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I luoghi della vita. Paesaggi, territori, culture
La Convenzione Europea del Paesaggio (2000) ha interpretato il nesso profondo che lega una società ai suoi luoghi: una ricchezza umana ed etica dei paesaggi intesi come ""luoghi della vita"""". Sul paesaggio inteso come """"realtà vivente"""" influiscono in modo rilevante, trasformandolo, gli eventi fisico-naturali, ma anche quelli tecnologici, quelli sociali ed economico-produttivi che si susseguono nel tempo; prestare attenzione a questi aspetti è fondamentale per non rischiare di rimanere intrappolati in concetti astratti o in rappresentazioni identitarie dei luoghi, fissate una volte per tutte come in un panorama da depliant turistico-pubblicitario. Obiettivo del convegno """"I luoghi della vita. Paesaggi territori culture"""" - che l'associazione Amici del Giardino di Sardegna ha organizzato a Cagliari nel 2011 e di cui presenta con questo volume gli esiti - è stato quello di analizzare il paesaggio e il territorio a partire dal concetto di """"luogo"""", inteso come punto di intersezione tra natura e cultura, come """"spazio che contiene il tempo""""."" -
Féminas. La donna nei versi popolari di 51 poeti sardi. Testo sardo e italiano
Parlare della donna nella poesia in lingua sarda significa pensare alla figura femminile come al più affascinante romanzo nella vita dell'uomo. I nostri poeti si ispirano alla Bibbia e alla mitologia, alla letteratura classica e alla poesia italiana, soprattutto a quella arcadica e a quella più recente, interpretando la complessa personalità della donna in maniera esemplare e descrivendola come oggetto d'amore, ma anche della passione che l'amore e l'odio per la donna scatenano nell'animo dell'amante e dei poeti. Matteo Porru ha selezionato per questo volume i testi di 51 poeti sardi, che delineano con i loro componimenti un ritratto a tutto tondo della donna nei suoi molteplici aspetti. -
Montanaru, Boghes, cantos e cantigos. Le liriche di Antioco Casula il miglior poeta di metà Novecento. Testo sardo e italiano
Antioco Casula, noto come Montanaru, considerato il maggior poeta in sardo del Novecento, sapeva prendere le distanze dalla produzione poetica del tempo in Sardegna, abbondante ma ripetitivamente ferma su moduli antiquati e logorati dall'uso. La sua personalità poetica è caratterizzata da un complesso di fattori quali l'ideologia che lo spinge a un impegno civile e morale per la sua regione; la lettura di un insieme di opere antiche e moderne, che lo orientano nella definizione di un immaginario poetico derivato dalla realtà sarda e barbaricina; l'apertura agli influssi delle poetiche contemporanee ed infine il rapporto attivo con un pubblico etnicamente connotato. Questa nuova antologia dell'opera poetica di Montanaru deriva da una scelta operata all'interno delle quattro raccolte uscite quando l'autore era in vita e delle due pubblicate postume. Le poesie sono accompagnate da una traduzione in lingua italiana del curatore. -
Carloforte. Storia di una colonizzazione
Pubblicato per la prima volta nel 1962 e in due edizioni aggiornate nel 1974 e nel 1988, ""Carloforte. Storia di una colonizzazione"""" merita oggi una ristampa perché è ancora l'opera più completa che possediamo sulla nascita della comunità di contadini e marinai che nell'aprile del 1738 fu insediata nell'isola di San Pietro e diede alla sua città il nome di Carloforte, in onore al re sabaudo che le aveva offerto rifugio contro le minacce dei pirati d'Africa. Il libro racconta, praticamente, solo i primi settant'anni della storia della comunità: perché furono i più aspri e i più travagliati, alle prese con l'avarizia dei feudatari, la diffidenza della burocrazia piemontese, le difficoltà del terreno e le fatiche della vita di ogni giorno. Un settantennio che si conclude con la tragica incursione dei barbareschi nel settembre del 1798, in cui quasi mille carolini furono rapiti e condotti schiavi al bey di Tunisi: un evento onnipresente nella memoria dei carolini, che Giuseppe Vallebona ha ricostruito in questo suo libro, il più conosciuto, un vero e proprio monumento alle memorie, ai sentimenti e alle speranze della sua città."" -
