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Amore coniugale nell'antica Roma
Il curatore Luigi Picchi ha selezionato alcuni dei testi più significativi del mondo latino, composti tra il I secolo a.C. e la fine dell'impero, centrati sul tema dell'amore coniugale. Gli autori sono, in ordine cronologico, Catullo, Cicerone, Virgilio, Livio, Properzio, Ovidio, Valerio Massimo, Lucano, Marziale, Stazio, Plinio il Giovane, Tacito, Giovenale, Ausonio, Claudiano. Commoventi e toccanti risultano, inoltre, le epigrafi funebri che concludono il libro, appartenenti a tombe di persone qualsiasi. -
Da Parigi alla Persia
Nell'aprile del 1664, François Charpentier, su ordine del ministro Jean-Baptiste Colbert, redigeva il suo Discours touchant l'établissenient d'une Compagnie royale française des Indes orientales. Il Parlamento registrava il 1° settembre la dichiarazione con la quale Luigi XIV creava la nuova Compagnia. Pochi mesi più tardi una delegazione di essa arrivava a Isfahan e veniva ricevuta ufficialmente dallo scià Abbas II. Fu appunto nel 1665 che il ventiduenne Jean, figlio del gioielliere protestante Daniel Chardin, partì da Parigi. Lungo il suo viaggio Chardin restò coinvolto nei rapporti tra la Turchia e la Francia, allora tesissimi, conobbe gli intrighi di ambasciatori e di funzionari e partecipò alla vita della corte turca. -
Travestimenti
Viaggiatore eccentrico, disinvolto costruttore di miti, equilibrista della poesia, uomo di mondo e instancabile flàneur, al termine di un complesso itinerario artistico che lo porterà a incrociare alcuni dei frangenti più tortuosi dell'intero Novecento, Jean Cocteau confesserà di aver ""scritto sempre e soltanto col proprio sangue, come fanno i prigionieri"""". La sua vasta produzione fatta di romanzi, poesie, film, disegni, libretti teatrali e d'opera, si proponeva di rappresentare l'equivalente di """"un grido messo nero su bianco, non certo per il bisogno di farsi ammirare, ma per quello di essere amato"""". Per strada, nei camerini di un circo, ai margini del ring, a partire dagli anni Trenta Cocteau incontrerà alcuni fra i protagonisti di una rivoluzione culturale che, ora più di allora, sfugge alle cronache ufficiali, si dirama dal basso, non costruisce muri, ma apre spazi e infine produce poesia, anche se non in forma di parole. Sarà proprio Cocteau, col suo """"inchiostro di sangue"""", a trovare le parole adatte in testi che ancor oggi rappresentano la controstoria di un teatro vissuto, pensato e giocato sempre fuori dalle scene e dalle convenzioni."" -
La scuola delle muse
"In principio c'è Beatrice. Alla sorgente di ogni grande opera d'arte, sia un capolavoro di letteratura, sia una potente opera lirica o di filosofia, si trova un incontro fatale, da cui si instaura un legame profondo, spirituale e fecondo, tra un artista e una donna che diventa la sua unica musa. Un rapporto che ha a che fare in qualche modo con l'amore, anche se non necessariamente con l'erotismo, ma che soprattutto partecipa, sia pure in modo incompleto, della dimensione del divino. È lo stesso Gilson a dirlo, e per lui una tale conclusione è l'esito di un lungo studio sui rapporti fra l'autore della Commedia e la sua musa ispiratrice. Quando cita l'esito di queste sue ricerche, Gilson fa riferimento al saggio Dante e la filosofia, ma quest'idea di uno stretto rapporto spirituale e artistico fra persone di sesso opposto è diventata feconda anche per un suo libro successivo, Dante e Beatrice, in cui Gilson sostiene la tesi che la vitalità della dantesca """"trilogia per Beatrice"""" nasca proprio da un autentico rapporto fra persone in carne e ossa, un amore vero e proprio dell'uomo Dante per la donna Beatrice, e solo in seguito trasformato in un legame letterario e simbolico. A fondamento di questo libro c'è la stessa idea, che abbraccia stavolta un vasto territorio: da poeti come Petrarca, con Laura, Baudelaire con la sua Madame Sabatier, e Maurice Maeterlinck con Georgette Leblanc, si va a musicisti come Wagner con Mathilde Wesendonk, e addirittura a un filosofo come Comte con Clotilde de Vaux.""""" -
