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Ipotesi teologica di un papa eretico
Quest'opera di Arnaldo Vidigal Xavier da Silveira rappresenta un importante contributo alla teologia del XX secolo per il rigore intellettuale con cui affronta un tema difficile e mai adeguatamente approfondito: quello della possibilità di un Papa eretico. L'autore non si limita ad offrirci un quadro sintetico ed esaustivo delle diverse posizioni teologiche e canoniche emerse nel corso dei secoli, ma propone una equilibrata soluzione del problema, invitando i teologi a cercare una posizione condivisa. Lo studio venne pubblicato nel 1975 in lingua francese, ma ebbe diffusione solo tra gli specialisti. Oggi viene presentato per la prima volta al grande pubblico offrendo un contributo primario al dibattito, anche per il suo distacco dalla contingenza dell'ora presente. -
Scrittori piemontesi del Novecento. Una lettura «intertestuale»
Antonio Catalfamo, come coordinatore dell'""Osservatorio permanente sugli studi pavesiani nel mondo"""", ha dedicato ampi studi all'opera di Cesare Pavese, allargando gli orizzonti critici alla dimensione internazionale. Progressivamente tali orizzonti hanno conosciuto un ulteriore ampliamento, abbracciando altri scrittori piemontesi: Beppe Fenoglio, Davide Lajolo, Nuto Revelli, Italo Calvino (piemontese d'adozione), Carlo Levi, Primo Levi. L'autore procede, nel presente volume, ad un'analisi """"intertestuale"""" tra di essi, partendo, per l'appunto, da Pavese, nella convinzione che per delineare il """"paesaggio"""" letterario, accanto alla dimensione storica, dev'essere approfondita quella geografica, sulla scia di Carlo Dionisotti, nonché del concetto di """"biogeografia culturale"""" elaborato da Antonio Piromalli. Nell'ambito di un discorso critico complesso, Antonio Catalfamo coniuga, inoltre, dimensione particolare e dimensione universale dell'opera letteraria, affrontando, con riferimento specifico ai suddetti autori, problematiche relative al rapporto tra mito e realtà, razionale e irrazionale..."" -
L'architetto di Porsenna
Zatte e Fedulia si trasferiscono a Roma con i loro gemelli, dove cercano lentamente di ricostruire la loro vita in una città che brulica di energia. La bravura di Zatte si rivela ben presto e lo stesso re di Roma, un Tarquinio, decide di servirsi della sua genialità di architetto. Per i grandi progetti del re, tuttavia, Zatte ha bisogno dell'aiuto di scultori di grande livello, perciò rientra a Caere con la famigliola con l'intenzione di proporre al Maestro scultore Mattias e al figlio adottivo Vulka di seguirlo nell'Urbe. Ma le cose non vanno come si sarebbe aspettato: il pericolo che li aveva spinti a lasciare Caere e i loro affetti più cari è ancora lì ad attenderli. Agguati, tragedie, pestilenze, guerre, amicizie e nuovi amori trascinano i protagonisti di questo nuovo romanzo di Fabrizio Cordoano attraverso un'Etruria e una Roma che cambiano a grande velocità, dove Dei e uomini si confondono e dove l'onore e la virtù restano le uniche caratteristiche che distinguono un uomo da un barbaro. -
Il Vangelo, la verità e il diritto del matrimonio e della famiglia
"La legge naturale non può dunque essere presentata come un insieme già costituito di regole che si impongono a priori al soggetto morale, ma è una fonte di ispirazione oggettiva per il suo processo, eminentemente personale, di presa di decisione"""" (Commissione Teologica Internazionale cit. in Francesco, Esortazione apostolica post-sinodale Amoris laetitia, 305). In questo volume, dinnanzi all'attuale situazione di crisi del matrimonio e della famiglia e ad un diffuso positivismo giuridico (secondo il quale iustum quia iussum anziché iussum quia iustum), e nel contesto """"della dittatura e del colonialismo del pensiero unico e della cultura dominante"""" (cf. ideologia del gender di cui Papa Francesco parla anche al n. 56 di Amoris laetitia), partendo dalla legge naturale che non è un peso dato all'uomo, ma un dono di Dio per il bene dell'uomo in quanto in essa l'uomo può più pienamente comprendersi, si ripropone - secondo quanto la Chiesa, che è madre e maestra, insegna - la verità, la bellezza ed il diritto del matrimonio e della famiglia, che sempre più devono divenire buon annuncio al mondo..." -
Dialoghi dell'inconscio