La Sardegna nuragica
In Sardegna è durata più di 200 anni - anche con i suoi risvolti umoristici la diatriba circa la ""funzione"""" o """"destinazione"""" dei nuraghi. Che cos'erano questi antichi monumenti sardi, che hanno dato il nome alla """"civiltà nuragica"""", la quale è stata la prima """"civiltà"""" dell'Italia? Templi, tombe, abitazioni, torri di segnalazione, fortezze, case fortificate, forni fusori, edifici trionfali, edifici per evitare le zanzare? Nel 1977 il professor Massimo Pittau, dell'Università di Sassari, ha pubblicato """"La Sardegna nuragica"""", nella quale ha affrontato in maniera ampia ed approfondita la questione della """"destinazione"""" dei nuraghi. A trent'anni dalla prima pubblicazione ha visto la luce la seconda edizione riveduta e aggiornata, e che ha indotto numerosi nuragologi a mutare la propria tesi."" -
Nobili briganti. Banditismo politico in Sardegna tra Spagna e Savoia
Un titolo come ""Nobili e briganti"""" sarebbe stato forse più appetibile, per il lettore comune, di """"Nobili briganti"""". Ma il fatto è che i briganti più famosi e più temuti (nel piccolo universo dell'Anglona e del nord Sardegna) furono proprio, in prima primissima persona, i capi delle più potenti famiglie nobili, in particolare quelle di Nulvi, strettamente legate, anche per motivi di parentela, in forti alleanze politiche con i nobili di altri centri. Capi di bande che somigliavano in molti casi a veri e propri eserciti privati, entrarono spesso in conflitto, e talvolta in sanguinose battaglie, con le forze statali. La stessa situazione politica favorì questa contrapposizione che, proseguendo all'indomani della guerra di successione spagnola (1700-1713) la divisione della nobiltà del nord Sardegna in due partiti, schierati uno per Carlo d'Asburgo e l'altro per Filippo V, sembrava autorizzare l'esercizio della violenza sino a conferire a questa attività fuorilegge il colore di una forte opposizione politica al nuovo regime sabaudo. Andrea Piga si confronta qui con i misteri della storia, disegnando con sicurezza e plasticità i piccoli e grandi personaggi di questa tormentata vicenda."" -
L' accabadora immaginaria. Una rottamazione del mito
Il mito sardo della accabadora, la donna chiamata a dare la morte ai moribondi di difficile agonia, viene ancora oggi ritenuto storicamente fondato. Questo saggio pone però in rilievo come in letteratura emergano due forme soppressive, delle quali una è di natura magica. Individuati gli archetipi dei due tipi di soppressione, vengono sottoposte ad analisi critica tutte le fonti che, nell'ambito dei due filoni, si sono occupate dell'accabadura dall'inizio dell'Ottocento. Vengono così fatte emergere le numerose e fantasiose varianti che portano, nella attualità, alla sovrapposizione delle due forme, per cui l'accabadora maga diviene comunque una omicida umanitaria. Il fenomeno viene in tal modo alterato e dilatato, sulla spinta anche di risibili motivazioni identitarie. Fatto salvo il nucleo folklorico della usanza magica, viene evidenziato che l'accabadora omicida è una figura immaginaria, creata e alimentata da intellettuali e letterati, al di fuori di qualsiasi realtà storica. Il saggio analizza i testi di ogni singolo autore, procedendo, con matita rosso-sangue, alla rottamazione delle tesi del partito accabaduriale. -
Credenze religiose degli antichi sardi
Nel corso di un millennio e mezzo i Sardi non hanno conosciuto e praticato una religione unica e strettamente unitaria bensì, col passare dei decenni e dei secoli, hanno finito con l'abbracciare e seguire più religioni, anche assai differenti fra loro. Ecco perché questo volume, che affronta un lungo periodo compreso tra il XIII secolo a.C. e l'epoca bizantina, non porta il titolo La religione degli antichi Sardi, ma quello più appropriato Credenze religiose degli antichi Sardi. Per lo stesso motivo il libro è fondamentalmente una raccolta di saggi, ciascuno dei quali relativo a una singola religione o a un singolo aspetto di essa. Numerosi dunque gli argomenti trattati dall'autore: dalla triade divina Sole-Luna-Terra agli dei nuragici della guerra e della salute, dal Sardus Pater al culto in Sardegna di divinità quali Bacco, Artemide, Hera-Giunone, dalle pratiche come l'incubazione, il battesimo di sangue, l'uccisione dei vecchi, l'eutanasia fino al legame mantenuto dal culto cristiano con le antiche divinità nuragiche. -