La bellezza di Gaia
Da qualche anno la filosofia è tornata a mostrare un vivo interesse per le forme e le caratteristiche della esperienza estetica del mondo naturale. Dopo il Settecento illuminista e il Romanticismo, dopo le acute considerazioni di Kant nella Critica del giudizio, la bellezza della natura aveva assunto un ruolo sempre più marginale nella riflessione filosofica; a partire da Hegel, la filosofia si era concentrata infatti in modo particolare sui problemi concettuali posti dalle arti, accostandosi per questa via, e solo in modo occasionale, allo studio dell'esperienza estetica della natura. Oggi la situazione è molto differente. In particolare, la Natural Aesthetics ha animato nel mondo filosofico di lingua inglese un vivace dibattito, in cui s intrecciano impostazioni, spunti e suggestioni differenti. Il ruolo della scienza, per esempio, è controverso: la conoscenza scientifica arricchisce l'esperienza del bello naturale di sfumature che altrimenti ci sarebbero precluse, oppure ne distrugge alcuni tratti, come lo stupore di fronte alla radicale alterità della natura, che sono parte fondamentale dell'emozione estetica rispetto al mondo naturale? Largamente condivisa, invece, è la persuasione che la riscoperta teoretica della bellezza della natura possa favorire l'inclusione almeno di una parte del mondo naturale nella sfera dei soggetti degni di riconoscimento e tutela morale, e dunque sostenere la causa dell'etica ambientale. -
Diario dell'Asia. Dal Caucaso alla Cina
I due testi raccolti in questo volume presentano due situazioni molto diverse per momento, obiettivi e qualità di scrittura. Il Viaggio nelle steppe di Astrakan e del Caucaso del 1797-98, con quel suo avvio fresco, primaverile e luminoso che è una delle righe più celebri della letteratura di viaggio di tutti i tempi è un puntuale diario di viaggio, con note prese scrupolosamente giorno per giorno e grande attenzione ai paesaggi, ai costumi, agli abiti, ai cibi: un autentico, perfetto vademecum etnografico arricchito da un'erudizione che spazia dall'antica letteratura greca alla storia medievale e moderna e osservazioni etnolinguistiche alcune delle quali appaiono di sorprendente acutezza. La Memoria sulla spedizione in Cina, dà conto di una missione ufficiale compiuta tra 1805 e 1806 nella quale il Potocki faceva parte del seguito dell'ambasciatore conte Golovkin. Alcune delle sue osservazioni a proposito del concetto di relatività delle culture, e della necessità di comprendere ciascuna di esse dal suo interno, sembrano anticipare le riflessioni di Claude Lévi-Strauss. Si ha la sensazione di trovarsi appunto dinanzi a un classico problema di ""contrasto di culture"""": e il Potocki comprende molto bene che tradurre un linguaggio di gesti e di riti è esattamente come tradurre un idioma. Il traduttore è un tramite, e tradurre, inevitabilmente, significa un po' anche tradire."" -
L' etica dello scrittore. Discorsi e interventi