Sorta negli anni Settanta, l'epoca per eccellenza dello scontro e del confronto, l'intervista impossibile si rivela ancora oggi una forma espressiva fresca ed attuale, squisito strumento didattico e delizioso intrattenimento non solo radiofonico, ma anche teatrale. In questa antologia, tredici autori contemporanei si confrontano con diciotto personaggi storici: soprattutto poeti, pittori, musicisti, maestri dell'ingegno. Queste conversazioni immaginarie, scelte fra le oltre cento allestite per la Radio Vaticana tra il 2009 e il 2015, sono solo un assaggio degli infiniti approcci possibili che questo genere ha offerto e continua ad offrire al pubblico radiofonico. Diversi per formazione, età, sensibilità, gli autori qui riuniti offrono un campionario di spunti di riflessione sui loro interlocutori in chiave spesso ironica e certamente anticonvenzionale: da Franco Cardini a Ennio Cavalli, da Carla Dolazza al compianto Fabio Della Seta, da Marcello Lazzerini al giovane Arcangelo Esposito, da Massimo Pedroni a Ruggero Savinio, da Marialuisa Bignami a Evelina Piscione, da Giovanni Bignami a Gianpiero Gamaleri a Laura De Luca (che è anche regista delle pièces radiofoniche)... -
Per l'autonomia operaia
Gli scritti che qui di seguito si pubblicano coprono un arco di tempo che supera il mezzo secolo e riguardano, in primo luogo, la classe operaia. So bene che, oggi, l'antefatto conta poco e viene a cuor leggero trascurato anche da studiosi che si ritengono seri e scrupolosi. Si pensa che il passato sia perento. La generazione odierna, tutta ""focalizzata"""", come si dice, sullo hic et nunc, rischia però di essere informata di tutto in tempo reale e insieme di capire pochissimo. Per la semplice ragione che l'antefatto è essenziale per comprendere il presente e, eventualmente, progettare l'avvenire. Non solo: riaprire il discorso sulla classe operaia può sembrare oggi una perdita di tempo, occuparsi di una specie in via di rapida estinzione. Sarebbe un errore grave. È vero che troppi intellettuali sedicenti marxisti hanno avuto la presunzione di parlare e scrivere del movimento operaio invece di dare la parola, in prima persona, agli operai stessi, vale a dire far raccontare il processo di industrializzazione a coloro che l'hanno vissuto."" -
Il potere della droga nella politica mondiale
La stima dei profitti derivanti dalla vendita della droga è di circa trecento miliardi di dollari l'anno. Questa somma strabiliante spiega la grande potenza di cui possono disporre i ""signori della droga"""", i quali non sono sempre quelli che la stampa mondiale ci propina in continuazione. Il potere della droga è in alcuni casi diventato un vero e proprio Stato nello Stato. Anche i partiti politici, consciamente o no, hanno in passato approfittato e forse ancora oggi approfittano di questa manna caduta dal cielo. Naturalmente non senza una contropartita politica... Il denaro sporco prodotto dalla droga non trasuda più attraverso gli interstizi del sistema, ora lo inonda letteralmente. Come ben scriveva Jean-Michel Helvig su """"Liberation"""" del 28 agosto 1989: """"Come avviene per i petrodollari, anche i narcodollari hanno un peso rilevante sui mercati finanziari mondiali e nessuna frontiera può loro sbarrare la strada. E nessuna banca, anche se nazionalizzata, può essere sicura in modo assoluto di non detenere denaro sporco."""""" -
Umanesimo cristiano. Dante, Petrarca, Ariosto. Una via italiana contro la gnosi
Il libro si propone di applicare il concetto di gnosi - svincolato da riferimenti storici troppo angusti e aperto su una prospettiva ampia di ordine quasi trascendentale - all'àmbito letterario, non tanto per cogliervi eventuali caratteri gnostici - operazione già più volte felicemente tentata ma, e in questo consiste la vera originalità dell'opera, per ritrovare in una particolare tradizione e in un determinato contesto una possibile reazione e risposta a quelle ambigue declinazioni. Lo spazio letterario in cui l'autore ritiene di poter individuare questa reazione e questa risposta, legato a un realismo saggio e discreto, alieno da ogni utopia di fuga dalla concretezza limitata ma buona dell'esistente, è quello essenzialmente latino dell'Umanesimo italiano, di cui il volume intende anche proporre, entro queste coordinate e attraverso lo specimen dei suoi campioni più rappresentativi, una possibile ermeneutica alternativa. -
L' allenamento del musicista
