicembre 1915. In quel periodo, divenuto cappellano dell’ospedale, si trasferì nella “città di legno”, dove si prese somma cura materiale e spirituale di tutti i profughi colà presenti.rnL’8 gennaio1919 lascio Braunau con l’ultimo lunghissimo treno adibito a profughi e ammalati diretto in Trentino. Tornato a Sacco, essendo chiuso il Convitto e venendo meno la funzione di direttore dello stesso, Don Carlo Bracchetti restò nella parrocchia come cooperatore fino alla morte avvenuta il 19 novembre 1940. -
Le futurose. Giovani donne che progettano il futuro
25 interviste che M. Argenti, P. Belli, F. Cassiti e P. Giudici hanno fatto a giovani donne che stanno costruendo il proprio futuro. Le Futurose, così chiamate non solo perché vivranno nel futuro e lo abiteranno, ma perché lo stanno già pensando e progettando. Lo immaginano, lo preparano senza aspettarlo, lo precedono. Il ricavato della pubblicazione sarà devoluto per la creazione di una borsa di studio, un fondo da assegnare all'Università di Trento (ODFLab del Dip. Psicologia e Scienze Cognitive) per lo studio di un metodo educativo rivolto ai bambini vittime di violenza domestica assistita. -
Apediache. Figure retoriche e capricci grammaticali
Piccola raccolta di versicoli ideati allo scopo di ricordare più facilmente i nomi delle figure retoriche e di alcune regole grammaticali, corredata da illustrazioni di animali ispirati dalle favole di Esopo. La descrizione delle varie figure retoriche è volutamente semplificata e gli esempi relativi sono tratti da canzoni, film e libri popolari allo scopo di rendere meno scolastico il testo. -
Zuzzurellonamentissimamente. Sogni e vicende umane in ordine alfabetico
L'alfabeto scorre sulle pagine del libro come filo conduttore di un viaggio frammentato e denso. I racconti si originano giocosamente, da 26 titoli ""appositamente pensati per l'autrice"""" e, almeno all'inizio, hanno costituito una sfida di scrittura. Non una unica idea di racconto, quindi, ma un caleidoscopio di luoghi e personaggi che si accostano e si rincorrono regalando emozioni e sorprese. L'autrice ci conduce attraverso una trasgressione delle regole della continuità del tempo e dello spazio e ci fa rimbalzare fra quadri e cornici differenti."" -
Esploratorə culturali. Storie dalla community
Nel volume vengono raccontate le storie di 15 Esploratori ed Esploratrici Culturali che fanno parte di una Community di oltre 40 elementi. La Community nasce con l'obiettivo di mettere in connessione queste persone e le loro idee e far sì che possano contribuire allo sviluppo positivo dei nostri territori. -
Angelo Bettini. Documenti sulla vita e sulla morte
Raccolta di documenti, notizie e fotografie sulla vita e sulla morte dell'avvocato roveretano.