La tardiva confessione di Günter Grass nell'agosto 2006 in merito alla sua breve militanza nel corpo speciale delle SS negli ultimi mesi del conflitto mondiale, ha attirato su di lui da più parti numerose critiche che mettevano in dubbio la sua autorevolezza morale e in discussione la natura del suo impegno politico. Alcuni critici hanno addirittura sostenuto la necessità di rivedere il giudizio sulla sua opera. A quasi un anno di distanza dalla confessione, una volta attutiti la veemenza dei giudizi e lo stupore, se non la delusione, dei suoi numerosi estimatori, è possibile affrontare il caso Grass da una prospettiva più distesa e riflessiva. A tal fine è necessario rileggere alcuni dei suoi più significativi interventi del passato proprio sui temi oggetto del dibattito che ne è scaturito, vale a dire sulla posizione etica dello scrittore e sulla natura del suo impegno ideologico. La breve selezione di discorsi del presente volume offre la possibilità di indagare i concetti di impegno e di istanza morale dello scrittore da una prospettiva per lo più trascurata nel dibattito sul caso Grass. La rilettura permette così di considerare la tardiva confessione del premio Nobel per la letteratura non semplicemente nei suoi caratteri psicologici o privati, ma alla luce di considerazioni più generali riguardo gli aspetti etici e ideologici del ruolo dello scrittore nella società, che si possono anche riassumere nella domanda: ""Consigliere personale o buffone di corte?""""."" -
Music-Hall
Acrobati, clown, cantanti e ballerine si muovono nel music-hall descritto da Léon-Paul Fargue con la stessa disinvoltura del funambolo intento a cimentarsi sulla fune, incurante del vuoto che gli sta attorno. Sfidano la distrazione del pubblico a ritmo di jazz, zittiscono le chiacchiere delle signore del bel mondo con gag, scherni e trovate oramai passate nella storia - è il caso di Grock o Little Tich -, mascherano dietro il fumo dei sigari e i vapori dell'alcool l'innominata e innominabile attrazione per cui tutti, segretamente, si sono riuniti fra tavoli e gallerie che circondano la scena: l'esibizione di una ragazza nuda. Mentre Mistinguett commuove, con la sua voce improbabile e le sue penne di struzzo, Maurice Chevalier incanta la folla quasi fosse un mago mondano e il travestito Barbette sfida ogni legge di genere con una grazia senza pari, Fargue raddoppia la sua straordinaria testimonianza sulla vita e lo splendore del music-hall parigino, con una scrittura capace di muoversi fra metafore ardite e figure che preludono a continui colpi di scena. -
I Bücòligh-Le Bucoliche di Virgilio. Testo milanese a fronte
Cosa significa tradurre un classico, tanto più se questo classico è Virgilio, anzi il Virgilio più lirico, prezioso, l'inventore del paesaggio arcadico? Paul Valéry, che tradusse in francese, durante gli anni dell'occupazione nazista, tutte e dieci le ecloghe virgiliane, confessò di invidiare una lingua poetica tanto più densa della sua. Di questa opera nel quale gli dèi convivono con gli uomini, la storia si fonde con il mito, i paesaggi padani trascolorano in quelli mediterranei, non sono certo mancate traduzioni in lingua italiana; qui Edoardo Zuccato ne propone una versione in parte in lingua italiana, parte in dialetto altomilanese, non senza ardite e sperimentali commistioni. -
Lo specchio del Settecento. Considerazioni sui costumi
Charles Duclos incarna nella maniera più emblematica la figura dell'uomo di lettere settecentesco: grazie solo al suo spirito e alla sua arguzia, malgrado i suoi modi franchi e talvolta rudi, ebbe accesso ai salotti più esclusivi di Parigi; la sua erudizione di storico e di linguista gli aprì le porte di numerose accademie, ma, nello stesso tempo, egli fu autore di romanzi galanti; uomo di Corte, si legò tuttavia agli ambienti intellettuali illuministi. Per tutte queste ragioni, nelle Considérations sur les moeurs de ce siècle Duclos ha potuto tratteggiare un vasto e vivace affresco ricco di preziose informazioni sulla società della sua epoca. Benché, per la precisione e l'eleganza del suo stile rapido e incisivo, quest'opera di Duclos appartenga incontestabilmente alla grande tradizione dei moralisti classici, da La Rochefoucauld a Vauvenargues, essa può essere considerata anche come una sorta di trattato di sociologia, che si lascia leggere come un romanzo: nelle Considérations, infatti, compaiono e vengono descritti con grande vivacità tutti i personaggi - altezzosi aristocratici, perfidi cortigiani, finanzieri arroganti, letterati ambiziosi - che per più di un secolo, con i loro intrighi e i loro vizi, con le loro virtù e la loro raffinata arte di vivere, fecero di Parigi il centro dell'Europa e di tutto il mondo civilizzato. -