Questo libro è un trattato di Chinesiologia frutto di anni di osservazione e collaborazione sperimentale con diversi musicisti. È un metodo che insegna al musicista come prepararsi in maniera completa per raggiungere la massima forma al momento del concerto. -
Madre
È la storia tenera e forte di un figlio amatissimo, narrata dalla donna che volle crescerlo da sola nella Trento degli anni Sessanta, città non più quieta per l’arrivo di un mondo nuovo, ed anch’essa protagonista del racconto. Un filo di voce lega madre e figlio: ed è un filo di acciaio. -
Una vita in gioco. Territorio, cucina e cultura nella storia del «Dodici apostoli» di Verona
La cultura narrata con le parole del cuoco umanista Giorgio Gioco, proprietario del Dodici Apostoli di Verona, viene rivisitata e proposta dall’autrice sotto forma di tanti brevi racconti ricchi di fascino e di emozione. La cucina, così, s’intreccia alla storia e all’arte per offrire uno spaccato della nostra società che dall’inizio degli anni Trenta arriva fino ai giorni nostri. Ai tavoli del Dodici Apostoli si sono seduti i protagonisti nazionali e internazionali della cultura e dello spettacolo, D’Annunzio, Montanelli, Barbarani, Biagi, Callas, Soldati, Pavarotti, Hemingway, Streisand, e tanti altri, vi hanno gustato ravioli e risotti, bollito e pearà, polenta e baccalà, pandoro e sbrisolona, lasciando dietro di sé una traccia che ora viene raccolta per essere condivisa coi lettori. A ogni personaggio, infatti, è dedicato un ricordo legato al suo passaggio nel ristorante, una ricetta speciale e una fotografia spesso inedita e originale. Territorio, storia, cultura e tanta ottima cucina in un libro bello da leggere e buono da gustare. -
Un bicchiere di acqua fresca. Cronache da una Russia solidale e sconosciuta
Difficilmente il lettore italiano potrà rendersi pienamente conto della situazione nella quale la Russia si trovò (e per alcuni versi si trova tuttora) nella fase ultima della Perestrojka (detta popolarmente Katastrojka) e nei primi anni della “nuova Russia”, seguiti all’implosione dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche negli anni a cavallo fra i due millenni. A tale comprensione potrà in parte contribuire il libro della più grande scrittrice russa contemporanea: Ljudmila Ulickaja.rnQuesto è un libro importante. Non tanto per lo stile della narrazione o per essere uno degli ultimi scritti di Ljudmila Ulickaja; è importante per le cronache della vita quotidiana narrate e per i personaggi. Persone comuni che, improvvisamente, passano da una vita assolutamente normale al dramma della malattia del figlio. Un dramma in un contesto di difficoltà materiali e psicologiche spesso acutissime. Questo libro è per noi importante perché aiuta il lettore italiano a comprendere l’opera, ormai decennale, dell’Associazione “Aiutateci a Salvare i Bambini Onlus” ed il contesto in cui detta Associazione ha operato ed opera attualmente.rnVi si narra con rara maestria dei problemi della vita di persone comuni nella Russia del passaggio dall’economia di Piano ad una società nuova contraddistinta da profonde contraddizioni. Contraddizioni ancor più stridenti nella società di un Paese, la Russia, così ricco di materie prime ma dove sono presenti al contempo il disagio, l’abbandono, vecchie e nuove povertà. -
P.o.w. Da Tunisi a Camp Perry
Mi sono accostata a queste lettere con il rispetto, quasi religioso, di chi entra in contatto con Con la profondità dell’anima di un altro. Un altro che era mio padre. L’immagine che emerge Dalla lettura di questi scritti, pervasi da emozioni intense, speranze, disillusioni, non coincide con ciò che ricordo di lui. I miei ricordi di bambina, ed anche di adulta, sono infatti quelli di un padre severo, molto attento ano far trapelare i sentimenti, esigente verso se stesso e gli altri refrattario alle chiacchiere e teso ai risultati.rnPerciò leggere queste pagine, dopo la sua morte, è stata per me una scoperta: la forza degli Affetti che vi sono espressi mi hanno restituito un tassello che mancava alla mia esperienza di figlia.rnQuesta però non è solo la storia di un padre: è anche quella di un uomo e del suo percorso interiore, una storia molto simile a quella di tanti giovani, come lui strappati agli affetti quotidiani da una guerra di cui non sapevano prendere la misura, ed alla cui logica si sottopongono senza reagire, ben sapendo che cercare di contrapporsi agli eventi significherebbe soccombere. -