Storia della Sardegna. Dalla preistoria ad oggi
Questo libro racconta in 382 pagine tutta la storia della Sardegna, dalle misteriose pietre del Paleolitico all'autonomia regionale e alle prospettive per il Duemila. La raccontano, in maniera piana e con un'impostazione divulgativa ma con l'abituale rigore scientifico, otto docenti dell'Università di Sassari, che ricostruiscono le vicende dei periodi di cui sono riconosciuti specialisti: Giuseppa Tanda (ora all'Università di Cagliari) racconta la preistoria e l'età nuragica; Attilio Mastino la storia della Sardegna romana; Laura Galoppini (ora all'Università di Pisa) la storia dei Giudicati e della Sardegna catalano-aragonese; Antonello Mattone la Sardegna spagnola; Piero Sanna la Sardegna sabauda; Giuseppina Fois la storia della Sardegna ""italiana"""" dal 1848 al 1948; Manlio Brigaglia e Guido Melis analizzano gli ultimi settant'anni. Una densa cronologia, che sintetizza oltre 200 avvenimenti della storia sarda, e oltre 300 suggerimenti di lettura arricchiscono il volume e lo offrono al lettore come uno strumento essenziale per farsi quella che Manlio Brigaglia chiama, nell'introduzione, """"un'idea della Sardegna""""."" -
Cagliari. Nuova ediz.
Edizione rivista e aggiornata nei contenuti, rinnovata nella grafica e arricchita di nuove immagini a colori. La guida riporta notizie, itinerari, consigli per il turista che vuole conoscere Cagliari e il suo hinterland, ma anche per il cagliaritano che ama appassionatamente la sua città e vuole scoprirla anche nei particolari, perché, pur abitandovi da sempre, la sente in qualche aspetto ancora sconosciuta. -
L' olivastro e l'innesto L'incontro con un uomo, la sua isola antica e la sua gente
"Joyce Lussu vide la Sardegna per la prima volta nel settembre del '44, mentre ancora durava il conflitto europeo e Cagliari non aveva neppure iniziato a rinascere dalle sue rovine: una Sardegna, come dice Joyce, umiliata e immiserita dal fascismo e dalla guerra. Joyce girò quella Sardegna per conoscerla ma anche per farci - come ha raccontato in altre pagine - del lavoro politico: avendo occhio soprattutto al mondo delle donne, che bisognava far uscire dalle loro cucine e dal chiuso ruolo di casalinghe. «Dove sono le vostre mogli? - chiedeva Joyce quando andava, paese per paese, nelle sezioni dei partiti - Andate a casa e fate venire anche loro». Quel mondo Joyce lo descrive nei 'racconti' di questo libro. 'Racconti' nei quali di fantasia c'è forse soltanto qualche trama, qualche elemento della narrazione: ma dove è puro reportage - se così si può dire - quanto riguarda la condizione dei paesi, la miseria diffusa, le malattie inestirpabili, la lotta per il pane, la durezza dell'esistenza, la difficoltà di ribellarsi agli abusi dei padroni e dei potenti."""" (dalla prefazione di Manlio Brigaglia)" -
San Salvatore da Horta, il santo delle grandi sorprese
Padre Arcangelo offre un nuovo contributo alla conoscenza della vita di san Salvatore, suo illustre confratello, del quale ha avuto modo di ""innamorarsi"""" durante gli anni trascorsi nel convento di Santa Rosalia a Cagliari. In questo periodo ha potuto conoscere e approfondire la storia del Santo, ma anche toccare con mano la devozione popolare, sempre viva nonostante il trascorrere del tempo, e soprattutto assistere alla ricognizione sulle spoglie di san Salvatore effettuata nel novembre del 2016, occasione unica e toccante che lo ha, infine, convinto ad aggiungere un prezioso tassello alla ricostruzione della vita e della santità dell'umile frate morto a Cagliari nel 1567."" -
Souvenirs di un soggiorno in Sardegna