L' harem e la famiglia
Donna coraggiosa, animata dalla passione del capire: attiva nella resistenza subirà l'arresto e la deportazione a Ravensbrück. Sopravvissuta ai lager, partecipa alle commissioni di inchiesta sui crimini dello stalinismo. Solo a metà degli anni Cinquanta Germaine Tillion potrà tornare alla sua prima passione, a quegli studi etnografici in cui aveva avuto tra i suoi maestri Marcel Mauss e Louis Massignon che l'avevano condotta fin dal 1934 fra i berberi dell'Aurès, nel nord dell'Algeria. Nel 1966 pubblicherà questo libro sulle questioni dell'harem e dei rapporti di parentela nelle culture arabe del nord Africa. Sorretto dal continuo confronto con le tesi di Lévi-Strauss, il libro mette in particolare luce la condizione della donna, tocca la questione del velo, che tanto scalda il dibattito in Occidente, esamina le componenti religiose di queste culture che si affacciano sul Mediterraneo e rivelano insospettati legami culturali con l'Europa. -
Neonato. Poesie scelte
Tra le voci poetiche di lingua inglese delle ultime generazioni Kate Clanchy è senza dubbio una delle più popolari e allo stesso tempo più stimate dalla critica. La sua poesia è fresca, audace e immediata. È accessibile, intensa, ricca di sensualità e di metafore inaspettate, di originalissime immagini. Di grande abilità formale, e di forte musicalità. Clanchy non ama una lingua ""poetica"""", ma usa con grande efficacia tutta la ricchezza e la pienezza della lingua quotidiana. Il suo è un mondo positivo, ottimista, solare. Le tematiche sono universali: eros, amore, desiderio, affetti familiari, maternità. Tanto la sua esperienza di insegnante in una scuola londinese, quanto la ristrutturazione della casa di cui lei e il marito personalmente si occupano, vengono sublimate in poesia. Questo volume presenta 50 poesie tratte dalle sue principali raccolte."" -
Fiori blu
"Valerio Gaeti, scultore di origini mantovane, si trasferisce giovanissimo a Cantù dove frequenta l'Istituto Statale d'Arte e ha tra gli insegnanti Giuliano Vangi. Nel 1974 termina gli studi artistici all'Accademia di Belle Arti di Brera con Alik Cavaliere. Alla ricerca artistica affianca una lunga attività didattica proprio nelle scuole che lo hanno visto allievo: prima all'Istituto Statale d'Arte di Cantù, all'Accademia di Belle Arti di Brera, nel dipartimento di Progettazione artistica diretto da Ugo La Pietra e infine all'Accademia Aldo Galli di Como nel dipartimento di Arti Visive. Nelle opere recenti di Valerio Gaeti l'ispirazione viene da un colore, il blu, e da una forma vegetale, il fiore. I fiori blu è il titolo di un romanzo di Raymond Queneau - intellettuale dallo sguardo obliquo, """"esploratore di universi immaginari"""" -, apparso nel 1965 e presto tradotto dall'amico Italo Calvino. A Calvino, Queneau aveva spiegato che l'espressione """"fiori blu"""" veniva usata comunemente in francese per designare ironicamente le persone romantiche, idealiste, nostalgiche d'una purezza perduta."""" (Mario Porro)" -
Enigma in Vaticano