Pasubio, una montagna di storie. Cinquecento anni di cultura alpina in una terra di confine
Questo volume racconta l’evoluzione del territorio montano delle Valli del Leno, in Trentino meridionale. Le tracce del secolare popolamento di questi luoghi, leggibili nonostante il drammatico impatto del primo conflitto mondiale, raccontano l’evolversi del rapporto tra uomo e montagna: un rapporto diretto, senza mediazioni, che ha generato un’antropizzazione equilibrata, ritmata dalle stagioni e dai cicli vitali. Tra gli scaffali degli archivi comunali e tra l’erba dei pascoli in quota è conservata una storia di oltre cinquecento anni. Le testimonianze dei primi disboscamenti per aprire i pascoli in altura, gli atti di compravendita, le liti per possesso dei monti, le regole della monticazione, le modalità della produzione casearia nell’alpe, il rapporto con i paesi a valle: sono piccole storie che si intrecciano con lo scorrere della storia ufficiale. Tutto ciò è anche parte di un rapporto spontaneo con l’ambiente naturale, frutto della costante interazione tra dinamiche naturali e antropiche, che ha portato alla formazione dei paesaggi che oggi percepiamo. -
Footprints in time. Shoes, from their beginnings to the twenty first century
The book offers an innovative and curios insight into the history of shoes and footwear art in Western Civilization from prehistoric times right up to the twenty first century, and fills a void in the bibliographic panorama of this sector, both in terms of its comprehensive approach and in depth historical content regarding the topics covered. It was an interesting challenge to find a way of identifying the various types and models of shoes, based on written and iconographic sources and materials from numerous different eras witch have been carefully researched, and this is what makes this book an original, illustrated collection of footwear throughout history. -
Comunicare letteratura. Vol. 5
Incontri e confronti potrebbe essere il titolo del caleidoscopio di proposterndi «Comunicare letteratura 5». Un percorso esplorativo di nuove scritture e nuovi spazi letterari che ancora una volta illustra temi fondanti dell’annale con inattese aperture. L’Ungaretti delle lettere inedite a Lorenzo Montano, poeta e traduttore, si lega idealmente con il Celan della nuova, personalissima lettura di Reitani, per essere stato uno fra gli autori più amati e sperimentati dal poeta di Tschernowitz, a sua volta ampiamente presente nelle antologie di Ervino Pocar. Questi non è soltanto oggetto dell’articolato saggio critico di Renate Lunzer, che ne approfondisce ruolo e rapporti con il contesto giuliano di origine, ma è presente anche con un proprio corposo inedito, grazie al quale ci si può rendere pienamente conto della sua modernità, di «mediatore per vocazione», troppo spesso sottovalutato, forse proprio a causa del ruolo «di servizio» che volle assumere.rnIl contributo di Luisa Sello potrebbe apparire «eccentrico» rispetto alle linee guida di «Comunicare», pubblicazione dedicata programmaticamente all’area italo mitteleuropea nel senso più ampio del termine. Lo studio della ricezione del poeta scozzese Burns in Italia, se allarga i confini linguistico-letterari propri della rivista, ribadisce una volta in più, se necessario, che «i confronti e gli incontri» fra lingue e letterature e generi sono infiniti e mai suscettibili di delimitazioni nette. Daniela Nelva rilegge Musil, interrogandone gli «scritti di montagna» – e in particolare quelli suggeriti dall’esperienza in Trentino –, e evidenziando come l’incontro con una precisa topografia non sia esclusivamente strumentale a un personale riutilizzo dello scrittore, ma di volta in volta ne modifichi e ne definisca la Weltanschauung.rnI contributi legati all’area slava ribadiscono ancora una volta, se mai ce ne fosse bisogno, quanto la letteratura sia non solo importante, ma anche «potente» e di conseguenza temuta. Il rigido controllo di una censura che ha paura della parola della poesia, suggerisce a Brodskij, presente con una lettera inedita tradotta e introdotta da Alessandro Niero, espressioni nella quali risuona forte la consapevolezza della dignità e della necessità di autonomia del proprio lavoro. I versi di Nikolaj Bajtov, per la prima volta in italiano nelle parole di Elisa