Quale storico o viaggiatore nella Sardegna del primo ottocento vi racconterà mai delle due dozzine di grossi ratti che infestavano la dispensa del Viceré o delle feste di quella piccola corte in Castello, allietate da leziosi balletti a tema e da un'ottima orchestra da camera stabile? Troppo rigoroso il grande La Marmora, indifferente il Mimaut e anche il Capitano Smyth, della real marina britannica, regala al massimo qualche spiritoso aneddoto, proprio come il Valery. Non resta allora che l'unico altro lavoro, rarissimo, datato a quel prolifico decennio degli anni venti del diciannovesimo secolo, i ""Souvenirs d'un séjour en Sardaigne, pendant les années 1821 et 1822"""" del marchese Charles de Saint-Severin, capitano di cavalleria, sotto-aiutante generale e attaché allo stato maggiore del Marchese d'Yenne, Viceré di Sardegna. Eccolo qui..."" -
Peppe Bonu Su bannidu. L'avvincente ricostruzione storica di una faida bonorvese
Sembrerebbe un romanzo con un pretendente respinto, morti ammazzati o impiccati, agguati e tradimenti. Invece è la vicenda documentata di Peppe Bonu, il più famoso bandito sardo degli anni Trenta del XIX secolo, e della sua ostinata lotta contro la rivale famiglia dei Piu Boe di Bonorva. -
La stele di Nora. Storia di un testo archeologico
Il libro di Roberto Casti affronta lo studio della stele di Nora, uno dei reperti archeologici più significativi tra quelli rinvenuti in Sardegna, sulla cui superficie troviamo incisa la più antica iscrizione fenicia completa rinvenuta sinora nel Mediterraneo occidentale. Tante - forse troppe - cose sono state dette e scritte su questa iscrizione, soprattutto negli ultimi anni, lasciando il lettore in balia delle interpretazioni proposte. Era dunque necessario affrontare l'argomento con il rigore scientifico che questo testo sa proporre. -
L' acqua nelle varie culture e nella leggenda. Simbolismi e tradizioni popolari in Sardegna
Questo libro propone al lettore un percorso simbolico esoterico sul culto dell'acqua, in parte storico ed in parte tematico, incentrato sul folklore popolare e contadino della Sardegna, dove tutto ha inizio con l'Età della pietra, non intesa semplicemente nel suo comune senso cronologico, ma in uno più specifico legato a questa prima materia, poiché proprio nel monumentalismo prenuragico e nuragico risiedono molti misteri dell'Isola. Il popolo sardo, che ha costruito quei monumenti, ha depositato una sorta di germe culturale vivo ancora oggi e determinante per il folklore locale. Partendo da questa premessa, l'Autore ha articolato il testo del libro, anche per una maggiore facilità di consultazione, in due parti strutturalmente articolate in capitoli e paragrafi. Nella prima parte, dopo aver esposto le caratteristiche chimiche e fisiche dell'acqua, le sue proprietà e anomalie, e tutti i fenomeni che la rendono misteriosa e inconsueta, questo fluido viene analizzato con i suoi Universi simbolici e le sue qualità sacrali, nel fantastico complessivo di tutti i tempi e delle varie culture, non solo quelle occidentali. Nella seconda parte si entra definitivamente nell'argomento preminente del libro, indagando sull'intenso rapporto che l'ambiente tradizionale della Sardegna ha avuto con l'acqua dove il suo culto ha avuto un ruolo di grande rilievo ed è stato uno degli aspetti più caratterizzanti della spiritualità isolana. E poiché dall'esame degli studi prodotti da diversi esponenti del mondo scientifico, oltre che dalla numerosa schiera di appassionati che si sono occupati del culto delle acque in Sardegna, prendono corpo tante leggende legate a questo argomento, abbiamo pensato di estrarre da queste una sintesi su quanto allora succedeva durante i riti e quindi fare nascere qualche riflessione su quel che l'acqua ha rappresentato e rappresenta tuttora nella storia del popolo sardo. -
Bollettino di studi sardi (2018). Vol. 11