I fili di due storie s'intrecciano in questo romanzo-thriller. Il primo ci trasporta a Roma, nei Palazzi Vaticani, durante i primi anni di pontificato di Karol Wojtyla. Qui, in una sala della Biblioteca Vaticana, un piccolo gruppo di uomini (tra cui spiccano il nunzio apostolico monsignor Caracolli, il gesuita Joseph Moréchet, il professor Standup e Adrien Salvat, un investigatore francese, emulo di Poirot e Maigret), è impegnato nella traduzione di un misterioso manoscritto dell'XI secolo, la Vita di Silvestro. Salvat scopre che in quell'epoca il manoscritto era stato segnato con il numero 666, il marchio dell'infamia; e che aggiunte apocrife sono state fatte nel XVI secolo a Venezia e infine ai nostri giorni da un falsario polacco. Pingue, accanito fumatore di sigari dall'odore pestilenziale, Salvat decifra con acume le trame di un complotto ordito da Mosca per screditare la Chiesa o, in alternativa, per preparare il terreno a un attentato contro Giovanni Paolo II. Il secondo racconto, che emerge dalle pagine del manoscritto, è proprio quello della vita di Silvestro, ambientato nel Mediterraneo orientale durante il I secolo d.C. Acuta riflessione sulla natura enigmatica del mondo, la scena finale del romanzo vede Salvat e Silvestro incontrarsi in sogno e in quel momento i due fili del racconto si riannodano in un nuovo enigma. -
Invocazioni. Poesie scelte 1927-1962
Uomo dai mille volti, combattuto tra realtà e utopia, ma sempre alla ricerca di un vano equilibrio degli opposti, Luis Cernuda fu scrittore fra i più aperti alla letteratura europea nella Spagna del Novecento. Esule per scelta più che per necessità, ha vissuto con profonda coerenza e ispida dignità la sua condizione di perenne viandante, regalando ai lettori una lirica ancora attualissima perché giocata su universali come l'amore, il tempo, la natura, l'arte, ed espressa attraverso una scrittura densa e lineare, a tratti quasi prosaica, ma molto attenta alla musicalità del ritmo e della parola. Della complessa natura emotivo-meditativa e di tutte le antinomie, contenutistiche e formali, che sostanziano la poesia di Cernuda, questa antologia cerca di offrire un assaggio significativo, in parte inedito nel panorama delle (non molte) traduzioni italiane dell'autore, attraverso componimenti tratti da tutte e undici le sue raccolte. -
Iconostasi. Saggio sull'icona
La presente traduzione di uno dei saggi più importanti del teologo e filosofo Pavel A. Florenskij si basa sul testo filologicamente più attendibile edito in Russia nel 1995, che ricompone il testo originario basandosi sul manoscritto degli anni 1921-'22 (dettato da Florenskij alla moglie e poi da lui corretto), e su due copie dattiloscritte, riviste dall'autore soltanto in parte. Questa traduzione vuole, a partire dal titolo (Iconostasi), restituire al lettore italiano una versione quanto più possibile fedele e attendibile di un caposaldo della riflessione teologica e filosofica sull'icona frutto del lavoro che Florenskij aveva svolto per la conservazione dei beni culturali del monastero di San Sergio. Iconostasi nasce, dunque, dalla fusione di parti diverse, riguardanti il platonismo e l'iconografia, l'origine dell'incisione e l'iconostasi vera e propria. Riguardo al ruolo di primaria importanza conferito all'icona nella spiritualità ortodossa in quanto testimonianza visibile del mondo invisibile, Florenskij sottolinea la fondamentale differenza che esiste tra le iconografie d'Oriente e Occidente: essa sta proprio nel fatto che l'icona non è un'opera d'arte creata dalla fantasia del pittore, non è un prodotto del libero arbitrio dell'artista, ma nasce dalla ""visione"""" di un santo. Iconostasi appare oggi quanto mai un testo attuale e necessario per comprendere il retroterra culturale della cristianità orientale."" -
Il latino mistico