Baglioni, fanno arrivare la voce di un altro esponente di spicco di quell’universo poetico russo della contemporaneità ancora troppo poco conosciuto e pure tanto vitale e impegnato.rnL’originale lavoro di Ivana Sajko, proposto nella versione e con nota di Elisa Copetti, intreccia a motivi privati temi politici di grande attualità, per i quali, ancora una volta, il teatro si dimostra strumento efficacissimo di dibattito.rnUltimi, ma non certo per novità e attualità, gli interventi di Monica Bassi su Richard Teschner: nome sconosciuto ai più, che rimanda a un mondo viennese ricco ancora di infinite soprese e che gli stessi Viennesi riscopriranno nella primavera del 2013 con una mostra che il Theatermuseum dedicherà a questo sconosciuto «maestro delle marionette» -
Il maestro Mario Bertolini
La storia e le poesie del Maestro Mario Bertolini. -
Noi indoeuropei rotaliani
I Rotaliani parlano ancora oggi l’indo-europeo?rnSolo un’ipotesi o una sensazionale scoperta linguistica?rnL’autrice percorre un viaggio nell’evoluzione linguistica dell’umanità, soffermandosi ad esaminare il lessico locale, così come le affiora dai cassetti della memoria giovanile.rnDi certo è che il linguaggio di Mezzocorona, centro trentino della Piana Rotaliana, noto soprattutto per il vino Teroldego, risponde a quella logica della lingua indo europea che attribuisce alla parola un concetto più ampio, un senso, un’azione, piuttosto che un preciso significato per dare un nome alle cose.rnDallo studio comparato di vocaboli della lingua indo-europea e della sua più diretta derivazione, il sanscrito, con altre lingue, tra le quali il russo, l’autrice è riuscita a dare un inedito significato a molti vocaboli del dialetto locale, tra cui teroldego e rotaliano, secondo il linguaggio degli antichi poeti indoeuropei, il linguaggio che unisce il cielo alla terra, il linguaggio del sacro.rnAlma Maria Pedron, pur viaggiando nella memoria dei luoghi circoscritti dell’infanzia, conduce il lettore più curioso in un percorso del proprio DNA linguistico, portandolo molto lontano, oltre i confini, oltre i limiti di quello che poteva apparirgli noto. -
La voce di Teo. Scritti di Matteo Leonardi. Ricordi e testimonianze degli amici
A dieci anni dalla morte di Matteo Leonardi vorrei far conoscere meglio quest’uomo, agli amici e a chi l’ha conosciuto, perché egli rimanga più vicino a noi: cosi ho chiesto la loro collaborazione per fare un libro. Oddo Bucci prontamente ha risposto che – se si voleva fare un libro su Matteo- ci si doveva chiedere se raccogliere i suoi scritti o una serie di testimonianze su di lui. Ha suggerito la prima soluzione col bel titolo “La voce di Teo”. Coinvolgendo però poi altri amici che l’hanno conosciuto, ci si è accorti che la voce di Matteo parlava anche dai loro ricordi. Cosi questo libro vuole essere prima di tutto una scelta di appunti e testi scritti da Matteo, poi una raccolta di testimonianze, cosi che alla voce di lui si uniscano anche altre voci, quasi un coro che canta l’amicizia.rnLudmila Vesely Leonardi -
Palazzo Betta-Grillo a Rovereto. Storia di un'antica dimora e del suo patrimonio artistico
Quella di palazzo Betta-Grillo è una realtà sconosciuta ai più. Si tratta infatti di una residenza privata che non è mai stata accessibile alla cittadinanzarndi Rovereto. Ad esclusione di due tele di grande formato, realizzate da Gasparantonio Baroni Cavalcabò nella prima metà del XVIII secolo e studiate da Bruno Passamani in un saggio del 1958, le opere d’arte custodite all’interno dell’edificio non sono mai state documentate in precedenza. La pubblicazione di questo libro è stata possibile grazie alla disponibilità incondizionata di MariarnAngelica Grillo, che mi ha aperto le porte della sua dimora roveretana con grande generosità e mi ha incoraggiato e sostenuto sin dal principio. A lei va quindi il mio primo e più sentito ringraziamento.rnIl nucleo più vecchio di questa ricerca risale al 2007 e coincide con la mia tesi di laurea in ingegneria edile-architettura. Il tema progettuale che avevo affrontato era quello di inserire all’interno di palazzo Betta-Grillo la Quadreria comunale di Rovereto. In quel momento il mio obiettivo era quello di giungere ad un soddisfacente livello di conoscenza dell’edificio per compiere scelte progettuali consapevoli e rispettose nei confronti dell’organismo edilizio...rnrnAndrea Frisinghelli