Paolo Maninchedda «Caldi caldi mandali alla forca». Guerra e contatto linguistico in alcune lettere di Mariano IV d'Arborea Franca Maria Mele Prime considerazioni sul Codice della Legislazione Marittima per i Porti di S. M. di Domenico Alberto Azuni Annamari Nieddu Sviluppi e consolidamento dell'Audiencia sarda (1564-1651) Raffaella Sau La rappresentanza prima del governo rappresentativo. Brevi note sul Comune medievale Giovanni Lupinu Il Vangelo di San Matteo voltato in gallurese di Tempio. La traduzione ottocentesca di Giovanni Maria Mundula. -
Il Breve Portus Kallaretani e gli ordinamenti pisani trecenteschi per il porto di Cagliari. Ediz. critica
Il ""Breve Portus Kallaretani"""", emanato dal Comune di Pisa per regolamentare le attività del porto di Cagliari, è uno dei più antichi e importanti statuti portuali del Mediterraneo. L'unico testimone medievale che lo tramanda - il manoscritto Roncioni 322, conservato presso l'Archivio di Stato di Pisa - offre una redazione del testo scritta in volgare pisano e datata al 1318, che rappresenta probabilmente il risultato della progressiva stratificazione di disposizioni normative succedutesi nel tempo. Il Breve si compone di 68 capitoli, nei quali vengono definiti i compiti dei consoli, dei mercanti, dei sensali e degli operatori che gravitavano intorno allo scalo cagliaritano all'inizio del Trecento. Lo stesso manoscritto accoglie poi altre disposizioni emanate tra il 1319 e il 1321, nonché alcuni capitoli provenienti dallo statuto cittadino, il Breve dei Castellani di Cagliari. Si tratta dunque di un corpus di testi normativi che costituisce una fonte preziosa tanto per la ricostruzione della storia della Sardegna medievale - e in particolare di quella del porto della città di Cagliari - quanto per la conoscenza degli impieghi del volgare pisano nell'isola. La nuova edizione critica che qui si propone è corredata di un approfondito studio linguistico e di un nutrito glossario, utile a comprendere le peculiarità del lessico del commercio e della marineria in uso nel vivace ambiente di uno scalo portuale medievale."" -
La signora della seta. La straordinaria storia di Francesca Sanna Sulis
Vissuta nel Settecento tra Muravera, Quartucciu e Cagliari, donna Francesca riuscì a coniugare famiglia e affari e a stare al passo con uomini di potere come il milanese conte Giulini e il temuto ministro Bogino. Nelle sue aziende agricole e tessili, nella Sardegna sud orientale, si produceva una seta perfetta, famosa in tutta Europa. Divenne una stilista, creò corsi di formazione professionale per le persone che lavoravano per lei e fondò scuole e asili per i meno abbienti. Era convinta che l'istruzione e la cultura fossero l'unica soluzione per fondare una società prospera e giusta. Visse quasi un secolo. Purtroppo vicende legate all'eredità fecero scivolare il suo nome nel buco nero delle storie dimenticate, ma grazie alla trentennale ricerca di Lucio Spiga, e ora grazie al romanzo biografico di Ada Lai, donna Francesca è stata riscoperta. A Muravera, dove nacque l'11 giugno 1716, il Museo dell'Imprenditoria femminile è dedicato a lei. Sono passati cinque anni dalla prima edizione di questo romanzo, sicuramente c'è ancora tanto da scoprire e da studiare, le ricerche continuano e potrebbero riservare altre sorprese, sempre basate su fonti storiche documentate. A questa nuova edizione, corredata di immagini, è affidata la missione di far conoscere, a chi ancora non l'avesse fatto, la straordinaria storia di Francesca Sanna Sulis, donna di Sardegna e signora della seta. (Alberta Zancudi) -
I minatori raccontano. Storie di vita e di fatica
La storia della Miniera di Rosas è fatta di tante piccole storie che solo gli ultimi minatori potevano raccontare. Dalle loro parole emerge la fatica, la stessa che si legge nei volti segnati dal tempo e dai sacrifici, ma anche la gioia, che traspare dai loro occhi quando ricordano che grazie a quella fatica hanno potuto costruirsi una vita e una famiglia. Il villaggio di Rosas era un piccolo mondo, fatto di fame e di miseria, di sofferenze e di tragedie, ma anche di lotte per i diritti, di passione, di orgoglio, di solidarietà e di speranza. Una speranza che oggi continua a vivere grazie all'impegno di quanti con ogni sforzo vogliono conservare la memoria preziosa di un passato sul quale costruire il futuro di Rosas.