La matematica non è un'opinione; al vecchio (e sbagliato) adagio delle maestre Remy de Gourmont avrebbe risposto: ma la critica sì. Opinione non vale capriccio, fu così che un libro come Le Latin Mystique (1892) basato sul riscatto spirituale d'un domicilio ingrato (la Bibliothèque Nationale di Parigi), dove il bibliotecario involontario si trasforma in sontuoso raccoglitore di frutti ammassati per ufficialmente dimenticarli e lo scrittore amico di Huysmans e frequentatore del salotto Mallarmé invera il raptus simbolista e dandystico in apologia del dettaglio perfetto, valse non solo al Gourmont l'esplosione di una fama che numerosi altri libri di vasto successo pubblico avrebbero per oltre un trentennio riconfermato, ma addirittura il primato sulle ricerche degli ""addetti ai lavori"""" della filologia accademica."" -
Uscite dalla caverna
Il ""lavoro"""" e l'opera di Hans Blumenberg sulla metafora sono un contributo decisivo per la definizione della modernità, delle sue soglie come dei suoi paradossi. In questo senso, Uscite dalla caverna assume un ruolo cruciale, perché individua nell'allegoria della caverna platonica un'occasione di ripensamento e di riscrittura della storia occidentale. L'attenzione che Blumenberg dedica alle dimensioni """"inconcettuali"""" della tradizione filosofica arricchisce ulteriormente il panorama di esempi, aneddoti, visioni e rotture, che funge da sfondo e da condizione per continuare a pensare. In particolare, la metafora della caverna suggerisce un'inedita presa di coscienza dell'autonomia del pensiero, nella misura in cui si coglie l'aspetto specificamente """"paideutico"""" e formativo, nonché politico, della conoscenza. Questo libro, l'ultimo pubblicato da Blumenberg ancora in vita, è dunque forse un'estrema risposta ai paradigmi della """"gnosi"""" e della """"secolarizzazione"""" così come si erano configurati in """"Elaborazione del mito"""" e in """"La legittimità dell'età moderna"""". Il lavoro di Blumenberg si rende attuale sia per la cura nei confronti dei contesti storici, sia per la vicinanza, l'intimità che dimostra verso gli autori che utilizza come compagni di viaggio, verso la fine delle illusioni e verso l'estremo disincanto."" -
Emozioni. Saggio sul corpo e il sociale
Che cos'è un'emozione? Questa è la domanda cui il saggio di Paul Dumouchel offre una risposta. ""Se il corpo è ciò che mi nasconde il mondo, esso è anche ciò che mi consegna agli altri - scrive Dumouchel - Il corpo mi offre al loro sguardo, al loro riso, alla loro ammirazione. Esso mi rivela agli altri e testimonia sottilmente della mia dipendenza nei loro confronti... Il corpo è dunque non tanto una prigione che mi isola dal mondo, quanto una gabbia che presenta agli altri, spettatori stupefatti, l'esemplare che lo abita"""". Attraversando controcorrente la storia della riflessione fìlosofica occidentale sulle emozioni, l'autore ci invita ad abbandonare la concezione classica che attribuisce al soggetto emozionato l'autorità esclusiva di definire i contorni e il significato del proprio sentire."" -
Il dottor Pascal
Pubblicato da Zola nel 1893, il romanzo ""Il dottar Pascal"""" costituisce il vero e proprio testo """"teorico"""" del ciclo dei Rougon-Macquart, che comprende fra gli altri """"Germinal"""" e """"II ventre di Parigi"""". Pascal è fratello di Eugène, che è salito nella vita politica fino alla carica di ministro, e di Saccard, che si è arricchito con le speculazioni immobiliari e borsistiche. Medico e genetista ante litteram, Pascal ha accumulato tutta la documentazione relativa all'albero genealogico della famiglia cui appartiene; e la esamina sulla base dei principi scientifici del naturalismo di Zola, studioso di Darwin e Weismann. Convinto sostenitore del ruolo dell'ereditarietà nella determinazione dei tratti fisiologici e di carattere, Pascal avverte anche dentro di sé la tara che ha condotto alcuni suoi parenti alla follia o al crimine.""